ISABELLE HUPPERT LOUIS GARREL EMMA DE CAUNES
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ISABELLE HUPPERT LOUIS GARREL EMMA DE CAUNES
PAULO BRANCO E BERNARD HENRI LEVY presentano ISABELLE H UPPERT LOUIS GARREL EMMA D E CAUNES ma mère un film di CHRISTOPHE HONORÉ dal romanzo di GEORGES BATAILLE distribuzione uscita 25 giugno Taormina Bnl FilmFest 50 – Selezione ufficiale ufficio stampa Studio PUNTOeVIRGOLA IIF cast tecnico R EGIA BASATO SU UN ROMANZO DI D IRETTORE DELLA FOTOGRAFIA S UONO MONTAGGIO CASTING SCENOGRAFIA COSTUMI TRUCCO PRODOTTO DA C O-PRODUZIONE D ISTRIBUZIONE ITALIANA U FFICIO STAMPA Christophe Honoré Georges Bataille Hélene Louvart Jean–Claude Brisson Chantal Hymans Richard Rousseau Laurent Allaire Pierre Canitrot Delphine Jaffar Paulo Branco per Gemini Filmes Madragoa Filmes IIF Studio PUNTOeVIRGOLA Olivia Alighiero e Flavia Schiavi tel. 06.39388909 [email protected] DURATA 110 min cast artistico H ELENE P IERRE H ANSI REA LOULOU MARHE ROBERT T HE FATHER 2 Isabelle Huppert Louis Garrel Emma de Caunes Joana Preiss Jean-Baptiste Montagut Dominique Reymond Olivier Rabourdin Philippe Duclos sinossi Il 17enne Pierre è votato a un amore cieco nei confronti di sua madre, che non sa come affrontare ciò che suo figlio proietta su di lei. Rifiutando di essere amata per ciò che non è, decide di svelare il mistero e di mostrare la sua vera natura, quella di una donna per cui l’immoralità è diventata una droga. Pierre le chiede di essere iniziato alla dissolutezza e di andare oltre in tutte le maniere, in un gioco sempre più pericoloso. 3 “appena esamina l’erotismo, lo spirito umano si trova nella sua difficoltà fondamentale. L’erotismo, in un certo senso, è risibile… L’allusione erotica ha sempre il potere di risvegliare l’ironia. Anche parlando delle lacrime di Eros, lo so, posso suscitare ilarità… Eros non è meno tragico. Cosa sto dicendo? Eros è il dio tragico per antonomasia. Si sa che l’Eros degli anziani poteva avere un aspetto puerile: aveva l’aspetto di un giovane bambino. Ma l’amore non è, alla fine, tanto più angosciante che suscita ilarità? Alla base dell’erotismo c’è l’attività sessuale. Oppure questa attività decade sotto il colpo di un divieto. E’ inconcepibile! E’ proibito fare l’amore! A meno che non lo si faccia in segreto. Ma se lo facciamo in segreto, il divieto cambia forma, illumina ciò che vieta di una luce allo stesso tempo sinistra e divina: in una parola, di un bagliore religioso. Il proibito dà valore a ciò che colpisce. Spesso, nel momento stesso in cui colgo l’intenzione di rimuovere, mi domando se, al contrario, non sia stato subdolamente provocato! Il proibito dà a ciò che colpisce, un senso che, in sé, l’azione proibita non aveva. Il proibito induce alla trasgressione, senza la quale l’azione non avrebbe avuto il cattivo bagliore che seduce…È la trasgressione che strega… Ma questo bagliore non è solamente quello che sprigiona l’erotismo. Illumina la vita religiosa ogni volta che subentra la violenza, quello che gioca nel momento in cui appare la morte – e finisce la vita della vittima. Sacro!… Dapprima, le sillabe di questa parola sono cariche di angoscia, il loro peso è quello della morte nel sacrificio… Tutta la nostra vita è piena di morte… Ma la morte definitiva ha in me il senso di una strana vittoria. Essa mi immerge nel suo bagliore, apre in me un sorriso infinitamente gioioso: quello della scomparsa.” GEORGES BATAILLE, LES LARMES D’EROS 1961, Jean-Jacques Pauvert 4 georges bataille Georges Bataille nasce il 10 settembre 1897 a Billon nella regione Puy de Dôme situata nel centro della Francia. Suo padre diventa cieco a causa della sifilide. Nel 1901 la famiglia si trasferisce a Reims. Il 1914 segna la sua conversione al cattolicesimo e la sua decisione di scrivere e soprattutto sviluppare una “filosofia paradossale”. A causa della guerra, è costretto a lasciare Reims insieme a sua madre abbandonando