Lunedì 2 maggio «Il tuo comportamento rispecchia ciò che risuona
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Lunedì 2 maggio «Il tuo comportamento rispecchia ciò che risuona
PENSIERI DE MATTINO – MAGGIO 2016 Lunedì 2 maggio «Il tuo comportamento rispecchia ciò che risuona nel tuo cuore». Anselm Grùn Quando in noi l'impazienza o l'aggressività prendono il sopravvento, dobbiamo cercare di placare le tensioni che s'insinuano in noi. Non è forse vero che quando siamo arrabbiati le nostre reazioni sono sproporzionate e il nostro risentimento eccessivo, se comparato alla situazione o alle parole pronunciate? La nostra sensibilità non degenera forse in suscettibilità? Le nostre azioni non rischiano forse di caricarsi esageratamente del peso delle nostre inquietudini o delle nostre contrarietà? E bene talvolta procedere a un esame di coscienza e, meglio ancora, a un «esame di fiducia». Fiducia nell'altro, fiducia nella vita, fiducia nelle possibilità di ritrovare l'unità e la pace a prescindere da qualsiasi conflitto passeggero. Martedì 3 maggio «L'equilibrio è il rapporto tra ciò che l'uomo esige da se stesso e ciò di cui è capace». Bernard Grasset «Diventa ciò che sei». Questa famosa frase di Pindaro, uno dei più celebri poeti lirici greci, è stata ripresa e commentata da Nietzsche in questi termini: «Devi diventare l'uomo che sei. Fai ciò che soltanto tu puoi fare. Divieni costantemente colui che sei, il maestro e lo scultore di te stesso». Un'esortazione di questo genere non è priva di paradosso: ciò che siamo, dobbiamo diventarlo o lo siamo già? In realtà diventiamo davvero noi stessi nel momento in cui realizziamo i nostri desideri o quando rispondiamo a una chiamata. Il nostro equilibrio dipende dunque da questo adeguamento perpetuo tra l'immagine che abbiamo di noi stessi e la realtà che si concretizza nella nostra vita e alla quale ci sentiamo chiamati. Mercoledì 4 maggio «Un solo momento di gioia scaccia cento momenti di tristezza». Proverbio cinese Tutti abbiamo sperimentato quanto sia fluttuante la nostra percezione del tempo che scorre. Quando siamo in attesa di qualcosa di imminente, ogni minuto sembra durare un'eternità. Quando viviamo momenti di festa, il tempo sembra invece straordinariamente fugace. La nostra memoria è come un giardino che guardiamo a distanza: i rovi intricati dell'angoscia e delle attese interminabili, le inquietudini che ci hanno tormentato, le ansie che hanno rovinato il nostro buon umore, non ne vediamo più alcun segno: non vediamo altro che il delicato fiore dei momenti felici. Ed è per questo che il nostro giardino è bello: un solo fiore di gioia basta a catturare la nostra attenzione e la nostra meraviglia tanto da farci dimenticare cento erbacce di tristezza e di dubbio. PENSIERI DE MATTINO – MAGGIO 2016 Giovedì 5 maggio «In qualunque luogo ti trovi, non paragonarti agli altri e avrai pace». Abate Poemen (apoftegmi dei Padri del deserto) Il paragonarsi agli altri è la prima fonte di sofferenza, poiché risveglia la gelosia nei confronti delle persone e l'invidia per le cose. La serenità consiste nell'essere totalmente parte del proprio destino e nell'essere felici nel proprio giardino, senza rovinare questa sensazione guardando, oltre la siepe, il campo più grande di cui dispone il vicino... La felicità deve essere assaporata in se stessa, non in rapporto agli altri. Come non si cresce rimpicciolendo gli altri, così non si può aumentare la propria felicità desiderando che essa sia superiore a quella di coloro che ci circondano. Essere al proprio posto senza invidiare o essere gelosi, essere soddisfatti della propria sorte apprezzando ciò che si ha, senza farsi soggiogare da ciò che non si ha: ecco un buon metodo per essere felici sotto questo cielo! Venerdì 6 maggio « Non si caccia via l'oscurità con la scopa, si accende la luce». Anthony de Mello Il modo migliore per dissipare il male non è combatterlo, ma far trionfare le forze del bene. Il risultato può sembrare lo stesso, ma lo spirito che ci anima è totalmente differente: combattere il male è lottare contro; difendere il bene è lottare per. Da un lato la messa in atto di un'energia negativa, dall'altro quella di un'energia positiva. Come puntualizza Anthony de Mello: «Più lottiamo contro l'oscurità, più ci