Numero 2- anno 1- Ottobre 2010 Giornale gratuito
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Numero 2- anno 1- Ottobre 2010 Giornale gratuito
Numero 2- anno 1- Ottobre 2010 Giornale gratuito "Aggrappatevi tutti insieme alla corda di Allah e non dividetevi tra voi" Sura III Âl 'Imrân (La Famiglia di Imran) v. 103 Editoriale - 4 Una nuova iniziativa - 5 Cose utili per noi musulmani da sapere – 38/46 La gentilezza nell’Islam - 7 Gran Bazaar: film, cd, ristoranti, siti, libri, moschee – 38 Gli atti che causano la punizione nella tomba- 9 Il Ricettario – 43 La mia vita: prima dell’Islam e adesso- 10 Animali nel mondo: cavalli arabi e coccodrilli dal Nilo – 45 La medicina del Profeta dell’Islam – 11 Errori nelle salat – 12 La vera moschea Al Aqsa – 13 Chi era Abu Bakr? – 16 L’omosessualita’ e l’Islam – 18 Dieci principi per i musulmani - 21 Riti funebri islamici - 22 La donna musulmana e il mondo del lavoro - 24 Al Hejr: La Roccia- 28 La vera fine del mondo e noi dormiamo29 La piu’ grande moschea dell’Asia Centrale - 31 Il vostro vicino di casa – 32 Il Gandhi musulmano – 34 La finanza islamica – 35 Tanzania – 37 Kung-fu muslim! – 37 Redazione: Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Hanno collaborato: Ismail Amina umm Samir Emad Wafa Walid Massimiliano Alfieri Usama Abul Assad AbdEl Jalìl Umberto Marcozzi Ibrahim Abdannur Iungo Aisha muslima Taha Esmail Mohamed Yassin Baradai AbdEl Karim Yassin Igor Mangano Editore: El dìn Ed. Sito: http://mondoislam.altervista.org/ Blog: http://blog.libero.it/MondoIslam/ e-mail: [email protected] Assalamu aleikum, a distanza di un mese esce questo secondo numero. Sono davvero entusiasta, molti sono gli argomenti. Se il primo numero è stato di vostro gradimento, inshaAllah non sarà da meno il numero che state per leggere. C’è una nuova iniziativa lanciata dal fratello Ismaìl (a pag. 5) e una Grande novità! il Sito di “Mondo Islam” aperto di recente dopo il blog. Gli argomenti qui, da noi affrontati nei vari articoli sono tra i più svariati: il carattere del nostro Profeta Muhammad (saw); la morte; la medicina islamica; la preghiera; la donna e il mondo del lavoro; la finanza islamica; l’omosessualità; arti marziali ecc. E’ questo il bello del nostro giornale. Nella rubrica “Gran Bazaar”, troverete anche gli indirizzi delle moschee dove pregare, in “Cose utili per noi musulmani da sapere” c’è una lunga spiegazione su come e dove studiare la lingua araba in paesi di prevalenza musulmana: Egitto, Siria e soprattutto Medina, la città del nostro Profeta (a pag. 38 e 46). In “Animali nel mondo” vi spiegheremo cose interessanti sul cavallo arabo e il temibile coccodrillo del Nilo, e che dire delle ricette nel “Ricettario”? Vi verrà l’acquolina in bocca solo a leggerle. Ma torniamo al sito, l’idea è venuta al fratello Mustafa del sito http://musulmano.altervista.org/ (vedi numero scorso a pag. 39), dopo aver visto il primo numero, mi ha proposto subito di aprire un sito. Mi ha assistito molto all’inizio e lo ringrazio davvero, che Allah lo ricompensi. È questa la collaborazione che vorrei fra noi inshaAllah. Potrete inviarmi i vostri articoli, le recensioni di film, libri, le vostre ricette ecc. all’indirizzo e- mail [email protected] oppure scrivermi a [email protected]. Continuate a seguire il blog http://blog.libero.it/MondoIslam/ continuerò a tenervi aggiornati sulle novità, e naturalmente visitate il nuovo sito http://mondoislam.altervista.org/ Sono invitati tutti i musulmani a partecipare, di qualsiasi madhab (scuola), di qualsiasi corrente di pensiero, l’importante è non uscire dagli insegnamenti autentici del Profeta Muhammad (saw) e dal Sacro Corano. Qualsiasi cosa riporterete dovrà provenire da fonti sicure e non deboli o basate su interpretazioni personali. Buona lettura. Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo 4 UNA NUOVA INIZIATIVA Assalamu aleikum, fratelli e sorelle, prima di cominciare con i nostri articoli vorrei proporvi una nuova idea. Organizzare per le prossime feste, a fine Id Adha, festa del Sacrificio del Profeta Abramo (as), un incontro con tutti, musulmani e non, per rendere partecipi anche chi non è musulmano della nostra festa e far comprendere ancora meglio il significato e l’importanza per noi dell’Id. Se l’idea verrà accolta favorevolmente potremo replicare per fine Ramadan dell’anno prossimo, inshaAllah. L’idea è venuta al fratello Ismaìl, chi ha seguito la recitazione del Corano, durante il mese di Ramadan nel sito www.huda.it conoscerà chi è questo caro fratello, ha recitato diverse volte il Corano. Chi tornerà indietro con la memoria ad un paio di anni fa, era lui che mi accompagnava nelle lezioni nella chat del sito Huda sui Profeti, anche per quell’occasione recitava alcuni versetti del Corano in arabo ed io leggevo la traduzione. Lui stesso ha contribuito nel rendere “Le Storie dei Profeti” –sia in chat che nei miei video recenti- più interessanti, che Allah (swa) lo ricompensi. Gli è venuta l’idea per l’incontro di fine Id Adha proprio durante la festa di Idul-fitr. Sarà lui adesso a raccontarvi cosa è successo esattamente durante quel giorno. Una giornata speciale ed intensa. Assalamu aleikum, come il fratello Mamdouh vi ha anticipato, mi è venuta quest’idea dell’incontro con i musulmani e non. In cosa consiste questo incontro? Comincerò a raccontarvi quanto mi è successo durante l’ultima festa di fine Ramadan. Mi ero recato verso la moschea per la nostra preghiera dell’Id. Purtroppo è capitato che sono arrivato nel momento in cui la preghiera era già iniziata, a differenza delle altre volte, che sono sempre arrivato in anticipo. Questo è successo a causa del mio lavoro. Ero un po’ triste per questo, in più, al contrario degli altri anni, non c’era quasi nessuno dei miei amici. È stata per me una cosa un po’ triste, perché di solito mi fermavo a fare gli auguri a tutti, per poi mangiare insieme, insomma, sentivo veramente l’atmosfera dell’Id. Questa volta subito dopo la preghiera sono tornato al lavoro, deluso. Durante il percorso dalla moschea al lavoro, ho visto una pasticceria e mi è venuta un’idea, perché non comprare un po’ di dolci per la mia collega? lei sapeva della festa, così ho pensato di comprarne un po’ per lei, ne ho comprati di più del previsto, pensando anche che non avevo mangiato quasi nulla prima di uscire da casa. Ero