visualizza - Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Brescia

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visualizza - Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Brescia
È nata la Federazione degli
Ordini dei Medici Veterinari della Sicilia
Il lungo percorso di collaborazione e confronto intrapreso
da tempo dai Presidenti provinciali è sfociato nella
proposta, licenziata positivamente dalle Assemblee dei
nove Ordini, di associarsi in una Federazione Regionale.
I Presidenti pro tempore hanno sottoscritto, difatti, giorno
26 ottobre 2004 a Palermo, l’atto costitutivo della
Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Veterinari
della Sicilia.
I compiti statutari devoluti alla Federazione Regionale sono:
• vigilare, sul piano regionale, alla conservazione e
difesa del decoro professionale e della indipendenza
della professione;
• studiare i problemi professionali ed organizzativi
soprattutto riferiti alle esigenze ed alle caratteristiche
della Regione e proporne le soluzioni;
• esaminare preventivamente gli argomenti posti
all’ordine del giorno del Consiglio Nazionale F.N.O.V.I.
per concordare una eventuale comune linea di condotta
in seno a detto organo;
• promuovere, coordinare e realizzare tutte le iniziative
atte a sviluppare un’efficace azione culturale veterinaria
e di aggiornamento sul piano regionale;
• sviluppare e mantenere, nel quadro delle linee generali
della F.N.O.V.I. rapporti con le l’Università siciliane,
Enti, Organi politici e amministrativi della Regione,
onde collaborare allo studio, all’elaborazione,
ed alla attuazione di tutti quei provvedimenti che
possono comunque avere interesse per la professione
veterinaria, per l’assistenza e la sanità;
• designare i rappresentanti della Federazione Regionale
presso commissioni, Enti, Organizzazioni a carattere
regionale e nazionale;
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• collaborare con la F.N.O.V.I. per l’espletamento dei
compiti della stessa, devoluti mantenendo all’uopo
stretti rapporti con la Presidenza e con il Comitato
Centrale di detto organo;
• esaminare ogni e qualsiasi problema di interesse
professionale, scientifico, assistenziale, previdenziale,
fiscale ed organizzativo che ciascun Ordine intenda
discutere, onde propugnare idonee azioni per le
soluzioni auspicate;
• coordinare e, per quanto possibile, uniformare le
iniziative degli Ordini, sia nell’espletamento dei compiti
ad essa conferiti dalla legge, sia per quanto concerne
attività facoltative, quando sussista un comune interesse
professionale e deontologico;
• promuovere intese tra gli Ordini dei Veterinari della
Regione Sicilia e delle altre Regioni circa l’applicazione
delle convenzioni nazionali o a carattere regionale e
provinciale, nel rispetto della legge istitutiva e delle
disposizioni emanate dalla Federazione Nazionale
degli Ordini dei Veterinari Italiani, promuovere
analoghe intese circa la formulazione e l’applicazione
di convenzioni con eventuali strutture regionali del
Servizio Sanitario Nazionale;
• interporsi, in funzione conciliativa, nel caso di contrasti
tra Ordini della Regione, onde comporli nel quadro dei
reciproci interessi e nella superiore visione della dignità
e del decoro professionale;
• trattare tutte le questioni e le problematiche inerenti la
professione veterinaria;
• curare l’informazione periodica degli iscritti.
All’interno del Consiglio Direttivo Regionale, costituito dai
nove Presidenti provinciali (G. Lo Presti Dip. AUSL – AG; E.
Rizzo Dip. AUSL – CL; G. Santocono L.P. – CT; V. Iannotta
IZS – EN; P.P. Niutta Università – ME; S. Caracappa
IZS – PA; S. Criscione L.P. – RG; R. Gissara Dip. AUSL
– SR; P. Surace Dip. AUSL – TP) sono state determinate le
cariche statutarie che vedono pro tempore:
Prof.
Pietro Paolo Niutta (Presidente); Dott. Giuseppe Lo Presti
(Vice Presidente); Dott. Vanni Iannotta (Tesoriere); Dott.
Salvatore Criscione (Segretario).
La prima Assemblea Ordinaria della Federazione,
tenutasi il 15 gennaio u.s. a Pergusa (EN), ha registrato la
presenza di quasi tutti i componenti i Consigli Direttivi dei
nove Ordini. Al tavolo di presidenza oltre al Prof. Niutta
ed al dott. Criscione è stato invitato il dott. Andrea Di
Martino, decano dei Consiglieri.
Nel corso dell’incontro sono state trattate numerose
tematiche riguardanti:
- i contratti per prestazioni libero professionali stipulati
con le Aziende Unità Sanitarie Locali: l’Assemblea,
rimarcando in premessa la necessità di espletare i
concorsi pubblici per la copertura dei posti carenti nelle
dotazioni organiche delle AUSL, ha ritenuto comunque
che, con urgenza, debbano essere stilate delle linee
d’indirizzo univoche, al fine di regolamentare tali
prestazioni professionali;
- i contratti per prestazioni libero professionali stipulati
con l’Associazione Regionale Allevatori: risultano
alquanto “datati” e bisognosi di aggiornamento
(l’ultima revisione contrattuale sugli onorari delle
prestazioni medico veterinarie risale al 1974);
- l’organizzazione di giornate di studio e corsi ECM da
realizzarsi durante il c.a. su tematiche riguardanti
non solo la Sanità Pubblica ma anche gli altri ambiti
professionali;
- la realizzazione di un portale telematico di facile
consultazione ed aggiornato sulle attività della Federazione,
contenente le home pages dei vari Ordini provinciali;
- la possibilità di fornire spunti lavorativi in ambiti e
settori occupazionali diversi da quelli tradizionali, al
fine favorire il superamento dei sempre più frequenti
problemi occupazionali;
- l’opportunità di fornire delle linee guida per l’istituzione
di un’anagrafe equina regionale;
- la realizzazione di un tariffario regionale per le
prestazioni professionali.
Numerosi sono stati gli spunti dettati dagli interventi
dei presenti. In particolare il Dott. Giuseppe Licitra,
Consigliere del Comitato Centrale F.N.O.V.I., ha
comunicato all’Assemblea la prossima costituzione, a
Palermo, di un gruppo di lavoro, avente lo scopo di
approfondire le problematiche sanitarie riguardanti
i Paesi del bacino del Mediterraneo. All’iniziativa
parteciperanno l’Associazione Veterinaria Euro-Araba, la
Regione Sicilia e la Federazione Regionale.
In ultimo, il Presidente ha proposto l’organizzazione di una
giornata di presentazione della Federazione a tutti gli iscritti
agli Ordini siciliani ed alle Istituzioni Pubbliche regionali che
è stata accolta con entusiasmo dall’Assemblea; l’evento
avrà luogo presso la Facoltà di Medicina Veterinaria
dell’Università di Messina nel mese di aprile p.v..
Ha chiuso l’Assemblea l’intervento del Dott. Andrea
Di Martino che, a fronte di tanti anni passati in prima
linea all’interno del mondo professionale siciliano, in
qualità di Presidente dell’Ordine di Caltanissetta prima
ed Enna dopo, si complimentava per la costituzione
della Federazione, della quale si era sempre sentita
la necessità al fine di poter rappresentare nelle sedi
istituzionali una categoria unita nelle iniziative e ferma
nei propositi, nel più alto interesse ed a garanzia della
professione veterinaria.
Alessandro De Domenico
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La veterinaria in Lombardia nel 2004
Carlotta Bernasconi
Presidente Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Milano
Il 2004 è stato, in Lombardia, un anno intenso di
proposte e di lavoro con l’obbiettivo di migliorare
alcuni aspetti istituzionali, legislativi e pratici della nostra
professione. Sono stati affrontati problemi nuovi e temi
che si trascinano da anni, nel tentativo di dare certezze e
soluzioni definitive a tutta la categoria.
mirato allo specifico ambito professionale del sanitario;
ad oggi, inoltre, non sono stati identificati gli organi di
controllo, né le sanzioni per coloro che non raggiungono
i crediti previsti.
L’ordine di Milano, in collaborazione con la Federazione
regionale degli Ordini dei Medici Veterinari della
Regione Lombardia, in questo triennio ha organizzato
eventi gratuiti, riconosciuti ECM, rivolti a tutti i settori
professionali veterinari, per un totale di 58 crediti su i 60
richiesti dal sistema ECM.
Non sono mancati problemi intorno al sistema ECM:
- solo nel novembre 2003 la Commissione nazionale
fissava gli obiettivi formativi per la medicina veterinaria
creando problemi nell’accreditamento di eventi;
- nel mese di luglio 2004 è stato approvato un decreto
sulle caratteristiche dei provider, ,affidando alla Fism
(Federazione delle Società Medico Scientifiche fondata
dal Ministro Sirchia) il compito di costituire e gestire gli
elenchi dei referee e di formarli.
Anagrafe Canina
Nella Regione Lombardia è stato attivato il sistema di
identificazione dei cani mediante microchip e della
relativa registrazione ed iscrizione on-line. Dopo le
consuete difficoltà iniziali, il sistema è ora funzionante,
grazie anche alla piena collaborazione e disponibilità
dimostrata dalla U.O. Veterinaria della Regione
Lombardia con gli Ordini. Sono da definire ancora
alcune competenze.
Passaporto
Questo ha suscitato enormi proteste e contestazioni,
soprattutto da parte della Fnomceo (Federazione
Nazionale dei Medici) che il 17 ottobre ha deliberato
il ritiro dei propri rappresentanti dalla Commissione
Nazionale ECM.
Il decreto non prevede ad oggi per gli Ordini il ruolo di
formatori per aspetti scientifici, limitandolo alla specifica
competenza istituzionale e deontologica. Ciò appare in
contrasto con quanto sancito dalle norme di costituzione
degli Ordini stessi.
La partenza per le vacanze all’estero dei proprietari di
animali d’affezione (cani, gatti e furetti) ha visto anche
l’obbligo del passaporto per i piccoli viaggiatori. Abbiamo
inoltrato richiesta alla regione perché l’attività del rilascio
del passaporto possa essere delegata ai Medici Veterinari
già accreditati alle operazioni di identificazione degli
animali, onde evitare che il proprietario debba recarsi
con l’animale presso la struttura veterinaria pubblica.
Tutte le categorie rappresentate nella Commissione
lamentano il fatto che il Ministero sia sordo alle indicazioni
e alle richieste espresse dalle Federazioni; è auspicabile
che anche la Fnovi prenda posizione in merito.
La Regione Lombardia ha recentemente messo a punto
un proprio sistema ECM Regionale; potranno essere
conseguiti sino al 50% dei crediti in ambito regionale.
Purtroppo anche questo sistema poco si avvicina alla
realtà della medicina veterinaria e delle professioni
sanitarie ad esclusione di quella medica ospedaliera, con
ulteriori costi di accreditamento dei provider e esclusione
di fatto degli ordini professionali per i costi e le
complessità inerenti alla certificazione ISO, indispensabile
per accedere al sistema ECM Lombardo.
ECM
Il sistema di Educazione Medica Continua, a tre anni dalla
sua introduzione, ancora non funziona a regime e delude
le aspettative di tutte la parti in gioco; parecchi sono stati
gli aggiustamenti ed i rimaneggiamenti legislativi, con
conseguenti battute d’arresto e rallentamenti.
L’idea iniziale di proporre un sistema per cui i professionisti
continuassero ad aggiornarsi
era
sicuramente
apprezzabile, ma il sistema che si è delineato non assolve
di certo a questo compito.
L’aggiornamento per i liberi professionisti è affidato
all’iniziativa del singolo, è costoso e può non essere
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venga discussa e diventi legge entro questa legislatura.
Da troppo tempo si rimanda ed il rischio è che si subiscano
iniziative europee che non vedono di buon occhio
l’esistenza degli Ordini professionali, essendo considerati
corporativisti e contro il processo di liberalizzazione dei
mercati, anziché organismi finalizzati al controllo ed al
miglioramento della professionalità e della qualità del
servizio offerto al cliente,
È in corso la definizione di una nuova bozza Vietti
(Vietti bis) che rispetto alla precedente introduce
alcune variazioni su concorrenza, pubblicità, tariffe,
aggiornamento e nuove professioni; è auspicabile che
anche questa nuova proposta venga portata al vaglio dei
rappresentanti delle professioni.
Onaosi
La legge finanziaria 2003 (legge 289, comma 23, art. 52
27/12/2002) ha introdotto l’obbligatorietà del contributo per
tutti gli iscritti agli Ordini dei Medici, Veterinari e Farmacisti.
Alla fine di luglio con l’arrivo degli avvisi di pagamento,
si è levata una imponente protesta, sostenuta anche dalla
raccolta, da parte dell’ANMVI, di quasi 5000 firme per la
richiesta dell’abrogazione del contributo obbligatorio.
In questa occasione si è verificata una forte coesione tra
gli Ordini dei Medici, dei Veterinari e dei Farmacisti di
Milano che hanno scritto lettere congiunte di protesta e di
richiesta di abrogazione.
La Fnovi ha preso atto delle proteste della base ed ha
dato mandato ai suoi legali per valutare i termini di un
ricorso.
Sono state fatte anche interrogazioni parlamentari al
riguardo ed è stato presentato un disegno di legge
per l’abrogazione dell’art. della legge finanziaria sulla
contribuzione obbligatoria.
Leggi
Il Parlamento il 20/07/2004 ha approvato la Legge n°
189 concernente il divieto di maltrattamento degli animali;
legge giusta nei suoi intenti, purtroppo inapplicabile per
l’inefficacia e la difficoltà dei controlli. Gli abbandoni
non appaiano ad oggi diminuiti e si è anzi registrato un
aumento in alcune regioni.
Contro il randagismo non servono forse leggi repressive
e coercitive; è necessario avviare una vera educazione che
modifichi radicalmente la mentalità di molti, portandoli
ad acquisire una cultura zoofila più sana.
Riforma degli ordini
La riforma degli Ordini Professionali è ancora ferma
nonostante le assicurazioni espresse all’inizio di
settembre, a Cernobbio, dal Presidente del Consiglio;
è importante che tale riforma approdi al Parlamento,
Tabella 1- Medici Veterinari nella Regione Lombardia al 31.12.2004
Provincia
Iscritti Ordine
Dipendenti
Liberi Professionisti
Pensionati
Bergamo
320
83
227
10
Brescia
555
170
373
12
Como-Lecco
276
70
203
3
Cremona
269
80
171
18
Lodi
132
30
95
7
Milano
1631
195
1425
11
Mantova
376
149
216
11
Pavia
211
57
148
6
Sondrio
59
30
29
0
Varese
292
48
240
4
TOTALE
4121
912
3127
82
4
La modifica apportata dall’ Ordinanza Ministeriale 23/
08/204 sulle razze pericolose non sembra centrare il vero
problema dell’aggressività: anche in questo caso mettere
all’indice alcune razze provoca nella mente distorta di
alcuni una sorta di gusto del proibito, con un aumento
numerico dei cani appartenenti alle razze pericolose in
mano a individui non sempre equilibrati, senza per altro
tutelare nessuno.
