Barack Obama nuovo presidente degli Stati Uniti Brunico Newz
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Barack Obama nuovo presidente degli Stati Uniti Brunico Newz
B R UNICO NEWZ - N . 5 , N ovembre 2 008 giornale della III triennio dell'Istituto Pluricomprensivo / Liceo "Gen. A. Cantore" Barack Obama nuovo presidente degli Stati Uniti È stata una lunga notte quella del 4 novembre 2008. Ha segnato un'importante svolta nella vita degli americani e del mondo intero. Vincitore infatti è Barack Obama, che sarà il primo presidente nero della storia americana. Impensabile fino a pochi anni fa per un afroamericano raggiungere la Casa Bianca. Obama con la sua elezione ha dimostrato a tutto il mondo che i sogni possono diventare realtà. Non sono mancate le congratulazioni da parte di tutte le personalità più importanti del mondo e anche dal diretto avversario John McCain. Il nostro Silvio Berlusconi si è fatto riconoscere anche in questa circostanza, lanciando una battuta di cattivo gusto "Obama: bello, giovane e abbronzato". Ma il presidente designato degli Stati Uniti ha ben altro a cui pensare in questo momento. Sta lavorando infatti alla squadra di governo e poi gli spetterà il compito più gravoso: risollevare l’economia dopo il crac delle banche e restituire fiducia agli americani. Secondo le prime dichiarazioni, Obama vuole ridare dignità alla classe media con una riduzione di tasse per redditi inferiori a 250.000 $ e un aumento del prelievo fiscale per le classi superiori. Inoltre vuole aumentare i sussidi di disoccupazione, varare un pacchetto di stimoli all'economia, particolarmente all'industria automobilistica. Durante la campagna elettorale, Obama aveva anche promesso di riformare il sistema sanitario che negli USA non garantisce cure gratuite alle classi sociali più povere. Secondo le statistiche, il 66% degli elettori che hanno votato per Obama ha meno di 30 anni e sono proprio i giovani a cui lui vuole dare fiducia agevolando per esempio gli studenti universitari a trovare lavoro. Quanto alla politica estera e alle guerre in Iraq e in Afghanistan, si attende la designazione del nuovo segretario di Stato, Hillary Clinton. Quello che effettivamente il nuovo presidente farà durante i prossimi quattro anni di governo lo potremo scoprire solo con il tempo. Certo è che la sua elezione alla Casa Bianca ha suscitato aspettative di benessere e pace in tutto il mondo. Speriamo solo che alla fine non si debba dare ragione ancora una volta a Fedro, il favolista latino, quando scrive che “nel mutar governo spesso i poveri nient'altro mutano se non il nome del padrone”. Enida Delisina Brunico Newz nuova serie Questo mensile è partito nel novembre 2007 come frutto di un laboratorio di scrittura a cui hanno partecipato due classi gemellate: la II biennio del nostro Istituto e la II A del Liceo Padagogico in lingua tedesca di Brunico. Per continuità di pubblicazione sul sito <www.ipcbrunico.it>, la numerazione prosegue quest'anno con il quinto numero, sebbene curato da altri alunni. Il ruolo di chi scrive consiste nel dare ritmo al lavoro e nell'aiutarli a distinguere tra opinione e informazione. Inutile negare che sono un po' comunisti, però è sana un'ideologia in quanto sistema organizzato di conoscenze e valutazioni, senza dogmi. Importante per i giovani è dare un senso alle cose, partecipare con spirito civico al mondo in cui vivono. Alberto Tommasi In questo numero: Elezioni in Alto Adige Sciopero degli studenti La crisi finanziaria N OTIZIE DALL ' I TALIA E DALL ' ESTERO Troppa “Libertà” nel nuovo consiglio provinciale dell'Alto Adige DALLE VALLI RISUONA LA PAROLA “FREIHEIT” E SPAVENTA GLI ITALIANI Domenica 26 Ottobre 2008 si è votato in Alto Adige il nuovo consiglio provinciale. Tutti pronosticavano una crescita della destra. Dopo lo spoglio dei voti, il risultato rispecchia il nuovo ideale di populismo "nazionalista" diffusosi tra i madrelingua tedeschi, specialmente tra i giovani. Anche se l'SVP mantiene il primato tra i partiti, ottenendo 146.545 voti, il 48,1 %, tuttavia la novità è l'aumento dei voti ai Freiheitlichen e alla Südtiroler Freiheit. I Freiheitlichen con 43.614 voti (14,3 %) è risultato secondo partito più votato. La Südtiroler Freiheit con 14.888 voti (4,9 %) si è classificata