FIR2000 2d Marin - Centro della Famiglia

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FIR2000 2d Marin - Centro della Famiglia
L’evoluzione del concetto di famiglia
nei libri di lettura di quinta elementare
dagli anni ‘40 agli anni ‘90
Maria Laura Marin
(1)
In una ricerca sull’evoluzione del concetto di famiglia nei libri di lettura di quinta elementare
degli ultimi cinquant’anni è stata rilevata la prevalenza di un concetto di famiglia tradizionale, non coerente con la parallela evoluzione dei ruoli familiari nella narrativa per bambini e ragazzi. É emersa una
visione stereotipata dei compiti familiari: mentre la figura di “madre/moglie” è risultata impegnata
nelle funzioni domestiche e nella cura dei figli, quella di “padre/marito” si è distinta nell’attività lavorativa finalizzata al mantenimento economico della famiglia. L’immagine predominante di famiglia è
risultata quella relativa al ciclo di vita familiare “con bambini”. I rapporti interpersonali, prevalentemente “positivi” (amore, rispetto, gratitudine, ecc.), sono stati rilevati soprattutto nel rapporto padrefiglio. La tematica della religione, inizialmente dominante, è andata diminuendo nel tempo, testimoniando la progressiva prevalenza di scelte editoriali di tipo laico.
Parole chiave: evoluzione, concetto di famiglia, libri scolastici, quinta elementare.
The development of the concept of the family in reading books for fifth year primary school
children during the last fifty years. A study on the development of the concept of the family in the textbooks for primary school children (5th year) shows that a traditional concept of the family has prevailed
for the last fifty years. This is not coherent with the common evolution of the family roles in the books
for children. Family roles appear stereotyped: the “father/husband” must work hard to assure family
income, while the “mother/wife” attends to housekeeping and child care. The prevailing family description refers to a family life cycle “with children”. The relations among family members are generally
“positive” (love, respect, and gratitude), particularly between father and son. The theme of religion
prevailed in the first years following the 2nd World War, but its importance decreased in subsequent
years, revealing a growing tendency towards the secularisation of the choices made by publishing houses.
Keywords: development, family concept, school books, primary school.
Il concetto di famiglia nella letteratura per l’infanzia
Nell’ambito della letteratura per bambini e ragazzi l’argomento “famiglia” è sempre sta(1)
Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, Università di Padova, Via Venezia
8, 35131 Padova, tel.: 049/8276529, e-mail: [email protected].
Volume 5, Numero 2, 2000, pag. 89
to presente. La trattazione del tema è molto varia: l’immagine della famiglia tradizionale di tipo patriarcale dei libri come “Cuore” di De Amicis è stata proposta a intere generazioni, ma
molti grandi classici per l’infanzia e l’adolescenza inventano forme diverse di famiglia (Peter
Pan di J.M. Barrie è l’eroe solitario che volando esprime la “metafora della possibilità di andare oltre i confini di carattere sia naturale che sociale” (Nigris, 1995); Pippi Calzelunghe della
Lindgren è la bambina indipendente che esprime la supremazia dei valori dell’essere su quelli
dell’avere (Valeri, 1994); Huckleberry Finn di M. Twain è il bambino che mette in atto sul fiume la classica fuga giovanile; Oliver Twist di C. Dickens è l’orfanello che vive una vita molto
travagliata lontano da un ambiente familiare accogliente e Gian Burrasca di Vamba è il ragazzino discolo che infrange sempre le ferree regole della classica famiglia tradizionale borghese).
L’editoria di questo settore è sempre stata pronta a cogliere e a registrare i cambiamenti
del tempo e quindi anche il nascere delle nuove tipologie familiari (Forestan, 1994). Oggi gli
scrittori non sono più costretti a ricorrere a situazioni fantastiche per interessare i loro lettori in
quanto hanno a disposizione una casistica più varia di situazioni familiari: coppie divorziate,
separate, risposate, ecc. (Spagnol, 1994).
Sono numerosi i romanzi che trattano di situazioni familiari atipiche rispetto ai canoni;
tali opere vengono spesso pubblicate nell’ambito di collane rivolte ai giovani e possono essere
raggruppate in diversi filoni. Forestan (1994) ha individuato nel catalogo Mondadori quattro
categorie in cui descrivere le caratteristiche dei romanzi attuali: la prima riguarda i conflitti e i
problemi molto gravi che possono riguardare la famiglia, ma che nel passato venivano ignorati
nei libri per ragazzi; la seconda si riferisce alle famiglie che divergono dalla classica bipolarità
genitori-figli; la terza prende in considerazione la “famiglia che non c’è”, vale a dire quella
formata da ragazzi che sono stati abbandonati dai genitori o che sono diventati, per svariate
circostanze drammatiche, degli homeless, ragazzi di strada completamente responsabili di sè
stessi; la quarta riguarda le famiglie Puzzle, vale a dire quelle formate da genitori divorziati
(con figli) che risposandosi danno luogo a nuove figure familiari; infine l’autrice evidenzia anche l’iniziale interessamento al tema delle famiglie composte da genitori omosessuali.
Un’altra “mappatura” della attuale bibliografia per ragazzi, nella quale vengono presentate le molteplici dinamiche e strutture familiari, è contenuta nella rivista Liber che classifica
attraverso una serie di parole chiave un elenco di oltre novanta libri recentemente apparsi sul
mercato. I termini usati per raggruppare i libri sono stati: assenza di genitori, bambini adottati,
famiglia adottiva, famiglia di sole donne, fuga da casa, genitori divorziati, genitori separati, genitori singoli, madri singole, matrigne, patrigni, relazioni genitori-figli. L’uso di questa terminologia testimonia l’attenzione dell’editoria per ragazzi ai cambiamenti avvenuti all’interno
dell’istituzione familiare.
Un interesse per queste diverse caratterizzazioni delle dinamiche esistenti all’interno
della famiglia si può riscontrare anche nelle attuali rappresentazioni teatrali per bambini ed
adolescenti: infatti si tende sempre più a sostituire le solite raffigurazioni della famiglia, costituita dalla tradizionale triade padre-madre-figli, o con immagini relative a rapporti più esclusivi, come quelli tra un singolo genitore ed il proprio figlio, o con temi particolarmente vissuti al
giorno d’oggi, come la fecondazione artificiale, la coppia aperta, le divergenze dei genitori riguardanti l’educazione dei figli e i diversificati ruoli familiari (Gagliardi, 1994).