Vi è una reale difficoltà nel rendere efficace la norma
attraverso un effettivo controllo sul territorio.
afferire: all’aumento esponenziale dei laureati non
corrisponde un uguale
aumento della richiesta
sul mercato del lavoro, si creano situazioni di
sottoccupazione e maloccupazione che si discostano
dalle aspettative dei giovani.
A tale proposito sarà presentato uno studio realizzato
dall’università di Padova da cui si evidenzia che i laureati
in medicina Veterinaria sono fra i più delusi della loro
scelta (33,3%) quando si devono confrontare con il
mondo del lavoro, date le grandi difficoltà a trovare
occupazione ed avendo una laurea che lascia minori
possibilità di riciclarsi in campi non specifici.
E’ vissuto come frustrante lo scollamento tra le competenze
acquisite all’Università, che trovano scarse occasioni
di applicazione pratica, e la richiesta di competenze
specifiche da parte del mercato del lavoro non acquisibili
in ambito accademico.
Sarebbe quindi auspicabile poter modificare i rapporti
tra il mondo universitario e quello del lavoro, allo scopo
di ottenere un giusto rapporto tra l’offerta formativa e le
effettive necessità del mondo del lavoro per non illudere
inutilmente schiere di giovani laureati.
Lauree triennali e nuove figure professionali
Il prossimo anno Le Facoltà di Medicina Veterinaria
consegneranno i primi diplomi ai laureati triennali.
Entra in vigore il 27/11/2004 il Decreto n° 270 che
regolamenta le tipologie dei titoli di studio rilasciati dalle
università; si parlerà di laurea con qualifica di dottore,
laurea magistrale con qualifica di dottore magistrale e cui
seguono la specializzazione e il dottorato di ricerca. Tale
decreto dovrebbe risolvere il problema della qualifica di
coloro che ottengono una laurea triennale, ma andrà a
creare non poco confusione nell’utenza
Alcuni ordini professionali hanno già scelto di accogliere
i laureati triennali piuttosto che lasciarli senza nessun
coordinamento, nessuna guida o controllo diretto.
La novità delle lauree triennali investe anche la revisione
di alcuni aspetti gestionali degli Ordini ed in particolare
il regolamento elettorale; proprio in questi giorni una
Commissione mista con esponenti dei ministeri di Giustizia
e Università sta mettendo a punto tale regolamento.
Preoccupazione desta anche il numero dei laureati
quinquennali e gli sbocchi professionali a cui possono
Conclusioni
Da questo excursus si capisce quanta attività ci sia intorno
al mondo delle professioni in generale ed in particolare
per il mondo veterinario.
In questo momento, più che mai, è necessario che tutte
le Istituzioni, le Associazioni ed i singoli professionisti
lavorino in modo sinergico per consolidare e mantenere
il giusto ruolo che spetta al medico Veterinario, alla
Medicina Veterinaria, mirando ad una sua riqualificazione
dal punto di vista istituzionale e professionale,
riappropriandosi di ruoli che nuove figure professionali
gli stanno sottraendo.
Tabella 2 - Ambulatori per piccoli animali in Lombardia
Bergamo
Brescia
99
151
Como-Lecco
52
Cremona
60
Lodi
20
Milano
614
Mantova
125
Pavia
62
Sondrio
14
Varese
61
TOTALE
1258
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Situazione attuale e prospettive future
della veterinaria siciliana
Santo Caracappa
Presidente Ordine dei Medici Veterinari di Palermo
Stilare il bilancio dell’attività svolta da una categoria
professionale non è impresa da poco e risulta ancor più
arduo nella veste di Presidente dell’Ordine dei Medici
Veterinari di una provincia come Palermo che, con una
popolazione totale di circa un terzo di quella dell’intera
Sicilia, è coinvolta in prima linea nei cambiamenti in atto
per il rinnovo della nostra figura professionale.
Infatti, le nuove tendenze della Comunità Europea
comportano l’esigenza di formare veterinari con
competenze più attinenti a un mondo moderno e
globalizzato in cui alla figura del buiatra o del titolare
di ambulatorio per piccoli animali si affiancano, come
indispensabili, nuove figure professionali di veterinari
esperti in sicurezza alimentare, diagnostica di laboratorio,
tecnologie innovative. Tale esigenza è particolarmente
sentita in Sicilia poiché è la Regione crocevia di popoli,
abitudini, religioni e culture millenarie, che, più di ogni
altra, può e deve apportare un contributo sostanziale
per la conoscenza delle abitudini dei Paesi nordafricani.
Tra le prospettive più interessanti per il settore veterinario
regionale, infatti, senza dubbio c’è l’apertura verso
culture diverse, la tolleranza e collaborazione attiva
con i Popoli del Mediterraneo, non solo allo scopo di
formare esperti in malattie tropicali quanto, soprattutto,
figure professionali competenti per lo sviluppo della
zootecnia nelle aree depresse, di sistemi di allevamento
alternativi, di cura delle specie animali esotiche. La Sicilia
possiede da sempre una spiccata vocazione zootecnica
ed un patrimonio consistente e assai variegato, con la
persistenza di aree interne montane in cui si pratica
ancora l’allevamento brado con la linea vacca-vitello,
coesistenti con zone in cui si ricorre ad una spinta
selezione genetica per la scelta dei riproduttori con le
migliori caratteristiche produttive e con l’allevamento di
animali da impiegare nelle competizioni sportive.
Una disamina delle prospettive veterinarie nella
realtà regionale siciliana non può prescindere dalla
valutazione della peculiare orografia, con l’80% del
territorio collinare-montuoso e solo un 20% di pianura
(lungo la linea costiera, in particolare nella provincia di
Catania). Ne consegue che, pur essendo la più estesa
regione italiana, lo sviluppo economico della Sicilia è
penalizzato dalla carenza di infrastrutture, che limita la
comunicazione e gli scambi commerciali e culturali tra
i 390 comuni in cui è suddiviso il territorio delle sue 9
province.
I numeri ufficiali della veterinaria in Italia indicano un
chiaro trend verso l’aumento del numero di iscritti, come
conferma anche la volontà di inaugurare nuove Facoltà
oltre a quelle già esistenti che, in contrasto con l’opinione
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia
rappresenta un punto di riferimento per la comunità
scientifica, occupandosi del controllo delle malattie
infettive e diffusive degli animali, della prevenzione e
del controllo delle zoonosi, della sicurezza alimentare
e dei controlli di filiera attività che nella Sanità Pubblica
Veterinaria e nel comparto zootecnico rivestono un
ruolo non secondario nella economia regionale.
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generale della nostra categoria, andrebbero viste non
come mera causa di un aumento del numero totale di
Medici Veterinari ma, al contrario, come uno stimolo per
rendere più competitivi i colleghi, specie neolaureati,
fornendo gli spunti giusti e le concrete premesse
per l’istituzione di indirizzi professionali più tecnici e
diversificati, adatti ad una categoria che, è questa la mia
speranza, sappia mostrarsi sempre culturalmente vivace
ed in attivo fermento. Ciò sarà indispensabile anche
per contrastare la tendenza della Comunità Europea a
ridurre il campo d’azione del settore veterinario in ambito
di sanità pubblica e controllo ufficiale sugli alimenti di
origine animale, come sembra aver delineato anche il
Regolamento CE 853/2004, che ci riconosce competenze
ispettive specifiche solo nei riguardi dei prodotti carnei.
L’attuazione del mercato unico impone che le azioni
di prevenzione e controllo sanitario sugli animali e le
garanzie di salubrità per gli alimenti di origine animale
siano programmate e gestite prendendo a riferimento un
contesto internazionale, che esige standards igienicosanitari soddisfacenti ed un riconoscimento ufficialmente
disciplinato dell’affidabilità di tali interventi. Con
l’adozione del Regolamento CE 178/02, inoltre, si deve
garantire a norma di legge anche il Controllo di filiera,
con la conseguente tracciabilità e rintracciabilità degli
alimenti a tutela del consumatore “from farm to table”.
In tale scenario, l’impegno richiesto alla Veterinaria non
può, né deve, concretizzarsi soltanto in azioni repressive,
bensì in una attività di prevenzione con vasta e capillare
opera di formazione, consulenza e collaborazione con tutti
gli attori della filiera alimentare. Allo scopo di fornire un
contributo attivo alla formazione continua della categoria,
tutti gli Ordini veterinari della Sicilia durante il 2004 sono
stati fautori di numerosi eventi ECM, comparendo sempre
in primo piano nell’organizzazione di congressi, tavole
rotonde, workshops e seminari. Inoltre, il 26 ottobre c.a.
i Presidenti degli Ordini delle nove province della Sicilia
hanno approvato la costituzione di una “Federazione
Regionale degli Ordini dei Medici Veterinari della Sicilia”,
che si propone numerosi ed importanti obiettivi:
- vigilare sulla difesa del decoro professionale e della
indipendenza della professione;
- studiare i problemi professionali ed organizzativi
Regionali e proporne le soluzioni;
- esaminare preventivamente gli argomenti posti
all’ordine del giorno dal Consiglio Nazionale
F.N.O.V.I., per concordare una eventuale comune
linea di condotta in seno a detto organo;
- promuovere, coordinare e realizzare tutte le iniziative
atte a sviluppare una efficace azione culturale
veterinaria e di aggiornamento sul piano regionale,
sviluppando i rapporti con le Università siciliane, altri
Enti, organi politici ed amministrativi della Regione,
onde collaborare allo studio, alla elaborazione,
ed alla attuazione di tutti quei provvedimenti che
possono comunque avere interesse per la professione
veterinaria, per l’assistenza e la sanità;
- esaminare ogni e qualsiasi problema di interesse
professionale, scientifico, assistenziale, previdenziale,
fiscale ed organizzativo che ciascun Ordine intenda
discutere, onde propugnare idonee azioni per le
soluzioni auspicate, coordinando e, per quanto
possibile, uniformando le diverse iniziative;
- curare l’informazione periodica degli iscritti.
Si sta realizzando nella Regione Sicilia la costituzione
di una sede della Federazione Euro-Araba a Palermo;
in un contesto di internazionalizzazione della nostra
regione abbiamo dato il patrocinio per il III WorldLeish
che si terrà a Palermo dal 10 al 15 Aprile 2005; l’assise
coinvolge tutte le più importanti personalità sulla materia
in un ottica di multidisciplinarietà uomo-animale.
Se facciamo una disamina della Tabella 1, di seguito
allegata, si nota come nell’intera Sicilia ci siano meno
di 1300 Medici Veterinari, cioè un numero di iscritti agli
Ordini professionali più esiguo di quello di un Ordine
di una provincia del Nord Italia come Milano o Torino.
Ciò significa che, nella nostra regione, la professione
medico veterinaria non è al passo con le nuove tendenze
AZIENDA AGRICOLA
LEOCATA & C. srl
Contrada Pennino Catanzaro van. 162 n. 2/a
97015 - Modica (RG)
tel. 0932 904222 - e-mail: [email protected]
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Tabella 1- Medici Veterinari nella Regione Sicilia al 31.12.2004
Provincia
Iscritti Ordine
Dipendenti
Liberi Professionisti
*Convenzionati ASL
Pensionati
Palermo
316
139
168
60
9
Catania
261
65
188
51
8
Ragusa
117
49
67
22
1
Siracusa
101
30
68
33
3
Enna
61
25
32
16
4
Caltanisetta
65
32
29
19
4
Trapani
60
29
26
13
5
Agrigento
91
49
41
25
1
Messina
208
60
143
49
5
TOTALE
1280
478
762
288
40
* Da considerarsi come parte della categoria “Liberi professionisti”
di mercato, poiché siamo in numero appena sufficiente a
coprire solo i bisogni storici e tradizionali del settore.
Il maggior numero di iscritti, oltre 300, è dell’Ordine di
Palermo che, d’altronde, è il capoluogo di regione e la
città più popolosa, con circa un milione di abitanti.
Se consideriamo invece la densità di iscritti rispetto alla
popolazione residente, al numero di animali allevati
ed alla concentrazione di aziende zootecniche presenti
nel territorio, l’Ordine più rappresentativo è quello di
Ragusa, grazie soprattutto al notevole sviluppo della
zootecnia da latte.
Guardando la Tabella 2, si evidenzia chiaramente come
sia piuttosto esiguo anche il numero di ambulatori
distribuiti sul territorio regionale.
A tal proposito, sarebbe auspicabile una migliore
organizzazione nel settore del benessere degli animali
da compagnia, con la creazione di gruppi operativi in
grado di fornire assistenza continuata ad alto livello,
attraverso cliniche e poli specialistici attrezzati per ogni
evenienza. Tali strutture potrebbero, inoltre, attivare
collaborazioni e convenzioni con Enti di ricerca ed
Università, costituendosi come centri di eccellenza per la
formazione professionale.
A conclusione di questo excursus, credo di potermi
definire piuttosto ottimista circa il nostro futuro.
Ritengo che i Sevizi veterinari, a seguito anche del vibrante
dibattito svoltosi all’inizio del 2004 circa il possibile
passaggio nella sfera di competenze del Ministero
Agricoltura e Foreste, stiano adesso perseguendo degli
obiettivi più mirati e ben definiti. Pertanto, sarebbe
assai utile che la FNOVI si facesse promotrice, a
livello nazionale, di iniziative atte ad incrementare la
professionalità del nostro settore, soprattutto in vista del
varo definitivo dell’Agenzia Nazionale per la sicurezza
alimentare e delle sue delegazioni regionali, che
rappresentano di certo una interessante prospettiva di
collocazione ed impiego per i veterinari italiani.
Tabella 2 - Ambulatori per piccoli animali in Sicilia
Palermo
58
Catania
62
Ragusa
17
Siracusa
9
Enna
12
Caltanisetta
11
Trapani
9
Agrigento
17
Messina
45
TOTALE
240
Noi siamo in grado di essere protagonisti sullo scenario
europeo, non già da semplici comparse, poiché la
nostra competenza e capacità organizzativa ci permette
di operare con pari dignità di tutte le altre categorie
professionali.
