conquiste - CISL Scuola Ravenna
Transcript
conquiste - CISL Scuola Ravenna
conquiste dellavoro A fronte della difficile situazione nella quale versano molti impianti termoelettrici italiani, destinati alla definitiva chiusura “per via di mancate scelte e di scarsa programmazione politica energetica”, Cgil, Cisl e Uil e Filctem, Flaei e Uiltec, chiedono un urgente incontro al ministro Zanonato “per evitare quella che potrebbe essere una vera e propria Waterloo del sistema elettrico italiano”. Grandi impianti come Piombino, Rossano Calabro, Porto Tolle, Fiume Santo, Brindisi nord, scrivono i sindacati, “rischiano di diventare cumuli di rottami, andandosi ad aggiungere ai tanti siti termoelettrici già smantellati e da bonificare”. ON LINE N on è più rinviabile la partita degli investimenti a Mirafiori e Cassino. Lo sottolinea il segretario nazionale Fim, Ferdinando Uliano, ricordando che “in termini di volumi e giornate di cig , la situazione è molto critica” e che “la Fiat non ha nessun alibi per rinviare”. A pagina 5 www.conquistedellavoro.it Direttore: Raffaele Bonanni - Direttore Responsabile: Raffaella Vitulano - Direzione e Redazione: Via Po, 22 - 00198 Roma - Tel. 068473430 - Fax 068541233. Email: [email protected]. Proprietà Conquiste del Lavoro Srl. Società sottoposta a direzione e coordinamento esercitata da altri soggetti. ”Impresa beneficiaria, per questa testata, dei contributi di cui alla legge n.250/90 e successive modifiche ed integrazioni”. Amministratore unico: Maurizio Muzi - Sede legale: Via Nicotera, 29 - 00195 Roma - Tel. 06385098. - Amministrazione, Uff. Pubblicità, Uff. Abbonamenti: Via Po, 22 i.12 - 00198 Roma - Telefoni 068473269 /270 - 068546742 /3, Fax 068415365 - Registraz. Tribunale di Roma n. 569 / 20.12.48. Autorizz. affissione murale n. 5149 del 27.9.55 - Sped. in abb. post. D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art.1 comma 2 DCB Roma. Filiale di Roma. Non restituire al mittente - Stampa: Metrotipo Spa, Via Vaccareccia, 27 Pomezia (Rm); Poligrafico Europa Srl, Via E. Mattei, 2 Villasanta (MB). Una copia E 0,60 - Arretrata E 0,82. Abbonamenti: annuale E 103,30; iscritti alla Cisl E 41,50; estero E 155,00; comprensivo di ”Conquiste dei Pensionati”: maggiorazione di E 1,66. C.C. Postale n. 51692002 intestato a: Conquiste del Lavoro, Via Po, 21 - 00198 Roma y(7HA0B0*QNOKLO(•+%!z!/!@!" Anno 65- N. 178 MARTEDÌ 30 LUGLIO 2013 Quotidiano della Cisl fondato nel 1948 da Giulio Pastore ---------- ISSN 0010-6348 www.conquistedellavoro.it ANCHE Sindacati: il sistema elettrico Fiat,ciginscadenza italiano rischia una Waterloo a Mirafiori e Cassino Tetto agli stipendi dei top manager delle banche. Migliaia di firme raccolte in tutta Italia da Cisl e Fiba Pagatiapesod’oro I salari restano I big degli istituti di credito italiani ancora tra i più ricchi d’Europa: congelati guadagnano 42 volte più di un dipendente L e retribuzioni prendono un po’ di respiro a giugno. Ma è più che altro un “effetto ottico” dovuto a un’inflazione congelata dalla crisi e da una domanda interna asfittica. Nell’ultima mese, rivela l’Istat, le retribuzioni contrattuali orarie crescono dello 0,2% su base mensile e dell'1,5% sull'anno, in lieve risalita dall’1,4% di maggio. Tutto questo mentre l’inflazione, appunto, veleggia all’1,2%. E sono ancora molti i lavoratori in attesa di rinnovo. Alla fine di giugno la quota dei dipendenti che aspetta un nuovo contratto è del 52,1% nel totale dell’economia e del 38,1% nel settore privato. A pagina 2 Ast Terni: pazienza finita. Outokumpu fa melina sulla cessione, sindacati all’attacco: pronti a mettere in campo tutte le azioni D’Onofrio a pagina 5 Air Liquide. L’accordo sulla riorganizzazione del gruppo salvaguarda l’occupazione e prevede strumenti di sostegno Gli stipendi Martano a pagina 7 d’oro dei politici europei Giunta Lazio Europa come mercato L’interno cresce, i confi- Cisl: bocciata M olto entusiasmo e migliaia di firme raccolte in tutto il Paese. Continua a ritmi serrati la campagna per sostenere il progetto di legge, presentato da Fiba e Cisl, per fissare un tetto alle retribuzioni dei top manager di banche e assicurazioni. Progetto di legge che prevede un massimo per la retribuzione fissa annua di 294mila euro, pari a quello (in bilico) per i manager pubblici, e un rapporto di 1 a 1 per il salario variabile (come da indicazioni europee). ni statali scompaiono, l'economia diventa sempre più globale ma le differenze tra paese e paese sono ancora enormi. Questo riguarda anche la politica. Ad esempio, esiste un abisso sociale enorme tra gli europarlamentari ed i loro concittadini. E’ quanto emerge da uno studio pub- blicato sul portale tedesco Preisvergleich.de Autostrade, dopo la rottura Atitech riparte oggi riprende la trattativa dagli Arabi R iprende la trattativa tra Autostrade per l’Italia e i sindacati, che torneranno a vedersi al tavolo già oggi nella prospettiva di evitare lo sciopero. È questo, secondo quanto si apprende, il risultato della mediazione del Garante degli scioperi, Roberto Alesse, che ieri ha incontrato le parti in relazione allo sciopero proclamato il 2-3 agosto. Il Garante ha ottenuto che le parti già nel corso delle prossime ore riprendano le trattative per il rinnovo del contratto. Il negoziato resta, comunque, difficile, considerato il duro atteggiamento di Autostrade per l’Italia. I sindacati sottolineano, infatti, che “nonostante l’aumento dei pedaggi, i mancati investimenti, gli utili generosi, le aziende autostradali, dopo un anno di trattativa, non intendono adeguare le retribuzioni dei lavoratori attraverso il rinnovo del contratto”. P etrodollari per salvare il sistema della manutenzione dell'Atitech di Napoli. Gli arabi, dopo avere investito nel mattone, nel calcio, nell'alta finanza ora puntano sui capannoni dell'azienda napoletana, a un passo dall'aeroporto di Capodichino. Air Arabia ha concluso un contratto per la manutenzione pesante degli aeromobili Airbus A320 . Tatarelli a pagina 6 Servizio a pagina 3 Z ingaretti? Bocciato. Trascorsi i primi 100 giorni di Nicola Zingaretti alla presidenza della Regione Lazio, la Cisl tira le somme e boccia il governatore. È lapidario il giudizio di Mario Bertone, segretario generale Cisl di Roma e Lazio: “Confondere la comunicazione con la concertazione è grave per un amministratore che si dichiarava aperto al dialogo”. Isi a