CENTRO SPORT FLUVIALI

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CENTRO SPORT FLUVIALI
Quarantesimo Parallelo
Tecnica
I nodi in grotta e in canyon
tratto dal manuale "progressione su corda e utilizzo ottimale dei materiali", di Franco Delogu
I nodi sono il sistema più semplice per ancorare la corda a qualcosa di fisso, o per attaccare tra loro due corde, o
ancora per sostituire un attrezzo di progressione rotto o perduto. A tutt'oggi, nonostante i progressi tecnici, non si è ancora
trovato un sistema più semplice e immediato per fare tutto questo.
Si conoscono moltissimi nodi, inventati per ogni uso e necessità, ma naturalmente qui ci si deve occupare di quelli
strettamente usati in speleologia (e in misura minore in canyoning, disciplina che ha dei punti in comune). Uno speleologo
medio ne conosce tre o quattro, i più utilizzati, ed è in grado di arrangiarsi con quelli, a meno che non si trovi di fronte a
emergenze o a situazioni insolite.
Qui di seguito ne vedremo diversi, sia quelli più usati che quelli più particolari, considerandoli sotto il punto di vista del
confezionamento, del corretto utilizzo e dell'affidabilità.
Tutti i nodi devono avere queste caratteristiche:
a) facilità di confezionamento. Con un nodo complicato è più facile sbagliare, dunque la semplicità è una caratteristica
importante. Una parte determinante spetta allo speleo che dovrà imparare a fare perfettamente i nodi che utilizza, e dovrà
capire semplicemente con uno sguardo se il nodo è ben fatto.
b) facilità di scioglimento. Ci sono nodi che strizzano la corda più di altri, e che ci potrebbero creare dei problemi al
momento di scioglierli. A titolo di esempio, il nodo delle guide e il nodo delle guide con frizione (nodo a 8) hanno all'incirca
la stessa resistenza, ma il nodo delle guide viene usato raramente proprio perchè difficile da sciogliere dopo trazioni forti.
c) carico di rottura (CDR)sufficiente. Come si è già visto nel capitolo dedicato alla corda, questa viene indebolita dai nodi, a
causa di meccanismi interni di strizione che causano un aumento interno di temperatura. Da questo punto di vista non tutti i
nodi sono uguali: vedremo come qualcuno di questi indebolisce di più la corda, e altri di meno. Qui per ora ci limiteremo a
parlare di due categorie di nodi: quelli di ancoraggio, destinati a fissare la corda ad un attacco per la progressione, e quelli
di giunzione, utilizzati per unire due corde o per fare anelli di corda.
Nodi di ancoraggio
Nodo "a otto" (o "Savoia" o "delle
guide con frizione") (figura 88)
E' il nodo di ancoraggio preferito in
grotta, per la facilità di confezionamento
e di scioglimento, ed ha un discreto
CDR: conserva infatti il 73% della
resistenza di una corda nuova non
annodata (tutti i dati che verranno forniti
si riferiscono ad una corda Edelrid
Superstatic da 10 mm nuova). In certi
casi, ad esempio come ancoraggio
intermedio in un corrimano, sopporta la
trazione in due direzioni opposte
(fig.89).
Il nodo a otto può essere inseguito (fig. 90) quando si debba, ad esempio, circondare un attacco naturale: si confeziona
prima con un solo capo di corda, , senza stringerlo, e lasciando un tratto abbastanza lungo da poter circondare l'attacco.
Poi
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Poi si prende l'altro capo, al ritorno
dall'attacco, e si fa passare dentro il nodo
parallelamente al tratto già annodato. Per
molto tempo ci sono state discussioni sul
fatto che il doppino, cioè il pezzetto di
corda che avanza fuori dal nodo (figura
91), dovesse stare all'interno o all'esterno:
le prove del C.N.S.A.S. hanno dimostrato
che le differenze di tenuta sono dell'ordine
del 2-3% per tutti i nodi, , a volte a favore
del doppino interno e a volte del doppino
esterno, per cui si può ritenere che la
posizione del doppino sia marginale.
Nodo delle guide (figura 92)
Di questo nodo si è già detto: a parità di
tenuta si preferisce il nodo a otto che è
molto più facile da sciogliere quando è
stretto. Tutt'al più, visto che è molto veloce
da fare, può essere utilizzato per tirare su
dei carichi non troppo pesanti :sacchi,
attrezzi, ecc. Un altro uso utile è in canyon
per giuntare due corde, perchè a
differenza del nodo a otto non si impiglia
facilmente nelle fessure durante il recupero
corda ( è un nodo cosiddetto
"galleggiante").
