FINO A UN CERTO PUNTO ATTO PRIMO La scena si apre su una

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FINO A UN CERTO PUNTO ATTO PRIMO La scena si apre su una
FINO A UN CERTO PUNTO
ATTO PRIMO
La scena si apre su una stanza di ambiente alto-borghese. A sinistra un camino. Grandi piante in fondo ai due
lati. Una poltrona al centro. Davanti alla poltrona un tavolino. Sedie disposte in ordine. Un mobile con cassetti.
E’ buio fitto. Dal camino escono Adolfo e Mammaruolo, due ladri, con una torcia in mano ciascuno.
Mammaruolo si porta dietro un sacco. Ha un occhio bendato. Vestiti da carcerati sono incatenati assieme.
MAMMARUOLO- Ecco, ce l’abbiamo fatta.
ADOLFO- Accidempoli, però! Non si vede niente.
MAMMARUOLO- Per forza, siamo nelle cantine. Sento già l’odore del vino. Delle botti.
ADOLFO- Vino?
MAMMARUOLO- Certo, i ricchi, il vino, lo mettono nelle cantine.
ADOLFO- Perché, i poveri dove lo mettono?
MAMMARUOLO- E che cazzo ne so? Che so, un enologo, io? So un enologo? (si muove intorno alla stanza,
come alla ricerca di qualcosa) Dove saranno le bottiglie?
ADOLFO- Sei stato grande Mammaruolo! Sapevo che il tuo aiuto sarebbe stato indispensabile. E’ per questo
che ho scelto te per evadere.
MAMMARUOLO- Non credo che ci fosse alternativa.
ADOLFO- Parla come mangi!
MAMMARUOLO- Ah, quasi dimenticavo! Tieni, sono riuscito a procurarmi questa pistola. (passa a Adolfo una
pistola)
ADOLFO- Formidabile Mammaruolo! E’ vera?
MAMMARUOLO- No, purtroppo la Vera era finita. C’ho messo dentro la Ferrarelle.
Adolfo spara ed esce acqua. Ha una faccia inebetita.
MAMMARUOLO- Sì, però adesso mi spieghi tutto, eh? Io, in queste case, solitamente ci vengo per rubare.
ADOLFO- Io non rubo, hai capito?
MAMMARUOLO- Sì, lo so che te eri dentro per motivi politici, ma…
Si accende la luce. Entrano due cameriere, Simona e Tamara, che portano un faro. Simona canta “I love you,
baby”. Appena le sentono, i due si nascondono dietro la poltrona.
SIMONA- I love you, baby.. Ecco, dobbiamo piazzarlo qui.
TAMARA- Sei sicura? Mi sembrava di aver capito che dovevamo metterlo dall’altro lato.
SIMONA- Va beh, noi lasciamolo qui, poi ci penserà il regista.
TAMARA- Simo…
SIMONA- Eh?
TAMARA- Il cavaliere ci riprova.
SIMONA- No!
TAMARA- Dice che gli piaccio, che mi vuole assicurare un futuro.
SIMONA- E te?
TAMARA- E io non so cosa fare…
SIMONA- Come non sai cosa fare? Ma sei scema, non vorrai mica passare tutta la vita qua dentro, a serviri ‘sti
burini!
TAMARA- Sì, ho capito, ma a Carletto mio che gli racconto, che sono andata a letto col cavalier Capra per avere
un futuro assicurato?
SIMONA- Non ho capito.
TAMARA- Coma non hai capito? Ha detto una frase ordinaria con un soggetto, un verbo, un complemento
oggetto. Una frase priva di componenti metaforiche.
SIMONA- Questo l’ho capito, non vedo dove sta il problema.
TAMARA- Come dove sta il problema? Carletto l’anno prossimo mi vuole sposare. Mi avrebbe sposato anche
quest’anno se non ci fossero stati i mondiali di calcio.
SIMONA- E allora? Ma perché, soltanto le signore ci possono avere un amante? Le poveracce no? Eh, se questa
cosa fosse capitata a Simona, svelta di lingua, di mani e di mona.
