Mobility Press Magazine

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XI Convegno Nazionale Asstra
La diritta via... ritrovata
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numero 6 - 1 dicembre 2014
Roncucci, serve una strategia complessiva per il rilancio del nostro
settore
“Serve una chiara scelta politica per rilanciare il trasporto
pubblico locale in Italia, il nostro settore è quello che sta
mostrando le maggiori difficoltà perchè dipende direttamente dalle risorse pubbliche a disposizione. Stiamo vivendo un’epoca di incertezza di fondi, alti livelli dei costi,
rapporto ricavi troppo basso, velocità commerciale ancora
troppo bassa, età dei mezzi elevata. Siamo convinti che
per uscire da questa situazione ogni soggetto dovrà fare
la propria parte per il destino del Tpl e dell’Italia stessa”.
Così Massimo Roncuncci, presidente di Asstra, nel
corso del suo intervento di apertura dell’XI Convegno di Asstra tenutosi a Siena il 20 e 21 novembre.
Roncucci ha rimarcato il fatto che “serve una strategia
complessiva, la politica deve iniziare a pensare che
non il nostro settore non è solo una fonte di costo e
di spesa ma può essere utile per il rilancio del Paese,
questa cosa in Europa l’hanno già capita da tempo”.
Secondo il presidente di Asstra l’incremento della velocità commerciale è uno tra i punti fondamentali per il
rilancio del settore, “è cambiato lo stile di vita dei cittadini, negli ultimi anni stiamo assistendo alla diminuzione
degli spostamenti e quindi dell’utilizzo dei mezzi pubblici, per questo ribadisco che servono politiche strutturali. In Italia abbiamo l’indice più basso di riempimento
dei mezzi, dobbiamo certamente rimodulare l’offerta
dei servizi garantendo il diritto alla mobilità, soprattutto
per le aree periferiche. Ultimamente stiamo notando un
maggiore interesse da parte della politica, c’è un testo
di riforma proposto dall’onorevole Michele Meta e un
decreto sui costi standard, a noi però servono scelte
chiare e che queste scelte vengano realizzate. Comunque il problema del nostro Paese non è la mancanza di
norme ma la volontà politica di applicarle”.
Per quanto riguarda la definizione dei costi standard
Roncucci ne ha rimarcato l’importanza per “superare
la spesa storica e chiarire i parametri per i livelli adeguati dei servizi di mobilità in vista della ripartizione
dei fondi. I costi standard saranno utili in futuro anche per la valutazione della gestione delle aziende.
Dobbiamo ammettere che siamo preoccupati per i tagli
che si stanno facendo agli enti locali, in Lombardia ed in
altre regioni sono stati annunciati tagli molto consistenti
con percentuali molto alte per il nostro settore. Alla luce
di questo vanno rimodulati i servizi perchè se no si met-
te a rischio la tenuta delle imprese stesse. La mancanza di certezze, l’instabilità e la durata dei finanziamenti
sono condizioni che rendono difficile l’avvio di gare”.
Sul tema delle tariffe il presidente di Asstra ha chiesto
più flessibilità, “abbiamo un sistema tariffario che è il
più basso d’Europa e allo stesso tempo abbiamo tante
agevolazioni. In queste condizioni chiediamo norme
valide in grado di combattere l’evasione tariffaria cercando il coinvolgimento del nostro stesso personale.
Chiediamo inoltre una norma che obblighi la validazione del biglietto, che se non è stata già inserita dalla
legge dovrà essere chiarito per lo meno se è materia
di competenza regionale o statale”.
“In merito alle relazioni industriali – ha spiegato Roncuncci
– devono essere le imprese ad affrontare insieme al sindacato questa questione con una rivisitazione degli accordi
di secondo livello soprattutto in vista delle prossime gare.
Proprio per quanto riguarda la gare bisogna distinguere le
dimensioni delle imprese dai lotti di gara, dobbiamo trovare sistemi di agevolazioni che facilitino la creazione di
gruppi di imprese, siamo contrari al monopolio unico che
fortifichi la posizione dominante di una sola azienda. Vogliamo prima l’introduzione della concorrenza e poi la privatizzazione perchè senza concorrenza la privatizzazione
dà solo cattivi risultati. Infine, le gare non dovranno avere
barriere artificiose ma al tempo stesso non ci devono essere regole che penalizzino il gestore uscente”.
Consulta il testo dell’intervento del presidente di Asstra, Massimo Roncucci e lo stato dell’arte e le tendenze evolutive del settore.
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numero 6 - 1 dicembre 2014
La tavola rotonda con gli assessori dopo l'appello
del presidente Roncucci
“Per uscire dalle difficoltà che le aziende del Tpl hanno
vissuto negli ultimi anni occorre un impegno diretto da
parte delle nostre aziende ma anche un indirizzo politico che, con chiarezza e trasparenza, sappia tracciare
una strada da seguire per affrontare le criticità e le prospettive del settore. Le priorità sono la definizione di un
quadro più stabile, con risorse certe che possano avviare un processo graduale di concorrenza per il mercato”.
