E TU, DA CHE PARTE STAI? - Caritas Diocesana Vicentina
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E TU, DA CHE PARTE STAI? - Caritas Diocesana Vicentina
“E TU, DA CHE PARTE STAI?” è stata questa la domanda che ci ha fatto partire, salire su un treno in direzione Torino, per Vivere una settimana a Cascina Bruno e Carla Caccia, a San Sebastiano da Po'. Noi, un gruppo di giovani ragazzi e ragazze da tutta Vicenza, abbiamo deciso di aderire alla proposta della Caritas diocesana, per partecipare ad un campo di lavoro e studio organizzato dall'associazione LIBERA. Durante la settimana dal 20 al 26 di agosto siamo stati accolti e abbiamo vissuto in Cascina Caccia, un bene confiscato alla famiglia 'ndraghetista dei Belfiore nel 1999, e che è riutilizzato a fini sociali dal 2005. In questa casa ora ci abitano quattro persone, che con la loro scelta di vita sono l'esempio di come in un posto come questo, dove un tempo si sono decisi a tavolino omicidi, affari di droga e giri di soldi sporchi, oggi le motivazioni, e gli ideali siano radicalmente cambiati. Cascina Caccia è diventata un luogo in cui le persone possono conoscere e cercare di capire il fenomeno della mafia, e allo stesso tempo prendere la consapevolezza che tutti, nessuno escluso, nella quotidianità possono fare qualcosa per contrastare quel sistema. Da questa cascina, da parte della famiglia 'ndranghetista che vi abitava, partì il mandante dell'omicidio a Bruno Caccia, procuratore della Repubblica di Torino, ed è per questo che adesso porta il suo nome e quello della moglie Carla. La storia positiva di questa cascina, come già detto, inizia nel 1999 quando viene confiscata ai Belfiore ed è data in gestione a LIBERA, un'associazione internazionale contro le mafie, che dentro di se raggruppa tante altre associazioni e cooperative a scopo benefico. Un obbiettivo di questa associazione è quello di riuscire a produrre alimenti da ogni bene confiscato in cui opera, per poi metterli nel mercato e ricavarne “soldi puliti”; ad esempio nel terreno confiscato dove siamo stati noi l'alimento prodotto è il miele (infatti più di qualche volta abbiamo avuto incontri ravvicinati con le api e dei loro parenti...), ma tra qualche anno, appena le piante di nocciolo saranno in grado di fruttificare, si vorrebbe arrivare a produrre il mandorlato! Noi, assieme ad altri ragazzi provenienti da Biella, abbiamo avuto la possibilità di aiutare gli abitanti a sistemare e prenderci cura dell'enorme casa, per renderla sempre più accogliente e bella. La famiglia mafiosa, tra l'altro, prima di andarsene pensò bene di distruggere tutto quel che poteva (impianto idrico, pavimenti, serramenti..), per rendere ancora più difficile un utilizzo benefico della loro abitazione in futuro, ma a dei giovani pieni di speranza come noi e tanti altri, niente è impossibile! La nostra giornata era divisa principalmente in due momenti, la mattina in cui lavoravamo, pulivamo, tinteggiavamo, carteggiavamo, verniciavamo, pulivamo la stalla delle caprette,dei maiali e dell'asino, il pollaio, il laghetto delle anatre....e il pomeriggio, in cui invece abbiamo avuto l'opportunità di incontrare e ascoltare racconti, testimonianze e consigli di persone che ci hanno aiutato a capire e imparare cos'è, come funziona il sistema mafioso e cosa possiamo fare noi come cittadini responsabili. Nel tempo libero e durante il lavori ci siamo divertiti molto, siamo riusciti a conoscerci bene, scherzare, giocare e creare un clima bellissimo in tutta la cascina, che con il passare dei giorni cominciavamo a sentire sempre un po' di più come una nostra casa. Avvicinandoci al problema mafioso ci siamo accorti di quanto è grande e grave, e di quanto può crescere se nessuno fa qualcosa, o peggio ancora, fa finta di non vedere e pur sapendo, non fa niente per cambiare le cose...la mafia c'è,ed è presente e attiva anche qui, non possiamo far finta di niente. Da questo campo torniamo tutti a casa diversi, con la grande consapevolezza di poter far qualcosa e una grande voglia di non restare con le mani in mano. Conoscere un'associazione come Libera è stato, ed è per noi avere una possibilità concreta per poterci impegnare nelle nostre città, e contagiare i nostri amici e coetanei...anche perchè da questa nostra esperienza abbiamo capito che sensibilizzare al problema mafioso è il primo passo per contrastarlo. Possiamo solo che ringraziare tutte le persone che ci hanno permesso di Vivere questa esperienza, dove sono nati legami e propositi che sentiamo sinceri e duraturi. Vedendo e Sentendo quello che questa significativa avventura ha suscitato e fatto nascere in noi, non possiamo che invitarvi e augurarvi di riuscire a viverne una che voi!