Viceversa, in una significativa critica rivolta ai libri di lettura delle scuole elementari,
Barassi (1974) evidenzia come i rapporti intrafamiliari descritti dai testi scolastici facciano riferimento al classico concetto di famiglia tradizionale e patriarcale. La relazione madre-figlio
evidenzia il fenomeno tipicamente italiano del “mammismo”, che testimonia in realtà una condizione femminile legata al ruolo di casalinga. La “mamma” viene sempre raffigurata come
l’angelo del focolare che ha un cuore luminoso e che non fa mai mancare niente ai suoi bambini. Il padre viene invece descritto come autoritario e la sua funzione principale è quella di controllare e gestire la famiglia: è lui che lavora e porta a casa i soldi. I figli hanno il compito di
obbedire ciecamente ai propri genitori e alle altre figure parentali; i loro rapporti con i fratelli
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non sono mai rappresentati come conflittuali, ma al contrario sono imperniati sull’armonia e
sull’aiuto verso i più piccoli.
In generale la famiglia viene sempre presentata come indissolubile, l’affettività tra i genitori è negata e i rapporti tra di loro sono solo formali, i loro compiti sono rivolti specificatamente a soddisfare le esigenze dei figli, anche se l’amore tra la madre e i suoi bimbi è fortemente esclusivo; inoltre su tutto domina sempre il volere divino.
Un altro settore di ricerca interessatosi, anche se indirettamente, al tema è quello che si
è occupato della presentazione degli stereotipi sessuali nei testi scolastici per bambini: la madre viene sempre raffigurata come casalinga impegnata nelle faccende domestiche e nella cura
dei figli; il padre viene considerato prevalentemente in funzione della sua attività lavorativa ed
inoltre viene descritto come un personaggio che non lascia mai trasparire la propria affettività;
tutto ciò non riguarda solo le letture, ma anche le immagini disegnate sui testi (Pace, 1986).
Analisi dell’evoluzione del concetto di famiglia nei libri di lettura di quinta elementare
É stata svolta una ricerca con lo scopo di studiare l’evoluzione del concetto di famiglia nei testi scolastici mediante l’analisi dei libri di lettura proposti nella scuola elementare ai
bambini di quinta negli ultimi cinquant’anni.
Si è voluto verificare se negli ultimi 50 anni il concetto di famiglia proposto nelle letture scolastiche ai ragazzi di quinta elementare si è modificato e in quale direzione.
Il materiale preso in esame è costituito da trenta testi di lettura di 15 case editrici,
suddivisi in tre periodi: dieci libri pubblicati tra il 1947 e il 1957, dieci tra il 1971 e il 1978 e
dieci tra il 1990 e il 1996.
L’arco temporale cui si è fatto riferimento comprende un cinquantennio e tre periodi
di notevole rilevanza storico-sociale: il periodo degli anni quaranta-cinquanta testimonia la situazione dell’immediato dopoguerra; quello degli anni settanta riflette la crisi socio economica (conseguenze del ‘68, disoccupazione, inflazione, nuovo diritto di famiglia, legge sul divorzio, legge sull’aborto, ecc.); quello degli anni novanta rappresenta l’attualità.
I libri necessari alla ricerca sono stati recuperati presso la “Biblioteca Nazionale
Braidense” di Milano, la “Biblioteca di Documentazione Pedagogica” di Firenze, le case editrici “La Scuola” di Brescia, “Fabbri Editori” di Milano e “Giunti-Bemporad-Marzocco” di Firenze, ovvero direttamente presso insegnanti elementari, scuole ed istituti.
Griglia di lettura
Dall’analisi della letteratura riguardante la tematica in oggetto e da una prima lettura
dei libri di quinta elementare disponibili si sono potute definire sei aree di indagine relative
all’evoluzione del concetto di famiglia:
1.
tipi di famiglia
2.
fasi del ciclo di vita familiare
3.
frequenza dei membri della famiglia
4.
caratteristiche dei membri della famiglia
5.
rapporti interpersonali
6.
tematiche affrontate all’interno della famiglia
É stata costruita una griglia di lettura, perfezionatasi nel corso dell’analisi dei testi, sulla quale si è annotata per ogni area la frequenza di apparizione delle varie tipologie presenti
nelle letture.
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Prima area: TIPI DI FAMIGLIA
Nella letteratura scientifica si riscontrano molteplici categorizzazioni delle tipologie
familiari; tra queste sono stati presi in considerazione nove particolari tipi di famiglia:
a) FAMIGLIA NUCLEARE: composta da genitori e prole (Scabini, 1985; Reber,
1985).
b) FAMIGLIA ESTESA: composta, oltre che da genitori e prole, anche da parenti
(Scabini, 1985; Reber, 1985). Vengono qui considerate le situazioni comprendenti ruoli parentali come quelli di nonni, zii, ecc. oltre a quelli relativi alla famiglia nucleare.
c)
STEP-FAMILY: famiglia con due coniugi di cui un patrigno o matrigna derivante da un secondo matrimonio del genitore naturale (Tessarolo, 1993).
d)
FAMIGLIA RETTA SULL’UNIONE LIBERA: famiglia formata da partners
che convivono (Galli, 1991).
e)
FAMIGLIA MONOPARENTALE: formata da un solo genitore con prole
(Galli, 1991). La figura genitoriale può essere rappresentata da: vedovi/e, separati, divorziati,
ragazze madri, ecc.. Nel corso della ricerca sono stati raccolti in questa classe anche i casi in
cui le motivazioni relative alla mancanza di un partner non erano specificate.
f)
COPPIA SENZA FIGLI: composta da marito e moglie senza figli.
g) FAMIGLIA ADOTTIVA: famiglia con figli adottivi (Forestan, 1994).
h) FAMIGLIA NONNI-NIPOTI: formata da nonni che accudiscono i nipoti
(Forestan, 1994).
i)FAMIGLIA SENZA GENITORI: formata dai soli figli (homeless, ecc.) (Forestan,
1994).
Seconda area: FASI DEL CICLO DI VITA FAMILIARE
Le fasi del ciclo di vita familiare considerate si rifanno alla classificazione operata da
Scabini (1985) in relazione a particolari eventi critici che le caratterizzano:
a)
FORMAZIONE DELLA COPPIA (matrimonio o convivenza).
b)
FAMIGLIA CON BAMBINI (nascita dei figli).
c)
FAMIGLIA CON ADOLESCENTI (adolescenza dei figli).
d)
FAMIGLIA TRAMPOLINO (figli che escono di casa).
e)
FAMIGLIA IN TARDA ETÁ (pensionamento, malattia-morte).
Terza area: FREQUENZA DEI MEMBRI DELLA FAMIGLIA
Prendendo spunto da un sondaggio quantitativo effettuato da Pace (1986) su libri di
lettura della scuola elementare, viene computata la frequenza di apparizione dei seguenti membri della famiglia: madre, padre, figlio, figlia, nonno, nonna, figli adottivi, genitori separatidivorziati, matrigna, patrigno, zio, zia, nipoti, moglie, marito, suoceri, fratello, sorella, cugini,
fratellastri.
