Ugo Foscolo Il velo delle Grazie CD102

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Ugo Foscolo Il velo delle Grazie CD102
PARTE NONA
CAPITOLO VI
Le riforme e le rivoluzioni: Illuminismo e Neoclassicismo (1748-1815)
Ugo Foscolo, § 6
CD102
Ugo Foscolo
Il velo delle Grazie
[Le Grazie, inno III,
vv. 144-198]
da U. Foscolo, Opere, a cura di F.
Gavazzeni, Ricciardi, Milano-Napoli
1974, vol. I.
1
Il brano qui riportato prende tradizionalmente il nome di «Il velo delle Grazie» ed è uno dei più noti del
*poemetto.
In seguito all’imbarbarimento del mondo, Minerva e le Grazie si sono ritirate nella favolosa isola di Atlantide, dove regnano ancora i valori di giustizia e di compassione. Di qui Minerva invia di nuovo le Grazie sulla terra, ma provvede a coprirle di un velo che le preservi dalle torbide passioni e dalle aggressioni
degli uomini. Il velo è tessuto dalle Muse con l’aiuto di altre divinità minori, e viene abbellito dei ricami
realizzati dalla dea dei campi Flora. I ricami rappresentano i valori dei quali le Grazie dovranno essere
custodi e stimolo sulla Terra, valori cioè di umanità e di compassione, di nobiltà e di pudore.
Si tenga presente che il brano riporta le parole cantate dalla musa Erato per guidare Flora nel lavoro di
decorazione del velo.
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metrica Endecasillabi sciolti.
144-154 [O] dea profumata (odorosa) [: Flora], mescola
(mesci) fili [color] rosa; e [disponili in modo che] nel
mezzo del velo la Giovinezza balli con entusiasmo (ardita) e canti in mezzo al coro delle sue speranze: il Tempo colpisce (percote) con (a) tocchi frequenti (spessi)
un’antica lira (plettro); e la danzatrice discende un clivo dal quale (onde) nessuno risale [: può risalire]. Le
Grazie producono (destano = svegliano) fiori ai suoi piedi, per ornare (a fiorir) le sue ghirlande: e quando, o
Giovinezza, ti avrà abbandonato (t’abbandoni) la capigliatura (il…crin) bionda e perderai il tuo nome [: morirai in quanto giovinezza], quei fiori vivranno [ancora],
e emaneranno (spireranno) odore intorno alla [tua]
tomba (urna) funebre. È descritta qui la scena che deve occupare il centro del velo, in quanto rappresenta il
Mesci, odorosa Dea, rosee le fila;
e nel mezzo del velo ardita balli,
canti fra ’l coro delle sue speranze
Giovinezza: percote a spessi tocchi
antico un plettro il Tempo; e la danzante
discende un clivo onde nessun risale.
Le Grazie a’piedi suoi destano fiori,
a fiorir sue ghirlande: e quando il biondo
crin t’abbandoni e perderai ’l tuo nome,
vivran que’fiori,o Giovinezza, e intorno
l’urna funerea spireranno odore.
Or mesci,amabil Dea, nivee le fila;
e ad un lato del velo Espero sorga
dal lavor di tue dita; escono errando
fra l’ombre e i raggi fuor d’un mirteo bosco
due tortorelle mormorando ai baci;
mirale occulto un rosignuol, e ascolta
silenzïoso, e poi canta imenei:
fuggono quelle vereconde al bosco.
Mesci, madre dei fior,lauri alle fila;
e sul contrario lato erri co’specchi
dell’alba il sogno; e mandi alle pupille
tema fondamentale del trascorrere del tempo, cui l’arte contrasta con le proprie creazioni, capaci di sopravvivere al venir meno dei valori che le suscitano. La Giovinezza, *personificata, danza scendendo inesorabilmente la discesa della vita, mentre il Tempo, anch’esso
personificato, segna il trascorrere delle ore battendo il
ritmo. I fiori (cioè la bellezza) che le Grazie (cioè l’arte)
generano attorno alla giovinezza sono tutto ciò che resisterà al trascorrere del tempo, prolungandola al di là
di esso. Plettro: è propriamente una piccola lamina con
la quale si fanno suonare le corde della lira (o di una
chitarra), e indica qui per *metonimia la lira stessa.
