animali - Confindustria Modena
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Società | I volontari della natura Piero Milani, responsabile del Centro fauna selvatica «Il Pettirosso», racconta un’esperienza ormai decennale che ha fatto di Modena un modello in Italia S.O.S animali Ghiri, aquile, pitoni, caprioli, pipistrelli e istrici: nella struttura a pochi chilometri dalla città si possono incontrare le specie più diverse. Ma l'obiettivo dei volontari è uno solo: ridare agli ospiti del centro la libertà, dopo averli soccorsi e curati di Arianna De Micheli nclina la testa in un interrogativo muto: potrò correre ancora libera? La piccola volpe è cieca, lo sguardo non vede ma i suoi occhi parlano ed è un sussurro che non si dimentica. Di una cosa può essere certa: in questo angolo di mondo sulla via Nonantolana, a pochi chilometri dalla Ghirlandina, nulla resta intentato. Lo sanno bene Bonnie, Jessie e Clyde, le sue ben più spavalde amiche pronte tanto a riempire di significato quei nomi da banditi quanto a crescere e difendere l'una i cuccioli dell'altra. E forse ne è consapevole anche il cinghiale investito la notte di Capodanno, il setto nasale deviato e un appetito formidabile nonostante lo squarcio sul muso che, seppur in via di guarigione, ricorda l'abisso di un cratere. L'accoglienza è un ritornello di soffi e grugniti che non sembra turbare il sonno catatonico del vicino tasso, il cui riposo senza sogni pare farsi beffe persino dell'incessante eloquio di due grosse oche con l'indole severa del cane da guardia ben addestrato, degne discendenti delle antenate capitoline. È un sonno a pancia in su e senza vergogna che soltanto chi è conscio di essere capitato in buone mani può concedersi. Le buone mani sono quelle di Piero Milani, responsabile del Centro fauna selvatica «Il Pettirosso» e dei suoi volontari, uomini, ma soprattutto donne, la cui età media si aggira sui 30-35 anni. I Una cinciallegra presa in trappola nella rete di un bracconiere 60 OUTLOOK Per loro, al pari di lavoro e famiglia, l'impudente istrice Clara, lo scricciolo con la zampa spezzata dai sadici giochi di bracconieri, l'inerme chirottero ancora ignaro di essere un pipistrello o il germano imbrattato di olio industriale diventano parte della loro vita. Non basta accudire il tenero Bambi rimasto orfano e caduto in un tombino; non basta perché non è sufficiente. «La fauna selvatica è molto delicata, non è facile capire quando gli animali stanno male», spiega Milani. «Occorre competenza e basta, poi, un semplice colpo d'occhio per valutare anche solo se un esemplare inserito in un branco ha mangiato abbastanza oppure no. Bisogna sapere dove mettere le mani e per questo il volontario va educato. Un apprendistato che richiede almeno un anno e una forte motivazione». Privo di quel pesante bagaglio di inutili se e ma che fa cedere le ginocchia quando è invece il momento di agire, Milani è uomo schietto, capace di tagliare corto con un «mentre allatti un cucciolo devi stare zitto, i vostri sguardi non si devono neppure incrociare», per poi quasi commuoversi di fronte alla frenesia di un moscardino grande quanto una noce. Da anni in prima linea con il Corpo forestale dello Stato contro il bracconaggio, un'attività fin troppo diffusa nel nostro Paese, «fisiologica e praticata da gente che viene da fuori in provincia di Modena, vera e propria OUTLOOK 61 Società | I volontari della natura Da sinistra: un moscardino ospite della struttura, alle porte di Modena; Piero Milani, il responsabile del centro, con un capriolo ferito; una delle volontarie con un piccolo di capriolo nato da poco «La fauna selvatica è molto delicata», spiega Piero Milani, responsabile del centro. «Bisogna sapere come relazionarsi con gli animali. Per questo i volontari vanno addestrati. Un apprendistato che richiede almeno un anno e una forte motivazione» La scheda | Un aiuto al «Pettirosso» modenese l Centro fauna selvatica «Il Pettirosso» (www.centrofaunaselvatica.it) si trova a Modena in via Nonantolana 1217. Per urgenze in merito ad animali selvatici feriti o in difficoltà i numeri cui rivolgersi sono 339 8183676 - 339 3535192 o il 1515 del Corpo forestale dello Stato. Per offerte o donazioni (deducibili): conto corrente postale n. 69535433 (Iban: IT 11 E 07601 12900 000069535433); banco posta - filiale n. 39093. Per donare il 5 per mille dalla prossima dichiarazione dei redditi: codice fiscale 94120020360. I 62 OUTLOOK piaga sociale in Veneto, Toscana e Lombardia», Piero Milani nel 2000 sente l'impellente esigenza di mettere in piedi un centro davvero utile. Non soltanto per offrire asilo a