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città di ariccia
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ariccia
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Italia > Lazio > Provincia di Roma
Castelli Romani
Ariccia sorge sulle pendici
dei Colli Albani a 27 Km
da Roma, lungo il percorso
della Via Appia (S.S. 7).
Per la posizione ottimale
a 412 metri sul livello del mare
ed a meno di 20 Km
dalla costa tirrenica,
ha un clima temperato, con
estati miti ed inverni
moderatamente freddi.
Ariccia vanta antichissime origini. Come tutte
le città Latine, i primi abitanti di questi luoghi
combatterono duramente per mantenere la propria
indipendenza. Celebre è la battaglia di Aricia (fine
del VI secolo a.C.) in cui la Lega Latina, di cui Aricia
era città capo, stroncò le ambizioni egemoniche
degli Etruschi verso il Lazio meridionale. Gli Ariccini
combatterono anche contro Roma, prima di esserne
assoggettati nel IV secolo a.C..
Aricia divenne una delle più importanti comunità
romane, meta di villeggiatura prediletta per la sua
particolare posizione geografica a metà strada tra
due laghi d’origine vulcanica, il lago Albano e il
lago di Nemi.
I suoi abitanti erano molto devoti alla dea Diana, il
cui tempio situato nel Nemus Aricinum (ora Nemi)
era uno tra i principali santuari della Confederazione
Latina.
Durante il Medio Evo la cittadina subì i saccheggi
e gli assalti delle orde barbariche dilaganti nella
campagna romana.
Nel 1473 Ariccia passò alla famiglia Savelli che
avviò la ricostruzione dell’abitato ariccino e iniziò
la costruzione del palazzo baronale. Acquistato nel
XVII secolo dai Chigi, il feudo fu completamente
riprogettato dal genio architettonico di Gian Lorenzo
Bernini che si avvalse dei suoi migliori collaboratori
tra i quali spicca il nome di Carlo Fontana.
A partire dal ‘700, Ariccia divenne meta di
importanti artisti e letterati del tempo, il periodo di
massimo fulgore avvenne tra la seconda metà del
XVIII secolo e l’inizio del secolo successivo, quando
sono attivi ad Ariccia i massimi decoratori, artisti
e letterati del momento che soggiornarono nella
Locanda Martorelli tappa del Grand Tour d’Italie.
Nel corso del XIX secolo, l’assetto urbanistico di
Ariccia mutò notevolmente quando il percorso della
Via Appia, che lasciando Albano scendeva in basso
nella Valle Ariccia, con Papa Pio IX venne rettificato,
si deve infatti al pontefice la costruzione nel 1854
del ponte a tre ordini di archi, che sormontava il
foltissimo bosco (parco Chigi), dove la via risaliva
alla collina di Galloro.
Le bellezze storico-archeologiche e monumentali,
tra cui spicca Palazzo Chigi e il Museo del Barocco
Romano, il Parco Chigi, la Collegiata dell’Assunta
ed il celebre viadotto monumentale, i boschi, la
vicinanza a Roma, la prossimità dei laghi Albano
e di Nemi, la cucina tipica, con la celeberrima
porchetta e il famoso vino dei castelli gustati nelle
tipiche “fraschette” fanno di Ariccia una delle mete
preferite per i turisti in visita ai Castelli Romani.
Per informazioni,
prenotazioni e orari di visita:
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fax +39 06 9330988
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LA PIAZZA DI CORTE
La Piazza assurse alla dignità di scenografica
corte barocca, con l’intervento del Bernini, dopo il
1661. L’artista mise in piano uno spazio scosceso,
demolendo molti altri edifici e creando i cantinoni
che sostengono la piazza.
Alessandro VII volle che vi fosse innalzata la
nuova chiesa collegiata e mise a disposizione, per
le spese, il contributo della propria Elemosineria
Segreta, ma il cantiere seicentesco interessò anche
la ristrutturazione dell’ex Palazzo Savelli, la Porta
Napoletana e la creazione della piazza con le
fontane.
