ISABELLE HUPPERT LOUIS GARREL EMMA DE CAUNES

Transcript

ISABELLE HUPPERT LOUIS GARREL EMMA DE CAUNES
PAULO BRANCO E BERNARD HENRI LEVY
presentano
ISABELLE H UPPERT
LOUIS GARREL
EMMA D E CAUNES
ma
mère
un film di CHRISTOPHE HONORÉ
dal romanzo di GEORGES BATAILLE
distribuzione
uscita 25 giugno
Taormina Bnl FilmFest 50 – Selezione ufficiale
ufficio stampa
Studio PUNTOeVIRGOLA
IIF
cast tecnico
R EGIA
BASATO SU UN ROMANZO DI
D IRETTORE DELLA FOTOGRAFIA
S UONO
MONTAGGIO
CASTING
SCENOGRAFIA
COSTUMI
TRUCCO
PRODOTTO DA
C O-PRODUZIONE
D ISTRIBUZIONE ITALIANA
U FFICIO STAMPA
Christophe Honoré
Georges Bataille
Hélene Louvart
Jean–Claude Brisson
Chantal Hymans
Richard Rousseau
Laurent Allaire
Pierre Canitrot
Delphine Jaffar
Paulo Branco per Gemini Filmes
Madragoa Filmes
IIF
Studio PUNTOeVIRGOLA
Olivia Alighiero e Flavia Schiavi
tel. 06.39388909
[email protected]
DURATA
110 min
cast artistico
H ELENE
P IERRE
H ANSI
REA
LOULOU
MARHE
ROBERT
T HE FATHER
2
Isabelle Huppert
Louis Garrel
Emma de Caunes
Joana Preiss
Jean-Baptiste Montagut
Dominique Reymond
Olivier Rabourdin
Philippe Duclos
sinossi
Il 17enne Pierre è votato a un amore cieco nei confronti di sua madre,
che non sa come affrontare ciò che suo figlio proietta su di lei.
Rifiutando di essere amata per ciò che non è, decide di svelare il
mistero e di mostrare la sua vera natura, quella di una donna per cui
l’immoralità è diventata una droga.
Pierre le chiede di essere iniziato alla dissolutezza e di andare oltre in
tutte le maniere, in un gioco sempre più pericoloso.
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“appena esamina l’erotismo,
lo spirito umano si trova nella sua difficoltà fondamentale.
L’erotismo, in un certo senso, è risibile…
L’allusione erotica ha sempre il potere di risvegliare l’ironia.
Anche parlando delle lacrime di Eros, lo so, posso suscitare ilarità…
Eros non è meno tragico. Cosa sto dicendo? Eros è il dio tragico per antonomasia.
Si sa che l’Eros degli anziani poteva avere un aspetto puerile: aveva l’aspetto di un
giovane bambino.
Ma l’amore non è, alla fine, tanto più angosciante che suscita ilarità?
Alla base dell’erotismo c’è l’attività sessuale. Oppure questa attività decade sotto il
colpo di un divieto.
E’ inconcepibile! E’ proibito fare l’amore! A meno che non lo si faccia in segreto.
Ma se lo facciamo in segreto, il divieto cambia forma, illumina ciò che vieta di una
luce allo stesso tempo sinistra e divina: in una parola, di un bagliore religioso.
Il proibito dà valore a ciò che colpisce. Spesso, nel momento stesso in cui colgo
l’intenzione di rimuovere, mi domando se, al contrario, non sia stato subdolamente
provocato!
Il proibito dà a ciò che colpisce, un senso che, in sé, l’azione proibita non aveva. Il
proibito induce alla trasgressione, senza la quale l’azione non avrebbe avuto il
cattivo bagliore che seduce…È la trasgressione che strega…
Ma questo bagliore non è solamente quello che sprigiona l’erotismo. Illumina la vita
religiosa ogni volta che subentra la violenza, quello che gioca nel momento in cui
appare la morte – e finisce la vita della vittima.
Sacro!…
Dapprima, le sillabe di questa parola sono cariche di angoscia, il loro peso è quello
della morte nel sacrificio…
Tutta la nostra vita è piena di morte…
Ma la morte definitiva ha in me il senso di una strana vittoria. Essa mi immerge nel
suo bagliore, apre in me un sorriso infinitamente gioioso: quello della scomparsa.”
