L`età anagrafica e l`età biologica: due indicatori
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L`età anagrafica e l`età biologica: due indicatori
L’età anagrafica e l’età biologica: due indicatori diversi dell’invecchiamento Purtroppo invecchiamo. Dopo i venti anni tutti iniziamo ad invecchiare. Il nostro processo d’invecchiamento è inesorabile. Le cause possono inquadrarsi in tre gruppi: cause dovute a fattori genetici; cause dovute ai fattori ambientali; cause dovute allo stile di vita. Pochi sanno che se le cellule avessero la possibilità di controllare il proprio potenziale genetico autonomamente, potendo escludere tutti i fattori nocivi esogeni che si cumulano durante la nostra esistenza, la possibilità di sopravvivenza potrebbe raggiungere circa130 anni! Ciò significa che i danni fisiologici della senescenza sono provocati maggiormente da fenomeni esterni piuttosto che da fenomeni interni di invecchiamento fisiologico. Però, nonostante l’invecchiamento, che limita le nostre funzioni, cerchiamo di fare le stesse cose come se avessimo 20 anni. Ecco allora che a 50 anni continuiamo a giocare a calcetto, a tennis; continuiamo a sciare, a fare notevoli escursioni in bicicletta; ecc, cercando di dare sempre il massimo. Non teniamo in considerazione che con l’avanzare dell’età aumentano i pericoli dei traumi muscolo-scheletrici; aumentano i pericoli dovuti al rallentamento delle reazioni del corpo in risposta all’ambiente; aumentano i pericoli dovuti fatica; ecc. Spesso tentiamo di emulare anche chi, pur avendo la nostra stessa età cronologica, riesce a fare cose che noi non siamo in grado di fare. Troppo spesso, non teniamo a buon conto il fatto che tutti abbiamo due età, una cronologica e una biologica e che quella che “vale” è quest’ultima, sempre correlata con molte modificazioni funzionali dell’organismo. Due soggetti con la stessa età cronologica possono essere molto difformi biologicamente; uno più resistente alla fatica ed uno meno, uno più soggetto a degenerazioni dell’apparato locomotore ed uno meno, uno con possibilità di ammalarsi più spesso dell’altro; così via. In soggetti della stessa età anagrafica, l'aspetto esteriore e la validità funzionale dell'organismo possono risultare estremamente differenti. Se queste diversità sono già apprezzabili in individui giovani, esse tendono a diventare progressivamente più manifeste con il trascorrere degli anni. Superare la soglia dei trent’anni, dei quaranta, dei sessanta, così via, indipendentemente da come ci si sente fisicamente, significa aver superato degli stadi di maturazione e di cambiamenti biologici dell’organismo. Ben correlato all’invecchiamento è lo stress ossidativo (disequilibrio tra la produzione e l'eliminazione di elementi chimici ossidanti), cioè il processo di aggressione da parte dei radicali liberi. Se le possibilità di intervenire sulla predisposizione ereditaria all'invecchiamento sono limitate, ben di più si può fare per migliorare i fattori esterni e le abitudini di vita responsabili delle modificazioni biologiche. Per esempio, evitando il fumo, l'eccesso di alcool, i cibi industriali, l'esposizione non protetta a radiazioni ultraviolette e persino l’eccesso di attività sportiva. Infatti tutte queste componenti sono causa dell’aumento di produzione di radicali liberi. Questi, con il passare degli anni, si cumulano nell’organismo svolgendo una potente azione ossidante, indispensabile per la nostra esistenza, ma nello stesso tempo dannosa a quasi tutti i costituenti l’organismo umano. In pratica le cellule del nostro organismo avrebbero la possibilità di dividersi e replicarsi se non fossero condizionate da una sorta di “orologio” interno che ne regolano la vita. Proprio questo “orologio” esposto all’influenza degli agenti esterni, in primis radicali liberi, e al fisiologico deterioramento della produzione ormonale da parte dell’organismo stesso, determina l’invecchiamento. Paolo Raimondi