L’edificazione dei casini laterali all’Assunta,
caratterizzati da un originale architettura con
pilastri binati tuscanici disposti ad “ordine gigante”
come in Campidoglio a Roma, fu portata avanti
contemporaneamente destinando un edificio
a Casino del Governatore e l’altro a Casino del
Ministro di casa Chigi.
La cronologia delle sistemazioni nella Piazza di
Corte è quindi molto precisa: dalla primavera del
1662 alla primavera del 1664 fu realizzata l’Assunta,
dalla primavera all’inverno del 1664 lo spianamento
della piazza e la sua sistemazione negli elementi di
arredo, nel 1665 si iniziò la ristrutturazione della
Fontana delle tre cannelle e i lavori per gli Stalloni.
L’ultimo cantiere posto in opera fu proprio la
residenza dei Chigi e la Porta Napoletana i cui saldi
sono dell’agosto del 1673.
COLLEGIATA SS. MARIA ASSUNTA IN CIELO
Costituisce l’ultimo capolavoro di Gian Lorenzo
Bernini, che progettò ogni dettaglio, compresi gli
arredi. A pianta rotonda, con pronao e cupola,
richiama per i motivi architettonici il tempio
romano del Pantheon.
Venne consacrata il 16 maggio 1665 dal cardinale
Flavio Chigi , alla presenza del Papa Alessandro
VII, committente dell’opera.
L’affresco principale, L’Assunzione della Madonna,
è capolavoro di Guglielmo Cortese, detto il
Borgognone. I sedici angeli di stucco che si snodano
lungo il cornicione, sono opera di Giuseppe Naldini.
Quadri di grande rilievo decorano le cappelle: S.
Tommaso da Villanova di Raffaele Vanni, La Sacra
Famiglia di Ludovico Gimignani, S. Antonio da
Padova di Giacinto Gimignani, S. Francesco di Sales
di Emilio Taruffi, La SS. Trinità con S. Agostino di
Bernardino Mei, S. Rocco di Alessandro Mattia da
Farnese.
La primitiva chiesa, ugualmente dedicata
all’Assunta, venne demolita nel 1665 per ordine
del Papa Alessandro VII. Durante la demolizione
venne risparmiata parte della navata centrale
adibita a chiesa di S. Nicola.
Una particolare devozione è riservata alla patrona
Santa Apollonia, di cui si conserva la statua
algardiana in legno, fatta su commissione della
Principessa Isabella Savelli nel 1629.
LA LOCANDA MARTORELLI
Uscendo dalla chiesa, a destra, si incontrano tre
palazzine che guardano corso Garibaldi, al centro
quella che un tempo veniva denominata “Locanda
Martorelli”. L’edificio nasce, tuttavia, come Casino
Stazi appartenuto, nel settecento, al facoltoso
ariccino Giovan Battista Stazi. Nel suo interno al
primo piano si trova una stanza decorata, per volontà
dello stesso Stazi, dal pittore polacco Taddeus Kuntze,
con vicende dell’antica Ariccia dalla mitologia alla
storia. Si tratta di dieci finti quadri nei quali il pittore
abilmente narra i fatti partendo dalla mito; il primo
pannello raffigura Fedra rifiuta l’onore di Ippolito.
Nel secondo pannello La morte di Ippolito, che con il
suo carro si schianta contro l’albero, mentre sfuggiva
dalle ire paterne; Ippolito-Virbio verrà riportato in vita
dalla dea Diana che sceglie come luogo della sua vita
le selve di Aricia. Il successivo pannello rappresenta
una caccia di Diana, ambientata nel nemus aricinum.
Nella parete a seguire altri tre rappresentazioni di
cui la prima mostra Virbio e l’esercito aricino con la
cittadina arroccata sulle pendici; segue il Sacrificio a
Diana, dove animali venivano immolati alla dea. Con
il riquadro della Congiura contro Turno Erdonio inizia
la trattazione storica tramandata da Tito Livio. Dopo
la congiura orchestrata da Tarquinio il Superbo,
assistiamo alla condanna a morte di Turno Erdonio,
gettato dalla rupe Ferentina. Segue l’ultimo atto
della Battaglia tra i Latini ed i Romani presso il Lago
Regillo, con la definitiva affermazione dei Romani;
perduto è il pannello che ritraeva Numa Pompilio e la
Ninfa Egeria. Il soffitto che reca immagini di divinità
classiche e simboli delle stagioni, fu realizzato
dal decoratore Giovan Battista Marchetti, noto
collaboratore, in tali decorazioni, del Kuntze.