con l’abito della festa, elegante, con tanto di giacca e cravatta. Arrivato al lavoro ho cominciato ad offrire i dolci alla collega, dopodiché è arrivato anche un altro collega, li ho offerti pure a lui, che è rimasto stupito e mi ha detto “come mai mi offri i dolci? E questo abito?”, gli ho spiegato che è la nostra festa, non sapeva nulla di tutto questo, dell’importanza per noi. Sapeva che sarei andato in moschea per l’Id, però non ha pensato che festeggiamo come si fa per una grande festa, l’Id è una grande festa! Mi ha visto elegante, con tanto di dolci, gli ho spiegato che noi facciamo così nel nostro paese d’origine. Veramente mi sono sentito improvvisamente felice, vedere questo collega condividere con me un momento di gioia come questo. Ciò mi ha fatto capire che ignorava molte cose sulla nostra religione. Allah (swa) ha voluto privarmi degli amici in quel giorno per condividere con i miei colleghi il mio mondo (l’Islam), un mondo che conoscevano a malapena e in modo distorto, a causa della mal informazione. Iddio L’Altissimo ha voluto togliermi la tristezza nel cuore regalandomi questi 5 momenti sereni, subhanaAllah! Questo mi ha fatto riflettere, ho pensato “dobbiamo fare qualcosa per far capire agli altri il significato delle nostre feste”. Ho pensato che molti dei fratelli non indossano nemmeno l’abito della festa, cosa invece molto raccomandata dal nostro Profeta Muhammad (saw) che disse ai musulmani di indossare il nostro abito migliore. Ed invece vedo fratelli con i pantaloni sporchi di vernice, per via del loro lavoro o con i solite pantaloni e camicia di tutti i giorni, sembrava fosse un giorno qualsiasi, non lo era affatto. Anche io sarei andato al lavoro dopo la preghiera, però ho preferito lo stesso indossare l’abito elegante, perché è la mia, la nostra festa, subhanAllah. Sono convinto – e l’ho constatato di personache la maggior parte di italiani non sanno nemmeno che il Ramadan è un mese bellissimo di festa e di gioia per noi. Si fanno gli auguri per il Ramadan, come per le nostre due feste dell’Id, un po’ come per gli italiani il Natale e il Capodanno. Alla fine è successo che ho offerto pasticcini e caffè a tutti i colleghi, anche a quelli che mi sembravano un po’ antipatici, si sono rivelati per quell’occasione tutto il contrario, ed anche io ho potuto dare la dimostrazione di non essere come credevano. È stato un modo per parlare di Islam, molti erano i pregiudizi a causa delle informazioni che passano i media, con le mie spiegazioni sono crollati in quel momento i muri dell’intolleranza, o almeno lo spero, inshaAllah. Mi ha detto una collega che “se non ti avessi conosciuto non sarei mai venuta a conoscenza di tutto questo”. È stato per me davvero un giorno speciale fratelli. Quella ragazza era emozionata quando le raccontavo dell’Islam, l’ho capito subito, questo mi ha davvero stupito e mi ha fatto capire ancor di più che dobbiamo impegnarci veramente, per rendere la nostra convivenza con loro più positiva. Non dobbiamo preoccuparci di spendere soldi, tutto questo non ha prezzo, Allah (swa) ci ricompenserà inshaAllah. Allah (swa) mi ha dimostrato anche in questa occasione la Sua presenza. Dopo quel momento la ragazza ha voluto conoscere di più l’Islam e ancora oggi continua a leggere i libri sulla nostra religione. Un’altra cosa che vorrei sottolineare ai fratelli, è quella di usare nei loro negozi qualcosa per far capire che siamo in festa, come: luci colorate, decorazioni ecc. perchè una signora mi ha detto che sapeva che eravamo in festa l’anno scorso dopo aver visto in una macelleria le lucine colorate durante tutto il mese di Ramadan e l’Id, quest’anno non vedendo la vetrina con le decorazioni non si è accorta della festività. Quindi consiglierei di fare qualcosa che possa servire agli altri per capire che è festa, in posti come: macellerie, negozi, ristoranti, kebabberie ecc.. Persino la porta di casa vostra può servire, in modo che i vicini non musulmani siano all’occorrente di tutto. Proporrei di invitare gli amici e i vicini non musulmani a casa vostra, offrite a loro da mangiare, fate sentire la vostra amicizia, l’amore e la gioia che ci trasmette l’Islam. Quindi invitiamoli a casa, nelle moschee, ci sono alcune moschee che già lo fanno durante il Ramadan, una tavolata con i non musulmani, davanti al cous cous, al tajin e a un bel piatto di mahshi. Spero di non avervi annoiato con il mio racconto, ma volevo rendervi partecipi di questa esperienza, sperando che ognuno di voi metterà in atto quanto ho detto. Che Allah vi benedica. Aspettiamo anche i vostri consigli, che possono servire per migliorare questa idea, diffondete il progetto. Ismaìl e Mamdouh 6 LA GENTILEZZA NELL’ISLAM Di Amina Umm Samìr Il Profeta Muhammad, pace e benedizione su di lui, è il nostro modello da seguire, sia per gli uomini che per le donne. Infatti Allah l'Altissimo dice nel Sublime Corano: "Per quale Misericordia da parte di Allah, hai mostrato dolcezza nei loro confronti? Se tu fossi stato rude e duro di cuore essi si sarebbero dispersi lontani da te " (Corano 3:159) Nell'essere gentili con il prossimo, nell'esporre tutti i benefici (ormai nascosti dall'Occidente) della religione di Dio, non c'è nessun servilismo, nessun compiacere chi musulmano non è, ma solo la sana e pulita intenzione di diffondere la Parola più alta. Nel Giorno del Giudizio una domanda che ci sarà posta sarà proprio come e quanto abbiamo diffuso l'Islam? Se poi una nostra sola frase apre i cuori e la mente di qualcuno, con il permesso di Allah ta'ala...quale merito ne avremmo!!! Questo testo è un estratto di hadith autentici, e descrive dettagliatamente l'indole tenera e gentile del nostro nobile Profeta (saw). Ottimo memorandum per i musulmani e ottimo spunto di riflessione per chi non è musulmano. Circa se stesso il Profeta (saw) disse "Allah mi ha inviato come Apostolo in modo che io mostri la perfezione del carattere, il perfezionamento dei modi e la delicatezza di comportamento." (Malik, Mawatta; Ahmed, Musnad; Mishkat) Per natura era delicato e di cuore gentile, sempre propenso ad essere grazioso ed a trascurare i difetti degli altri. L’educazione e la cortesia, la pietà [compassione] e la tenerezza, la semplicità e l’umiltà, la comprensione e la sincerità erano alcuni dei tratti fondamentali del suo carattere. In fatto di diritto e di