al quarto posto. Questi due partiti hanno guadagnato cinque seggi a scapito dell'SVP, dei Verdi e dell'Union für Südtirol (scesa a 7.048 consensi). Un parlamento sempre più a destra insomma. Nota positiva la riconferma al governo della Südtiroler Volkspartei, che fa sperare in un comportamento moderato della futura giunta. Delusione evidente tra le file dei partiti italiani, con Unione Di Centro, Italia Dei Valori e Comunisti Italiani rimasti senza seggi e con il Popolo Delle Libertà e il Partito Democratico in lieve calo, ciascuno con due seggi. La Lega Nord guadagna un seggio con 6.411 voti (2,1 %), mentre Unitalia mantiene il suo unico seggio del 1993. Riguardo alle preferenze, va rilevata la schiacciante vittoria di Luis Durnwalder con 97.865 voti. In generale è rinnovato oltre un terzo dei seggi e sono presenti in consiglio otto italiani e un ladino, su un totale di 35 consiglieri. A mio avviso, tutti coloro che hanno votato secondo il criterio dell'utile, così come i qualunquisti che non hanno votato, hanno contribuito al crearsi di una classe dirigente formata solo da esponenti di centro-destra e di destra estrema. Durni guadagna più di Obama la risposta di Durni:” Per quello che faccio, dovrei prendere di più” (sic). Ecco gli stipendi mensili, senza indennità, di alcuni uomini politici: LUIS DURNWALDER (attuale) 25.250 €; Gordon Brown (1/2008) 23.334 €; B ARAK OBAMA (dal 1/2009) 22.250 €; Angela Merkel (1/2008) 19.300 €; Romano Prodi (1/2008) 16.371 €. D. B. Il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder guadagna più di Barak Obama! Questa la notizia che appare sul Corriere dell' Alto Adige del 14 nov. 2008. Immediata David Bertoldi C RONACA SCOLASTICA — I NCHIESTA Sciopero studentesco a Brunico il 30 ottobre Giovedì 30 ottobre 2008 è stata una giornata di scioperi e contestazioni in tutto l'Alto Adige, da parte del personale docente della scuola pubblica. A Bolzano si è svolta un'imponente manifestazione degli studenti con l'occupazione dei licei “Pascoli” e “Carducci”. Nel frattempo un corteo di una settantina di studenti, circondati da un cordone di forze dell'ordine, sfilava per Brunico intonando cori contro la Gelmini, la sua riforma e i più importanti esponenti del governo. Il corteo è partito alle ore 8.30 dalla zona scuole e si è snodato per le vie cittadine concludendosi in piazza municipio. Gli organizzatori, alunni del liceo "A. Cantore" di Brunico, si aspettavano un'affluenza più forte perché da giorni circolavano volantini che invitavano gli studenti delle scuole tedesche a partecipare. Ciononostante la manifestazione è stata un successo, perché anche gli studenti di Brunico hanno dimostrato di avere una coscienza politica. Il motivo principale dello sciopero era la cosiddetta riforma Gelmini, cioè un insieme di tagli indiscriminati sia nella scuola elementare sia nelle università. Le conseguenze di questi tagli saranno la perdita di circa 87.000 posti di lavoro, l'innalzamento vertiginoso delle tasse universitarie, la semiparalisi della ricerca scientifica, già debolissima in Italia. Venerdì 31 i ragazzi del liceo italiano di Brunico riuniti in assemblea hanno deciso di iniziare un periodo scolastico autogestito in cui sviluppare e analizzare argomenti di attualità connessi più o meno da vicino con la pseudoriforma Gelmini. L'autogestione si è conclusa il mercoledì seguente. La politica scolastica dell'attuale governo verrà approfondita nel prossimo numero di Brunico Newz. Gianluca Da Col Tema del mese: la crisi finanziaria La crisi del 1929 Quando nell'autunno del 1929 iniziarono a manifestarsi i primi segnali della crisi di sovrapproduzione che colpiva gli Stati Uniti, l'ondata speculativa si orientò al ribasso, provocando immediatamente il crollo delle valutazioni azionarie. Gli operatori finanziari iniziarono a vendere in massa i titoli. In quel giorno, che fu definito il venerdì nero della Borsa, vennero ceduti quasi 13 milioni di azioni. Intanto il panico dilagava e i prezzi crollavano, nonostante il tentativo di un gruppo di finanzieri che cercarono di ridare fiducia al mercato. In una sola settimana furono cedute in totale 40 milioni di azioni e le quotazioni caddero a picco. In un mese i titoli persero il 40 % del loro valore. In seguito al crollo della