il padre che muore dopo un anno in solitudine e in povertà. Bataille ne porta per sempre il rimorso. Nel 1916, dopo aver prestato servizio nell’esercito, viene esonerato per problemi respiratori. L’inclinazione a condurre una vita devota lo porta a sognare di diventare un monaco e a prendere parte nel 1917 al seminario che si tiene a Saint Fleur. L’anno successivo inizia gli studi all’Ecole des Chartes a Parigi. Tuttavia nel 1920 rinuncia alla sua vocazione monastica. Nel 1922 ottiene la cattedra alla Scuola di Studi Ispanici avanzati di Madrid. Successivamente il suo tirocinio presso la Biblioteca Nazionale di Parigi gli permette di scoprire Nietzsche e Freud. Nel 1924 diventa bibliotecario ufficiale della Biblioteca Nazionale. Conosce Michel Leiris e Andre Masson, poi, nel 1926, André Breton. Durante questo periodo, collabora con Arethuse, una rivista sull’arte e l’archeologia. Scrive un primo libro che poi distrugge. Nel 1924 pubblica la sua prima opera: “La storia dell’occhio” (“L’Histoire de l’oeil”) con lo pseudonimo di Lord Auch. Continua a dirigere giornali che rivelano il suo interesse per la sociologia, la religione e la letteratura. Nel 1935 insieme a Breton fonda il gruppo antifascista “Contre-Attaque”. Nel 1936 istituisce la società segreta che cura la pubblicazione della rivista “Acephale”. L’anno successivo fonda insieme a Roger Caillois e Michel Leiris una scuola di sociologia mirata allo studio delle manifestazioni del sacro nella società. Nel 1941 pubblica “Madame Edwarda” con lo pseudonimo di Pierre Angelique. Nel 1942, a causa della tubercolosi, deve lasciare la Biblioteca Nazionale e trasferirsi a Vezelay. Nel 1943 pubblica “L’esperienza interiore” (“L’experience intérieure”) e nel 1946 fonda la rivista “Critique”. Dal 1947 le sue pubblicazioni sono più regolari: tra queste ricordiamo: “La parte maledetta” (“La part maudite”) (1949), “L’abate C” (L’abbé C”) (1950). Nel 1951 viene nominato capo bibliotecario alla Biblioteca di Orleans. L’anno successivo gli viene conferita la Legion d’onore. Seguono le pubblicazioni di “Il blu del cielo” (“Le Bleu du ciel”) (1957), “Il processo di Gilles de Rais” (“Le procès de Gilles de Rais”) (1959) e “Le lacrime di Eros” (“Les larmes d’Eros”) (1961). Muore l’8 giugno 1962 a Vezelay. 5 Mosso dal desiderio di trascendere i meandri del pensiero e di andare oltre se stesso, George Bataille, romanziere, saggista e poeta, grazie alle sue opere è tra gli autori più importanti del secolo (Michel Foucault). Sia esso spirituale, politico o letterario, il suo lavoro cerca sempre di rivelare la supremazia della vita e della libertà sulle costrizioni del mondo. Opere scelte: - “Mia madre” (“Ma mère”): la storia di Pierre, iniziato alla perversione da sua madre. Violento, magnifico e scandaloso… - “L’esperienza interiore” (“L’expérience intérieure”): l’esperienza interiore quale unico valore e potere, fusione della vita interiore ed esteriore, della vita sociale e della comunicazione… - “La parte maledetta” (“La part maudite”): pilastro centra le del lavoro di Bataille, esprime la sua visione del mondo, dalla fisica globale all’economia politica, attraverso la sociologia, la storia e la biologia. - “La storia dell’occhio” (“L’Histoire de l’oeil”), Le Mort, Madame Edwarda: tre testi spinti al limite dell’orrore, della gioia e dell’indecenza persi in un silenzio infinito. 6 i personaggi HELENE “Quello che abbiamo fatto, sarebbe folle farlo di nuovo. Ma quando mi sei accanto, non riesco a fare a meno di sognare di farlo ancora…. So che non mi giudichi adesso…Devi rimanermi fedele. Anche se siamo a migliaia di chilometri di distanza, dobbiamo rifiutare insieme il mondo di quelli che aspettano pazientemente la morte per liberarsi dai pregiudizi. Dobbiamo essere orgogliosi, abbastanza da voltare le spalle a tutti loro.” PIERRE “Qualche volta sono abbastanza forte da dire a me stesso che se mi piace così tanto il sedere di Hansi, è perché voglio che dio li maledica. Vedi, ora io associo il piacere con quella gioia remota che ho conosciuto in Dio…ammetto persino che il suo sedere e la gioia in Dio sono entrambi sacri. Infatti, il suo sedere mi fa capire che non ho mai amato veramente Dio. Era l’idea di abbandonare Dio che mi piaceva. Stavo solo recitando del catechismo, questo è quanto.” HANSI “A cosa stavi pensando? Non esiste un piacere colpevole. Smettila… Sono pronta a tutto… Ma sii realista… Cosa sei, veramente, dopo?