Con queste parole Massimo Roncucci, Presidente di
Asstra e Tiemme Spa, ha aperto l’undicesima edizione
del Convegno Nazionale dell’Associazione Nazionale
Trasporti, in corso per la prima volta a Siena.
“Un altro tema molto importante riguarda la definizione dei costi standard del nostro settore – ha aggiunto
Roncucci –. Ciò che serve è una strategia complessiva
che non consideri il Tpl solo come una fonte di costo e
di spesa ma lo veda anche come un’opportunità per lo
sviluppo e la ripresa economica”.
Numerosi gli interventi di attori istituzionali locali, regionali e nazionali nonché di addetti ai lavori con loro
testimonianze in merito alle evoluzioni dei trasporti
pubblici. Presenti al tavolo dei lavori anche parlamentari, rappresentanti dell’Autorità di Regolazione dei
Trasporti e dell’Autorità Garante della Concorrenza e
del Mercato. Nella mattinata di giovedì 21 novembre
focus anche sulle tematiche della mobilità locale con
gli interventi dell’assessore regionale ai Trasporti, Vincenzo Ceccarelli, e l’assessore all’Urbanistica, Mobilità e Trasporti del Comune di Siena, Stefano Maggi.
“A Siena chiamiamo tram l’autobus, anche se il tram
non c’è mai stato – ha detto nel suo intervento l’assessore comunale Stefano Maggi –, questo perché la
nostra città è sempre stata innovativa nelle modalità di
trasporto pubblico e la prima in Italia ad avere una rete
di filobus già nel 1907. Oggi abbiamo la rete di autobus più ramificata in rapporto al numero degli abitanti
(primo posto nella graduatoria di Ecosistema Urbano
2014 per le città medio/piccole) e vogliamo intensificarla e sostenerla ulteriormente, anche per contrastare le dinamiche del traffico privato che necessitano di
una maggiore regolazione. Per questo stiamo lavorando per tornare a fare scelte politiche innovative che
permettano anche di agevolare la velocità commerciale dei bus che circolano nella nostra città”.
L’assessore Ceccarelli, nel suo intervento, si è soffer-
mato sulla gara unica del Tpl in Toscana che, proprio
in questi giorni, ha visto il recapito delle lettere ufficiali
alle realtà interessate a partecipare al percorso che
affiderà la gestione per i prossimi 11 anni. “La gara unica è già una grande sfida sia per la Regione Toscana
che per le aziende – ha dichiarato Vincenzo Ceccarelli
– soprattutto nell’obiettivo di risolvere i problemi che
affliggono il settore. L’inefficienza del Tpl appare infatti
oggi evidente in tutti i suoi principali indicatori di riferimento, specie se andiamo a confrontarli con le medie
europee. Per questo la Regione intende portare avanti
la strada delle gare che è stata inaugurata già nel 2005
su base provinciale, riducendo progressivamente il numero dei gestori e favorendo il percorso delle aggregazioni. Abbiamo di fronte una sfida molto stimolante, su
di un bacino unico, che coinvolge 199 comuni e prevede servizi su 106 milioni di chilometri. Puntiamo ad
erogare circa 300 milioni di euro di risorse pubbliche
all’anno per 11 anni. Gli obiettivi individuati sono quelli
di migliorare la qualità del servizio offerto ai cittadini,
rendere le aziende più competitive e produttive, garantire investimenti per il necessario rinnovo del parco
bus e tutelare il lavoro e l’occupazione del settore”.
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numero 6 - 1 dicembre 2014
La tavola rotonda
con gli assessori dopo l'appello
del presidente Roncucci
Quale futuro per il Tpl
tra spending review e riforma
“Il tema che come Asstra stiamo ponendo è quello di un cambio di passo radicale rispetto alle vicende che hanno contrassegnato il Tpl in questi anni; è maturo il tempo per un Mobility
Act”. Così Gianni Scarfone, AD di ATB Servizi di Bergamo
e presidente di ASSTRA Lombardia, nella prima giornata di
lavoro dell’XI convegno dell’associazione in corso a Siena.
“Già alcune delle opzioni contenute nella vecchia Legge 422 andavano in questo senso, ma ora dobbiamo
capire come mai quelle scelte non hanno avuto l’esito
che ci si aspettava. Ma la cosa più importante è che la
questione dell’efficienza del Tpl non è ancora entrata
nell’agenda della politica ai punti in cima alle priorità.
Basta guardare cosa è successo in Francia o in Inghilterra, dove si è governato il passaggio alla liberalizzazione in un modo che ha dato frutti positivi”.
Ma qual è la situazione in Italia? Complicata, dice Scarfone perché è “divisa in tre grandi blocchi, il primo con
le regioni che hanno già avviato il percorso delle gare e
dove anche solo la “minaccia” di gara ha fatto sì che le
aziende riordinassero il loro processi e ottenessero migliori risultati per i loro clienti. E qui il livello di copertura da introiti da traffico è ormai attorno al 40 per cento.
“Ci sono poi regioni che stanno cominciando ora e per finire il gruppo delle regioni che non ci hanno ancora pensato.
