PALLAVICINO ALBERTO MARIA PIETRO Busseto 3

Transcript

PALLAVICINO ALBERTO MARIA PIETRO Busseto 3
PALLAVICINO ALBERTO MARIA PIETRO
Busseto 3 settembre 1826-Cavoretto 15 dicembre 1899
Nacque da Giuseppe, commissario distrettuale, e da Adelaide Crotti Balestra. A due anni perse il
padre, morto improvvisamente, e venne portato a Parma poiché alla madre non rimase altro che
ritirarsi con i figli nella città d’origine, sotto la protezione della propria famiglia e dello zio, Antonio
Pasini, emerito pittore e collaboratore di Bodoni. Affermando la propria vocazione, il Pasini,
diciassettenne, si iscrisse all’Accademia Parmense di Belle Arti di Parma. Scelse la sezione di
Paesaggio, inserita in Scenografia, e, nel 1848, quella di Disegno. Gli studi, anche se non conclusi,
influenzarono la sua formazione artistica e gli fornirono strumenti che risultarono determinanti per la
sua peculiare impostazione pittorica e per la stesura grafica. Iniziò gli studi con il pittore Alusino e
con lo scenografo G. Magnani, e fu poi indirizzato alla litografia dal direttore dell’istituto, l’incisore P.
Toschi. Scontento della scuola (che gli si rivelò priva di un preciso indirizzo) e insieme costretto da
necessità finanziarie, l’abbandonò e si dedicò da solo alla litografia compilando la serie di 31 vedute
Castelli del ducato parmense (1850-1851), in cui aleggia una pacata atmosfera romantico-borghese.
Dopo aver preso parte alla prima guerra d’indipendenza come milite nella colonna di Modena (1849),
si trattenne per breve tempo a Torino. Nel 1851 fu a Ginevra e successivamente a Parigi, dove fu
indirizzato dal Toschi allo studio di Henriquel Dupont, che lo presentò al celebre acquarellista e
incisore Eugene Ciceri.
Nel 1853, nel pieno di questo fecondo periodo presso l’atelier Ciceri, inviò al Salon d’Automne la
litografia Le soir, tratta da uno studio dal vero, che segnò il suo vero esordio, coronato da un discreto
successo. Frattanto, in quei tre anni, non solo proseguì gli studi sulla tecnica litografica ma si dedicò
anche alla pittura raggiungendo i risultati forse più lucidi e genuini nei paesaggi della Senna e di
Fontainebleau, dopo lo studio appassionato del gruppo del ’30, la sua operosità a Barbizon e la
conoscenza di Théodore Rousseau e del Daubigny. S’interessò frattanto al linguaggio di Eugène
Fromentin, da cui fu vivamente influenzato. Il Fromentin fu un pittore orientalista che in Turchia era
stato davvero, non uno dei tanti orientalistes en chambre, come furono ironicamente definiti, che
dipingevano cupole e minareti sulla scorta iconografica dei libri di viaggi ma che in Oriente non si
erano mai recati. Il fascino che l’Oriente esercitò sull’Europa del Settecento e del primo Ottocento
superò il campo propriamente artistico e letterario, essendo quasi diventato una moda, un’aspirazione
diffusa.
Con il 1854 il Pasini passò nello studio di Théodore Chassériau che massimamente valorizzò in lui la
propensione per la pittura ad olio e lo iniziò all’orientalismo. Alla vigilia di arricchire la schiera dei
mestierianti che si dedicavano, senza ispirazione, agli avventurosi temi esotici, quando già la passione
romantica per l’Oriente l’aveva rapito, il Pasini ottenne nel marzo 1855, per intervento di Chassériau,
di essere aggregato come disegnatore alla missione diplomatica che, agli ordini del ministro Prospero
Bourée, si recò in Persia, Turchia, Siria, Arabia ed Egitto. Fu il momento determinante della sua
formazione artistica perché con le opere che trasse da quel viaggio (una sessantina di studi e molti
interessanti disegni), con le impressioni che immagazzinò, copiose e tenaci nella mente, oltre la
suggestione letteraria e di maniera, iniziò la sua fortuna di massimo esponente del genere verista di
stampo esotico, soprattutto in Francia (ottenne innumerevoli premi al Salon) e in Italia, dove
l’interesse per questi temi fu più tardo sia a nascere che a morire, estinguendosi solamente a fine del
XIX secolo. Il Pasini passò di successo in successo, e gli album-ricordo della rivista L’arte in Italia
riprodussero con frequenza le sue impressioni visive di alto reportage, espresse con un verismo
otticamente lucidissimo, diffondendosi in critiche lusinghiere. Lo scià stesso lo apprezzò e gli
commissionò numerose opere, mentre alle mostre della Promotrice torinese, di cui divenne assiduo
espositore, fu ricercato e stimato per le scene orientali (paesaggi, aggruppamenti di figure, costumi,
bazar animati, cacce, carovane nel deserto assolato o tra le gole dei monti) mentre quasi nessuno si
accorse dei paesaggi, come Le rive della Senna, o le vedute della Costa azzurra, del periodo parigino.
