Relazione su azione n. 4: attività internazionali

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Relazione su azione n. 4: attività internazionali
PROGRAMMA DI SVILUPPO DI UN
SISTEMA MANGIMISTICO REGIONALE
ESENTE DA OGM
Relazione su Azione n. 4
Attività internazionali
Fondazione Diritti Genetici
Regione Lazio - ARSIAL
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Il Programma di sviluppo di un sistema mangimistico regionale esente da OGM contempla
un’azione volta alla realizzazione di attività internazionali finalizzate a integrare le
iniziative del progetto in un quadro che faccia leva su opportunità di relazione e di contesto
che superino i confini nazionali.
Nell’ambito del Programma in oggetto sono state realizzate numerose attività di
interlocuzione con esperti, istituzioni e operatori della filiera che possono concorrere ad
azioni di approvvigionamento di materie prime mangimistiche non-GM e alla messa in
sicurezza di tali forniture nel quadro di uno scenario di medio termine.
Le relazioni internazionali che si sono sviluppate nel quadro del Programma si sono
orientate prevalentemente lungo due direttrici: europea e brasiliana. La scelta prioritaria di
privilegiare rapporti in Europa e in Brasile nasce dall’esistenza di condizioni propedeutiche
alla realizzazione di economie di scala, indispensabili al fine di garantire operazioni
economicamente sostenibili di importazione e uso di derrate non-GM. In Europa, infatti, il
movimento e la cooperazione tra operatori commerciali, organizzazioni senza fini di lucro
e istituzioni ha generato un importante spazio di mercato per le produzioni caratterizzate
dall’assenza di OGM in tutto il processo produttivo e ha permesso la costruzione nel tempo
di sistemi altamente affidabili e certificati di filiera non-GM che poggiano la propria
sostenibilità sull’ampio bacino produttivo brasiliano.
Funzione di primaria importanza in questa direzione è l’attività catalizzatrice svolta dalla
Rete delle Regioni OGM-free d’Europa. La rete ha infatti individuato nelle forniture di
derrate non transgeniche –e più nello specifico di soia non-GM- una delle aree prioritarie
di azione, funzionali ad arginare l’inerzia che porta verso filiere zootecniche contaminate
da OGM e a dimostrare al mercato e alle istituzioni comunitarie e nazionali la fattibilità
tecnica ed economica di scelte libere da OGM. Il percorso concettuale e realizzativo della
Rete delle Regioni OGM-free è stato accompagnato dalla Fondazione Diritti Genetici sin
dai suoi primi sviluppi, grazie anche all’interlocuzione diretta con gli uffici della Regione
Bretagna responsabili dell’implementazione della linea di lavoro consacrata alla
mangimistica non-GM e questo ha generato un ‘vantaggio di posizione’ per la realizzazione
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delle azioni previste dal Programma permettendo anche di maturare rapporti con il mondo
della fornitura di derrate non-GM, con particolare riferimento al Brasile.
Le azioni di interlocuzione transoceanica nascono infatti dalla preesistente attività e
partecipazione agli incontri preparatori e realizzativi dei meeting sulla mangimistica nonGM promossi nel quadro della Rete Europea delle Regioni OGM free, sotto la leadership
della Regione Bretagna, che ne ricopre il ruolo di capofila tematico, e con l’attiva
partecipazione di regioni italiane e di talune organizzazioni della società civile, a partire
proprio dalla Fondazione Diritti Genetici.
Sin dal primo meeting sulla mangimistica non-GM, la Fondazione Diritti Genetici ha infatti
svolto un ruolo di facilitazione e di catalizzazione dell’attenzione dei principali portatori di
interesse italiani, cosa che le ha permesso di stringere rapporti fecondi con le controparti
internazionali che presidiano ai processi di fornitura a monte del settore mangimisticozootecnico. Questo pacchetto di relazioni è stato infine messo a frutto durante la
realizzazione del Programma sia per la compilazione del rapporto sulla fattibilità tecnica
ed economica delle filiere mangimistico-zootecniche non-GM che per l’acquisizione di
informazioni di mercato da socializzare con i portatori di interesse economici e istituzionali
interessati al tema.
Oltre alla direttrice europea è stato alimentato con particolare attenzione un asse brasiliano
di interlocuzione, essendo il paese lusofono del Sud America il principale bacino di
produzione di soia convenzionale e partner di primaria rilevanza commerciale per l’Europa
e l’Italia, oltre a essere quello con più consolidata esperienza nel trattare partite di volumi
consistenti con robuste garanzie certificatorie. Pur in presenza di talune alternative per
quanto attiene agli approvvigionamenti di soia non-GM (India e Ucraina, in primis), il
Brasile si caratterizza per una prospettiva di breve-medio termine di tenuta sia delle
estensioni coltivate a soia non-GM che sul fronte delle contaminazioni accidentali.