GEORGES BATAILLE, LES LARMES D’EROS
1961, Jean-Jacques Pauvert
4
georges bataille
Georges Bataille nasce il 10 settembre 1897 a Billon nella regione Puy de Dôme
situata nel centro della Francia. Suo padre diventa cieco a causa della sifilide.
Nel 1901 la famiglia si trasferisce a Reims.
Il 1914 segna la sua conversione al cattolicesimo e la sua decisione di scrivere e
soprattutto sviluppare una “filosofia paradossale”.
A causa della guerra, è costretto a lasciare Reims insieme a sua madre
abbandonando il padre che muore dopo un anno in solitudine e in povertà.
Bataille ne porta per sempre il rimorso.
Nel 1916, dopo aver prestato servizio nell’esercito, viene esonerato per problemi
respiratori.
L’inclinazione a condurre una vita devota lo porta a sognare di diventare un
monaco e a prendere parte nel 1917 al seminario che si tiene a Saint Fleur. L’anno
successivo inizia gli studi all’Ecole des Chartes a Parigi. Tuttavia nel 1920 rinuncia
alla sua vocazione monastica.
Nel 1922 ottiene la cattedra alla Scuola di Studi Ispanici avanzati di Madrid.
Successivamente il suo tirocinio presso la Biblioteca Nazionale di Parigi gli
permette di scoprire Nietzsche e Freud.
Nel 1924 diventa bibliotecario ufficiale della Biblioteca Nazionale. Conosce Michel
Leiris e Andre Masson, poi, nel 1926, André Breton. Durante questo periodo,
collabora con Arethuse, una rivista sull’arte e l’archeologia. Scrive un primo libro
che poi distrugge.
Nel 1924 pubblica la sua prima opera: “La storia dell’occhio” (“L’Histoire de l’oeil”)
con lo pseudonimo di Lord Auch. Continua a dirigere giornali che rivelano il suo
interesse per la sociologia, la religione e la letteratura. Nel 1935 insieme a Breton
fonda il gruppo antifascista “Contre-Attaque”. Nel 1936 istituisce la società segreta
che cura la pubblicazione della rivista “Acephale”. L’anno successivo fonda
insieme a Roger Caillois e Michel Leiris una scuola di sociologia mirata allo studio
delle manifestazioni del sacro nella società.
Nel 1941 pubblica “Madame Edwarda” con lo pseudonimo di Pierre Angelique.
Nel 1942, a causa della tubercolosi, deve lasciare la Biblioteca Nazionale e
trasferirsi a Vezelay.
Nel 1943 pubblica “L’esperienza interiore” (“L’experience intérieure”) e nel 1946
fonda la rivista “Critique”. Dal 1947 le sue pubblicazioni sono più regolari: tra
queste ricordiamo: “La parte maledetta” (“La part maudite”) (1949), “L’abate C”
(L’abbé C”) (1950).
Nel 1951 viene nominato capo bibliotecario alla Biblioteca di Orleans. L’anno
successivo gli viene conferita la Legion d’onore. Seguono le pubblicazioni di “Il blu
del cielo” (“Le Bleu du ciel”) (1957), “Il processo di Gilles de Rais” (“Le procès de
Gilles de Rais”) (1959) e “Le lacrime di Eros” (“Les larmes d’Eros”) (1961).
Muore l’8 giugno 1962 a Vezelay.
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Mosso dal desiderio di trascendere i meandri del pensiero e di andare oltre se
stesso, George Bataille, romanziere, saggista e poeta, grazie alle sue opere è tra
gli autori più importanti del secolo (Michel Foucault). Sia esso spirituale, politico o
letterario, il suo lavoro cerca sempre di rivelare la supremazia della vita e della
libertà sulle costrizioni del mondo.
Opere scelte:
- “Mia madre” (“Ma mère”): la storia di Pierre, iniziato alla perversione da sua
madre. Violento, magnifico e scandaloso…
- “L’esperienza interiore” (“L’expérience intérieure”): l’esperienza interiore quale
unico valore e potere, fusione della vita interiore ed esteriore, della vita sociale
e della comunicazione…
- “La parte maledetta” (“La part maudite”): pilastro centra le del lavoro di Bataille,
esprime la sua visione del mondo, dalla fisica globale all’economia politica,
attraverso la sociologia, la storia e la biologia.
- “La storia dell’occhio” (“L’Histoire de l’oeil”), Le Mort, Madame Edwarda: tre
testi spinti al limite dell’orrore, della gioia e dell’indecenza persi in un silenzio
infinito.