pagina 7 2 MARTEDÌ 30 LUGLIO 2013 impatto delle politiche di Ces: “Drammatico austerità sui salari nella Ue”. Così la dei sindacati europei (Ces) retribuzioni Confederazione riassume il senso della mappa elaborata suo Centro di studio e ricerca (Etui), doitaliane dal ve si mettono a confronto le dinamiche sanell’Unione europea tra il 2000 e il diminuite lariali 2012. In Italia i salari reali sono calati di cirdal 2009 al 2012, mentre sono dello 0,6% ca“28,2lo 0,6% mln le persone a rischio esclusione soe povertà”. A subire più pesantemendal 2009 ciale te gli effetti dell'austerity europea sono i laal 2012 voratori greci (le cui buste paga sono state decurtate del 4,9% in tre anni), insieme ai L e retribuzioni prendono un po’ di respiro a giugno. Ma è più che altro un “effetto ottico” dovuto a un’inflazione congelata dalla crisi e da una domanda interna asfittica. Nell’ultima mese, rivela l’Istat, le retribuzioni contrattuali orarie crescono dello 0,2% su base mensile e dell'1,5% sull'anno, in lieve risalita dall’1,4% di maggio. Tutto questo mentre l’inflazione, appunto, veleggia all’1,2%. È comunque il terzo mese consecutivo in cui l'Istituto di statistica registra una crescita degli stipendi superiore a quella dell’inflazione, ma comunque il rialzo tendenziale delle retribu- lituani (-4%) e agli ungheresi (-3,2%). “A 10 mesi dalle elezioni europee - fa sapere la Ces - la disoccupazione di massa insieme alle politiche di taglio ai salari crea un mix pericoloso per il sostegno dei cittadini al progetto europeo”. I sindacati europei mettono in guardia i leader europei: un cambio di direzione è urgente per ripristinare la crescita e la fiducia. Dall’inizio della crisi, la Ces ha espresso la sua profonda preoccupazione per l'impatto negativo delle misure di austerità sulla situazione economica e sociale dell’Europa. A partire da quel momento “come tutte le tendenze mostra- no costantemente - spiega la Ces - questo impatto ha provocato l'esplosione dei dati sulla disoccupazione, con più di 26,5 milioni di persone senza lavoro”. L’infografica, sulla base di recenti analisi comparative del rapporto di lavoro dell’Etui, dimostra che, nella maggior parte dei paesi in cui la disoccupazione è in aumento, i salari sono in calo, con gravi conseguenze in termini di crescente rischio di povertà e di esclusione sociale. “Quello che la mappa visuale dimostra - ha detto Bernadette Ségol, segretario generale della Ces - è che i salari sono il bersaglio principale delle misure di austerità in tutta Europa”. Istat: a giugno lieve aumento delle retribuzioni che superano di poco l’inflazione Salari,ècalmapiatta La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 52,1% zioni si mantiene su livelli bassi. A giugno, naturalmente, c’è una differenza forte tra i dipendenti del settore privato (un aumento del 2,1%) e il pubblico impiego, che registra una crescita zero, risentendo del blocco contrattuale. I settori che a giugno presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: ali- mentari bevande e tabacco (4,4%); agricoltura (3,1%); pubblici esercizi e alberghi (2,9%). Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di giugno è stato recepito un solo accordo e nessuno è scaduto. E sono ancora molti i lavoratori in attesa di rinnovo. Alla fine di giugno la quota dei dipendenti che aspetta un nuovo contratto è del 52,1% nel totale dell’economia e del 38,1% nel settore privato. E i contratti si fanno attendere a lungo. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 25,2 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 12,3 mesi per quelli del settore privato. A giugno i contratti in attesa di rinnovo sono 51, di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a circa 6,7 milioni di dipendenti, di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego. Alla fine del mese di giugno 2013, tra i contratti monitorati dall'indagine ne risultano in vigore 23, a seguito del recepimento di un accordo (autorimesse e autonoleggio). Alla fine dello scorso mese, i contratti in vigore regolano il trattamento economico di circa 6,2 milioni di dipendenti che rappresentano il 46,5% del monte retributivo complessivo. I. S. conquiste del lavoro attualità Processo Mediaset. Il Paese è sull’orlo del baratro ma il balletto degli opportunismi e della ricerca di spazi di potere non si placa Quandolademocrazia èappesaaunasentenza C i sono date che rimangono nell' immaginario di un Paese indelebili. Sia a causa di un fatto memorabile nella sua tragicità o letizia, o per un accadimento legato alle motivazioni più diverse. Comunque la si voglia catalogare la data del trenta di luglio resterà impressa nella memoria di una generazione politica, e non solo. I giudici della suprema Corte di Cassazione si pronunceranno sulla vicenda Mediaset che vede tra gli imputati Silvio Berlusconi. Al di là del giudizio favorevole o avverso al Cavaliere, questa decisione metterà in moto un terremoto politico di proporzioni, appunto, memorabili. Enrico Letta ed il suo governo di coalizione “atipica”, nell'ottica del bipolarismo muscolare praticato ed ideologizzato negli ultimi vent'anni, è con le valige in mano. Basta un cenno del capo dell’imputato Silvio per condannare un' esperienza nata a fatica nell'impossibilità di percorsi politici alternativi, che non fossero il ritornare alle urne, con tutte le conseguenze del caso. Al di là della questione in specie, un interrogativo balza alla riflessione generale: “Ma che tipo di democrazia è quella in cui una sentenza di un giudice può far saltare un governo?”