TAMARA- Il fatto è che ci sta Michele.
SIMONA- Michele chi?
TAMARA- No, perché Michele sarebbe il mio amante ufficiale, e non vorrei che rimanesse male se… (uscendo)
Appena se ne sono andate i due ladri escono sorpresi da dietro le poltrone.
ADOLFO- Ma dove cazzo siamo?
MAMMARUOLO- Eh, me lo chiedo anche me.
ADOLFO- Non dovevamo essere nelle cantine, disgraziato? Non sentivi l’odore del vino?
MAMMARUOLO- E mi sa che ho sbagliato.
ADOLFO- E hai sbagliato sì, stronzo. Ma non eri un esperto in queste cose?
MAMMARUOLO- E mi sarò arrugginito, dopo 7 anni di carcere. Comunque, questa è la casa del Cavalier
Capra, non è quello che volevi?
ADOLFO- Sì, ma siamo proprio nella stanza del ricevimento, idiota. Ci beccheranno subito.
MAMMARUOLO( comincia a rubare quello che trova e a metterlo nel sacco) Ma no, ci nascondiamo dove
prima. Guarda quanta bella roba!
ADOLFO- Ma cosa fai?
MAMMARUOLO- Aho, rubo. Io rubo, sono un ladro.
ADOLFO- Hey, tu non sei venuto qua per rubare, hai capito?
MAMMARUOLO- Aho, a toninegri, a me dei tuoi motivi politici non me ne frega un cazzo, duiuanderstend?
ADOLFO- Meglio rubare, vero? Ingenuo, credi che questi atti individualistici possano migliorare la tua
condizione?
MAMMARUOLO- Senti, il patto era che ti aiutavo a uscire dalla prigione e a entrare nella casa del cavaliere, no?
L’ho fatto, no? Adesso non mi rompere i coglioni.
ADOLFO- No, le condizioni del patto non erano queste. Comunque tu avresti dovuto portarmi nelle cantine.
MAMMARUOLO- Cosa vorresti dire, che non ho senso dell’orientamento? Ma se te non ti ricordi nemmeno
dove hai pisciato mezz’ora fa!
ADOLFO- Ma cosa c’entra l’orientamento con questo discorso? Lo vedi che sei una bestia? Non hai ancora
raggiunto una chiara coscienza di classe!
MAMMARUOLO- Ah bello, a me la predica non la fai, hai capito? Li conosco, i tuoi discorsi. La classe, il
comunismo, eccetera, ma io non ho mai ammazzato nessuno, te sì.
ADOLFO- Io? Anche se fosse, lo avrei fatto esclusivamente per avviare un processo al regime politico. Per
permettere di attuare un reale mutamento strutturale nella società…
MAMMARUOLO- Ah bello, la dovete finire con le vostre utopie di sinistra, bisogna tornare ai valori di un
tempo, quando le donne erano in casa a cucinare la mesciua e gli uomini a lavorare…
ADOLFO- Sto parlando con un barbaro, non credo alle mie orecchie…
MAMMARUOLO- Ah, non ci credi eh? la verità fa male, eh? Bisogna capire che le donne sono…
Entra Simona. I due cercano di nascondersi, ma non fanno a tempo. Adolfo si china sul divano rimanendo col
sedere davanti al pubblico, Mammaruolo è rimasto fermo come un palo con un sorriso ebete stampato sulla
faccia. Tamara, incredibilmente, non si accorge di loro.
SIMONA- I love you, baby, tananana, ah eccolo (prende uno straccio che aveva dimenticato ed esce)
Appena uscita, i due si rilassano.
MAMMARUOLO- E i negri? Oh, tanto di cappello agli atleti, oh nello sport vanno fortissimo, ma a livello
intellettuale, bisogna riconoscerlo, sono inferiori ai bianchi.
ADOLFO- Ma dove le hai sentite ‘ste stronzate?
MAMMARUOLO- Guarda, non parliamo di queste cose, che c’ho già tanti problemi.