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i personaggi
HELENE
“Quello che abbiamo fatto, sarebbe folle farlo di nuovo. Ma quando mi sei accanto,
non riesco a fare a meno di sognare di farlo ancora….
So che non mi giudichi adesso…Devi rimanermi fedele. Anche se siamo a migliaia
di chilometri di distanza, dobbiamo rifiutare insieme il mondo di quelli che
aspettano pazientemente la morte per liberarsi dai pregiudizi.
Dobbiamo essere orgogliosi, abbastanza da voltare le spalle a tutti loro.”
PIERRE
“Qualche volta sono abbastanza forte da dire a me stesso che se mi piace così
tanto il sedere di Hansi, è perché voglio che dio li maledica. Vedi, ora io associo il
piacere con quella gioia remota che ho conosciuto in Dio…ammetto persino che il
suo sedere e la gioia in Dio sono entrambi sacri. Infatti, il suo sedere mi fa capire
che non ho mai amato veramente Dio. Era l’idea di abbandonare Dio che mi
piaceva. Stavo solo recitando del catechismo, questo è quanto.”
HANSI
“A cosa stavi pensando? Non esiste un piacere colpevole. Smettila… Sono pronta
a tutto… Ma sii realista… Cosa sei, veramente, dopo?… Sai persino cosa sei,
veramente, dopo?”
REA
“…Offriamo all’agonia momentanea del tuo desiderio dei funerali un po’
sfavillanti .… E poi, sai… gli ultimi giri di pista, sono i più belli.”
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intervista con christophe honoré
MA MÈRE è la trasposizione di un libro di Georges Bataille. Perché Bataille?
Perché è stata una figura importante nel mio cammino di scrittore. Sono cresciuto
con le opere di Bataille, con la sua convinzione che la letteratura esiste per dare al
mondo qualcosa che altrimenti non avrebbe. Che la letteratura è essenziale per il
mondo, che lo scrivere segue il percorso del pensiero. Ed è anche l’espressione
del Male. Bataille ha scritto che la semplice forma del Male, di cui la letteratura è
un’espressione, “per noi ha un valore sovrano. Ma questa concezione non richiede
l’assenza di moralità, bensì richiede una ipermoralità”. Ritrovo questo radicalismo
di Bataille negli scrittori moderni come Bret Easton Ellis, Dennis Cooper o Sarah
Kane. Questi tre scrittori mi hanno influenzato allo stesso modo di Bataille nella
stesura di questa sceneggiatura.
E perché fare un film basato sul lavoro di Bataille?
Mentre preparavo il mio primo lungometraggio, “17 volte Cecile Cassard”, non
volevo essere considerato come uno scrittore che fa un film. È da lì che è originato
il mio rifiuto categorico di scrivere una sceneggiatura (troppo) elaborata. Volevo
evitare il più possibile le parole, se non altro in termini di struttura o dialoghi.
Volevo fare un film basato solamente su luci, attori e musica. La mia
determinazione era piuttosto naïf e infantile. Ho finito col capire che ciò che poteva
essere interessante nella realizzazione di un mio film era che in realtà avevo un
piede nella letteratura e uno nel cinema. Adattare Bataille è stato voler riportare il
suo radicalismo nel cinema.
Ma perché MA MÈRE piuttosto che un altro testo?
L’idea iniziale di “17 volte Cecile Cassard” era il ritratto di una madre, ma non mi
sono spinto troppo in là con la relazione madre-figlio. Ben presto mi è tornato in
mente il libro di Bataille e ho deciso che lo avrei utilizzato. Ma non con l’idea di
farne una trasposizione letterale. Volevo solo prendere la struttura della storia,
esattamente come qualcuno che legga ancora i racconti di Sofocle su Antigone. Il
testo di Bataille ha un lato mistico. Espone la situazione incestuosa in modo molto
secco e con poche scene. Ben presto mi è parso evidente che non volevo
assolutamente rappresentare il folklore del 20° secolo su bordelli e belletti. Ho
ambientato il romanzo ai giorni d’oggi e ho provato a vedere cosa rimanesse del
lato trasgressivo della storia. MA MÈRE è un libro incompiuto uscito negli Anni
Sessanta, dopo la morte di Bataille. Da allora, siamo passati attraverso la
rivoluzione sessuale e tutte quelle cose che hanno cambiato la relazione tra
moralità e fisicità.