giustizia egli era risoluto e severo ma, più spesso che no , la sua severità era temperata con la generosità. Ha avuto maniere affascinanti che gli hanno guadagnato l'affetto dei suoi seguaci e gli hanno assicurato la loro devozione. Sebbene fosse virtualmente re dell'Arabia ed Inviato di Allah, non ha assunto mai un'aria di superiorità. Non ha mai dovuto celare qualcosa con il sotterfugio e l’artifizio: con il timore di Allah, l’umiltà sincera era trapiantata nel suo cuore. Soleva dire: "Sono un Profeta di Allah ma non conosco quale sarà la mia fine". (Bukhari, Sahih Bukhari, capitolo "Al-Janaiz") In uno dei suoi sermoni pensato per infondere il timore di Allah [taqwà Allàh] e del Giorno del Rendiconto nei cuori della gente egli disse: "O gente dei Quraish siate preparati per la Vita Futura, io non posso salvarvi dalla punizione di Allah; O Bani Abd Manaf, io non posso salvarvi da Allah; O Abbas, figlio di Abdul Mutalib, io non posso proteggere neppure te; O Fatima, figlia di Muhammad, neppure te io posso salvare". (Sahihain) Usava pregare: "O Allah! Sono soltanto un uomo. Se danneggio chiunque in qualunque modo, allora perdonami e non mi punire". (Ahmed, Musnad, volume 6 p. 103) Sempre ha ricevuto la gente con la cortesia ed ha mostrato rispetto verso la gente più anziana, ed ha dichiarato: "Onorare un uomo anziano è mostrare rispetto nei confronti di Allah." Non rifiutava la cortesia neppure verso le persone malvagie. È riportato che una persona venne alla sua casa e chiese il permesso per esservi ammesso. Il Profeta notò che non era una buona persona ma fu ammesso. Quando entrò, per il tempo in cui rimase nella casa, gli fu usata completa cortesia. Quando se ne andò ‘Aysha (radiyAllahu anha) disse: "Tu non pensi bene 7 di quest’ uomo, ma lo hai trattato cosi bene." Il Profeta (saw) rispose: "Egli è una persona malvagia agli occhi di Allah, che non si comporta cortesemente e la gente evita la sua compagnia a causa dei suoi modi cattivi." (Bukhari, Sahih Bukhari) Egli era sempre il primo a salutare un altro e non ritirava mai la sua mano dalla stretta del saluto finchè l'altro uomo non ritirava la sua. Se uno desiderava dirgli qualcosa nelle orecchie [di privato], non se ne andava via finchè questi non aveva terminato (Abu Dawud, Tirmidhi). Non gradiva che la gente si alzasse per lui ed usava dire: "Lasciate che colui che gradisce che la gente si levi in piedi in suo onore cerchi un posto nell'Inferno". (Abu Dawud, Kitabul Adab, Muhammadi Press, Delhi). Egli stesso, tuttavia, si levava in piedi quando qualche dignitario veniva da lui. Si era levato in piedi per ricevere la nutrice che lo aveva allevato nell'infanzia ed aveva steso il suo proprio mantello per lei. Il suo fratello adottivo fu onorato con lo stesso trattamento. Evitava di sedersi in un posto prominente in una riunione, così che la gente che veniva aveva difficoltà ad individuarlo e doveva chiedere quale fosse il Profeta. Frequentemente degli incolti beduini si rivolgevano a lui nei loro propri modi rozzi e maleducati ma egli mai si offese.(Abu Dawud Kitabul Atama). Ha usato visitare il più povero delle persone indisposte ed esortava tutti i musulmani a fare altrettanto (Bukhari, Sahih Bukhari, capitolo "Visita alle persone indisposte"). Si sedeva con la più umile delle persone affermando che la rettitudine solamente era il test di verifica della superiorità di uno sopra un altro. Invitava egualmente la gente fossero stati essi schiavi, servi o i più poveri dei credenti, per condividere con lui i suoi pasti scarsi (Tirmidhi, Sunan Tirmidhi). Ogni volta che visitava una persona in primo luogo lo salutava e poi gli domandava il permesso di entrare in casa. Ha raccomandato alla gente di seguire questa etichetta e di non infastidirsi se qualcuno avesse rifiutato di concedere il permesso, dato che era abbastanza probabile che la persona interessata fosse occupata con qualcosa d’altro e ciò non avrebbe costituito nessuna mancanza di rispetto. Non esisteva lavoro di casa troppo infimo o troppo indegno per lui. ‘Aysha (radiy-Allàhu anha) ha dichiarato: "Egli ha sempre partecipato al lavoro della famiglia, qualche volta rammendando i suoi vestiti, qualche volta riparando le sue scarpe o scopando il pavimento. Mungeva, metteva le pastoie e nutriva i suoi animali e faceva le compere per la famiglia". (Qazi Iyaz: Shifa; Bukhari, Sahih Bukhari, Capitolo: Kitabul Adab) Non esitava a svolgere il lavoro di altri, specialmente degli orfani e delle vedove (Nasi, Darmi). Una volta, quando non era presente alcun membro maschio nella casa del compagno Kabab Bin Arat, usava andare quotidianamente a casa sua e mungere il suo bestiame per gli abitanti [della casa]. (volume 6 di Ibn Saad, p 213). Il Profeta Muhammad ed i Fanciulli: Era particolarmente affettuoso con i bambini e soleva entrare nello spirito dei loro giochi fanciulleschi quando era in loro compagnia. Trovava divertimento con i bambini che erano ritornati dall’ Abissinia e provava a parlare in lingua abissina con loro. Era sua pratica prendere sul suo cammello i bambini quando ritornava dai viaggi. (Bukhari, Sahih Bukhari, Volume 2 p.886). Prendeva i bambini in braccio, giocava con loro e li baciava. Un compagno, ricordando la sua infanzia, disse ad esempio: "nella mia infanzia usavo far cadere i datteri gettando le pietre sulle palme. Qualcuno mi condusse dal Profeta il quale mi raccomandò di prendere i datteri che si trovano per terra ma senza fargli cadere con le pietre. Egli poi mi diede un buffetto e mi benedisse." (Abu Dawud) Dal blog: http://samirfratellomusulmano.splinder.com/ 8 GLI ATTI CHE CAUSANO LA PUNIZIONE NELLA TOMBA Traduzione di Emad Wafa e Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Anni fa, assieme al fratello Emad avevo tradotto da un libro in arabo ben 47 peccati che causano la punizione nella tomba, rimasi sbalordito! Impiegammo tutta la serata, pazientemente con tanto di dizionario italiano per alcuni termini un po’ difficili da tradurre. Non ho mai pubblicato questa traduzione fino ad ora, è giunto il momento. 1. svelare i presunti peccati di qualcuno ad un altro in sua assenza 2. non eliminare bene le impurità 3. la bugia 4. non seguire gli insegnamenti del Corano 5. fornicare 6. rubare i soldi dell’orfano 7. usufruire degli interessi 8. pregare svogliatamente 9. non pagare la Zakat (l’imposta coranica) 10. tentare qualcuno al peccato 11. sparlare di qualcuno 12. parlare male dei cari di qualcuno ad un altro 13. il corrotto 14. invitare la gente all’innovazione 15. corrompere qualcuno 16. tradimento 17. 