ADOLFO- Oh, son ganzo quando faccio così?
Adolfo fa una faccia assurda.
MAMMARUOLO- Smettila che c’ho tanti problemi.
ADOLFO- Ma che problemi c’hai?
MAMMARUOLO- Problemi di salute.
ADOLFO- Di salute?
MAMMARUOLO- Ma sì. Il medico del carcere un mese fa m’ha detto che non c’è niente da fare.
ADOLFO- Ma cos’hai?
MAMMARUOLO- Ma…praticamente. C’ho un pezzo di pelle rivoltato.
ADOLFO- Un pezzo di pelle rivoltato?
MAMMARUOLO- Sì, un pezzo di pelle avvoltolato su se stesso.
ADOLFO- Fa male?
MAMMARUOLO- Ma no che non fa male.
ADOLFO- E allora?
MAMMARUOLO- E’ che è un pezzo di pelle… di pene. Praticamente la pelle è rivoltata, no? E allora va
ostruire parzialmente il buco, l’orifizio, no? Eh! E allora quando vado al bagno, non riesco mai a centrare il buco
del water, il piscio mi va dappertutto. E a volte, in base all’inclinazione dell’apertura che si sposta a seconda del
tempo, mi piscio tutto in faccia. Guarda, non è un bel vedere. Lo sai che ti dico? Guarda, una cosa che ci penso
sempre 80 volte prima di dirla perché non voglio che mi prendano per scemo. Secondo me, il piscio è peggio
dello sterco.
ADOLFO- Beh, effettivamente, è un bel problema.
MAMMARUOLO- Altro che rivoluzioni! La sinistra è stata sconfitta, altro che balle. Bisogna finirla coi divorzi e
gli aborti che minano alle fondamenta la nostra società. Tornare ai valori, bisogna. “Fratelli D’Italia l’Italia s’è
desta”…
Entrano il Cavalier Capra e Tamara. I due si nascondono dietro la poltrona.
CAPRA- Tamara mia, quanto sei bella! Dai un bacetto al tuo cavaliere preferito.
TAMARA (gli dà un bacio sulla fronte)- Per adesso solo questo. Cavaliere, ma che gli dirò, a Carletto e a
Micheluccio miei?
CAPRA- (baciandola dappertutto) Che i soldi non puzzano, cara.
TAMARA- Ma Cavaliere, me lo fa un piacerino?
CAPRA- Tutto quello che vuoi, bella.
TAMARA- Me la fa fare la valletta in un programma televisivo? E’ sempre stato il mio sogno.
CAPRA- La valletta?
TAMARA- Sì, dai, in una delle sue televisioni. Figuriamoci se lei non può!
CAPRA- Ma certo, mia bella porcona. Ma io non ti faccio fare solo una trasmissione, 100 te ne faccio fare. Ti
faccio presentare anche il telegiornale, tanto il risultato sarebbe lo stesso. Ma adesso stai zitta che dobbiamo far
presto.
TAMARA- Perché?
CAPRA- Fra poco torna la dottoressa che è di là con mia moglie. A proposito… bisogna comprare al più presto
un golfino per il nostro Gracco.
TAMARA- Gracco, è un suo nipote?
CAPRA- Ma quale nipote? E’ il cagnolino che teniamo in campagna. In inverno soffre il freddo. Ma Dove
eravamo rimasti, bella?
TAMARA- A Gracco.
CAPRA- Sì, sì, però adesso togliti questi vestiti che fra poco vengono gli ospiti.
TAMARA- Sarà molto importante quello che dirà alla televisione, vero?
CAPRA- Vuoi scherzare? Sarà la risposta al disordine dell’Italia. Una soluzione al problema della disoccupazione.
Ma te cosa cazzo capisci, spogliati, dai.
TAMARA- Ma…non sente uno strano odore?
CAPRA- Strano odore?
TAMARA- A dire il vero, cavaliere, trattasi di tanfo quasi insostenibile.
Entra don Messina
DON- E’ permesso?