… Sai persino cosa sei, veramente, dopo?” REA “…Offriamo all’agonia momentanea del tuo desiderio dei funerali un po’ sfavillanti .… E poi, sai… gli ultimi giri di pista, sono i più belli.” 7 intervista con christophe honoré MA MÈRE è la trasposizione di un libro di Georges Bataille. Perché Bataille? Perché è stata una figura importante nel mio cammino di scrittore. Sono cresciuto con le opere di Bataille, con la sua convinzione che la letteratura esiste per dare al mondo qualcosa che altrimenti non avrebbe. Che la letteratura è essenziale per il mondo, che lo scrivere segue il percorso del pensiero. Ed è anche l’espressione del Male. Bataille ha scritto che la semplice forma del Male, di cui la letteratura è un’espressione, “per noi ha un valore sovrano. Ma questa concezione non richiede l’assenza di moralità, bensì richiede una ipermoralità”. Ritrovo questo radicalismo di Bataille negli scrittori moderni come Bret Easton Ellis, Dennis Cooper o Sarah Kane. Questi tre scrittori mi hanno influenzato allo stesso modo di Bataille nella stesura di questa sceneggiatura. E perché fare un film basato sul lavoro di Bataille? Mentre preparavo il mio primo lungometraggio, “17 volte Cecile Cassard”, non volevo essere considerato come uno scrittore che fa un film. È da lì che è originato il mio rifiuto categorico di scrivere una sceneggiatura (troppo) elaborata. Volevo evitare il più possibile le parole, se non altro in termini di struttura o dialoghi. Volevo fare un film basato solamente su luci, attori e musica. La mia determinazione era piuttosto naïf e infantile. Ho finito col capire che ciò che poteva essere interessante nella realizzazione di un mio film era che in realtà avevo un piede nella letteratura e uno nel cinema. Adattare Bataille è stato voler riportare il suo radicalismo nel cinema. Ma perché MA MÈRE piuttosto che un altro testo? L’idea iniziale di “17 volte Cecile Cassard” era il ritratto di una madre, ma non mi sono spinto troppo in là con la relazione madre-figlio. Ben presto mi è tornato in mente il libro di Bataille e ho deciso che lo avrei utilizzato. Ma non con l’idea di farne una trasposizione letterale. Volevo solo prendere la struttura della storia, esattamente come qualcuno che legga ancora i racconti di Sofocle su Antigone. Il testo di Bataille ha un lato mistico. Espone la situazione incestuosa in modo molto secco e con poche scene. Ben presto mi è parso evidente che non volevo assolutamente rappresentare il folklore del 20° secolo su bordelli e belletti. Ho ambientato il romanzo ai giorni d’oggi e ho provato a vedere cosa rimanesse del lato trasgressivo della storia. MA MÈRE è un libro incompiuto uscito negli Anni Sessanta, dopo la morte di Bataille. Da allora, siamo passati attraverso la rivoluzione sessuale e tutte quelle cose che hanno cambiato la relazione tra moralità e fisicità. Cosa dire dell’idea di ambientare la storia alle Isole Canarie, teatro del turismo industriale? Mi è sembrata una location dov’è facile riconoscere i cambiamenti emblematici sulla relazione tra fisicità e sessualità nella società occidentale. Le Isole Canarie 8 sono il teatro del turismo industriale che assume proporzioni spaventose, con tutti quei gruppi turistici organizzati di Tedeschi e Inglesi. Vanno tutti là per una settimana a consumare sole, alcool e sesso. Impazziscono per pochi giorni e poi tornano alla “vita normale”. Volevo vedere