Se guardiamo la Lombardia, la prima regione che ha fatto una grande operazione di razionalizzazione dobbiamo
dire che lì abbiamo fatto le gare una decina di anni fa. Nel
frattempo è intervenuta una nuova Legge regionale che
ha ridefinito gli ambiti di bacino e deliberato la nascita di 5
agenzie della mobilità di bacino. Bene, le Agenzie non si
sono ancora costituite e quindi, nessuno ha fatto le gare”.
“Ora la situazione si aggrava, perchè la Giunta ha deliberato in taglio di oltre 150milioni che possono mettere in ginocchio il servizio, alla vigilia di Expo 2015. Siamo quindi
fermi sulle regole (le agenzie) e fermi sui finanziamenti, e
guarda caso sentiamo un clima che, per quanto riguarda
Trenord, ha un certo profumo di ri-nazionalizzazione”.
“Dal 2013 le Regioni hanno lavorato intensamente sul tema
dell’efficientamento dei trasporti locali presentando dei piani
che tenessero conto dei centri minori e cercando, al contempo, di non penalizzare i tanti pendolari che ogni giorno si muovono nei nostri territori”.
Così Sergio Vetrella, assessore ai Trasporti della Regione
Campania, nel corso della tavola rotonda “Quale futuro per il
Tpl tra spending review e riforma” durante l’XI Convegno Nazionale Asstra. Vetrella ha poi rilanciato la necessità di creare
un tavolo interregionale per la gestione dell’offerta di trasporto
in modo più efficiente ed equilibrata.
L’Amministratore Delegato di Arriva, Leopoldo Montanari,
ha confermato l’interesse dell’azienda tedesca di entrare sul
mercato italiano “ma serve una definizione equa del campo
di gioco, apprezziamo molto il modello di gara della Regione
Piemonte che ha definito tre lotti, distribuendo così i rischi per
le aziende, ma sono altrettanto valide le prequalifiche previste dalla Regione Campania”. Montanari ha poi marcato
l’importanza della definizione di quota modale per il trasporto
pubblico che deve essere “punto di riferimento e strumento
di spending review per far risparmiare il sistema in generale
e recuperare le risorse e l’efficienza del sistema in generale”.
Ridurre la fiducia nelle norme per cambiare la condizione
del Paese è stato il messaggio lanciato da Massimo Malena, dello studio Massimo Malena e Associati. “La legge non
sempre è utile per risolvere i problemi, molto spesso la società si organizza a prescindere e più rapidamente rispetto al
legislatore. In particolare, la definizione normativa dei vincoli
per le società che partecipano alle gare è inutile perchè sono
le stesse aziende che si organizzano in modo efficiente autonomamente”.
Secondo Malena, dunque, “l’iper-regolazione delle aziende
non è utile alle stesse aziende, serve un sistema di appalto il
più possibile efficiente con poche regole di massima ma che
siano chiare e certe”.
Scarica la presentazione di Asstra su “Quale futuro per il TPL
tra spending review e riforma”.
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Revisione del Titolo V e costi
standard
Le relazioni sindacali in periodo di
crisi: le regole generali e quelle
degli autoferrotranvieri
“Il sistema dei trasporti italiano è tutt’altro che omogeneo e
unitario. Assistiamo da più di vent’anni ad un’iniqua distribuzione delle risorse tra la gomma e il ferro e in queste condizioni il sistema che si è creato è difficile da smontare, di
conseguenza abbiamo bisogno di una politica industriale
complessiva forte e in grado di accompagnare un processo
di inversione della situazione che si è creata”.
Così Alfredo Peri, presidente di Federmobilità, nel corso del
suo intervento alla tavola rotonda “Revisione Titolo V e costi
standard” durante la due giorni dell’XI Convegno nazionale
di Asstra. “Ci deve essere qualità e tracciabilità delle risorse
per valutare la performance delle aziende. Abbiamo bisogno
– ha concluso Peri – di un’idea costituzionale del sistema Paese per uscire dalla situazione di recessione che attualmente
il nostro Paese sta vivendo”.
“A distanza di vent’anni dalla vecchia legge quadro, ci accorgiamo che i problemi in fondo sono gli stessi. Lo stato di
sofferenza economico finanziario del settore per fortuna è
concentrato in un numero abbastanza modesto di aziende, la
gran parte delle quali hanno attuato piani di efficientamento”.
Così Massimo Nitti, vice presidente Asstra e direttore generale di Ferrotramviaria, nel suo intervento. “Quando
si è passati dal vecchio sistema (il ripianamento) al nuovo (corrispettivo) si parlava già di costi standard. Certo,
prima della legge 422 quando c’era bisogno di soldi era
lo Stato che ce li metteva. Oggi quei soldi ce li devono
mettere i soci, che sono sempre amministrazioni pubbliche, ma con le regole imposte dal Codice Civile”.
“Il problema è ben altro – afferma Nitti –, ed è la mancanza
di consapevolezza che la mobilità è un diritto fondamentale.
Parigi e New York sono state infrastrutturate prima di essere
sviluppate urbanisticamente. Da noi, purtroppo, è sempre
successo il contrario.