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Benessere animale e sicurezza alimentare
Massimo Amadori
Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, Brescia
Le tecniche di allevamento devono ormai considerare
come irrinunciabili le condizioni che garantiscano benessere animale e centralità dell’igiene zootecnica, nonché
nuovi approcci sia immunologici che farmacologici per
la prevenzione e la terapia. Nel secolo appena trascorso la priorità dell’impresa zootecnica era sicuramente
l’aumento delle produzioni, in una cornice di crescente
ricorso ai prodotti vaccinali e alla chemioprofilassi; una
grossa spinta in tale direzione era indubbiamente fornita
dal processo di crescente urbanizzazione della popolazione e di aumento dei consumi pro capite di carni; vi era
inoltre una scarsa consapevolezza collettiva dei diritti degli
animali e dei rischi correlati ai processi di intensificazione
e concentrazione delle produzioni zootecniche. Tale cultura consolidata ha ceduto gradatamente il passo a visioni
sicuramente più equilibrate del rapporto uomo/natura e
dei diritti degli animali quali esseri senzienti. Oggi, nel
secolo appena iniziato, l’enfasi è posta correttamente
sulla qualità (microbiologica, nutrizionale, organolettica)
dei prodotti alimentari di origine animale e si discute di
come buone pratiche di igiene zootecnica e di rispetto
del benessere animale possano ridurre drasticamente il
fabbisogno di antibiotici. Dei tre motivi fondamentali per
l’utilizzo di antibiotici (terapeutico, preventivo e come fattore auxinico), solo quello terapeutico è accettabile, mentre
dovremo, nel prossimo futuro, rifiutare l’uso di trattamenti
profilattici e di stimolazione della crescita. Nel 1999, secondo i dati della FEDESA (European Federation of Animal
Health) sono state somministrate in Europa 4700 tonnellate di antibiotici agli animali da reddito, di cui 786 in
forma di addittivi per alimenti zootecnici. Tale impiego,
con le dovute eccezioni, è sottoposto ad un restringimento
progressivo da attuarsi entro il 2006 in accordo con le
indicazioni del Regolamento CEE 1831/2003.
In questa problematica è centrale un corretto inquadramento concettuale del fenomeno dello stress cronico cui
sono sottoposte alcune specie di animali di interesse
zootecnico. Lo stress può essere considerato un influsso
ambientale di natura diversa che sovraccarica i sistemi
di controllo omeostatico dell’organismo animale (7). In
quanto tale, lo stimolo stressante viene percepito come
una minaccia ai circuiti di regolazione fisiologica che
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9
induce complessi meccanismi di difesa biologica (9). Tale
difesa si concretizza in una risposta biologica (neuroendocrina e comportamentale), che conduce alla modificazione di importanti funzioni fisiologiche dell’organismo.
Se tali modifiche non rientrano in tempi adeguati può
subentrare una stato pre-patologico e, infine, una
condizione di patologia clinicamente conclamata, che
rappresenta tuttavia solo la punta dell’iceberg di una
condizione più globale di difficoltoso adattamento
all’ambiente (1). Tale condizione tende a verificarsi
spesso nell’allevamento intensivo in relazione alle condizioni del microclima, delle interazioni sociali e della
difficoltà per gli animali di esprimere il proprio repertorio
comportamentale; al tempo stesso, in presenza di scadenti condizioni igienico-sanitarie, la pressione infettante
dell’ambiente può risultare particolarmente elevata; a tale
condizione è associata una ripetuta attivazione dei circuiti
delle citochine infiammatorie, che predispone fortemente
all’insorgenza di patologie condizionate diverse e variegate; quest’ultima condizione è alla base del consumo
eccessivo di antibiotici e chemioterapici, che costituisce
uno dei principali motivi di preoccupazione per la sicurezza alimentare. In senso prospettico, sarà di vitale importanza verificare che gli animali siano in grado di adattarsi
progressivamente all’ambiente loro destinato. A seguito,
ad esempio, di uno stress da trasporto e da formazione
dei gruppi, l’adattamento si accompagna ad un progressivo ripristino di fondamentali condizioni di normalità
dell’etogramma e della regolazione metabolica, anche
a livello dei parametri correlati alla competenza immunitaria nei confronti dei patogeni ambientali. Tale competenza è un indice preciso del livello di benessere animale.
Sulla base di queste analisi, il veterinario deve proporre
nella realtà dell’allevamento intensivo idonei interventi di
igiene zootecnica e/o di immunomodulazione mirata,
anche e soprattutto al fine di prevenire risposte di stress
cronico che possono sfociare in patologie condizionate.
Gli interventi di immuno-modulazione mirata possono
essere efficaci in due ambiti tra loro correlati:
- Il ripristino dei normali livelli di funzionalità del sistema
immunitario innato, non adattativo, responsabile della
competenza immunitaria nei confronti dei potenziali
patogeni ambientali (1).
- Lo smorzamento della cascata di citochine infiammatorie sopra ricordata, che prelude a rotture importanti
dell’equilibrio omeostatico dell’ospite (4).
La immuno-modulazione mirata sarà inoltre di fondamentale utilità per il settore delle aziende zootecniche
biologiche, che hanno un regolamento assai restrittivo
sull’impiego del farmaco veterinario. L’efficacia di tali
trattamenti e di quelli di igiene zootecnica può essere
10
verificata anche sulla base di fondamentali parametri
di immunologia clinica e di ematologia, al fine di individuare tempestivamente possibili situazioni a rischio di
insorgenza di patologie condizionate.
Più in generale, vi sono 3 fondamentali meccanismi di
correlazione tra benessere e sanità animale:
• se l’animale è costretto ad un grosso sforzo di adeguamento omeostatico all’ambiente (coping), si può
facilmente instaurare uno stato di immunosoppressione che facilita l’insorgenza di malattie;
• se il tentativo di “coping” determina alterazioni della
stazione o del decubito, l’animale può essere costretto
a posture anomale che favoriscono l’insorgenza di
lesioni;
• se è stata operata una selezione genetica per alta
produttività e se sono applicati i parametri nutritivi ad
essa correlati, si realizza uno stress metabolico che
favorisce l’insorgenza di malattie da produzione.
Esiste ad esempio una indubbia correlazione tra elevata
produzione di latte e mastite bovina; sebbene non sussista una prova formale diretta di tale correlazione, è
stata prodotta tuttavia una convincente prova indiretta
nell’ambito della sperimentazione sull’impiego di un
potente fattore di stress metabolico come la somatotropina bovina (3 ). Tale condizione di stress metabolico si
realizza anche nell’allevamento suinicolo. In tale comparto sono stati realizzati enormi avanzamenti della
genetica, sicuramente in eccesso ai fabbisogni dei consumatori e degli allevatori; questi sono spesso costretti
ad un attento razionamento degli animali per evitare
che raggiungano il peso di macellazione prima dell’età
minima prevista dai consorzi del suino pesante! A tali
enormi progressi della genetica non hanno corrisposto,
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in molte aziende, progressi analoghi dell’impiantistica
zootecnica e delle tecniche di allevamento. Il risultato è
che vi sono animali con ridotta capacità di adattamento
ambientale, in relazione soprattutto ad uno squilibrio
strutturale tra apparato cardio-circolatorio e apparato
muscolo-scheletrico; in tale condizione si realizza uno
stato di ipossia cronica che favorisce lo sviluppo dello
stress ossidativo nei tessuti (6). La comparsa negli anni
’90 di gravi sindromi tra i suini svezzati quali la PRRS e la
PMWS è un indice di tale situazione difficile: l’aumento
della sensibilità alla endotossina batterica provocata da
virus pressoché endemici nella popolazione suina (10)
può provocare quadri clinici gravi in suini di questo tipo
in questa tipologia di allevamenti. Gli studi di mappatura
proteica (proteomica) del siero suino eseguiti nel nostro laboratorio suggeriscono che i suini svezzati siano
costretti ad una forte risposta compensativa in proteine
anti-infiammatorie e, addirittura, in proteine di fase
acuta del fegato: l’esordio di patologie condizionate o
un accentuato rischio di queste potrebbero essere in correlazione con deficit di tale intensa risposta compensativa
in talune fasi del ciclo zootecnico (Begni B., Amadori M.,
dati non pubblicati).
L’accertamento di buone condizioni di benessere nel
corso dei cicli zootecnici rappresenta una delle massime
garanzie per il consumatore rispetto a possibili trattamenti illegali degli animali; questi lasciano spesso tracce
durevoli su molteplici parametri di omeostasi metabolica
e comportamentale, espressione dei livelli di benessere
animale (vedi influsso dei cortisonici sulla formula leucocitaria e la blastizzazione linfocitaria da mitogeni, o dei
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11
beta-agonisti sui parametri dello stress ossidativo). Sulla
base di questo assunto, una griglia di parametri ispettivi
al macello e di benessere animale accertati nella fase
precedente la macellazione possono contribuire a indicare situazioni a rischio di trattamenti illeciti ed escluderle opportunamente da filiere certificate, che vogliano
qualificarsi nei confronti del consumatore. Tale griglia
potrebbe includere per la specie bovina:
• rilievi ispettivi (5): rese ponderali >5% degli storici di
razza, perdita di peso caldo/freddo della carcassa
>3,5%, fragilità capillari, alterazioni delle surrenali;
• parametri di benessere animale: alterazione della formula leucocitaria, della blastizzazione linfocitaria e del
normale livello di stress ossidativo nel siero di sangue(2).
La problematica in questione acquista un interesse notevole anche e soprattutto alla luce della revisione in corso
della Politica Agricola Comune (PAC) e dell’applicazione
delle indicazioni del Libro Bianco sulla Sicurezza Alimentare della UE tramite gli appositi regolamenti di settore.
In questo ambito, la corresponsione dei premi PAC
potrà avvenire nel prossimo futuro solo a fronte di precisi riscontri concernenti l’ambiente, la sanità pubblica,
la salute e il benessere animale. In particolare, la “condizionalità” prevista dal regolamento europeo 1782/03
doveva essere raggiunta dagli agricoltori Italiani entro
gennaio 2005 (Dlgs. 5 agosto 2004, Gazzetta Ufficiale
n. 191 del 16/8/2004). Per quanto concerne più direttamente la sicurezza alimentare, i rapporti su benessere
e sanità animale costituiranno parte integrante del
controllo delle filiere alimentari; su questa base, la commercializzazione dei prodotti potrà esserne influenzata
in misura considerevole. In particolare, il regolamento
CEE 178/2002 definisce principi e requisiti della Legislazione Alimentare, riprende il concetto di approccio globale della sicurezza alimentare “dai campi alla
tavola” espresso nel “libro Bianco” della UE ed estende
le verifiche al processo di produzione aziendale. Sarà
inoltre una vera e propria rivoluzione l’attuazione della
proposta di regolamento 2000/0180 sull’organizzazione
dei controlli ufficiali sui prodotti di origine animale. In
tale proposta viene attribuita notevole importanza alle
informazioni provenienti dall’allevamento che dovranno
scortare gli animali al macello. Viene inoltre dato grande
rilievo all’applicazione delle norme relative al benessere
animale durante il trasporto e la macellazione. In questo
ambito si prevede l’inserimento obbligatorio della materia “Benessere Animale” nell’ambito del percorso formativo del veterinario ufficiale.
Le problematiche di benessere animale hanno infine
una diretta attinenza con le cosiddette tendenze “Market
Place”, ovvero con la progressiva estensione di programmi di assicurazione della qualità (QA) a livello di aziende
zootecniche. Un’esperienza molto significativa è stata
condotta anche in Provincia di Brescia in collaborazione
tra il nostro Laboratorio e il Servizio di Assistenza Primaria alle aziende di bovini da carne. Nel Regno Unito,
il Farm Animal Welfare Council ha asserito ufficialmente
che gli standard di benessere animale costituiscono una
caratteristica di qualità dei prodotti di origine alimentare
(8). Più in generale, diversi programmi QA sono in corso
in Europa, Australia, Nuova Zelanda, Usa e Canada.
In tali programmi vi è sicuramente un ruolo propulsivo
della grande distribuzione, che punta ad acquisire precise garanzie sui livelli di benessere animale nell’ambito
delle filiere di approvvigionamento.
Nell’ambito della sicurezza alimentare non sono da
trascurare i problemi correlati alle abitudini alimentari
dei consumatori, portati spesso ad attribuire per abitudini
inveterate caratteristiche necessariamente positive da un
punto di vista organolettico ad aspetti discutibili, quali
l’assenza del grasso di infiltrazione o il colore molto
biancastro delle carni di vitello; vi è ancora in generale
una scarsa consapevolezza delle conseguenze negative
derivanti da un possibile stato anemico dell’animale o
da determinati trattamenti farmacologici. Anche su tali
aspetti sarà necessario perseguire nel futuro obiettivi di
corretta informazione ed orientamento degli operatori
del settore e dell’opinione pubblica. Infine, specie nel
settore suinicolo, sarà necessario avviare una approfondita riflessione sulle possibili conseguenze dannose
su benessere, sanità animale e caratteristiche organolettiche dei prodotti alimentari derivanti dall’impiego di
alcune linee genetiche di suini a rapido accrescimento.
Bisogna tenere presente che taluni prodotti tipici di salumeria spuntano prezzi elevati di vendita in funzione di
superiori caratteristiche organolettiche consolidate da
una tradizione pluriennale. La crescita rapida dei suini,
l’attivazione cronica dell’asse ipotalamo/ipofisi/surrene,
l’ipossia costitutiva nelle masse muscolari, i livelli di stress
ossidativo conseguenti minacciano di fatto lo sviluppo di
tali caratteristiche organolettiche. Prodotti stranieri di
minore prestigio potrebbero così penetrare più facilmente sul mercato grazie ai prezzi di vendita inferiori.
Le considerazioni sopra esposte devono essere collocate
in un preciso quadro di riferimento. Viviamo in un’epoca
di globalizzazione dei rischi zoo-sanitari in cui si sta
lentamente determinando un processo di riconversione
di alcune filiere zootecniche da un assetto industriale ad
un assetto post-industriale. Si tratta di una transizione da
guidare con approccio multi-disciplinare e sviluppo di
soluzioni originali, adeguate alla realtà del nostro Paese.
12
Credo inoltre che sia vitale passare dalla cultura delle
“emergenze” alla cultura della progettualità, in cui il benessere animale trovi finalmente un pieno riconoscimento
di componente importante e riconosciuta della professione veterinaria. Sarà di estrema importanza infine la
costituzione di masse critiche autonome di investigazione
scientifica in questo settore, che ci consentano di non
essere subalterni ad elaborazioni sviluppate in altri Paesi,
in contesti zootecnici anche molto differenti.
(I numeri nel testo si riferiscono ai dati bibliografici, disponibili presso l’Autore)
BSE
I processi infiammatori
influenzano l’organo-tropismo
dei prioni
I prioni si accumulano, normalmente, nei tessuti
nervoso e linfoide. Partendo dalla constatazione che
per la replicazione dei prioni a livello di organi linfoidi
è richiesta la presenza di citochine e di cellule del
sistema immunitario, che sembrano attrarre i prioni, è
stato condotto un esperimento per rilevare se condizioni
infiammatorie sperimentalmente indotte potevano
influenzare la patogenesi dei prioni.
Allo scopo, prioni furono somministrati a topi in presenza
di patologie infiammatorie indotte dei reni, del pancreas
e del fegato. In tutti i casi, l’infiammazione linfocitica
cronica favoriva l’accumulo del prione in questi organi
che normalmente sono considerati prion-free. Da qui
sembra di poter ritenere che la presenza di un processo
infiammatorio cronico sia in grado di modificare la
trasmissione del prione, sia essa naturale o iatrogena,
estendendola a organi che in condizioni normali non
sono bersaglio del prione.
I risultati di tale ricerca sono stati pubblicati in anteprima
dalla rivista Science online il 20 gennaio 2005. Ne sono
autori un gruppo di ricercatori dell’Università di Zurigo.
