Charles Baudelaire Perdita d`aureola CD1

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Charles Baudelaire Perdita d`aureola CD1
PARTE UNDICESIMA
CAPITOLO I
Dal liberalismo all’imperialismo: Naturalismo e Simbolismo (1861-1903)
La situazione economica e politica, l’organizzazione della cultura e l’immaginario, § 4
CD1
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Charles Baudelaire
Perdita d’aureola
[Poesie e prose]
Perdita d’aureola è un poemetto in prosa compreso nella raccolta Lo Spleen di Parigi, pubblicata da Baudelaire nel 1869. Nella frenetica vita cittadina di Parigi il poeta ha perduto l’aureola, che gli è caduta nel
fango; e ora racconta l’avvenimento a un amico incontrato in un bordello. Lo scenario cittadino non è casuale, come non è casuale l’ambientazione in un bordello: il poeta frequenta le prostitute perché è irresistibilmente attratto dall’analogia fra la loro situazione e la sua. D’altra parte la condizione del poeta moderno è quella dell’anonimato. Non vive più nell’Olimpo (non beve quintessenza, né mangia ambrosia
come gli dèi cari alla poesia classica), ma è solo uno della folla. È importante notare che la perdita dell’aureola viene sentita come qualificante: è la consapevolezza di tale perdita che determina la modernità
e la qualità della poesia. Chi raccoglierà quell’aureola e se la metterà in testa potrà essere solo un «poetastro», un artista arretrato e dunque di bassa qualità.
da Ch. Baudelaire, Poesie e prose, a
cura di G. Raboni, Mondadori, Milano
1973, p. 403.
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«Come, voi qui, mio caro? In un bordello voi, il bevitor di quintessenza, voi, il mangiator d’ambrosia!1
Veramente c’è di che stupire».
«Mio caro, sapete quanto temo i cavalli e le carrozze. Poco fa nell’attraversare il Boulevard, in gran
fretta, mentre saltellavo nel fango tra quel caos dove la morte giunge al galoppo da tutte le parti tutt’in
una volta, la mia aureola è scivolata, a causa d’un brusco movimento, giù dal capo nel fango del macadam.2 Non ebbi coraggio di raccattarla, e mi parve meno spiacevole perder le insegne, che non farmi
romper l’ossa. E poi, ho pensato, non tutto il male vien per nuocere. Ora posso passeggiare in incognito, commetter bassezze, buttarmi alla crapula3 come il semplice mortale. Eccomi qua, proprio simile a
voi, come vedete!».
«Per lo meno dovreste mettere un avviso per chi trovi quest’aureola; farla richiedere dalla polizia
urbana».
«No, in fede mia! Sto bene qui. Mi avete riconosciuto solo voi. D’altronde la dignità mi annoia, e
inoltre penso con gioia che qualche poetastro la prenderà e se ne incappellerà impudentemente.4 Fare la felicità del prossimo, che gioia! E specialmente d’un prossimo che mi farà ridere! Pensate a X…,
o a Z…! Eh? che bellezza!».
1 mangiator d’ambrosia: l’ambrosia, nella mitologia classica, era il cibo degli dèi e conferiva immortalità a chi se
ne cibava. Il poeta ha perso la sua condizione di sacralità per divenire un «semplice mortale», uno della folla.
2 macadam: tipo di pavimentazione stradale formata da
pietrisco compresso. Prende il nome dall’inventore, John
Loudon McAdam, 1756-1836.
3 buttarmi… crapula: mangiare e bere smodatamente.
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese Manuale di letteratura
4 No… impudentemente: Baudelaire non lamenta la perdita di aureola, né cerca di riprendersela. Anzi è consapevole che tale perdita caratterizza la nuova condizione del poeta moderno e la qualità della sua opera.
[G. B. PALUMBO EDITORE]