Mentre i concetti di “padre” e “madre” si riferiscono a tutte le tipologie familiari nelle
quali sono presenti anche i figli, i concetti di “marito” e “moglie” invece vengono considerati
solo nel caso in cui la progenie risulta assente (tipo di famiglia “coppia senza figli”).
Un’analoga differenziazione è stata fatta anche per i concetti di “figlio”, “figlia”,
“fratello”, “sorella”: i primi due di riferiscono a tutte le tipologie familiari in cui sono presenti
le figure dei genitori, gli altri due vengono colti solo quando il padre e la madre sono assenti
(tipi di famiglia “nonni-nipoti” e “senza genitori”).
Lo stesso criterio è stato adottato per i concetti di “figli adottivi” e di “fratellastri”: i
primi sono stati presi in considerazione quando comparivano anche le figure genitoriali, gli al-
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tri solo in caso di “famiglia senza genitori”.
Quarta area: CARATTERISTICHE DEI MEMBRI DELLA FAMIGLIA
Sempre ispirandosi al sondaggio quantitativo di Pace (1986) ogni membro della famiglia è stato quindi analizzato facendo riferimento a cinque aspetti caratterizzanti:
a) ATTIVITÁ LAVORATIVA: tipo di lavoro, professione, ruolo svolto dal soggetto (contadino, casalinga, studente, soldato, ecc.). Questa denominazione è stata utilizzata in riferimento ai ruoli di “madre/moglie”, “padre/marito”, “nonno-nonna-zio-zia” in quanto tutti
caratterizzati dall’assolvimento di compiti lavorativi. Per quanto riguarda invece i ruoli di
“figlio” e “figlia” si è fatto uso di una terminologia più ampia al fine di potervi includere anche
attività come quella di studente.
b) FUNZIONI DOMESTICHE: attività svolte dal soggetto all’interno dell’ambiente
domestico (aiuto generico dato in casa, preparare la cena, apparecchiare la tavola, lavare i piatti, ecc.).
c) EDUCAZIONE E CURA: tipi di attività svolte dal soggetto a tutela dei figli o di
altre figure presenti all’interno della famiglia (cura, mantenimento economico, educazione,
ecc.).
d) TEMPO LIBERO: hobbies, interessi del soggetto. Si fa riferimento alle attività
svolte al di là dell’impiego principale della giornata (attività intellettuali, svago all’aria aperta,
gioco, volontariato, ecc.).
e) CARATTERISTICHE DEL SOGGETTO: carattere, aspetti della personalità del
soggetto (spirito di sacrificio, bontà, disonestà, cattiveria, intelligenza, laboriosità, ecc.).
Quinta area: RAPPORTI INTERPERSONALI
Partendo da uno studio di Barassi (1974), nel quale venivano contati i riferimenti a vari
rapporti familiari (madre-figli, padre-figli, genitori-figli, nonni-nipotini, figli-figli, zii-nipoti,
moglie-marito, ecc.), si è estesa la valutazione ai molteplici rapporti interpersonali tra i diversi
membri della famiglia e tra questi ed altre figure esterne.
Inoltre si è valutata la qualità dei rapporti interpersonali in base alle seguenti tre categorie:
a)
POSITIVITÁ (amore, amicizia, rispetto, gratitudine, carità, soccorso)
b)
NEGATIVITÁ (cattiveria, rivalità, gelosia, dipendenza di un soggetto da un’altra persona dispotica)
c)
INFORMALITÁ: rapporti interpersonali di tipo informale, cioè privi di ufficialità o di coinvolgimento sul piano umano.
Sesta area: TEMATICHE TRATTATE ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA
Si è fatto riferimento a quattro tematiche caratteristiche:
a)
RELIGIONE: sono stati indagati i riferimenti alle varie divinità religiose che di
volta in volta venivano ricordate tramite la formulazione di preghiere, l’adorazione per “grazie
ricevute”, l’espiazione di punizioni divine, ecc..
b)
VALORI : sono stati considerati i “valori” che venivano messi in risalto nei brani, come ad esempio quelli di: patria, lavoro, libertà, studio, amore, educazione, ecc.
c)
PROBLEMATICHE SOCIALI: sono state evidenziate le problematiche sociali
(guerra, disaccordo coniugale, separazione/ divorzio, razzismo, influenza negativa della televisione, fame, delinquenza, abbandono, ecc.) che trasparivano dalla lettura dei brani relativi alla
famiglia.
d)
ALTRI TEMI: sono state qui raggruppate tematiche particolari quali: morte,
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malattia, sessualità, ecc..
Analisi dei dati
Una prima analisi si è rivolta alla consistenza delle letture relative al concetto di famiglia contenute in trenta testi pubblicati negli ultimi cinquant’anni. I dati relativi a questa tematica sono riassunti nella Tabella 1.
Tabella 1 — Distribuzione delle letture riguardanti la famiglia in 30 testi scolastici pubblicati
negli ultimi 50 anni.
I valori decrescono progressivamente e con significatività statistica (p<.005) passando
da 346 letture sulla famiglia (27,4 %) nei testi risalenti alla fine degli anni ‘40 e agli anni ‘50,
alle 286 (18,5 %) letture degli anni ‘70, per giungere alle 203 (15,3 %) degli anni ‘90. La flesn° totale
pagine dei
libri
n° totale
letture
Anni 4050
2094
1261
1,7
346
27.4 %
915
72.6%
Anni 70
1919
1543
1,2
286
18.5 %
1257
81.5%
Anni 90
2560
1329
1,9
203
15.3 %
1126
84.7%
Totale /
media
6573
4133
1,6
835
20,2%
3298
79.8%
Periodo
media pa- n° letture
gine per
sulla falettura
miglia
% letture n° letture
sulla fanon rimiglia guardanti
la famiglia
% letture non
riguardanti la
famiglia
sione della quantità di “letture sulla famiglia” è resa evidente anche dal fatto che il numero
complessivo delle letture in generale non è sostanzialmente diminuito nel corso degli anni.
Passando poi all’analisi delle singole aree di ricerca si può osservare che i tipi di famiglia maggiormente considerati nelle letture sono stati: la “famiglia nucleare” (43,1%), la
“famiglia monoparentale” (27,1%) e la “famiglia estesa” (13,2%) (Tabella 2).
Si è notato un sostanziale distacco tra il gruppo delle tre tipologie prevalenti e quello
delle altre sei. Tra quest’ultime spiccano per mancanza di dati la “step family” e la “famiglia
retta sull’unione libera”. Le altre quattro categorie (“coppia senza figli”, “famiglia adottiva”,
“famiglia nonni-nipoti” e “famiglia senza genitori”) hanno totalizzato un numero esiguo di attribuzioni mettendo in luce lo scarso interesse da parte dei libri di testo per queste forme di
convivenza.
