Più facile il “no” della Questura per aprire sale slot in periferia

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Più facile il “no” della Questura per aprire sale slot in periferia
3 novembre 2015
Attualità e politica del gioco 3
Totoguida Scommesse n. 80
IN PRIMO
PIANO
tati Uniti: solitamente sono i
jackpot milionari a spingere
gli appassionati delle lotterie a
varcare i confini solo per piazzare una giocata, in Illinois invece basta un premio da 601 dollari. Tutto parte dallo stallo tra
Governo e Parlamento per l’approvazione della legge di bilancio: i termini per vararla sono
scaduti questa estate e, a causa
del braccio di ferro, sono rimasti
congelati capitoli di spesa come
S
In Illinois i giocatori
della lotteria fanno
i pendolari
quello per l’assistenza ai disabili
o le pensioni. Paralizzata anche
la Lotteria di Stato che a settembre ha bloccato il pagamento dei
premi sopra i 25mila dollari – e
tra questi ci sarebbe anche un
jackpot da 262 milioni di dollari
del Mega Millions –, poi a metà
ottobre è stata costretta a stoppare anche quelli al di sopra dei
600 dollari. A beneficiare di questa situazione sono le lotterie degli stati limitrofi Indiana, Ken-
tucky e Iowa: il flusso di pendolari era già elevato a luglio ed è
notevolmente cresciuto con il
blocco del pagamento dei premi
di seconda fascia. Le lotterie arrivano a stimare un aumento di
vendite anche del 15% nelle zone
di confine, in alcune rivendite addirittura si parla di un incremento
dell’80%. La lotteria dell’Illinois,
dal canto suo, ha preferito non
fornire cifre sull’andamento delle
giocate.
Più facile il “no” della Questura
per aprire sale slot in periferia
IMPEGNO SOCIALE
di Gioel Rigido
Firenze, quartiere Novoli:
il nuovo Palazzo di Giustizia
LOTTA ALLE LUDOPATIE
Acogi diventa una Onlus
che contrasta i problemi
di dipendenza da gioco
cogi diventa una Onlus. L’associazione
presieduta da Ugo Cifone (nella foto), il titolare
di ctd che ha legato il suo
nome alle battaglie per la
legittimazione dei ctd in sede
europea, sta per modificare
lo statuto in modo da ottenere
il riconoscimento di Organizzazione senza fini di lucro.
L’Associazione italiana dei
consumatori e degli operatori del gioco, che quindi
rappresenta sia gli utenti del
gioco che le imprese coinvolte, è nata come organismo indipendente e senza
scopo di lucro. Di fatto, nasce da un gruppo di titolari
di ctd, i centri trasmissione
dati collegati a bookmaker
esteri non concessionari, che
l’hanno fondata a Firenze
nel 2009.
«In questi anni abbiamo ampliato il nostro raggio d’azione», dice Ugo Cifone, «interessandoci all’emergenza
sociale relativa al gioco problematico e intraprendendo
inziative di supporto, comunicazione e assistenza degli
A
l distanziometro finisce
con il cacciare slot e sale
scommesse dai quartieri
centrali delle città e confina
il gioco nelle periferie, aggravandone il degrado. A
sostenerlo questa volta non
è un operatore dei giochi,
ma il Tar Toscana che però,
in sostanza, ha usato questa
osservazione per respingere
il ricorso di una sala videolottery. L’apertura di una
sala da gioco «in un contesto
già esposto a numerose turbative dell’ordine pubblico
rischia di tradursi in un fattore che può ulteriormente
deteriorare la situazione»,
hanno osservato i giudici
nella sentenza della settimana scorsa, precisando che in
questo ambito la Questura
«è titolare di una discrezionalità assai ampia».
La vicenda è quella di un
gestore che aveva indivi-
I
duato un locale adatto nel
quartiere Novoli di Firenze,
e aveva verificato che rispettasse le distanze minime – 500 metri nel capoluogo toscano – da tutti i
punti sensibili. A quel punto
aveva avviato i lavori di ristrutturazione e chiesto la
licenza di pubblica sicurezza, convinto che la Questura
non avrebbe sollevato alcuna obiezione. Ma la Questura ha invece replicato
che in quella zona «si erano
avute numerose rapine, si
erano verificate liti, sia in
strada che in locali pubblici,
ed erano stati effettuati arresti e denunce di numerosi
soggetti».
Un ragionamento che i giudici hanno condiviso in pieno. Anzi, il Tar Toscana ha
spiegato che la Questura non
deve limitarsi ad accertare
che chi richiede la licenza
Il Tar della
Toscana vieta
l’apertura
di una sala
nel quartiere
Novoli
di Firenze:
«Rischia
di deteriorare
ulteriormente
la situazione»
di pubblica sicurezza sia in
possesso dei requisiti soggettivi e oggettivi, ma deve
anche valutare «le complessive ricadute che il rilascio
delle autorizzazioni può avere in materia di ordine pubblico e sicurezza urbana, intesa come garanzia della sicurezza collettiva». E questo
anche se non c’è «un esplicito ed evidente rapporto di
causa effetto tra l’apertura
di un’ulteriore sala giochi
in zona e la turbativa dell’ordine pubblico e della sicurezza urbana». È infatti
una «circostanza non contestabile, come correttamente
evidenziato dalla Questura»,
hanno concluso i giudici,
«che il settore dei giochi e
della scommesse è esposto
a numerosi rischi tra i quali
quello di condotte pericolose
per la pace sociale».
n
addetti ai lavori per contrastare direttamente fenomeni
di dipendenza e di coinvolgimento minorile, al fine di
tutelare l’interesse generale
e l’ordine pubblico».