Borsa, si verificò una catena di fallimenti di banche, compagnie di assicurazioni e imprese private, con il conseguente aumento del numero di disoccupati, che andarono ad aggravare ancor di più la crisi della domanda e dunque la depressione. Nell'anno successivo la crisi borsistica si estese all'economia reale, prima americana, poi mondiale. Essa provocò una diminuzione del reddito e un rapido aumento della disoccupazione in tutto il mondo. Alla fine dell'anno le perdite ammontavano già a 40 miliardi di dollari, ma il crollo non si fermò e continuò ininterrotto fino al luglio del 1932, poi iniziò a stabilizzarsi. Solo nel 1933 con il New Deal, il piano di riforme economico-sociali, l'economia americana iniziò a riprendersi. Xinxing Ji I NCHIESTA: LA CRISI FINANZIARIA 2008 anatomia di una crisi: dai mutui subprime al fallimento delle banche La crisi iniziata nell'agosto del 2007 è stata scatenata dalla caduta dei prezzi immobiliari in America, oltre che da un rallentamento dell'attività nell'industria edile e dall'insolvibilità di numerosi debitori. Cerco di ricostruire le condizioni economiche in cui si è prodotta la situazione attuale. Quando si stimolano le persone ad anticipare i consumi indebitandosi, si ha all’inizio un incremento dei consumi, perché le persone spendono più di quello che guadagnano, indebitandosi. Tuttavia poi i consumi diminuiscono perché si riducono le spese corenti per poter far fronte ai debiti contratti. Ora, finché crescono i consumi, cresce l’economia reale e quindi aumentano gli stipendi. Ciò crea le condizioni per affrontare le spese e i debi- ti. Invece se il ritmo di crescita economica diminuisce rispetto alla crescita degli interessi, si generano le famose “bolle” speculative, che prima o poi scoppiano. Già tra il 2002 e il 2005 la bolla immobiliare cominciava a crescere. In quegli anni le banche americane potevano indebitarsi per il 2 % (su base annua) e fare prestiti per l’8 % a chi voleva comprare o costruire una casa. Era davvero un grande affare, tuttavia le banche non si accontentavano: per attirare più clienti ad accendere mutui, ammorbidirono i controlli e concessero prestiti a persone con scarse garanzie di capacità di restituzione: questi prestiti a rischio sono diventati famosi con il nome di SUBPRIME. La vitalità del mercato immobiliare fece salire a dismisura il prezzo delle proprietà. Però a loro volta, per poter prestare soldi a sempre più clienti, le banche avevano bisogno di fondi. E malauguratamente sono state le ipoteche immobiliari subprime a entrare nei fondi di riserva delle banche. E' andato tutto bene finché il valore delle proprietà saliva insieme agli indebitamenti per pagare le rate. Però come tutte le bolle un bel giorno è scoppiata. La Federal Reserve ha cominciato ad aumentare i tassi di interesse fino a superare il 5 %, per contenere l’inflazione e così le banche hanno aumentato anche i tassi dei mutui. Molti proprietari sono entrati in mora con l’aumento dei tassi e già nel 2006 si sono avute 1.200.000 esecuzioni ipotecarie. Il valore delle proprietà allora ha cominciato a sgonfiarsi. Questo sgonfiamento si è accelerato ulteriormente quando molti proprietari hanno messo in vendita le loro case perché non potevano pagare le rate del mutuo. Il calo del valore degli immobili ha fatto sì che molti proprietari si trovassero un debito maggiore del valore con il quale avevano messo in vendita il loro immobile. Da qui la crisi si è estesa a tutto il sistema finanziario. In agosto intere banche commerciali i cui interessi comprendevano miliardi di dollari di questi prestiti a rischio, sono crollate o hanno dovuto essere soccorse dallo Stato o da altre banche. La banca tedesca ADF è stata salvata in extremis, mentre la banca francese BNP Paribas è stata brutalmente scossa. Per frenare la perdita di fiducia e la reticenza delle banche ad accordare prestiti, le banche centrali - la Federal Reserve americana (la FED) e la Banca Centrale Europea – hanno messo a disposizione degli istituti di credito nuova liquidità. Vedremo se l'intervento pubblico riuscirà ad arginare gli effetti della crisi sull'economia reale. Ivan Rizzardi Brunico Newz n. 5 - chiusura redazione 24 novembre 2008. Direttore Alberto Tommasi. Versione pdf in <www.ipcbrunico.it>