Documento innovazione e trasferimento tecnologico

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Documento innovazione e trasferimento tecnologico
TRASFERIMENTO TECNOLOGICO: POLI DI INNOVAZIONE, DISTRETTI
TECNOLOGICI, TECNORETE
Premessa
L’allegato A) della delibera di Giunta regionale n. 258/2010, analizzava le linee di intervento per la
qualificazione ed il potenziamento del sistema e dei processi di trasferimento tecnologico prendendo in
esame le principali strutture di supporto alla nascita ed allo sviluppo di nuove imprese e preposte all’azione
di diffusione e trasferimento di conoscenze e nuove tecnologie. Di seguito la tassonomia:
Parco scientifico
Situato presso Università o centri di ricerca, e preposto alla
nascita ed allo sviluppo di aziende ad alto contenuto
tecnologico. Attività di trasferimento tecnologico dai centri di
ricerca alle imprese del parco (progettazione, sviluppo
prototipi)
Parco di ricerca
Situato presso università e centri di ricerca, svolge attività di
ricerca di base
Parco tecnologico
Imprese impegnate nell'applicazione dell'alta tecnologia,
produzione, vendita ed assistenza
Centro di innovazione
Sostiene la nascita di imprese ad alta tecnologia, attività:
servizi di assistenza, consulenza su finanziamenti. Si trova
normalmente entro un parco.
Parco commerciale
Struttura in cui si svolgono: produzione, assemblaggio, vendita
e amministrazione
Incubatore commerciale
Offre agli start-up consigli e servizi tecnici per favorire lo
sviluppo locale e creare posti di lavoro
BIC
Fornisce spazi e servizi per le imprese nella fase di start-up
Consorzio città-ricerche
Trasferisce tecnologia alle PMI, sviluppa la formazione di base
professionale
Consorzio di ricerca
Centro di ricerca universitario finanziato dall'industria,
permettendo alla stessa di utilizzare le conoscenze universitarie
Tecnopolo
Insediamento di poli territoriali a livello regionale. Evoluzione
delle città come ambiente innovativo
Incubatore universitario
Ospita nuove imprese all'interno dell'università per favorire il
trasferimento diretto di conoscenza tecnologica
Agenzie regionali
Strutture locali che svolgono servizio di intermediazione tra
imprese, tra imprese ed università e centri di ricerca. Informano
sui programmi europei.
Prendendo in esame queste strutture, la Regione Toscana ha individuato nei poli di innovazione un sistema
reticolare in cui da una parte le imprese sono in grado di apportare contributi unici e dall’altra possono essere
perseguite finalità di creazione e condivisione di conoscenza.
Ai poli di innovazione e ai distretti tecnologici la Regione Toscana chiede di attivare processi permanenti di
trasferimento di conoscenze verso le imprese, di favorire la cooperazione tra imprese e con il sistema della
ricerca, di incentivare l'uso di nuove tecnologie per innovazioni di processo e di prodotto, di svolgere una
vera e propria azione di agenti tecnologici sul territorio, attraverso attività di scouting.
I Distretti tecnologici
I distretti tecnologici (di seguito denominati D.T.) vengono delineati come un nuovo strumento di
governance locale delle attività di ricerca (strumento di policy per il sostegno alle eccellenze scientifiche e
tecnologiche attorno a poli territoriali), ispirato al raggiungimento di tre obiettivi fondamentali:
 consentire la collaborazione delle reti del sistema italiano della ricerca
 orientare il sostegno pubblico a programmi di ricerca e sviluppo principalmente verso settori
strategici per l'economia e l'industria
 consentire di aggregare più imprese attorno a programmi ad alto contenuto tecnologico e con forti
ricadute applicative.
Il fine è appunto quello di favorire la competitività delle aree produttive, rafforzandole attraverso la ricerca ,
lo sviluppo di tecnologie chiave abilitanti e l'innovazione di prodotto, di processo e organizzativa (PNR
2005/2007).
Per evitare di confondere la struttura dei distretti tecnologici con quella dei distretti industriali, bisogna
tener presenti alcune considerazioni:
1. i Distretti industriali in Italia sono molto numerosi e probabilmente non ha senso pensare ad un ugual
numero di D.T. sul territorio nazionale, dato che nei D.T. ciò che conta è la massa critica degli
investimenti e/o la specializzazione.
2. I distretti industriali sono solitamente nati dal basso, mentre per i D.T. il fattore di innesco è dato,
nella maggioranza dei casi, da un investimento considerevole nel campo della ricerca pubblica (ed in
alcuni casi privato)
3. mentre nei distretti industriali non c'è stato bisogno storicamente di un particolare sostegno pubblico,
per lo sviluppo dei D.T. questo appare come un fattore fondamentale.