come i personaggi di Bataille avrebbero reagito a questo sfondo di turismo industriale. Potevano somigliare a quei turisti, asserviti ad alcool e sesso. Ma in effetti, sono l’opposto di quel consumo di piacere e libertinaggio che alla fine è ragionevole e contenuto. Nei lavori di Bataille la ragione, di solito, è qualcosa da cui fuggire. I turisti hanno paura che i loro corpi invecchino. Ma nei lavori di Bataille i personaggi tentano di trascendere la loro mortalità attraverso il sesso… Sì, l’aspetto fisico non è un loro problema. Non stanno semplicemente aspettando di morire. Nei testi di Bataille, la morte è spesso un segno di liberazione e quasi un compimento. Ma i personaggi non sono comunque passivi nel vis-à-vis con la morte, con l’attesa e con la paura. È quello che, a un certo momento, la madre dice al figlio: “Giurami che continuerai a voltare la schiena a coloro che aspettano pazientemente che la morte li illumini”. In MA MÈRE , ed in altri testi di Bataille, la descrizione dei corpi è riportata in termini di bellezza ed orrore, desideri o, ostinazione a vivere. Combattono la morte, decidono loro il momento della battaglia. C’era questo desiderio – nei corpi dei personaggi – di resistere più di quelli dei turisti, di non voler essere intrappolati nella paura di invecchiare né nell’acclamazione di una giovinezza trionfante. Sono come sono, hanno una certa libertà. Ma non volevo nemmeno stigmatizzare i turisti, sparare a zero su di loro per le loro pance tonde, per i loro corpi informi stesi sulla sabbia. Però in effetti volevo enfatizzare il loro torpore in opposizione all’acume ed all’energia dei personaggi principali. Nel libro di Bataille, tutto ciò che delinea i personaggi è legato alla loro vita sessuale. Com’è riuscito a dar vita a tali figure sullo schermo? Era necessario dare vita alla storia e, contemporaneamente, non perdere le metafore di Bataille, dove la storia segue dei sentieri che non hanno esattamente una logica naturalistica o psicologica. La storia ha degli spunti realistici, in particolare durante la scena in cui Pierre (Louis Garrel) rincontra i suoi genitori. Ma poco a poco, diventa molto mentale. Volevo davvero che le scene scivolassero via dalla realtà dei personaggi. Quando Helene si trova dapprima tra le dune, e immediatamente dopo vestita e truccata di tutto punto, non c’è concezione di tempo reale. Questa forma di liberazione dalla corporeità era il prezzo da pagare per il successo del film. Da cui alcuni principi di regia: comporre in maniera alquanto caotica, imprevedibile, soprattutto non superficiale, ordinaria, ma dispersiva, sincopata… niente riprese con camera car, ma molte panoramiche e zoom, elementi molto veloci e frazionati, inquadrature d’ambientazione, primi piani… Volevo una grammatica primitiva per girare questo film, come fosse il disegno di un bambino. Soprattutto non volevo nessun bel movimento per bel cinema. Sarebbe stato molto pericoloso fare di questa storia una bellissima scatolina porta gioielli. Volevo solo essere più vicino alla gente, senza orpelli. Sempre con una riflessione. Volevo appendere uno specchio rotto dalla finzione. 9 Com’è riuscito a conciliare la necessità di incastrare i personaggi nella realtà concreta? In realtà non volevo che il film avesse un lato erotico-chic o concentrarmi su una classe privilegiata che avesse solo problemi sessuali. L’idea di sradicare i personaggi era un modo per non aver bisogno di dire troppo su di loro così che potessero risaltare nella giusta misura. Fondamentalmente, è il loro ambiente che li fa esistere. Abbiamo lavorato anche molto con gli attori per far sì che i loro personaggi non fossero delle semplici icone. È stato diverso per ogni personaggio. Helene, la madre (Isabelle Huppert) è l’unica i cui dialoghi risuonano del linguaggio di Bataille. Questa cosa crea una sorta di altrove temporale, una distanza che ho trovato molto interessante