IL COMMENTO

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IL COMMENTO
LA SCHEDA
UNA STORIA SBAGLIATA
Genere:Drammatico
Regia: Gianluca Maria Tavarelli
Interpreti: Isabella Ragonese (STEFANIA), Francesco Scianna (ROBERTO), Mehdi
Dehbi (KHALEED), Stefania Orsola Garello, Nello Mascia, Pietro De Silva, Andrea
Bruschi.
Nazionalità: Italia
Distribuzione: Palomar
Origine: Italia (2015)
Soggetto e sceneggiature:Angelo Carbone, Leonardo Fasoli, Gianluca Maria Tavarelli
Fotografia (Scope/a colori):Marco Pieroni
Musiche: Pietro Leveratto
Montaggio: Alessandro Heffler
Durata: 109 minuti
IL COMMENTO
Era assente dal grande schermo dal 2006 Gianluca Maria Tavarelli ("Non prendere impegni
stasera", presentato alla Mostra di Venezia, ma nel frattempo ha girato fiction tra cui "Il giovane
Montalbano" 1 e 2), una pausa che questo film certifica come troppo lunga.
E' che il regista torinese conferma di saper firmare pochi ma qualificati titoli (sei in venti anni a
partire da "Portami via", del 1994) e di padroneggiare uno stile che mescola spezzoni di storia, di
realtà e di finzione inducendo ad una apparente confusione che si ricompatta quando i pezzi del
mosaico ritrovano coerenza e la follia si acqueta nella ragione.
"Cos'altro vi serve da queste vite/ora che il cielo al centro le ha colpite/ora che il cielo ai bordi le ha
scolpite". Questi sono alcuni versi della canzone di Fabrizio De André che dà il titolo al film e che
possono inquadrare la vicenda in una storia densa di stratificazioni psicologiche, e un cinema, nel
quale i sentimenti violentati diventano ribellione politica, anzi etica, ansia civile di non
rassegnazione, la rincorsa tra passato e presente come offuscamento di ogni riflessione sul futuro.
Al regista va riconosciuto il coraggio di una struttura narrativa ispida e talvolta ruvida, tuttavia
finalizzata a indagare con dolore e qualche cattiveria i teneri risvolti degli affetti tra i due
protagonisti.
Girato per gran parte in Tunisia per motivi di sicurezza, il film conferma lo sguardo originale,
profondo e personale di Tavarelli, autore di un film che non fa concessioni alla retorica: gli scontri
tra Stefania e la sua guida e interprete irachena non solo mettono in luce la difficoltà di capirsi tra
culture ma non fanno sconti né all'una né all'altro degli interlocutori in una ricerca motivata da una
molteplicità di pulsioni al cui centro si trova (qui risiede l'ulteriore elemento di originalità) una
donna.
Non però una donna soldato ma, in modo molto più originale, semplicemente una moglie a cui
Ragonese offre anche un corpo che muta, con un profilo che diviene sempre più affilato.
Come una vita scolpita ai bordi.