Cosa dire dell’idea di ambientare la storia alle Isole Canarie, teatro del
turismo industriale?
Mi è sembrata una location dov’è facile riconoscere i cambiamenti emblematici
sulla relazione tra fisicità e sessualità nella società occidentale. Le Isole Canarie
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sono il teatro del turismo industriale che assume proporzioni spaventose, con tutti
quei gruppi turistici organizzati di Tedeschi e Inglesi. Vanno tutti là per una
settimana a consumare sole, alcool e sesso. Impazziscono per pochi giorni e poi
tornano alla “vita normale”. Volevo vedere come i personaggi di Bataille avrebbero
reagito a questo sfondo di turismo industriale. Potevano somigliare a quei turisti,
asserviti ad alcool e sesso. Ma in effetti, sono l’opposto di quel consumo di piacere
e libertinaggio che alla fine è ragionevole e contenuto. Nei lavori di Bataille la
ragione, di solito, è qualcosa da cui fuggire.
I turisti hanno paura che i loro corpi invecchino. Ma nei lavori di Bataille i
personaggi tentano di trascendere la loro mortalità attraverso il sesso…
Sì, l’aspetto fisico non è un loro problema. Non stanno semplicemente aspettando
di morire. Nei testi di Bataille, la morte è spesso un segno di liberazione e quasi un
compimento. Ma i personaggi non sono comunque passivi nel vis-à-vis con la
morte, con l’attesa e con la paura. È quello che, a un certo momento, la madre
dice al figlio: “Giurami che continuerai a voltare la schiena a coloro che aspettano
pazientemente che la morte li illumini”. In MA MÈRE , ed in altri testi di Bataille, la
descrizione dei corpi è riportata in termini di bellezza ed orrore, desideri o,
ostinazione a vivere. Combattono la morte, decidono loro il momento della
battaglia. C’era questo desiderio – nei corpi dei personaggi – di resistere più di
quelli dei turisti, di non voler essere intrappolati nella paura di invecchiare né
nell’acclamazione di una giovinezza trionfante. Sono come sono, hanno una certa
libertà. Ma non volevo nemmeno stigmatizzare i turisti, sparare a zero su di loro
per le loro pance tonde, per i loro corpi informi stesi sulla sabbia. Però in effetti
volevo enfatizzare il loro torpore in opposizione all’acume ed all’energia dei
personaggi principali.
Nel libro di Bataille, tutto ciò che delinea i personaggi è legato alla loro vita
sessuale. Com’è riuscito a dar vita a tali figure sullo schermo?
Era necessario dare vita alla storia e, contemporaneamente, non perdere le
metafore di Bataille, dove la storia segue dei sentieri che non hanno esattamente
una logica naturalistica o psicologica. La storia ha degli spunti realistici, in
particolare durante la scena in cui Pierre (Louis Garrel) rincontra i suoi genitori. Ma
poco a poco, diventa molto mentale. Volevo davvero che le scene scivolassero via
dalla realtà dei personaggi. Quando Helene si trova dapprima tra le dune, e
immediatamente dopo vestita e truccata di tutto punto, non c’è concezione di
tempo reale. Questa forma di liberazione dalla corporeità era il prezzo da pagare
per il successo del film. Da cui alcuni principi di regia: comporre in maniera
alquanto caotica, imprevedibile, soprattutto non superficiale, ordinaria, ma
dispersiva, sincopata… niente riprese con camera car, ma molte panoramiche e
zoom, elementi molto veloci e frazionati, inquadrature d’ambientazione, primi
piani… Volevo una grammatica primitiva per girare questo film, come fosse il
disegno di un bambino. Soprattutto non volevo nessun bel movimento per bel
cinema. Sarebbe stato molto pericoloso fare di questa storia una bellissima
scatolina porta gioielli. Volevo solo essere più vicino alla gente, senza orpelli.
Sempre con una riflessione. Volevo appendere uno specchio rotto dalla finzione.
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Com’è riuscito a conciliare la necessità di incastrare i personaggi nella realtà
concreta?
In realtà non volevo che il film avesse un lato erotico-chic o concentrarmi su una
classe privilegiata che avesse solo problemi sessuali. L’idea di sradicare i
personaggi era un modo per non aver bisogno di dire troppo su di loro così che
potessero risaltare nella giusta misura. Fondamentalmente, è il loro ambiente che li
fa esistere. Abbiamo lavorato anche molto con gli attori per far sì che i loro
personaggi non fossero delle semplici icone. È stato diverso per ogni personaggio.