stanchiamo. Ma quando sprigioniamo la luce della coscienza, l'oscurità si dissolve». Preoccupiamoci di rivestire le nostre battaglie di un'energia positiva e non smettiamo di accendere la luce della nostra coscienza. Lunedì 9 maggio «La natura della pioggia è sempre la stessa eppure dà vita sia alle spine nelle paludi sia ai fiori nei giardini ». Proverbio arabo Dovremmo imparare a dire «è bello» quando piove, perché anche la pioggia è bella e benefica. Non dovremmo maledire l'evento apparentemente negativo, perché potrebbe essere ambasciatore di una buona notizia. Dovremmo imparare a contemplare gli esseri viventi e le cose la cui bellezza non salta subito all'occhio, perché la bellezza è ovunque, perfino nelle miserie del mondo, se esercitiamo il nostro modo di guardare. Dovremmo accettare di camminare con gioia su sentieri difficili, abbandonati o poco agevoli, perché nel corso del cammino potrebbe anche capitarci di vedere panorami spettacolari. Dovremmo esercitare il nostro sguardo e stimolare il nostro spirito a percepire nella filigrana dell'invisibile che tutto è permeato di bellezza e di significato, anche ciò che saremmo tentati di respingere o di evitare. PENSIERI DE MATTINO – MAGGIO 2016 Martedì 10 maggio «La tenerezza agisce meglio quando la dispensi senza che ti venga chiesta». Mario Mercier La tenerezza penetra nello spazio di gratuità suscitato dall'alterità che ama. Deve evitare tutti i «niente per niente», le regole del «dare e avere» alle quali soggiacciono senza esitare le nostre società d'interesse, ma soprattutto deve obbedire alla delicatezza di una attenzione assolutamente spontanea e disinteressata. Mario Mercier ha quell'approccio poetico per cui «un uomo senza tenerezza è come una foresta senza uccelli». E sicuramente la tenerezza è un sentimento che canta in sé. E ciò che canta in sé è proprio ciò che ci porta a essere incantati... Soffermiamoci sul senso di certe espressioni: si «prova» amore ma si è «sopraffatti» dalla tenerezza. La tenerezza è un po' come un'ondata di fondo che ci scaraventa al largo dell'altro, come se un sentimento più forte di noi ci attraversasse e, in quell'occasione, ci autorizzasse a una grande traversata verso nuovi orizzonti. Mercoledì 11 maggio «Le nostre fedeltà sono cittadelle». Charles Péguy Di fronte all'accelerazione della realtà, all'inconsistenza degli uomini e all'imprevedibilità della vita, la fedeltà appare come una scommessa. E' l'ultima sfida, la cittadella in pieno deserto, l'isolotto in mezzo al mare agitato degli eventi. Ciò che c'è di forte in noi è la nostra parte di fedeltà, questo modo di iscrivere nell'eternità istanti destinati a sparire, di rimanere sulla torre di guardia, pronti ad affrontare la furia delle intemperie, gli assalti barbari, per sempre. G io ved ì 12 maggio «Una fiammella può accendere un grande fuoco». Josemana Escrivà Avere fede è accettare l'idea che lo slancio di uno solo possa sconvolgere l'immobilità di tutti, che basti un pizzico di sale per dare gusto a una pietanza, che una serie di scintille abbia il potere di accendere un fuoco immenso, che un solo sostenitore dell'amore possa, per effusione, sconfiggere l'odio e ristabilire la solidarietà. Se crediamo abbastanza nella capacità di influsso che ha l'infinitamente piccolo sull'infinitamente grande, se accettiamo l'idea che il singolare possa convertire l'universale e che un solo essere umano possa essere in grado di influenzare il mondo intero, allora avremo davvero una fede che sposta le montagne... PENSIERI DE MATTINO – MAGGIO 2016 Venerdì 13 maggio «Siamo tutti in basso, ma alcuni di noi guardano le stelle». Oscar Wilde La felicità è più una questione di percezione che di favori esteriori. È la famosa storia del bicchiere che l'ottimista vedrà mezzo pieno e il pessimista, invece, mezzo vuoto. Così, la contrarietà può egualmente portare al disfattismo o allo slanc io. Il fallimento può essere adombrante o fortificante, dipende. Dipende da come lo accogliamo. E se nessuno si sognerebbe di scambiare la notte per il giorno, o di confondere tenebre e luce, alcuni hanno la facoltà di agganciare il loro sguardo alle stelle, e di veder sorgere la tenue speranza, anche nella notte più profonda. Quella speranza che finisce per trionfare con le prime luci dell'alba. «C'è