18. 19. 20. 21. raccontare fandonie furbizia fare del male ai musulmani seguire gli sbagli altrui aiutare gli altri nell’inimicizia e nel peccato 22. il miscredente dentro la Mecca 23. anteporre il proprio pensiero al comportamento del Profeta 24. lamentarsi per la morte di qualcuno e chi l’appoggia 25. costruire le moschee sulle tombe 26. i frodatori (i truffatori) 27. i diffamatori e maldicenti 28. parlare male dei primi musulmani 29. andare dai veggenti 30. aiutare gli ingiusti 31. non fare il Pellegrinaggio ed avere la possibilità 32. pregare tardi 33. guardare solo gli sbagli degli altri 34. tenere scoperto il proprio capo (la donna) di fronte ad un estraneo 35. fare del male ai vicini 36. fare del male al marito e pretendere di più 37. bloccare una strada 38. avere paura di una creatura e non del Creatore 39. il volgare che parla in modo indecente 40. fare delle leggi (Fatwa) senza conoscenza 41. fare soffrire gli animali 42. praticare l’omosessualità (come il popolo di Loth) 43. rubare 44. sposare la moglie di qualcuno già divorziata tre volte senza consumare il matrimonio e solamente per aiutare il marito a tornare da lei con il suo consenso. 45. non aiutare i maltrattati 46. giudicare senza seguire ciò che è di Allah 47. trovare scuse per non seguire uno dei Pilastri dell’Islam 9 LA MIA VITA: PRIMA DELL’ISLAM E ADESSO diverso. La gente parlava in TV di cose profondamente distorte. Di Walid Massimiliano Alfieri E più se ne parlava male e più ero curioso di andare a scovare la verità nei testi Islamici che citavano: la donna, il "jihad", il velo, il Profeta Muhammad (saw), ed il risultato era sempre lo stesso... tutto falso, tutto mistificato, tutto "amplificato". Dovrei ringraziare in primis una persona che di Islam, -questo l’ho capito solo adesso-, non conosce nulla eppure appare puntualmente in tv, o sui giornali. Era suo il libro che leggevo. E’ diventato Cristiano senza esser stato Musulmano praticante – lui stesso lo ha detto, io invece sono adesso –da 5 anni ormaiMusulmano. Che ottimo scambio! Il mio nome intero è "Walid abdu Al Mujib" Massimiliano, o solo Walid per rendere le cose semplici. Sono italiano, di famiglia italiana ed exCristiano, che ha scoperto nell'Islam un' eccellenza che in poche righe nessuno, neppure il più abile oratore, potrà mai lasciare intendere. Non farò certo eccezione io questa volta. Quel che mi ha spinto ad approfondire l'Islam credo sia la medesima ragione della maggioranza delle persone: Il fatto che se ne parli tanto (anche se in pessimo modo). Allah Iddio L’Altissimo (swa) Usa dei modi che a noi possono risultare a volte strani per attuare quel che vuole. Fu così che dopo aver letto "l'ennesimo" libro che parlava di terrorismo, kamikaze, estremismo, violenza (un film Horror in parole povere), decisi di chiedere ad un conoscente di fede Islamica se esisteva il Corano "in italiano". Ero incuriosito nel sapere cosa dicesse "questo benedetto Libro" da scatenare tanto putiferio mediatico e caos. Quando lo lessi per la prima volta... da ateo, poiché non ero per niente praticante come cristiano, non posso negare che restai fulminato leggendo solo 2 versetti, rimanendo tutta la notte sveglio. Mai letto parole del genere. Rimasi rapito immediatamente, senza se, senza ma. Con il tempo le notizie sull'Islam violento, fondamentalista, brutale si susseguivano e la mia curiosità aumentava perchè quel che stavo leggendo, approfondendo...era molto Senza le sue enormi "mistificazioni", distorsioni e bugie non avrei mai letto il Sacro Corano. Gli vorrei chiedere, ora che è Cristiano, cosa pensa dei Profeti "guerrieri" come Davide e Salomone (pace su ognuno di loro), del Velo, della proibizione dell' alcool, del maiale, della preghiera, dell'abluzione, del MONOTEISMO...perchè è tutto praticamente uguale tra Corano e Bibbia. Da anni le pessime notizie sull'Islam inondano ogni mezzo di informazione, ma con questi risultati: Milioni di persone hanno abbracciato l'Islam, che ho scoperto -con convinzione certa- essere l'UNICA VERA religione professata sempre da tutti i Profeti, da Abramo a Mosè, da Gesù sino a Muhammad (Pace su ognuno di loro). Avevo scoperto qualcosa di eccezionale...e guarda un pò, l'unica cosa giusta era ostacolata con tutti i mezzi possibili. Prima avevo letto di tutto: Buddismo, Scintoismo, Ebraismo, Cristianesimo, Testimoni di Geova. Poi, incredibilmente, mi son bastati 30 secondi e letteralmente 2 versetti di Corano per affermare con certezza: "Ecco! Questo è Iddio!" 10 E pensare che nemmeno sapevo chi fosse Muhammad (saw), i precetti dell'Islam, la sua storia ed i suoi protagonisti... Aver letto poi tutto il resto ha dato basi "granitiche" alla mia convinzione. I milioni di nuovi Musulmani entrati nell'Islam dopo l'11 Settembre, di ogni dove nel mondo, preti come soldati Americani in guerra nonostante la campagna diffamatoria globale, spiegano meglio di me se è stata la scelta giusta. Questa frase del Corano l'ho riportata in alto su tutte le pagine del mio sito, il perchè è chiaro: “E Dì: E' giunta la verità, la falsità è svanita. Invero la falsità è destinata a svanire”. Sura 17 - Al Isra ( Il Viaggio Notturno ) v. 81 Avevo praticamente il domicilio nei Pub, birra sempre a portata di mano, e l'abitudine di cambiare donne con la stessa frequenza delle camicie... Figuriamoci se in quelle condizioni avrei mai pensato di diventare Musulmano! avrei detto: impossibile! E guarda oggi... Musulmano, fortunato, fiero ed orgoglioso di esserlo e sostenitore convinto dell'Islam. In questi 5 anni (dal 2005) ho conosciuto moltissimi Musulmani, dai praticanti ai non praticanti, dai bravissimi ai mediocri, ho girato molte moschee (o garage) in Italia e anche di altri Paesi. Sono andato alla Mecca per completare il mio 5° Pilastro della fede, l'Hajj e nonostante tutte le contraddizioni, le differenze, le tradizioni e le enormi difficoltà che un Musulmano oggi "subisce" e patisce da persone vicine e come se fossero lontane... la convinzione non cambia mai, ma ti cambia la vita, ed è da allora sempre la stessa: UN SOLO DIO UNA SOLA RELIGIONE UNA SOLA VERITA' (LA ILAHA ILLA ALLAH MUHAMMAD