festa S. Mattia 2012
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festa S. Mattia 2012
SAN MATTIA ONLUS www.sanmattiaonlus.it FB: sanmattiaonlus Un santo, un progetto, un cammino Carissimi Giovani, la festa di San Mattia è la festa di tutti quanti noi, è il momento in cui ringraziamo il Signore che ci ha dato una vera occasione per stare insieme, di gioire per il dono straordinario di un percorso che ha come fine la ricerca e la perseveranza nell’amicizia con il Signore Gesù. Il maestro di Nazareth un giorno ha detto ad ognuno di noi: “Non vi chiamo più servi … ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi” (Gv 15,5). In genere l’amicizia non si dichiara ma dovrebbe essere il frutto palese ed evidente in sé di un rapporto che supera le barriere e arriva al cuore delle due parti. Gesù invece dichiara solennemente: vi chiamo miei amici… siete miei amici se farete quel che io vi comando. L’amicizia con Dio è dono e responsabilità: è così bello il dono che Lui ci fa’ che ha in sé l’esigenza di una risposta autentica. Quanto più saremo autentici con Dio e con i fratelli più sarà stretta l’amicizia che instaureremo col Signore. In breve voglio dirvi qualcosa in più sull’amicizia con Dio. L’amicizia è una delle espressioni dell’amore. Gesù dice: “come il Padre mi ha amato, così io vi ho amati: rimanete nel mio amore” (Gv 15,9). Rimanere nell’amore è per noi un’esigenza e una esortazione. Gesù è diventato nostro amico manifestandoci il suo più intimo del cuore. San Cirillo di Alessandria dice: “a coloro che Dio ama viene regalata l’amicizia di Gesù Cristo”. Dunque: il vivere alla ricerca di Cristo è per noi un dono! E l’amicizia con Dio è molto più importante di ogni amicizia umana. Ma sforziamoci di innalzare la nostra amicizia perché non resti impantanata dalle preferenze, dalle passioni, dai sotterfugi, o peggio ancora dalle frustrazioni e insoddisfazioni che ognuno di noi si porta dentro. Un autore medioevale - Aelredo di Rievaulx - a tal proposito scrive: “Tu devi preoccuparti di diventare da amico di uomo ad amico di Dio. Ogni amicizia umana deve essere ancorata nell’amicizia con Cristo”. San Tommaso d’Aquino ci ricorda che “l’amicizia si basa sull’amore”, più precisamente sull’amore di benevolenza, quell’amore che vuole donare e fare del bene all’altro. Perché maturi questo amore di benevolenza ci vogliono due passi: 1) corrispondere continuamente all’amore; 2) comunicarsi l’amore con dei segni anche esteriori. Miei cari giovani il San Mattia è una compagnia molto grande. Come tutte le cose grande c’è miscuglio di fragilità e buona volontà, ordine e ricerca di armonia. Tuttavia mi è caro ricordare a me e a voi (nuovi e meno nuovi) i seguenti tre punti: • Un santo: attorno al nome di San Mattia c’è lo spirito di rivolgerci in ogni nostra manifestazione verso quei giovani che non si pongono ancora la domanda su Dio. Dire San Mattia per noi deve equivalere a dire: voglio impegnarmi a guardare, cercare, stimolare quei giovani che non hanno ancora scoperto che Dio ha offerto loro la Sua amicizia. • Un progetto: questo compito non si svolge sulla base di uno stato d’animo, o sulla scorta di un entusiasmo, piuttosto deve diventare in ognuno un progetto preciso che deve imprimersi sempre più nelle nostre giornate e tra le pieghe difficili della giovinezza, fino alle scelte consolidate che farete nella vita (matrimonio, sacerdozio, consacrazione). Passare dagli entusiasmi alla consapevolezza di questo come progetto è il primo segno di maturità. • Un cammino: la realizzazione di tale progetto è affidata da Dio alle nostre fragilità e per questo necessita di un tempo, di pause, di ripartenze, di cadute e di slanci meravigliosi che accompagneranno la nostra vita e non solo qualche anno di essa. Alla base di questo cammino i pilastri sono sempre i seguenti: ascolto e meditazione della Parola di Dio – preghiera – conversione progressiva – obbedienza alla Chiesa – discernimento costante su scelte e decisioni. Senza questo si cammina a vuoto, il progetto non è più il Suo ma il nostro, e peggio ancora si abbandona la strada che ci conduce al Figlio di Dio. - Grazie per la tua presenza questa sera e per la tua gioia. - Grazie soprattutto per il tuo impegno e per il tuo camminare con la Chiesa. - Grazie per essere pietra viva nelle mani di Dio. - Grazie a quanti in mezzo a voi – uniti in matrimonio – vivono questo sacramento come segno autentico per tutti, non alla maniera del mondo. - Grazie a quelli che hanno già scoperto il dono incommensurabile della vocazione di speciale consacrazione e sacerdotale. Sono le nostre stelle. - Grazie a tutti i giovani scarrupati, scamazzati, sfrantumati, inguaiati… insomma a quanti fanno ricco il San Mattia (… e ch ricchezz’). - Prego per ognuno di voi e vi affido tutti alla Regina della Pace. Oggi abbiamo accompagnato verso il cielo Piera, la mamma di Bruno. Sono sicuro che lei pregherà per tutti quanti noi. A qualcuno di voi che si lasciava prendere dal momento ho detto “con voce dolce”: “Ehi non si piange, noi crediamo alla vita eterna!”. Non era un rimprovero; ma un augurio e un invito a sorridere perché – nonostante la nostra povertà – camminiamo verso la vera Vita. Auguri a tutti di vero cuore, don Vittorio Napoli, 14 maggio 2012