Antonio Martorelli acquistò il palazzetto e nel 1814
lo trasformò in locanda che divenne una tappa
fondamentale del Grand Tour d’Italie; artisti di fama
internazionale quali Jean Baptiste Camille Corot,
William Turner, Massimo D’Azeglio, Nino Costa,
Henrik Ibsen, Henry Longfellow, Nikolaj Vasil’evi˘c
Gogol si fermarono alla locanda che divenne così un
punto di attrazione per artisti e letterati.
La Locanda Martorelli è stata acquistata dal
Comune di Ariccia nel 1988 attualmente è custodita
dall’Associazione Archeoclub Aricino-Nemorense.
Lo spazio è adibito a mostre d’arte contemporanea.
PALAZZO CHIGI
Il Palazzo Chigi di Ariccia, ristrutturato e ampliato
tra il 1664 e il 1672 su progetto di Gian Lorenzo
Bernini e Carlo Fontana, è un esempio unico
di dimora barocca rimasta inalterata nel suo
arredamento.
La frontistante piazza di Corte con il complesso
dell’Assunta disegnato dal Bernini per papa
Alessandro VII - Chigi, costituisce uno degli spazi
urbanistici più prestigiosi del barocco romano.
Nelle sale arredate, in parte rivestite dai rarissimi
parati in cuoio del 600, troviamo dipinti,
affreschi, sculture e arredi realizzati dai massimi
maestri del barocco: Bernini, Cavalier d’Arpino,
Baciccio, Maratta, Pier Francesco Mola, Salvator
Rosa, Ferdinand Voet, Giuseppe Cades, etc.
Il palazzo ospita il “Museo del Barocco Romano”,
costituito da importanti donazioni, quali le
collezioni Lemme, Fagiolo, Laschena e Ferarri
che offrono una panoramica completa della
pittura romana tra 600 e 700, con capolavori di
Mattia Preti, Pietro da Cortona, Giacinto Brandi,
Sebastiano Conca, Corrado Giaquinto, Pompeo
Batoni, Domenico Corvi e tanti altri.
La dimora, che è stata set di numerosi film tra
cui “Il Gattopardo” di Luchino Visconti, è sede
di convegni, conferenze, concerti e mostre
temporanee.
Alla dimora è annesso
un vasto Parco di 28 ettari
che conserva la vegetazione
originaria dei colli albani
(bosco misto di latifoglie,
comprese alcune sequoia
californiane), fontane
seicentesche, l’Uccelliera
risalente ai Savelli e il Sepolcreto
della II Legione Partica.
PARCO CHIGI
Al palazzo è annesso il vasto parco di 28 ettari,
risalente al XVI sec., ricco di una rigogliosa
vegetazione mista di latifoglie, reperti archeologici,
fontane e manufatti del XVII sec., ultimo frammento
del “nemus aricinum” consacrato a Diana.
Nato originariamente come “Barco”, cioè area
cintata da destinarsi alla caccia, costituisce una
preziosa anticipazione del cosiddetto “giardino
paesistico” o “romantico” per il suo carattere
naturalistico e pittoresco, sviluppatosi soprattutto
nel ‘600 con le progettazioni del Bernini e del
Fontana.
tra i monumenti
più importanti presenti
l’Uccelliera costruita
dai Savelli (1628)
e l’imponente monumento
di età tiberiana del Propretore
della Mesia, Tiberio Latinio
Pandusa, proveniente
dall’Appia Antica
e rimontato nel 1997.
dal 29 maggio 2010
è fruibile Parco Chigi
(giardino botanico)
annesso a Palazzo Chigi,
visitabile prevalentemente
nei fine settimana.
residenti ingresso gratuito
non residenti
visita libera
6-18 anni
visita guidata
6-18 anni
3 euro
2 euro
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Per informazioni, prenotazioni e orari di visita:
tel. +39 06 9330053
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IL PONTE MONUMENTALE
Edificato su progetto dell’architetto neoclassico Ireneo
Aleandri, direzione lavori dell’ingegner Giuseppe
Bertolini, in eleganti forme classiche di reminiscenza
romana, impostato su tre ordini di archi, è alto 59
metri e lungo 312 metri.