. Non siamo in un perio- do di “vacche grasse”. Il baratro è dietro l'angolo, come alcuni Paesi a noi vicini ci stanno a dimostrare. Eppure la tarantella destabilizzante degli opportunismi non si placa, anzi l'evento del trenta di luglio sta accelerando percorsi personali e di gruppo per l'acquisizione di spazi di potere a scapito degli interessi più generali del Paese. Nel Pdl, dopo la brutta storia che ha coinvolto ed indebolito Angelino Alfano nella sua qualità di ministro dell'Inter- no, i coltelli si stanno ancora di più affilando. L'ala realista, più realista dello stesso Berlusconi, è pronta a scendere in piazza a contestare l'eventuale sentenza negativa a carico del Capo. La crisi di governo, con l'inevitabile ritorno alle urne, aprirebbe nuovi scenari soprattutto personali nel posizionamento successorio a quello che fu il Caimano. Ma anche, nell'ipotesi di una vittoria elettorale possibile stando ad alcuni sondaggi, all'occupazione di ministeri di potere. Insomma, sotto sotto, la speranza di alcuni sarebbe proprio che la Cassazione puntasse il pollice verso a Silvio. L'altra faccia del governo delle larghe intese, quella del Pd, è alle prese con la scadenza congressuale dopo l'addio traumatico, con porta sbattuta alle spalle, di Pier Luigi Bersani. Un congresso di rifondazione per evitare, tra l'altro, che anche il prossimo leader eletto dopo un po’ si dimetta, com’è avvenuto per Vel- troni e per Bersani. “I cavalli di razza” del partito si stanno riscaldando da tempo per la corsa finale. Certo, la Cassazione che dà torto al Berlusca è “tutto grasso che cola”. Nel senso che le opportunità di quelli che non stanno al governo aumenterebbero. Si sa che “il potere logora chi non ce l’ha”. Poi c’è la Terza forza, i Grillini, che pur avendo la possibilità di “sparigliare e di comandare” nei campi avversari, non si vogliono sporcare le mani nel provare a raddrizzare la barca. Meglio le urne? Qualche dubbio anche i mitici capi del Movimento ce l'hanno su come andrà a finire per loro se si andrà al voto. Le amministrative insegnano. Ma chi è “duro...e puro” non può tergiversare. Urla ed insulti a go go, e poi si vedrà. E’ chiaro che il Movimento cinque stelle non può non volere il voto e sperare che il governo Letta salti. A livello di Esecutivo, come si può comprendere, non tutto fila liscio. Il mal di mare della barca nella tempesta lo soffrono tutti. C’è chi va avanti nel suo lavoro con fatalismo, e chi si muove per posizionarsi nei possibili scenari futuri. A differenza di altre vigilie di pronunciamenti della Magistratura, stavolta il diretto interessato, Silvio Berlusconi, non lancia né anatemi, né strali su chi lo dovrà giudicare. E c’è chi assicura nel suo entourage che se dovesse essere condannato in via definitiva, con l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, immediatamente si dimetterebbe da senatore per evitare l’onta della cacciata. Di fiuto politico l'Uomo di Arcore né ha da vendere. Lo ha dimostrato alle ultime elezioni quando molti si erano illusi che il Pdl avrebbe fatto flop. Non andò così. Un Berlusconi condannato, al di là di qualche manifestazione di piazza senza conseguenze per il Governo, potrebbe impegnarsi a rifondare con maggior lena il Pdl e contemporaneamente a far varare al governo norme di grande appeal sull’opinione pubblica. Potrebbe poi aspettare il momento propizio per tornare a votare, magari con un Porcellum non troppo modificato. In casa Pd una condanna dell'ex presidente del consiglio, con il congresso alle porte, porterebbe ad una resa dei conti interna pericolosa. Potrebbe prevalere la tesi che con un condannato per evasione fiscale non si può andare a braccetto. Il risultato sarebbe il ritorno alle urne con la vecchia legge elettorale e con la quasi certezza di non essere premiati dagli elettori. Insomma, probabilmente sia al Pd che al Pdl, che agli italiani, conviene un governo che attui pochi ma significativi punti di un programma da riscrivere, dove in pole position ci dovrebbe essere il varo della nuova legge elettorale. Poi si vedrà. Elia Fiorillo 3 MARTEDÌ 30 LUGLIO 2013 Costi della politica. Studio rivela: parlamentari Ue pagati in media l’878% in più dei loro concittadini Glistipendid’oro deglieurodeputati global Con le proprie diarie, i rappresentanti popolari a livello nazionale e comunitario prelevano dalle tasche di tutti i contribuenti un totale di 781 milioni di euro l’anno L’ conquiste del lavoro Europa come mercato interno cresce sempre più, i confini statali scompaiono, l'economia diventa sempre più globale ma le differenze economiche tra paese e paese sono ancora enormi. Questo riguarda anche la politica. Ad esempio, esiste un abisso sociale enorme tra gli europarlamentari ed i loro concittadini nei paesi di provenienza. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sul portale tedesco Preisvergleich.de (che, tradotto, significa "confronto dei prezzi"). Tutti gli importi citati dallo studio, relativi al reddito e/o alle diarie dei rappresentanti del popolo, tengono conto delle indennità di base imponibili, di eventuali indennità giornaliere, di gettoni di presenza e supposti rimborsi delle spese di affitto di un secondo alloggio. Non sono stati presi in considerazione, invece, forfait di tipo diverso, ad esempio per uffici o personale. Dati alla mano, dunque, con le proprie diarie, i rappresentanti popolari di entrambi i tipi prelevano dalle tasche dei circa 500 milioni di contribuenti comunitari un totale di 781 milioni di euro all`anno - 620 milioni i parlamentari nazionali e 160 milioni gli eurodeputati. In media, un eurodeputato incassa 17.827 euro al mese a titolo di diarie e bonus, per un totale annuale della bellezza di 213.924 euro. Le entrate dei parlamentari europei derivano dalla somma di un importo forfettario di base ed extra di vario genere, quali rimborso spese forfettario, indennità giornaliere e indennità di trasferta. I partecipanti alle sedute plenarie del Parlamento europeo possono usufruire, inoltre, di fondi mensili fino a 21.209 euro o annuali fino a 254.508 euro da destinare a spese di ufficio e di personale. Una nota importante: negli ultimi anni, si sono verificati frequenti casi di elargizione delle suddette somme a collaboratori di eurodeputati da lungo non più alle dipendenze del parlamentare. Un comportamento scandaloso, in puro stile "Tanto paga quel tontolone del cittadino". Facendo una somma degli importi incassati mensilmente per l`intera durata di una legislatura, il risultato è pura matematica: grazie ai bonus di cui sopra, un eurodeputato percepisce un reddito imponibile ultramilionario (1.069.622 euro lordi). Partendo da questo presupposto, il ragionamento porta a una chiara conclu- sione: un deputato del Parlamento europeo guadagna in media l’878% in più di un normale cittadino comunitario (che, invece, si porta a casa 21.844 euro lordi all’anno). Con o senza crisi dell’euro. Prende forma, così, un quadro avvilente: a Bruxelles e in alcuni parlamenti nazionali di stati membri dell’Ue sono in atto dinamiche proprie "dell’antica Roma". Giacché, a conti fatti, proprio come ac- cadeva all’epoca del Senato romano, questa nuova classe di "senatori comunitari" non è soggetta a controllo alcuno. Ecco, allora, che le entrate degli eurodeputati francesi possono tranquillamente adagiarsi su un livello del 740% superiore a quello dello stipendio di un francese "ordinario" (che guadagna 25.469 euro all’anno). Rivolgendo lo sguardo al reddito dei parlamentari nazionali dei 27 paesi dell` Unione, si ha un`ulteriore dimostrazione dell`abisso che separa mondo della politica e popolazione. Facciamo qualche esempio. Con un reddito annuo di 157.524 euro (13.127 euro al mese), un membro della Assemblée Nationale (Assemblea nazionale) francese guadagna in media circa il 518% in più rispetto ad un suo "semplice" connazionale (maggiori dettagli nelle tabelle 1 e 2 in allegato). Non molto diversa è la situazione in Germania: i membri del Bundestag (Dieta federale) di Berlino percepiscono sui 150.432 euro all` anno (12.536 euro al mese), e in tal modo guadagnano il 444% in più rispetto ad un lavoratore tedesco medio. Nel Regno Unito, i membri della House of Commons (Camera dei comuni) possono contare su entrate annuali di 94.656 euro (7.888 euro al mese), le quali, vuoi o non vuoi, corrispondono al 252% in più rispetto al guadagno di un cittadino inglese medio (2.242 euro al mese). Differenze altrettanto clamorose si riscontrano in Italia: se da una parte i 946 componenti di Camera e Senato vedono fluire nelle proprie casse circa 114.600 euro all` anno (9.550 euro al mese), dall`altra l`italiano medio se la cava con uno stipendio di 1.992 euro al mese. Stiamo parlando del 379% in meno. Se si tirano le somme, si ottengono numeri da capogiro: nel complesso, nell`arco di una legislatura, i membri dei parlamenti nazionali dei 27 stati dell`Unione europea costano ai cittadini 2,79 miliardi di euro. In testa alla classifica si collocano i francesi: la somma dei redditi di tutti i parlamentari della Assemblée Nationale equivale a 545 milioni di euro a carico dei contribuenti. In seconda posizione troviamo la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica italiani (434 milioni di euro), seguiti dal Bundestag tedesco (373 milioni di euro) e dalla House of Commons inglese (308 milioni di euro). Lo studio di Preisvergleich. de, portale tedesco al servizio dei consumatori, permette di formulare alcune conclusioni principali. Contrariamente alle dichiarazioni provenienti dal Parlamento europeo e dalle camere nazionali, non sono ancora visibili segnali di una reale trasparenza in materia di retribuzione degli 8.185 parlamentari europei. D`altro canto, le profonde differenze nella struttura degli stipendi di politici e cittadini dovrebbero essere motivo di profonda preoccupazione. Si tratta di una questione che merita un’attenzione pari se non maggiore maggiore a quella dedicata al progetto comunitario di imporre un tetto agli stipendi dei dirigenti delle società per azioni. (Fonte: preisvergleich.de) 4 MARTEDÌ 30 LUGLIO 2013 circa 7.800,secondo le stime dell’Unhcr, i midel suo viaggio ufficiale in Grecia, il presidenUnhcr: Sono Grecia, Neltecorso granti e i richiedenti asilo che nei primi 6 mesi deldel Consiglio Enrico Letta, critica la gestione della sono approdati sulle coste italiane. I principali crisi greca da parte dell'Unione europea. “Sono stati in sei mesi l’anno Letta luoghi d’origine di questi migranti e richiedenti asilo commessi gravi errori da parte della Ue negli anni scorsi sono i Paesi dell’Africa sub-sahariana - in particolare - sottolinea il premier - tempistica sbagliata, strumenti ed Eritrea - ma anche Egitto, Pakistan e Siria. sbagliati. Si è intervenuti nel modo sbagliato al momengià 7.800 Somalia critica to sbagliato”. Questo, aggiunge Letta, ha portato “ad un L’Unhcr ha espresso ieri ufficialmente apprezzamendella crisi che sarebbe stata diversa” se si to nei confronti della Guardia Costiera italiana e del migranti mercantile che hanno soccorso i migranti naufragati, gestione avvitamento fosse intervenuti diversamente in Grecia, “e avrebbe fatperdere meno posti di lavoro in tutta Europa se l'ata un’avaria, su un gommone a largo delle e richiedenti incosteseguito della crisi toteggiamento verso la Grecia fosse stato diverso”. libiche. I migranti erano partiti in 53, ma 31 di loro sono morti nelle acque del Mediterraneo. All’inPer ricostruire fiducia nella Ue e rafforzarne la credibiliasilo arrivati domani di quest’ennesima tragedia, il governo libico da parte tà verso i suoi cittadini, sottolinea il premier, i leader euha presentato una richiesta ufficiale di aiuto all’Unioropei devono “prendere lezione da quello che è succesin Italia ne europea per la sorveglianza delle frontiere. dell’Unione so in Grecia”. L’Europa continua a non avere una vera politica mediterranea e a giocare un ruolo spesso marginale nell’area Mare(poco)nostrum Ma nell’attuale situazione di crisi che sta mettendo in discussione lo stesso assetto europeo il Mediterraneo potrebbe essere una delle chiavi di volta, soprattutto sul versante energetico conquiste del lavoro dibattito I l mediterraneo ha storicamente rappresentato un nodo cruciale delle relazioni internazionali dei Paesi europei. Un teatro che è fondamentale per comprendere i grandi avvenimenti della storia d’Europa, dalla colonizzazione alla decolonizzazione, dalla prima alla seconda guerra mondiale, sino alla guerra fredda. Ma naturalmente, il mediterraneo ha una sua propria ricchissima storia che sarebbe ora fuori luogo ripercorrere. Basti qui la definizione di “mare nostrum” che sottolinea l’assoluta centralità che esso ha avuto per lo sviluppo della civiltà cui apparteniamo. Tuttavia, solo nel Settecento si comincerà ad utilizzare l’espressione “mediterraneo” per descrivere una realtà composita, eterogenea, plurale, tricontinentale, piena di antagonismi, che è stata culla della civiltà e fertile matrice di religioni politeiste e monoteiste. L’umanesimo, il rinascimento, il razionalismo hanno in esso le proprie radici. Questa pluralità è stata magnificamente rappresentata nell’opera artistica “Love difference” di Michelangelo Pistoletto, un tavolo che nella forma riproduce il Mediterraneo con le singolarità di ciascun Paese che si affaccia su di esso. Definita da Paul Valery come una “macchina per fare civiltà”, questa complessa area geografica ha conosciuto negli ultimi anni profondi rivolgimenti. Rivoluzioni, colpi di stato, guerre civili, cambi di regime