CAPRA si alza scostando TAMARA. CAPRA non ha i calzoni e TAMARA è mezza svestita.
CAPRA- Ohhh, don Messina, qual buon vento? Venga, venga che le offro un bicchierino.
DON- Oh, posso fermarmi solo un attimo.
CAPRA- Ma cosa… (si accorge di non avere i calzoni e, con affanno, se li rimette) Eh, eh. A cosa debbo questa
visita?
DON- Ho saputo del suo ricevimento.
CAPRA- MA sì, l’avrà senz’altro letto sui giornali.
DON- Esattamente. So che saranno suoi ospiti alte personalità del giornalismo, dello spettacolo, e della politica.
CAPRA- Beh, sì, qualcosina, in effetti.
DON- Stiamo organizzando la raccolta di firme per il referendum sull’abolizione della legge sull’aborto e ci
chiedevamo…
CAPRA- Oh, sì, sì, senz’altro. Io sono assolutamente per la difesa della stirpe, altro che cazzi.
DON- Ottimamente. Vuole firmare qui?
CAPRA (firma) Ma certo (dopo si precipita su TAMARA togliendosi i calzoni) E adesso torniamo a noi..
TAMARA- Ma, veramente…
CAPRA -Togliti le mutande, …ma il pretaccio se n’è andato, no?
TAMARA- No.
CAPRA(con stupore si volta)- Oh, don Messina ,è ancora qui?
DON- Pensavo che avrebbe donato una piccola offerta per sostenere la campagna.
CAPRA- Ma certo, senza soldi non si fa niente ed io, se Dio vuole, di soldi ne ho molti.
DON- Il successo negli affari è il segno del benvolere di Dio
TAMARA- Micheluccio mio dice che questa è una concezione calvinista che serve solo a nascondere i reali
rapporti di forze che si celano sotto il Capitalismo.
Don e Capra si guardano allibiti.
CAPRA- Nelle tasche mi trovo solo un biglietto da 500.000
DON (lo afferra con rapacità)- Va benissimo. Beh, ora è tempo che vada. Magari lascio qui il foglio, così lo farà
firmare ai suoi illustri ospiti.
CAPRA – Certo, l’accompagno (a Tamara) tu rivestiti e vai in cucina, riprenderemo più tardi.
DON- La ringrazio per la sua ospitalità.
CAPRA accompagna Don fuori. Tamara esce dalla parte opposta. Subito Mammaruolo esce per andare a
firmare. Adolfo cerca di fermarlo. S’azzuffano.
ADOLFO- Ma che cazzo fai?
MAMMARUOLO- Voglio firmare, anch’io ho il diritto di farlo.
ADOLFO- La legge sull’aborto è una conquista delle donne.
MAMMARUOLO- Bisogna ripristinare gli antichi valori. Bisogna rimparare a credere, a obbedire e a
combattere.
ADOLFO- Pezzo di merda.
Si sente la voce di Capra e i due tornano a nascondersi.
CAPRA- Arrivederci, arrivederci, don…Tze.. preti del cazzo, cascasse una bomba in Vaticano , cerchiamo un po’
di ripulire l’aria infettata da quel chercuto. (tira fuori una bomboletta spray, poi al pubblico) Dovete sapere che
me li tengo buoni, ma in realtà non li amo. Ah, dottoressa, allora com’è andata la visita?
Entra la dottoressa.
DOTTORESSA- Purtroppo, mio caro cavaliere, le notizie non sono buone.
CAPRA- Ma che dice?
DOTTORESSA- Sua moglie è affetta da una rarissima malattia regressiva nota come Turpiloquina.
CAPRA- Ed è grave?
DOTTORESSA- La sua consorte non ha retto al salto troppo repentino che l’ha portata da una condizione
sociale troppo bassa ad una troppo alta.
CAPRA- Mia moglie è figlia di contadini. Adesso è un po’ sciupata, ma un tempo… Era una meraviglia. Pensi
che l’ho sposata per una scommessa con degli amici che sostenevano che siccome io ero uno degli uomini più
ricchi del paese non avrei mai sposato una poveraccia. Eh, ma quando c’è l’amore…delle scommesse, intendo!