essendo Helene un personaggio che ha una sorta di seconda vista su ciò che sta per accadere. Gli altri sono su un registro decisamente più ordinario. Nel libro di Bataille, Hansi (Emma de Caunes) è una ricca ereditiera che vive in una fattoria con una cameriera. Questo espediente letterario non avrebbe funzionato al cinema, avremmo rischiato di scadere in una caricatura. È da qui che è nata l’idea di farle dirigere un hotel con Loulou, senza specificare cosa facciano realmente. Nel libro di Bataille, Loulou è una donna. Perché nel film è un uomo? Di nuovo, era una figura ereditata dalla letteratura erotica. Loulou è una cameriera derisa dalla sua padrona. Pensavo che fosse eccitante trasformarla in un ragazzo, rompere la struttura geometrica di Bataille (un solo uomo circondato da donne). Loulou è una sorta di spalla per Pierre, che non è più l’unico uomo a vivere una sessualità messa in pericolo ma allo stesso tempo risvegliata dalla vita. Per il personaggio di Loulou, mi sono ispirato alla scrittura di Bret Easton Ellis e Dennis Cooper. È un adolescente la cui assoluta passività è una virtù, una minaccia per se stesso e per le persone che lo circondano. Al contrario di Pierre, che è totalmente alla mercé delle pulsioni di sua madre e di Rea. Pierre resiste, non si arrende senza lottare. È un personaggio in crescita. Martha (Dominique Remond) e Robert (Olivier Rabourdin)? Li ha creati lei? Nel libro sono menzionati una volta. Era interessante farli interagire in contrapposizione ad Helene. Questi domestici rappresentano una forte posizione morale. Sono dalla parte della ragione e dell’ordine. Sono un ostacolo alle fantasie sessuali. Pierre ha bisogno di affrancarsi per poter vivere appieno il suo abbandono ai sensi. “La perversione non esiste”, dice Hansi a un certo punto. Questa frase potrebbe riepilogare la sua opera di regista in questo film. Lo spettatore non si trova mai in una posizione di voyeurismo. Lui – o lei – vive la scena dal di dentro. Il vero pericolo avrebbe potuto essere pensare che tutta quella gente stesse facendo delle cose perverse e maledette e guardarle con un filo di eccitazione o di paura. Personalmente, non ho veramente separato la perversione dal ‘bene’. Mi rifiuto di giudicare i personaggi. Ma spero che attraverso la mia direzione e il mio modo di presentare la storia sia stata ben delineata la “ipermoralità” di cui parlava 10 Bataille. Nel senso di una moralità non asservita a quella che governa la nostra società. Mi piacerebbe che la gente, alla fine del film, dicesse che questi personaggi non sono né mostruosi né più perversi di noi stessi, ma che sono semplicemente più liberi, più vivi. Che hanno raggiunto un loro scopo, mentre noi siamo ancora prigionieri della ragione. Il romanzo è raccontato dal figlio e volevo mantenere l’innocenza del suo punto di vista. Dico innocenza nel senso che il suo è lo sguardo dell’amore, pertanto non aperto all’attacco. È nell’acutezza del suo sguardo che Bataille è trasgressivo, al di là di tutti gli episodi sessuali che sono stati eliminati e non sarebbero stati interessanti da mostrare. Non stavo cercando di farne uno sfoggio esasperato. Non mi sono detto che stavo riprendendo dei corpi nudi come non sono mai stati rappresentati al cinema. La sceneggiatura era stata mal interpretata. Descriveva scene di sesso in maniera molto esplicita. Ma non perché pensavo di concentrarmi sui dettagli osceni. No. Volevo semplicemente che il lettore capisse bene cosa fanno i personaggi in termini di gestualità. Il vero problema del libro di Bataille è che asserisce che loro fanno “le peggiori cose che possano essere fatte”. Solo che non dice cosa fanno! Se ne trae la sensazione che giochi continuamente con delle metafore. Ma, nel cinema, cosa significa “le cose peggiori che possano essere fatte”? Dipende dalla sessualità di ognuno di noi, da cosa una persona reputa accettabile o no. Ho realizzato