155-162 [O] dea amabile [: Flora], ora mescola i fili bianchi
(nivee); e dal lavoro delle tue dita a un lato del velo sorga Venere (Espero); escono fuori da un bosco di mirti
(mirteo) vagando (errando) fra le ombre e i raggi [della luna] due tortorelle che tubano (mormorando) ba-
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ciandosi (ai baci); un usignolo le guarda (mirale = le mira) di nascosto (occulto), e ascolta in silenzio (silenzïoso), e poi canta imenei [: canti nuziali]: quelle [due] pudiche (vereconde) fuggono nel bosco. È la prima delle
quattro scene da ricamare ai lati del velo, attorno all’immagine centrale della Giovinezza, appena descritta; e
rappresenta una scena d’amore coniugale vissuto con
purezza (e perciò i fili del ricamo sono bianchi). L’usignolo rappresenta qui la funzione del poeta, che accompagna questo momento felice con il proprio canto. Espero: al sorgere di Venere, e cioè al tramonto, era costume
accompagnare le spose alla casa dello sposo. Mirteo:
il mirto è pianta sacra a Venere, dea dell’amore.
163-169 [O] madre dei fiori, mescola allori ai fili [: scegli fili verdi come l’alloro]; e sul lato opposto (contrario) si aggiri (erri) con gli (co’<i>) specchi il sogno
dell’alba; e mandi [: mostri] agli occhi (alle pupille)
[G. B. PALUMBO EDITORE]
PARTE NONA
CAPITOLO VI
Le riforme e le rivoluzioni: Illuminismo e Neoclassicismo (1748-1815)
Ugo Foscolo, § 6
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del guerriero addormentato (sopite; riferito a «pupille»)
i volti addolorati (miseri) della madre e del padre mentre (allor che) recano agli altari (all’are) lagrime e voti [: pregano piangendo per la sua incolumità e il suo
ritorno]; e quegli (quei) [: il guerriero] si sveglia, e guarda i suoi prigionieri e sospira. Nel secondo lato del velo deve essere raffigurato un guerriero addormentato,
cui il sogno dell’alba (ritenuto veritiero) rispecchia la
condizione afflitta dei genitori che l’aspettano; così che
egli prova pietà per i propri prigionieri, identificandosi
nella loro sorte infelice e implicitamente pensando alla vana attesa delle loro famiglie. Sul contrario lato:
contrario – come vogliono la logica e la ordinata disposizione delle quattro scene sul velo – rispetto al lato dove stanno raffigurati i due amanti (che non devono essere turbati dalla scena guerriera).
170-177 O nobile (gentile) Flora mescola oro ai fili [: usa fili
color oro]; e il lembo destro [del velo] rappresenti l’esultanza (istorïato esulti) di un banchetto (convito) festante: il Genio aggirandosi (in volta) incoroni [di fiori] per prime le tazze degli ospiti (agli esuli). Ora la gioia è libera,
sopite del guerrier miseri i volti
della madre e del padre allor che all’are
recan lagrime e voti; e quei si desta,
e i prigionieri suoi guarda e sospira.
Mesci, o Flora gentile! oro alle fila;
e il destro lembo istorïato esulti
d’un festante convito: il Genio in volta
prime coroni agli esuli le tazze.
Or libera è la gioia, ilare il biasmo,
e candida è la lode.A parte siede
bello il silenzio arguto in viso e accenna
che non fuggano i motti oltre le soglie.
Mesci cerulee,Dea, mesci le fila;
e pinta il lembo estremo abbia una donna
che con l’ombre i silenzi unica veglia;
nutre una lampa su la culla, e teme
non i vagiti del suo primo infante
sien presagi di morte; e in quell’errore
non manda a tutto il cielo altro che pianti.
Beata! ancor non sa come agli infanti
provido è il sonno eterno,e que’vagiti
presagi son di dolorosa vita.
Come d’Erato al canto ebbe perfetti
Flora i trapunti,ghirlandò l’Aurora
gli aerei fluttuanti orli del velo
d’ignote rose a noi; sol la fragranza,
se vicino è un Iddio, scende alla terra.