Consulta gli spunti alla discussione sul tema della revisione
del Titolo V e costi standard proposti da Asstra.
Mettere al centro la produttività come chiave di svolta
per uscire dall’attuale crisi che il nostro Paese sta vivendo. Questo il messaggio lanciato da Michele Tiraboschi, professore del Dipartimento di Economia “Marco Biagi” – Università degli Studi di Modena e Reggio
Emilia, nel corso della prima tavola rotonda della seconda giornata dell’XI Convegno nazionale Asstra dal
titolo “Le relazioni sindacali in periodo di crisi: le regole
generali e quelle degli autoferrotranvieri”.
“Il settore dei trasporti è di fatto nelle stesse condizioni di quindici anni fa – ha affermato Tiraboschi –, con
l’aggravante della crisi. Il ‘jobs act’ annunciato da Matteo Renzi ha purtroppo tralasciato di affrontare il tema
dei trasporti, sottovalutando il fatto che il futuro del lavoro non può prescindere dall’offerta trasportistica delle città. Un altro grande tema assente all’interno della
legge delega in discussione è il valore del sindacato e
della rappresentanza, questo probabilmente è dettato
dalla volontà di iper semplificazione voluta dallo stesso
Premier”.
Tiraboschi ha poi ribadito l’importanza delle relazioni
industriali e dei sindacati perchè “servono corpi intermedi che non creino problemi ma li risolvano. Dobbiamo mettere al centro dei rapporti sindacali la produttività, ripensare al contratto collettivo collegandolo ai
contesti decentrati superando i vecchi sistemi di inquadramento, ripensando in generale che cos’è il trasporto pubblico locale in Italia”.
“Sappiamo bene che per fare un contratto dobbiamo
aggredire i fattori della produttività e sappiamo bene
che senza aziende non c’è lavoro”. Così Michele Imperio, segretario nazionale FIT- CISL nel suo intervento. “Sappiamo bene che siamo attori della continuità
del nostro lavoro e che ci sono grandi difficoltà in tutta
la società italiana. Quindi bene sulla produttività e la
sostenibilità del contratto, ma questo deve essere nella parte aziendale del contratto di lavoro quindi il contratto nazionale deve avere un’altra funzione”.
Il mancato riconoscimento del sindacato da parte del
Governo in carica è quanto denunciato da Fabio Milloch, segretario nazionale UGL. “Dobbiamo rimettere al
centro il rapporto sindacato-azienda per presentarsi al
Governo con un’idea ben precisa perchè attualmente
c’è tanta confusione e non c’è volontà di uscire da questa situazione”.
“Ognuno deve fare il suo dovere perchè siamo in una
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società complessa, affollata di regole, troppo spesso non
rispettate. Dobbiamo metterci a lavorare alacremente sui
fattori che fermano la trattativa”. Lo ha dichiarato Nicola
Settimo, segretario nazionale dipartimento TPL UILT aggiungendo che “le relazioni sindacali non possono essere fine a se stesse – ha continuato Settimo –, ma devono
contribuire anche al miglioramento del servizio”.
Alla domanda di Giorgio Pogliotti, giornalista del Sole
24 Ore che coordina il dibattito, se è il management inadeguato alla situazione che si è creata Nicola Biscotti,
presidente di ANAV, fa una premessa: “In questo settore
le relazioni sindacali, hanno ovviamente un grandissimo
peso. Sono d’accordo con chi dice che il ‘jobs act’ dovrebbe dirci, e metterci nelle condizione di aggredire un
enorme mercato della mobilità che attualmente si muove ancora con il mezzo privato. Lì ci sarebbe un grande
mercato per noi, ma questo si potrebbe fare con un maggiore impegno della politica e l’impiego di investimenti”.
“Rimane comunque il fatto – continua Biscotti – che nel
nostro settore il peso del costo del lavoro è assolutamente importante, quindi, il tema della produttività è centrale. Applicare il Lodo Martone sull’evasione tariffaria? Io,
nella mia azienda, avevo già sottoscritto un accordo con
il personale per il controllo dell’evasione e dopo il Lodo
abbiamo potuto formalizzato la cosa. Diciamo che il tema
dell’evasione è il problema principale per il nostro settore”.
“Noi imprenditori – ha concluso il presidente di Anav –
dobbiamo fare il nostro mestiere e rivendicare gli investimenti, ma le relazioni sindacali devono obbligatoriamente sciogliere il nodo della produttività aziendale, ed
in questo campo, il recupero dell’evasione è il principale
argomento da affrontare”.
“La Cgil non sottoscrisse l’ accordo interconfederale del
2009 ma abbiamo sottoscritto gli accordi interconfederali
sottoscritti all’ inizio dell’ anno con Confindustria e Confservizi”. Lo ricorda Alessadro Rocchi, segretario dipartimento Tpl della Filt Cgil, nel suo intervento. “In un settore come
questo che ha una forte presenza di manodopera il costo
del lavoro ha una incidenza importante, ma la perdurante
assenza del rinnovo del contratto non è un buon viatico
per il miglioramento del clima delle relazioni industriali.