richiami vivi e a specie protette detenute illegalmente e sequestrate durante le operazioni di antibracconaggio, ma anche per dare una risposta concreta a chiunque abbia annodato per caso il proprio destino alla sorte di un animale selvatico in difficoltà e si ritrova a non sapere a quale santo votarsi. È questa l'esigenza da cui è nato «Il Pettirosso» (nome che rievoca l'imponente operazione antibracconaggio effettuata ogni anno nelle valli bresciane dove il pettirosso è vittima prediletta), centro che in Italia non ha eguali. Perché qui gli imberbi pipistrelli, prima di essere riconsegnati a madre natura, imparano a cacciare e i rapaci, a rischio di estinzione, trovano ogni genere di confort e un ambiente consono alla riproduzione. È anche una questione di cifre. «Ogni anno recuperiamo circa tremila animali, l'80 per cento torna nei boschi e il tasso di mortalità non supera il 15-20 per cento. Nel nostro Paese non esistono realtà votate al soccorso e alla riabilitazione di fauna selvatica con numeri simili ai nostri», sottolinea con misurato orgo- glio il paladino innamorato tanto del ghiro quanto del falco e che, da oltre cinque anni, collabora stabilmente con «Geo&Geo», nota trasmissione targata Rai. «Siamo attivi 24 ore su 24, copriamo tutto il territorio e quando ci chiamano per un'emergenza siamo pronti a correre. Il tempismo è fondamentale: con il passare del tempo, infatti, le possibilità di recupero si riducono al lumicino». Cinquecento metri quadrati dieci anni or sono, quattromila oggi: il Pettirosso è diventato adulto e si è irrobustito. Ma coltivare un sogno di libertà richiede spazi ancora più grandi. Per ripagare pur se in minima parte Betulla, cervo femmina di due anni, di una sorte meschina che l'ha voluta con il bacino spezzato e le ha negato per sempre l'opportunità di avere prole e di riconquistare il bosco. Ma anche per offrire un approdo sicuro a uno degli animali che, nel bene e nel male, incarna un vero e proprio mito dell'immaginario collettivo: l'enigmatico lupo. «Entro un paio d' anni contiamo di rendere agibile ai lupi un'area recintata molto ampia, circa diecimila metri quadrati, che prenderà il posto di un'ex discarica». Sempre che i giurassici tempi burocratici si adeguino alla buona volontà di chi vanta idee chiare e che, Il gruppo di volontari, che comprende anche veterinari, è composto da uomini e donne con un’età media sui 30-35 anni. «Siamo attivi 24 ore su 24», ricorda Milani, «e quando veniamo chiamati per un’emergenza siamo sempre pronti. Il tempismo è fondamentale per salvare gli animali selvatici» OUTLOOK 63 LA TECNOLOGIA LEADER Sitma ha una consolidata reputazione nell’industria della stampa, legatoria e mailing. Società | I volontari della natura SITMA MACHINERY S.p.A. Via Vignolese 1910 - 1927 41057 SPILAMBERTO (MO) - Italy Tel + 39 059 780311 Fax + 39 059 780300 E-mail: [email protected] Web Page: www.sitma.com SITMA FRANCE S.A.S. 603 Rue du Maréchal Juin, B.P. 28 Z.I. Melun-Vaux le Pénil 77013 MELUN CEDEX France Tel + 33 01 6483 5353 Fax + 33 01 6437 8945 E-mail: [email protected] Web Page: www.sitma.com SITMA JAPAN K.K. 7-5-47, Akasaka, Minato-Ku TOKYO 107-0052 Japan Tel + 81 3 5575 3113 Fax + 81 3 5575 3124 E-mail: [email protected] Web page: www.sitma.jp SITMA U.S.A., INC. 45 Empire Drive ST. PAUL, MN 55103 United States of America Tel + 1 651 222 2324 Fax + 1 651 222 4652 E-mail: [email protected] Web Page: www.sitma.com Lontani da casa: un pitone moluro albino, e Maia che, come la sorella Inca, è una lince europea da tempo ospite del centro indifferente alle questioni di lana caprina, viaggia rapido e senza dare tregua. E, in effetti, non sembra che i problemi di apparato impensieriscano più di tanto un uomo che alle parole è solito anteporre i fatti. «Se dieci anni fa avessi dovuto seguire alla lettera l'iter burocratico», ammicca Milani più serio che faceto, «il centro sarebbe ancora in fase embrionale. Prima ho fatto, poi ho sanato». E il valore del fare è dato dal valore dei volontari, veterinari o «semplici» volenterosi che, mossi da invidiabile energia e diretti con piglio un filo autoritario dallo stesso Piero («Allora, chi fa le cocorite? Perché queste foglie non sono state portate via? C'è da recuperare una gazza ferita a Sassuolo, può andare Roberta dopo il lavoro?»), sono il cuore pulsante de «Il Pettirosso». L'imperativo costante è guardare sempre avanti perché per un animale che riacquista la libertà, lasciando insieme alla soddisfazione per una vita restituita a se stessa uno spiazzante vuoto «IL PETTIROSSO» Il nome del Centro fauna selvatica di Modena «Il Pettirosso» trae