RASULULLAH) NON C'E DIO ALL'INFUORI DI ALLAH (DIO) E MUHAMMAD E' IL SUO MESSAGGERO Da: www.walidmuslim.com LA MEDICINA DEL PROFETA DELL’ISLAM di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Spesso si parla della medicina araba, quasi mai della medicina del Profeta dell’Islam Muhammad (saw). Per il musulmano le malattie sono un’espiazione dai peccati, una benedizione di Dio, ci sono molti modi per curare le malattie, proprio seguendo i consigli del Profeta nei suoi detti Hadith. Niente farmaci, medicine comprate in farmacia, tutto naturale, seguendo quanto Dio ci ha offerto sulla terra. Molte terapie menzionate dal Profeta Muhammad (saw) sono usate nella medicina moderna, molte altre verranno sicuramente scoperte nel tempo, come è avvenuto per i Miracoli scientifici nel Sacro Corano. Il Profeta raccomandò la sena -arbusto utilizzato per la preparazione di farmaci- come purga, il regime nutrizionale e l’incisione degli ascessi. Inoltre avvisò i musulmani di certe malattie infettive e il modo come curarle, le mosche ad esempio sono trasmettitrici di alcune malattie. Il Profeta disse: “se una mosca cade nel bicchiere di uno di voi, annegatela, perché una delle sue ali è portatrice di malattie, mentre l’altra è portatrice di una cura”, trasmesso da Bukhari. Tutto questo non fa altro che aiutarci a riflettere sulla creazione di Iddio L’Altissimo, che non ha lasciato nulla al caso, ogni particolare ha il suo perché, una 11 spiegazione logica. Raccomandò di usare l’acqua per la febbre, come facciamo noi oggi. Disse: “La febbre è simile alla virulenza del Fuoco dell’Inferno; combattetela con l’acqua”, trasmesso da Bukhari e Muslim. Disse anche di usare per le malattie le bevande con il miele: “Se esistono buoni rimedi tra quelli che utilizzate, essi sono le bevande a base di miele, le incisioni o le cauterizzazioni con il fuoco”. ‘Uthman ibn Abi’ As si lamentò un giorno per i dolori e il Profeta Muhammad (saw) gli disse: “Poni la mano sul punto dolorante del tuo corpo e di: ‘Nel nome di Allah’ per ben tre volte. Poi ripeti per sette volte: ‘Cerco rifugio in Allah l’Onnipotente contro il male che mi affligge e che temo’.”(Muslim) 2) consumare cibo che faccia puzzare l’alito come l’aglio o le cipolle, o fumare prima di andare fare la salat (fumare è haram) I versetti del Corano stesso sono una cura, non solo dell’animo, anche fisica, da recitare sulla parte lesa del corpo. Disse anche: “Utilizzate la medicina, poiché Allah (swt) non ha inviato malattia senza assegnarle una cura, ad eccezione della vecchiaia”. Il Corano e lo stesso Profeta nei suoi hadith vietano l’uso delle bevande alcooliche, anche nel trattamento medico. Il Profeta disse: “Allah (swt) ha inviato insieme la malattia e i mezzi per guarirla; curatevi, ma fate attenzione a non utilizzare nulla di illecito” (Abu Dawud). Tutto è perfetto, ciò non esclude di usare anche i farmaci in vendita, se possono curare o prevenire malattie, senza dimenticarci le cure naturali del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui). Su questo argomento ci sarebbe ancora molto da scrivere, inshaAllah. 7) non fare il du’a iniziale, non dire la formula di protezione in Allah contro satana e dire la basmalah ERRORI NELLE SALAT 13) Muoversi di continuo durante la preghiera, o guardare l’orologio o muovere continuamente un dito, vestiti o muovere le gambe o altre parti del corpo Traduzione di Usama Abul Assad 1) indossare pantaloni o indumenti che scendono sotto la caviglia (per l'uomo) 3) andare in moschea per fare la preghiera con passo svelto, o correndo per paura di perdere parte della salat 4) fare il takbir al ihram in posizione di rukuu’ 5) esprimere a bassa voce l’intenzione di fare la preghiera (esempio: borbottare frasi del tipo "esprimo l'intenzione di pregare la preghiera del...”) 6) non alzare le mani nel takbir per iniziare la salat, così come prima e dopo il rukuu’, e alzandosi dopo la terza rak’a 8) non mettere la sutrah mentre si prega (la sutrah è un oggetto qualsiasi che divide chi prega dalle persone che possono eventualmente passargli davanti) 9) il non stare in fila e in riga nelle salat congregazionali (salat di gruppo) 10) guardare verso l’alto durante la preghiera, o guardare all’imam, destra o sinistra 11) Lasciare delle file non complete nella salat di gruppo 12) Recitare suret al fatiha senza fare le pause ad ogni versetto 14) Tenere il Corano e recitare da esso durante la preghiera di gruppo, controllando la recitazione dell’imam. 12 15) Recitare con l’imam, o muoversi con lui o prima di lui nella preghiera congregazionale dei dhikr autentici della sunna come per esempio ayat el kursy o altri) 16) Abbassare troppo la testa, spingerla fino in fondo, e avere la schiena ad arco durante il rukuu’ 28) Passare davanti a una persona che sta pregando 17) Durante il rukuu’ e il sujud attaccare le braccia al corpo (lasciandole aderenti) e il ventre alle cosce 18) Pregare con parte della schiena scoperta (capita con chi prega in maglietta ecc…). La preghiera è nulla se la parte scoperta fa parte dell’awrah (le parti che andrebbero nascoste) 29) Non pregare perché si è malati 30) Pregare in un cimitero Tratto dal libro “ad-din an-nasiha”. Dal blog: http://usama-el-santawy.spaces.live.com/blog/ LA VERA MOSCHEA AL AQSA di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo 19) Non dire amin, dopo che l’imam conclude la sura al Fatiha con il versetto wala ad-daaaaaliiiiin. 