DOTTORESSA- Già, ma il problema è che sua moglie non ha retto l’urto del passaggio sociale, capisce? La sua
natura non accetta più i modi che dovrebbero appartenere ad uno status alto-borghese e così si ribella dando
luogo ad espressioni tipiche delle maniere contadine passate.
CAPRA- E non c’è niente da fare?
DOTTORESSA- Purtroppo no, caro cavaliere.
CAPRA- Ma come mi comporterò con la buona società? Mi dia un consiglio. Altrimenti per cosa la pago a fare?
DOTTORESSA- Beh, io le suggerirei di farla parlare il meno possibile.
ENTRA SIMONA
SIMONA- Signor cavaliere, è arrivato l’onorevole Poltroni.
CAPRA- Oh sì certo, fallo passare. (alla dottoressa) Lei avrà senz’altro sentito parlare dell’onorevole Poltroni,
no?
DOTTORESSA- Certo, ha invitato anche lui?
ENTRA POLTRONI
POLTRONI- Eccomi arrivato. Puntuale come un orologio e munito di regolare invito. (a Simona) E’ tua amica
quella cameriera di là?
SIMONA- Sì perché?
POLTRONI- Dille che è una bella figliola con una faccia molto, ma molto proletaria.
SIMONA- Riferirò (esce)
CAPRA- Buona sera, onorevole. Lei non sa che piacere mi fa conoscerla.
POLTRONI- Il piacere è mio.
CAPRA- Le presento la dottoressa Carota, amica di famiglia di vecchia data, e medichessa personale di mia
moglie.
DOTTORESSA- Lei se non sbaglio è un onorevole del PCI?
POLTRONI- Eh, eh. Ex.
DOTTORESSA- Ah, già, mi perdoni. Pds.
POLTRONI- Ex.
DOTTORESSA- Ehm, Ds.
POLTRONI- Ex.
DOTTORESSA- Ma, mi perdoni. La sinistra non perderà un po’ troppo tempo a cercare nomi nuovi da
presentare agli elettori?
POLTRONI- Beh, la ricerca del voto del ceto medio impone questo ed altro. Non ha visto il film “Il
candidato”?
CAPRA- Eh, eh, la verità, caro dottoressa, è che per difendere i suoi interessi la sinistra è obbligata a cambiar
nome ogni quarto d’ora. Mentre per me, non è così. Ammettiamo che io chiami il mio partito…che so? Partito
Segaioli Italiani, PSI, La gente mi voterebbe lo stesso e lo sa perché? Perché ho i soldi. E la gente è più tranquilla
quando sa di votare una persona che ha soldi, una bella casa, una bella famiglia, un buon lavoro. In più io ho le
tv. Nel caso la gente non sapesse cosa pensare, glielo spiegherebbero le mie televisioni, no?
POLTRONI- L’ultima parte del suo discorso non l’ho molto capita. Ma la prima era meravigliosa. Mi ricordava il
monologo di Rutger Hauer in “Blade Runner”.
CAPRA- Ora sediamoci (si siedono). Lei si starà domandando il perché di questo invito. Vede, oggi farò il mio
proclama alla tv. Ho invitato il Ministro della Guerra ed anche un esponente del principale partito d’oppozione.
POLTRONI- Ah, sì. Chi sarebbe?
CAPRA- Ma …lei.
POLTRONI- Ah, già.
CAPRA- Io sarò certamente un suo avversario politico, ma voglio che lei sappia che la mia lotta sarà sempre
franca e leale.
POLTRONI- Non chiedo di meglio, caro Capra. Anche noi vogliamo offrire un’immagine moderata. Sempre
per via dei ceti medi, capisce?
DOTTORESSA- Ma Non pensate che in questo modo la politica si banalizzerà, perderà tensione se nessuno si
preoccuperà più di disegnare il progetto di una società diversa?