Dunque la tipologia familiare di tipo tradizionale mantiene nel tempo una consistente
predominanza nei libri di lettura di quinta elementare. Infatti, se per “famiglia tradizionale” si
fa riferimento oltre che a quella “nucleare” anche a quella “estesa”, si può notare che la somma
delle due percentuali ha sempre totalizzato la maggioranza assoluta.
Fasi del ciclo di vita familiare
Nella Tabella 2 sono riportate le frequenze e le percentuali delle cinque tappe evolutive indicate da Scabini e presenti nelle letture dei libri di quinta elementare.
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Tabella. 2 — Frequenze e percentuali delle 5 tappe evolutive della famiglia nelle letture di testi
scolastici pubblicati fra il ‘47 e il ‘96 (categorie mutuamente escludentisi)
La tipologia prevalente di questa area è la “famiglia con bambini”, con un netto
accrescimento di incidenza nel tempo (anni ‘40-’50=56,1%; anni ‘70 = 61,2%; anni ‘90 =
70,4%). La significatività statistica delle variazioni è rilevante (p<.001).
Segue a distanza la “famiglia trampolino”, caratterizzata peraltro da una vistosa
periodo
anni
N° letture sulla
famiglia
Famiglia
nucleare
Famiglia
estesa
Famiglia monoparentale
Coppia senza figli
Famiglia
adottiva
Famiglia
nonni-nipoti
Famiglia senza genitori
Altro o non
specificato
N°
%
N°
%
N°
%
N°
%
N°
%
N°
%
N°
%
N°
%
40-50
346
160
46,2
46
13,3
87
25,1
19
5,5
6
1,7
3
0,9
9
2,6
16
4,7
70
286
115
40,2
32
11,2
88
30,8
27
9,4
7
2,4
4
1,4
5
1,7
8
2,9
90
203
85
41,9
32
15,8
51
25,1
18
8,9
6
3,0
8
3,9
3
1,5
Totale
835
360
43,1
110
13,2
226
27,1
64
7,7
19
2,3
15
1,8
17
2,0
24
2,8
flessione delle percentuali nel corso degli anni. Questo appare in linea con la tendenza dei giovani a rimanere in famiglia per molto più tempo rispetto agli anni passati.
Per le altre quattro si osserva una sostanziale mancanza di interesse verso le fasi evolutive della famiglia dove non sono presenti bambini frequentanti la scuola elementare.
Dunque la “tappa evolutiva della famiglia”, alla quale si è fatto e si fa tuttora riferimento prevalente nei testi di lettura della scuola elementare, risulta quella della “famiglia con bambini”.
Si nota per contro la bassa frequenza della “famiglia in tarda età”.
Frequenze dei membri della famiglia
Sono rilevanti e costanti nel tempo, con percentuali superiori al 23%, le presenze
di tre membri della famiglia: padre, madre e figlio, da sempre considerate i “pilastri del nucleo
familiare” (Tabella 4).
Il ruolo di “figlia” si presenta invece con un considerevole distacco dalle prime
tre categorie, anche se in forte crescita nell’ultimo decennio, a dimostrazione di un aumento
dell’importanza didattica dei ruoli femminili.
Le rimanenti quindici tipologie hanno presenze quasi nulle (matrigna, genitori separati
-divorziati, suoceri, fratellastri), o molto basse: marito (3,5%) e moglie (3,7%), nonno (2,0%),
nonna (1,8%), nipoti (1,9%) e zii (1,4% e 1,0%).
Il quadro risulta coerente con le precedenti aree valutative: la tipologia familiare che è
stata e viene ancora prevalentemente enfatizzata nei libri di lettura delle elementari è quella di
tipo tradizionale, con un nucleo costitutivo formato dai due genitori e un figlio (generalmente
maschio) e da una cerchia di figure esterne appartenenti alla famiglia estesa.
Caratteristiche dei membri della famiglia
La compilazione della griglia di lettura ha fatto riferimento ai ruoli distinti di madre, moglie, padre, marito, figlio, figlia, nonno, nonna, zio e zia, cogliendo per ciascuno di essi
cinque aspetti caratteristici (attività lavorativa, funzioni domestiche, educazione e cura, tempo
libero e caratteristiche del soggetto). Ma in fase di elaborazione statistica, vista l’eccessiva di-
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Tabella 3 — Frequenze e percentuali delle 5 tappe evolutive della famiglia nelle letture di testi
scolastici pubblicati fra il ‘47 e il ‘96 (categorie mutuamente escludentisi)
N° totaB1
B2
B3.
B4
B5
le lettu- formazione della
famiglia con
famiglia con ado- famiglia tramfamiglia in tarda
re sulla coppia matrimo- bambini (nascita
lescenti
polino(figli che età (pensionamen
famiglia nio e convivenza)
dei figli)
(adolescenza dei escono di casa) -to, malattia, morfigli)
te)
Anni
B6
tipologia
non
specificata
N°
%
N°
%
N°
%
N°
%
N°
%
N°
%
40-50
346
20
5,8
194
56,1
7
2,0
58
16,8
10
2,9
57
16,4
70
286
26
9,1
175
61,2
25
8,7
31
10,8
3
1,0
26
9,2
90
203
18
8,9
143
70,4
19
9,4
12
5,9
2
1,0
9
4,4
Totale
835
64
7,7
512
61,3
51
6,1
101
12,1
15
1,8
92
11,0
spersione dei dati, si è resa necessaria una sintesi tra le varie figure familiari che ha portato ad
esaminare i seguenti ruoli: “madre-moglie”, “padre-marito”, “figlio”, “figlia” e “nonno-non-na
-zio-zia”.
Tabella 4 — Frequenze e percentuali dei membri della famiglia nelle letture di testi scolastici
pubblicati fra il ‘47 e il ‘96 (categorie non mutuamente escludentisi)
Anni 40-50
Anni 70
Anni 90
N
%
N
%
N
%
Madre
232
25,8
176
22,3
131
21,5
Padre
208
23,2
197
25,0
132
21,7
Figlio
236
26,3
210
26,7
133
21,9
Figlia
70
7,8
57
7,2
77
12,7
Nonno
10
1,1
17
2,2
19
3,0
Nonna
12
1,4
11
1,4
18
3,0
Fratelli adottivi
3
0,3
4
0,5
3
0,5
Matrigna
3
0,4
Genitori sep/divorziati
3
0,4
Zio
10
1,1
8
1,0
14
2,3
Zia
4
0,4
9
1,1
11
1,8
Nipoti
12
1,4
11
1,4
21
3,6
Moglie
36
4,0
29
3,7
19
3,0
Marito
30
3,3
30
3,8
20
3,3
Suoceri
1
0,1
Fratelli
15
1,7
12
1,5
5
0,8
Sorelle
13
1,4
7
0,9
1
0,2
Cugini
5
0,6
4
0,5
4
0,7
Fratellastri
1
0,1
n° totale riferimenti ai membri
della famiglia
898
788
Volume 5, Numero 2, 2000, pag. 96
608
Caratteristiche della “madre / moglie”
Questo ruolo familiare è stato analizzato facendo riferimento agli aspetti personali di:
attività lavorativa, funzioni domestiche, educazione e cura, caratteristiche personali.