Fu iniziato nel dicembre del 1846, durante il pontificato
di Pio IX. Il 3 febbraio dell’anno successivo il cardinale
Ostini, Vescovo di Albano, impartì la benedizione
della prima pietra. Lo stesso Papa il 12 ottobre 1854 lo
inaugurò solennemente e venne aperto a tutti i legni
a ruote. Il 2 giugno 1944 il ponte venne fatto saltare
in aria dall’esercito tedesco in ritirata per ostacolare
l’avanzata delle truppe alleate e, dopo due anni, su
progetto dell’Ing. Carlo Cestelli Guidi e la consulenza
architettonica del Prof. David Pacanowski, viene dato
inizio ai lavori di ricostruzione. Il ponte è riaperto al
traffico il 3 marzo del 1948. IL 18 gennaio 1967, pochi
minuti dopo la mezzanotte, per cause imprecisate,
crolla l’undicesimo pilone; il 27 agosto dello stesso
anno cede anche il decimo pilone. La ricostruzione dei
piloni è iniziata nel dicembre del 1967 e, a distanza di
circa un anno, è riaperto al traffico. Per scongiurare il
sempre più frequente verificarsi di suicidi, l’ANAS nel
1997, su progetto del Comune di Ariccia, ha posto
in opera eleganti reti di protezione in tensostruttura.
Sono state ricostruite infine le colonne terminali in
travertino, in parte utilizzando frammenti esistenti, su
progetto dell’arch. Francesco Petrucci.
IL CENTRO STORICO
Il centro storico, arroccato su un promontorio
prospettante Vallericcia ed oltre il mare, conserva
pressoché inalterata l’originale conformazione
urbanistica. Come tanti paesi dell’area
centromeridionale, presenta un tessuto ove è
rintracciabile l’influenza saracena del IX e X sec.,
con i piccoli cortili delimitanti la pertinenza del
clan. La struttura venne razionalizzata da Gian
Lorenzo Bernini, soprattutto con gli interventi
lungo l’asse principale del corso. Furono eliminate
le scale esterne con la costruzione di nuovi portali,
fuse unità immobiliari, costruita la Collegiata
dell’Assunta, la piazza San Nicola ed altri edifici.
Per la sua posizione dominante sulla Via Appia e
la sua suggestiva conformazione, Ariccia venne
ritratta da molti artisti in tutte le epoche: dal
Lorrain al Vanvitelli, da Goethe a Corot.
Attualmente l’Amministrazione comunale, in
collaborazione con il Consorzio Imprese Castelli
Romani, è impegnata sul progetto di far rientrare il
Centro Storico nell’ambito dei “Centri Commerciali
Naturali”, attraverso una riqualificazione delle
insegne commerciali, delle vetrine e quant’altro
contribuisce al decoro della città.
COMPLESSO DI SAN NICOLA
Nel cuore del centro storico accanto alla sede
comunale recentemente ricostruita ed ampliata,
si trova l’ex Chiesa di San Nicola, progettata da
Gian Lorenzo Bernini con la collaborazione del
fratello Luigi sui resti della vecchia collegiata.
Sulla piazzetta si trova la Fontana della Bella
Flora, sormontata da una statua in bronzo
rappresentante Ariccia.
Nel corso dei lavori di sistemazione dell’area è
emerso il podio di un tempio di età repubblicana,
probabilmente un Capitolium di età sillana.
(81 a. C.)
