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DOMENICA 27 – LUNEDI 28 – MARTEDI 29
LUGLIO 2014
TREKKING ATTORNO AL CAMPANILE DI VALMONTANAIA
Percorso anulare, attraverso i gruppi del Cridola e degli Spalti di Toro e Monfalconi, nel cuore selvaggio
delle Dolomiti di sinistra Piave. Un lungo percorso attraverso valli, forcelle, cime solitarie e pascoli assolati,
si sfila al cospetto della più solitaria e famosa delle guglie dolomitiche, il Campanile di Valmontanaia.
Difficoltà: EE, itinerario lungo e faticoso, per escursionisti sicuri e ben allenati.
Bibliografia: L. Visentini, Dolomiti d’Oltre Piave, Athesia. Meridiani Montagne, Dolomiti Friulane n. 23 set.
2006. Cartografia: Dolomiti di sinistra Piave 1:25.000, foglio n. 021.
DOMENICA 27 - Dislivelli: salita m. 1300, discesa m. 1200 - Tempi di marcia: ore 6,30.
In auto, con un pò di attenzione lungo la stradina forestale che percorre la bellissima Val Talagona, si
raggiunge il rifugio Padova.
Dal Rifugio Padova m 1278 ,si lascia il Pra di Toro in prossimità della sbarra di accesso. Appena più su, a
sinistra, un cartello indica la nostra direzione. Sul buon sentiero n. 346 si sale all’ ombra del bosco,
costantemente, con tre successive e gradite pause di pendenza. Poi cominciano i mughi e nella macchia, al
mattino, si ode il verso del capriolo. S’incontra il bivio col segnavia n. 342 per la Val d’ Arade e, infilando
decisamente il solco superiore della Val Pra di Toro, si mantiene la sinistra. Compaiono nude le crode, di qua
il sistema articolato della Cima Giàf e in là la bastionata massiccia del Cridola. La traccia supera il limite
della vegetazione e si allunga, in falsopiano oramai, attraverso un ampio valloncello di erbetta e di massi
franati. È un bel passaggio, un lento ed arioso corridoio nella natura, e culmina in fondo nella significativa
Forcella Scodavacca m 2043, ore 200. (La sella è modellata dal ghiaione al fianco della Cima Maddalena
e si allinea alla contrapposta china della Tacca del Cridola).
Lì si abbandona il segnavia n. 346 diretto alla traversata con il Rifugio Giaf e volgendo quindi a sinistra, col
n. 344, si monta per ripido terreno un po’ franoso sulla Tacca del Cridola m 2290, ore 1,00-3,00.
Dall’intimissimo intaglio, controllando la scivolata fra i detriti giù nel canalone verso la Val Cridola, si
discende alquanto e ci s’allarga infine sulla destra per facili roccette anche scoscese così da raccordarsi al
bivacco Vaccari m 2050, ore 1,00-4,00.
Alle spalle del bivacco è d’ obbligo salire innanzi tutto, per il pietrame della Cuna, sulla non lontana Forca del
Cridola m 2176, ore 0,20-4,20. Dall’insellatura regolarmente modellata fra la Punta Savorgnana e il
Monte Vallonut si cala poi, in traverso a sinistra, nel pensile catino della Mescola. La traccia anticipa il
gradone inferiore, centrale e scabroso, e si arresta presso una specie di colletto rilevato da un gendarme
esterno. Lì si scopre un canale laterale, a ridosso della massiccia Punta Savorgnana e che scivola ripido con
detriti franosi. Lo si asseconda preferibilmente alla sua destra, dove la traccia è in qualche modo marcata,
senza impegno e però limitando il movimento dei sassi. Un centinaio di metri più in basso, allo sbocco,
s’interseca il bivio a sinistra col percorso n. 348 per il Passaggio del Vallò o Forcella Fossiana. Il nostro
sentiero tiene comunque la destra e perde ulteriormente di quota su una mobile china. Siamo in pieno
Vallonut di Forni, intimo e grande cadin. Traversando per lo più a destra su un conciliante terrazzo, sono
zolle verdissime, viene da stendersi e rigenerarsi. Il sentiero riprende quindi calando lento un altro tratto
e lascia il solco dell’avvallamento. Altre piste, di pastori o cacciatori, potrebbero fuorviare. Il segnavia si
allunga in ogni caso a mezza costa, tagliando uno scabro promontorio. Diviene anche ardito, sopra alcune
scarpate, ma corre facile come una cengia e controllando il passo si doppia la sponda del Monte Boschet m
1706. S’incontra il pratone del diruto cason, che si vorrebbe ripristinare con una nuova baita. Un nuovo
incanto. A destra stacca l’ Anello di Bianchi, noi per il lungo attraversiamo invece l’intera radura. E infine,
grazie alla vegetazione che attutisce il gran salto, si discende tutto quanto il fianco del monte oramai lesti
sino al rifugio Giaf, nel fondovalle ore 2,00-6,20. (Cena-Pernottamento-colazione telefono rifugio
0437-439656).