Siamo favorevoli a che si introducano delle norme che
prima o poi diano una certezza sulla reale rappresentanza sindacale, con nuove norme per fare le elezioni dei
rappresentanti. Insomma, pensiamo ad un sistema di
misurazione del peso sindacale delle singole sigle sindacali. E qui – conclude Rocchi – potrebbe anche aprirsi la
possibilità di collegare la dichiarazione di sciopero all’oggettivo peso della rappresentatività”.
“Dobbiamo ricordare che con il Governo Prodi abbiamo
deciso che il nostro settore dovesse passare dal lauto finanziamento all’autofinanziamento diventando un vero e
proprio settore industriale che doveva trovare le risorse al
suo interno puntando al ringiovanimento del parco mezzi
e garantendo contratti di lavoro di tipo industriale”. Lo ricorda Guido Del Mese, direttore generale di Asstra, che
aggiunge “adesso, però, ci troviamo a pregare un fondo
nazionale perchè la maggior parte delle risorse date alle
Regioni sono state spese per la sanità, di conseguenza
stiamo soffrendo il fatto che gli enti locali si sono impegnati in modo diverso da quello previsto oltre che a vivere
una crisi di risorse da non sottovalutare”.
Il direttore ha poi puntato il dito contro il mancato superamento del regio decreto 148 del 1931, “il provvedimento, adottato in un regime fascista che ha superato
pure il periodo monarchico, è ancora in vigore perchè
si ha paura di affrontare il tema con una legge ordinaria. Dobbiamo muoverci perchè è indispensabile che si
lavori alla produttività a livello nazionale che superi un
sistema di regole farraginoso”.
Scarica il documento di Asstra sul DDL delega in materia semplificazione della normativa sui rapporti di lavoro,
ammortizzatori sociali e servizi per l’impiego (JOBS ACT
2) norme di interesse per il settore autoferrotranvieri.
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CHI SIAMO
TTE ha una consolidata esperienza nell’ambito del Trasporto Pubblico Locale. La nostra rete di collaboratori
comprende esperti con esperienza sia in aziende di trasporto con incarichi direzionali sia come consulenti
per enti pubblici.
Le nostre competenze vanno dalla regolazione alla pianificazione del trasporto pubblico e della mobilità in
genere, inoltre siamo esperti di sistemi informativi e sistemi tecnologici applicati alla mobilità.
PORTFOLIO
Regolazione
TTE ha svolto incarichi per la Regione Toscana sia relativamente al TPL su gomma, supportando la RT nella
fase di avvio della riforma che porterà all’affidamento di tutti i servizi di TPL della regione in un unico lotto
sia relativamente al TPL marittimo fornendo un supporto nella procedura di privatizzazione di Toremar (l’ex
società regionale toscana di Tirrenia) e del contestuale affidamento dei servizi di collegamento marittimi
con l’arcipelago toscano. La RT è stata la prima Regione a portare a compimento questo processo che ha
avuto anche l’approvazione da parte della Commissione Europea.
I nostri collaboratori hanno svolto attività di consulenza per la RT a partire dagli inizi del 2000, seguendo la
riforma della legge regionale (LR 42/98) che ha portato all’affidamento tramite procedura ad evidenza
pubblica dei servizi di TPL in lotti (14) di livello provinciale; inoltre hanno gestito l’osservatorio regionale
della mobilità per alcuni anni portando la RT ad essere stata la prima area regionale nel mondo ad avere gli
orari di TPL pubblicati e consultabili su Google Transit.
TTE gestisce l’osservatorio provinciale della mobilità della Provincia di Livorno dal 2009, l’attività consiste in
particolare nella stesura degli atti di affidamento dei servizi di TPL alle due società operatrici nel territorio
(Tiemme SpA e CTT nord srl) e nella gestione dei rapporti contrattuali con gli operatori stessi (verifica del
rispetto degli obblighi, calcolo del corrispettivo dovuto sulla base del confronto fra programmato e
realizzato).
I nostri collaboratori hanno inoltre svolto il medesimo tipo di attività per la Provincie di Firenze e di Pistoia.
Il modello di costo sviluppato da noi è alla base del calcolo del corrispettivo chilometrico della gara unica
regionale della RT e degli atti di imposizione delle Province di Livorno e di Pistoia.
Sistemi Informativi e Sistemi Tecnologici
In questi ultimi anni abbiamo sviluppato una serie di prodotti utili per il regolatore e per l’operatore per il
controllo del servizio offerto e utili per gli utenti per fruire dei servizi di TPL:
- un sistema “leggero” di monitoraggio della flotta e di verifica/consuntivazione della regolarità del
servizio,
- realizzazione di un sito web (www.infomobility.toscana.it) e di App nativa per Android e iOS (B On
Time) per la consultazione dei servizi di TPL,
- realizzazione di un vero e proprio sistema gestionale per PMI del TPL,
- realizzazione di un Travel Planner su piattaforma OTP (es. Provincia di Livorno).
