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Maurizio Baglini interpreta al pianoforte la
Sinfonia n. 9 di Beethoven nella trascrizione di
Franz Liszt: un capolavoro immortale per un
autentico monumento della trascrizione. Sul palco
di largo Mahler, anche il Coro Sinfonico di
Milano
Giuseppe
Verdi
in
formazione
cameristica, che intonerà le note immortali
dell’Inno alla Gioia, sotto la guida di Erina
Gambarini, e le voci soliste di Cinzia Forte
(soprano), Beatrice Mezzanotte (mezzosoprano), Carlo Allemano (tenore), Ugo
Guagliardo (basso).
Il pianista toscano, che ha inciso per Decca nel 2009 la trascrizione per pianoforte solo di
Liszt, affronta dunque con tecnica prodigiosa e lucidità interpretativa queste affascinanti
pagine di musica che esaltano tutte le possibilità espressive dello strumento, in questa
speciale occasione dal vivo anche con coro e voci soliste.
“La domanda che si pone l’esecutore in procinto di affrontare tali trascrizioni – dichiara
Maurizio Baglini - è la seguente: è lecito proporre lavori che esistono esclusivamente
perché è stata messa mano ad opere di genesi perfetta? La risposta è affermativa se tali
operazioni sono compiute da un genio: e Liszt, contrariamente alle dozzinali e riduttive
connotazioni spesso attribuitegli impropriamente, quali ‘titano del pianoforte’, o ‘virtuoso dei
virtuosi’, era appunto una persona di genio”.
La Nona di Beethoven nella trascrizione di Liszt
“Il nome di Beethoven è sacro nell’arte. Le sue Sinfonie sono oggigiorno universalmente
riconosciute come veri e propri capolavori.“ Così esordisce Franz Liszt nella prefazione, redatta a
Roma nel 1864 in un francese puro quanto essenzialmente diretto e toccante, alla prima
pubblicazione, presso l’ editore Breitkopf & Haertel, delle nove Sinfonie di Beethoven trascritte dallo
stesso Liszt per pianoforte.
Liszt infatti, grazie ai progressi tecnologici compiuti dai costruttori di pianoforti negli anni 50 e 60 del
XIX secolo, sintetizzabili nell’estensione della tastiera “a sette ottave“ e nell’avvento del telaio in
ghisa, ritiene che, a partire dal 1850 circa, tutta la letteratura, anche la più complessa, destinata al
più esteso organico sinfonico immaginabile, sia eseguibile da un solo strumento, il pianoforte
appunto.
Il pianoforte diventa quindi lo strumento di spettacolo per eccellenza, quello che riunisce il maggior
numero di persone nelle sale da concerto e non più un’ esigua élite intellettuale presente nei salotti.
Grazie alla figura dello stesso Liszt il processo di affermazione del pianoforte è assoluto.
Il musicista ungherese incarna oltretutto, a livello storico universale, la figura del mirabile genio
poliedrico e dell’artista polivalente: pianista ineguagliabile, direttore d’orchestra, compositore,
coreografo, uomo di teatro, scrittore, poliglotta e profondo conoscitore della letteratura, della poesia,
delle Sacre Scritture e di pressoché tutto l’apparato culturale esistente all’ epoca. Come risultato
teorematico di tanta sapienza, si evince che il solo Franz Liszt sia stato effettivamente degno di
affrontare trascrizioni di opere di per sé intoccabili, quali le Nove Sinfonie di Beethoven, con risultati
creativi di pregio.
Maurizio Baglini
Maurizio Baglini, pianoforte. È tra i musicisti italiani più brillanti sulla
scena internazionale. Nato a Pisa nel 1975 e vincitore a 24 anni del
“World Music Piano Master” di Montecarlo, ha al suo attivo un’intensa
carriera in Europa, America e Asia: oltre milleduecento concerti come
solista e altrettanti di musica da camera in sedi prestigiose come il
Teatro alla Scala di Milano, la Salle Gaveau di Parigi, la Victoria Hall di
Ginevra, il Festival dei 2 Mondi di Spoleto e il Kennedy Center di
Washington. Il suo vasto repertorio spazia da Byrd alla musica
contemporanea, con riferimenti importanti a Chopin, Liszt e
Schumann. Suona stabilmente anche con la violoncellista Silvia
Chiesa: al loro duo sono dedicate una Suite di Azio Corghi, una
Sonata di Gianluca Cascioli e un brano di Nicola Campogrande.
Pubblicati in esclusiva da Decca/Universal, i suoi cd più recenti sono
dedicati a Liszt, Brahms, Schubert, Schumann, Domenico Scarlatti e il
doppio cd con l’integrale pianistica di Mussorgsky. Sono in uscita, sempre per Decca, un cd
dedicato a Schumann - che porta avanti il progetto monografico avviato con Carnaval - e un cd
inciso insieme a Silvia Chiesa con la registrazione dell’integrale per duo pianoforte e violoncello di
Rachmaninov. Dal 2012, con l’artista multimediale Giuseppe Andrea L’Abbate, porta avanti anche il
progetto Web Piano, che abbina l’interpretazione dal vivo di grandi capolavori pianistici a una
narrazione visiva originale su grande schermo. Fondatore e direttore artistico di Amiata Piano
Festival, dal 2013 è consulente artistico per la danza e per la musica del Teatro Comunale di
Pordenone ed è stato nominato Ambasciatore culturale della Regione Friuli Venezia Giulia. Tiene
corsi di perfezionamento a Fondi (LT) e nel 2015 ha tenuto la prima masterclass di pianoforte
organizzata dall’Accademia Stauffer di Cremona. Suona un grancoda Fazioli.
Erina Gambarini, Maestro del Coro. Figlia d’arte, ha iniziato la
sua attività artistica a 13 anni al Teatro alla Scala di Milano,
come voce bianca, protagonista nell’opera di Britten Il giro di
vite.
Dopo alcuni anni di intensa attività solistica, ha proseguito lo
studio del pianoforte con il padre, lo studio del canto, come
soprano, con Teresa Stich Randall a Vienna, direzione
interpretazione corale e musica da camera con Marcel Couraud,
tecnica vocale e interpretazione con Schmidt-Gaden. Ha
collaborato con la RSI, la RAI, la Fenice di Venezia, Teatro
Sociale di Como, Teatro Olimpico e Valle di Roma, Teatro
Carignano di Torino, Verdi di Trieste, La Pergola di Firenze,
Teatro Grande di Brescia. Ha inciso numerosi CD per Nuova
Era, Carrara e Ricordi. Nel 1989 fonda il gruppo corale
Canticum Novum, che in pochi anni si distingue per la qualificata
e ricca attività artistica e parallelamente dirige vari gruppi strumentali. Nel 1996 inizia la sua
collaborazione con il Maestro Romano Gandolfi, che nel 1998 la chiama come sua assistente e
maestro del coro in occasione della costituzione del Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi,
incarico che ricopre tuttora. Ha collaborato con molti direttori d’orchestra, tra i quali Riccardo Chailly,
Claudio Abbado, Gianandrea Gavazzeni, Aldo Ceccato, Ettore Gracis, Oleg Caetani, Claus Peter
Flor, Christopher Hogwood, Rudolf Barshai, Vladimir Jurowski, Helmuth Rilling, Leonard Slatkin,
Nevil Marriner, Roger Norrington, Vladimir Fedoseyev, Robert King.
Dal 1997 è membro dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo per i suoi meriti artistici