la speranza che è la più forte! C'è la gioia che è la più forte! C'è l'amore che è il più forte! » (Paul Claudel). Lunedì 16 maggio «Non c'è coraggio triste». Marcel Jouhandeau Spesso si definisce una parola contrapponendola al suo contrario. Proprio come la libertà può essere definita, di primo acchito, come l'assenza di costrizioni, il coraggio, si potrebbe dire, è il contrario della rassegnazione. È anche la testimonianza di uno slancio vitale, di una energia che ci spinge ad agire a dispetto di tutti e tutto. È il coraggio che ci permette di superare i moti di scoraggiamento, gli scetticismi, le reticenze. Bisognerebbe ricordarsi più spesso di queste parole di Roger Caillois, secondo il quale «la libertà esiste soltanto là dove l'intelligenza e il coraggio arrivano a far presa sulla fatalità»... Il coraggio è sempre un'intesa con le forze di vita, un modo di sposare il proprio destino per il meglio e per il peggio ed è per questo che è sempre accompagnato da entusiasmo o gioia. Perché celebra le nozze PENSIERI DE MATTINO – MAGGIO 2016 Martedì 17 maggio «Non c'è azione senza un pizzico di follia, senza un'insensatezza sovrana, che non si cura della ragione». Emmanuel Mounier Le nostre azioni non sempre obbediscono a motivazioni ragionate. Non sempre agiamo conoscendo le cause... e le conseguenze! Ed è bene così. Anche se è auspicabile che le nostre scelte siano pensate e ponderate con grande attenzione, ce ne sono alcune, altrettanto coinvolgenti, che riposano sulla spontaneità di uno slancio, sulla forza irresistibile del nostro entusiasmo, sull'adesione immediata della nostra profonda convinzione. Louis Evely diceva che «le scelte che facciamo e che coinvolgono il nostro futuro si fondano molto più su un'esplosione di speranza che su qualsiasi ragionamento». Siamo esseri di ragione, ma anche di passione. E la nostra verità è custodita nel cuore tanto quanto nella testa; è anche buona cosa che le grandi decisioni, le azioni decisive, non derivino esclusivamente dal nostro desiderio o dalla nostra intenzionalità, ma scaturiscano talvolta da uno slancio inatteso, bello e ingiustificabile quanto la gratuità. Questa folle gratuità che si trova nelle più belle storie d'amore e che va così oltre noi stessi da spingerci a superarci! Mercoledì 18 maggio «La candela non perde la sua luce trasmettendola a un'altra candela». Proverbio giapponese Il nostro approccio alle relazioni umane è sempre caratterizzato da una riserva. Ci impegniamo con più facilità nel confronto che non nella cooperazione, nel rapporto di forza che non nel cammino d'alleanza. Se siamo reticenti a donare è perché temiamo di non ricevere nulla in cambio. Che il dono debba essere gratuito sembra evidente e ciononostante, anche nei nostri affetti più cari, ci è difficile donare senza ricevere. Ci ritroviamo più spesso dalla parte del «non si fa niente per niente» che quella del vero dono, dalla parte del desiderio segreto d'accaparramento che non del puro dono di sé. Da dove deriva questa reticenza? Dal nostro disprezzo nei confronti del mondo dei sentimenti, che non costituiscono una scorta a cui attingere, e quindi soggetta a esaurimento, ma che potremmo paragonare a una sorgente che è tanto più copiosa quanto più la si utilizza. Donando goccia a goccia rischiamo di ostruire la fonte, non dobbiamo correre questo rischio! Liberiamo la fonte della nostra energia vitale! Liberiamoci, dando libero sfogo al meglio di noi stessi! PENSIERI DE MATTINO – MAGGIO 2016 Giovedì 19 maggio «L'ape coscienziosa non ha tempo per la tristezza». William Blake Secondo la saggezza popolare «l'ozio è il padre dei vizi». Si potrebbe aggiungere che esso finisce per portare a quello che gli antichi chiamavano taedium vitae, l'avversione nei confronti della vita. Se è vero che talvolta è buona cosa non fare nulla e che l'azione non consiste nel mostrarsi sempre indaffarati, bisogna trovare un giusto equilibrio proprio per non perdere il gusto della vita. Si scoprono più sintomi depressivi nei ricchi oziosi, che hanno «tutto per essere felici », che negli impiegati bisognosi che vivono con poco. In questo senso, il lavoro che co sta, la fatica che esige, l'obbligo che sollecita, anche se talvolta sogniamo di liberarcene, sono proprio quei vincoli che nello stesso tempo