Otello Profazio - Provincia di Catanzaro

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Otello Profazio - Provincia di Catanzaro
Otello Profazio
Quando Otello Profazio iniziava la sua carriera artistica, il festival di Sanremo contava appena tre
anni di vita, i dischi erano a 78 giri e la televisione non era ancora nata. Mentre nelle canzoni
dell’epoca poco o nulla trapelava dell’Italia vera, ingombra delle macerie della guerra e flagellata
da un’emigrazione biblica, il suo esordio discografico, ‘U ciucciu, cantava le vicende di un uomo
che, ancor più della moglie, rimpiange il suo asino, animale per definizione prosaico e legato al
mondo della terra. Aveva così inizio una carriera che, da più di mezzo secolo, costituisce un
fenomeno unico nel panorama italiano. La fantasia visionaria delle storie e leggende del Sud, il
fatalismo dei contadini traditi dalla storia hanno trovato in lui un moderno cantastorie capace di
coniugare impegno e ironia ma anche di esaltare pagine di grandissima poesia, come è avvenuto
soprattutto nella collaborazione con Ignazio Buttitta.
L’estraneità delle masse meridionali allo Stato unitario è il tema dominante dei suoi lavori, a partire
da Il brigante Musolino del 1963, un’autobiografia in musica dell’ultimo dei briganti, fino a
L’Italia cantata dal Sud, un’organica controstoria d’Italia in cui invettiva ed ironia si fondono
senza mai scadere nella nostalgia reazionaria. Allo stesso clima è riconducibile anche Qua si
campa d’aria, primo LP di musica popolare premiato con il Disco d’oro, in cui lo scetticismo verso
le mirabili sorti riservate al meridione nei tanti interventi speciali si combina alla perfezione con la
sferzante considerazione dei vizi atavici di tanti meridionali sui quali la peggiore classe politica del
paese ha per decenni fondato i propri alibi. Non a caso la dimensione più autentica di Otello, cui
neanche i dischi migliori rendono interamente giustizia, è quella del concerto grazie a cui questo
irriducibile individualista ha incontrato le comunità di emigranti sparsi ai quattro angoli della terra
e ha tratto ispirazione per le sue cose migliori, in un scambio ininterrotto con il pubblico che dura
tuttora, con un numero di spettacoli ancora oggi superiore a quello delle più celebrate formazioni
del momento.
Oltre che come cantante e musicista, Profazio ha contribuito alla conoscenza e alla diffusione della
musica popolare in Italia attraverso un’attività multiforme. Nella lunga intervista, che costituisce la
parte centrale del volume, riemergono esperienze pionieristiche, come la collana Folk della Fonit
Cetra o il memorabile programma radiofonico Quando la gente canta, accanto a figure centrali
della musica popolare e della cultura italiana del Novecento come Matteo Salvatore, Rosa
Balistreri, Giorgio Gaber e Diego Carpitella. Nel corso della sua pluridecennale attività, Profazio
ha inoltre raccolto una serie impressionante di registrazioni sul campo, estese a tutto il territorio
calabrese, e in parte consistente anche alla Sicilia, che saranno presto fruibili all’interno del Centro
Documentazione Musica Popolare realizzato dall’associazione Altrosud in Sila.
(testo tratto dalla scheda di presentazione del libro Otello Profazio, a cura di Massimo De Pascale,
pubblicato nel 2007 da Squilibri)