o gravi crisi sistemiche hanno caratterizzato non piccola parte dei popoli che la animano. In questo fermento l’Europa ha giocato un ruolo spesso marginale oppure contrasta- di Paolo Acanfora* to, con Nazioni europee che si sono reciprocamente contese la capacità di influenza su alcune specifiche aree. Ma l’Europa nel suo complesso continua a non avere una vera politica mediterranea. Dopo decenni di subalternità alle logiche della guerra fredda, con il crollo del muro di Berlino e l’implosione sovietica, lo sguardo della nuova Europa di Maastricht è andata all’Est europeo trascurando completamente - o quasi - il teatro mediterraneo. Nell’attuale situazione di crisi economico-finanziaria che sta creando numerosi problemi di stabilità politica in molte zone e sta, soprattutto, mettendo in discussione lo stesso assetto europeo, il mediterraneo potrebbe essere una delle chiavi di volta. In particolare sul versante energetico - uno dei nodi nevralgici delle economie nazionali - diventa sempre più necessario un ripensamento complessivo della politica europea in funzione di partnership con alcuni paesi mediterranei. Dal controllo nazionale delle fonti di energia si potrebbe - o, meglio, si dovrebbe - passare ad una stabile ed efficace condivisione. Si tratta di una questione, in realtà, di lunga data che ha anche riguardato il processo di unificazione europea. Quando, ad esempio, si arrivò il 25 marzo del 1957 alla firma dei trattati di Roma, con l’istituzione dell’Euratom e del mercato comune, non poco si sottolineò la necessità di operare su questo terre- no in una dimensione europea, dopo i conflitti creatisi tra gli anglo-francesi e gli egiziani per il controllo del Canale di Suez. Oggi il discorso è incredibilmente arricchito da uno sviluppo tecnologico che ha permesso di pensare in termini di energie rinnovabili. Le coste nordafricane rappresentano una ricchezza notevole da questo punto di vista. L’unione tra i capitali e le competenze tecniche europee, da una parte, e le risorse di questi Paesi, dall’altra, consentirebbe un salto in avanti sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista ambientale, con un progressivo cambiamento dei termini del consumo energetico. Per questo da più parti si parla dell’esigenza di un nuovo Piano Marshall per il Mediterraneo. Nuovi ingenti investimenti per poter pensare un nuovo modello di sviluppo che consenta a quell’area di essere decisiva per lo sviluppo dell’Europa. Non si tratta solamente di una questione economica. Vi è infatti un problema concernente le modalità di relazione tra Nazioni diverse e complesse. Si tratta di costruire un modello di rapporti internazionali incentrato sull’esigenza del dialogo, della condivisione, della partnership. La diffusione di un’immagine negativa, di Paesi islamizzati divenuti il pericolo principale dell’Occidente alimenta l’idea di un conflitto inevitabile, che ha radici di civiltà e - per questa ragione - ineludibile. Far passare la tesi di un dialogo impossibile costringe a guardare al Mediterraneo come ad una barriera invalicabile che definisce dei limiti identitari tra un “noi” ed un “voi” impermeabili. La definizione di un nuovo e più fruttuoso rapporto porterebbe invece a costruire comuni aree di interesse, politiche di inclusione che recupererebbero l’originario progetto europeo: essere una realtà plurale, di convivenza delle diversità, di ricchezza culturale, religiosa, sociale, etnica. Un soggetto che sappia stare assieme e sappia vedere la complessità della propria storia ed il pluralismo delle proprie radici per pensarsi unito nel futuro. *Storico MARTEDÌ 30 LUGLIO 2013 Fiat, cigs in scadenza a Mirafiori e Cassino. Fim: subito gli investimenti “N on è più rinviabile la partita degli investimenti a Mirafiori e Cassino: la situazione, sia in termini di volumi sia di giornate di cassa integrazione, è critica. La Fiat non ha nessun alibi per rinviare”. Così il segretario nazionale della Fim Ferdinando Uliano, alla vigilia dell'assemblea degli azionisti Fiat. La Fim ricorda che il 30 settembre scade la cassa integrazione straordinaria a Mirafiori, dove i lavoratori sono 5.315, il 31 dicembre a Cassino (3.860 addetti): le vetture prodotte nel 2012 sono state rispettivamente 41.600 e 47.379, nei primi sei mesi di quest'anno 11.000 e 47.379. “La scadenza della cigs di Mirafiori - precisa Uliano impone che entro questa settimana, nella stanza dei bottoni del Lingotto si decidano gli investimenti che seguono i primi interventi fatti tra giugno e luglio. Solo così l'incontro con le organizzazioni sindacali, che si terrà probabilmente i primi di settembre, potrà avere un esito soddisfacente”. “L'investimento di Mirafiori si farà - osserva il segretario generale della Fim di Torino Claudio Chiarle - ma bisogna stringere i tempi, non è possibile aspettare ancora. Bisogna anche lavorare per una legge sulla rappresentanza che consenta di incentivare la creazione di lavoro e occupazione all'interno di un sistema di regole certe e condivise”. Il segretario Fim di Cassino, Mirko Marsella, ricorda che ”i volumi di vendita delle auto prodotte a Cassino, hanno avuto una contrazione per due motivi: la crisi economica e la bassa richiesta di mercato che hanno i due modelli prodotti, Fiat Bravo e Lancia Delta, che appaiono ormai superati (la Bravo è sul mercato dal 2007 e la Delta dal 2008) mentre molto buoni sono i volumi di vendita dell'Alfa Giulietta, sul mercato dal 2010, ma non basta, le difficoltà che stanno affrontando i lavoratori dello stabilimento ciociaro sono forti, in questo periodo lavorano non più di due, tre, giorni a settimana”. Sindacati all’attacco. Outokumpu fa melina sulla cessione. “Pronti a mettere in campo tutte le azioni per garantire il sito” AstTerni,lapazienzaèfinita conquiste del lavoro TERRITORIO & IMPRESE U n’altra fumata nera, l’ennesima, e i sindacati perdono la pazienza. Venerdì scorso l’incontro che doveva far luce, almeno un pò, sulla cessione dell’Ast di Terni da parte di Outokumpu, multinazionale finlandese dell’acciaio che corre all’abbraccio con il ramo Inox di Thyssen per creare un player globale, si è risolto con un desolante nulla di fatto. Anche se, a ben vedere, una novità c’è: la dead line per la cessione delle acciaierie di Terni si è spostata ancora, a fine anno per l’esattezza. Un altro rinvio, che ha spinto la Fim, con il coordinatore nazionale del siderurgico Sandro Pasotti, a chiedere al Governo un intervento deciso nei confronti della Commissione Europea per fare chiarezza sui tempi e sulle modali- tà di cessione, dal momento che il termine precedente, fissato per giugno, è stato scavalcato da Outokumpu senza che si levasse un richiamo all’ordine dall’Ue. La preoccupazione a Terni resta palpabile. Dopo gli scioperi e le proteste che hanno punteggiato le ultime settimane, i sindacati di categoria sono tornati ad alzare la voce. Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl sono pronti a intraprendere “tutte le azioni necessarie, non escludendo quelle legali di natura di diritto privato, per dare certezza e continuità al sito di Terni”. I sindacati ritengono “deludente” che, a più di tre mesi dal termine per la presentazione delle offerte vincolanti, ”non si sia ancora giunti ad elementi di chiarezza e certezza per il futuro del sito pro- duttivo” e definiscono ”irrispettoso” nei confronti degli interlocutori italiani l'atteggiamento della multinazionale finlandese, “che continua a temporeggiare senza fornire elementi utili di merito rispetto allo stato della trattativa in corso per la cessione di Ast”. Le sigle di categoria chiedono quindi “di conoscere quali strumenti di monitoraggio e informazione sul Piano proposto e, in particolare, gli orientamenti relativi a decisioni riguardanti il sito di Terni dei quali la Comunità europea intenda dotarsi per evitare distorsioni delle informazioni”. Richieste che hanno l’obiettivo di ricomporre il quadro di informazioni indispensabile a valutare scelte e strategie. Da parte sua Outokumpu al tavolo del ministero dello Sviluppo Economico ha respinto i sospetti avanzati dai sindacati sulle sue ultime mosse. Uno in particolare: quello di voler temporeggiare sulla cessione imposta dall’antitrust Ue, con l’unico scopo di sottrarre quote di mercato alle acciaierie ternane. Da parte sua, il management ritiene invece di vare fatto tutto il possibile per garantire la competitività e i livelli produttivi dello stabilimento mercato. Ma non si è sbilanciato sui nuovi possibili acquirenti, che si andrebbero ad aggiungere ai nomi già noti. Finora le uniche due offerte vincolanti sono state presentate dal gruppo lussemburghese Aperam, in cordata con le aziende italiane Arvedi e Marcegaglia, e dal fondo finanziario americano Apollo. Nè l’una né l’altra contemplano l’acquisto del Tubificio di Terni, per il quale Outokumpu si era riservata la vendita. La vendita “a spezzatino” è sempre stata osteggiata dai sindacati, che temono un ridimensionamento del ruolo di Terni nel panorama della siderurgia europea qualora il Tubificio, forse l’asset di maggior valore, restasse nelle mani di Outokumpu. A rendere poco scorrevoli i rapporti contribuisce anche l’esclusione dei rappresentanti sindacali di Terni dal Cae Outokump, “un altro segnale preoccupante - sostiene la Fim sulla poca chiarezza dell’operazione”. C.D’O. gil, Cisl e Uil hanno proclamato per il 2 Ilva, C agosto uno sciopero per l’intero turno di lavoro degli addetti alle mense “Dim” (Diredipendenti zione marittima) e “Terzo sporgente” dell'Ilsindacati accusano la Compass Group, mense va.cheIgestisce il servizio dopo il cambio che ha interessato anche le Officine generali, di in sciopero aver avviato il servizio stabilmente con un sottodimensionato rispetto all'efil 2 agosto organico fettivo fabbisogno. Dal 17 luglio, giorno di subentro della Compass Group nella gestio- ne dell'appalto, i dipendenti “sono utilizzati in più mansioni e chiamati allo svolgimento di lavoro straordinario”, in violazione delle norme e del contratto nazionale di categoria. Per il segretario della Fim di Taranto, Mimmo Panarelli, va trovata ”una soluzione per i lavoratori delle mense officine generali, Dim e terzo sporgente dell'Ilva, licenziati dopo il cambio di gestione”. Panarelli ha espresso solidarietà “a questi lavoratori e alle loro famiglie alle prese con un momento drammatico”. Per l’Ilva questa è una settimana decisiva. Entro il 3 agosto l’aula del Senato dovrà convertire il decreto sul commissariamento, approvato in commissione senza modifiche rispetto al testo uscito dalla Camera. Da ieri, poi, è operativo il dipartimento che si occuperà, all'interno del sito, di gestire i lavori Aia. A dirigerlo - comunica una nota del gruppo - sarà l'ingegnere Erder Mingoli, che ha ricevuto formale incarico dal Commissario Enrico Bondi. 6 MARTEDÌ 30 LUGLIO 2013 Basilicata. Fiat, L anche l’indotto si prepara per Suv. La Tiberina Melfi farà parti carrozzeria aTiberina MelfiSrl,aziendadell’indotto Fiat,ha acquisitoun’importantecommessaperla produzionediparti dellacarrozzeria deinuovi modelli Suv che saranno messi in produzione a breve nello stabilimento Sata. Lo ha comunicato la direzione aziendale nel corso di un incontroconleorganizzazioni sindacalidi categoria.Domanii sindacati illustreranno ai lavoratori in assemblea i contenuti del piano. Si tratta della prima azienda del consorzio Acm ad ufficializzare una nuova commessalegataalle nuoveproduzioniFiat. L’azienda ha ancheriferito che nel mese di agosto sposterà le linee di produzione per la Punto in un altro stabilimento, a circa un chilometro di distanza da quello attuale, mentre nel vecchio sito produttivo saranno installate nuove linee per la produzione di longheroni e montanti per i modelli Suv. L’investimento previsto ammonta a circa 10 milioni di euro. I dirigenti della Tiberina hanno riferito inoltre che non ci saranno effetti sui livelli occupazionali. Attualmente i 106 dipendenti della Tiberina sono in cig conquiste del lavoro vertenze N apoli (nostro servizio). Petrodollari per salvare il sistema della manutenzione dell'Atitech di Napoli. Gli arabi, dopo avere investito nel mattone, nel calcio, nell' alta finanza ora puntano sui capannoni dell'azienda napoletana, a un passo dall'aeroporto di Capodichino. Ecco cosa è accaduto, nel racconto di Giovanni Aruta, responsabile del dipartimento Trasporto aereo della Fit Campania. ”Atitech ha partecipato ad una gara che ha visti impegnati tutti i colossi mondiali della manutenzione aerea - spiega il sindacalista - da Adat (Mubadala) a Joramco, a Turkish”. Il negoziato è stato molto lungo ed a giugno è arrivato un rappresentante dell' Air Arabia con la quale il 1˚ luglio 2013 si è concluso un contratto molto importante per