20) Mettere solo la fronte per terra durante il sujood (vanno messi la fronte, il naso, le due mani, le due ginocchia e i due piedi) 21) Pregare velocemente, affrettatamente, tanto da non permettere il riposo nel rukuu’ e il sujud (vanno fatti con calma) 22) Mettersi in posizione di tawraruk durante l’ultima rak’a della preghiera del fajr e del venerdì 23) Muovere i due palmi delle mani alla fine della preghiera dicendo poi Assalamu alaikom wa rahmatullah 24) Fare il conteggio del tasbih con la mano sinistra 25) Dire taqabbal Allah o Haraman dopo la preghiera 26) Alzare le mani per il du’a dopo la preghiera 27) Andarsene subito via dopo la preghiera senza fare il dhikr (33 subhanaAllah, 33 alhamdulillah-33 Allahu akbar- poi recitare uno Chiudiamo gli occhi, viaggiamo con la mente, come se ci trovassimo in questo momento in Palestina, nella Terra Santa. L’atrio di Al Aqsa, sembra un miraggio, è un’oasi di pace e tranquillità all’interno della città murata. Ha alberi, prati e fontane. È il terzo luogo più importante nell’Islam, dopo Mecca e Medina. I musulmani stessi agli inizi pregavano rivolti non verso la Mecca, bensì verso Al Aqsa. Una notte mentre il Profeta Muhammad (saw) stava dormendo, fu svegliato da Gabriele e condotto a Gerusalemme. Nel recinto dell’Aqsa pregò Allah con Abramo, Mosè e Gesù e tutti gli altri profeti e poi ascese fino al “Sidràtu-l-muntahà” (Il loto del limite) che si trova alla destra del trono di Allah. Il Profeta Muhammad (saw) ebbe un colloquio con l’Altissimo che lo salutò con la frase: 13 “Siano su di te la pace, o Profeta, la misericordia di Allah e le sue benedizioni, e sia pace su tutti i suoi servi devoti”. Muhammad rispose con la professione di fede. Le preghiere erano 50 al giorno, ma su suggerimento di Mosè, Muhammad chiese a Dio di diminuire il numero, finché Allah ridusse il numero a 5 preghiere al giorno. Ecco il racconto del Profeta:“Mentre stavo dormendo nel Hijr, venne da me Gabriele e mi scosse col piede, al che mi alzai a sedere, tuttavia non vedendo nessuno mi distesi di nuovo. Egli venne una seconda volta e poi una terza, quindi mi prese per il braccio facendomi alzare in piedi accanto a lui: mi guidò fuori dalla porta della Moschea e lì c’era un animale bianco (il Buraq), qualcosa tra il mulo e l’asino, con ali ai fianchi, che gli servivano per muovere le zampe e ogni passo era pari alla distanza che l’occhio può abbracciare”. Il Profeta Muhammad cavalcò assieme a Gabriele l’animale, ed andarono verso nord, oltre Yathrib e Khaybar, finchè raggiunsero Gerusalemme. Lì incontrarono i Profeti Abramo, Mosè, Gesù ed altri (pace su ognuno di loro). Il Profeta Muhammad (saw) pregò con loro, e li ritrovò una volta che raggiunse i sette cieli, erano diversi da come li aveva visti sulla terra, li vide nella loro realtà celeste, ed anche lui appariva diverso. Il Profeta Giuseppe (as) aveva un volto bellissimo, la metà di tutta la bellezza esistente, ed aveva lo splendore della luna piena e rimase colpito dalla grande bellezza del Profeta Aronne (as).Il Profeta Muhammad (saw) raccontò: “Il Loto ha le radici del Trono, e segna la fine della conoscenza di ogni conoscitore, che sia un Arcangelo o un Profeta Messaggero. Tutto ciò che sta oltre è un mistero nascosto, sconosciuto a tutti, salvo che a Dio”. “Quando il Loto fu ricoperto completamente da ciò che lo ricopre, l’occhio non vacillò, né si sviò. In verità egli (Muhammad) osservò, di tutti i segni del suo Signore, il più grande”. (Corano, Sura An Najm/ La Stella, v. 16/18) Il Profeta Muhammad (saw) raccontò anche del suo colloquio con il Profeta Mosè (as) sulle 5 preghiere: “Al mio ritorno (dalla discesa dei sette cieli), quando arrivai a Mosè –e che buon amico egli fu per voi!- mi chiese: ‘Quante preghiere ti sono imposte?’ Risposi che erano cinquanta al giorno, al che replicò ‘La preghiera in comune è pesante, e la tua gente è debole…Ritorna dal tuo Signore e chiediGli di alleggerire il peso per te e per la tua gente’. Così tornai e chiesi al Signore di rendere il peso più leggero, ed Egli ne cancellò dieci. Quindi tornai da Mosè che mi ripeté quello che aveva detto prima, così io tornai e altre dieci vennero tolte, eccetto cinque al giorno. Allora tornai da Mosè che ancora mi chiese la stessa cosa; gli risposi: ‘Sono tornato dal mio Signore talmente tante volte e Gli ho tanto chiesto che me ne vergogno. Non tornerò più indietro’, e per questa ragione che colui che compie le 5 preghiere, con fede e fidando nella munificenza di Dio, avrà una ricompensa equivalente a cinquanta”.Quando il Profeta Muhammad (saw) ritornò alla Mecca il racconto di questo viaggio miracoloso suscitò rabbia e diffidenza verso di lui, da parte anche di molti musulmani di debole fede. Una carovana impiega un mese per andare dalla Mecca in Siria e un altro mese per ritornare, come era possibile che il Profeta (saw) impiegò, tra andata e ritorno solo una notte? Questa era la domanda che si ponevano, ma nulla è impossibile per Allah! Un gruppo di uomini andò da Abu Bakr e disse: “Cosa pensi ora del tuo amico? Ci ha detto che la scorsa notte è andato a Gerusalemme, vi ha pregato ed è tornato alla Mecca”. Abu Bakr rispose: “Se così dice allora è vero. Che c’è del resto di strano? Mi ha detto che le notizie gli vengono dal cielo alla terra in un’ora del giorno o della notte, e io so che dice il vero. E questo è ben aldilà dei vostri cervelli”. 14 Disse Abu Bakr le stesse parole anche in Moschea e fu in quella occasione che il Profeta Muhammad (saw) gli diede il nome “As-Saddiq” che significa “il veridico” o “colui che testimonia con forza la verità”. A molti di noi, quando sente nominare il nome della Moschea Al Aqsa, viene subito in mente la moschea grande con la cupola d’orata, pensando che fosse la vera moschea, in realtà quella non è la moschea Al Aqsa, bensì la sanno, anche i musulmani, scambiando una moschea per un’altra. Attingendo da fonti islamiche e non quelle più comuni come Wikipedia scopriamo che… dopo aver completato la costruzione della moschea di Omar, la costruzione di questa moschea iniziò nel punto in cui si trovava la moschea originale in legno, costruita ai tempi di Omar. Originariamente fu commissionata da Abdul Malik ibn Marwan e completata da suo figlio Al Walid nel 705. È stata più volte modificata per proteggerla da terremoti, la forma è rimasta intatta sin dai tempi del Califfo Al – Dhahir 1033. Cinque mila sono i fedeli che possono pregare. Sotto la moschea Al Aqsa com’era nei tempi antichi Moschea di Omar, conosciuta anche come “Cupola della Roccia”, o “The Dome of the rock” come si dice in inglese. La Vera Moschea Al Aqsa è l’altra di fronte, più piccola, più modesta, meno vistosa, ma molto più importante, con la cupola non color oro, bensì verde, come il colore dell’Islam, lo stesso colore usato per la moschea del Profeta Muhammad (saw) a Medina. Molti non lo 15 CHI ERA ABU BAKR? A cura di AbdEl Jalìl Umberto Marcozzi e Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Nel giorno di 12 Rabii Al Awal nell’anno 10 dall'Egira, il Profeta Muhammad (saw) rese l’anima a Dio. In quel giorno i musulmani si svegliarono per affrontare la più grande prova nella storia del mondo islamico. Alcune tribù erano entrate nell’Islam pochi anni prima e gente tornata all’Islam pochi mesi prima o anche meno. I Sahaba temevano il crollo della società islamica perché questi musulmani si erano appena convertiti all’Islam, e il simbolo più importante dell’Islam era venuto a mancare. Tanti Sahaba non riuscivano a crederci, tanti di loro non accettavano questa verità, e fra quelli c’è Omar (ra) che disse con incredulità: “Colui che dice che il Profeta (saw) è morto lo ucciderò con la mia spada!”