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Le richieste di Roncucci per
salvare il Tpl, costi standard e
semplificazione delle norme
Le scelte industriali per le società
partecipate tra aggregazioni,
cessioni, quotazione in Borsa
“Se non ci salviamo con le nostre mani, nessuno lo farà al
posto nostro e forse sarà un bene, perché questo metterà
tutti, inesorabilmente, di fronte alle proprie responsabilità. E
sarà presto”. Massimo Roncucci, presidente dell’ASSTRA,
affida ad un paradosso il messaggio forte e un po’ accorato
che emerge al culmine del Convegno nazionale Asstra nella
giornata conclusiva dell’incontro “Trasporti pubblici: la diritta
via…ritrovata”.
“Nel corso di questi giorni abbiano sentito fino a che punto il
servizio di trasporto pubblico correrà il rischio di spegnersi nel
2015 in diverse aree del Paese per i tagli alle risorse di Regioni e enti locali – si legge in una nota di Asstra. Abbiano sentito
anche che c’è il rischio che la nuova riforma del settore potrebbe afflosciarsi una volta approdata in Parlamento Infine. Da
parte nostra abbiamo ripetuto come un disco rotto, rendete
semplice e coerente il quadro delle regole e soprattutto fate
presto e bene coi costi standard entrando nel concreto dei
numeri, perché c’è un bisogno urgente di ancorare le risorse
del settore a un sistema oggettivo e trasparente”.
Un quadro che preoccupa molto Massimo Roncucci, perché
scuote i capisaldi dell’unico percorso possibile per salvare e
sviluppare il TPL nell’attuale quadro di crisi non tanto del settore ma di tutto il Paese. “Un percorso – continua la nota – che
eviterà di lasciare a terra parecchi dei 15 milioni di persone
che ogni giorno viaggiano coi mezzi pubblici e che si fonda
sul raggiungimento di un minimo di stabilità di regole e risorse.
Per questo abbiamo bisogno di poche norme ma chiare, che
soprattutto non entrino a gamba tesa nel mercato reale che
nonostante le enormi difficoltà burocratiche e amministrative
si sta costruendo nell’ultimo periodo. E abbiamo la necessità
di mettere a sistema la regolazione di tutte le risorse per il trasporto pubblico locale con dei riferimenti oggettivi attraverso
i costi standard. Basta parlare di quello che si deve fare in
astratto. Con questa mentalità né l’Italia né il suo trasporto
pubblico possono andare avanti”, conclude il comunicato.
“A Roma stiamo cercando di costruire una strategia per
uscire dalla crisi e questa strategia tocca tre diversi campi: la revisione della rete con una vera e propria idea di
città collegata all’approvazione del Piano Generale del
Traffico Urbano, il primo dopo il 1999, la ristrutturazione
di Atac e la ricostruzione di un vero e proprio senso civico
che ha in qualche modo abbandonato la nostra città”.
Così Enrico Sciarra, Responsabile S.O. Ferrotramviario e Integrazione Tariffaria e Modale di Roma Servizi
per la Mobilità, nel suo intervento alla tavola rotonda
“Le scelte industriali per le società partecipate tra aggregazioni, cessioni e ruolo del Pubblico” nel corso
dell’XI Convegno Nazionale Asstra di Siena. “Il piano
industriale di Atac è un prodotto del management interno e definisce dei punti fondamentali: la revisione
della rete, la lotta all’evasione, il costo del lavoro e la
produttività, i costi operativi e gestionali dell’azienda.
Tutto questo discorso – ha affermata Sciarra – è strettamente collegato ai costi standard e, dobbiamo dirlo,
la città di Roma ha elaborato in anticipo e autonomamente tali livelli in collaborazione con l’Università La
Sapienza. Per quanto riguarda il piano di rientro che la
capitale dovrà rispettare dobbiamo ricordare che non
potrà prescindere dal piano di rientro dell’azienda di
trasporto, siamo davanti ad un passaggio fondamentale che segnerà il futuro della nostra città”.
“Nel nostro lavoro contano le dimensioni, basti pensare
che un solo municipio di Roma contiene due Firenze e
otto Siena, una sola rimessa produce più di un’azienda
delle città italiane medio-grandi, la nostra città ha una rete
segmentata frutto di accordi un po’ opachi e, aver messo
mano in questo sistema cercando di razionalizzarlo, ha
dato il via a ‘bombardamenti’ continui. Abbiamo deciso di
azzerare le consulenze e riordinare l’ azienda al suo interno – ha continuato Sciarra -, parallelamente però dobbiamo ricostruire l’interesse culturale all’utilizzo dei mezzi
pubblici da parte dei cittadini. Questo lavoro è stato avviato soprattutto grazie alla volontà dell’amministrazione che
pensa che la mobilità è un fattore di inclusione sociale e
che può risolvere il problema legato alle condizioni di vita
dei cittadini. Roma è una città che si è allargata in modo
incontrollato ma non dobbiamo dare per scontato che la
missione del pubblico è fallita in partenza. Il risanamento necessita sicuramente non solo di impegno ma anche
di risorse certe e adeguate, occorre ripensare le modalità
di trasferimento delle risorse, assegnandole direttamente
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alle città metropolitane per quanto di loro competenza”.