Nel 1860 intraprese un nuovo viaggio, questa volto autonomo, che lo vide al Cairo, nel Sinai, in
Palestina, a Gerusalemme, nel Libano fino ad Atene.
Al ritorno sposò Mariannina Celi di Borgo Taro e dalla loro unione nacque Claire (a Parigi, dove ormai
il Pasini risiedeva). Gli anni Sessanta furono anni di intensissimo lavoro, che videro progressive
affermazioni ai salons. Riconoscimenti convalidati dalla critica di Pelloquet, Cantaloube, Du Camp,
Duval, Merson e Th. Gautier, che sui principali giornali parigini evidenziarono la resa di un Oriente
personale, reso oggettivamente e con particolare padronanza nella stesura del colore. Invitato dal
Bourée a un nuovo viaggio, nel 1868, a Costantinopoli e in Grecia, continuò poi per anni a viaggiare,
sia nel Medio Oriente che in Europa: nel 1869, infatti, si recò con il Gérôme in Spagna e in Belgio,
l’anno successivo fu a Torino e dal 1871 si stabilì definitivamente in un piccolo centro della collina,
Cavoretto, pur con frequenti puntate a Parigi e compiendo altri viaggi. L’emozione dell’incontro con
Istanbul nel 1868 fu grandissima e operò in lui una scelta ben consapevole verso una resa di quel vero
che aveva già perseguito negli anni Cinquanta, ma che ora usciva dai limiti del paesaggismo per farsi
comprensione di un’intera società nelle sue molteplici e svariate componenti e nell’accettazione della
sua diversità. Libero, come era sempre stato, da condizionamenti ideologici e politici, il Pasini
perseguì un fedele reportage goduto nella sua essenzialità pittorica attraverso il colore. Nel 1873 il
Pasini si recò nuovamente in Turchia: mèta Brussa, una città ancor più caratterizzata dalla
policromia islamica. La messe di studi, la loro elaborazione, il favore del mercato francese,
l’importanza della Casa Goupil che lo annoverò tra i suoi pittori dalla fine degli anni Sessanta, lo
portarono in occasione dell’Exposition Universelle parigina del 1878 al massimo della sua
affermazione pubblica sia francese che italiana.
La sua personale si compose di undici quadri, tra i quali si ricordano una Caccia al falco, Passeggiata
nel giardino dell’harem, Incontro di Capi Metualis, Porta Nord della Moschea Yeni Djami. In
quell’occasione lo apprezzarono critici come Bergerat, Blanc, Cherbuliez, Claretie, Lamarre e Roux,
Lefort, Lemonnier, Leroi e Ménard, cui facevano ormai eco, anche in Italia, voci più plaudenti che per
il passato, quali Burraschino, Giacosa, Camerana, Netti e Maugeri. Seguirono anni di continuo e
coscienzioso lavoro, ormai precipuamente rivolto all’Oriente turco, fino al 1876, anno nel quale iniziò
la raffigurazione di Venezia. La città, a lui carissima, allietò la sua attività fino al 1885, solo interrotta
da due brevissimi viaggi in Spagna, uno nel 1879 e uno nel 1883. Continuò ad alimentare, nelle sue
opere, il ricordo delle terre conosciute lavorando sino all’ultimo e concludendo paradossalmente la sua
vita, a parte qualche prezioso studio dal vero colto in momenti di quiete, come Cavoretto (1879,
Torino, Galleria d’Arte moderna), da orientaliste en chambre. Ciò nonostante le opere esposte in una
personale ordinata alla Promotrice nel 1880 (Cavalli al pascolo in Siria, Gruppo di cavalieri alla porta
di una moschea, Yescil Giami, Cortile dei Leoni a Granada) lo portarono al maggior successo che un
artista potesse ottenere da vivo. Il critico F. Fontana gli riconobbe il merito di infondere tanta vita,
tanta robustezza, tanto carattere alle sue tele, pur dipingendole con quella minuteria di tocchi
capuccinesca, sul pendio della quale tutt’altri si lascerebbe sdrucciolare al leccato. Più cauta, nei
confronti del Pasini, fu la critica successiva, che riconobbe talvolta, soprattutto nelle vaste tele, dove
il Pasini è più cronista che poeta, e quando la formulazione delle masse è compromessa o l’impasto del
colore meno solido e pittoresco, uno scadere del suo verismo di base nei termini dell’obiettività
monotona, con connotazioni innegabilmente kitsch, ma solo perché l’orientalismo pasiniano
costituisce il marchio di un’epoca storicamente ben definita.