Delle cinque sottocategorie appartenenti alla variabile “attività lavorativa” la “tipologia non specificata” e la “casalinga” sono quelle che hanno registrato le maggiori percentuali
(66,6% e 23,1% senza significative variazioni nel tempo). La prima segnala la difficoltà di individuare, nelle varie letture, il tipo di attività svolto dalla figura materna. La seconda evidenzia ancora la visione tradizionale dei ruoli femminili.
Per quanto concerne le altre caratteristiche del ruolo di “madre-moglie” le tipologie
prevalenti relativamente alla variabile “funzioni domestiche” sono: la “cura dei figli” (22,3%)
e “tutte le attività” (14,4%).
Le “caratteristiche personali” sono viste in positivo nel 93,1% dei casi.
L’analisi statistica dei dati indica per le tre categorie “Tutte le attività”, “Cura” e
“Caratteristiche positive” valori al di sopra di quelli che si sarebbero determinati in modo casuale.
Caratteristiche del “padre-marito”
In relazione a questo ruolo familiare, oltre alla variabile “attività lavorativa”, sono state sottoposte ad esame le variabili “educazione e cura dei figli” e “caratteristiche personali”,
senza far riferimento alle dimensioni “funzioni domestiche” e “tempo libero”, vista la quantità
pressoché inesistente di frequenze rilevate. La figura del padre non viene praticamente mai associata allo svolgimento dei lavori casalinghi.
Come già verificatosi in relazione al ruolo della madre, delle cinque categorie appartenenti alla variabile “attività lavorativa” quella prevalente è stata la “tipologia non specificata” (68,2%), che ha confermato la difficoltà di individuare il tipo di professione svolto dai genitori.
Un’altra categoria distintasi è quella “lavori con qualifica medio inferiore” (14,6%)
che, anche se caratterizzata da un calo progressivo nel tempo, mette in luce un sostanziale apprezzamento di questo genere di attività.
In generale si osserva una rappresentazione tradizionale della figura paterna, che lavora al di fuori del contesto familiare e che resta esclusa dal coinvolgimento diretto nelle funzioni
domestiche, culturalmente confinate ai ruoli femminili.
Queste considerazioni sono in accordo con le tipologie prevalenti relative alla variabile
“educazione e cura dei figli”. La figura del padre presenta le frequenze maggiori nella tipologia “educazione, mantenimento, disciplina” (73,3%), cioè in compiti che non riguardano l’accudimento diretto dei bimbi, bensì il loro mantenimento fisico-economico e la loro educazione
alla disciplina all’interno dell’organizzazione familiare.
Per quanto riguarda la variabile “Caratteristiche personali”, si è registrata una situazione analoga a quella della madre, con una netta predominanza delle rappresentazioni positive
del padre (80,2%).
La raffigurazione paterna risulta complementare a quella materna. Mentre i ruoli stereotipati assolti dalla madre si concentrano sulle funzioni domestiche e sulle cure dei figli,
quelli del padre sono rivolti alle attività esterne e al mantenimento formale della famiglia. Anche se nel corso del cinquantennio considerato si è registrata un’attenuazione di tale visione
stereotipata, le caratterizzazioni in questione risultano essere sempre predominanti.
Volume 5, Numero 2, 2000, pag. 97
Caratteristiche del “figlio”
La figura del figlio è stata studiata sottoponendo ad analisi le variabili “attività principalmente svolte dal figlio”, “attività del tempo libero” e “caratteristiche personali”.
Le sottocategorie della prima variabile maggiormente visibili sono state “tipologia non
specificata” (68,6%) e quella di”studente” (17,3%), che testimonia una crescente attribuzione
d’importanza allo studio. Tale aspetto sembra convalidato da una parallela diminuzione della
rappresentazione del figlio in attività lavorative con qualifiche medio inferiori (caratterizzazione presente negli anni ‘40-’50 con un punteggio percentuale poco differente rispetto alla categoria di studente).
Per quanto concerne la variabile “caratteristiche personali”, vi è una netta preminenza
del genere “caratteristiche positive” (82,1%), in accordo con le altre figure familiari.
Il “figlio” rappresentato dai libri di lettura delle scuole elementari sembra circoscritto
alla sola funzione di “studente” con caratterizzazioni personali quasi esclusivamente positive.
Traspare l’immagine classica del “bravo bambino” che ben si adatta al compito psicopedagogico svolto dalla scuola. A questo riguardo è importante precisare che, malgrado il diminuito interesse nel corso del tempo per le tematiche relative alla famiglia, l’immagine di figlio/
studente con caratteristiche positive si è sempre più consolidata.
Caratteristiche della “figlia”
Il ruolo di figlia esce ridimensionato, rispetto alle tre precedenti figure familiari, dalla
ridotta frequenza con cui compare nelle letture. Peraltro la figura della figlia non risulta caratterizzata da rappresentazioni stereotipate dei ruoli femminili.
Spiccano anche per la figlia le tipologie di “studente” (13,7%), “tipologia non specificata” (77%) e “caratteristiche personali positive” (88,2%).
Mentre i ruoli di padre e madre differiscono tra loro, soprattutto per le funzioni domestiche e lavorative da essi assolte, la sostanziale disuguaglianza tra le figure di figlio e figlia si
concretizza invece solo nella frequenza con cui i loro ruoli vengono menzionati. Ciò testimonia sicuramente una maggiore considerazione della figura maschile rispetto a quella femminile.
Caratteristiche di altri membri della famiglia (nonno, nonna, zio, zia)
La frequenza delle quattro figure appartenenti alla famiglia estesa (nonno, nonna, zio,
zia) è risultata estremamente ridotta, a conferma della prevalenza, nei libri di lettura, dei membri della famiglia nucleare rispetto alla famiglia estesa, con una vistosa sottovalutazione di
questi ruoli rispetto alla loro reale incidenza. Le variabili oggetto di studio sono state solo due:
“attività lavorative” e “caratteristiche personali”. Le altre sono state escluse per l’insufficiente
quantità di dati.
In riferimento alla prima variabile le sottocategorie prese in considerazione sono state
tre e di queste solo due hanno presentato un numero significativo di frequenze: “tipologia non
specificata” (76,9%) e “lavoro con qualifica medio inferiore” (18,9%).