la sua origine dalle operazioni antibracconaggio effettuate ogni anno nelle valli bresciane, dove il piccolo volatile è una delle vittime predilette. Il bracconaggio ancora oggi è un’attività molto praticata, una vera e propria piaga sociale in realtà come Veneto, Toscana e Lombardia 2000 su uno spazio di 500 metri quadri oggi ha a disposizione 4 mila metri quadri Oltre 1.000 gli animali ospitati ma d’estate si arriva anche a 2.000 3.000 animali recuperati ogni anno l’80% torna libero nei boschi Il tasso di mortalità non supera il 15-20% Nato nel OUTLOOK 65 Società | I volontari della natura Da sinistra, in senso orario: un piccolo di istrice, una nidiata di gallinelle d’acqua; un ghiro di poche settimane emotivo, ce ne sono altri dieci in arrivo, spesso in condizioni difficili e con gli occhi appannati dalla paura. Occhi che non appartengono soltanto a creature ferite, ma anche a esemplari sottoposti a sequestri e per cui la libertà non è più opzione praticabile. Non lo è per la coppia di gufi reali, la cui prole invece se non altro potrà riguadagnare il cielo, non lo è e non lo sarà mai per le sorelle Maia e Inca, linci europee di incredibile bellezza certo poco disponibili a dispensare fusa come pingui gatti domestici. E se il bracconaggio, come già evidenziato, sempre più assurge allo status di piaga sociale, l'abbandono di animali esotici, che paga pegno a una moda esplosa una decina di anni fa, pare si stia traducendo in un fenomeno scellerato dai volumi negli ultimi anni addirittura quadruplicati. Nulla di sorprendente dunque se, nell'accompagnare a scuola il proprio figlio, capita di incontrare al posto del bidello sull’uscio uno splendido boa biondo avvinghiato alla grondaia o di incappare durante lo shopping in un paio di iguane al limite dell'ipotermia. «Esistono persone a dir poco irresponsabili che prendono questi animali ancora cuccioli per un capriccio. Poi, non appena aumentano di dimensione, decidono di sbarazzarsene». Parole amare quelle di Milani, che però coltivano il seme della riscossa e ne contemplano il germoglio: «Abbiamo proposto al ministero dell'Ambiente un progetto che punta sull'affido a privati selezionati di quelle specie esotiche citate nell'allegato B della normativa Cipes, normativa peraltro non priva di lacune. Questo anche per ridurre la pressione cui sono soggetti tutti quei centri che, come il nostro, si occupano di fauna selvatica». E che fanno affidamento soprattutto sul gesto generoso delle singole persone: affinché il cuore del pettirosso continui a battere è, infatti, necessario alimentarlo senza sosta. Ben vengano quindi le oltre 50.000 visite al sito web ogni giorno, meglio però se supportate da un atto concreto come un'adozione a distanza, un impegno che costa poco ma vale molto. «Noi esistiamo grazie al contributo e alle offerte dei privati cittadini. Ma mi preme anche ricordare che la Provincia di Modena è l'unica in grado di rispettare i presupposti previsti dalla legge italiana. Per "Il Pettirosso", sempre al suo fianco in ogni questione inerente alla fauna selvatica, la Provincia rappresenta infatti un partner importante». Il centro offre asilo a richiami vivi e a specie protette detenute illegalmente e sequestrate durante le operazioni antibracconaggio, ma è anche il rifugio per animali esotici che sempre più spesso si trovano in città OUTLOOK 67 >>>>>>>> >>>>>>>>> IL GIORNALE ON LINE DI CONFINDUSTRIA MODENA L’informazione veloce e aggiornata CConfindustria onfifindd sttriia Modena Moddena approda approdda in in Rete Rete con un giornale online, www.emmeweb.it, che offre il meglio delle notizie economiche delle imprese e della nostra realtà. Attraverso una comunicazione tempestiva, EmmeWeb segue l’evoluzione dell’economia m odenese, raccoglie opinioni qualificate, riporta modenese, llaa voce del mondo imprenditoriale, ma soprattutto pparla arla di imprese, mettendo in vetrina i vertici produttivi e le attività più significative. Confindustria Modena è in Rete. E propone un giornale on line che offre il meglio delle notizie economiche delle imprese e per le imprese. www.emmeweb.it Scrivi a [email protected] EmmeWeb è uno strumento di informazione semplice e immediato, che consente di seguire e verificare lo sviluppo dei nostri principali settori di attività. Nell’home page, si trovano le notizie più rilevanti del momento; economia, finanza, imprese, estero, società, attualità sono le sezioni in cui è suddiviso il giornale; la gallery propone per immagini una panoramica delle iniziative che Confindustria Modena ospita e promuove. 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