Tuttavia l’efficacia espressiva del disegno esattissimo, il felice equilibrio compositivo, i valori
cromatici e la curiosità del soggetto che cede spesso a favore di interessi più esclusivamente pittorici,
riscattano quasi sempre il Pasini dalla tentazione del fotografico, cui fu peraltro indotto dalla natura
della sua visione statica e oggettiva. Tra le opere non di soggetto orientale dell’ultimo periodo,
particolarmente piacevoli sono quelle dipinte a Venezia, impostate su una tavolozza fremente di
ombre grigie, nonché quelle destinate a illustrare i monumenti storici del Piemonte, resi fedelmente
nonostante l’ariosità dell’impianto: Veduta di Moncalieri, 1892, Interno del maniero di Issogne, 1849,
e Venezia, 1881 (Torino, Galleria d’Arte moderna), Rio Santa Maria Formosa, 1898. Dei dipinti più
rappresentativi si ricordano: Carovana che si prepara alla partenza e Rovine classiche nel deserto
(Parma, Pinacoteca Nazionale), Pattuglia di cavalieri persiani (Parma, Pinacoteca Stuard), Una
carovana nel deserto (Firenze, Galleria d’Arte moderna), Porta di un bazar e Canal Grande (Roma,
Galleria Nazionale d’Arte moderna), Bazar a Costantinopoli e Sosta di una carovana in Persia
(Milano, Galleria d’Arte moderna), Caccia al falco nei dintorni del lago di Urmiah, Il corriere del
deserto, Il Nilo, Costantinopoli, L’Alambra a Granada (Torino, Galleria d’Arte moderna), Davanti al
palazzo (Philadelphia, Pennsylvania Academy of Arts). Dopo la litografia il Pasini tentò anche, con
successo, l’acquaforte (pregevole è Abbrutimento, ricordo di Costantinopoli). L’attività del Pasini
come litografo e acquafortista non è mai stata oggetto di monografie specialistiche.
Nel 1909 fu allestita una mostra postuma della sua opera a Venezia, dove figurarono ben centouno tra
bozzetti e studi. Numerose opere del Pasini figurano nei musei di Amsterdam, Marsiglia, Milano,
Montreal, Mulhouse, Nantes, Parigi, Parma, Prato, Reims, Roma, Rouen, Sidney e Torino. Le sue
opere, vendute in ogni parte del mondo, gli assicurarono la celebrità e gli procurarono varie
onorificenze. A Parigi fu decorato della Medaglia d’Onore per la pittura, lo Scià di Persia gli conferì il
titolo di ufficiale del Leone e del Sole, il Gran Sultano di Costantinopoli quello di ufficiale dell’Ordine
del Medjidée, Napoleone III lo decorò della Legion d’Onore (1878) e il Re d’Italia dell’Ordine dei
Santi Maurizio e Lazzaro.
FONTI E BIBL.: J. Copeau, L’Orient de Pasini, Paris, 1911; M. Calderini, Alberto Pasini pittore, Torino, 1917; M.
Soldati, La Galleria d’Arte moderna del Museo Civico di Torino, catalogo, Torino, 1927; L. Venturi, Pretesti di critica,
Milano, 1929; A. Calabi, L’incisione italiana, Milano, 1931, tav. 186; P. Bucarelli, Alberto Pasini, in Enciclopedia
Treccani, vol XXVI, 1935, 439-440; R. Buscaroli, La pittura di paesaggio in Italia, Bologna, 1935; A. Dragone e J.