Poltroni e Capra guardano la dottoressa come fosse un fantasma per qualche secondo.
POLTRONI- A dire il vero, sono venuto qui anche per un’altra questione. Si tratta di Ezechieli l’operaio.
CAPRA- E chi è?
POLTRONI- E’ un operaio della sua fabbrica. E’ stato licenziato insieme ad altri suoi tre comp…ehm, amici e…
CAPRA- Non sono io che mi occupo dei licenziamenti e poi ho altro a cui pensare. Comunque dica pure al suo
bravo amico che votando me avrà in breve tempo un lavoro assicurato.
POLTRONI- Lui l’aveva un lavoro.
CAPRA- AH sì? E poi?
DOTTORESSA- Poi lei l’ha licenziato.
CAPRA- Ah. Ma, vede, non sono io che mi occupo dei licenziamenti. E poi c’è un problema di ristrutturazione,
di modernizzazione, di tecnicizzo, sì, come cazzo si dice…
POLTRONI- Beh, ma allora che gli posso dire?
CAPRA- Dica all’Ezechieli… Ezechieli come?
POLTRONI- Palmiro.
Si vede la faccia di Adolfo che sbuca dalla poltrona.
ADOLFO- Ezechieli come?
POLTRONI (senza accorgersi di niente)- Palmiro.
ADOLFO- Ezechieli come?
POLTRONI- Palmiro.
ADOLFO- Ma è mio padre! (viene nascosto da Mammaruolo).
POLTRONI, DOTTORESSA e CAPRA- E’ suo padre? (dopo qualche secondo) Ah, no, mi era parso che
avesse detto qualcosa.
CAPRA- Beh, dica pure al suo Ezechieli Palmiro che se è stato licenziato qualche motivo ci sarà pure.
POLTRONI- Certo. Anche l’attuale linea del partito sarebbe in effetti quella di non imporre necessariamente il
reintegro dell’operaio licenziato senza motivi. Ed è una fortuna perché, non so voi, ma io il reintegro non so
nemmeno cosa sia. Poi, diciamo la verità, L’Ezechieli dovrebbe guardare meno film di Ken Loach. Ma si guardi
qualche Vanzina, piuttosto, no?
CAPRA- Comunque, io ho molto rispetto per la storia della sinistra italiana. Pensi che mio padre ha fatto anche
la resistenza.
POLTRONI- Resistenza?
DOTTORESSA- Ma sì, la lotta dei partigiani contro i nazi-fascisti. Sulle montagne, sa…
POLTRONI- Ah, sì, sì… “Roma città aperta” di Rossellini, no?
DOTTORESSA- E dove l’ha fatta?
CAPRI- Cosa?
DOTTORESSA- Suo padre. La resistenza. Dove l’ha fatta?
CAPRI- Ehm..beh, a… a Ischia.
DOTTORESSA- Ischia?
Entra Isidoro, il fidanzato di Rosa in tuta. E’ appena tornato dal footing. Un tipo sportivo. Balbuziente in
aggiunta.
CAPRA- Oh, ecco l’idiota!
ISIDORO- Ma pe..perché pa..pà mi..mi tratti se-sempre maaale?
CAPRA- Perché non ti meriti altro, hai capito? Vi presento Isidoro, marito di mia figlia, nonché figlio
dell’ingegner Berlinghieri.
DOTTORESSA- Berlinghieri? Il potente petroliere?
CAPRA- Già, potente e soprattuttto ricco. ( a Isidoro) E, ricordatelo bene, è l’unico motivo per cui io ho
acconsentito al matrimonio di mia figlia con te.
ISIDORO- Ma pa..pà io voglio mo-mo-molto be-bene a Gi-Rosa. Non è giu-giusto ch-che tu pa… tu pa… tu
pa…
CAPRA- Sì, sì abbiamo capito. Ma ricordati: io ti odio, ricordatelo bene.
DOTTORESSA- Forse non dovrebbe parlargli così. E’ sempre il figlio di Berlinghieri.