[Oggi si ritiene che la presenza del prione causa della BSE sia
limitata al cervello, alla milza, al midollo spinale e ai tessuti
linfoidi, sebbene alcune osservazioni abbiano suggerito che
anche il sangue e il muscolo possano ospitare il prione.
L’esperimento sopra descritto indica che i prioni possono
riscontrarsi anche nei reni, nel pancreas e nel fegato, in
presenza di certe condizioni infiammatorie.
Questa osservazione, pur con la riserva che essa è stata
rilevata sperimentalmente nei topi, solleva la questione se le
misure attualmente adottate per prevenire la diffusione della
BSE possano ritenersi adeguate. gfp]
Avvelenamenti alimentari associati a biotossine
presenti nel pesce e nei mitili
Rassegna sintetica a cura di: M. Zavanella
Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche - Brescia
Questo argomento interessa la tossicologia, la
batteriologia e la biologia marina. Ha grossi risvolti
economici, perché quando si verifica un episodio clinico
del genere, l’universo dei prodotti ittici subisce drammatici
contraccolpi. Difatti, ad eccezione dell’avvelenamento
sgombrotossico, si tratta di malattie gravi che non
possono essere curate.
Il consumo di alimenti di origine marina è in aumento. Il
pesce ed i molluschi sono considerati cibi sani e vanno di
moda nelle diete di tutto il mondo. Non si dice però che
possono contenere tossine, grossolanamente divisibili in
due categorie, quelle prodotte da batteri (avvelenamento
sgombrotossico, avvelenamento da pesce palla) e quelle
originate da alghe tossiche.
Le alghe, a loro volta, interagiscono in maniera finora
non abbastanza chiarita con i batteri, che in definitiva
sembrano essere i veri “killer” della situazione.
Tutte queste tossine hanno in comune il fatto che non
sono riconoscibili a tavola e che resistono alla normale
cottura. L’unico mezzo di difesa per l’uomo è la
prevenzione, praticabile attraverso l’informazione diretta
ai consumatori. Non va trascurato che l’espansione
del turismo consente oggi a numerose persone di
raggiungere località esotiche, dove è possibile trovare,
assieme ai climi tropicali dei mari, abitudini alimentari
non prive di rischi.
In tempi recenti la fioritura di alghe marine che producono
tossine è aumentata per frequenza, intensità e distribuzione
geografica. I biologi specialisti hanno scritto che questo
fenomeno è conseguenza dell’inquinamento dei mari,
dell’espansione delle acquacolture, dell’eutrofizzazione
legata all’aumento della temperatura, della dispersione
di cisti algali con le imbarcazioni.
In realtà non esistono moltissime certezze in materia. I
maggiori progressi si sono registrati, negli ultimi dieci
anni, nell’identificazione della composizione chimica
delle tossine stesse e nella messa a punto di metodi
d’ indagine di laboratorio per aiutare la diagnostica a
rivelare gli agenti eziologici.
Moira M. Brett, del Laboratorio Centrale di Sanità
Pubblica di Colindale, a Londra, ha cercato di fare il
punto sul problema delle intossicazioni da prodotti del
mare, con una pubblicazione molto valida, apparsa su
13
Current Opinion in Infectious Diseases nel 2003 (vol. 16,
pagg. 461-465).
Avvelenamento sgombrotossico
Deriva da pesci della famiglia degli Sgombridi (tonno,
merluzzo, bonito, sardine, acciughe, aringhe, sarde). E’
il tipo di avvelenamento da pesce più frequente. I sintomi
sono rapidi, quasi istantanei: arrossamento del viso, dorso
e parte superiore del corpo, diarrea, vampate di calore,
svenimento, mal di testa, vomito. Possono presentarsi
anche nausea, bruciore in bocca con sapore metallico,
dolori addominali, vertigini, palpitazioni, salivazione.
La maggior parte delle intossicazioni si risolve entro 24
ore, ma i casi più gravi esigono il ricovero immediato e
trattamenti con anti-istaminici.
Difatti il principale agente responsabile è l’istamina,
prodotta da batteri (soprattutto Gram-negativi, ma
anche Gram-positivi di origine ambientale) per azione
enzimatica sull’istidina, un aminoacido naturalmente
presente nel muscolo di alcuni pesci. La produzione di
istamina è catalizzata dagli enzimi liberati dai batteri
deterioranti (spoilage bacteria) ed avviene a temperature
di almeno +4 °C. L’inquinamento batterico è conseguenza
di errori di lavorazione del pesce crudo o contaminazioni
accidentali dopo che il prodotto è stato messo in scatola.
Sindromi tossiche associate
con tossine algali marine
Esistono più di 5000 specie di alghe e tra queste 40
producono potenti tossine. Pochi sanno che le alghe
formano cisti che restano dormienti per anni e che
esplodono in particolari condizioni ambientali. Una
cisti può liberare 6000-8000 cellule algali figlie in una
settimana. I molluschi bivalvi possono incamerare circa
3 grammi di alghe al giorno. Le alghe raggiungono la
catena alimentare che nutre l’uomo attraverso gasteropodi,
crostacei e alcuni pesci. I molluschi necessitano di meno di
24 ore per diventare tossici per l’uomo e, sebbene possano
essere detossificati, il procedimento di depurazione
richiede da settimane a mesi.
Avvelenamento da molluschi di tipo amnesico
L’amnesic shellfish poisoning (ASP) è nota dal 1987 (Canada,
100 persone, 14 gravi, 3 decessi). L’insorgenza dei sintomi
è precoce, entro le 24-48 ore, e comprende vertigini, mal di
testa, confusione, perdita della memoria a breve, difficoltà
respiratorie, coma. La perdita della memoria può essere
permanente. Si tratta di tossine idrosolubili, il cui principale
componente è l’acido domoico, prodotto da diatomee e
dinoflagellati. Viene assorbito lentamente dalla mucosa
intestinale ed essendo un potente inibitore dei recettori
del glutammato, aumenta la permeabilità al calcio, che
termina con la morte delle cellule. Le lesioni interessano
l’ippocampo, l’amigdala e le vie limbiche, da cui deriva
l’effetto amnesico. L’acido domoico viene assorbito da
molluschi, granchi, pesci vari (acciughe, sardine, merluzzi,
pesce bandiera, alalonga, crostacei planctonici vari
denominati in inglese “krill”). Oltre all’uomo fa vittime tra
cormorani, pellicani e gabbiani.
Avvelenamento da azaspiracidi
Si tratta di intossicazioni a localizzazione gastrointestinale viste dopo il 1995 in Olanda, Francia, Italia,
Inghilterra da consumo di mitili irlandesi contaminati. Il
mollusco più ricco sembra essere il Protoperidinium nei
mari del Nord Europa. I sintomi sono nausea, vomito,
diarrea profusa, crampi allo stomaco, con insorgenza di
6-18 ore e durata fino a 5 giorni.
14
Gli azaspiracidi sono distribuiti nel corpo dei molluschi e
resistono fino a 8 mesi. Sono strutturalmente diversi dalle
altre tossine algali. L’azapiracid-1 è un nonapoptoico
con molti bersagli cellulari. Nell’uomo riduce la
concentrazione dei linfociti F, non colpisce il potenziale
di membrana, modifica lo scambio del calcio dentro e
fuori le cellule. Da esperimenti sul topo gli azaspiracidi
provocano necrosi della lamina propria del piccolo
intestino, del timo e della milza e alterazioni dei grassi
nel fegato. Effetti cronici sono la polmonite interstiziale e
il tumore al polmone.
Avvelenamento alimentare
da molluschi di tipo diarroico
Noto come diarrhetic shellfish poisoning (DSP), si
manifesta con sintomi gastro-intestinali: diarrea, nausea,
vomito, crampi addominali entro 30 minuti (e fino a
qualche ora) dall’ingestione di molluschi. Esistono quattro
gruppi di tossine DSP: acido okadaico, dinophysis-tossine,
pectenotossine, yessotossine. Le prime due sono potenti
proteine che inibiscono le fosfatasi PP1 e PP2A, cosicché
aumentano la fosforilazione di numerose proteine
intracellulari, diventando efficaci promotori di tumori.
Le yessotossine e le pectenotossine non causano
diarrea, ma sono epatotossiche soprattutto per via
intraperitoneale, meno per via orale.
Le tossine DSP sono presenti in tutto il mondo nelle cozze,
nelle ostriche, nei granchi.
Avvelenamento alimentare
da molluschi di tipo neurotossico
La nueurotoxic shellfish poisoning (NSP) è molto simile alla
malattia conosciuta come “Ciguatera”, ma meno severa
e con sintomi gastro-intestinali e neurotossici. Inoltre può
essere acquisita non solo per ingestione, ma anche per
inalazione di aerosol durante la fioritura delle alghe. Ha
rapida insorgenza (1-3 ore) e dà insensibilità in bocca
e alle estremità, vomito, dolori addominali, diarrea. Nei
casi gravi provoca anche tachicardia, accorciamento del
respiro e convulsioni.
Le tossine NSP sono liposolubili. Si tratta di brevetossine
prodotte dai dinoflagellati lungo le coste dei mari caldi,
dove provocano una grande mortalità nei pesci e dove
avviene l’accumulo nei molluschi. Agiscono attraverso i
canali del sodio sui centri nervosi, mediate dal rilascio di
aminoacidi eccitatori.
Avvelenamento alimentare
da molluschi di tipo paralizzante
La paralytic shellfish poisoning (PSP) è una malattia
mortale che si manifesta da 15 minuti a 10 ore (in genere
entro le due ore) dall’ingestione di molluschi (cozze,
ostriche, pettini e orecchie di mare), crostacei (compresi
gamberi e aragoste), gasteropodi, che contengono la
saxitossina, una proteina idrosolubile che blocca i canali
del sodio nei nervi e nei muscoli. I sintomi includono
paralisi dei muscoli attorno alla bocca, con estensione
alla faccia e al collo, tremore alle dita, mal di testa,
febbre, nausea, vomito e diarrea. La morte è dovuta ad
arresto respiratorio ed avviene per lo più entro le 24 ore.
È una intossicazione estesa a tutto il mondo.
Avvelenamento da ciguatera
La sua scoperta risale ai primi viaggi esplorativi nelle
Americhe, quando i naviganti sperimentarono disturbi
sensoriali simili al dolore che si prova in seguito a uno
shock elettrico. Altri sintomi sono diarrea, vomito, dolore
muscolare, con tempo d’insorgenza media di 6 ore,
variabile da pochi minuti fino a 30 ore. La mortalità
è bassa, ma i postumi a carico del sistema nervoso
possono persistere per mesi o anni.
Le ciguatera-tossine sono sostanze prodotte da alghe
nelle barriere coralline, dove vengono inghiottite e
concentrate da pesci (barracuda, pesce pappagallo,
cefali ed altre specie dei mari caldi). Si tratta di potenti
neurotossine di 23 differenti tipi, simili alle brevetossine,
che si legano al sito 5 dei canali del sodio, aumentando
il flusso intracellulare di questo ione.
Un’altra tossina del gruppo è la maitotossina, che
agisce sul calcio ed è dotata di potente effetto emolitico,
ictiotossico e citotossico.
Altre tossine
Si conoscono anche delle tossine chiamate “a rapida
azione”, dal loro comportamento sul topo inoculato
intraperitoneo. I prorocentrolidi e le pinnatossine,
contenute nel bivalvo Pinna pectinata del Giappone
sono attivatori dei canali del calcio. Simili a queste sono
gli spirolidi e le gymnodimine.
Curiosamente, alcune tossine algali hanno dimostrato
anche effetti farmacologici utili per l’uomo. Per
esempio, gli anfidinolidi e i caribenolidi sono stati
impiegati come potenti agenti citotossici anti-tumorali,
15
le zooxantellotossine come vasocostrittori, mentre l’acido
gambierdico e la gonodiomina sono validi agenti nelle
infezioni da funghi.
Diagnosi di laboratorio delle tossine marine
I metodi chimici dovrebbero diventare la tecnica
d’elezione. Per l’istamina oggi vale l’HPLC e la
derivazione post-colonna. Si ricorda che il laboratorio
batteriologico può validamente intervenire, in queste
circostanze, ricercando la carica batterica totale, che
risulterà molto elevata nel prodotto ittico sospettato, sia
prima che dopo il confezionamento.
Le altre tossine sono rivelabili attraverso prova biologica
su topo, inoculato per via intraperitoneale. Tuttavia,
per evitare di usare animali da esperimento, sono stati
studiati metodi alternativi. La cromatografia liquida,
abbinata alla spettrometria di massa, è stata adoperata
per cercare DSP, NSP, PSP e la gymnodimina.
L’acido domoico può essere rivelato con cromatografia
liquida, in ultravioletto e spettrometria di massa. Esistono
in commercio anche dei metodi rapidi, che sfruttano
anticorpi monoclonali in ELISA per la DSP. Infine, stanno
per diffondersi metodi innovativi promettenti, ma ancora
allo studio, tipo quaiaside per il gruppo delle tossine PSP.
a cura di Antonio Lavazza
novita’ legislative
Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana
06-10-2004 D. MS. “Determinazione dell’indennita’ di
abbattimento di bovini e bufalini infetti da tubercolosi e
da brucellosi, di ovini e caprini infetti da brucellosi e di
bovini e bufalini infetti da leucosi bovina enzootica per
l’anno 2004” GU SG n. 289 10-12-2004 p. 22-25 [Rif.
n. 6400]
25-10-2004 O. MS. “Febbre catarrale degli ovini (Blue
Tongue) - Norme relative alla movimentazione degli animali” GU SG n. 283 02-12-2004 p. 13 [Rif. n. 6388]
25-11-2004 D. MPAF. “Funzioni della Conferenza permanente per il coordinamento nazionale della gestione
e della tutela dei molluschi bivalvi, di cui al decreto ministeriale 5 agosto 2002” GU SG n. 288 09-12-2004 p.
12-13 [Rif. n. 6398]
21-12-2004 COM. MS. “Comunicato di rettifica relativo
al decreto 6 ottobre 2004, recante: «Determinazione
dell’indennita’ di abbattimento di bovini e bufalini infetti
da tubercolosi e da brucellosi, di ovini e caprini infetti da
brucellosi e di bovini e bufalini infetti da leucosi bovina
enzootica, per l’anno 2004» GU SG n. 298 21-12-2004
p. 56 [Rif. n. 6433]
24-12-2004 L. n. 313 “Disciplina dell’apicoltura” GU SG
n. 306 31-12-2004 p. 5-11 [Rif. n. 6450]
30-12-2004 D. MPAF. “Rilascio del tesserino di abilitazione alla classificazione delle carcasse di bovini” GU SG n.