Helene, la madre (Isabelle Huppert) è l’unica i cui dialoghi risuonano del linguaggio
di Bataille. Questa cosa crea una sorta di altrove temporale, una distanza che ho
trovato molto interessante essendo Helene un personaggio che ha una sorta di
seconda vista su ciò che sta per accadere. Gli altri sono su un registro
decisamente più ordinario. Nel libro di Bataille, Hansi (Emma de Caunes) è una
ricca ereditiera che vive in una fattoria con una cameriera. Questo espediente
letterario non avrebbe funzionato al cinema, avremmo rischiato di scadere in una
caricatura. È da qui che è nata l’idea di farle dirigere un hotel con Loulou, senza
specificare cosa facciano realmente.
Nel libro di Bataille, Loulou è una donna. Perché nel film è un uomo?
Di nuovo, era una figura ereditata dalla letteratura erotica. Loulou è una cameriera
derisa dalla sua padrona. Pensavo che fosse eccitante trasformarla in un ragazzo,
rompere la struttura geometrica di Bataille (un solo uomo circondato da donne).
Loulou è una sorta di spalla per Pierre, che non è più l’unico uomo a vivere una
sessualità messa in pericolo ma allo stesso tempo risvegliata dalla vita. Per il
personaggio di Loulou, mi sono ispirato alla scrittura di Bret Easton Ellis e Dennis
Cooper.
È un adolescente la cui assoluta passività è una virtù, una minaccia per se stesso
e per le persone che lo circondano. Al contrario di Pierre, che è totalmente alla
mercé delle pulsioni di sua madre e di Rea. Pierre resiste, non si arrende senza
lottare. È un personaggio in crescita.
Martha (Dominique Remond) e Robert (Olivier Rabourdin)? Li ha creati lei?
Nel libro sono menzionati una volta. Era interessante farli interagire in
contrapposizione ad Helene. Questi domestici rappresentano una forte posizione
morale. Sono dalla parte della ragione e dell’ordine. Sono un ostacolo alle fantasie
sessuali. Pierre ha bisogno di affrancarsi per poter vivere appieno il suo
abbandono ai sensi.
“La perversione non esiste”, dice Hansi a un certo punto. Questa frase
potrebbe riepilogare la sua opera di regista in questo film. Lo spettatore non
si trova mai in una posizione di voyeurismo. Lui – o lei – vive la scena dal di
dentro.
Il vero pericolo avrebbe potuto essere pensare che tutta quella gente stesse
facendo delle cose perverse e maledette e guardarle con un filo di eccitazione o di
paura. Personalmente, non ho veramente separato la perversione dal ‘bene’. Mi
rifiuto di giudicare i personaggi. Ma spero che attraverso la mia direzione e il mio
modo di presentare la storia sia stata ben delineata la “ipermoralità” di cui parlava
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Bataille. Nel senso di una moralità non asservita a quella che governa la nostra
società.
Mi piacerebbe che la gente, alla fine del film, dicesse che questi personaggi non
sono né mostruosi né più perversi di noi stessi, ma che sono semplicemente più
liberi, più vivi. Che hanno raggiunto un loro scopo, mentre noi siamo ancora
prigionieri della ragione. Il romanzo è raccontato dal figlio e volevo mantenere
l’innocenza del suo punto di vista. Dico innocenza nel senso che il suo è lo
sguardo dell’amore, pertanto non aperto all’attacco. È nell’acutezza del suo
sguardo che Bataille è trasgressivo, al di là di tutti gli episodi sessuali che sono
stati eliminati e non sarebbero stati interessanti da mostrare. Non stavo cercando
di farne uno sfoggio esasperato. Non mi sono detto che stavo riprendendo dei
corpi nudi come non sono mai stati rappresentati al cinema. La sceneggiatura era
stata mal interpretata. Descriveva scene di sesso in maniera molto esplicita. Ma
non perché pensavo di concentrarmi sui dettagli osceni. No. Volevo
semplicemente che il lettore capisse bene cosa fanno i personaggi in termini di
gestualità. Il vero problema del libro di Bataille è che asserisce che loro fanno “le
peggiori cose che possano essere fatte”. Solo che non dice cosa fanno! Se ne trae
la sensazione che giochi continuamente con delle metafore. Ma, nel cinema, cosa
significa “le cose peggiori che possano essere fatte”? Dipende dalla sessualità di
ognuno di noi, da cosa una persona reputa accettabile o no. Ho realizzato ben
presto che è un terreno scivoloso, e non molto interessante. Da qui la necessità di
far sì che le scene di sesso parlassero di qualcosa di molto specifico. Non
semplicemente limitate all’atto dell’accoppiamento. Penso che ogni scena di sesso
sia ben definita e racconti molte cose dei personaggi e delle loro relazioni. “Le
peggiori cose” camminano lungo il sentiero narrativo di ciò che il pubblico può
immaginare.