Nodo a "nove" (figura 93)
E' in sostanza una variante del nodo a Otto. Infatti si confeziona come questo, ma
al momento di far uscire la gassa, si fa un altro mezzo giro e si fa uscire da dietro
anzichè da davanti. Con un nodo di questo tipo si ottengono dei vantaggi, come un
CDR superiore del 12% circa, cioè conserva l' 85% del CDR anzichè il 73% dell' Otto,
ma anche degli svantaggi, perchè il Nove è più ingombrante e più difficile da
sciogliere. E' difficile dunque dire se conviene adottare il Nove negli armi in grotta. La
personale opinione di chi scrive è che comunque, nella catena di sicurezza di un
ancoraggio, quasi mai è la corda l'elemento più debole, per cui una differenza di
tenuta di 250-300 kg in meno raramente è determinante. Se la corda è cosi'
indebolita che 250 kg in meno sono importanti, forse conviene gettarla via.Tutto
sommato, l'Otto è ancora un nodo da utilizzare in piena sicurezza, perchè
pienamente affidabile.
Nodo "soccorso" o "papillon" (figura 94)
Il nodo Papillon è una derivazione interessantissima del nodo a Otto. Permette di fissare la corda ad un attacco doppio
sollecitando entrambi i tasselli con la stessa forza, in alternativa al sistema speleo classico che prevede la trazione su un
attacco e il secondo, più alto, di sicurezza. Questo nodo si apprezza molto con spit piazzati su roccia scadente, che quindi
non danno il massimo delle garanzie, e con l'uso dei fix, che nonostante le ultime migliorie non raggiungono ancora la
resistenza degli spit roc. (figura 95).
Sia che venga trazionato su entrambe le gasse o su una sola, il nodo Papillon ha una tenuta molto simile a quella del
nodo a Otto (73-75% rispetto alla corda senza nodi).
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Nodo "bocca di lupo" (figura 96)
Il nodo Bocca di lupo è quello usato per fissare la corda agli anelli da
armo in grotta, e si confeziona con la gassa uscente da un nodo (Otto,
Nove, Soccorso). In questo caso il CDR è quello del nodo da cui esce la
gassa, perchè il Bocca di lupo esercita sulla corda una pressione senza
scorrimento, e questo non provoca surriscaldamenti pericolosi. Può essere
anche fatto su un tratto di corda libera (figura 97). In questo caso tende a
far scorrere la corda come un dissipatore, e il calore prodotto può
provocare la fusione della corda a carichi piuttosto bassi (riduce il CDR a
circa la metà). Dunque è un attacco affidabile solo se viene fatto all'uscita
di un nodo a Otto o simili.
Nodo "barcaiolo" (figura 98)
Il nodo Barcaiolo è un nodo usato solo in casi particolari, ad esempio
per aggiungere un frazionamento in grotta quando non vi sia abbastanza
corda per un Otto. E' comunque un nodo difficile da sciogliere e con un
basso
CDR, per cui è meglio evitarlo. Se proprio si deve usare,
bisogna tenere conto di queste caratteristiche.
Nodo "bolina" (figura 99)
Questo nodo è stato per anni considerato pericoloso,
finchè i test del C.N.S.A.S. non hanno dimostrato il
contrario: è un nodo che ha una resistenza pari a quella
dell' Otto (72%), è facile da eseguire e si scioglie con
facilità dopo una trazione. Può quindi sostituire bene
l'Otto inseguito negli attacchi naturali. Anche se non
sarebbe necessario, è consuetudine utilizzare il doppino
(ciò che avanza dal nodo) per una ulteriore legatura.
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Nodi di giunzione
Servono per unire due spezzoni di corda di
diametro uguale o diverso, o per fare un
anello. I dati di seguito riportati si riferiscono a
corde dello stesso diametro.
Nodo "inglese semplice" (figura 100).
E' il più facile da confezionare e si scioglie
con facilità. E' più sicuro se il nodo viene
ripetuto due volte, da entrambi i lati. Le prove
effettuate hanno evidenziato un CDR
bassissimo, pari al 40% rispetto alla corda
non annodata. Ai diametri inferiori la
resistenza relativa sale, ma essendo le corde
più sottili meno resistenti, il CDR scende. Da
evitare.
Nodo "inglese doppio" (figura 101)
Questo nodo, rispetto al precedente, è più difficile da sciogliere dopo una trazione, ma ha un carico di rottura, rispetto
alla corda non annodata, di circa il 75%. Questo basta a consigliarlo come il nodo di giunzione migliore, meno
ingombrante, più facile da superare con gli attrezzi da progressione e più sicuro negli armi. Conserva un CDR accettabile
anche quando unisce corde di diametro diverso.
Nodo a "otto inseguito" (figura 102)
E' lo stesso della figura 90, ma si insegue
cominciando dalla parte opposta. E' meno
affidabile dell'Inglese doppio (58% contro
75%), tanto che conviene usare quest'ultimo. Il
Nove inseguito ha una resistenza leggermente
superiore, ma ha il difetto dell'ingombro
eccessivo unito ad una maggiore difficoltà di
scioglimento.
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