Agli operatori, che sono sostanzialmente i titolari di
centri scommesse, l’Acogi
offre un servizio gratuito di
assistenza legale e fiscale,
oltre a un supporto alla comunicazione e nei rapporti
con i mass media. Sul fronte
dell’utenza, quindi dei giocatori e in particolare di coloro che hanno sviluppato o
rischiano di sviluppare problemi di dipendenza, offre
l’assistenza di medici specialisti e conduce indagini
di rilevamento dei fenomeni
devianti sul territorio.
«Di recente», dice ancora
Cifone, «abbiamo sviluppato
sul nostro sito internet
un’area di discussione e confronto che abbiamo chiamato
“Acogi al femminile”, rivolta
alle donne vittime, direttamente o indirettamente, del
gioco patologico».
GPM
3 novembre 2015
Attualità e politica del gioco 5
Totoguida Scommesse n. 80
Le restrizioni inutili tra caccia
alle streghe e dati improbabili
LEGISLAZIONE
entre in Italia
il settore del
gaming è sospeso tra le deStefano Sbordoni
è avvocato del Foro cisioni della
di Roma esperto di magistratura (i
normativa italiana
concessionari
e internazionale
in materia di giochi di rete hanno
e scommesse.
proposto ricorso in appello al Consiglio
di Stato avverso le decisioni
del Tar del Lazio che hanno
respinto la seconda richiesta
di sospensiva avverso la Determina di Adm per la ripartizione del cosiddetto onere di Stabilità 2015) e l’approvazione della Stabilità
2016 con le sue gare, gli organi decisionali del nostro
Paese dovrebbero guardare
a quello che succede nel
resto dei Paesi europei e fare
tesoro delle loro esperienze.
La caccia alla streghe, che
fin dal Medioevo è sintomo
di oscurantismo e di ignoranza, non è solo un fenomeno italiano – e questo potrebbe consolarci – ma ha
caratterizzato anche Paesi
che sono da sempre noti per
la loro “apertura mentale”.
Le norme introdotte dal governo austriaco con l’intento
di ridurre il numero dei giocatori patologici non sono
servite a nulla. È quanto rileva Automatenverband (Associazione degli operatori
dell’apparecchio automatico
austriaca) nella pubblicazione dell’ultimo rapporto ufficiale sulle dipendenze connesse al gioco pubblico in
Austria. Il report 2015 sembrerebbe sancire che le misure introdotte a tutela del
giocatore sono state tutte
vane e non hanno risolto alcunché. Ecco un elenco delle
di Stefano Sbordoni
In Austria
le misure prese
a tutela
dei giocatori
contro i rischi
di ludopatie
si rivelano
totalmente
inefficaci...
In Italia
si continua a
far demagogia,
anziché affidarsi
a studi e ricerche
autorevoli,
in barba alle
indicazioni della
magistratura
M
restrizioni del governo d’oltrealpe:
1) limitazione del numero
delle concessioni;
2) drastica riduzione del numero di slot machine;
3) controlli di accesso;
4) identificazione dei giocatori;
5) rilascio di carte del giocatore;
6) severe restrizioni orarie;
7) divieto di installare macchine da gioco nei singoli
stati federali.
In Italia stiamo vivendo la
stessa cosa, peraltro senza il
supporto di alcun dato scientifico. Nel nostro Paese, infatti, pochi fatti di cronaca,
nelle migliori tradizioni, vanno a sopperire a relazioni
che potrebbero rilevare che
un effettivo problema sociale
oggi non c’è.
Ed infatti alcune decisioni
del Tar dell’Emilia Romagna
hanno detto chiaramente che
le ordinanze sindacali che
hanno imposto limiti d’orario
non erano supportate da alcuna relazione scientifica, rilevando apertamente che le
Asl non hanno ben operato
ed evidenziando un chiaro
difetto d’istruttoria, in assenza
del quale i provvedimenti
amministrativi perdono tutta
la loro rilevanza. Per non
parlare poi di alcuni comuni
dell’hinderteland milanese
che hanno emesso ordinanze
particolarmente restrittive
solo per le sale dedicate (dove
vengono installate vlt) – e
non per gli esercizi commerciali dove ci sono le awp –
tenendo conto solo dei dati
sui fenomeni connessi al gioco patologico forniti da un
centro anziani (sic!).
Per ritornare allo Studio austriaco, di cui il nostro legislatore (sia a livello centrale
che a livello territoriale) dovrebbe tener conto, questo
rileva apertamente che confrontando i dati 2009 con
quelli del 2015 «... statisticamente, tuttavia, non si ri-
leva nessun cambiamento significativo circa il problema
del gioco patologico nella
popolazione austriaca», anzi
il fenomeno viene definito
costante, il che comporta
l’inutilità delle misure restrittive a carico dell’industria
dell’intrattenimento. Divieti
e restrizioni, come la storia
insegna, sono state spesso
inefficaci ed inutili, e lo
stesso potrebbe accadere nel
nostro Paese se non si corre
ai ripari. Due le occasioni:
la Legge di Stabilità 2016 e
la nuova proposta di legge
che ricalca la riforma prevista
dalla Delega Fiscale. Del resto anche la Corte di Giustizia
Europea – con consolidata
giurisprudenza – ha stabilito
che le restrizioni al gioco
devono essere motivate e
idonee, in maniera documentata, a garantire il conseguimento degli obiettivi realistici. Le restrizioni non devono andare oltre quanto necessario per raggiungere tale
obiettivo. È questa concretezza che oggi più che mai
necessita al nostro Paese se
si vuole una politica realistica, le cui decisioni siano
basate su studi redatti da
centri di ricerca ed università
accreditati e credibili, con
tutto il rispetto dei centri ann
ziani e delle Asl.