. Altri Sahaba svennero mentre i nemici dell’Islam aspettavano quel momento per attaccare la grande fede della comunità islamica. In quella tragica situazione spiccò un uomo, il quale disse una frase che evitò il crollo di questa comunità: “Colui che adora Muhammad (saw) sappia che Muhammad è morto, invece chi adora Allah sappia che Allah è vivo e non muore mai!”. Subito dopo lesse i versetti del Corano: “In verità dovrai morire ed essi dovranno morire” (Sura Al Zumar). “Muhammad non è altro che un Messaggero, altri ne vennero prima di lui; se morisse o se fosse ucciso, ritornereste sui vostri passi? Chi ritornerà sui suoi passi, non danneggerà Allah in nulla e, ben presto, Allah compenserà i riconoscenti” (Al Imran, v. 144) Quando Omar sentì questi versetti tornò alla ragione e disse che era successo come se avesse dimenticato i versetti. Quando i musulmani sentirono queste parole si riunirono attorno a quest'uomo (Abu Bakr) e lo scelsero come primo Califfo. Tutti i musulmani fino ad oggi sono grati e riconoscenti a quest’uomo perché grazie a lui l’Islam è rimasto saldo. E quest’uomo ha salvato un Pilastro dell’Islam durante il suo califfato quando nello Yemen era nata una setta che voleva disconoscere la Zakaat ed esercitò influenze su gran parte di quel mondo islamico di allora. Subito dopo quest'uomo preparò un grande esercito per affrontare quella setta. Omar chiese: “Oh Califfo, li combattiamo solo perché non hanno pagato la Zakaat?”Il Califfo rispose ad Omar: “Si! Li combatterò se mi fanno mancare anche una sola briglia che prima davano al Profeta Muhammad (saw)!”. E' grazie a questo Califfo che tutti i musulmani, fino ad oggi, riconoscono il diritto del povero sul ricco che è la Zakaat. Di quest’uomo il Profeta Muhammad (saw) aveva detto: “Non è mai sorto il sole, né e mai tramontato su un uomo migliore di Abu Bakr, tranne i Profeti”. Questo è Abu Bakr! Il più grande Compagno del Profeta (saw), non lasciava mai il Profeta, e aveva persino paura che la polvere del deserto potesse fare male al Profeta (saw). E quando Allah ordinò al Profeta (saw) di emigrare da Mecca a Medina, l’unica speranza di Abu Bakr, era quella di essere il compagno di viaggio del Messaggero di Allah (saw), perché il Profeta Muhammad (saw) non aveva detto a nessuno con chi sarebbe partito. Il Profeta (saw) andò a casa di Abu Bakr e disse: “Sarai tu il mio compagno di viaggio”. Tutti capiamo che questo non era un viaggio semplice, era molto rischioso perché tutti i miscredenti volevano uccidere il nostro Profeta (saw), c’era una taglia su di lui di cento cammelli per chi lo prendeva, e faceva anche molto caldo. Non era un viaggio di piacere, era un viaggio di vita o di morte. Cosa aspettiamo da Abu Bakr? Di arrendersi, 16 oppure suggerire un altro Sahabi? No questa non è l’etica dei Sahaba!!! disse che non riuscì mai a superare Abu Bakr nel compiere il bene. Racconta la Madre dei Credenti Aisha (ra) che non ha mai visto nella sua vita un uomo piangere di felicità prima di allora perché quando il Rasulullah (saw) disse ad Abu Bakr “sarai il mio compagno”, Abu Bakr pianse lacrime di felicità. Il Profeta (saw) partì per quello che sarebbe stato il viaggio che avrebbe cambiato la storia dell’umanità, fino a quando decise di nascondersi in una grotta per ingannare le truppe coreiscite. Abu Bakr as-seddiq (il veridico), entrò prima del Profeta (saw) e iniziò a tappare i buchi con il piede, controllò la presenza di animali velenosi rischiando la sua vita per la migliore creatura di Allah, il veleno di un animale entrò nel corpo di Abu bakr e rischiò la morte. Poi intervenne il Profeta (saw) che intercesse per il suo migliore amico. Abu Bakr donò tutti i suoi soldi per l’Islam liberando gli schiavi, e sfamando i poveri. Una volta diede tutti i suoi soldi al Profeta (saw), che chiese se Abu Bakr avesse lasciato qualcosa per la sua famiglia. Abu Bakr (ra) rispose “Loro hanno Allah e il Rasulullah”. Raccontò Omar, che ogni volta che Abu Bakr finiva salat al-fajer, non seguiva la via di casa, Omar con il tempo si insospettì finchè un giorno lo seguì e da lontano lo vide entrare in una casa. Un paio di ore dopo Abu Bakr uscì dalla casa. Omar mosso dalla curiosità, decise di scoprire cosa facesse Abu Bakr, bussò alla porta e gli aprì una donna anziana e cieca. Omar le chiede cosa facesse l’uomo che è appena uscito. L’anziana donna disse: “Non sò chi sia quell’uomo, ogni giorno viene a casa mia, a pulire, a cucinare, a buttare l’immondizia e a buttare gli escrementi. Gli chiedo sempre come si chiama ma non me l’ha mai detto”. “Da quel giorno – riferì Omar (ra) – ho rinunciato a cercare di fare meglio di Abu Bakr” e più avanti -quando diventò califfo- Abu Bakr (che Dio sia compiaciuto di lui) fu Califfo dal 632 al 634 l’anno in cui morì. Ecco il discorso dopo la sua elezione: “O popolo! Giuro su Iddio che non ho mai sognato questa carica né di giorno né di notte, né ho mai avuto per essa qualche inclinazione. Voi avete posto sulle mie spalle un compito molto gravoso il cui compimento è al di là delle mie forze, a meno che l’Onnipotente non venga in mio soccorso. Sono stato eletto vostro capo anche se non sono il migliore tra voi. Aiutatemi se sarò nel giusto, correggetemi se sbaglierò.. I deboli tra voi, saranno forti con me, finché non avranno ottenuto i loro diritti; i forti tra voi saranno deboli con me finché non avrò ottenuto da loro ciò che è dovuto.. Obbeditemi finché obbedirò a Iddio e al suo Profeta. Quando dovessi disobbedire a lui o al suo Profeta, allora non obbeditemi più”. Abu Bakr era un uomo equilibrato, onesto e leale, padre della giovane Aisha, seconda moglie del Profeta. Un giorno andò in giardino e vide un uccello che cinguettava, lui cominciò a piangere tanto e disse: “O uccello, come sei fortunato! Mangi, bevi, voli all’ombra degli alberi e non temi la resa dei conti nel Giorno del Giudizio. Vorrei proprio essere come te”. Questo era il timore di Abu Bakr, temeva Allah (swa), era un vero credente sottomesso a Dio. Morì a 63 anni subito dopo la vittoria nella battaglia di Agnadayn. Era il miglior compagno del Profeta che amava molto. E’ stato il primo uomo a convertirsi, mentre il primo giovane è stato Ali. Il Profeta Muhammad (saw) disse: “Il nome di Abu Bakr sarà chiamato da tutte le porte del Paradiso ed egli sarà il primo della mia comunità ad entrarvi”. 