Dragone Conti, I paesisti piemontesi dell’800, Milano, 1947; M. Bernardi, Alberto Pasini e Giovanni Battista Quadrone,
Torino, 1949; C. Maltese, Realismo e verismo nella pittura italiana dell’800, Milano, 1967; G. Copertini, La pittura
parmense dell’800, Milano, 1971, 108-109 e 111-112; A. P. Quinsac, Ottocento painting, catalogo della mostra, New York,
1973; Catalogo Bolaffi della Pittura italiana dell’800, n. 5, Torino, 1974; A.M.Comanducci, I pittori italiani dell’Ottocento,
Milano, 1934, 507; Aurea Parma 2 1936, 67; Aurea Parma 5/6 1941, 185-190; B.Molossi, Dizionario biografico, 1957, 115;
Arte incisione a Parma, 1969, 55; L’arte in Italia, Torino, 1869, I, tav. 13, e 1870, 11, tav. 6, 31; Stella, Pittura e scultura
in Piemonte, Torino, 1893, 285-290; Natura ed Arte 1899-1900 (F. Musso); Emporium X 1900, 485-504 e LXIV 1926, 327329; Rassegna della Istruzione artistica, Roma, 1935, VI, 19; L. Chiappino, Mostra di antiche stampe litografiche, Torino,
1941, 26; L. Magugliani, La pittura dell’800 e l’Africa, Milano, 1945, II; L. Servolini, Dizionario illustrato incisori italiani
moderni e contemporanei, Milano, 1955, 613; L. Magugliani, Pittori e pittura, taccuino di viaggio, Milano, 1964; Alla
Bottega 1966 e 1968 (L. Magugliani); Comanducci, Dizionario dei pittori, 1973, 2358, 2360 e 2362; Il Giardiniere 23
maggio 1846, 78; vol. ms. Disegno; Gazzetta di Parma 11 ottobre 1852, 921, 20 febbraio 1854, 165, 31 maggio e 20 luglio
1855, 493, 659-660, 17 luglio e 2 agosto 1856, 646 e 701; G. Adorni, in Gazzetta di Parma 17 ottobre 1857, 130 e 30 ottobre
1857, 988; Gazzetta di Parma 29 settembre 1857, 878; X., in L’Annotatore 1857, 146; G. Adorni, 1858; L’Annotatore 17
luglio e 14 agosto 1858, 111-112 e 123; C. Calvi, 1858, 23; Esposizione delle opere, 1858, 12; F. G., in Gazzetta di Parma
1858, 861; Gazzetta di Parma 18 settembre 1858, 842; G. Panini, 1858, 885; P. Martini, 1862, 36; Gazzetta di Parma,
supplemento 5 marzo 1862; Il Patriota, n. 190, 1863; Gazzetta di Parma 22 dicembre 1864, 1155-1156, e 14 settembre
1865, 823; Atti della Reale Emiliana Accademia, 1867, 7; A. Rabbeno, 1870, 61; Giornale del I Congresso artistico, 1870,
151; P. Martini, 1873, 24; A. Rondani,1874, 84-86; B., in Gazzetta di Parma 1875; Burraschino, 1878; Catalogo ufficiale
generale, 1880, 87; Il Presente 27 maggio 1880; A. Rondani, 1880, 167-173; A. Ferrarini, 1882, 9; E. Seletti, 1883, II, 292301; C. Ricci, 1896, 171-172 e 363-364; Scarabelli Zunti, Documenti e memorie, v. X, ad vocem; A.R. Willard, 1898, 449454; G. Carotti, 1899, 485-504; A. Pariset, 1905, 84-86; L. Càllari, 1909, 233-234; G. Battelli, 1924, 162; G. Gatti, 1925, 5556; Città di Busseto mostra d’arte, 1926, 5, 22, 37, e 41; A. Corna, 1930, 412; G. Battelli, 1932, 244; N. Pelicelli, in ThiemeBecker, 1932, v. XXVI, 270; G. Battelli, 1939, 153-154; A. O. Quintavalle, 1939, 251; Bénédite-Fogolari-PischelFraschini, 1945, I, 140-142; A. M. Comanducci, 1945, v. II, 569-570; Galetti-Camesasca, 1951, v. III, 1868-1869; G. Allegri
Tassoni, 1952, 59-60; U.Ojetti-L.Demi-G.Lugli, 1952, 258; E. Bénézit, 1955, v. VI, 536-537; G. Copertini, in Gazzetta di
Parma 25 giugno 1959, 3; U. Galetti, 1961, 218; Pinacoteca Stuard, 1961, 47; F. Arisi, 1967, 303; A. Griseri, 1967, 20, 22 e
94; C. Maltese, 1967, 20 e 96; Catalogo Bolaffi, 1969, 352-354; Catalogo Bolaffi, 1970, 361-362; G. Copertini-G. Allegri
Tassoni, 1971, 108-112; Museo G. Lombardi, 1972, 37 e 41; Mecenatismo e collezionismo pubblico, 1974, 76-77; Parma.