IL PALAZZO BONAPARTE-PRIMOLI
Edificio neoclassico costruito da Luciano Bonaparte,
fratello di Napoleone, presso l’attuale Piazza della
Repubblica, fu abitato dal famoso Giuseppe Primoli,
fotografo ed importante figura dell’ambiente
culturale della Roma di fine ‘800.
Ospitò Matilde Serao, Gabriele D’Annunzio, Aristide
Sartorio ed altri importanti personaggi dell’epoca.
Dal Belvedere (p.le Giuseppe Mazzini) si apre
uno spettacolare panorama che si estende da
valleariccia fino al mare. Nei giorni limpidi sembra
di essere vicinissimi alle coste, si può scorgere l’isola
di Palmarola a volte.
L’APPIA ANTICA,
IL TEMPIO DI DIANA E LA “SOSTRUZIONE”
Tra la tomba detta “degli Orazi e Curiazi”, nel
territorio di Albano e Colle Pardo, l’Appia Antica
percorre trasversalmente la Valle di Ariccia
staccandosi dall’attuale percorso della Via Appia
Nuova.
Oltre ad alcuni sepolcri romani, le opere più
importanti che si incontrano sono la cella intatta di
un tempio tardo-repubblicano, resti di costruzioni
termali, un arco di accesso all’antico foro ariccino,
il monumentale viadotto del tempo dei Gracchi,
detto “sostruzione”.
Il tempio, simile a quello dedicato a Giunone
Gabina, è stato identificato dal Nibby come tempio
stazione dedicato a Diana, succursale del santuario
che si trova presso il lago di Nemi, già nel territorio
dell’antica Aricia.
Il viadotto, detto “sostruzione”, sostenente l’Appia
nell’ascesa dal fondovalle al crinale di Colle Pardo,
realizzato in opus quadratum, costituisce l’intervento
di ingegneria viaria più singolare dell’Appia Antica
nell’Agro romano.
Il viadotto, lungo più di 200 metri, si identifica con il
“Clivus Virbii” o “Clivus Aricinum” che conduceva
al famoso tempio di Diana presso il lago di Nemi.
IL SANTUARIO DI GALLORO
Tra il 1661 e il 1662 il Bernini, su commissione
di Alessandro VII, progettò la ristrutturazione del
Santuario della Madonna di Galloro, realizzando
le ultime due cappelle ed aggiungendo la facciata
in stile palladiano.
Il tempietto dell’altare maggiore è opera giovanile
del Bernini (1632) mentre le pale d’altare delle
ultime due cappelle raffigurano S. Francesco
di Sales e S. Tommaso da Villanova, opere
rispettivamente del Borgognone e di Giacinto
Gimignani.
L’8 dicembre e il giorno di Pentecoste di ogni
anno, si tiene una solenne processione detta della
“Signorina”.
S
P
e
FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE
CON CORSA DELLE PILE
gennaio
Sant’Antonio è il protettore degli animali domestici,
tanto da essere solitamente raffigurato con accanto
un maiale che reca al collo una campanella. Si dice
che il maiale è raffigurato perché il suo grasso
veniva usato per lenire i bruciori del fuoco di
Sant’Antonio. Ad Ariccia, oltre alla tradizionale
benedizione degli animali domestici, la festa viene
arricchita dalla corsa delle pile, un palio degli asinelli
con un cavaliere.
Ogni asinello corrisponde ad una contrada. La corsa
si svolge in tre batterie: il vincitore di ogni batteria
partecipa alla finale. A seconda dell’ordine di arrivo i
finalisti rompono ciascuno una pila, ovvero un vaso
di terracotta appeso in alto all’interno del quale vi
sono dei premi generalmente “mangerecci”.
Sagre e Feste
Patronali
e Tradizionali
FESTA PATRONALE
DI SANTA APOLLONIA
9 febbraio e fine luglio
Il 9 febbraio ed a fine luglio Ariccia festeggia la sua
patrona, Santa Apollonia Martire.
Il programma dei festeggiamenti prevede l’apertura
della festa con l’esibizione in Piazza di Corte
della Banda Musicale “Città di Ariccia” e con la
processione della Santa che percorrerà le vie del
centro storico portata a spalla dai “Cavalieri di Santa
Apollonia”.