“Quale pensiero hanno gli azionisti sulle imprese del settore
dei trasporti? Quando si è costruita la vecchia legge 422, un
pensiero c’era ed era quello di prepararsi alle gare e favorire l’aggregazione. Dopo quell’epoca la situazione è rimasta
senza una linea guida: con alcune certezze: non è il modello
societario che fa la differenza, che fanno invece le regole”.
Così Giuseppina Gualtieri, Membro Giunta Asstra e Presidente di Tper, che aggiunge “anche quelle società che vengono considerate nel senso comune aziende private, sono
a tutti gli effetti aziende pubbliche, come RATP o Arriva”.
“In Italia dal 2007 al 2014 siamo passati da 160 a 127 aziende e questo dimostra che ci siamo avviati sulla strada delle
aggregazioni e non dobbiamo dimenticare che tra queste
il 63 per cento ha i bilanci in utile – ha ricordato Gualtieri -.
Purtroppo spesso i nostri azionisti si rapportano con le imprese tenendo conto dei problemi di finanza pubblica e non
dei piani industriali o del servizio ai cittadini. Sembra a questo punto che a fronte di un naturale contrasto di interessi, la
scelta più facile potrebbe essere la cessione”.
Il punto di vista degli operatori
conclude la due giorni senese
“Posso dire di essere soddisfatto di un’azienda che presenta un utile, che serve un’ampia parte della Toscana
e che si appresta a partecipare ad una gara importante
per il Tpl della regione. Non ho mai esercitato pressioni
sulle scelte aziendali, l’unica cosa che chiedo al management è solo quello di portare a casa i risultati”.
Così Bruno Valentini, sindaco di Siena, che nel suo intervento punta il dito contro le scelte strategiche non collegate a ciò che effettivamente serve alle città ma solo per
questioni di finanza pubblica. “Nel settore del tpl le aziende stanno in piedi perchè ci mettiamo i soldi noi cittadini,
e questa situazione è profondamente diversa da tutti gli
altri servizi pubblici che sono invece a carico degli utenti.
Secondo il mio punto di vista il modo più semplice per recuperare la produttività aziendale deve avvenire attraverso la vendita diretta dei biglietti da parte dei conducenti”.
Consulta il rapporto di Asstra su “Le scelte industriali
per le società partecipate tra aggregazioni, cessioni e
ruolo del Pubblico”
ri” nel corso del XI Convegno Nazionale Asstra.
Mazzoncini ha poi dichiarato che “obiettivo di
tali gare non è quello di rendere contendibile il
mercato, servono regole adatte al tipo di mercato italiano e al tipo di aziende che lavorano nel
nostro territorio e sono maturi i tempi per questo
tipo di riforma”.
La battaglia contro i bacini unici è stata ribadita
dal presidente di Anav, Nicola Biscotti. “La concentrazione in aziende grandissime è un vero e
proprio ostacolo alla concorrenza, serve un rapporto strettamente collegato con il tipo di territorio
che ci caratterizza. Negli altri Paesi, ad esempio,
oltre a grandi gruppi ci sono una serie di aziende
che continuano ad offirire servizi, la teoria dell’accorpamento – ha continuanto Biscotti – non è in
linea con le esigenze del nostro Paese. Dobbiamo
fare fronte comune perchè è indubbio che per le
regioni il tema della mobilità è di interesse resi-
“Nelle ultime due settimane abbiamo assistito alla pubblicazione di tre gare regionali per
il trasporto pubblico locale e una per il sistema ferroviario ma, ad sempio, se si analizza
in modo dettagliato il bando del Friuli Venezia
Giulia ci si accorge che le soglie di accesso
sono talmente alte che nessuna azienda italiana è in grado di partecipare”.
Così Renato Mazzoncini, amministratore delegato di Bus Italia, nel suo intervento durante la
tavola rotonda “Il punto di vista degli operato-
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duale rispetto alla sanità”.
“Il problema più grande per il settore non penso possano essere i sistemi di gara, ma ci sono altre cose
che spaventano gli operatori stranieri, ad esempio l’incertezza dei pagamenti”, così Virginio Di Giambattista,
direttore generale TPL del Ministero delle infrastrutture
e dei Trasporti. “A dicembre 2012 i debiti delle Regioni
verso gli enti locali per il servizi di trasporto pubblico
si aggira intorno ai 2.5 miliardi. Ma chi mai potrebbe
venire in Italia a lavorare in queste condizioni?”.
“Nella nuova legge – afferma Di Giambattista – ci sarà
uno stretto monitoraggio per il controllo del giro dei soldi dal momento dello stanzamento ai diversi passaggi
per fare in modo che i fondi non si fermino in qualche
angolo nascosto prima di arrivare alle imprese, quelle
che hanno erogato realmente il servizio”.
la Camera, offre con l’inserimento dei costi standard
nell’art 119, un importante segnale di quanto il tema
costituisca punto cruciale nella rilettura della autonomia degli Enti locali”.
L'intervento del viceministro Riccardo Nencini
e le conclusioni di Roncucci
Francesco Paolo Sisto (FI), sui costi standard
per i trasporti è ancora tutto fermo
“Il problema dei costi standard doveva essere risolto entro il 31 marzo 2014, invece, a differenza di altri provvedimenti di interesse indubbiamente più mediatico, è ancora
fermo. Eppure il diritto alla mobilità è fondamentale e di
rango costituzionale, al pari dell`istruzione e della salute”.
