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La Provincia di Cosenza
sabato 25 giugno
2016
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Spettacolo
Chiara Civello e il suo jazz inaugurano la stagione estiva di Cosenza
Se c’è un modo per ribadire l’eterna giovinezza e l’immortalità di alcune canzoni che hanno
fatto la storia della musica italiana, Chiara Civello lo ha dimostrato ancora una volta. E lo
ha fatto nel concerto che l’ha
vista protagonista ieri sera al
Castello Svevo di Cosenza che,
proprio con la sua esibizione,
ha dato inizio alla stagione
estiva che andrà avanti fino a
settembre con una ragguardevole programmazione messa
in piedi dal Comune di Cosenza (nei giorni scorsi il Sindaco
Mario Occhiuto ha partecipato
in prima persona al lancio delle
attività) e con il contributo determinante della “Svevo s.r.l.”
che ha in Giampaolo
Calabrese, l’anima e
il motore artistico del
cartellone che animerà da qui in avanti
le serate del maniero
federiciano.
Ieri sera c’era un motivo in più per recarsi al
Castello Svevo: la dodicesima edizione del
“Concerto per Lilli”,
promosso dalla Fondazione “Lilli Funaro”,
che porta il nome di
una ragazza cosentina strappata alla vita
troppo presto, nel
febbraio del 2004, per
una grave malattia.
Per mantenerne vivo
il ricordo, la famiglia,
con in testa il fratello
Michele, le sorelle e i genitori,
accanto alla meritoria attività della Fondazione che ha il
duplice obiettivo di focalizzare
l’attenzione sulla ricerca e sulle novità terapeutiche in oncologia, unitamente allo sforzo di
fornire un costante aggiornamento alle diverse figure professionali impegnate in progetti di ricerca, con particolare
riferimento ai giovani, ha da
dodici anni a questa parte organizzato un evento musicale
in memoria di Lilli.
Non poteva esser fatta scelta
migliore affidando il concerto
di quest’anno a Chiara Civello che alle canzoni evergreen
del repertorio italiano ha dato,
nell’esibizione del Castello
Svevo, il crisma dell’immortalità, ammantandole di un’aura
di freschezza che senza tradire
la sua appartenenza al cantautorato, conferma una vocazione al jazz che poche altre ar-
“Concerto per Lilli”
Il Castello Svevo
ha la sua regina
Ad accompagnare la cantante, il flautista
Mirko Onofrio musicista della Brunori Sas
tiste possono sbandierare, con
il valore aggiunto di un lungo
perfezionamento che passa per
gli Stati Uniti e mette radici in
quel Brasile che l’ha col tempo
quasi adottata. In più, di suo,
Chiara Civello ha anche quella versatilità che la fa passare
disinvoltamente dalla chitarra al pianoforte con singolare
leggiadria.
Il concerto di Cosenza, che arrivava dopo cinque anni dalla
sua ultima esibizione in Calabria al Festival Jazz di Roccella
Jonica del 2011, quando, il 20
agosto di quell’anno, al Teatro
al Castello, si esibì insieme al
violoncellista brasiliano Jacques Morelembaum, è stato
aperto da una versione molto particolare di “Via con me”
di Paolo Conte, uno dei brani
contenuti nel suo album più recente, dal titolo “Canzoni”, nel
quale l’artista romana, ma con
padre siculo e mamma puglie-
se, si diverte alla sua maniera
a “saccheggiare” il canzoniere
italiano più disparato, potendo, però, contare su una serie di
collaborazioni di prim’ordine :
Gilberto Gil, Chico Buarque de
Hollanda , la contrabbassista
Esperanza Spalding ed Ana Carolina. Rapporti che Chiara ha
coltivato durante la sua permanenza in Brasile avvenuta
dopo essere stata in qualche
modo “scoperta” da Burt Bacharach negli Stati Uniti dove
ebbe una buona apertura di
credito dalla casa discografica
“Verve Records” che le produsse, nel 2005, il suo primo
cd “Last Quarter Moon” che in
poco tempo divenne quasi un
caso di eccellenza.
Il concerto di ieri sera, in un
gremitissimo Castello Svevo,
ha poggiato essenzialmente
sull’impalcatura
dell’album
“Canzoni”, ma ha pescato anche nelle composizioni origi-
nali della cantautrice, inserite
qui e là nei suoi album successivi.
Come compagno di viaggio
Chiara Civello ha trovato sulla
sua strada il flautista cosentino Mirko Onofrio, musicista di
vaglia, ma anche compositore
e collaboratore stabile di Dario Brunori, presente in platea
con il resto della sua Sas. “C’è
un nuovo amico” - ha detto la
Civello nel presentare Mirko
Onofrio con il quale ha confessato di esibirsi per la prima volta e con cui dice di aver preso
accordi solo su wathsapp, miracoli della tecnologia che sa
essere fredda, ma a volte, come
in questi casi, molto utile. Il
risultato è dei migliori. L’intesa funziona e si perfeziona nel
corso del concerto, il che potrebbe preludere alla prosecuzione di questa estemporanea,
ma efficacissima collaborazione. Sorretta dagli interventi
in punta di piedi di Onofrio,
la voce vellutata della Civello
inanella una perla dietro l’altra: una versione in spagnolo
di “Che mi importa del mondo” di Rita Pavone che diventa
“Que me importa el mundo”,
“Veleno”, versione italiana di
“Veneno” di Marina Lima, che
Alfredo Polacci aveva scritto
nel 1947 per Tina De Mola, e
“Bem que se quis” di Marisa
Monte, adattata da Pino Daniele in “E po’ che fa”. La bussola
prende il verso del cuore e non
si arresta. Dal suo repertorio
originale e dall’album “7752”
la Civello estrae “Resta” che di
quel cd non molto fortunato è
forse l’unico pezzo pregiato.
Ma sono ancora le cover a fare la parte del
leone: “Senza fine” di
Gino Paoli che ad un
certo punto si fonde
con “Que reste-t-il de
nos amours” di Charles Trenet la cui versione sembra avere la
delicatezza di quella
di Rosa Passos. E’ poi
la volta di “Con una
rosa” di Vinicio Capossela con la quale
sale ancora in cattedra, con un Mirko
Onofrio che dà il meglio di sé. Si arriva a
“Fortissimo”, ancora
della Pavone ed è uno
dei momenti più alti
del concerto, in un
tempo sospeso in cui
la magica notte del Castello offre il destro agli innamorati, di
oggi e di ieri.
Il concerto sembra chiudersi
qui. Il tempo di “saccheggiare”
ancora il canzoniere di Renato
Carosone con una singolarissima versione di “Tu vuò fa l’americano” e poi eccola ritirarsi
per qualche attimo dietro le
quinte. Salvo riapparire subito
dopo, acclamatissima dal pubblico, e riattaccare il medley
che tutti attendevano, in cui la
fusione di due brani evergreen come “Il mondo” di Jimmy
Fontana e “Io che amo solo te”
di Sergio Endrigo suggellano
un concerto da incorniciare. E
se nella notte d’estate del Castello Svevo si alza lo sguardo
al cielo, c’è una certezza che
accompagna tutti: che anche
Lilli ha strizzato felice l’occhio
alla sua città e a chi le vuole
bene, oggi come ieri e per sempre.