operaAntonio Sant`Elia - Studio per la Città Nuova

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operaAntonio Sant`Elia - Studio per la Città Nuova
24 novembre 2004 delle ore 16:07
opera
Antonio Sant’Elia - Studio per la Città Nuova
Visionario, innovativo, audace. Razionale e rigoroso, quanto avveniristico. Datato 1914, alla vigilia
della Grande Guerra. Uno schizzo di Antonio Sant’Elia racconta la città che verrà. Fatta di
grattacieli, strade sopraelevate che entrano nelle case. Ferro, cemento e vetro. Per dominare una
vita all’insegna della velocità…
Pubblicato nel Manifesto dell’Architettura
Futurista (dato alle stampe nell’agosto del
1914) questo schizzo riassume il concetto di
architettura e l’idea di città dell’unico
movimento d’avanguardia italiano, il Futurismo.
Nel progetto, s’impone prepotentemente l’idea
di architettura nuova del giovane comasco
Antonio Sant’Elia che stava divenendo,
intorno agli anni ’10 del XX secolo, uno degli
intellettuali tra i più innovativi e geniali del
panorama architettonico italiano.
L’opera è il compimento ideologico della
modalità di costruire da parte dei Futuristi,
avvenuto attraverso cinque anni di grande e
fervida ricerca plastica ed architettonica. Esso
è una delle testimonianze più valide dell’origine
dell’architettura italiana contemporanea.
Studio per la Città Nuova fa parte di una
numerosa serie di schizzi di edifici
monumentali iniziati nel 1909 e mai pubblicati
nella loro globalità, nei quali gli elementi
dominanti sono la volumetria netta delle forme,
l’uso massiccio di contrafforti, le grandi
scalinate -che danno un andamento piramidale
alla costruzione- e le enormi superfici a forma
di cupola. Quest’ultimo elemento, che
Sant’Elia usa in moltissimi altri progetti, gli
deriva dallo studio attento e profondo dei lavori
dell’architetto secessionista viennese Otto
Wagner che egli considerava uno dei suoi
maestri.
In quest'opera la principale ispirazione è la
metropoli e i suoi elementi caratterizzanti quali
la monumentalità e la grandiosità delle forme,
il cui forte pronunciamento verticale
corrisponde alle molteplici comunicazioni
orizzontali quali il traffico, la velocità delle
automobili e della linea ferroviaria. Sant’Elia,
immagina la città come un grande cantiere
caotico e dinamico nel quale poter inventare,
osare grazie all’ausilio di materiali innovativi
come il cemento armato, il ferro ed il vetro. E’
sorprendente infatti, la grande capacità di
anticipare i tempi, introducendo episodi che
allora apparivano rivoluzionari come il blocco
di appartamenti sulla sinistra dello schizzo;
elemento questo, che verrà sviluppato venti
anni più tardi dall’architetto Henri Sauvage.
E’ una immagine densa dalla quale provengono
tutti gli spunti per l’ideazione di una città in
perenne trasformazione, effimera, nella quale
l’edilizia è improntata all'estetica della praticità
e alla valorizzazione delle strutture nude
realizzate con il cemento armato. Sant’Elia con
questo progetto immagina di dare la possibilità
agli uomini di vivere tra pareti di ferro con
mobili d'acciaio e liberarli da esempi di fragilità
e di mollezza come il legno e le stoffe. Tutto è
all’insegna del nuovo. L’architettura, dunque,
al servizio della vita moderna fatta di
movimento e di velocità.
a cura di E.nrico Crispolti, Roma, Palazzo delle
Esposizioni, 7 luglio – 22ottobre 2001,
Mazzotta Editore, Milano, 2001;
- LLORENC BONET, Antonio Sant’Elia,
TeNeuses, Barcellona, 2003.
Antonio Sant’Elia
Studio per la “Città Nuova”, 1914
Pinacoteca dei Musei Civici, Como
Matita e inchiostro su carta, cm.52, 5 x 51,5
alessandra marzuoli
progetto editoriale a cura di daniela bruni
indice dei nomi: Otto Wagner, Marinetti,
Boccioni, Dem
.
biografia
Antonio Sant'Elia nasce il 30 Aprile 1888 a
Como. Nel 1903 completa gli studi tecnici,
quindi si iscrive e frequenta la scuola di Arti e
Mestieri «G. Castellini», nel corso di
costruzioni civili, idrauliche e stradali. Nel
1906 si diploma capomastro trovando subito
impiego tra gli addetti al completamento del
Canale Villoresi a Milano. Nel 1909, dopo aver
inviato per un giudizio redazionale lo studio di
una villa alla rivista "La Casa" ed avendone
ottenuto la pubblicazione, decide di iscriversi
all'Accademia di Brera nel corso di
Architettura, ma non ne consegue il titolo. Nel
1912 sostiene all'Accademia di Belle Arti di
Bologna l'esame per il diploma di «Professore
di disegno architettonico». Nel 1913, decide di
aprire uno studio di Architettura a Milano, pur
continuando la collaborazione con lo Studio
Cantoni per cui disegna gran parte delle tavole
progettuali relative al concorso per la nuova
sede della Cassa di Risparmio di Verona. Il
progetto si classificò tra i primi cinque. Nel
luglio del 1914 esce su un volantino della
direzione del Movimento Futurista uno scritto
santeliano con il titolo «Manifesto dell'architettura
futurista». Nel luglio del 1915 l'Italia decide il
proprio intervento nel conflitto mondiale e
Sant'Elia, condividendo le idee degli altri
esponenti futuristi, si arruola insieme a
Boccioni e Marinetti. Nel 1916, appena
ventiseienne, in testa ad un plotone nel Carso,
durante un'azione d'assalto muore colpito in
fronte da una pallottola di mitragliatrice.
bibliografia essenziale
-Marinetti e i Futuristi, a cura di Luciano De
Maria con la collaborazione di Laura Dondi,
Garzanti Editore, Milano, 1994;
- Futurismo 1909-1944, catalogo della mostra
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