LA SINDROME DI STENDHAL

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LA SINDROME DI STENDHAL
LA SINDROME DI STENDHAL
L'arte può provocare turbamento nell'animo umano: è quanto accade quando si
manifesta la famosa sindrome di Stendhal.
La sindrome di Stendhal è una patologia psicosomatica che può insorgere quando si
è di fronte ad opere d'arte di straordinaria bellezza. La sindrome provoca difficoltà
respiratorie e tachicardia, vertigini, capogiri, confusione e allucinazione a chi osserva
una bellissima opera in uno spazio ristretto.
E' chiamata così in quanto la prima descrizione della
sindrome è stata data dal noto scrittore francese
Stendhal (qui a destra, nell'immagine), il quale, dopo
essere stato a visitare l'Italia, ha dichiarato che: "Ero
giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le
sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti
appassionati. Uscendo dalla Santa Croce, ebbi un battito
del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo
temendo di cadere". La sindrome è chiamata anche
sindrome di Firenze, città dalle mille bellezze, in cui
spesso essa si presenta.
Fu, però, Graziella Magherini (2003), psichiatra e
psicoanalista italiana ad orientamento freudiano, la
prima ad identificare la cosiddetta sindrome,
osservando il comportamento di turisti stranieri che, in visita a Firenze,
presentavano episodi di sofferenza psichica e alcuni sintomi descritti prima, come
vertigini o svenimenti, di fronte a bellezze artistiche. Queste persone venivano
colpite soprattutto negli spazi stretti della "Galleria degli Uffizi", mentre erano a
stretto contatto con le opere d'arte.
Il malessere provato non è grave, anzi, è transitorio, e non lascia conseguenze. Le
persone affette sono soprattutto quelle con una personalità sensibile.
Più che un'emozione estetica, si tratta di un turbamento dovuto alla contemplazione
profonda dell'opera d'arte che si ha di fronte (soprattutto pittura e scultura, anche
se alcune ricerche contemporanee hanno affermato che questa sindrome abbia
effetto anche con la musica). Viene a crearsi un disordine mentale, che porta
all'aumento del battito cardiaco e, in rari casi, a svenimenti.
Secondo le ricerche svolte da Magherini (2003), ci sono tre modi in cui la sindrome
può manifestarsi:
1. disturbi cognitivi, ovvero la percezione alterata di suoni e colori che confonde
la mente dell'osservatore;
2. disturbi dell'affettività, con sentimenti di superiorità (euforia, eccitamento) o
inferiorità ("sentirsi piccoli" e inutili di fronte alla grandezza delle opere);
3. crisi di panico, con sudorazione, tachicardia, angoscia.
I soggetti che soffrono di questa sindrome sono sanissimi, questo disturbo non
indica assolutamente l'avere uno stato mentale patologico.
Tale sindrome ha origine nel cervello, che, in persone particolarmente sensibili,
riceve troppi impulsi visivi in un unico momento, producendo un'intensa
eccitazione, che si tramuta nei sintomi citati prima. In questa sindrome si affacciano
anche i neuroni specchio, che fanno da tramite tra opera e cervello.
Il soggetto affetto da tale sindrome, secondo l'approccio psicoanalitico, è preso a
livello inconscio, dalla grandezza del bello, del quale vorrebbe impossessarsi.
L'osservatore prova un forte senso di impotenza, davanti a cotanta perfezione, che
lo sconvolge. E' come se lui stesso volesse essere autore di un'opera di tale bellezza.
Così si producono reazioni neurovegetative e malesseri psicosomatici.
Per quanto riguarda la neuro-estetica, introdotta dal neurologo Zeki, il nostro
cervello non si limita a fare da spettatore alla visione dell'opera d'arte che abbiamo
di fronte, anzi, ogni volta che vediamo qualcosa di artistico, costruiamo nella nostra
testa un'opera d'arte. Siamo dotati, perciò, di un cervello artistico.
Fonti:
-Per approfondire l'argomento, si consiglia la lettura del seguente saggio: "La
sindrome di Stendhal. Il malessere del viaggiatore di fronte alla bellezza dell'arte" di
Graziella Magherini (2003).

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