Dieta obbligatoria ad Atlantic City per le cameriere… de Borgata

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Dieta obbligatoria ad Atlantic City per le cameriere… de Borgata
29 settembre 2015
Attualità e politica del gioco 3
Totoguida Scommesse n. 70
Dieta obbligatoria ad Atlantic City
per le cameriere… de Borgata
STATI UNITI
di Giampiero Moncada
LA CORTE D’APPELLO DEL NEW JERSEY HA DATO TORTO ALLE RAGAZZE CHE SERVONO COCKTAIL AL
CASINO DI BORGATA: LA CLAUSOLA CHE PREVEDE IL LICENZIAMENTO SE PRENDONO PESO È CORRETTA
stinato ai miliardari americani che hanno voglia di
buttare un po’ di soldi al casinò. Proprio in questi giorni
si è conclusa una vicenda
giudiziaria iniziata ben 10
anni fa, quando alcune Borgata Babes, le sexy cameriere
che servono i cocktail ai
giocatori, hanno fatto causa
alla proprietà che nel contratto aveva inserito una clausola sul loro peso forma: se
fossero ingrassate o dimagrite di oltre il 7% del loro
peso iniziale avrebbero potuto essere licenziate per
giusta causa.
L’avvocato delle 22 ragazze
che hanno portato in tribunale il Borgata Casinò sosteneva, naturalmente, che
quest’obbligo costituisse una
ingerenza nella vita privata
delle dipendenti e aggiungeva che si erano registrati
anche episodi di mobbing
con pesanti pressioni, che
arrivavano alle prese in giro
Il complesso Borgata, ad Atlantic City.
Sotto, tre immagini dal calendario di cui
le Borgata Babes sono protagoniste
A
dispetto del nome italiano, il complesso alberghiero Borgata si
trova nel New Jersey, in una
città che punta a far concorrenza a Las Vegas, ed è de-
delle ragazze che sembravano mettere su qualche etto.
Inoltre, legittimare una clausola di questo tipo avrebbe
significato riconoscere che
il ruolo delle cameriere era
ufficialmente quello di oggetti sessuali.
Ed è proprio quello che è
successo, visto che la Corte
d’appello del New Jersey
ha dato ragione al Borgata
Casinò perché le mansioni
delle Borgata Babes sono
strettamente connesse al loro
aspetto fisico, tant’è che ogni
anno vengono anche ritratte
in un calendario sexy. La
sentenza, comunque, ha risolto solo parzialmente la
diatriba e ha rinviato ad altre
sedi alcuni aspetti della complessa vicenda.
n
CONCORRENZA SLEALE
In Belgio multano il monopolio
per abuso di posizione dominante
L’Antitrust
accoglie
la denuncia
di Stanleybet
e del Pmu
e sanziona
la Loterie
Nationale che
ha violato le
norme antitrust
lanciando il
Totocalcio belga
L
a lotteria nazionale belga sfrutta il monopolio
per conquistare il totocalcio, ma l’Antitrust le
infligge una sanzione di 1,19
milioni di euro per abuso di
posizione dominante. La Loterie Nationale gestisce in
monopolio giochi come il
Lotto e l’EuroMillions, ma
offre anche – in concorrenza
Chiuse due agenzie a
Napoli: facevano giocare
ragazzi minorenni
hiuse due sale scommesse a Pianura, un quartiere di Napoli
che registra frequenti episodi di criminalità, perché facevano regolarmente giocare dei minorenni. Una delle due sale
era, peraltro, del tutto abusiva, visto che piazzava le scommesse
collegandosi a un bookmaker estero senza alcuna concessione
italiana. Sono stati identificati sei giovanissimi che scommettevano regolarmente e altri 15 ragazzi sono stati fermati mentre
si apprestavano a entrare nelle sale scommesse.
Le sanzioni previste per i gestori delle due sale, che sono state
poste sotto sequestro, sono costituite da una multa che va da
un minimo di 5mila fino a 20mila euro e dalla chiusura del
locale fino a un mese.
Va detto che nel 2014 i Monopoli hanno effettuato in tutt’Italia
16mila controlli mirati espressamente a verificare la presenza
di minorenni nei punti gioco, oltre a quelli che accertano l’osservanza di tutte le altre norme di legge, e sono state rilevate
in totale 114 infrazioni a questo specifico divieto. Un dato che i
Monopoli considerano da attenzionare ma inferiore a quanto
possono far pensare i frequenti allarmi sul gioco minorile.