la manutenzione pesante degli aeromobili Airbus A320 di questa compagnia, considerata la più importante linea aerea low cost del Medio Oriente, con base negli Emirati Arabi. Air Arabia ha conseguito, infatti, un premio specifico, a giugno durante l’Airshow di Parigi - Le Bourget, grazie ai voti espressi dai passeggeri che ne hanno apprezzato l’ottimo rapporto tra prezzo e qualità dei servizi offerti. a rotazione, in scadenza il 4 ottobre, e nel prossimo mese partirà il confronto con i sindacati sugli ammortizzatori sociali legati al piano di ristrutturazione. Secondo le previsioni i primi prototipi dei Suv sarannopronti per fine anno e saranno messisul mercato a partire dal terzo trimestre 2014. “Questo investimento rappresenta una boccata d’ossigeno per il sistema della componentistica legato allo stabilimento Sata e ci consente di guardare con un po' più di serenità al prossimo futuro - spiega Salvatore Troiano della Fim Cisl - Nelle prossime settimane ci incontreremo per verificare l’andamento degli investimenti e per affrontare il nodo degli ammortizzatori sociali in considerazione del fatto che il 4 ottobre scade la cig a rotazione. Resta però preoccupantela situazione produttivae occupazionale nelle altre aziende dell’indotto, situazione solo parzialmente mitigata dalla conferma della Punto almeno fino al 2017”. Luigi Cannella Eccellenze napoletane. Per la Fit campana l’ accordo ”premia la professionalità” Atitechconquista manutenzioneAirArabia ”Un plauso - aggiunge Aruta - va fatto non solo all'azienda, controllata da Meridie Investment Company dedicata prevalentemente alle imprese del Centro - Sud Italia, per avere conseguito un ulteriore successo commerciale sul mercato internazionale ma anche alla professionalità dei lavoratori che grazie a questo investimento potranno avere un'occupazione e non stare in cassa integrazione (ora si lavora 3 giorni su sei ndr)”. L'accordo prevede cinque controlli importanti tra il 2013 (uno) e il 2014 (quattro), più un opzio- ne su altri cinque nei due anni successivi - il contratto, non esclusivo, è per 3 anni - più la possibilità di diventare partner di fiducia per tutte le esigenze manutententive. Gli arabi hanno preteso dall'Atitech clausole molto impegnative che consentono alla compagnia di uscire se le performance non dovessero essere al meglio di quanto offre l’industria del settore. L' Aeroporto di Capodichino è uno scalo importante per il Centro - Sud Italia. Oltre alla manutenzione dei velivoli ci sono anche tre società di handling: Aviation Service, Gh Napoli e Menzies. ”Ma - aggiunge Giovanni Aruta queste tre, secondo noi, sono troppe. É vero che il cittadino ha diritto alla mobilità ma oggi poichè tutto è ormai una questione tra i privati si punta solo sui profitti. La soluzione: diminuire il costo del lavoro”. Il sindacalista della Fit campana ragiona così: ”Il mercato è troppo libero e quindi c'è una concorrenza sleale, le compagnie pur di abbassare i costi cercano di pagare meno i servizi. E di conseguenza ne risente tutta la filiera”. Un discorso a parte va fatto per la Gesac, la società che gestisce i servizi nello scalo di Napoli. ”Essa - continua Aruta agisce in regime di monopolio. Questo però dovrebbe dare un impulso notevole per creare sviluppo ad altre aziende”. Invece, manca una programmazione. Ci sono circa mille operatori aeroportuali. ”E il lavoro conclude il responsabile del dipartimento Trasporto aereo della Fit campana - diventa sempre più stagionale. In estate c'è occupazione. In inverno tutti a casa: coperti dagli ammortizzatori sociali. Ma la Cisl chiede di creare occasioni di lavoro e non assistenzialismo”. Luca Tatarelli 7 MARTEDÌ 30 LUGLIO 2013 iglato l'accordo integrativo aziendale al Integrativo SL'intesa gruppo Sapio, azienda produttrice di gas. firmata tra i vertici del gruppo e i sindi categoria Femca Cisl, Filctem Cgil e aziendale dacati Uiltec Uil, coinvolge circa 900 lavoratori sia gruppo che facenti parte di società conal gruppo del trollate. “L'intesa sottoscritta - dicono i sinda- è il primo accordo realizzato in ambito Sapio. cati nazionale e prende il via circa un anno fa si decise di costituire il coordinamenSoddisfatti quando to del gruppo per avere relazioni industriali avanzati e riuscire a far fronte a nuove e i sindacati più diverse esigenze”. salienti dell'accordo sono: la definiziodi categoria Punti ne del premio di partecipazione secondo nuo- cronache R oma (nostro servizio). Zingaretti? Bocciato. Trascorsi i primi 100 giorni di Nicola Zingaretti alla presidenza della Regione Lazio, la Cisl tira le somme e boccia il governatore che, incoronato dai sondaggi “il più amato d’Italia”, arriva ultimo per confronto e dialogo con le organizzazioni sindacali, tanto è impegnato in un “assolo” che non conosce concertazione. È lapidario il giudizio di Mario Bertone, segretario generale della Cisl di Roma e Lazio, che sottolinea come “confondere la comunicazione con la concertazione sia grave per un amministratore che si dichiarava aperto al dialogo, mentre attendiamo la sottoscrizione di un protocollo sulle relazioni sindacali”. Tanto più grave se quell’assolo viene eseguito in un contesto economico e sociale di crisi profondissima, con un tasso di disoccupazione che in un solo anno sale di due punti percentuali e passa dal 10,4% al 12,4% (primo trimestre 2012-2013), mentre la disoccupazione femminile inchioda a casa 15 donne su 100. Per non parlare delle saracinesche dei negozi che ri- conquiste del lavoro R vi criteri e l'istituzione del welfare aziendale. Il premio di partecipazione è stato costituito individuando due parametri fondamentali: redditività Ebitda per il 40% e produttività per il 60%. Gli importi cresceranno di anno in anno fino ad arrivare al 2015 ad un importo di 850 euro. Il premio raggiunto sarà erogato attraverso un meccanismo definito sulla presenza individuale del lavoratore. Importante risultato anche sul fronte del welfare con l'applicazione della responsabilità sociale aziendale attraverso lo sviluppo di nuove tutele nella previdenza complementare sia sanitaria che previdenziale. In concreto la società coprirà l'intero contributo per il co- niuge a partire dal 2015, mentre nel 2014 la copertura arriverà al 75%. Per i lavoratori senza nucleo familiare è prevista l'opzione di poter dirottare il medesimo importo al Fonchim, il fondo di categoria