La libertà dei corpi, secondo Bataille, viene in parte dal fatto che non si
interessano della seduzione o dell’apparenza…
Sì, questi personaggi non chiedono di essere guardati dagli altri. Questa è libertà
per un attore. Perché a dispetto di tutto, una delle definizioni di attore è di chiedere
agli altri di guardarlo. Ma in questo film non potevano recitare in quella maniera.
Non c’è seduzione in gioco nel film. Solo prendere cosa c’è da prendere
nell’immediatezza delle relazioni. La madre annuncia il personaggio di Rea e il
personaggio di Rea arriva. Immediatamente, sono in un taxi che si baciano. La
stessa cosa con Hansi. Non c’è mai una linea di incontro o di seduzione, quel “ti
voglio, non ti voglio”.
La canzone “Happy Together” accompagna la morte della madre… Questo
contrappunto musicale suona come uno scherzo di Bataille, una risata pura
e blasfema.
Sì, è l’equivalente della “infinita gioiosa risata, quella che sta lentamente
scomparendo”. Per me, l’energia liberata alla fine è il vero Bataille. La morte della
madre non è una fine, ma un’evoluzione. E questa energia, questa risata folle,
accompagna la scena dell’obitorio, che è una sorta di scena primitiva in tutti i testi
di Bataille, “erotismo come approvazione della vi ta fino alla morte”. È il disordine
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della vita che affronta questa forza, che la persona che muore da a chi rimane. È
una forza che passa attraverso il sesso e il desiderio…
Il film si interrompe bruscamente, come il libro incompiuto di Bataille…
Generalmente Bataille ha lavorato molto sull’incompiuto, per impedire che le sue
idee rimanessero “scolpite nella pietra”. Volevo riscoprire questo sentimento. Se le
riprese indugiassero su Pierre, non faremmo altro che giudicare: “Guarda come si
sente colpevole!”. Ma se sorprendiamo lo spettatore in quel modo, con uno
schermo bianco, non rimane un punto di vista moralistico, ma solo una “esperienza
intima” da condividere.
regie
2004
2002
MA MERE
17 FOIS CECILE CASSARD
sceneggiature
2004
2002
1999
LE CLAN
NOVO
LES FILLES NE SAVENT PAS NAGER
Gaël Morel
Pierre Limosin
Anne–Sophie Birot
televisione
2001
TOUT CONTRE
teatro
2004
2001
1998
BEAUTIFUL GUYS
LE PIRE DU TROUPEAU
LES DEBUTANTES
Editions de l’olivier
Editions de l’olivier
Ecole des Loisirs
SCARBOROUGH
LA DOUCEUR
L’INFAMILLE
Editions de l’olivier
Editions de l’olivier
Editions de l’olivier
racconti
2002
1999
1997
libri per ragazzi
TOUT CONTRE LEO
UNE TOUTE PETITE HISTOIRE D’AMOUR
C’EST PLUS FORT QUE MOI
MON CŒUR BOULEVERSE
JE JOUE TRES BIEN TOUT SEUL
L’AFFAIRE PETIT MARCEL
LES NUITS OU PERSONNE NE DORT
ZERO DE LECTURE
JE NE SUIS PAS UNE FILLE A PAPA
BRETONNERIES
12
isabelle huppert
cinema
2004
2002
2001
2000
1999
1998
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
1987
1986
1985
1984
1983
1982