10 14-01-2005 p. 21 [Rif. n. 6472]
30-12-2004 D. MPAF. “Abilitazione dei classificatori di carcasse suine” GU SG n. 10 14-01-2005 p. 22 [Rif. n. 6473]
04-01-2005 COM. MS. “Tabelle concernenti i dati relativi al numero di animali utilizzati in Italia per fini scientifici
o sperimentali nel triennio 2001/2003” GU SG n. 2 SO
n. 1 04-01-2005 p. 1-30 [Rif. n. 6459]
Gazzetta ufficiale della Comunità Europea
26-10-2004 ANA. n. 2004 / 747 / CE «Decisione della
Commissione, del 26 ottobre 2004, recante disposizioni d’attuazione della direttiva 93/25/CEE del Consiglio
riguardo alle indagini statistiche sul patrimonio ovino e
caprino e sul settore della produzione di ovini e caprini»
GUCEE SL n. 329 04-11-2004 p. 14-19 [Rif. n. 6368]
26-10-2004 ANA. n. 2004 / 760 / CE “Decisione della
Commissione, del 26 ottobre 2004, recante disposizioni
d’attuazione della direttiva 93/23/CEE del Consiglio,
riguardo alle indagini statistiche sul patrimonio suino e
sulla produzione del settore suino” GUCEE SL n. 337 1311-2004 p. 59-63 [Rif. n. 6370]
26-10-2004 ANA. n. 2004 / 761 / CE “Decisione della
Commissione, del 26 ottobre 2004, recante disposizioni
d’attuazione della direttiva 93/24/CEE del Consiglio,
riguardo alle indagini statistiche sul patrimonio bovino e
sul settore della produzione di bovini” GUCEE SL n. 337
13-11-2004 p. 64-69 [Rif. n. 6371]
17-11-2004 AA. n. 1979 / 2004 “Regolamento (CE) n.
1979/2004 della Commissione, del 17 novembre 2004,
16
che adegua il regolamento (CE) n. 639/2003, recante
modalità d’applicazione ai sensi del regolamento (CE) n.
1254/1999 del Consiglio per quanto riguarda le norme
in materia di benessere degli animali vivi della specie
bovina durante il trasporto ai fini della concessione di
restituzioni all’esportazione, a seguito dell’adesione della
Repubblica ceca, dell’Estonia, di Cipro, della Lettonia,
della Lituania, dell’Ungheria, di Malta, della Polonia,
della Slovenia e della Slovacchia all’Unione europea”
GUCEE SL n. 342 18-11-2004 p. 23-24 [Rif. n. 6376]
30-11-2004 ANA. n. 2004 / 840 / CE «Decisione della
Commissione, del 30 novembre 2004, che approva i
programmi per l’eradicazione e la sorveglianza di talune
malattie animali e i controlli intesi a prevenire le zoonosi,
presentati dagli Stati membri per il 2005, e fissa il livello
del contributo finanziario della Comunità» GUCEE SL n.
361 08-12-2004 p. 41-53 [Rif. n. 6396]
01-12-2004 ANA. n. 2004 / 824 / CE «Decisione della
Commissione, del 1° dicembre 2004, che stabilisce un
modello di certificato sanitario per i movimenti a carattere non commerciale di cani, gatti e furetti provenienti da
novita’ legislative
paesi terzi e introdotti nella Comunità» GUCEE SL n. 358
03-12-2004 p. 12-17 [Rif. n. 6390]
03-12-2004 ANA. n. 2004 / 835 / CE «Decisione della
Commissione, del 3 dicembre 2004, che approva i piani
di riconoscimento degli stabilimenti per gli scambi intracomunitari di pollame e uova da cova» GUCEE SL n. 360
07-12-2004 p. 28-29 [Rif. n. 6393]
03-12-2004 ANA. n. 2004 / 839 / CE “Decisione della
Commissione, del 3 dicembre 2004, che definisce le
condizioni per i movimenti a carattere commerciale di
cani e gatti giovani da paesi terzi verso la Comunità”
GUCEE SL n. 361 08-12-2004 p. 40 [Rif. n. 6395]
03-12-2004 ANA. n. 2004 / 882 / CE «Decisione della
Commissione, del 3 dicembre 2004, che modifica gli allegati I e II della decisione 79/542/CEE del Consiglio per
quanto concerne l’aggiornamento delle condizioni d’importazione e dei modelli dei certificati sanitari per le carni
di selvaggina in libertà e di selvaggina di allevamento»
GUCEE SL n. 373 21-12-2004 p. 52-68 [Rif. n. 6417]
08-12-2004 ANA. n. 2004 / 857 / CE «Decisione della
Commissione, dell’8 dicembre 2004, che modifica la
decisione 97/222/CE recante l’elenco dei paesi terzi da
cui gli Stati membri autorizzano l’importazione di prodotti a base di carne» GUCEE SL n. 369 16-12-2004 p.
65-72 [Rif. n. 6412]
27-12-2004 AA. n. 2254/2004 “Regolamento (CE)
n. 2254/2004 della Commissione, del 27 dicembre
2004, che modifica il regolamento (CEE) n. 2092/91
del Consiglio relativo al metodo di produzione biologico
di prodotti agricoli e all’indicazione di tale metodo sui
prodotti agricoli e sulle derrate alimentari” GUCEE SL n.
385 29-12-2004 p. 20-21 [Rif. n. 6439]
30-12-2004 ANA. n. 2005/10/CE «Decisione della
Commissione, del 30 dicembre 2004, che modifica la
decisione 2004/666/CE per quanto riguarda la reintroduzione della vaccinazione in Italia in talune zone colpite
dall’influenza aviaria a bassa patogenicità e che estende
le misure di controllo dei movimenti» GUCEE SL n. 4 0601-2005 p. 15-16 [Rif. n. 6461]
03-01-2005 ANA. n. 2005/3/CE «Decisione della
Commissione, del 3 gennaio 2005, recante modifica
della decisione 2001/881/CE che stabilisce l’elenco dei
posti d’ispezione frontalieri riconosciuti ai fini dei controlli
veterinari sui prodotti e sugli animali provenienti dai paesi
terzi e che aggiorna le modalità relative ai controlli che
devono essere effettuati dagli esperti della Commissione»
GUCEE SL n. 6 08-01-2005 p. 8-9 [Rif. n. 6462]
08-01-2005 RE. DI. CEE. “Rettifica della direttiva 2003/
32/CE della Commissione, del 23 aprile 2003, recante modalità specifiche relative ai requisiti previsti dalla
direttiva 93/42/CEE per i dispositivi medici fabbricati con
tessuti d’origine animale” GUCEE SL n. 6 08-01-2005 p.
10 [Rif. n. 6463]
16-12-2004 ANA. n. 2004 / 914 / CE «Decisione della
Commissione, del 16 dicembre 2004, che modifica la
decisione 2003/858/CE per quanto concerne le importazioni di pesci vivi di acquacoltura e relativi prodotti, destinati alla trasformazione o al consumo umano diretto»
GUCEE SL n. 385 29-12-2004 p. 60-73 [Rif. n. 6440]
22-12-2004 AA. n. 1 / 2005 “Regolamento (CE) n.
1/2005 del Consiglio, del 22 dicembre 2004, sulla
protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate che modifica le direttive 64/432/CEE e
93/119/CE e il regolamento (CE) n. 1255/97” GUCEE
SL n. 3 05-01-2005 p. 1-44 [Rif. n. 6460]
23-12-2004 AA. n. 2230 / 2004 “Regolamento (CE) n.
2230/2004 della Commissione, del 23 dicembre 2004,
recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n.
178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio per
quanto concerne la rete di organismi operanti nell’ambito di
competenza dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare” GUCEE SL n. 379 24-12-2004 p. 64-67 [Rif. n. 6429]
17
12-01-2005 AA. n. 36 / 2005 “Regolamento (CE) n.
36/2005 della Commissione, del 12 gennaio 2005,
che modifica gli allegati III e X del regolamento (CE) n.
999/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio per
quanto riguarda la sorveglianza epidemiologica delle
encefalopatie spongiformi trasmissibili nei bovini, negli
ovini e nei caprini” GUCEE SL n. 10 13-01-2005 p. 9-17
[Rif. n. 6466]
12-01-2005 ANA. n. 2005 / 28 / CE “Decisione della
Commissione, del 12 gennaio 2005, che modifica la
decisione 93/52/CEE per quanto riguarda la dichiarazione di talune province italiane indenni da brucellosi
(B. melitensis) e la decisione 2003/467/CE per quanto
riguarda la dichiarazione di talune province italiane
indenni da tubercolosi bovina, brucellosi bovina e leucosi bovina enzootica” GUCEE SL n. 15 19-01-2005 p.
30-33 [Rif. n. 6475]
novita’ legislative
Bollettino ufficiale della Regione Lombardia
08-10-2004 DE. GR. RL. n. 7/18923 «Parere richiesto
dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali in merito
alla richiesta di registrazione della denominazione d’origine protetta (DOP) «Miele della Valtellina» ai sensi del
Reg. CEE n. 2081/92 del 14 luglio 1992» BURL n. SO N.
44 25-10-2004 p. 4173-4177 [Rif. n. 6359]
17-11-2004 C. DGS. RL. n. 39 “Vendita diretta al consumatore di latte crudo vaccino, ovi-caprino e bufalino
nell’azienda agricola di produzione” BURL n. 49 29-112004 p. 4638-4644 [Rif. n. 6410]
10-12-2004 DE. GR. RL. n. 7 / 19759 «Programma
regionale 2005-2007 - Comparto apistico ai sensi del
Regolamento CE 797/2004 - miglioramento della qualità dei prodotti dell’apicoltura - ed approvazione del
Piano annuale di attuazione e degli indirizzi per l’erogazione del contributo per la campagna 2005» BURL n. 53
SS 3 30-12-2004 p. 2-12 [Rif. n. 6467]
16-12-2004 D. GR. RL. n. 7 / 19845 “Parere al Ministero
delle politiche agricole e forestali in merito alla richiesta
di registrazione della Denominazione d’Origine Protetta
(DOP) “Gran Suino Padano” ai sensi del reg. (CEE) n.
2081/92 del 14 luglio 1992” BURL n. 1 p. 39-44 [Rif.
n. 6468]
24-11-2004 D. DUOV. DGS. RL. n. 20715 “Linee guida
per la prevenzione ed il controllo dell’influenza aviaria
sul territorio della regione Lombardia” BURL n. 51 SS 1
14-12-2004 p. 3-39 [Rif. n. 6465]
Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana
31 DICEMBRE 2004 - N. 56 -DECRETO 3 novembre
2004. Adozione del programma comunitario coordinato
di controllo ufficiale dei prodotti alimentari nella Regione
siciliana per l’anno 2004.
Confermata la BSE in una capra
Una capra macellata normalmente in Francia nel 2002 fu ritenuta
sospetta di BSE, nel corso del programma di attiva sorveglianza in
atto in quel Paese. Oggi, a distanza di 2 anni, la diagnosi di BSE
è stata confermata da ricercatori inglesi, tramite fenotipizzazione
molecolare e un lungo test biologico. È questa la prima volta che la
BSE viene diagnosticata in un animale destinato all’alimentazione
umana, al di là del bovino. La barriera di specie è già stata
superata dall’agente della BSE, sia in bovidi selvatici che in felidi,
ma in questi casi si trattava di animali che normalmente non erano
destinati all’alimentazione dell’uomo.
European Food Safety Authority (2005) Statement on the assessement of safety with respect to the consumption
of goat meat and goat meat products in relation to BSE/TSE.
http://europa.eu.int/comm/food/food/biosafety/bse/crl_statement_tse_goats_28-01-05_en.pdf
18
Bartonella henselae, agente eziologico
di una zoonosi emergente:
la malattia da graffio del gatto
M. Fabbi
Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna – Sezione di Pavia
P. Marone
Istituto di Clinica delle Malattie Infettive, IRCCS Policlinico San Matteo – Pavia
M. Zavanella
Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche – Brescia
Generalità sull’infezione
La malattia da graffio del gatto (Cat Scratch Disease,
CSD) è una zoonosi emergente e ubiquitaria. La malattia
è nota nell’uomo dal 1930 ed è stata descritta per la
prima volta nel 1950 da Debrè. L’agente eziologico nel
corso degli anni era stato sospettato essere dapprima un
virus, poi una Clamidia, poi un batterio, ma solo dopo
gli anni ’90 Bartonella henselae è stata definitivamente
identificata quale agente eziologico della malattia. Più
recentemente un’altra Bartonella, B. clarridgeiae, è
stata pure segnalata quale responsabile di casi di CSD
nell’uomo.
Bartonella henselae è un corto bastoncino, pleomorfo,
Gram-negativo, aerobio, con scarse affinità tintoriali.
Replica in vitro fra 28 e 37 °C e resiste al congelamento.
Dal punto di vista tassonomico è incluso nel genere
Bartonella, all’interno del sottogruppo 2 della classe
Proteobacteria e presenta forti affinità con i generi
Rhizobium e Brucella. Con quest’ultimo condivide al 95%
il genoma. Se ne conoscono due tipi (I e II), identificabili
con tecniche molecolari.
19
Il serbatoio naturale del microrganismo è il gatto,
nel quale l’infezione decorre abitualmente in forma
pressoché asintomatica, caratterizzandosi con batteriemie
prolungate (di parecchi mesi o anni) e ricorrenti anche
in presenza di una risposta immunitaria rilevabile. Un
ruolo centrale nella diffusione dell’infezione tra i gatti
è svolto dalla pulce, anche se, recentemente, è stato
dimostrato che zecche quali Ixodes pacificus ed Ixodes
ricinus possono albergare il microrganismo e quindi
essere potenzialmente in grado di trasmetterlo all’ospite
attraverso il pasto di sangue.
La trasmissione dell’infezione dal gatto all’uomo
avviene solitamente attraverso il graffio o il morso
ed è legata alla presenza del batterio sugli artigli e/o
nel cavo orale. Bartonella può contaminare gli artigli
del gatto mediante il contatto con feci di pulci infette
presenti sulla cute (nelle quali il batterio resiste vitale
fino a 9 giorni). Bartonella henselae, inoltre, può
contaminare direttamente la cavità orale, sia attraverso
sanguinamenti conseguenti a patologie gengivali e/o
dentali, sia indirettamente mediante il leccamento della
cute contaminata o degli artigli.
La malattia negli animali e nell’uomo
L’infezione interessa soprattutto il gatto e l’uomo, anche
se Bartonelle sono state isolate da cani, conigli, roditori
e ruminanti. In particolare nel cane, sia B. henselae
che B. clarridgeiae, determinano lo sviluppo di forme
cliniche e quadri anatomo-patologici del tutto simili a
quelli osservati nell’uomo (ad esempio, peliosi epatica,
endocarditi, ecc.).
Il gatto, come più sopra accennato, non manifesta
sintomi specifici di malattia, anche se alcuni Autori
hanno potuto rilevare una linfoadenite associata a un
transitorio rialzo febbrile. Dalla letteratura emerge che
il rischio di infezione per i gatti di strada è circa doppio
rispetto a quelli di proprietà. Studi condotti in vari
paesi dimostrano che la prevalenza di gatti infetti da B.
henselae risulta talora molto elevata; tra i gatti di strada si
possono raggiungere, nell’ambito delle singole colonie,
prevalenze anche maggiori del 50%.
