Intervista al dott. Sergio Fasullo

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Intervista al dott. Sergio Fasullo
Intervista al dott. Sergio Fasullo, giovane cardiologo e giocatore squadra di calcio Ass. Medici Palermo, autore del libro ”Il pensiero del cuore”, che fa onore alla cardiologia e all’ “essere medico”. Da questo libro, di mirabile profondità umana, vorrei fare emergere qualche riflessione che ci dica, oltre al percorso decennale professionale dell’autore, come la malattia e il dolore siano categorie esistenziali nelle quali possano riflettersi la dignità ferita e la dignità recuperata. Come si svolge e come si articola nelle sue parti il discorso dell’autore? La prima e l’ultima parte su una breve storia della cardiologia Ingrassia e su una sintetica raccolta di strafalcioni linguistici. Il secondo, il terzo e quarto capitolo sono orientati alla riflessione sulla fenomenologia della malattia e sui modi con cui si è curati quando ci si ammala. Per l’autore l’ascolto e il dialogo possono dare un senso alla cura e all’assistenza ai malati, riconsiderati nella loro soggettività nella loro interiorità e nella loro intersoggettività, ma anche nella loro corporeità vissuta che non è la ovvia corporeità fisica. Il corpo malato chiede rispetto della propria dignità-­‐ e in questo ogni medico non può non attenersi. Nel libro ci si sofferma su alcune forme di vita che ci aiutano a riconoscere e a rispettare le attese degli altri, le loro angosce e le loro speranze. Trattasi del sorriso (che aggiunge un filo alla tela brevissima della nostra vita), della gentilezza d’animo (la quale crea relazione), della mitezza (che è apertura all’altro), dell’amicizia e della speranza, la quale rende ancora desiderosi di una nuova aurora e delle ore di una nuova giornata. … con tanti medici ospedalieri e dell’Associazione Medici Palermo (Giovanni Imburgia e tutta la squadra) e gli anestesisti del 118 nel corso degli anni si è instaurata una affiatatissima “ansa storica” il cui mastice, oltre al duro lavoro, è l’essere – insieme – nell’amicizia: che è un “rapporto senza dipendenza”(M. Blanchot:“L’Amitié”, Gallimard 1971), una forma d’ospitalità – e implica pertanto la necessità di pensarla a partire dall’accoglienza che la abita. L’amicizia (struttura essenziale della costituzione umana la cui esistenza è sempre una co-­‐esistenza) è una delle fortune che si ha nella vita; l’incontro con alcune persone, la condivisione di tante cose nell’esistenza, prima ancora che nel pensiero permettono di attraversare la vita in un modo più ricco e più libero, direi anche, nonostante tutto più amabile. L’amicizia non è se non una delle possibili condizioni umane nella quale la diversità è continuamente superata, e trascesa, in una reciprocità fatta di ascolto e di partecipazione. Nel contesto di ogni sincera amicizia, nasce, e si sprigiona, una scintilla di condivisione e di comunione che poi non si spegne e non si esaurisce. Certo, ci sono forme diverse di amicizia che, del resto, non sono mai statiche e immobili: salgono, e scendono, nel contesto delle vicinanze e delle lontananze, e anche delle vicende della vita; ma il nocciolo segreto di ogni espressione sincera e radicale di amicizia mi sembra realizzarsi in una condizione di umana solidarietà: che non rimane , del resto , chiusa in se stessa ma che si espande ad aree più estese di intersoggettività… “Il pensiero del cuore”-­‐ libro esordio di Sergio Fasullo –è un grido inesorabile contro la dignità recisa e a favore dello splendore autentico della vita.