PUNTATA 1.testi
Transcript
PUNTATA 1.testi
PUNTATA 1 – LETTERA DA LONTANO LETTERE DA LONTANO – Questo programma si chiama così, come una canzone di Jannacci, e si chiama così perché nasce in un Centro Diurno, e dal Centro Diurno va fuori, si spinge verso il mondo come se facesse un viaggio lunghissimo per arrivarci. Immaginate di esserci anche voi, di spalancare le finestre che guardano fuori, sulla strada. Ci sono così tante cose da dire, da pensare, da condividere con gli altri. Spesso queste cose te le tieni tutte dentro, non riesci a esprimerle per paura di sentirti giudicato. Così ci siamo detti: Ma, e se invece di dirle noi a voce, affacciati dalle nostre finestre a gridarle fuori, che poi ci dicono che siamo matti, le scriviamo su carta, nel silenzio delle nostre stanze e poi le leggiamo con calma ad una radio che succede? Succede che quello che scriviamo sta fermo, non se ne va fuori ballando sulle gambe, con la tremarella di essere sbagliate e poi magari, per la paura, ci scordiamo di dire proprio quella cosa lì, la cosa più importante di tutte. Invece così i nostri pensieri stanno fermi sulla carta, belli e precisi come gli abbiamo pensati, con qualche difetto forse, ma senza paure. E se anche c’è un difetto, chi se n’è importa. Al mondo nessuno è perfetto, è tutta una questione di come lo affronti. E più calma ci metti nelle cose, meglio è. Ricordo Silvia Boschero parlare di musica Suonano mille dischi a tutte le ore La cultura si esprime in modulazione di frequenza La musica è la sublimazione dei tempi Era una poesia dedicata alla radio, e scritta da Giuseppe. Noi, in queste lettere scritte con calma e con amore, ci abbiamo messo dentro il cuore, e il nostro modo di vedere il mondo, perché così come il mondo ci guarda, allo stesso modo anche noi lo vediamo, e le sappiamo tutte le cose che succedono. E questo è quello che pensiamo, scritto nelle nostre stanze e poi lanciato fuori, dalle nostre finestre spalancate, come aeroplani di carta immaginari. LA FELICITÀ Caro Antonio, volevo scriverti da parecchio tempo perché non ci vediamo da tanto. Sono successe molte cose che stavo aspettando e voglio raccontartele al più presto. Per ora ti dico che faccio un bel lavoro che mi permette di conoscere tante persone e tante storie diverse. Oggi mi chiedevo: “Cos’è la felicità?” In ogni posto del mondo rappresenta qualcosa di diverso ma non sempre ce ne accorgiamo. La felicità è la possibilità di veder crescere i propri figli in pace, di sognare, di esprimersi. Quando scriviamo o quando andiamo a teatro stiamo cercando questo tipo di libertà, qualcosa che si trova nei rapporti di amore e di amicizia. Sono molto occupato in questo mese ma vorrei avere più tempo per parlare di questo. Quando ce l’avrò sarò finalmente felice, per ora non riesco a fare tutto quello che ti dicevo l’anno scorso perché sto lavorando tantissimo. Ecco, la felicità è la possibilità di godersi il proprio tempo. Ora ti saluto e ti faccio un grosso in bocca al lupo. Un abbraccio e a presto, Cataldo Questa lettera che parla di felicità è stata scritta da Cataldo che lavora in una associazione che si chiama Salam, e che si occupa di accogliere alcune delle centinaia di migranti che ogni mese arrivano sulle nostre coste. Il suo è un lavoro duro ma per certi versi splendido, perché ti permette allo stesso tempo di toccare il mondo intero nello stesso momento in cui allunghi la mano per stringere quella di un altro uomo. Quando è venuto a trovarci per la prima volta, Cataldo era accompagnato da alcuni amici, argentini, afghani, pakistani, africani, romani. Tutti concittadini. Messaggio in farsi di Ghoulam […] Quello che avete sentito è un messaggio in farsi scritto da Ghoulam, un giovane afghano ospite di Sala. Ghoulam conosce anche l’inglese e adesso sta imparando l’italiano. Poiché è in farsi lo capiranno soltanto i suoi amici. Nella sostanza dice che la parola crea, unisce, anche quando non capisci tutto. Non sempre serve capire, a volte basta il suono. E poi, come in tutto, serve sempre un po’ di filosofia per lasciarsi andare e imparare da ciò che non si conosce. Caro Antonio, devi sapere che Platone era contrario alla scrittura i guru mettono appena il seme nella mente dell’allievo i giovani impazziscono sulla pagina e la società si rinvoltola su se stessa Saluti Giuseppe Scrive così il nostro Giuseppe, il poeta del gruppo, uomo tanto alto quanto misterioso e dedito alla filosofia indiana. Abbiamo tanta una ricchezza da esprimere, fra orientalisti, musulmani, atei o cattolici che siamo, e alla faccia di ogni guerra di religione conviviamo senza litigi. Sono altri i problemi. E la fede, anziché dividerci, ci aiuta. Perché la fede, che sia fede in Dio oppure nel futuro, è come la pelle con la vita: più è dura la vita, più diventa spessa la pelle. Chiudiamo la puntata, con una piccola, filosofica e irriverente, preghiera a Gesù, scritta dal nostro Pino. A GESÙ Caro Gesù, ti scrivo dal profondo del mio cuore, questa lettera d’amore per Te. Ti voglio dire che sono diventato un discoletto molto ribelle, e voglio che tutto ciò che si possa realizzare nel mondo si faccia solo per la tua Gloria, (nel mondo ci sono tanti modi di poter vivere, ma Tu ci hai insegnato che l’UNICO è l’amore per il prossimo, e a non fare mai ciò che crediamo di fare ma solo la tua volontà, perché tu che sei il Re dei re e nessuno può fare niente senza di te). Ti voglio un mondo di bene, e voglio che nessuno si perda mai, senza speranza. Credo in Te, come mio unico bene e vorrei che tutti i miei conoscenti stiano sempre bene di salute (come sperano tutto di bene). Evitare le guerre di parte è d’obbligo per vivere in pace con tutti. Ti voglio bene. Perdonami se non sono sempre buono.