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C'è aria buona, la migliore d'Europa, nella piccola Vilnius, 500mila abitanti e nessuna industria pesante.
Secondo una ricerca inglese del 2010, la capitale della Lituania è un toccasana per i nostri poveri
polmoni provati dall'inquinamento cittadino. Ma non è questo che l'ha resa una meta turistica in ascesa,
soprattutto fra i giovani: la verità è che, nel bene e nel male, Vilnius è una città rock. In via K. Kalinausko
c'è il busto dedicato a Frank Zappa (nemmeno Baltimora, sua città natale, ci aveva pensato), all'Hotel
Plaza il cantante dei Noir Désir ammazzò di botte la compagna Marie Trintignant e per le strade la gente
va in giro bevendo birra Kalnapilis. E poi è chiaro che Vilnius studia per diventare la nuova Berlino.
Il motto cittadino è da tempo "ognuno è un artista" e le avanguardie lituane si ritrovano al Centro d'Arte
Contemporanea, che raccoglie le opere della meglio gioventù locale. Qui a Vilnius c'è anche la repubblica
più poetica: Uzupis, la repubblica degli artisti, con la sua costituzione, la bandiera e il suo inno. Il
ministero degli Affari esteri della Lituania ha addirittura aperto relazioni diplomatiche con il quartiere, un
tempo zona degradata. Scultori, pittori, scrittori sono andati ad abitarvi e l'hanno abbellita rendendola un
quartiere di charme simile al parigino Montmartre. Sicuramente lo spirito goliardico vi regna sovrano e, in
qualche modo, è la risposta lituana al Christiania di Copenhagen oltre che ultimo rifugio per romantici e
businessmen alternativi.
Ma accanto alla Vilnius giovane, alternativa e festaiola, resiste perfettamente conservata quella barocca,
gotica, neoclassica. Il posto migliore da cui cominciare la visita della città è sicuramente la torre di
Gedimino, che si innalza sulla collina omonima, dominando i tetti rossi e i campanili delle chiese della
città vecchia, la cattedrale e i moderni centri affaristici e commerciali sulla riva destra del Neris. Le
rovine del castello, nucleo originario di Vilnius, coronano la collina di Gedimino, accanto alla torre
difensiva occidentale che oggi ospita il Museo del castello superiore (aperto in inverno tutti i giorni dalle
10 alle 17): vari reperti archeologici illustrano la storia del castello, uno dei simboli dell'indipendenza
lituana (chi non se la sente di salire a piedi sulla collina può prendere la nuova funicolare).
La prima chiesa sorta nell'insediamento, la futura cattedrale, fu edificata nel XIII secolo, ma ben presto
tornò a essere un tempio pagano. Solo nel 1387 fu ricostruita come simbolo della conversione (forzata) al
cattolicesimo della Lituania. L'attuale edificio però è di stampo neoclassico e risale al 1777-1801. Da non
perdere la cappella barocca di San Casimiro (patrono della Lituania) che oggi accoglie il mausoleo dei
sovrani Alessandro e Ladislao IV. Il campanile, che si innalza poco lontano, faceva parte delle mura
difensive del castello inferiore, demolito alla fine del Settecento. Allontanandosi dalla cattedrale, in
direzione del Neris, s'incontra il Museo nazionale lituano (Arsenalo gatve 1, merc.-sabato 10-18; dom.
10-15), il più grande del paese: le esposizioni raccontano la storia lituana dall'Età della pietra al 1945
2014.08.27 09:36
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attraverso costumi, attrezzi agricoli, ricostruzioni di interni di case e armi.
Sempre ai piedi della collina, in Arsenalo 2, ha sede il Museo di arti applicate (mar.-sab. 11-18; dom.
11-16), con esposizioni temporanee e una collezione permanente di dipinti e oggetti d'artigianato. A questo
punto, ci si può inoltrare nella città vecchia, una delle più estese dell'Europa orientale. La via principale è
Pilies gatve (via del Castello), una strada acciottolata che inizia all'angolo sudorientale di piazza della
Cattedrale e si immette nella via Grande; seguendo quest'ultima si attraversa piazza del Municipio e si
raggiunge infine Porta dell'Alba, l'unica superstite delle fortificazioni del ?500 erette contro le invasioni
tartare, e la cui cappella sovrastante è ricolma di ex-voto. Ma passeggiare nella città vecchia è un piacere,
anche senza inseguire una meta precisa, e le molte chiese che si incontreranno, da quella di
Sant'Anna (Sv Onos baznycia), esempio di architettura gotica, a quella in stile rinascimentale di San
Michele (Sv Mykolo baznycia), attestano la posizione geografica di Vilnius, al confine fra mondo cattolico
e mondo ortodosso.
Prima dell'invasione nazista, però, Vilnius aveva un'anima ebraica molto importante, tanto da essersi
meritata il nome di Gerusalemme del nord. La comunità israelitica, che costituiva quasi la metà della
popolazione, aveva edificato in città ben 96 sinagoghe nelle aree comprese fra via Gaono e via Pylimo e
fra via Traku e via Rrudniku. Le sinagoghe furono distrutte durante la Seconda guerra mondiale e quasi
tutti i 50mila ebrei di Vilnius vennero ammassati e massacrati nel vicino villaggio di Paneriai, a 10 km
dalla capitale, dove ora un piccolo museo ricorda questo orrore (lo si raggiunge sulla strada 106,
diramazione della A16 o E28). La tragica storia degli ebrei di Vilnius è però ampiamente raccontata nel
Museo dell'Olocausto (Pamenkalmio 12, lun.-gio. 9-17; ven. 9-16). Il monumento antistante l'edificio è
dedicato a Chiune Sugihara, console giapponese a Kaunas nel 1939-40 che con i suoi colleghi salvò
6mila ebrei rilasciando loro i documenti per abbandonare il paese.
La parte ovest della città vecchia è delimitata da Pylimio gatve, ma la via più animata è Voki?iu gatve
(via dei Tedeschi, dalla nazionalità dei mercanti che in passato vi abitavano). È qui, in fondo alla via, che
si trova il Centro di arte contemporanea (mar.-dom- 11-19), dove una sala è dedicata al movimenti Fluxus,
il cui artista più celebre è la moglie di John Lennon, Yoko Ono. Nella vicina via Vilniaus, poi, si affaccia
il palazzo della famiglia patrizia Radvilos: nel museo al suo interno un'interessante galleria di oltre 200
ritratti di famiglia e una piccola collezione di opere internazionali. Al numero 41, invece, si trova l'unico
ristorante vegetariano della città, il Balti Drambliai (tel. 00370.262.0875), mentre a soli 10 minuti, in via
Pilies 16, si trova il Forto Dvaras, ristorante su due livelli che propone cucina locale con un ottimo
rapporto qualità/prezzo e sottofondo di musica lituana. Rifocillati, ci si avvia lungo Gedimino prospektas,
da dove si distingue la Vilnius moderna: il viale pedonale che inizia di fronte alla cattedrale è l'arteria
commerciale della capitale e il luogo ideale per un po' di originale shopping ex-sovietico.
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