Così Francesco Paolo Sisto, presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, parlando nel corso del XI Convegno nazionale ASSTRA a Siena.
“Garantire efficienza al trasporto pubblico locale – ha
proseguito Sisto -, significa anche dare sicurezza, in
primo luogo ai cittadini e poi anche a coloro che hanno il gravoso compito di organizzare i servizi in modo
impeccabile. La riforma del Titolo V, in cantiere presso
“In Italia le aziende di TPL piccole funzionano meglio
di quelle grandi. Il problema principale del TPL italiano si annida infatti soprattutto nelle grandi città”.
Così il vice ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Riccardo Nencini, in chiusura dell’XI Convegno ASSTRA.
“Nessuna norma – prosegue Nencini – per quanto
ben fatta riesce a risolvere la problematica della vita
contemporanea delle grandi città italiane, in cui cresce l’uso del mezzo privato e scende quello del mezzo
pubblico. Il servizio che noi diamo in alcune grandi città non è considerato adeguato: il totale del costo del
servizio pubblico per gli italiani è di circa 38-39 miliardi
all’anno.
Per risollevare le sorti del Tpl il Governo sta lavorando
per apportare delle modifiche alla norma del settore,
“che sarà – aggiunge Nencini – tra poco in Consiglio
dei Ministri. Purtroppo arriva in ritardo rispetto alle gare
già in atto in Friuli, Campania e Toscana. Mercoledì
incontreremo una delegazione della Conferenza delle
Regioni per risolvere la questione dei costi standard”.
“Sulla nuova norma – precisa Nencini – confermo che è
rimasto un punto interrogativo sui bacini: un tetto da 350
mila abitanti, sopra il quale si fanno le gare; l’altra ipotesi invece prevede il ricorso alle gare anche sotto i 350
mila abitanti. Io sono più a favore della prima, vedremo.
Inoltre:
- Confermo la questione del commissariamento per
aziende che per 3 anni di fila hanno problemi di
bilancio. Dal 4° anno scatta il commissariamento.
- Le città metropolitane assumono un ruolo determi-
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nante per lo sviluppo del nostro paese in quanto
rappresentano luoghi di maggiori investimenti.
Si va nella direzione del superamento della spesa storica con l’accesso ai costi standard ma serve una loro manovrabilità. Non si possono fissare
condizioni identiche per tutte le realtà: vanno tenute in considerazione, ad esempio, le caratteristiche
morfologiche delle città.
Prosegue la lotta all’evasione tariffaria.
È prevista la possibilità di allungare il tempo di valore della gara, così da consentire di ammortizzare
gli investimenti che le aziende fanno per il rinnovo
del parco mezzi.
È prevista la clausola sociale.
Abbiamo confermato ed ampliato i diritti dell’utenza.
“Mercoledì nell’incontro sui costi standard potranno esserci opinioni diverse ma devono essere motivate. Perchè
non abbiamo un’alternativa. Dobbiamo impostare una
cornice di riferimento normativo completamente nuova rispetto a quanto fatto finora”, ha concluso Nencini.
“Le linee annunciate da Nencini sono condivisibili e
rappresentano le basi di partenza per un cambio di
passo che il nostro settore deve compiere”, conclude il
presidente di ASSTRA, Massimo Roncucci, tirando le
fila dell’assemblea nazionale.
“Spero che ci sia un percorso rapido di approvazione
– prosegue Roncucci – perché abbiamo bisogno di un
punto di riferimento per aprire una fase nuova. Questi
due giorni di lavoro hanno evidenziato un clima nuovo,
anche dal punto di vista delle imprese che non sono
venute qui a chiedere ad altri di risolvere i problemi.
Ma c’è la consapevolezza che spetta alle aziende fare
i propri passi per imboccare una nuova strada. Al Governo chiediamo di fare altrettanto”.
Sulla riforma della normativa Roncucci sottolinea “a
noi sta molto a cuore anche la questione della validazione obbligatoria per risolvere il problema dell’evasione tariffaria. I costi standard sono per noi una priorità
per iniziare a cambiare meccanismi attuali di spesa
storica. Sulle aziende in deficit condividiamo la ratio
della norma ma chiediamo anche, alla base di corrispettivi molto diversificati, di ricordarsi che un bilancio in perdita non è sempre sintomo di cattiva amministrazione, pur non volendo giustificare certe realtà.
Ringrazio tutti coloro che hanno fornito preziosi contributi ai lavori di questi giorni ma anche evidenziato
problematiche, come quelle dei sindacati, che ci fanno
capire le complesse questioni che ci attendono. Abbiamo raccolto stimoli e spunti utili per incoraggiare le
nostre imprese”.
Foto di copertina:
Samuele Mancini www.samuelemancini.it;
Alessio Duranti http://alessioduranti.weebly.com/
Mobility Magazine
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italiane a cura della redazione di www.ferpress.it
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