Per quanto attiene a dati italiani, una ricerca sui gatti
randagi pubblicata nel 2004 da Fabbi et. al. ha rivelato in
differenti aree del Nord Italia un 18% di soggetti batteriemici
(emocoltura = gold standard), con punte di prevalenza fino
al 48% di animali batteriemici nella singola colonia. Il 38%
sul totale possedeva invece anticorpi verso B. henselae. Gli
animali positivi contemporaneamente all’emocoltura e
alla sierologia erano il 12,2%. La tipizzazione molecolare
ha poi permesso di attribuire il 20,6% dell’infezione al
20
tipo I, il 61,1% al tipo II, mentre il 18,3% è risultato infetto
contemporaneamente da entrambi i tipi di Bartonella
henselae.
In una più recente indagine (Fabbi e Coll. 2004) su
un campione di oltre 150 gatti di proprietà è stato
registrato un 21% di soggetti batteriemici ed un 43,5%
di sieropositivi, con prevalenza di B. henselae del tipo
I (45%), seguito dal tipo II (36,5%), mentre il 12% era
coinfetto da entrambi i tipi. Solo il 6% degli animali è
risultato batteriemico per B. clarridgeiae, a conferma
della minor circolazione di questa Bartonella nelle
popolazioni feline del Nord Italia.
L’incidenza della malattia nella popolazione umana è
poco nota, ad eccezione dei circa 22.000 casi segnalati
ogni anno negli USA, 2000 dei quali richiedono
l’ospedalizzazione. I dati di prevalenza della malattia
nell’uomo in Italia sono molto frammentari e spesso
legati a segnalazioni di carattere personale (contatti
con medici, ospedali, poliambulatori, ecc). Tuttavia le
diverse fonti riferiscono di numerosi casi che giungono
all’osservazione del medico in cliniche pediatriche,
di malattie infettive o negli ambulatori di medicina
generale.
La forma clinica più frequente di CSD, che sembra privilegiare i soggetti giovani (bambini-ragazzi), è caratterizzata da una linfoadenopatia superficiale localizzata in sede
ascellare o nella regione che drena una lesione cutanea
provocata dal graffio del gatto. Il periodo di incubazione
è di 3-21 giorni con una media di 12 giorni. Nei 2/3 dei
casi è documentabile una lesione primaria da inoculo
rappresentata da una macula, papula o vescicola di 3-5
mm di diametro, dolente, che può evolvere in una pustula
o escara con tendenza alla guarigione spontanea in pochi giorni o settimane. Nel 6% dei casi la lesione primaria
è congiuntivale. Dopo 2-4 settimane si assiste alla comparsa di linfoadenopatia loco-regionale, dolente, mobile. Le stazioni più coinvolte sono in ordine di frequenza
ascellari, laterocervicali, sottomandibolari, inguinali,
femorali, preauricolari, sopraclavicolari ed epitrocleari.
Nel 40% dei casi circa si assiste all’interessamento di
più stazioni contemporaneamente. La linfoadenopatia
regredisce spontaneamente entro 2-6 mesi. Nel 15-20
% dei casi i linfonodi vanno incontro a suppurazione e
fistolizzazione cutanea. Tale quadro si accompagna talvolta a febbricola, rash fugace, eritemato-papuloso o
eritemato-nodoso, astenia, anoressia, malessere, cefalea, faringodinia, artralgie. Non sono tuttavia infrequenti
(circa il 5-14% di tutte le CSD) forme sistemiche complicate a carattere granulomatoso, soprattutto a carico dei
parenchimi (fegato, milza, linfonodi del mediastino, ecc),
che possono assumere particolare gravità nei pazienti
immunocompromessi (pazienti HIV-positivi, pazienti
sottoposti a trapianto di organo solido o a terapie antineoplastiche, ecc.).
Bartonella henselae può essere altresì responsabile di altre forme cliniche nell’uomo, quali angiomatosi bacillare,
peliosi epatica, batteriemie, endocarditi, neuroretiniti,
sindromi oculo-glandolari di Parinaud e meningiti asettiche, che pure possono assumere carattere di estrema
gravità in particolari condizioni di deficit immunitario. Per
la terapia nell’uomo possno essere impiegati antibiotici
quali rifampicina, doxiciclina e i macrolidi per periodi
variabili a seconda della sintomatologia e dello stato
immunitario del paziente.
Diagnosi
La diagnosi, oltre che dal sospetto clinico, può essere
confermata in laboratorio mediante test sierologico
(immunofluorescenza indiretta, cut-off 1:64), che
attualmente appare il più praticato dagli ospedali (non
molti, peraltro) che effettuano diagnosi di CSD. Sono
segnalate possibili reazioni crociate con Coxiella burnetii.
e Clamidia spp.
È tuttavia da rilevare che i test del commercio contengono
B. henselae e non B. clarridgeiae. Ciò deve essere tenuto
in considerazione in presenza di una forma clinica
compatibile con una CSD che risulti negativa al test di
21
immunofluorescenza del commercio. Non risulta esserci
infatti reazione crociata tra le due Bartonelle sopra citate,
come rilevato per la prima volta in occasione della
scoperta dell’esistenza di B. clarridgeiae su un paziente
(un veterinario), che pur mostrando una sintomatologia
tipica per CSD risultò negativo al test per B. henselae.
Fu necessario isolare la nuova Bartonella dal gatto del
paziente ed allestire il test specifico per confermare la
diagnosi (titolo anticorpale positivo = 1:1024).
La messa in evidenza del microrganismo nei pazienti
con CSD con metodi tradizionali è spesso problematica
a causa dei pregressi trattamenti antibiotici che i pazienti
solitamente subiscono prima di giungere all’osservazione
clinica vera e propria. Infatti, mentre nei gatti
l’emocoltura rappresenta il gold-standard strettamente
correlato alle alte cariche batteriche repertate nel sangue
degli animali infetti (> di 1000 e fino a 30.000 ufc/ml di
sangue), nell’uomo l’emocoltura dà risultati altalenanti e
scarsamente conclusivi.
La metodica PCR è sempre più frequentemente indicata
quale metodica di riferimento per confermare la diagnosi
diretta di CSD da biopsie tissutali (solitamente linfonodi),
in quanto in grado di rilevare frammenti del DNA
batterico di microrganismi non vitali e/o in quantità molto
piccole, oltre a essere in grado di tipizzare i due sottotipi
di Bartonella.
In Medicina Veterinaria, nel gatto in particolare,
l’emocoltura resta il metodo diagnostico d’elezione,
rispetto al quale la sierologia dimostra un 56,5% di
sensibilità ed un 67% di specificità.
Come già in precedenza ribadito, il test sierologico
da solo non è sufficiente per stabilire lo stato sanitario
dell’animale nei confronti della bartonellosi felina, in
quanto si tratta di una prova che spesso si positivizza
tardivamente rispetto al momento dell’infezione. È
possibile, a nostro avviso, effettuare una valutazione
completa dello stato sanitario del gatto abbinando il
test sierologico all’emocoltura, e ripetendo quest’ultima
nei soggetti risultati sieropositivi non batteriemici, al
fine di controllare la eventuale comparsa di batteriemie
ricorrenti.
Nell’uomo, al contrario, la sierologia conserva un buon
valore diagnostico, nonostante la possibilità di false
reazioni negative attribuibili a diversi fattori, quali la
cattiva qualità dell’antigene diagnostico, la produzione
tardiva di anticorpi rispetto alla comparsa della forma
clinica e malattie concomitanti (AIDS).
(L’oggetto della presente nota fa parte del progetto di ricerca
finalizzato del Ministero della Salute: IZLER 13/03 PRC 2003013.
I riferimenti bibliografici sono disponibili presso gli Autori)
Le mastiti bovine:
un ostacolo per le produzioni casearie di qualità
Ragusa 21-22 Gennaio 2005
Il 21 e 22 Gennaio si è svolto presso l’Area territoriale
di Ragusa dell’IZS Sicilia, sotto l’egida scientifica del
“Mastitis Council Italia”, un interessante seminario teorico-pratico di aggiornamento sul tema “La gestione sanitaria delle mastiti e la qualità delle produzioni
tipiche”.
Il Convegno, accreditato come evento ECM dal Ministero
della Salute, ha visto
la partecipazione di
relatori di grande
esperienza e chiara
fama come il Prof.
Zecconi (Presidente
del “Mastitis Council Italia”), il Dr.
Zanin (Responsabile
Qualità Latte SATA
Lombardia) e il Dott.
Bonacini (veterinario
nutrizionista), le cui
relazioni sono state
affiancate da alcune
considerazioni sullo
stato attuale del
comparto lattierocaseario in Sicilia da
parte del Dr. Cascone (Responsabile del
Centro Latte IZS RG)
e del Dr. Antoci (veterinario della cooperativa di produttori “Ragusa latte”).
Tutti gli interventi, di grande attualità, sono stati rivolti ad
un pubblico di veterinari liberi professionisti e tecnici del
comparto lattiero-caseario, molto competenti ed attenti
alle problematiche della zootecnia da latte.
Il Mastitis council è un’organizzazione professionale nata
con l’obiettivo di combattere le mastiti e migliorare la qualità del latte, attraverso un’attività scientifica e divulgativa
che metta a disposizione dell’industria lattiero-casearia
informazioni e notizie utili sulla sanità animale, sulla gestione della mungitura e sull’igiene della mammella.
Nel corso del suddetto evento, organizzato in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della
Sicilia, nella giornata di venerdi 21 sono state affrontate
22
tematiche relative all’epidemiologia delle infezioni mammarie, alle buone pratiche di mungitura, alle correlazioni
tra squilibri nutrizionali e mastiti ed alla disamina delle
terapie più efficaci.
Sabato 22, invece, si è svolta un’esercitazione pratica, con
la visita di un allevamento di vacche Frisone in provincia
di Ragusa, allo scopo di mettere in atto le conoscenze
acquisite,
evidenziando la stretta e
fondamentale correlazione tra teoria e
pratica, conoscenza
scientifica e sue ricadute sul campo.
Questo
seminario
ha costituito, senza
dubbio,
un’ottima
occasione di incontro tra tecnici
esperti di produzioni
lattiero-casearie, valida testimonianza di
come una conoscenza più approfondita
del corretto management
aziendale
possa incrementare
in modo significativo
la produzione lattea,
dal punto di vista quantitativo e qualitativo, riducendo gli
sprechi ed esaltando l’attitudine produttiva degli animali
nel rispetto del loro benessere e di uno stato sanitario
ottimale.
Inoltre, come giustamente sottolineato dal Dr. Caracappa, Direttore Sanitario dell’Istituto Zooprofilattico della
Sicilia, una produzione lattea di qualità è il pre-requisito
fondamentale per migliorare anche la produzione di
formaggi locali tradizionali, grande ricchezza del nostro
Paese. Il che è ancor più vero per la provincia di Ragusa,
territorio di produzione del Ragusano D.O.P., un formaggio prelibato e dal sapore intenso, lavorato ancora con
tecniche tradizionali che ne hanno preservato la tipicità
nel corso del tempo.
Sara Villari
A Palermo un corso per
Direttore di Struttura Complessa
Il Cefpas sta organizzando, per conto della Regione
Sicilia, corsi per Direttore di Struttura complessa a norma
del DA n. 3444 del 12/05/04.
Uno di questi, in particolare, sarà realizzato in
collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
e si svolgerà a Palermo presso la sede dell’Istituto. Il corso
è mirato specificamente alla formazione manageriale del
Medico Veterinario ed abilita alle funzioni di Direttore
di Struttura Complessa. La partecipazione è riservata a
coloro che hanno già all’attivo un incarico quinquennale
da Dirigente di struttura semplice. Il corso è a numero
chiuso, con un massimo di 30 partecipanti/edizione, per
un’attività didattica totale di 160 ore.
Il programma, distribuito su otto moduli, ciascuno di tre
giorni, affronterà le seguenti tematiche:
- Il management e l’organizzazione sanitaria
- Gestione delle risorse umane 1
- Economia aziendale
- Governo clinico
- Controllo di gestione e budget
ANALISI CHIMICHE E
MICROBIOLOGICHE PER IL SETTORE
AGROALIMENTARE
MICROINQUINANTI NEGLI ALIMENTI
• PESTICIDI, METALLI PESANTI
• PCB, AFLATOSSINE
INDAM Laboratori chimici s.r.l.
Via San Desiderio 21 - 25020 Flero BRESCIA
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www.indam.it - [email protected]
23
- Gestione delle risorse umane 2
- Sistemi informativi e tecnologie
- Gestione del cambiamento e della qualità
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia e
l’Ordine dei Medici Veterinari di Palermo, che mi onoro
di rappresentare, stanno dando un notevole apporto alla
caratterizzazione del corso.
In considerazione della nostra peculiare professionalità,
del contesto in cui operiamo e delle esigenze che l’utenza
territoriale ci richiede di soddisfare, stiamo cercando
di fornire indicazioni originali per il suddetto percorso
formativo, convinti che tale specifica connotazione possa
realmente migliorare la formazione tecnico-scientifica e
manageriale dei professionisti del settore.
Il corso si caratterizza per l’approccio professionale non
accademico e per l’inquadramento dei diversi temi nella
realtà lavorativa del SSR.
Se sarà raggiunto un numero significativo di adesioni,
potremo riprodurre il corso in una nuova edizione.
Santo Caracappa
Il benessere animale nelle filiere di produzione
Viadana (Mantova) 27.11.2004
Il 27 novembre scorso ha avuto luogo, presso la sala dei
Musei Viadanesi di Viadana (MN), un convegno su “Il
benessere animale nelle filiere di produzione”,
organizzato dal comune di Viadana, dalla Provincia di
Mantova e con il patrocinio dell’ASL di Mantova.
Presenti autorità della Provincia e del Comune, il dott.
Rasori, Direttore del Dipartimento di Prevenzione
Veterinario dell’ASL di Mantova e Presidente dell’Ordine
dei Veterinari di Mantova, ha introdotto l’argomento,
richiamando l’importanza sempre maggiore che il
benessere animale ha per l’attività veterinaria, sia essa
pubblica che libero professionale. Sono seguite le relazioni
dei dottori: Amadori (Benessere animale e sicurezza
alimentare), Guizzardi (Il benessere nell’allevamento dei
suini), Valtorta (Il benessere nell’allevamento del vitello a
carne bianca), Motta (Il benessere nell’allevamento delle
galline ovaiole), Ghinzelli (Il benessere degli animali in
fase di trasporto), Cerati (Benessere e alimentazione nei
suini), Testa (I gas ambientali nelle strutture zootecniche),
Bianchi (La Coop e il benessere animale). Ha chiuso
i lavori il dott. Palma, dirigente veterinario regionale
dell’area C, dell’Unità Operativa Veterinaria della
Regione Lombardia.
La manifestazione ha riscossso notevole successo, per
l’attualità dell’argomento e per il valore degli interventi.
Ampia la partecipazione di veterinari e allevatori.
