Canidapresa 6-2009

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Evoluzione e
involuzione
A partire dagli
anni ‘70 il fila
brasileiro iniziò a
essere esportato
in Europa e in
Nord America.
I soggetti con
grossa ossatura
incontravano
maggiormente i
gusti del pubblico.
Fu così che venne
immesso sangue
di altre razze per
incrementare
la taglia.
Da quel momento
è iniziato un
sostanziale
cambiamento
non solo
dell’aspetto ma
anche delle
caratteristiche
psichiche del cane.
A
bbiamo più volte affrontato il problema relativo
alle differenze morfologiche e caratteriali del fila brasileiro senza spiegare le motivazioni
che hanno creato tali disparità.
Negli anni '70 il fila brasileiro
incominciò a esser conosciuto al
di fuori del paese di origine.
Molte persone rimasero affascinate da questo cane che riusciva
a svolgere le diversi mansioni
affidategli con grande tenacia e
determinazione. Fu così che iniziarono a importare i primi soggetti in America ed Europa. Le
richieste aumentavano a dismisura e i soggetti con ossatura
maggiore erano quelli che più
andavano incontro al gusto
delle persone. Fu così che venne
immesso del sangue di altre
razze (mastiff, mastino napoletano e alano) proprio per favorire tale caratteristica. Così facendo si è determinato non solo un
sostanziale cambiamento dell'aspetto, ma anche delle caratteristiche psichiche del cane. I sog-
Soggetti con evidenti tratti del mastiff inglese
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getti derivati da tali incroci risultano apatici, svogliati e poco
propensi a svolgere il proprio
lavoro. Il fila brasileiro è un cane
dal forte impatto, la forza fisica
gli permette di trattenere animali di taglia grande come lo
zebù (vacca brasiliana) e la sua
agilità gli permette di poter
schivare i colpi del giaguaro e
altri animali. Viene da sè che
risulta difficile che un soggetto
come quelli in figura soggetti
con evidenti tratti del mastiff
inglese, possano svolgere tali
compiti, ed è ancor più sconcertante che allevatori continuino a
selezionare esemplari con tali
caratteristiche solamente per
scopi commerciali. E' vero il fila
brasileiro è un cane che necessita di attenzione e sacrifici tali da
evitare di poter recare danno ad
altre persone, ma perchè selezionare soggetti totalmente
diversi dall'originale solo per
renderli più vendibili? Leggendo
le testimonianze dei vecchi
fazenderos, abbiamo appreso
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il fila brasileiro, come
tutte le razze da guardia, non ammette estranei nel proprio territorio
e non ne permette
il contatto con
il suo proprietario
che fino agli anni '50-'70 il fila brasileiro non presentava nessuna delle patologie odierne. I vecchi
fazenderos sostenevano infatti di non aver mai
visto un loro cane morire per cardiopatie o torsione gastrica, oggi invece difficilmente un fila supera i 6/8 anni proprio a causa di tali problemi.
Socrate già ai suoi tempi tra il 399 e 469 soleva
dire dei cani da guardia della regione della molossia in Grecia “…tratto incantatore di sua natura….perfettamente mansueti verso le persone
della famiglia… mentre con gli estranei succede il
contrario…”.
Questa frase dovrebbe farci riflettere sul comportamento dei cani da guardia in genere, eppure
questa estate abbiamo visto foto di fila in spiaggia
sdraiati nella folla e in presenza di altri cani,
abbiamo visto fila viaggiare sui treni come fossero dei cani di piccola taglia, abbiamo visto fila
rimanere seduti al tavolino di un bar mentre il
padrone prendeva il caffè all'interno, abbiamo
sentito dichiarazioni di persone che dovrebbero
tutelare la natura del fila parlare di soggetti che
prendono in bocca la mano dell'estraneo/amico e
lo fanno accomodare sul divano di casa. Gli esempi riportati qui sopra non sono delle invenzioni,
bensì testimonianze documentabili di proprietari
di fila. La cosa che dà maggiormente fastidio, non
è la scelta della gestione del cane (molti scelgono
un soggetto di una razza soltanto per gusto estetico e lo obbligano a comportarsi in maniera differente dalla sua natura), bensì il ragionamento
distorto dei proprietari poco competenti che, plagiati dalle parole degli allevatori, credono che tali
atteggiamenti non interferiscano con il lavoro originario del fila. Di conseguenza ritengono che in
caso di aggressione il cane sappia benissimo come
comportarsi. Tutto ciò è falso: il fila brasileiro,
come tutte le razze da guardia, non ammette
estranei nel proprio territorio e non permette il
contatto di estranei con il suo proprietario. La
domanda finale per l'analisi del temperamento è
la seguente: per quale motivo nelle expo CAFIB e
CAFIBE il premio al vincitore viene consegnato a
debita distanza e nelle altre expo il giudice non
solo è abbracciato al proprietario durante le foto,
ma si permette anche di accarezzare il cane?