Vicende e protagonisti, 1978, III, 319; L. Bonillon, Cat. du Musée de Marseille, Marsiglia, 1884; Catalogo della collezione
Daupias di Lisbona, Parigi, 1802; Catalogo della collezione Williams, Londra, 1906; Catalogo del Museo metropolitano di
New York, Nuova York, s.d.; Catalogo della collezione van den Ham, Amsterdam, 1910; Catalogo della collezione De
Kuyper, Amsterdam, 1911; Catalogo della collezione Martini, Parigi, 1911; Catalogo della collezione Boussod Valadon,
Parigi, 1919; A. Colasanti, La Galleria nazionale d’Arte moderna in Roma, Milano-Roma, 1923; L. Bénédite, Storia della
pittura del secolo XIX, Milano, s.d. (traduzione G. Fogolari); V. Pica, I pittori italiani dell’800 nella collezione Sacchi,
Milano, 1927; E. Somarè, Storia dei pitt. it. dell’800, Milano, 1928, I, 37-38; U. Ojetti, Pittori italiani dell’800, MilanoRoma, 1929, 72; A.M. Brizio, Ottocento-Novecento, Torino, 1944, 267; Enciclopedia pittura italiana, III, 1950, 18681869; D. Soresina, Enciclopedia diocesana fidentina, 1961, 340-342; G.L. Marini, in Dizionario Bolaffi pittori, VIII, 1975,
351-353; G. Allegri Tassoni, in Aurea Parma 3 1981, 312-318; Disegni Antichi, 1988, 140; Gazzetta di Parma 8 maggio
1991, 17; S. Provinciali, in Gazzetta di Parma 12 ottobre 1996, 5; Dizionario pittura e pittori, IV, 1993, 184; Alberto
Pasini da Parma a Costantinopoli, 1996, 11-18; C.F. Biscarra, Fantasia araba, quadro a olio del cavalier Pasini dimorante
a Parigi, in Società Promotrice, Album, Torino, 1863; Nostro carteggio, Parigi, Lettere d’Arte. Alberto Pasini un pittore
orientalista, in Il Dovere 28 aprile 1878; X, Alberto Pasini, in La Vita Italiana 13 giugno 1880; Athos (alias Colombo),
Esposizione artistica Alberto Pasini, in La Lombardia 3 agosto 1881, n. 213; Deuzem, Alberto Pasini, Exposition de ses
études chez M. M. Boussod et Valadon, in Figaro Salon 1883; Deuzem, Alberto Pasini, Exposition de ses études chez
Boussod et Valadon, in Figaro Salon 3 1886; P. de Katow, L’Exposition des études de Venise par Pasini, in Gill Blas 8
marzo 1886; Folchetto, Gli artisti italiani a Parigi. Alberto Pasini, in L’Illustrazione italiana giugno 1887; G.Lavini, Vita
artistica italiana, III, Alberto Pasini, in Esposizione artistica nazionale illustrata, Venezia, 1887; Cougny, voce Alberto
Pasini, in La Grande Enciclopedie Larousse, 1890; A.Rondani, Alberto Pasini, in Il Presente 16 marzo 1890, estratto da
L’Arte parmense; A.Ferrero, Alberto Pasini.L’uomo e l’artista, in La vita italiana, Torino, 1894-1895; E.Calandra,
Alberto Pasini, in L’Arte all’Esposizione del 1898, Torino, Roux e Frassati e C., 1, 1898; L.Arienti, Alberto Pasini, in
Gazzetta di Parma 20 dicembre 1899, n. 352; Alberto Pasini, in Il Caffaro 16-17 dicembre 1899, n. 349; M. Calderini, In
morte di Alberto Pasini, in Gazzetta del Popolo 17 dicembre 1899, n. 351; Caramba, Alberto Pasini, in Gazzetta di Torino
17 dicembre 1899, n. 348; G.Carotti, Artisti contemporanei. Alberto Pasini in memoriam, in Emporium dicembre 1899;
Alberto Pasini, in Corriere della Sera 1899; Alberto Pasini, in La Domenica del Corriere dicembre 1899, n. 52, Milano;