L’interlocuzione con gli operatori brasiliani si avvantaggia infatti di almeno un paio di
condizioni favorevoli: la sintonia creatasi nel quadro delle relazioni euro-brasiliane attivate
in seno alle iniziative della Rete delle Regioni europee OGM-free e la creazione di
Abrange, un sistema di imprese brasiliane specificatamente orientate alla produzione,
lavorazione e commercio di derrate libere da OGM, permettendo sia la generazione di una
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poderosa massa critica di prodotto che la centralizzazione dei rapporti commerciali,
altrimenti a rischio di frammentazione e dispersione. Abrange, il Consorzio di imprese
brasiliane OGM-free, è divenuto quindi un interlocutore naturale del Programma di
sviluppo di un sistema mangimistico regionale esente da OGM, fornendo informazioni su
volumi, costi e condizioni di trasporto (tali informazioni sono state rese disponibili nel
documento relativo all’Analisi della fattibilità tecnico-economica prodotto dalla
Fondazione Diritti Genetici) ed è pronto a stabilire relazioni con i produttori della filiera
italiana capaci di garantire acquisti di volumi tali da giustificare il trasporto transoceanico,
con cui il Programma ha interloquito al fine di esplorare le potenzialità delle filiere laziali
non-GM.
Nel quadro delle sue finalità strategiche la Fondazione Diritti Genetici ha inoltre investito
l’area della mangimistica non-GM di un’attenzione particolare volta a verificare l’interesse
e la praticabilità operativa legati a un allargamento del bacino di utilizzo di derrate nonGM (e più specificamente di soia) nell’area del Mediterraneo: un dialogo esplorativo è stato
a tal fine compiuto con autorità pubbliche e diplomatiche di due paesi chiave delle sponde
est e sud del Mare Nostrum quali la Turchia e la Libia registrando interesse e attenzione
verso un programma di approvvigionamento di carattere interregionale capace di offrire
opportunità logistiche legate allo sbarco in porti mediterranei di stesse navi mercantili.
Altre attività internazionali realizzate nell’ambito del Programma, hanno visto il confronto
con alcuni dei principali portatori di interesse attivi sul fronte della mangimistica non-GM.
Gli incontri e le comunicazioni con tali interlocutori hanno avuto quale finalità quella di
raccogliere esperienze, buone prassi e vincoli affrontati in altre realtà (in primis europee)
nel costruire iniziative e filiere di qualità e garantite come non-GM. L’interesse si è
primariamente concentrato su aspetti quali la fattibilità economica, l’organizzazione di
filiera, i criteri di incentivazione, l’etichettatura privata e collettiva dei prodotti derivanti da
filiere non-GM, la stabilità delle forniture. Il complesso delle relazioni attivate ha permesso
di compilare il database sui fornitori di materia prima non-GM, di mangimi finiti e di servizi
di certificazione e consulenza, che costituisce un ulteriore prodotto del Programma.
Oltre alle due direttrici (europea e brasiliana) richiamate poc’anzi, contatti e rapporti sono
intercorsi anche con esponenti della filiera agro-zootecnica di India, Ucraina, USA e
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Canada e con esponenti del mondo della certificazione e delle attività ispettive di terza parte
operanti in altri paesi. Tali contatti sono maturati sia in occasione degli incontri promossi
dalla Rete europea delle regioni OGM-free che in altre sedi: alcuni consulenti esperti di
mercato non-GM e talune realtà della certificazione e del controllo di derrate libere da
OGM, grazie ai quali sono state acquisite informazioni sull’affidabilità e sulla stabilità dei
flussi di derrate garantite per l’assenza di OGM, sono stati contattati e incontrati in diversi
incontri tenutisi in Italia e all’estero ai quali il coordinatore del Programma ha avuto
occasione di partecipare. Questi interlocutori rivestono un’importanza particolare: il
mercato si regola, oltre che sulla base delle leggi economiche, anche su rapporti, procedure
e codici informali difficilmente intellegibili sulla scorta di una mera lettura ‘accademica’ e
lo scambio di informazioni e valutazioni con businessmen che svolgono funzioni
commerciali si rivela di grande importanza nel cogliere segnali e indicazioni sensibili, utili
a comprendere i meccanismi reali in un segmento di mercato competitivo, ma
tendenzialmente limitato in numero di operatori.
Una ulteriore tipologia di interlocutori internazionali è rappresentata da diverse realtà del
mondo non-governativo, fra i quali: i responsabili delle campagne OGM di alcuni uffici
europei di Greenpeace, in quanto l’organizzazione è impegnata attivamente sul fronte degli
approvvigionamenti non-GM e vanta una solida esperienza e attività in merito; il
coordinatore dell’iniziativa GM-free Ireland che è stato incaricato da uffici governativi
irlandesi di realizzare un’indagine sulle filiere zootecniche non-GM, volta a sostenerne lo
sviluppo in Irlanda (importante paese europeo di produzione ed esportazione di bestiame,
in particolare di ruminanti); alcune ONG tedesche che hanno attivamente seguito
l’evoluzione della proposta di legge sull’etichettatura di prodotti animali liberi da OGM
che costituisce un’importante avanguardia normativa europea, essendo il mercato
agroalimentare tedesco il più importante nell’UE; alcune associazioni impegnate nel
confronto con il Round Table on Responsible Soy, uno dei più significativi tavoli di
concertazione sulle problematiche ambientali e sociali legate alla produzione della soia.
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