C
Una pubblicità
dello Scooore,
il totocalcio belga
con altri operatori – una
serie di prodotti come lo
Scooore, appunto la versione
locale del Totocalcio. L’indagine è partita proprio dalle
segnalazioni effettuate da
alcune compagnie – Stanleybet, Pmu e Sagevas – e
da un’associazione, la World
Federation of Advertisers.
L’accusa per la Loterie Na-
tionale è di aver inviato, nel
gennaio del 2013, delle mail
pubblicitarie a tutti i propri
clienti appassionati di lotterie
per sostenere il lancio dello
Scooore. L’Autorità Garante
del Mercato ha riconosciuto
il comportamento scorretto,
dal momento che la Lotteria
ha allestito il database sfruttando il monopolio, e non
in un contesto concorrenziale. E questo per gli altri
operatori si è tradotto in un
handicap che non è stato
possibile colmare in un lasso
di tempo ragionevole e con
degli investimenti economici
sostenibili. La Loterie Nationale ha comunque ammesso le proprie responsabilità, e grazie all’atteggiamento collaborativo ha ottenuto una riduzione del 10%
della multa.
n
29 settembre 2015
Attualità e politica del gioco 5
Totoguida Scommesse n. 70
Stanno emergendo le prime verità
sulla politica del territorio nel gioco
LEGISLAZIONE
di Stefano Sbordoni
Il Tribunale
Amministrativo
Regionale del
Lazio ha accolto
i ricorsi inoltrati
da esercenti
di Formia:
il Comune aveva
emesso
un’ordinanza
che imponeva
la chiusura
delle sale
alle ore 20,00
I
l Tar, Tribunale
Amministrativo Regionale
del Lazio – seStefano Sbordoni
è avvocato del Foro zione distaccadi Roma esperto di ta di Latina
normativa italiana
(Sezione 1a) –
e internazionale
in materia di giochi con due diverse
e scommesse.
pronunce, la
prima del 16 settembre 2015
e la seconda più recente del
22 settembre 2015 (con la
quale peraltro dichiarava improcedibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse essendo i provvedimenti oggetto di censura già
annullati), accoglieva i ricorsi
proposti dai singoli esercenti
avverso la «[...] deliberazione
del Consiglio Comunale di
Formia del 29 settembre
2014 [...] recante atto di indirizzo per la disciplina degli
orari per l’esercizio delle attività di gioco lecito sul territorio del Comune, con cui
si è stabilito che l’orario
massimo di attivazione degli
esercizi vada dalle ore 10,00
alle ore 24,00 e dell’ordinanza del Sindaco di Formia
dell’8 ottobre 2014, con la
quale l’orario massimo di
attivazione, per l’esercizio
degli apparecchi e congegni
automatici da gioco di cui
all’art. 110, sesto comma,
del Tulps, negli esercizi autorizzati, è stato stabilito
dalle ore 10,00 alle ore
20,00». Seguendo l’orientamento di altri Comuni italiani, anche il primo cittadino
di Formia adottava un provvedimento in forza del quale
gli apparecchi da divertimento ed intrattenimento di
cui all’art. 110, comma 6 a)
e b) Tulps dovevano essere
spenti entro le ore 20.00. I
ricorrenti (nel primo giudizio
che si è concluso con la pronuncia del 16 settembre
2015), essendo intervenuto
in giudizio anche il concessionario di rete di riferimento, lamentavano davanti il
giudice amministrativo tra i
vari motivi anche:
• la mancata istruttoria e
proporzionalità degli effetti dell’ordinanza sindacale;
• la mancata dimostrazione
della massiccia presenza
di soggetti affetti da ludopatia. Evidenziavano a
tal proposito i ricorrenti
la carenza negli atti del
Comune di indicazioni
circa il numero delle persone oggetto delle indagini statistiche, ed il nu-
mero dei soggetti affetti
da ludopatia residenti nel
Comune di Formia. Ed
invero il governo comunale di Formia avrebbe
addotto, a giustificazione
degli impugnati limiti di
orario, il numero crescente di cittadini che userebbero gli apparecchi da
gioco, senza far riferimento ad indicatori statistici ed a dati numerici.