Ottima l’organizzazione, curata dai colleghi del Distretto
Veterinario di Viadana.
Luigi Gaidella
A pag. 9 si riporta la relazione del dr. Amadori
CIRCOLO VETERINARIO SICILIANO
E UNISVET
C.so XXII Marzo, 4
20136 - Milano
Tel. e Fax 02/89073858
www.unisvet.it
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SEDE DEGLI INCONTRI: Hotel Residence Casena dei Colli
Via Villa Rosato 20/22 - 90146 Palermo
CALENDARIO INIZIATIVE PALERMO 2005
Per iscrizioni, informazioni e programmi dettagliati consultare il sito www.unisvet.it
Via Danimarca, 15
90146 - Palermo
[email protected]
GIORNATA DI ORTOPEDIA: la diagnosi radiografica nelle
patologie dello scheletro appendicolare del cane giovane
in fase di accreditamento ecm - costo del corso:  40,00
RELATORI: Prof. Mauro Di Giancamillo - Univ. Milano
dott. ssa Olga Travetti - Univ. Milano
Domenica 5 giugno 2005 (9 – 19)
LUCI ED OMBRE SUL SIPARIO DI ALCUNE PATOLOGIE
EMERGENTI DEL CANE E DEL GATTO
accreditato con 3 punti ECM
costo del corso:  30,00
RELATORI: Pof. G. Oliva – Univ. Napoli
Prof. G. Poglayen - Univ. Messina
Domenica 27 Febbraio 2005 (9-18)
Malattia di Lyme, Ehrlichiosi, Babesiosi, Hemobartonellosi
Tecnica radiografica – Preparazione e contenimento del paziente
– L’articolazione scapolo-omerale – La displasia del gomito – L’estremità
distale dell’arto anteriore – La displasia dell’anca – Diagnosi precoce di
displasia dell’anca e del gomito – La displasia del ginocchio
ALOPECIA DEL CANE: STATO DELL’ARTE
in fase di accreditamento ecm - costo del corso:  40,00
RELATORE: dott. ssa Ersilia Pappalardo
Domenica 25 giugno 2005 (9 – 18)
Anatomia e fisiologia del mantello – Definizione di alopecia e
nuove acquisizioni – Approccio clinico diagnostico alle alopecie
CORSO DI ONCOLOGIA
accreditato con 10 punti ECM
costo del corso:  80,00
RELATORE: Dott. G. Romanelli - L.P. Milano - dipl. ECVS
Sabato 21 maggio 2005 (9 - 18)
Metodi bioptici – Principi di chemioterapia
e chirurgia oncologica
Linfoma – Tumori mammari
ARGOMENTI DI GASTROENTEROLOGIA DEI PICCOLI ANIMALI
in fase di accreditamento ecm - costo del corso:  40,00
RELATORE: Prof. M. Gualtieri - Univ. Milano
Prof. G. Oliva -Univ. Napoli
Domenica 16 ottobre 2005 (9 – 19)
La disfagia – Il ritardato svuotamento gastrico – Trattamento
farmacologico del vomito – Diarrea cronica del cane – Costipazione
Domenica 22 maggio 2005 (9 - 18)
Tumori toracici, della cavità orale, addominali,
ossei, endocrini, cutanei
24
vet web
a cura di Raul Ciappelloni
Arriva “Accoona” e i cinesi si preparano
all’invasione dei mercati occidentali
Il Recente “varo” del Motore di ricerca Accoona (http://
www.accoona.com/), una iniziativa ideata da personaggi
del calibro di Eckard Pfeiffer (Compaq) e Stuard Kauder
(DoubleClick), rappresenta una novità sul piano
dell’accesso alle risorse di Rete. È anche il segno che la
supremazia di Google (http://www.gogle.com) e Yahoo
(http://www.yahoo.com) sta forse per vacillare, ma non
solo.
Accoona ha realizzato un vero “colpaccio” riuscendo
ad assicurarsi la collaborazione (con un contratto di
ferro della durata di un ventennio) della “China Daily
Information Co.”, una importante Agenzia governativa
cinese che parteciperà a questa iniziativa fornendo una
montagna di informazioni sulle imprese (cinque milioni
di records) e sui prodotti del colosso asiatico. Tutto ciò
farà del nuovo motore di ricerca americano una specie
di “porta” che conduce direttamente ad un mercato dalle
dimensioni colossali. Per contro, Accoona rappresenta
anche la volontà della dirigenza cinese di aprirsi, seppure
gradualmente, verso l’occidente.
Il mondo della sanità veterinaria non è ancora in
subbuglio per questo significativo passo della Cina verso
di noi, l’occidente opulento e consumista (America in
primo luogo), ma presumibilmente lo sarà assai presto.
Una marea di alimenti di origine animale, prodotti
farmaceutici e professionisti che trotterellano al seguito
di spregiudicati uomini d’affari sta per scaraventarsi da
una parte all’altra del mondo? Forse. Intendiamoci, il
mercato cinese è già da anni una realtà importante per
le imprese italiane. Chi non ricorda i problemi provocati
dalla Severe Acute Respiratory Syndrome, meglio nota
come SARS?
Ma ora si ha la sensazione che stia accadendo qualcosa di
diverso e che un complesso meccanismo di globalizzazione
economica sia in procinto di avviarsi creando un ponte fra
culture, a un capo l’oriente, all’altro noi.
Accoona
Il nome non è molto evocativo, sembra derivi dallo
Swahilii “Accoona matata - non preoccuparti”. Questo
Search Engine, promette meraviglie degne della fiction.
Secondo i creatori dello spider made in China “…Accoona
fornisce una fantastica esperienza di ricerca interattiva al
suo utente…Questa rivoluzionaria tecnologia interattiva è
combinata con un software di intelligenza artificiale che
comprende il significato delle parole - SuperTargeted™
(http://www.accoona.com/supertarget.html).
Il sistema potrà fornire in tempo reale ai suoi utenti
informazioni commerciali di prim’ordine, grazie ad una
colossale base di dati (Accoona Business Database).
Accoona è la porta per il Web cinese con siti dedicati all’import-export di prodotti farmaceutici
ad uso veterinario, anche se le risorse in questione sono ancora ampiamente in costruzione
25
vet web
Una pagina per ritrovare le imprese cinesi online
Tramite Accoona è oggi possibile visionare un elenco di
siti che intendono pubblicizzare prodotti e servizi made
in Cina. Possiamo accedere ad ottime directory come,
ad esempio, Made-in-China (http://www.made-inchina.com), una iniziativa Web localizzata a Nanjing,
nella regione dello Jiangsu.
In Made-in-china potrete inserire keyword per
interrogare un vasto database che organizza le categorie
merceologiche o le company suddivise per aree
geografiche.
Cercando un po’ di prodotti alimentari di origine animale
troviamo unicamente grosse realtà produttive come Great
Una pagina dedicata alle razze bovine d’elezione in Cina
Wall Northeast Asia Co., Ltd. specializzata nel settore
avicolo ed imprese che producono carne (di pecora,
coniglio, maiale, bovino) con sistemi industriali.
Utilizzando le keywords “veterinary AND medicine”
otteniamo molte schermate con diversi prodotti
farmaceutici disponibili. Alcuni sono ben conosciuti
(quinoxalina, ivermectina, tetramisole), non mancano
vitamine, microelementi ed una settantina di altre
specialità farmaceutiche di diverso tipo ed uso. Troviamo
anche prodotti particolari come il “Sanjiu Zhubao”, una
sostanza definita “naturale promotrice della crescita
e regolatrice delle funzioni fisiologiche e digestive del
suino”. Utilizzando un modulo elettronico è possibile
acquistare direttamente online, almeno per imprese e
Veterinari professionisti e contattare operatori del settore
zootecnico e farmaceutico.
Quello dei prodotti alternativi e delle pratiche mediche
esotiche è un argomento di un certo interesse. Siamo in
presenza di un ragionamento farmacologico derivante da
una cultura assai diversa da quella occidentale, rimasta
sostanzialmente isolata per secoli, sta per giungere a noi
sull’onda del protocollo TCT/IP, con quali effetti sul nostro
sistema sanitario è difficile dire.
Sin qui le risorse Web descritte recano diciture, testi,
titoli in lingua inglese. Ma subito oltre un primo e
rassicurante “strato” di siti veniamo in contatto con un
“robusto” elenco di pagine interamente scritte in cinese
sulla zootecnia, l’alimentazione e la medicina veterinaria
(ovviamente per visionare gli ideogrammi dovrete
scaricare il set di caratteri cinesi “classici” o “moderni”
e installarlo nel vostro browser web). C’era uno scrittore
Anche le pecore hanno il loro spazio
26
vet web
che una volta disse che quando in un libro gli capitava
di imbattersi un nome russo più che leggerlo si limitava
ad osservarlo. Con questo spirito, vi consigliamo di
sfogliare i seguenti siti dedicati ai principali animali
d’allevamento come Cnpig (http://www.cnpig.com/)
Chinaswine (http://www.chinaswine.com/), per non
tacere dell’importante Beijing Breeding Swine Centre
Bbsc (http://www.bbsc.com.cn/docc/jianjie.htm) un
centro avanzato per la genetica del maiale localizzato a
Pechino (anche le pecore hanno i loro siti dedicati come
ad esempio, Lnry - http://www.lnry.com/).
Potremmo continuare, ma il nostro commento deve
fermarsi qui. A modem spento ci chiediamo: chissà
cosa ci sarà scritto in queste pittoresche pagine Web?
Difficile dirlo (alcune hanno il link ad una versione
Naturalmente
la parte del leone
la fa il suino
27
ridotta in lingua inglese). In effetti i siti sono interessanti
quasi unicamente allo scopo di curiosare un poco fra gli
antichi segni grafici (un bellissimo testo per apprendere
gli ideogrammi fondamentali di questa lingua è
rappresentato da: “Caratteri Cinesi” di Edoardo Fazzioli.
Arnoldo Mondadori, Milano, 1986).
Collegandosi a queste pagine, pur non potendo
comprenderne il significato, sarà possibile vedere quanto
molteplice e variegata sia l’offerta informativa del Web
cinese e magari, riuscendo a recuperare gli indirizzi email (passando con il mouse sui link comparirà nella
barra stato del browser una scritta del tipo “mailto:
[email protected]”), provare a scrivere in inglese per
cercare di entrare in contatto con questo antico mondo
per noi ancora largamente sconosciuto.
vet web
Conclusioni
Il Web made in China è, come abbiamo cominciato ad
intravedere, allo stato nascente, interessantissimo, ma
per noi sostanzialmente muto. La “barriera linguistica”,
particolarmente quella rappresentata da idiomi che,
come in questo caso, hanno sistemi di segni assai diversi
dal nostro, rappresenta ancora un ostacolo quasi
invalicabile che speriamo sia presto rimosso.
In questo contesto, ciò significa che le pagine in
lingua cinese dovranno essere tradotte in inglese, una
questione fondamentale se informazioni, persone e fatti
vorranno entrare nell’”orizzonte degli eventi” del mondo
occidentale.
In questo momento, forse, ciò non è neppure pienamente
28
auspicato dal quel Governo, anche per evitare una
apertura troppo “veloce” e dagli esiti distruttivi, sul piano
politico e sociale (pensiamo a ciò che è accaduto in
Russia nell’ultimo decennio).
Ma prima o poi, inevitabilmente, questo contatto ci
sarà. Potremo allora aspettarci che una enorme mole
di informazioni si renderà improvvisamente disponibile,
oltre a nuove occasioni di lavoro, nuove aree di ricerca
e possibili interazioni fra Enti sanitari, almeno per quanti
vorranno cogliere l’opportunità di avviare rapporti di
interscambio con la prima potenza economica dell’Asia.
Sarà un po’ come quando Jean-Francois Champollion
tradusse per la prima volta i caratteri geroglifici, recuperando
d’un colpo una intera cultura densa di significati. La stele di
Rosetta del terzo millennio si chiama World Wide Web.
i nostri libri
a cura di Gianluigi Gualandi
ANNALI DELLA FACOLTÀ
DI MEDICINA VETERINARIA
Università degli Studi di Parma
VOLUME XXIII-2002
Direttore responsabile: G. Zannetti
Comitato di Redazione: E.BottarelliS.Cavirani - G.Donofrio - A.Salghetti
- G.Zannetti
Pg.365-volume non in commercio
Tipografie riunite Donati s.r.l. – Parma
Volume di notevole contenuto scientifico in cui dopo
l’elenco del Personale Docente, e non, della Facoltà
(prof.ri Ordinari, Straordinari, Associati, Ricercatori,
Titolari di assegni di ricerca e del personale Tecnico
Amministrativo), si riportano le Scuole di Specializzazione
e l’elenco dei Laureati presso la Facoltà nell’anno
accademico.
Seguono 25 contributi originali e più precisamente:
-Il manganese: distribuzione tissutale a seguito della
somministrazione cronica nel coniglio (G.DelbonoA.Fusari-A.Ubaldi-R.Duratti); -indagine sul valore
dietetico-nutrizionale della lumaca, confronto tra specie
e fra soggetti raccolti in natura e allevati (E.NovelliV.Giaccone-S.Balzan-S.Ghiaini-P.G.Bracchi); Esame del
liquido cefalo rachidiano. Studio retrospettivo su 65 cani
(D.Callegari-E.Bianchi-L.De Risio); Studi di conduzione
nervosa motoria, potenziali evocati acustici del tronco
encefalico blink reflex test: valori normali nel cane
(E.Bianchi-D.Callegari-M.Dondi); Comparative
study
on nitrite and nitrate ions determination (E.ZanardiG.Dazzi-G.Madarena-R.Chizzolini);
Indagine
sulla
presenza di contaminanti chimici in latte e carne di
produzione tradizionale e biologica (S.Ghiaini-E.ZanardiA .Battaglia-M.A .Pinotti- G.Varisco - G.CampaniliR.Chizzolini); L’integrazione con vanadio delle razioni per
le galline ovaiole (A.Bonomi-B.M.Bonomi-A.Quarantelli);
L’integrazione con vanadio delle razioni per il coniglio
da
carne
(A.Bonomi-B.M.Bonomi-A.Quarantelli);
Misurazioni somatiche e curvez di crescita nella
popolazione di caprioli (A.Sabbioni-C.S.SoffiantiniG.Pisani-V.Beretti-C.Sussi-P.Superchi);
Italian
ostrich
eggs: phisical characteristics and chemical composition
(P.Superchi-C.Sussi-A.Sabbioni-V.Beretti);
Structural
and functional characteristics of modenese cow milk in
Parmigiano-Reggiano cheese production (A.SummerM.Malacarne-F.Martuzzi-P.Mariani); Limiti e possibilità
di sviluppo dell’allevamento dello struzzo (A.Salghetti);
Isolation of listeria monocytogenes and listeria spp.from
pigs al slaghter in Italy (S.Bonari-F.Brindani-E.Maggi);
Anagrafe equina (G.Signorini-G.Biagi-S.Nannipieri);
29
Ruolo di clostrifium spp. in alterazioni del Parmigiano
Reggiano riconducibili a gonfiore tardivo (C.BacciA.Paris-F.Brindani); Valutazione della componente
microbica in carni equine macinate (C.Bacci-A.ParisA.Poeta-G.Di Quattro-G.Merialdi-S.Bonardi); Prevalence
of molecules of ß-lactam antibiotics in bovine milk in
lombardia end Emilia-Romagna (S.Ghiaini-E.ZanardiG.varisco-R.Chizzolini);
Parametri
orfometrici
e
densitrometici di polli maschi della linea genetica del
boiler Cobb durante i primi due mesi di vita (C.GabbiA.Cacchioni-l.Alpigiani-P.Borsetti-F.M.Martini); L’anestesia
in oftalmologia veterinaria (B.Simozzani-S.Zanichelli);
Studio retrospettivo sull’utilizzo della tecnica pocket
nella correzione del prolasso della ghiandola della terza
palpebra del cane (B.Simonazzi-S.Zanichelli); La saliva:
approccio complementare nella diagnostica clinica e
nella ricerca biologica (A.Marini-E.Cabassi); Su alcuni
aspetti della patogeneticià di Yersinia enterocolitica
(F.Cattabiani); Epidemiologia delle infezioni da virus
animali e virus informatici: un raffronto artificioso
E.Bottarelli); Il congelamento lento di embrioni bovini
micromanipolati. Recenti progressi nella composizione
dei media (V.Ambrosi-G.Morini-E.Parmigiani-E.Bigliardi);
Museo Anatomico della Facoltà di Medicina Veterinaria di
Parma (G.Morini-R.Panu).