1981
1981
13
MA MERE
I LOVE HUCKABEE’S
LE TEMPS DES LOUPS
DEUX
LA VIE PROMISE
8 FEMMES
LA PIANISTE
MERCI POUR LE CHOCOLAT
SAINT CYR
LA VIE MODERNE
PAS DE SCANDALE
LES DESTINEES SENTIMENTALES
LA COMEDIE DE L’INNOCENCE
L’ ECOLE DE LA CHAIR
LA FAUSSE SUIVANTE
LES PALMES DE MONSIEUR SCHUTZ
RIEN NE VA PLUS
LA CERIMONIE
LES AFFINITES ELECTIVES
LA SEPARATION
AMATEUR
L’INONDATION
APRES L’AMOUR
MALINA
MADAME BOVARY
LA VENGEANCE D’UNE FEMME
UNE AFFAIRE DE FEMMES
LES POSSEDES
MILAN NOIR
MIGRATIONS
THE BEDROOM WINDOW
CACTUS
SIGNE CHARLOTTE
SAC DE NŒUDS
LE FEMME DE MON POTE
LA GARCE
LA TRUITE
COUP DE FOUDRE
LA STORIA DI PIERA
PASSION
COUP DE TORCHON
Christophe Honoré
David O. Russell
Michael Haneke
Werner Schroeter
Olivier Dahan
François Ozon
Michael Haneke
Claude Chabrol
Patricia Mazuy
Laurence Feirrera Barbosa
Benoit Jacquot
Olivier Assayas
Raul Ruiz
Benoit Jacquot
Benoit Jacquot
Claude Pinoteau
Claude Chabrol
Claude Chabrol
Paolo e Vittorio Taviani
Christian Vincent
Hal Hartley
Igor Minaev
Diane Kurys
Werner Schroeter
Claude Chabrol
Jacques Doillon
Claude Chabrol
Andrzej Wajda
Ronald Chammah
Alexandar Petrovic
Curtis Hanson
Paul Cox
Caroline Huppert
Josiane Balasko
Bertrand Blier
Christine Pascal
Joseph Losey
Diane Kurys
Marco ferreri
Jean-Luc Godard
Bertrand Tavernier
1980
1979
1978
1977
1976
1974
1973
1972
1971
14
EAUX PROFONDES
LES HERITIERES
LA DAME AUX CAMELIAS
LES AILES DE LA COLOMBE
LOULOU
LES PORTES DU PARADIS
SAUVE QUI PEUT LA VIE
VIOLETTE NOIZIERE
RETOUR A LA BIEN AIMEE
LES SŒURS BRONTE
LES INDIENS SONT ENCORE LOIN
LA DENTELLIERE
ROSEBUD
ALOISE
L’AMPELOPEDE
LES VALSEUSES
CESAR ET ROSALIE
LE BAL DE LA FOURCHE
FAUSTINE OU LE BEL ETE
Michel Deville
Marta Meszaros
Mauro Bolognini
Benoit Jacquot
Maurice Pialat
Michael Cimino
Jean-Luc Godard
Claude Chabrol
Jean-François Adam
André Techiné
Patricia Moraz
Claude Goretta
Otto Preminger
Liliane de Kermadec
Rachel Weinberg
Bertrand Blier
Claude Sautet
Alain Levent
Nina Companeez
louis garrel
cinema
2004
2003
2001
1989
MA MERE
THE DREAMERS
CECI EST MON CORPS
LES BAISERS DE SECOURS
Christophe Honoré
Bernardo Bertolucci
Rodolphe Marconi
Philippe Garrel
emma de caunes
cinema
2004
2001
2000
1999
1998
1997
1996
MA MERE
LES AMANTS DU NIL
ASTERIX ET OBELIX : MISSION CLEOPATRE
FAITES COMME SI JE N’ETAIS PAS LA
PRINCESSES
SANS PLOMB
MILLE BORNES
MONDIALITO
UN FRERE
RESTONS GROUPES
LA VOIE EST LIBRE
L’ECHAPEE BELLE
Christophe Honoré
Ric Heumann
Alain Chabat
Olivier Jahan
Silvye Verheyde
Muriel Teodori
Alain Beigel
Nicolas Wadimoff
Silvye Verheyde
Jean-Paul Salome
Stephane Clavier
Etienne Dhaene
joana preiss
cinema
2004
2003
2001
2000
1998
1997
15
MA MERE
CLEAN
LA GUERRE A PARIS
LA BALLADE DE L’AMOUR
FIN AOUT DEBUT SEPTEMBRE
UN PEU DE TEMPS REEL
Christophe Honoré
Olivier Assayas
Yolande Zauberman
Nan Goldin et Aurele
Olivier Assayas
Olivier Torres