Tra le principali caratteristiche dei D.T. figurano la presenza dei centri di ricerca pubblici, di imprese hightech grandi e piccole, nazionali o estere, l'elevato tasso di natalità e crescita delle imprese, la presenza di
risorse umane qualificate e di uno spiccato spirito imprenditoriale nel campo delle tecnologie avanzate,
infine la disponibilità di strumenti finanziari adatti ad iniziative ad alto contenuto di innovazione.
Tra i 24 distretti tecnologici riconosciuti dal Miur (Ministero istruzione università e ricerca) la Regione
Toscana ha individuato tramite protocollo d'Intesa tra la Regione stessa ed il Miur siglato in data 14 dicembre
2004, un solo distretto (ICT & Security).
Con l'avvio della nuova legislatura la Giunta regionale, con delibera n. 603/2010, decide di promuovere
invece, la costituzione di 3 distretti tecnologici:
 ICT e tecnologie delle telecomunicazioni
 scienze della vita
 tecnologie dei beni culturali
Successivamente, nel quadro della promozione dei “poli di competitività” la Giunta regionale individua 12
ambiti settoriali/tecnologici e dispone, con delibera G.R. 1040/2010, che i Poli di innovazione dovranno
confluire, partecipando anche alla fase di costituzione, all'interno dei Distretti tecnologici che saranno
promossi dalla Regione Toscana, secondo specifici indirizzi.
Inoltre la Giunta regionale individua due ulteriori distretti tecnologici:
 tecnologie delle energie rinnovabili
 tecnologie ferroviarie, alta velocità e sicurezza delle reti.
Prevede infine che:
1. il Polo delle tecnologie della città sostenibili converga nel Distretto regionale delle tecnologie dei
beni culturali, tenuto conto della corrispondenza tematica, delle tecnologie e delle applicazioni;
2. la convergenza dei Poli di innovazione, laddove coincidenti, nella forma di Distretti tecnologici, (i
poli di innovazione divengono componenti dei Distretti tecnologici, con ruolo di segreteria tecnica, a
supporto del Comitato di indirizzo tecnologico e del Presidente del D.T.).
Con delibera n. 803 del 10/09/2012 la Giunta regionale ha modificato, nella sua composizione settoriale e
tecnologica, il Distretto tecnologico “Ict, robotica e tecnologie delle telecomunicazioni”, in“Distretto
Tecnologico Integrato” per l'informatica l'optoelettronica, la fotonica, le telecomunicazioni e le altre
tecnologie abilitanti connesse. Di conseguenza il Polo di Innovazione Optoelettronica confluisce nel nuovo
Distretto.
La Giunta regionale con delibera n. 804 del 10/09/2012, ha istituito il distretto integrato regionale per la
nautica, che si affianca ai 5 precedenti, quale strumento di governance del sistema delle politiche integrate,
regionali e locali, nel settore nautico.
Con delibera 705 del 3 agosto 2012 è stato approvato il nuovo protocollo d’intesa con il Ministero Istruzione
Università Ricerca, finalizzato a collaborare nella definizione e nell’attuazione di un programma coordinato
di interventi finalizzati al sostegno dell’alta formazione, della ricerca fondamentale e applicata,
dell’internazionalizzazione e del trasferimento tecnologico, nonché alla valorizzazione dei risultati della
ricerca e alla promozione della cooperazione tra i vari enti di ricerca e il sistema produttivo. Nel protocollo,
tra l’altro, viene riconosciuta la conformità dei cinque distretti regionali rispetto a quanto previsto nel Piano
nazionale della ricerca 2011-2013, e viene individuato quale prioritario ambito di intervento l’integrazione
tra il sistema di ricerca e alta formazione e il sistema produttivo regionale toscano.
Vengono inoltre individuati quali ambiti specifici su cui intervenire:
- le nuove tecnologie del settore energetico con particolare riferimento al risparmio energetico e alle fonti
rinnovabili;
- piattaforma tecnologica integrata per l’optoelettronica, la fotonica, le telecomomunicazioni e le altre
tecnologie abilitanti connesse.
Con delibera del 24 settembre 2012 la Giunta regionale, coerentemente con gli ambiti tematici dei poli
tecnologici e dei cinque distretti regionali, ha individuato quali cluster nazionali da sostenere quelli
dell’energia, dell’agrifood, delle tecnologie per gli ambienti di vita, delle scienze della vita, delle tecnologie
per le smart communities, dei mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina, dell’aerospazio
e ha approvato uno schema di lettera di intenti con il Miur, la cui sottoscrizione è necessaria per accedere
all’Avviso per lo sviluppo e il potenziamento dei cluster tecnologici nazionali.