Rapporti interpersonali
I rapporti interpersonali esaminati riguardanti la famiglia sono riassunti in tab. 5a, 5b.
Essi sono stati analizzati facendo riferimento alle classificazioni di positività, negatività e in-
Volume 5, Numero 2, 2000, pag. 98
formalità.
L’aspetto più evidente è risultato il primato della categoria “positività” rispetto alle altre due. I rapporti interpersonali sono stati descritti, nella maggioranza dei casi, con caratterizzazioni di: amore, rispetto, gratitudine, carità e soccorso, mentre la categoria “negatività” si è
rivelata praticamente assente.
I rapporti “esclusivamente esistenti all’interno della famiglia nucleare” hanno messo in
luce la categoria “genitori-figli” che, oltre a totalizzare la maggiore frequenza in assoluto, è risultata caratterizzata da una costante crescita. Prevalgono quantitativamente i legami con il figlio maschio.
Per quanto riguarda le dinamiche interpersonali “coinvolgenti altre figure appartenenti
o alla famiglia estesa o all’ambiente esterno”, si sono rilevati alcuni aspetti contrastanti: le relazioni con i parenti hanno registrato frequenze inferiori a quelle con altre figure esterne, documentando così una bassa valorizzazione di ruoli tradizionalmente importanti come quelli di
nonno, nonna, zio e zia. Si è registrata, in quest’ambito, una presenza rilevante della categoria
“informalità” che ha caratterizzato il tipo di rapporti con le figure esterne, mentre quelli con i
parenti si sono caratterizzati per la dimensione “positività”.
Le categorie negatività, informalità, rapporto madre-figlia, rapporto coniugi-altri parenti si sono distinte per i valori inferiori rispetto a quello che ci si sarebbe potuti aspettare se
la loro assegnazione fosse stata casuale. Le altre cinque: positività, rapporto padre-figlio, genitori-figli, genitori-figure esterne, figli-figure esterne, invece si sono caratterizzate per i loro valori superiori. Tra queste ultime hanno dimostrato una grande incidenza soprattutto quelle relative alla dimensione “positività” e al “rapporto genitori-figli”, confermando in questo modo le
conclusioni già tratte a livello descrittivo.
Dunque l’asse principale relativo alle dinamiche interpersonali all’interno della famiglia è costituito fondamentalmente dai rapporti interpersonali tra genitori e figli, con una forte
influenza della dinamica padre-figlio. La maggior parte dei rapporti evidenziati risulta caratterizzata da relazioni connotate positivamente. Negli anni ‘90 è interessante notare che non esiste mai negatività tra “padre-figlia”, “madre-figlio”, mentre compare “tra coniugi”.
Tematiche trattate all’interno della famiglia
Le tematiche trattate all’interno della famiglia sono state raggruppate nelle seguenti
quattro categorie: religione, valori, problematiche sociali, altri temi (Tab. 6).
Per quanto riguarda la “religione” si sono distinte due tematiche: riferimenti generici a
forme di divinità, circostanze che contemplano punizioni attribuite alla volontà divina.
L’analisi rileva l’iniziale predominanza dei “riferimenti alle divinità” e la progressiva
scomparsa nel tempo di entrambe le classi della variabile, a testimonianza di come l’interesse
nei riguardi della religione, particolarmente presente durante il dopoguerra, sia scemato negli
anni seguenti.
In riferimento alla variabile “valori” le classi che si sono maggiormente distinte per
numerosità sono state: “amore, bontà, amicizia”, “lavoro”, “sacrificio, coraggio”, “pietà, perdono” e “studio”. I temi rientranti nella prima categoria sono stati quelli con la frequenza più
consistente (con percentuali attorno al 37,6%): l’amore, tema dominante di tutti i testi, è trattato in tutte le sue forme (amore coniugale, filiale, tra fratelli, di patria, per la libertà, ecc.); la
bontà, che si manifesta nelle azioni, attesta l’ampia diffusione delle tematiche cristiane riassumibili dalla frase “ama il prossimo tuo come te stesso”; infine l’amicizia, con particolare riguardo a quella tra bambini, si è riscontrata soprattutto nelle interazioni interpersonali.
Il lavoro è stato associato soprattutto al ruolo familiare di “padre”; lo studio è risultato
quasi esclusivamente collegato al ruolo di scolaro; i valori di sacrificio, coraggio, pietà, perdono, hanno rafforzato il tema relativo alla perseveranza nel raggiungimento dei propri obiettivi.
Volume 5, Numero 2, 2000, pag. 99
Tabella 5a — Frequenze e percentuali dei rapporti interpersonali nelle letture di testi scolastici
pubblicati fra il ‘47 e il ‘96 (categorie non mutuamente escludentisi)
N° totale riferimenti
Rapporto madre-figlio
Rapporto madre-figlia
Rapporto padre-figlio
Rapporto padre-figlia
Rapporto genitori-figli (madrefigli, padre-figli, padre-madrefigli)
Positività
Negatività
Informalità
anni
(tot. riga)
N
%
N
%
N
%
‘40 - ‘50
68
61
89,7
3
4,4
4
5,9
‘70
41
36
87,8
3
7,3
2
4,9
‘90
19
16
84,2
3
15,8
Totale
128
113
88,3
9
7,0
‘40 - ‘50
13
12
92,3
1
7,7
‘70
14
12
85,7
2
14,3
‘90
8
6
75,0
2
25,0
Totale
35
30
85,7
4
11,4
1
2,9
‘40 - ‘50
52
32
61,5
13
25,0
7
13,5
‘70
60
44
73,3
7
11,7
9
15,0
‘90
16
12
75,0
2
12,5
2
12,5
Totale
128
88
68,7
22
17,2
18
14,1
‘40 - ‘50
19
10
52,6
7
36,8
2
10,5
‘70
17
12
70,6
3
17,6
2
11,8
‘90
15
14
93,3
1
6,7
Totale
51
36
70,6
10
19,6
5
9,8
‘40 - ‘50
63
50
79,4
3
4,7
10
15,9
‘70
85
62
72,9
3
3,5
20
23,6
‘90
89
65
73,0
7
7,9
17
19,1
Totale
237
177
74,7
13
5,5
47
19,8
6
4,7
Si conferma quindi l’impronta pedagogica delle letture.
É interessante notare come alcune categorie siano praticamente scomparse dagli anni
‘40-‘50 agli anni ‘90: temi come quelli di patria, giustizia, dovere, onestà, onore, rispetto, ubbidienza si sono ridimensionati considerevolmente.