Ciò posto, i Giudici, nell’accogliere le censure addotte dai ricorrenti, hanno
ben evidenziato le lacune e
le gravi carenze poste in essere da una politica del territorio quantomeno maldestra, rilevando che «il sindaco [...] avrebbe adottato
un orario di attivazione più
restrittivo di quello stabilito
nell’atto consiliare di indirizzo, ma dalla motivazione
dell’ordinanza sindacale non
emergerebbe alcun riferimento alle ragioni di fatto e
di diritto che hanno indotto
il sindaco a detta scelta; vi
sarebbe una contraddittorietà
nell’azione delle varie PA
coinvolte nel procedimento
di rilascio dei titoli abilitativi
per l’esercizio dell’attività
svolta [...] le quali da un
lato consentirebbero l’apertura di sale vlt (videolottery)
per la raccolta del gioco le-
cito ex art. 110, sesto comma, cit., mentre dall’altro
lato inciderebbero di fatto
sugli orari di apertura di
dette sale; l’ordinanza sindacale contrasterebbe con il
regolamento comunale sulla
disciplina delle sale da gioco
e dei giochi leciti, dal cui
art. 15 emergerebbe, di fatto,
come vi siano anche attività
aperte di notte [...]. Mancherebbe inoltre qualsiasi
indicazione circa il numero
delle persone oggetto delle
indagini statistiche, il numero dei soggetti affetti da
ludopatia in Formia, una
proporzione tra tale numero
e la popolazione della zona
(in modo da contestualizzare
il problema)». Per il Tar laziale dunque «il ricorso è
fondato [...] il riferimento
alle statistiche della Asl appare generico e, in ogni caso,
non chiarisce l’entità del fenomeno della “ludopatia”
nel territorio del Comune di
Formia, giacché tale territorio non coincide con l’ambito territoriale di competenza dell’Asl procedente
(l’Asl di Latina)». A tal proposito, prendendo in prestito
un termine calcistico, il comune di Formia commette
un clamoroso autogol lad-
Roma, il Palazzaccio, sede del Tar del Lazio
dove sostiene che «l’indagine da parte della competente Azienda Sanitaria Locale, essendo stata avviata
da poco tempo, non può essere avvalorata da dati sufficienti alla determinazione
della consistenza del fenomeno».
Tutto ciò appare poi utile
per evidenziare i danni che
produce una regolamentazione priva di alcuna investitura da parte del Governo
centrale e del Legislatore
primario. Ed infatti, nella
seconda pronuncia sempre
del Tar Latina del 22 settembre 2015, i Giudici amministrativi ben evidenziano
come «appare fondato anche
il secondo motivo di ricorso,
nella parte in cui è volto a
censurare l’azione del Comune di Formia, per avere
questo in un primo tempo
rilasciato un elevato numero
di licenze ex art. 86 Tulps,
per l’installazione di apparecchi da gioco in locali non
dedicati in via principale e/o
esclusiva al gioco e alle
scommesse, e per aver poi,
in un secondo tempo, proceduto ad una generalizzata
limitazione dell’orario di attivazione dei citati apparecchi (senza differenziare i
vari tipi di esercizi e, dunque,
non tenendo conto di quelli
autorizzati ex art. 88 Tulps),
anziché revocare le ben n.
132 licenze rilasciate».
La compressione del diritto
di iniziativa economica imposta dai governi dei territori
nei confronti di società che
hanno e continuano a fare
importanti investimenti appare quantomeno eccessiva,
anche in vista del prossimo
bando di gara del 2016.
Come si possono fare previsioni di bilancio e richiedere, da parte del Governo
centrale, ulteriori entrate (si
pensi all’onere di Stabilità
introdotto con la finanziaria
del 2015) se poi i vari enti
locali (Regioni e Comuni)
pongono in essere delle politiche restrittive e sterili.
Peraltro – come tristemente
dimostrato dal Tar Latina –
non supportate da alcun dato
scientifico. L’intero assetto
del settore, soprattutto nella
sua funzione di controllo del
territorio – così come le gare
del 2016 –, viene messo a
rischio se non verranno definitivamente (ed immediatamente) ristabilite le competenze, ribandendo che la
commercializzazione dei giochi pubblici non è affare regionale ma di esclusiva competenza del Governo centrale.
n