BIOSTATISTICA
INTRODUZIONE ALLA STATISTICA
PER MEDICINA VETERINARIA
G.F.Greppi – A.Galli – P.Roncada – M.Tranquillo
MG Editori, via Tortona,12 Milano
Edizione in Stampa Digitale Global
Print, settembre 2002 pg.410- molte
tavole - non viene riportato il prezzo
Opera riservata a quanti si interessano di biostatistica,
materia questa che richiede al lettore basi tecnicoscientifiche e matematiche non sicuramente comuni.
Dopo la prefazione e l’introduzione, la struttura del libro
si articola in undici capitoli: -la ricerca biomedica in cui si
tratta della metodologia della ricerca scientifica, la ricerca
biomedica, il ruolo della statistica nella ricerca biomedica;
-modelli di studio nella ricerca biomedica: classificazione
degli studi, studi osservazionali, studi sperimentali; teoria della probabilità; -il campionamento; -raccolta e
organizzazione dei dati; -natura delle variabili e scale
di misura; -sintetizzare e presentare i dati; -interferenza
statistica; -analisi di variabili dipendenti quantitative; analisi di variabili dipendenti qualitative; -statistica non
parametrica.
i nostri libri
Segue questo primo gruppo di capitoli la Statistica
speciale composta da cinque capitoli e più precisamente:
-piani sperimentali; -l’analisi multivariata; -l’analisi delle
serie temporali; -farmacocinetica; -epidemiologia.
Gli allegati concludono l’opera.
Il testo costituisce il completamento al sito
www.bioinfovet.unimi.it dove i lettori potranno trovare
gli aggiornamenti e ulteriori informazioni; gli studenti
dell’Ateneo di Milano potranno usufruire dei test di
autovalutazione per l’apprendimento della statistica
realizzato in collaborazione con il CTU; la biostatistica è
presente anche come corso on-line Ateneonline riservato
agli studenti della Facoltà di Medicina Veterinaria
dell’Università degli Studi di Milano.
FITODEPURAZIONE
SOLUZIONI PER IL TRATTAMENTO DEI
REFLUI CON LE PIANTE
Maurizio Borin
Edagricole, Bologna 2004
(VIII+197pg., figure 62 tav.40
€24,00 £.46.470,480)
Seguono alla presentazione e ai ringraziamenti
cinque capitoli e più precisamente: il primo riguarda
l’acqua, l’inquinamento e la depurazione: origine e
caratteristiche dell’inquinamento idrico, la depurazione
delle acque; il secondo è inerente alla fitodepurazione
estensiva: impiego irriguo di acque inquinate e la
regolazione continua della falda: drenaggio controllato e
subirrigazione; terzo capitolo: la fitodepurazione diffusa:
aree umide (wetlands), fasce tampone; il quarto capitolo
si riferisce alla fitodepurazione localizzata: elementi di
dimensionamento, scelta e gestione delle piante, soluzioni
e prestazioni, casi studio, diffusione e esempi di impianto;
il quinto ed ultimo capitolo riguarda le considerazioni che
ricordano i vantaggi (versalità, possibilità del trattamento
di corpi idrici di notevoli dimensioni, possibilità di
abbattere inquinanti presenti in basse concentrazioni,
possibilità di mettere in atto processi diffusi sul territorio
vicino ai luoghi dove si genera l’inquinamento, semplicità
costruttiva, scarsa richiesta di elementi di elevata
tecnologia, modesto o nullo fabbisogno di energia se
non addirittura la possibilità di sfruttare i sistemi per
produrre energia alternativa, la valenza ambientale, il
valore estetico e paesaggistico ottenibile, il messaggio
culturale e formativo,le opportunità di fare degli impianti
di fitodepurazione dei veri e propri laboratori didattici
come avviene in parecchi progetti pilota all’estero,
la possibilità che alcuni siti di fitodepurazione siano
30
utilizzabili anche come aree accessibili per il tempo
libero) e gli svantaggi di questa tecnologia.
L’opera ha termine con una appendice inerente ai
riferimenti legislativi e con una ampia bibliografia.
MEDICINA,CHIRURGIA E
ALLEVAMENTO DEI RATITI
GESTIONE SANITARIA DEGLI
ALLEVAMENTI DI STRUZZI,
EMU E NANDU
Thomas N. Tully Jr. – Simon M. Shane
Edagricole, Bologna 2002 (XIV+226
pg., 128 illustrazioni - €25,00)
Il crescente interesse del mercato nei riguardi dello
struzzo, emù e nandù ha portato al diffondersi nel nostro
Paese di allevamenti e di strutture correlate che vogliono
e devono raggiungere standard qualitativi e quantitativi
ottimali. L’allevamento di questi animali selvatici, di per
se stessi non autoctoni, comporta spesso la comparsa di
problematiche sanitarie correlate a carenze alimentari o di
tipo gestionale che allevatore e veterinario sono chiamati
a risolvere. Il testo di Thomas N.Tully e Simon M. Shane ci
aiuta a risolvere questi numerosi problemi erudendoci su
una materia per noi non ancora ben conosciuta.
Dopo la presentazione alla edizione italiana e la prefazione
viene riportato l’elenco dei collaboratori; seguono 17
capitoli in cui nel primo si tratta l’ anatomia clinica dei
ratiti (Murray E.,Fowler), nel secondo l’alimentazione del
ratite (C.Roselina Angel, Sheila E.Scheideler, Jerry L. Sell),
nel terzo la biosicurezza e zooprofilassi (Simon M. Shane
e Lori Minteer). Di seguito si trattano: la contenzione
e la manipolazione dello struzzo (John R. Wade), la
contenzione e manipolazione dell’emù (David Mouser),
la riproduzione (Karen D. Hicks-Alldredge), la gestione
dell’incubatoio rispettivamente nell’allevamento dello
struzzo (James S.Steward) e in quello dell’emù (Simon
M.Shane), la anestiologia (Janyce L. Cornick-Seahorn), le
situazioni chirurgiche dei ratiti (Mark R. Crabill e Clifford
m. Honnas), ematologia e chimica clinica del ratite (Alan
M.Fudge), i parassiti del ratite (Thomas M. Craig e P.Lea
Diamone), le malattie infettive (Simon M. Shane e Thomas
N. Tulli Jr.), i problemi di sviluppo (Brian L. Speer), le terapie
(Thomas N. Tully Jr.), guida alla visita e alla certificazione
sanitaria del ratite (Amy M. Raines e Simon M. Shane),
patologie e aspetti normativi inerenti l’allevamento e la
macellazione dello struzzo in Italia (Giacomo Rossi).
Si tratta di un’opera molto utile al fine di uno sviluppo
armonico degli allevamenti di ratiti nel nostro Paese. Un
ampio indice analitico la completa.
Dott. Angelo Pecorelli
Fabriano 7 novembre 1904 - Brescia 22 gennaio 2005
Laurea in Scienze Economiche e “Honoris Causa” in Medicina Veterinaria, “Medaglia d’Oro” al merito del Ministero della Salute, “Benemerito della Scuola”
onorificenza conferitagli dal Ministero della Pubblica Istruzione, “Galantuomo
della Agricoltura” onorificenza conferitagli dalla Confagricoltura, “Socio Onorario” della Società Italiana delle Scienze Veterinarie, onorificenza “Paul Harris”
la più importante del Rotary Club ma, soprattutto, cittadino bresciano di adozione (80 anni di lavoro operoso nella città di Brescia).
Ai Medici Veterinari, ai Tecnici della Agricoltura, agli Agricoltori, a quanti si
sono interessati e si interessano dell’arte dei campi, lascia veramente un vuoto
difficilmente colmabile.
Prima Direttore Amministrativo di Scuole Agrarie poi dell’Istituto Zooprofilattico
Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna e, in seguito, Fondatore
e Amministratore della Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche di
Brescia, è stato uomo disponibile a tutti come consigliere, promotore, organizzatore, realizzatore di iniziative inerenti al progresso dell’agricoltura e, in questo campo, particolarmente alla istruzione dei giovani organizzando importanti
scuole agrarie, congressi, corsi di aggiornamento e, soprattutto, anche come attento amministratore di beni
al fine del reperimento di proventi per la realizzazione di tante opere sempre a beneficio della zootecnia non
solo della nostra Provincia ma anche del territorio Nazionale.
Angelo Pecorelli era anche personaggio di animo nobile: paziente, gentile, comprensivo nel dialogo con i
deboli, forte e determinato con chi si opponeva alle sue generose iniziative per il progresso della zootecnia e
per l’aiuto dei bisognosi.
Gli Allievi lo ricordano e lo ricorderanno sempre come grande Maestro portando di Lui il ricordo di chi con Lui
ha vissuto gran parte della vita, orgogliosi di essergli stati accanto, commovendosi e ringraziandoLo per quanto
ci ha insegnato, lasciandoci un ricordo ed un esempio di come ci si deve comportare nelle varie e difficili fasi
di questa nostra breve vita terrena.
Premio alla memoria di Maria, Giuseppe e Ing. Giuseppe jr. Zanella
Alla memoria dei genitori Maria e Giuseppe e del fratello Ing. Giuseppe, maestro del lavoro, fulgidi esempi di onestà morale
ed educativa, il prof. Antonio Zanella, intende assegnare un premio di  2500 all’ Autore di un lavoro (pubblicazione o
tesi di Laurea) ad elevato contenuto scientifico di Patologia Aviare ad eziologia virale, pubblicato negli anni 2004-2005.
La premiazione verrà fatta in occasione del Convegno della Società Italiana di Patologia Aviare. Possono candidarsi singoli
Ricercatori o gruppi, purché non sia stato superato il 35° anno d’età del primo Autore. Un’apposita Commissione, nominata
e presieduta dallo stesso prof. Antonio Zanella, valuterà i lavori ed il suo giudizio sarà insindacabile ed inappellabile. Il
premio potrà non essere assegnato in caso di carenza di valore, comunque mantenuto per gli anni successivi.
I lavori dovranno pervenire entro il 15 agosto 2005 al Prof. Antonio Zanella
Via V. Gioberti 19 - 25128 - Brescia • e-mail: [email protected]
31
VI Torneo Nazionale di Calcio
Come da qualche tempo a fine primavera
si svolge il torneo nazionale di calcio
per rappresentative regionali ed anche
quest’anno a Sabaudia dal 2 al 5 giugno
il Lazio organizzerà tale torneo.
Come non essere soddisfatti di ciò che è
successo lo scorso anno: la Lombardia si
è aggiudicata il torneo in terra umbra in
quel di Norcia facendo gioire tutti noi per
l’inattesa vittoria.
Ripetersi sarà difficile, ma sicuramente
rinnoveremo l’esperienza che tanto ha
dato a tutti i colleghi partecipanti.
Brescia, Bergamo, Milano, Lodi e Pavia già
offrono i loro migliori talenti per la causa,
ma ci sono ancora alcuni ordini ed alcune province che non hanno risposto al richiamo del calcio. È difficile pensare
che non ci siano colleghi calciatori in grado di onorare questa maglia! L’invito è esteso a tutti i veterinari lombardi
che hanno voglia di condividere con noi questa meravigliosa esperienza, fatta di divertimento e beneficenza, giacché
quest’anno, insieme alle altre rappresentative, devolveremo parte degli introiti recuperati dagli sponsor per allestire
un ospedale pediatrico in Africa. Chi si sentisse “quasi in forma” non esiti a mettersi in contatto per una partitella tra
amici; chissà che possa nascere qualcosa di importante. (Ezio Abrami - Tel. 030641523 cell. 3356285246)
Brescia: Festa del Chirone 2005
Come tradizione, venerdi 20 maggio, a partire dalle ore 20,00
presso il Palazzo Redaelli de Zinis – Ristorante Borgo alla Quercia in Calvagese della Riviera,
si terrà la Festa del Chirone 2005.
Nel corso della manifestazione riceveranno il CHIRONE D’ORO Ezio LODETTI, Tito UBERTINI, Agostino VOLANTI;
al collega Franco PANUNZI verrà consegnato il premio 50 ANNI DI PROFESSIONE. Ai colleghi neoiscritti
Andrea BARRANCO, Patrica BURIMI, Ilaria CARMINATI, Paolo CHIZZONI, Nicoletta CRISTINI, Barbara DALLONA,
Maddalena DE CILLA’, Roberta DONNA, Giuseppe FACCHETTI, Chiara FERRUCCI, Maura GOLINI, G.Battista
GUADAGNINI, Carlo MAESTRINI, Simona MININI, Michela PELI , Clara QUADRI, Alan Maxmilian RISOLO,
Stefano ROSINA, Emanuela ROSSI, Marco ROSSI, Marco SOTTINI, Giovanna SQUARATTI, Martina TOSOLINI,
Chiara VENZI, Angela ZANOLINI, Elena ZUBANI andrà il CHIRONE D’ARGENTO.
Nell’occasione sarà possibile visitare le Cantine Redaelli de Zinis che operano sul Garda dal 1623, e sono note
nella produzione di spumanti, vini superiori (bianchi, rosati e rossi) grappe, distillati, olio extravergine ed il raffinato aceto di Groppello, tutti ottenuti da uve ed olive maturate nei poderi della Tenuta Agricola, che si estende
su 120 ettari. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.dezinis.it.
La quota di partecipazione alla festa è fissata in  40 da versarsi presso la Segreteria dell’Ordine dei Medici
veterinari di Brescia entro il 13 maggio p.v..
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