Andando ad analizzare il fenotipo poi, ci troveremo di fronte a una grande disomogeneità.
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Abbiamo fila che raggiungono i 90 kg, altri che
hanno ventre retratto tipico dell'alano, altri ancora con pelle in eccesso, petto a botte, diametri
stretti in alcuni casi ed estremamente larghi in
altri. Tutte queste differenze sono dovute all'immissione di altre razze all'interno del fila e, ancora oggi, continuando la selezione con tale pratica,
non si è arrivati a una stabilità sia nel fenotipo che
nel genotipo. Portando avanti queste linee di sangue compromesse si sono modificate caratteristiche che sono da secoli proprie della razza, come
l'agilità, il forte carattere, l'attitudine alla caccia,
ma anche alla salvaguardia e conduzione delle
mandrie, sostituendole con caratteristiche che li
hanno resi più miti e più accessibili al mercato.
Come sappiamo i vecchi fazenderos trattavano i
cani solo come strumento di lavoro, non c'erano
cure mediche e il cane doveva lavorare l'intera
giornata prima di potersi rilassare e mangiare i
pochi avanzi delle famiglie. Solo i soggetti in
grado di svolgere determinati compiti venivano
nutriti, gli altri venivano abbandonati al loro
destino. Ed allora mi chiedo: è possibile che la
natura abbia selezionato un fila di 70/90 kg per un
lavoro così duro? E perchè mai la natura del fila si
è “evoluta” creando cani dal carattere mite o apatico viste le avverse condizioni di vita da affrontare? E' per questo che si parla di fila puro! Già “fila
puro” considerato da questi signori un' isola felice, una chimera, un qualcosa che non è mai esistito (ma la verita è che è esistito ed esiste ancora ed
è solo grazie al Cafib brasiliano se ancora oggi
possiamo godere di tale gioiello naturale). Gli alle-
Classici fila con tratti tipici dell'alano
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vatori che usano frasi come: “i miei sono dei fila;
io mi sono costruito un fenotipo; i miei cani si rassomigliano tutti quanti” non hanno compreso che
nel fila non c'è da costruire nessun tipo! Nessuno
costruisce niente, il fila ha una sua variabilità
genetica e ha uno standard di razza redatto da
Cruz molti anni fa. Tale necessità di cambiare la
razza è evidente nella modifica dello standard,
avvenuta più volte negli ultimi anni, smorzando le
qualità caratteriali in modo da renderlo più appetibile al mercato, favorendo inconsapevolmente o
implicitamente l'allevatore e l'allevamento di questi pseudo fila. Per fortuna ci sono persone che
valutano l'acquisto del cucciolo e incominciano a
informarsi e a non credere ciecamente a tutto ciò
che l'allevatore racconta loro, non si soffermano
sull'apparenza, ma approfondiscono tutte le componenti tipiche di razza. Le persone che stanno
apprezzando le doti del fila originario sono sempre in aumento e gli allevatori incominciano a
usare la parola CAFIB a seconda del cliente. E' per
me bello vedere che fino a un anno fa gli allevatori definivano il cane CAFIB un cane “selvaggio” e
“brutto”, mentre oggi molti di loro nei loro siti
inseriscono lo stemma di questo club o addirittura
diventano soci delle organizzazioni a tutela del
fila (Unifila o CAFIB) in Brasile. Allevare una qualsiasi razza non deve essere una facile fonte di guadagno, ma bisogna aver passione e rispetto per ciò
che la natura ci ha donato.
Marco Pompili
Aniello Aliberti

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