E fra l’altre immortali ultima venne
rugiadosa la bionda Ebe, costretti
in mille nodi fra le perle i crini,
silenzïosa, e l’anfora converse:
e dell’altre la vaga opra fatale
rorò d’ambrosia; e fu quel velo eterno.
il rimprovero (biasmo) [è] sorridente (ilare), e la lode è
spontanea (candida). Appartato siede, leale (bello), il silenzio con espressione complice (arguto in viso) e invita
(accenna) a non riferire (che non fuggano) le parole (i
motti) [lì pronunciate] oltre le soglie [della sala]. Il terzo lato del velo (posto sulla destra) rappresenta un allegro banchetto, concepito secondo i modelli classici: agli
ospiti stranieri spetta un’attenzione particolare, la gioia è
libera di manifestarsi senza falsi pudori, il motteggio arguto tra i convitati esclude malevolenza, le lodi non nascondono un’adulazione interessata; trionfano cioè anche
qui i valori dell’onesto e sereno scambio civile. Anche la
presenza *personificata del silenzio allude a valori di discrezione e di benevolenza civile. Il Genio era, secondo i
Romani, lo spirito protettore di individui o gruppi ristretti; qui è il Genio della festa. Coroni…le tazze: secondo l’abitudine classica di ornare i boccali con fiori.
178-187 [O] dea, mescola, mescola fili azzurri (cerulee); e il
lembo sinistro (estremo) [del velo] abbia raffigurata (pinta) una donna che veglia da sola (unica) nel buio (con
l’ombre) e nel silenzio [della notte]; alimenta (nutre) una
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lampada sulla culla, e teme che (teme non; costrutto latineggiante) i vagiti del suo primo neonato (infante) siano
annunci (presagi) di morte; e in tale inganno (in quell’errore) non manda altro che pianti a tutte le divinità (a
tutto il cielo) [: non fa che pregare piangendo]. Fortunata (beata)! ancora non sa che (come) per i neonati la
morte (il sonno eterno) è provvidenziale (provido), e [che]
quei vagiti sono annunci della dolorosa vita. Il quarto e
ultimo lato del velo rappresenta una tenera scena di amore materno, al quale è adibito il color azzurro (forse con richiamo alla purezza del cielo). Una giovane madre inesperta teme che il pianto del primogenito ne annunci il rischio di morte, e prega piangendo disperata. La beatitudine di costei consiste nell’ignorare ancora che la morte
sarebbe una fortuna per il bimbo, e che d’altra parte il
suo pianto prelude ai molti dolori inevitabili che si associano alla vita. All’esaltazione della purezza di sentimenti che caratterizza anche questa scena, come le altre, si accompagna un sentimento sconsolato e pessimistico di
dolore che riprende la raffigurazione della Giovinezza nel
quadro centrale, in atto di scendere inesorabilmente.
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Le riforme e le rivoluzioni: Illuminismo e Neoclassicismo (1748-1815)
Ugo Foscolo, § 6
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Ugo Foscolo ~ Il velo delle Grazie
esercizi
Comprendere
1
7
Riassumi il testo in forma essenziale.
La dimensione pubblica e privata dell’esistenza sono considerate allo stesso modo in questa rassegna di valori? Cosa
può fungere da tramite fra loro?
Analizzare e interpretare
2
Come è raffigurata la giovinezza? Quale valore le consente
di sfuggire alla morsa del tempo?
3
Quale ruolo ti sembra che spetti al matrimonio?
4
Quale istituzione sociale è allusa nella terza scena? Quale il
suo valore culturale e civile?
5
Puoi trovare un contrasto fra i valori rappresentati nelle ultime
due scene? Come si può giustificare tale contraddizione?
6
Spiega perché il velo viene cosparso di ambrosia. Quali strumenti sono per Foscolo garanti dei valori sacri alle Grazie?
Approfondire
8
Rimane a tuo parere in questo orizzonte uno spazio per la
sensibilità inquieta, tormentata, per le pose eroiche dell’Ortis? Motiva brevemente la tua risposta.
9
Poni a confronto la soluzione data dal testo al problema dello scorrere del tempo con quella dell’ode alla Fagnani Arese (cfr. CD99). Sottolinea e motiva analogie e differenze.
10 Illustra in maniera sintetica il tuo “velo delle Grazie”, e rifletti su quale deve essere secondo te l’origine oltre che la
natura dei valori che guidano la civiltà umana.
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese Manuale di letteratura
[G. B. PALUMBO EDITORE]