ci legano e ci liberano, donando senso ai nostri giorni. Venerdì 20 maggio «Il futuro è di coloro che credono nella bellezza dei propri sogni». Eleanor Roosevelt Il sogno, spesso screditato e deriso da coloro che si definiscono «realisti», ha un potere straordinariamente trasformante e sollecitante. Il sogno è un acceleratore di emozioni e motivazioni, galvanizza le energie aprendo il campo delle possibilità e rendendoci capaci di cambiare il corso delle cose o di trasfigurare una realtà banale. Colui che sa sognare, che sa immaginare, eleva il suo entusiasmo così in alto da asservire la realtà ai propri sogni. Tutte le grandi scoperte, tutte le grandi azioni, tutto ciò che ha influenzato la storia dell'umanità non è stato compiuto sotto la spinta della necessità o degli obblighi della vita concreta, ma per inseguire un sogno. Gaston Bachelard aveva questo motto: «Immaginare è alzare la realtà di un tono». Realizzarsi è elevare i propri sogni fino all'età adulta della realtà e alla maturità del desiderio soddisfatto. PENSIERI DE MATTINO – MAGGIO 2016 Lunedì 23 maggio «Guardatevi dalla tristezza, è un vizio». Gustave Flaubert I nostri strani cuori sono fatti in modo che proviamo un'oscura gioia nel constatare che le nostre previsioni funeste si avverano, come se il fatto di avere previsto una calamità costituisse una sorta di consolazione. Come osservava il filosofo Alain, «la tristezza non è mai né nobile, né bella, né utile». Sarebbe meglio continuare a sperare nel ritorno del bel tempo piuttosto che versare nella cupezza per il triste piacere di proclamare, alle prime gocce di pioggia: «Ve l'avevo detto ». Perché la tristezza è come gli scarafaggi, quegli insetti ripugnanti che, una volta insediati in casa, si riproducono a una velocità impressionante. A livello mentale, la malinconia dà vita a innumerevoli idee tetre striscianti e nocive che si chiamano: pessimismo, malinconia, afflizione, inquietudine, scoraggiamento. Per scacciarle, niente di meglio di una cura di buonumore, quell'impulso a trovare buona ogni cosa e a ritenere che tutto abbia un senso, anche gli eventi apparentemente negativi o sgradevoli. Non ci resterà che intonare la famosa canzone: «Qu'est-ce qu'on attend pour ètre heureux?» (Che cosa aspettiamo a essere felici?) fino a non riuscire più a disfarci di questo motivetto. Sì, che cosa aspettiamo, in fondo, a essere felici? Martedì 24 maggio «La regola del lavoro efficace non consiste nel fare tutto ciò che si vuole ma nel volere ciò che si fa». Emmanuel Mounier Agénor de Gasparin diceva che «non vediamo i nostri doveri quali essi sono, se non il giorno in cui essi ci appaiono belli e cominciamo ad amarli...». Se riusciamo ad accettare senza reticenza un compito, questo diventa un piacere. Meglio: tutto ciò che è compiuto contro voglia è sterile per natura, mentre tutto ciò che è fatto con il cuore è fecondo per natura. Di fronte a un'imposizione pressante o a un obbligo sgradevole, non è mai tempo perso quello speso a correggere il nostro cambiamento di umore iniziale e a trasformarlo in un assenso devoto, docile perché si esprima pienamente la soddisfazione del dovere compiuto. Questo esercizio non è facile; tuttavia non rientra nell'ambito dell'impresa sportiva! Pronti a provare? Sperimenterete una percezione totalmente inedita della libertà PENSIERI DE MATTINO – MAGGIO 2016 Mercoledì 25 maggio «Impossibile è una parola che non pronuncio mai». Colliri d'Harleville La nostra morale di comportamento ha la vocazione di porre il limite delle nostre azioni in rapporto agli altri: ci vietiamo per esempio l'ipocrisia, il tradimento, il furto, l'inganno. Perché non facciamo lo stesso con le parole che pronunciamo? In effetti ogni parola ci impegna, non fosse altro che per la predisposizione alla quale c i prepara. I «non ce la farò mai» ci conducono certamente in vicoli ciechi, non perché essi esistano davvero, ma perché li creiamo. I «ci credo», al contrario, ci permettono di aprire il mondo dei possibili, anche quando ci si presentano oggettivamente strade senza uscita. Così possiamo sostenere che il successo e il fallimento, prima di esprimersi attraverso circostanze esterne, preesistono nel nostro spirito. Scacciate dalla vostra mente questi consiglieri traditori che sono: «è impossibile», «non