A seguire la “Festa Popolare” con l’accensione
dei “Focaracci” a ricordo del martirio di Santa
Apollonia e la distribuzione delle “cannacce”, piatto
tipico dei castelli e dei fagioli con le cotiche.
FIERA DI PENTECOSTE
MADONNA DI GALLORO
maggio e 8 dicembre
Nel territorio di Ariccia (Galloro), lungo la Via Appia
Nuova, si svolge la tradizionale Fiera di Pentecoste,
legata alla Festa della Madonna di Galloro.
Il Santuario di Galloro, restaurato dal Bernini attorno
al 1661, è legato ad un evento miracoloso ricordato da
un grosso masso di peperino con dipinta un’immagine
della Madonna che, con molta probabilità, è da
datarsi intorno al X secolo.In occasione della festività
religiosa e della Pentecoste, è stata allestita “La Fiera
della Pentecoste” con l’intento di rinnovare l’antica
fiera nata nel 1662 ad Ariccia, dedicata ai prodotti del
territorio ed al bestiame.
“LA LUMACATA DI S. GIOVANNI”
giugno, il primo sabato dopo il 24
Il 24 giugno si festeggia la nascita di San Giovanni il
Battista, il Santo che annuncia l’arrivo dell’estate. Nei
festeggiamenti in sua memoria c’è la consuetudine
di mangiare le lumache, perché la lumaca è un
simbolo lunare, conosciuto fin dai tempi più remoti,
e che indica la rigenerazione, la rinascita. I suoi
cornetti che mostra e ritira alternativamente sono
associati alle corna della luna crescente e calante:
è quindi il simbolo di morte e rinascita così come la
luna scompare e ricompare nel suo ciclo perenne. Le
corna erano inoltre considerato simbolo di discordia
e tradimento: anche oggi, a distanza di millenni vi
è questa credenza.
Il mangiarle significava seppellirle nello stomaco e
quindi cancellare rancori ed odi.
La festa prevede musica e danza che accompagnano
la degustazione delle lumache, nella tradizionale
piazzetta di Galloro, Piazza Dante Alighieri.
LA SAGRA DELLA PORCHETTA
primo fine settimana di settembre
La “Regina delle Sagre” si snoda lungo tutto
il territorio di Ariccia: esposizione e vendita di
porchetta in Piazza di Corte, bancarelle di ogni
genere e tipo sul Ponte Monumentale e per le vie
del centro storico accompagneranno gli eventi
tradizionali di questa manifestazione: concerti
itineranti di “Rugantini”, “l’Abbuffata”, ovvero
grande competizione tra i migliori divoratori di
spaghetti con premi ‘appetitosi’, concerti di gruppi
giovanili, cabaret, intrattenimenti musicali e musica
popolare, e naturalmente, il tradizionale carro
allegorico che distribuirà gratuitamente i panini
con la porchetta.
NATALE ARICCINO
Manifestazioni dedicate principalmente ai bambini,
rappresentazioni teatrali, concerti Gospel, iniziative
benefiche.
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delle Manifestazioni Comunali
Città di Ariccia
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come zona disco 2 ore)
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Monumentale, al parcheggio Bernini, dove è
presente un parcheggio gratuito e videosorvegliato
per 150 posti, collegato con una navetta che conduce
in Piazza di Corte, con passaggi ogni 20 minuti circa,
il costo della singola corsa è pari a euro 0,50.
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anche a piedi il centro storico di Ariccia e la Piazza
di Corte passando per Parco Primoli con interessanti
motivi di scorcio panoramico.
È importante per chi non è di Ariccia, prestare
attenzione alla circostanza che alcune aree di
parcheggio dopo le ore 20.00 sono riservate
esclusivamente ai residenti: le aree sono il
parcheggio Fontana, l’area di parcheggio di via
Focaccia, ed una limitata area di sosta a metà di
via Strada Nuova (in un tratto non nelle adiacenze
delle trattorie tipiche).
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