Con delibera 566 del 7/7/2014 la Giunta regionale ha dettato gli indirizzi per la riorganizzazione del
sistema regionale del trasferimento tecnologico individuando 12 distretti tecnologici laddove
esistevano i poli dell'innovazione e la successiva delibera 789 del 23/9/2014 ha affrontato il tema
della operatività e della governance, demandando ai referenti dei progetti regionali la convocazione
dei soggetti istituzionali ad oggi impegnati nei poli di innovazione per accompagnarli nella progettazione dei
distretti tecnologici tenendo conto delle seguenti indicazioni:
1.definire una governance di distretto attraverso la quale attori pubblici e privati, con comprovata
esperienza nei settori di riferimento del distretto, cooperino per il raggiungimento degli obiettivi del
distretto stesso.
2. definire, anche attraverso un'analisi di fattibilità, una strategia ed una programmazione di medio e
lungo periodo finalizzata a:
 dimostrare l'autosostenibilità del distretto;
 valorizzare gli asset e le competenze degli aderenti al distretto;
 promuovere la cooperazione tra sistema della ricerca ed impresa;
 favorire l'attrazione degli investimenti;
 promuovere interventi e progetti di valorizzazione a favore del territorio e del proprio ambito
di riferimento;
 coordinare l'offerta di competenze degli attori della ricerca anche per il tramite delle reti
nazionali ed internazionali.
I sistemi di innovazione complessi operano quindi attraverso una serie di processi che riguardano più livelli.
DISTRETTI TECNOLOGICI IN TOSCANA dal 7.7.2014
I 12 DISTRETTI
PARTNERSHIP
FINALITA'
-Distretto regionale MODA
-Distretto Interni e Design
-Distretto marmo e pietre ornamentali
-Distretto regionale Scienze della Vita
-Distretto regionale Nuovi Materiali
-Distretto regionale Automotive e
meccanica
-Distretto per la nautica e la portualità
-Distretto ferroviario
-Distretto regionale
Energia/Economia Verde
-Distretto regionale FORTIS
-Distretto regionale Smart
City/turismo/beni culturali
-Distretto cartario
TERRITORIALE
- Organismi di Ricerca
pubblica e/o privata che
operano sia in autonomia
che in forma associata
- Sistemi delle imprese
- Altri soggetti strategici
cioè organizzazioni
intermedie come centri di
innovazione, parchi/poli
scientifici, incubatori,
laboratori di ricerca/prove
test, dimostratori
tecnologici.
Sviluppo della competitività del
territorio attraverso attività di ricerca ed
innovazione, sostegno alle imprese per
mezzo dell'esplorazione di nuove
tecnologie produttive e organizzative
nonché di nuovi scenari di mercato.
Valorizzazione del trasferimento
tecnologico.
Note esplicative: il distretto Nuovi Materiali comprende le nanotecnologie, il distretto interni e design il
mobile e l'arredamento in genere, il distretto FORTIS comprende la fotonica, l'optoelettronica, la robotica, le
telecomunicazioni, l'informatica e lo spazio.
Sistema di Governance dei Distretti tecnologici
Il distretto è composto dai seguenti organismi:
 Presidente del DT: imprenditore di comprovata esperienza, nominato dal Comitato di indirizzo, tra le
imprese aderenti al Distretto, d'intesa con il Presidente della Giunta regionale; promuove ed è
responsabile del coordinamento delle attività del distretto, verifica l'attuazione del Piano strategicooperativo, è responsabile della predisposizione dei principali atti del distretto (PSS e programmi di
attività annuali), della rappresentanza e comunicazione all'esterno, presiede il Comitato di indirizzo.
 Gestore del DT: sarà individuato dalla regione mediante procedura negoziale, in attesa della
definizione dei soggetti gestori dei DT, i soggetti gestori dei poli di innovazione potranno rimanere
in carica; elabora e dà attuazione al Piano strategico-operativo, nei limiti delle risorse disponibili,
svolge le funzioni di segreteria del DT (nel caso del DT nautica anche del Comitato territoriale); il
soggetto gestore deve avere sede operativa sul territorio regionale.
 Comitato di indirizzo tecnologico: è composto da 10 persone: il presidente, 4 rappresentanti
designati dagli organismi di ricerca pubblici (università, CNR), 4 rappresentanti del sistema impresa,
il gestore. I membri del comitato devono possedere un curriculum di comprovata esperienza,
relativamente agli ambiti disciplinari e/o produttivi del distretto o di relative sottoarticolazioni,
rimangono in carica 3 anni e sono rinnovabili fino a 2 volte, non ricevono alcuna remunerazione e
nessun rimborso spese.