Le “problematiche sociali” che si sono manifestate sono: “guerra”, “disaccordo coniugale, divorzio, separazione”, “abbandono, razzismo, furto”, “ caccia, TV”. Tra queste si è distinta soprattutto la prima, con caratteristiche modificate con il trascorrere del tempo: mentre
negli anni ‘40-‘50 la guerra veniva trattata nei suoi aspetti di gloria, onore, eroismo, coraggio,
ecc., successivamente se ne sono sempre più messi in luce i drammatici effetti.
Per quanto riguarda il disaccordo coniugale non si è registrato un numero consistente
di elementi, in sintonia con la generale tendenza a trattare il concetto di famiglia nei canoni
classici della “tradizionalità”.
Considerazioni conclusive
La ricerca ha fornito alcuni interessanti spunti di riflessione. Innanzitutto si è potuta
constatare nei libri di lettura di quinta elementare la prevalenza di un concetto di famiglia tipicamente “tradizionale”. Peraltro, con il passare del tempo (dalla fine degli anni quaranta agli
anni novanta), il numero di scritti riguardanti l’organizzazione familiare in generale si è signi-
Volume 5, Numero 2, 2000, pag. 100
Tabella 5a — Frequenze e percentuali dei rapporti interpersonali nelle letture di testi scolastici
pubblicati fra il ‘47 e il ‘96 (categorie non mutuamente escludentisi)
N° totale riferimenti
Rapporto tra coniugi
Rapporto tra fratelli
(fratello-fratello, sorellasorella, misti)
Rapporto coniugi-altri parenti,
(coniugi-nonni, coniugisuoceri)
Rapporto figli-altri parenti
(figli-nonni, figli-matrigna, figlizii)
Rapporto genitori-figure esterne (madre-fig. est., padre-fig.
est., coniugi-fig. est.)
Rapporto figli-figure esterne
Positività
Negatività
anni
(tot. riga)
N
%
N
‘40 ‘50
27
19
70,4
‘70
32
20
62,5
1
‘90
21
7
33,3
Totale
80
46
‘40 ‘50
13
‘70
Informalità
%
N
%
8
29,6
3,1
11
34,4
3
14,3
11
52,4
57,5
4
5,0
30
37,5
10
76,9
1
7,7
2
15,4
13
9
69,2
2
15,4
2
15,4
‘90
11
9
81,8
1
9,1
1
9,1
Totale
37
28
75,7
4
10,8
5
13,5
3
2
66,7
1
33,3
7
7
100,0
2
2
100,0
12
11
91,7
1
8,3
‘40 - ‘50
14
12
85,7
1
7,1
1
7,1
‘70
18
13
72,2
3
16,7
2
11,1
‘90
28
24
85,8
2
7,1
2
7,1
Totale
60
49
81,7
6
10,0
5
8,3
‘40 - ‘50
54
19
35,2
2
3,7
33
61,1
‘70
25
10
40,0
5
20,0
10
40,0
‘90
17
7
41,2
4
23,5
6
35,3
Totale
96
36
37,5
11
11,5
49
51,0
‘40 - ‘50
41
23
56,1
1
2,4
17
41,5
‘70
33
21
63,6
2
6,1
10
30,3
‘90
34
27
79,4
3
8,8
4
11,8
Totale
108
71
65,7
6
5,6
31
28,7
ficativamente ridotto, testimoniando un progressivo calo d’interesse da parte delle case editrici.
Facendo riferimento ad una visione sistemica delle dinamiche caratterizzanti la struttura familiare, sono state sviluppate sei aree valutative (variabili operazionali definenti la struttura familiare), che hanno permesso di procedere ad un’analisi dettagliata della concezione di
famiglia.
Nelle letture esaminate la tipologia “nucleare”, quella “estesa” e quella “monoparentale”, rientranti nel novero “del tradizionale”, si sono rivelate le più significative, mentre
le rimanenti (step family, famiglia retta sull’unione libera, senza figli, adottiva, nonni-nipoti,
senza genitori), con la loro sostanziale assenza hanno testimoniato il disinteresse dell’editoria
scolastica nel tenere aggiornata con i tempi l’immagine reale di famiglia.
Volume 5, Numero 2, 2000, pag. 101
Tabella 6 — Frequenze delle tematiche presenti nei racconti nei testi scolastici per la quinta
elementare pubblicati fra il ‘47 e il ‘96.
N° riferimenti ai
valori
Anni
VALORI
1. patria
2. lavoro
3. giustizia, dovere, onore
4. rispetto, ubbidienza
5. studio
6. libertà
N
%
N
%
N
%
N
%
N
%
N
%
40-50
495
20
4,1
66
13,3
41
8,3
30
6,1
18
3,6
16
3,2
70
450
22
4,9
62
13,8
14
3,1
18
4,0
42
9,3
14
3,1
90
290
8
2,8
47
16,2
6
2,1
2
0,7
29
10,0
8
2,8
Totale
1235
50
4,0
175
14,2
61
4,9
50
4,0
89
7,2
38
3,1
N° riferimenti ai
valori
Anni
VALORI
7. pietà, perdono
8. amore, bontà,
amicizia
11. sacrificio,
coraggio
10. educazione
11. sacrificio,
coraggio
N
%
N
%
N
%
N
%
N
%
12. politica, ambiente
N
%
40-50
495
48
9,7
194
39,2
1
0,2
11
2,2
50
10,1
70
450
38
8,4
158
35,1
7
1,6
16
3,6
58
12,9
1
0,2
90
290
23
7,9
112
38,6
2
0,7
20
6,9
32
11,0
1
0,3
Totale
1235
109
8,8
464
37,6
10
0,8
47
3,8
140
11,4
2
0,2
PROBLEMATICHE SOCIALI
N° riferimenti ai problematiche sociali
Anni
1. guerra
2. divorzio, separazione
N
%
N
%
3. abbandono,
razzismo, furto
4. caccia, TV
N
%
N
%
40-50
17
16
94,1
1
5,9
70
47
25
53,2
4
8,5
14
29,8
4
8,5
90
32
17
53,1
3
9,4
11
34,4
1
3,1
Totale
96
58
60,5
8
8,3
25
26,0
5
5,2
Ci si sarebbe potuti attendere, dagli anni settanta in poi, un incremento della valorizzazione delle altre tipologie menzionate, in seguito al particolare periodo storico di crisi socio
economica venutosi a delineare; infatti tale contesto temporale si è ritrovato caratterizzato da
molteplici problematiche e cambiamenti (conseguenze del ‘68, ecc.), tra i quali si è particolarmente espressa l’entrata in vigore della legge sul divorzio, con il nuovo diritto di famiglia.
La fase del ciclo di vita familiare che è stata maggiormente documentata nei testi è stata quella “con bambini”, relativa alla nascita degli stessi e alla loro infanzia, nel tentativo di
fornire ai giovani lettori un’immagine familiare nella quale immedesimarsi. É risultata apparentemente inspiegata la scarsa importanza attribuita nei testi alla fase “famiglia con adolescenti”, di per sé vicina a quella nella quale trovano collocazione gli alunni delle elementari.