ben presto che è un terreno scivoloso, e non molto interessante. Da qui la necessità di far sì che le scene di sesso parlassero di qualcosa di molto specifico. Non semplicemente limitate all’atto dell’accoppiamento. Penso che ogni scena di sesso sia ben definita e racconti molte cose dei personaggi e delle loro relazioni. “Le peggiori cose” camminano lungo il sentiero narrativo di ciò che il pubblico può immaginare. La libertà dei corpi, secondo Bataille, viene in parte dal fatto che non si interessano della seduzione o dell’apparenza… Sì, questi personaggi non chiedono di essere guardati dagli altri. Questa è libertà per un attore. Perché a dispetto di tutto, una delle definizioni di attore è di chiedere agli altri di guardarlo. Ma in questo film non potevano recitare in quella maniera. Non c’è seduzione in gioco nel film. Solo prendere cosa c’è da prendere nell’immediatezza delle relazioni. La madre annuncia il personaggio di Rea e il personaggio di Rea arriva. Immediatamente, sono in un taxi che si baciano. La stessa cosa con Hansi. Non c’è mai una linea di incontro o di seduzione, quel “ti voglio, non ti voglio”. La canzone “Happy Together” accompagna la morte della madre… Questo contrappunto musicale suona come uno scherzo di Bataille, una risata pura e blasfema. Sì, è l’equivalente della “infinita gioiosa risata, quella che sta lentamente scomparendo”. Per me, l’energia liberata alla fine è il vero Bataille. La morte della madre non è una fine, ma un’evoluzione. E questa energia, questa risata folle, accompagna la scena dell’obitorio, che è una sorta di scena primitiva in tutti i testi di Bataille, “erotismo come approvazione della vi ta fino alla morte”. È il disordine 11 della vita che affronta questa forza, che la persona che muore da a chi rimane. È una forza che passa attraverso il sesso e il desiderio… Il film si interrompe bruscamente, come il libro incompiuto di Bataille… Generalmente Bataille ha lavorato molto sull’incompiuto, per impedire che le sue idee rimanessero “scolpite nella pietra”. Volevo riscoprire questo sentimento. Se le riprese indugiassero su Pierre, non faremmo altro che giudicare: “Guarda come si sente colpevole!”. Ma se sorprendiamo lo spettatore in quel modo, con uno schermo bianco, non rimane un punto di vista moralistico, ma solo una “esperienza intima” da condividere. regie 2004 2002 MA MERE 17 FOIS CECILE CASSARD sceneggiature 2004 2002 1999 LE CLAN NOVO LES FILLES NE SAVENT PAS NAGER Gaël Morel Pierre Limosin Anne–Sophie Birot televisione 2001 TOUT CONTRE teatro 2004 2001 1998 BEAUTIFUL GUYS LE PIRE DU TROUPEAU LES DEBUTANTES Editions de l’olivier Editions de l’olivier Ecole des Loisirs SCARBOROUGH LA DOUCEUR L’INFAMILLE Editions de l’olivier Editions de l’olivier Editions de l’olivier racconti 2002 1999 1997 libri per ragazzi TOUT CONTRE LEO UNE TOUTE PETITE HISTOIRE D’AMOUR C’EST PLUS FORT QUE MOI MON CŒUR BOULEVERSE JE JOUE TRES BIEN TOUT SEUL L’AFFAIRE PETIT MARCEL LES NUITS OU PERSONNE NE DORT ZERO DE LECTURE JE NE SUIS PAS UNE FILLE A PAPA BRETONNERIES 12 isabelle huppert cinema 2004 2002 2001 2000 1999 1998 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 1987 1986 1985 1984 1983 1982 1981 1981 13 MA MERE I LOVE HUCKABEE’S LE TEMPS DES LOUPS DEUX LA VIE PROMISE 8 FEMMES LA PIANISTE MERCI POUR LE CHOCOLAT SAINT CYR LA VIE MODERNE PAS DE SCANDALE LES DESTINEES SENTIMENTALES LA COMEDIE DE L’INNOCENCE L’ ECOLE DE LA CHAIR LA FAUSSE SUIVANTE LES PALMES DE MONSIEUR SCHUTZ RIEN NE VA PLUS LA CERIMONIE LES AFFINITES ELECTIVES LA SEPARATION AMATEUR L’INONDATION APRES L’AMOUR MALINA MADAME BOVARY LA VENGEANCE D’UNE FEMME UNE AFFAIRE DE FEMMES LES POSSEDES MILAN NOIR MIGRATIONS THE BEDROOM WINDOW CACTUS SIGNE CHARLOTTE SAC DE NŒUDS LE FEMME DE MON POTE LA GARCE LA TRUITE COUP DE FOUDRE LA STORIA DI PIERA PASSION COUP DE TORCHON Christophe Honoré David O. 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