1. predispone il PSS (Programma Strategico di Sviluppo)
2. orienta la selezione delle indicazioni di priorità di ricerca ed innovazione all'interno
degli ambiti tecnologici di riferimento, funzionale ai fabbisogni di innovazione del
tessuto produttivo regionale
3. valuta le richieste di collaborazione e partecipazione a bandi di finanziamento
4. monitora l'avanzamento di attività, progetti e ricerche dei soggetti del distretto
La delibera conferma per il DT FORTIS la composizione e l'operatività dell'attuale comitato di indirizzo, il
quale dovrà procedere alla individuazione del candidato soggetto gestore, alla elaborazione del piano
strategico-operativo secondo la tempistica prevista.
Il DT Nautica avrà una governance graduale: a) comitato di indirizzo per quanto attiene agli aspetti del
trasferimento tecnologico, b) comitato territoriale con i compiti di orientamento strategico in materia di
infrastrutture, logistica e portualità con un rappresentante designato dai comuni costieri, 3 rappresentanti
designati dai sindacati, 1 rappresentante della Camera di commercio nominato da Unioncamere regionale, 1
componente del comitato di indirizzo del DT.
Il piano strategico-operativo
Il piano strategico-operativo avrà durata triennale (2015-2017), sarà corredato di un quadro finanziario o
di un business plan per il conseguimento degli obiettivi operativi, ovverosia: stimolare e recepire la domanda
di innovazione delle imprese aderenti al distretto, delle PMI del settore tecnologico di riferimento, facilitare
l'accesso da parte delle imprese alla conoscenza tecnologica, ed alle reti e alle risorse in ambito nazionale ed
internazionale nel campo della ricerca e dell'innovazione di interesse industriale, promuovere la condivisione
di attrezzature e laboratori di ricerca, sperimentazione, prova e certificazione.
Il piano strategico-operativo dovrà essere articolato nelle seguenti sezioni:
 analisi situazionale, quadro conoscitivo anche statistico
 visione strategica delle macro-aree individuate in prospettiva di medio periodo
 obbiettivi strategici con valutazione dei rischi
 elenco delle attività operative
 indicatori di performance
Natura delle aggregazioni: verso un sistema più semplice ed efficiente
La delibera 566/2014 ha confermato la natura dei poli/DT: piattaforme di cooperazione – di
carattere volontario – tra gli attori del sistema del trasferimento, con una funzione di diffusione e
divulgazione tecnologica. E’ stato scelto di effettuare un'unica configurazione di tutte le piattaforme
nella forma del distretto tecnologico che superi dal punto di vista concettuale la compresenza
funzionale del Polo di innovazione, il quale rimane tuttavia come riferimento giuridico a
giustificazione del cofinanziamento regionale rispetto alla caratterizzazione della forma di aiuto di
stato. In particolare, dal punto di vista normativo i poli di innovazione sono definiti come
raggruppamenti di soggetti impresa e ricerca che mantengono la propria autonomia decisionale
nell'ambito della propria attività ordinaria ma che partecipano ad un percorso di sviluppo
dell'innovazione condiviso con altri soggetti, affidando la gestione delle attività sia ad un soggetto
terzo tramite delega, che in capo al Polo.
La Regione Toscana ha individuato 12 settori su cui sviluppare i Poli di innovazione:
-
ICT, telecomunicazioni e robotica
scienze della vita (soggetto gestore: Fondazione Life Science)
tecnologie per le energie rinnovabili e risparmio energetico (soggetto gestore: Cosvig srl)
optoelettronica (soggetto gestore: Cnr “Nello Carrara”)
moda: (soggetto gestore: Next tecnology tecnotessile)
nautica e tecnologie per il mare: (soggetto gestore: Navigo)
mobile ed arredamento: (soggetto gestore: centro sperimentale del mobile)
nanotecnologie: (soggetto gestore: Agenzia per lo sviluppo Empolese Valdelsa)
città sostenibile: (soggetto gestore: Fondazione per la ricerca e l’innovazione)
meccanica: (soggetto gestore: Compolab)
cartario: (soggetto gestore: Lucense)
lapideo: (soggetto gestore: Gal)
Pur rimanendo, ognuno dei soggetti del sistema di trasferimento, con una propria mission negli
ambiti operativi che gli sono propri, la Regione riconoscerà e finanzierà solo le azioni effettuate
sotto forme sistemiche di cooperazione, quali sono i Distretti Tecnologici. Il finanziamento
regionale opererà per attività aggiuntive e non in una funzione di mera riduzione dei costi ordinari
di gestione.
Sulle base anche delle indicazioni nazionali (Piano Nazionale della Ricerca) si ritiene al momento
di confermare l'attuale articolazione settoriale e/o tecnologica, valutando in un secondo momento,
dal quadro delle politiche nazionali, una eventuale ulteriore razionalizzazione, soprattutto in
funzione del distretto sulle nanotecnologie (settore trasversale).