La retorica dell`aria fritta – la ricerca della giusta comunicazione
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La retorica dell`aria fritta – la ricerca della giusta comunicazione
LA RIVISTA ONLINE PER CLIENTI AZIENDALI Competenze dirigenziali La retorica dell’aria fritta – la ricerca della giusta comunicazione Presentazioni piene di paroloni e di frasi complesse mettono a disagio gli ascoltatori. Al contrario, i discorsi chiari, con formule ben comprensibili e il ritmo adeguato, arrivano dritti ai clienti. Ecco il punto di partenza per un business di successo. Ma come funziona di fatto? L ’arte delle parole vuote? Tremenda, noiosa, stancante! E superflua. I maestri delle parole vuote dispensano “aria fritta” e ci tormentano con frasi del tipo: «Se noi tutti agiamo di concerto, ciò rappresenta in certa qual misura già un passo nella direzione giusta». Terribile! Assolutamente da evitare! Con espressioni simili non si conquisterà mai nessuno... Altri esempi da evitare: - L’io imperante. Ovvero, l’oratore come protagonista assoluto sul podio: le sue frasi cominciano perlopiù con “Io penso”, “Io so”, “Io credo”. Ma a chi interessa poi davvero quello che lui sa, crede o pensa? L’oratore in questo caso vende se stesso e non i contenuti del suo discorso. Un buon oratore fa il buon venditore - La logorrea. Vere e proprie valanghe di frasi retoriche e complesse, interminabili, senza punti e virgole, e spesso anche senza capo né coda. E l’epilogo è sempre lo stesso: l’oratore perde il filo, il pubblico di ascoltatori e, nel peggiore dei casi, anche i clienti. La retorica dell’aria fritta non è altro che una forma di comunicazione, purtroppo molto diffusa, che utilizza parole vuote che restano inascoltate o che finiscono nel vuoto. Chi tuttavia desidera proporre un modello dirigenziale competente e, soprattutto, convincente, dovrebbe rinunciare a tali stratagemmi e puntare invece su contenuti informativi. - I riempitivi. Quando mancano i contenuti oggettivi, si ricorre a dei tappabuchi. Alcuni classici esempi sono: “di fatto”, “in certo qual modo”, “eventualmente”, “in un certo senso”, e spesso anche “nel complesso” o “molto semplicemente” – tutti riempitivi che confermano la sensazione che l’oratore abbia ben poco di veramente importante da dire. Una buona comunicazione con i collaboratori o la clientela risulta più efficace se le doti oratorie vengono esercitate, potenziate ed eventualmente anche apprese con costanza. Notoriamente, sono proprio i manager delle PMI che presentano i requisiti migliori per condurre presentazioni 02 /2015 di ogni tipo e conquistare il pubblico: essi, infatti, sono in genere abituati a esprimersi in modo piuttosto chiaro, possiedono le competenze specialistiche necessarie e non hanno (più) bisogno di impreziosire i loro discorsi con espressioni ricercate e vocaboli stranieri. Di fatto, un buon oratore fa il buon venditore. Oratori specializzati o versati sanno come plasmare il loro linguaggio, trovare le parole giuste per convincere gli altri con argomentazioni efficaci e conquistarli con il loro messaggio. Molti dirigenti delle PMI non comunicano con i loro interlocutori «Tuttavia, molti dirigenti delle PMI non conoscono purtroppo la strutturazione e la tecnica che si cela dietro a un messaggio», afferma il noto consulente di comunicazione e autore di testi specialistici di Uhwiesen Marcus Knill. «Ecco perché molti di loro parlano spesso a vuoto, senza seguire il filo del discorso e con formulazioni troppo complicate. Altri ancora parlano con un tono di voce troppo alto o troppo basso, oppure con un ritmo troppo veloce o troppo lento. Alcuni sbrodolano semplicemente le frasi in modo del tutto distaccato, facendole finire in un calderone inconsistente e poi nel dimenticatoio. Il dramma è che ne 02 /2015 risulta penalizzata la credibilità dell’oratore, anche, se malgrado tutto, i contenuti e gli aspetti tecnici della sua presentazione erano impeccabili». Molti manager delle PMI, malgrado un ottimo bagaglio di conoscenze specialistiche, non riescono a raggiungere i propri interlocutori, perché non hanno mai studiato – oppure appreso in modo errato o addirittura dimenticato – la tecnica di rivolgersi al pubblico con frasi chiare ed esempi pregnanti nel giusto ritmo. esempi convincenti e i momenti di pathos devono essere pianificati ed esercitati. - È opportuno possedere una conoscenza base delle tecniche di argomentazione e di persuasione, dell’articolazione e del linguaggio del corpo. Un corso di retorica sarebbe altamente consigliabile per tutti i dirigenti delle PMI. E ancora meglio, se si riesce a destreggiarsi nelle “schermaglie della retorica”: è così che gli esperti definiscono l’autodifesa verbale, ossia Eppure a volte si verifica anche la capacità di controbattere la situazione contraria: spesso in modo abile, intelligente e alcuni dirigenti sono insicuri flessibile alle critiche. Alle sull’esito delle loro presen- riunioni aziendali, ad esempio, tazioni, si sentono sotto quando si verificano degli pressione, si arrovellano e si “scambi di colpi virtuali” – irrigidiscono inutilmente. Tanto oppure quando un cliente varrebbe, consiglia Knill, se «si minaccia d’involarsi. ponessero semplicemente così come sono, rimanendo quanto Il segreto sta sempre nelle parole azzeccate. più genuini possibile». In entrambi i casi, comunque, Joachim Zoellner un’esperienza carente non favorisce affatto la retorica degli oratori occasionali. Meglio quindi puntare sempre su una buona preparazione. Tre sono gli aspetti fondamentali: - Occorre disporre di una conoscenza eccellente dei contenuti per poterli poi anche esprimere al meglio. - Le presentazioni lunghe necessitano sostanzialmente di una strutturazione ponderata. Gli