LUNEDI 28 - Dislivelli: m. 900 – Tempi di marcia: ore 5,00
Dal rifugio con il sentiero 242 si segue il tratto in comune col sentiero per la Forcella Urtisièl fino a m 1580
(segnalazioni al bivio). Nella macchia dei mughi lì si scarta a destra e rimontando poi I’ erta costa
settentrionale fra il Torrione e la Cima Barbe s’agguanta la Forcella del Cason m 2200 circa. Giù per
quest’altro cantone alla testata della Val Monfalcon di Forni, quindi bipartita dal dosso che pure incide
l’intermedia Forcella del Torrione, si scende negli ultimi minuti presso il bivacco Granzotto-Marchi, ore
2,40.
Si sale dunque, lateralmente alla testata della Val Monfalcon di Forni, con il sentiero 349, sulla Forcella del
Leone m 2290. E quindi si discende pressoche I’ intera Val Monfalcon di Cimoliana ignorando il precedente
stacco intermedio. Anticipando verso la fine lo sbocco inferiore dell’avvallamento nel Pian Meluzzo, una
segnalazione consente di raccordarsi in quota sulla costa a destra al rifugio Pordenone, ore 2,15-4,55.
(Cena-Pernottamento-colazione telefono rifugio 0433-88.002.
MARTEDI 10 - Dislivelli: m. 1000 – Tempi di marcia: ore 4,30.
Sulla sinistra del rifugio Pordenone si monta il boschetto alle sue spalle, per raccordarsi con il sentiero n.
353 proveniente dal sottostante parcheggio nel gran solco della Val Montanaia. Quindi ci s’incammina
pazientemente su per la copiosa fiumana di detriti e affiora l’acqua. Da sinistra confluiscono in successione
due significativi canaloni e a una svolta fa capolino improvvisamente emozionandoci la cuspide del Campanile
di Val Montanaia. Oltre la valle si rinserra e ci s’alza ripidamente pure su banali gradini, mentre il torrente
di nuovo scompare interrandosi. Con un erto scarto sulla destra fra i mughi si guadagna il fotogenico
terrazzo che mette a nudo tutto quanto lo slancio meridionale dello stesso campanile (bivio segnalato viepiù
a destra per l ‘itinerario Alpinistico Luciano Micheluz). Sorpassandolo al piede destro dunque per una
scarpatina e la valletta laterale si raggiunge il dosso erboso sul retro del suo mitico salto settentrionale,
dove ancora sorge il Bivacco Perugini m 2060 circa (eretto con 9 brande nel 1961 dalla Società Alpina delle
Giulie e dalla sezione XXX Ottobre del CAI di Trieste sotto il patrocinio della Fondazione Antonio Berti,
dedicato alla guida friulana Giuliano Perugini perita l’anno prima in montagna). Trascurato lo stacco a
sinistra dell’itinerario per la Forcella Segnata si mantiene la destra del solenne cadin superiore, sfiorando
quasi da quest’altra parte la Forcella Cimoliana e il relativo capolinea del Sentiero Attrezzato Piero
Tajariol. Si ultima così la salita per ghiaie alla testata centrale del vallone interamente scorso, presso la
Forcella Montanaia m. 2333, ore 2,45 incisa tra la Cima di Forcella Montanaia e la Cima Both (volgendo
indietro lo sguardo all’incantevole conca raccolta fra il nostro campanile e le ulteriori crode che
l’attorniano). Dopo i primi passi più accidentati la successiva calata nel contrapposto versante avviene, colI’
esperienza necessaria, lungo il velocissimo balzo d’un canalone sassoso di ben 400 m. Raggiunto il fondo
della Val d’ Arade si scende nella macchia verso sinistra colla traccia n. 342 e più giù col sentiero n. 346 per
la Val Pra di Toro è la conclusione al Rifugio Padova, ore 1.45-4,30.
PARTENZA DOMENICA 27 ALLE ORE 5,30 DALLA SEDE CON MEZZI PROPRI
INFORMAZIONI: Graziano Maimeri 333-56.12.182