CAPRA- M’ha persuaso. Beh, diciamo che ti odio ma in fondo mi sei simpatico. Però in fondo, eh?
POLTRONI- Ha una faccia che non mi è nuova. Io l’ho certamente vista in qualche film.
ISIDORO- Ce-certo, io ho vi-vinto anche il Da-da-david di Do-Do-Do il Da-da Di-di Do-do, Da DI…
CAPRA- Ha vinto quella cazzata di David di Donatello, vuol dire. Come lo odio, come lo odio.
POLTRONI- Sì, lei ha interpretato l’ultimo film di Pupi Avati, come si chiama?
ISIDORO- Tre fra- fratelli di fro—Fra—fro..
POLTRONI- Tre fratelli di fronte al nulla, si, me lo ricordo.
CAPRA- Lui interpretava il nulla. Rosa, è arrivato quel rimbambito di tuo marito, vieni che ti presento agli ospiti.
Vedrete, adesso vi faccio conoscere la mia perla.
Entra Rosa con la Madre Anna. Rosa è vestita come Giulietta.
CAPRA- Anna ti prego non mi far fare delle figuracce. Parla il meno possibile, mi raccomando.
ROSA- Buon giorno a tutti.
Il dottoressa e Poltroni si alzano.
DOTTORESSA- E’ un onore conoscerla.
POLTRONI- E’ un ono…ehm, maledizione volevo dirlo io… sono feli…è un vero pia…ehm…ciao!
ISIDORO- Ca-cara la mi-mia mo-mogliettina. Co-co-co-co
ROSA- Bene grazie, ma allontanati ti prego. Ti sei mangiato le bruschette con l’aglio anche stamane?
ISIDORO- Ma lo-lo sa-sai che fanno bene ai po-polmoni.
DOTTORESSA- Le bruschette con l’aglio? Fanno bene ai polmoni? In gergo tecnico questa si suole definire una
solenne minchiatona.
ISIDORO- Cara, da un po’-po’ di te-tempo noto che tu-tu mi se-sei un po-poco distante. Co-co-co
CAPRA- Perché ti odia, coglione! Non l’hai ancora capito che ti odiano tutti, che sei odioso? Ora basta! Fuori da
casa mia. Ma è il figlio di Berlinghieri. Puoi rimanere.
POLTRONI- Se non sbaglio lei ha fatto anche il film “E’ presto o tardi per vomitare?”.
CAPRA- Sì, ha fatto anche quello. Lì faceva il punto interrogativo. (verso del punto interrogativo).
ADOLFO (sbucando da dietro la poltrona)- Madonna, che ganzo quando fa quel muso lì. Mi fa morire. (viene
nascosto da Mammaruolo)
POLTRONI- Ma è straordinario, me lo farebbe un autografo? (tira fuori un taccuino), guardi qui quanti ne ho.
Sa, a Roma ho la possibilità di conoscere molti attori. Guardi questo è l’autografo di Raoul Bova. Lo faccia qua,
vicino a quello di Franco Nero.
ISIDORO- Oh, il gra-grande Franco. Sì, ma il mio pi-più grande va-vanto è un altro.
ROSA- No, ti prego, non recitare più la poesia.
ISIDORO- Io ho vi-vinto il premio di poesia Ca- Caccola du-du-eeemila.
CAPRA- Per forza, con tutti i soldi che ho tirato fuori.
DOTTORESSA- Il premio Caccola? Ma è un premio importantissimo! Come può averlo vinto lui che a
malapena sa leggere!
CAPRA- No, no. Leggere sa leggere. Solo che non sa scrivere!
ISIDORO- Vo-volete che ve-ve-ve…
ROSA- No, ti prego, Isidoro.
POLTRONI- Come può leggere la poesia con quel difetto di pronuncia?
CAPRA- In effetti è una cosa inspiegabile. Quando legge le poesie il difetto sparisce.
DOTTORESSA- E’ un fenomeno scientifico elementare. La balbuzie sparisce quando il soggetto ha di fronte un
ritmo ben preciso da mantenere.