per la previdenza complementare. Sempre nell'ambito della responsabilità sociale d'impresa è stato concordato di istituire un fondo per la gestione del supporto allo studio per i figli dei dipendenti. Soddisfatti i sindacati di categoria per gli obiettivi realizzati in un momento di cambiamento dell'azienda soprattutto in materia di nuove tutele sociali in ambito sanitario familiare e previdenziale. Sa. Ma. Emergenza lavoro. Per il segretario generale Cisl di Roma e Lazio, Bertone, il governatore Zingaretti è impegnato in un ”assolo” che non conosce concertazione Dopocentogiorni laCislboccialaGiunta schiano di rimanere abbassate dopo la pausa estiva, visto che più della metà (55%) delle ore autorizzate di cassa integrazione in deroga, (tra gennaio e giugno 8,6 milioni di ore contro i 16 milioni dello scorso anno), riguardano il commercio. Malgrado ciò “le risorse necessarie sono inferiori a quelle dello scorso anno - tuona Bertone ma la Regione deve ga- oma (nostro servizio). Cassa integrazione straordinaria, mobilità volontaria incentivata, sostegno al reddito. E poi ancora trasferimenti, formazione e outplacement. Sono alcuni punti dell'accordo siglato al ministero del Lavoro tra i sindacati di categoria Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil e la Air Liquide, azienda multinazionale francese specializzata nella produzione del gas e gas tecnici che ha stabilimenti produttivi in tutto il territorio nazionale. La vertenza era cominciata ad inizio aprile con l'annuncio da parte dei vertici aziendali di un pesante piano riorganizzativo che prevedeva 210 esuberi su tutto il territorio nazionale, giustificato da un progressivo calo dei volumi produttivi, di fatturato e di redditività. Grazie ad un serrato confronto sindacale gli esuberi inizialmente previsti sono calati di numero fino ad arrivare nella fase finale del negoziato a 160 unità. “Questa forte riduzione delle eccedenze - spiegano i sindacati è il frutto del lavoro impostato da tutti noi a vari livelli fin dal principio della vertenza. Durante la trattativa non si è mai esclusa la mobilitazione dei lavoratori ma sempre privilegiando le soluzioni a dife- rantire la copertura di chi ne ha diritto”. Se non dovesse arrivare una valida risposta, insieme alla salvaguardia di tutti gli esodati, come faranno gli oltre due milioni di famiglie residenti (2.648.311 Istat 2012) a pagare il conto, salatissimo, delle tasse locali? “A Roma paghiamo l’addizionale comunale più alta d’Italia che è lo 0,9% sottolinea il sindacali- sta - e anche l’addizionale regionale, con l’1,73%, è la più pesante. Questo significa che i cittadini laziali subiscono un prelievo locale complessivo sull’Irpef pari al 2,63% del reddito”. Come se non bastasse, a causa dell’enorme disavanzo regionale e per fronteggiare il pagamento dei debiti che la Regione ha verso Enti locali e fornitori, “Zingaretti aumenterà l’addizionale regionale di 1,6 punti nei prossimi due anni - denuncia Bertone che andranno a sommarsi all’attuale 1,73%. Mentre i sindacati chiedono un taglio delle tasse, i cittadini laziali saranno ancora più tartassati con il 3,3% di addizionale regionale”. Se un lavoratore percepisce 20mila euro l’anno, dovrà pagarne alla Regione 660, mentre un pensionato con 960 euro al mese ne dovrà versare 500 circa l’anno. Altro tema bollente è la sanità, con i sindacati a chiedere robuste modifiche al Piano della Polverini (la precedente governatrice del Lazio ndr), e il governatore Zingaretti che lo lascia invariato e procede in solitaria, ribadisce Bertone, “invece di considerare la competenza e l’esperienza delle parti sociali su un tema così importante”. Ora Zingaretti annuncia, entro sei mesi, una legge quadro sulla sanità: continuerà a fare da solo o interpellerà, finalmente, i sindacati? E sul tema spinoso dei ticket, l’annunciata “rimodulazione” cosa significa? Su un punto solo siamo d’accordo, conclude Bertone: la Centrale unica degli acquisti per ottenere risparmi consistenti. Ma su altre questioni, ad esempio la decisione che è stata fatta di separare l’assessorato alla Formazione da quello del Lavoro, la Cisl regionale non è d’accordo: separare le politiche del lavoro dalle risorse che dovrebbero finanziarle è un errore clamoroso, e potrebbe rivelarsi un boomerang dagli effetti imprevedibili. Floriana Isi L’intesa salvaguarda l’occupazione e prevede strumenti di sostegno al reddito per i lavoratori AccordoallaAirLiquide Gli esuberi calano dai 210 annunciati ai 160 di fine negoziato, grazie all’impegno dei sindacati che hanno impostato un confronto costruttivo sa del lavoro attraverso il negoziato”. L'accordo sottoscritto consente di gestire la riorganizzazione in modo non traumatico, utilizzando strumenti sia contrattuali sia di legge a tutela dei lavoratori. Nel dettaglio è prevista una cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale per un anno a partire dal mese di ottobre a rotazione, scaglionata in tre periodi. Per i lavoratori interessati da questo ammortizzatore è stato inoltre concordato l'anticipo della cigs da parte dell' azienda e un sostegno al reddito di 300 euro al mese. Oltre all'utilizzo della cassa integrazione sono stati individuati tutta una serie di strumenti a sostegno dei lavoratori come la mobilità volontaria incentivata sulla base dell'età del lavoratore che arriva fino ad un massimo di 23 mensilità per coloro i quali superano i cinquant'anni e la mobilità per chi raggiunge la pensione ai quali è stata garantita una incentivazione pa- ri al 90% del proprio salario. Inoltre sono previsti trasferimenti volontari in altre realtà del gruppo dove esistono opportunità occupazionali, pro- grammi di outplacement in supporto alla ricollocazione dei lavoratori e percorsi di riqualificazione professionale attraverso processi di formazione attingendo a risorse dei fondi interprofessionali (Fondimpresa) e quelli previsti dal contratto del chimico-farmaceutico. “L'accordo - afferma Luciano Tramannoni della Femca Cisl - conferma che quando ci sono proficue ed avanzate relazioni industriali, possono essere realizzati buoni accordi nell'interesse reciproco che, salvaguardando e minimizzando l'impatto sociale pongono le condizioni per rilanciare l'azienda”. Le parti, di comune accordo, hanno deciso di incontrarsi ogni tre mesi per monitorare il complesso processo di riorganizzazione. Sara Martano