In riferimento alle figure che normalmente vengono enumerate nell’ambito dell’organizzazione familiare presa nel suo insieme, si sono potuti individuare quei ruoli che sono stati
accreditati con maggior frequenza rispetto agli altri. I “pilastri” del concetto classico di famiglia sono così risultate le rappresentazioni di “padre”, “madre” e “figlio”, seguite con un discreto distacco dall’immagine di “figlia”; oltre a queste, soltanto le descrizioni di alcuni mem-
Volume 5, Numero 2, 2000, pag. 102
bri della famiglia estesa, quali quelle dei nonni, dei coniugi e degli zii, hanno raggiunto una
seppur limitata significatività.
Dall’analisi delle caratteristiche individuali dei vari personaggi è emersa una raffigurazione stereotipata di alcuni ruoli familiari, coinvolgente soprattutto la dimensione genitoriale.
I due capifamiglia sono risultati infatti caratterizzati da aspetti tra loro complementari e ottimali per il buon funzionamento della famiglia, ma rigidamente delimitati dalla cultura di appartenenza: mentre la figura di madre/moglie si è particolarmente resa visibile nell’attività di
“casalinga”, impegnata come sempre nell’assolvimento delle più diversificate funzioni domestiche e nell’assidua cura dei figli, quella di padre/marito, invece, si è mostrata soprattutto dedita all’adempimento della propria occupazione lavorativa, normalmente svolta al di fuori
dell’ambiente abitativo, a cui si è venuta ad aggiungere la responsabilità di provvedere al mantenimento economico della famiglia e a quello disciplinare/educativo dei figli.
Contrariamente alle aspettative, i ruoli della prole non sono stati contraddistinti da significative stereotipizzazioni sessuali, relative al funzionamento dell’ambito familiare: i bambini, sia maschi che femmine, sono stati generalmente descritti nei termini di “studenti”, senza
però far quasi mai riferimento alla possibile diversificazione delle mansioni casalinghe. L’unico aspetto, chiaramente discriminante a questo proposito, è stato il numero di frequenze corrispondenti alle due immagini di bimbi: quella maschile ha totalizzato una quantità di dati notevolmente maggiore rispetto a quella femminile.
I dati raccolti in relazione alle caratteristiche personali delle altre principali raffigurazioni familiari, quali quelle dei parenti più prossimi, non hanno permesso di giungere a risultati
rilevanti, mettendo in luce una sostanziale lontananza tra rappresentazione letteraria, carente di
presenze parentali (nonni, zii, ecc.), e realtà concreta. A prescindere dal particolare tipo di ruolo considerato nei brani, tutti comunque si sono mostrati fondamentalmente connotati positivamente, testimoniando la predisposizione editoriale a fornire modelli di riferimento caratterizzati da buoni propositi e da attributi di valore; in particolar modo è risultata esemplificativa la
tipica raffigurazione dei bambini nei termini di “bravi scolari”.
I rapporti interpersonali maggiormente trattati nei testi sono quelli contraddistinti da
una peculiarità tipicamente positiva (amore, rispetto, gratitudine, carità, soccorso): tra questi
spiccano soprattutto quelli della dimensione genitori-figli, con un esplicito riguardo statistico
al rapporto padre-figlio. Mentre le relazioni personali dei membri della famiglia nucleare con
le figure parentali più prossime, pur essendo qualitativamente positive, non hanno raggiunto un
sufficiente grado di significatività, quelle con le figure esterne alla struttura familiare, invece,
si sono dimostrate significative anche se caratterizzate da un’atmosfera di informalità. Tali risultati si sono dimostrati generalmente in accordo con quelli contenuti in letteratura: nei testi
delle elementari si è potuta notare una diffusione dei rapporti interpersonali focalizzata sulle
dinamiche tra genitori e prole, anche se in tal contesto l’enfasi maggiore risulta rivolta al rapporto madre-figlio, anziché a quello del bimbo con il padre.
Tra le tematiche colte nell’ambito delle letture riguardanti il concetto di famiglia, si è
indubbiamente distinta quella della “religione”. Essa è risultata presente nella prima decade,
per poi ridursi fino quasi a scomparire nell’ultima, attestando come, dal dopoguerra in poi,
l’interesse per l’argomento sia diminuito a fronte di scelte editoriali di tipo laico.
Altri valori dimostratisi effettivamente divulgati nei testi sono stati quelli caratterizzati
da connotazioni positive e volutamente pedagogiche quali: amore, bontà, amicizia, lavoro, sacrificio, coraggio, pietà, perdono, studio, ecc..
Infine si è constatato un sostanziale ritardo nell’aggiornare i “modelli di famiglia”, indulgendo su quello di tipo “tradizionale” che, se da una parte è stato innegabilmente quello più
diffuso sia nel passato che nel presente, dall’altra non risulta essere più l’unico.
Dunque, mentre nella letteratura per ragazzi si è distinta la tendenza a seguire le spinte
evolutive riguardanti le dinamiche e le strutture familiari, nei testi scolastici invece si è registrata una sostanziale conservazione dei ruoli tradizionali della famiglia. In proposito si posso-
Volume 5, Numero 2, 2000, pag. 103
no formulare due ipotesi.
La prima si riferisce all’abitudine di molte case editrici di riciclare per decenni uno
stesso libro senza alcun intervento di rilievo (Pace, 1986).
La seconda considera che, malgrado dalla metà degli anni sessanta la tipologia familiare si sia molto diversificata (step-family, famiglia monoparentale, coppie senza figli, ecc.), la
famiglia tradizionale risulta essere ancora quella prevalente; infatti, come ha evidenziato Campanini (1997), non solo la percentuale di separazioni e di divorzi in Italia si mantiene al di sotto della media europea ed i giovani tendono a rimanere in casa convivendo con i propri genitori, ma anche la grande maggioranza dei bambini continua ad essere procreata all’interno della
famiglia legittima.
Si può pertanto affermare che una delle possibili linee guida seguite nella preparazione
dei libri di testo delle elementari sia stata quella di fornire ai giovani lettori modelli educativi a
cui far riferimento durante la crescita cognitiva, quindi modelli di facile comprensione contenuti in regole positive e generalmente condivise, senza fare riferimento ad eccezioni.
Questo contrariamente a quanto avviene relativamente alla “narrativa per bambini e
ragazzi” che ha preferito stare al passo con i tempi, adeguandosi in funzione delle spinte evolutive che caratterizzano le dinamiche e le strutture familiari.
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Volume 5, Numero 2, 2000, pag. 104
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