D.Donghi, Alberto Pasini, in Gazzetta del Popolo della Domenica 31 dicembre 1899, n. 53, e in Il Veneto 17 dicembre
1899, n. 347; G. Fava Parvis, Alberto Pasini, in Cronache Acquesi 6 1899; G.Fava Parvis, Alberto Pasini, in Il Messaggero
Egiziano 27 dicembre 1899; A.Ferrero, Arti e Scienze, Alberto Pasini, in La Stampa 16 dicembre 1899, n. 348; Alberto
Pasini, in Il Giorno 17 dicembre 1899; F.Musso, Arte e artisti, Alberto Pasini, in Natura e Arte 5, 1899; Alberto Pasini, in
La Perseveranza 17 dicembre 1899; A.Belforti, Alberto Pasini, in L’Orifiamma, Chieti, 1900; M.Calderini, Alberto Pasini, in
Le Journal des Arts 18 agosto 1900, n. 58; E. T., Alberto Pasini, in Rivista d’Italia 1900; A.Ferrero, Alberto Pasini, in
L’Illustrazione Italiana, 1900, 23; U.Fleres, Alberto Pasini, in Nuova Antologia I 1900; Recensione mostra individuale di
Alberto Pasini nell’VIII Biennale di Venezia, in Gazzetta di Venezia 30 maggio 1909; Annunci vari per vendita di quadri di
Alberto Pasini all’VIII Biennale di Venezia, in Gazzetta di Venezia maggio-novembre 1909; G.Lavini, Presentazione della
Mostra individuale di Alberto Pasini, in Catalogo illustrato dell’VIII Esposizione Internazionale d’arte della città di
Venezia, Venezia, Ferrari, 1909; A.Colasanti, Schede Alberto Pasini, in Catalogo della Galleria Nazionale d’Arte Moderna in
Roma, 1915; E.Ferrettini, L’opera di Alberto Pasini, in Gazzetta del Popolo 19 aprile 1917, n. 108; Direzione Galleria
Centrale d’Arte per l’incremento artistico, Catalogo dell’Esposizione postuma delle opere del pittore Alberto Pasini,
piemontese, Milano, Pirola, 1917; A.Giacconi, Le Mostre che si annunciano, L’Orientalista Alberto Pasini, in Bianco e Nero
1917; Annuncio dell’esposizione di Alberto Pasini al Palazzo Cova e di asta di un quadro per la C.R.I., in La Perseveranza
1917; E.Tozzi, Alberto Pasini, in Pagine d’Arte 3 1917; P.Baratta, La città di Busseto per Alberto Pasini, in Gazzetta di
Parma 2 giugno 1926, n. 129; G.Copertini, Le Mostre postume di Alberto Pasini e S.Marchesi all’esposizione di Busseto, in
Aurea Parma novembre-dicembre 1926, 307-309; Enciclopedia Pomba per le famiglie, a cura di F.Cosentini, voce Pasini,
Torino UTET, 1926; P.Torriano, Prefazione al Catalogo della Mostra di Alberto Pasini, Galleria Scopinich, Milano, 1926;
L.Venturi, Lega e Pasini, in Il Secolo 28 settembre 1926 (le citazioni sono in riferimento al testo pubblicato in L.Venturi,
Pretesti di critica, Milano, Hoepli, 1929); Collezione Ferria, Eredi di Alberto Pasini, Galleria Scopinich, Milano, Rizzoli e C.,
1929; A.Pettorelli, Alberto Pasini.Pittore bussetano, in Aurea Parma 1941, 185-196; A.Lancellotti, Pasini Alberto.Pittori
orientali e coloniali, in Rivista delle Colonie 1943; L.T., Alberto Pasini un grande pittore orientalista, in L’Illustrazione
Italiana 25 marzo 1945, n. 12; I.Cremona, Alberto Pasini e G.B.Quadrone, in La Fiera Letteraria 20 1949; Dizionario
Enciclopedico Italiano, voce Alberto Pasini, Roma, Istituto Treccani, 1958; A.Dragone, Alberto Pasini tra Parigi e Oriente,
in Cultura figurativa e architettonica degli Stati del Re di Sardegna (1773-1861), Torino, 1980; F. B., scheda Alberto Pasini,