ce la farò mai», «non fa per me» e richiamate i difensori ardenti come: «ci credo», «bisogna rischiare», «ho fiducia, qualunque cosa succeda»... Se questa sarà la vostra scelta, la vostra interiorità sarà come una cittadella inespugnabile. Giovedì 26 maggio «Amate la vostra solitudine, sopportatene la pena: e che il lamento che ne scaturisce sia bello». Rainer Maria Rilke Conviene distinguere la solitudine come isolamento, dalla solitudine come ricerca interiore. La solitudine del disperato dalla solitudine del contemplativo. La «grande solitudine interiore», che Rilke evoca nei suoi scritti, è una solitudine benefica, perché è la solitudine dell'approfondimento di sé, nel senso che permette di divenire ciò che si è. La ricerca della propria verità passa sempre dagli effetti congiunti della solitudine e del silenzio. Il ritiro lontano dal mondo e dal rumore, le «ricariche» che vogliamo vivere come rotture dalla quotidianità, non hanno altro senso. Ci sono cose che niente e nessuno può darci che appartengono alla nostra intimità più profonda. E se i rapporti umani, che ci offrono questa immensa ricchezza di sentirci in relazione, possono in seguito aprirci ad altri orizzonti, è prima di tutto in una solitudine frequentata che possiamo sperare di trovare la chiave che apre le nostre porte chiuse. E' nel profondo di questi deserti interiori che tutto si svela all'improvviso. Il vuoto che scaviamo in noi è destinato a essere riempito da questa pienezza alla quale aspiriamo ardentemente. PENSIERI DE MATTINO – MAGGIO 2016 Venerdì 27 maggio «Rifletti lentamente, ma metti in atto rapidamente le tue decisioni». Isocrate La riflessione non deve mai essere precipitosa se deve ispirare azioni fruttuose. Prendersi il tempo non è mai una perdita di tempo. Un successo è sempre nutrito da una lunga maturazione. Quando ci sembra che le cose si compiano troppo lentamente, dovremmo pensare al centometrista che ha alle spalle anni di preparazione, di disciplina perseverante e di sforzi continui e si gioca la carriera in una corsa che dura meno di dieci secondi. Minuzia della preparazione, rapidità dell'azione: questo dominio di ritmi radicalmente diversi è probabilmente il preambolo fondamentale di una riuscita durevole. Lunedì 30 maggio «Ricordatevi sempre che la vostra decisione di riuscire è più importante di qualsiasi altra cosa». Abramo Lincoln Ci sono molte strade per raggiungere il successo. Ciononostante, se si osservano i percorsi celebri, ci si rende conto che il successo nasce più da una forza interiore che dal favore delle circostanze. Così, l'essere umano che ce la fa potrebbe essere definito come qualcuno che è in origine portatore di successo, tanto è vero che è questa coscienza a scatenare le condizioni propizie all'avvento di incontri decisivi o circostanze provvidenziali. Il filosofo Alain aveva ragione a considerare che sono le passioni e non gli interessi a guidare il mondo. La forza interiore di un essere umano è la sua capacità di entusiasmo e di fiducia (in se stesso e negli altri, nella vita, nella sua buona stella o nella Provvidenza), che gli infonderà tanta perseveranza e smuoverà nel suo intimo tanta energia da fare sì che nulla lo distolga da un progetto da concretizzare, o da un sogno da realizzare. Martedì 31 maggio «La vita è un mistero da vivere, non un problema da risolvere». Gandhi La vita non è fatta tanto di problemi da risolvere quanto di misteri da rispettare. Ci piace fissare degli obbiettivi, degli scopi da raggiungere, mentre la vita è innanzitutto uno slancio verso qualcosa che non si conosce. Ecco perché il nostro destino si inscrive in una convergenza di misteri: mistero degli eventi, degli incontri, del concorso di circostanze, dei risvolti delle situazioni, tutte cose che non dipendo no affatto dalla nostra volontà. Rainer Maria Rilke, nelle sue famose Lettere a un giovane poeta, dava questo straordinario consiglio: «Sforzatevi di amare le vostre stesse domande, ognuna come una stanza che vi è preclusa, come un libro scritto in una lingua straniera. Non cercate per il momento delle risposte che non possono esservi date. Limitatevi per il momento a vivere le vostre domande. Può darsi che, semplicemente vivendole, un giorno finirete per entrare inconsapevolmente nelle risposte ».