in Les peintres orientalistes, catalogo dell’esposizione dei Musei di Pau, Dunkerque e Douai, 1983; J.Munro, scheda Alberto
Pasini, in The Orientalists Delacroix to Matisse, catalogo esposizione, London, M.A.Stevens, 1984; A.Borgogelli, scheda
Alberto Pasini, in Il secondo ‘800 italiano. Le poetiche del vero, catalogo dell’esposizione, Milano, Mazzotta, 1984;
P.Nicholls, Alberto Pasini.Veduta della Moschea del Collegio Ispahan, in Ottocento 17 1988; V.Botteri Cardoso, Pasini,
Genova, Sagep, 1991; Battistero di Parma, Registro dei nati ad an. 1789, 1802, 1820, 1821, 1823, 1825, 1828; Comune di
Busseto, Registro dei nati, n. 259, 1826; Collegiata parrocchiale di SanBartolomeo, Busseto, Registro dei nati, n. 78, 1826;
Archivio di Stato diParma, Presidenza dell’Interno, busta 592, atto 922, 858 in data 28 maggio 1828; Comune di Monticelli
d’Ongina, Registro dei morti, n. 132, 4 agosto 1828; Archivio di Stato di Parma, Presidenza dell’interno, busta 593, 21
novembre 1828, Protocollo della Presidenza n. 12927 della Divisione 2775.4451 P. 13688, 2935, 21 novembre 1828; Archivio
dell’Accademia di Parma, Atti 1843, Ragguaglio sulla condotta studiosa e morale degli alunni della Scuola di Paesaggio,
1843, cartella 1843, 19 luglio e 16 novembre 1843, cartella 1844, 30 maggio e 23 settembre 1844, Atti 1839-1846, v. IV, 29
luglio 1844, 282, Lettera E.Pasini, cartella 1845, Atti 1846, 29 maggio e 8 giugno 1846, due lettere firmate Boccaccio, Atti
1846, 5 giugno, n. 2723, lettera firmata P.Toschi, Atti 1839-1846, v. IV, Verbale per assegnazione di l. 30, p. 282, Atti, v.V,
1842-1852, Concorso e assegnazione, Gran premio Annuale, 1847, Registro allievi, 11 gennaio 1848, Società
d’Incoraggiamento, 17 febbraio, 10 giugno 1854, Mandati d’acquisto e note di ricevimento, Società d’Incoraggiamento, 5
maggio e 15 giugno 1855, Società d’Incoraggiamento, 26 luglio 1856, atto 12569, Atti Accademia, 1852-1857, 10 dicembre
1856, 252-254, Decreto sovrano per nomina a Membro d’onore, Lettera di ringraziamento per dono di un disegno, f.ta Lopez
al pittore AlbertoPasini, 3 gennaio 1857, Società d’Incoraggiamento, atto d’acquisto n. 225, 28 settembre 1858, atti v. VIII
(1864-1877), Verbale C.Accademico per successione L.Marchesi, 17 agosto 1862, n. 1559 e atti vari successivi, cartella 1862,
Lettera del prof.Scaramuzza al prof.A.Malatesta, n. 1572, 20 settembre 1862, Atti v. VIII (1864-77), Verbale seduta
C.Accademico per ricevimento in dono di un quadro di Alberto Pasini, 17 dicembre 1864, Lettera di ringraziamento f.ta
prof.Scaramuzza, n. 2518, 23 dicembre 1864; Società d’Incoraggiamento.Nota di sorteggio Esercizio 1864; Francia,
Ministère de l’Etranger Quai d’Orsay, Etat numerique des fonds de la corréspondance politique, n. 25, 26, 27, Perse, Paris, 1
C.M., XXXVI, 1854-1855; Préfecture du Département de la Seine, 9° me Mairie de Paris, Acte de naissance de Claire
Pasini, 30 gennaio 1862; Royal Anglo-Australian Society of Artists a Pasini, Archivio Eredi, 15-29 giugno 1891;
Metropolitan Museum of Art, Central Park New York, Archivio Eredi, 1 agosto 1896.
Dizionario biografico dei parmigiani di Roberto Lasagni