17 L’OMOSESSUALITA’ E L’ISLAM Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Argomento complicato, delicato e sempre al centro dell’attenzione. Di solito quando vogliono criticare l’Islam molti tirano fuori, puntualmente, argomenti come: le donne picchiate, lapidate o sgozzate, i cristiani che “secondo loro” non hanno diritti dei paesi di prevalenza musulmana, gli apostati, ovvero coloro che lasciano l’Islam per diventare cristiani, i kamikaze e… gli omosessuali impiccati in paesi come l’Iran. Ho ricevuto diverse mail da alcuni omosessuali interessati all’Islam, gente sincera oppure provocatori? Non sta a me giudicare, loro chiedono ed io rispondo, in quanto musulmano, senza oltrepassare i limiti naturalmente, rispondo semplicemente, riportando quello che conosco sull’argomento, nel mio piccolo. Naturalmente uso delle fonti sicure, come il Corano e non solo. Alcuni di loro sono entrati nell’Islam, altri vorrebbero ma temono. Cosa temono? Di non farcela, di non diventare dei veri musulmani ecc. Convinti prima di tutto di essere omosessuali sin dalla nascita, contro la loro volontà, condizione che non riescono ad evitare. Non la considerano una malattia, però si sentono costretti ad accettarla. Ho cominciato così ad usare le fonti religiose ed anche non islamiche, ad impegnarmi seriamente nella ricerca, per noi musulmani centra lo “zampino” del Diavolo, per gli psicologi è una condizione che si è creata a cominciare dai primi anni di vita o dell’adolescenza, quindi un fattore psicologico appunto. Un sito NON islamico, fornisce alcune informazioni interessanti da sapere sull’omosessualità: “Omosessuale ‘per natura’: Spesso, i gay credono di essere nati tali. La stessa opinione pubblica è portata a pensare che certe persone ‘sono fatte così, e non c'è nulla che possano fare per cambiare’. Il riconoscimento giuridico e sociale dell'omosessualità sarebbe scontato, se fosse scientificamente provato che essa è una condizione innata. Ma è stato provato esattamente il contrario: e cioè che i fattori genetici e ormonali non svolgono un ruolo determinante nello sviluppo della omosessualità. Possono predisporre, ma mai predeterminare l'omosessualità. Dunque, non esiste alcun ‘gene dell'omosessualità’ che costringa una persona a essere tale. Possono esservi invece condizioni innate che rendono più facile lo scivolamento verso l'omosessualità. Ma l'essere gay resta un fenomeno prettamente psicologico. Guarire si può. Il vero scoop, in termini giornalistici, è proprio questo: che dalla omosessualità è possibile liberarsi. Non si tratta di un'affermazione teorica, o di un auspicio di natura morale: autorevoli psicologi che da anni lavorano in questo campo possono documentare numerose ‘guarigioni’ di persone gay che - ovviamente senza alcun tipo di costrizione - hanno iniziato una cura psicanalitica seria, e sono completamente usciti dal tunnel di una personalità incompiuta. Certo, il primo passo di questo non facile cammino è riconoscersi bisognosi di aiuto, e infrangere il luogo comune imposto dai media secondo cui, al contrario, bisognerebbe arrendersi al fatto che omosessuali si nasce. Nulla di più falso: innumerevoli studi hanno ormai dimostrato che l'orientamento omosessuale è legato a una serie complessa di fatti accaduti alla persona durante l'infanzia e l'adolescenza. Questa rivelazione dimostra che la lobby gay non solo fa del male alle persone che afferma di voler tutelare, ma, ancor di più, induce 18 l'opinione pubblica a trascurare una serie di informazioni educative che potrebbero in molti casi prevenire l'insorgere del problema. Sappiamo, ad esempio, che nel vissuto di moltissimi omosessuali maschi adulti c'è un padre evanescente; e spessissimo c'è una famiglia sfasciata, un divorzio. Non a caso, anche qui il miglior modo per prevenire è difendere la famiglia, recuperando in particolare la figura di un padre affettuoso ma autorevole, capace di dettare delle regole e dei divieti. In questo senso, i movimenti di liberazione omosessuale sono degli acerrimi nemici della famiglia”. Tratto dal http://www.narth.com/docs/omos.html sito: Quindi, contrariamente a quanto si pensa, e come è diffuso spesso in Occidente, l’omosessualità non è una condizione per alcuni inevitabile, tutto nasce tramite le esperienze di vita, le conoscenze, qui non centrano gli ormoni maschili o femminili, come affermano da decenni. Nell’Islam come viene visto? Sconsiglierei a queste persone ed anche a coloro che sono sempre stati musulmani (arabi, nordafricani ecc.) e che si considerano omosessuali – hanno aperto anche dei siti su internet e delle associazionidi non leggere troppe cose sparse sulla rete, perché c’è gente che affronta l’argomento senza tatto, in modo brusco, rude, senza un minimo di sensibilità e psicologia, questo perché molti di loro non conoscono bene l’argomento, quindi si precipitano a condannare e giudicare, tra insulti o altro. Dunque nell’Islam, come dice il Sacro Corano, vieta i rapporti omosessuali, Allah (swa) ha creato gli esseri dei due sessi opposti in modo che possano unirsi e procreare. I rapporti omosessuali sono un’offesa a Dio, quindi una condizione creata dal Diavolo –so che qualcuno non crederà a questa versione e storcerà il naso-. Il Diavolo usa tutti i modi per sviare le persone e creare disagi. Satana ci odia, perché Allah (swa) l’ha cacciato dopo che il maledetto si è rifiutato di seguire l’ordine di Iddio l’Altissimo, quello di prosternarsi (il Diavolo creato dal fuoco) dinnanzi ad Adamo (creato dalla terra). “Quando dicemmo agli angeli: ‘Prosternatevi davanti ad Adamo’, tutti si prosternarono eccetto Iblîs, (SATANA) che disse: ‘Mi dovrei prosternare davanti a colui che hai creato dal fango?’. E disse ancora: ‘Che? Questo è l'essere che hai onorato più di me? Se mi darai tempo fino al Giorno della Resurrezione, avrò potere sulla sua discendenza, eccetto pochi’.” Corano, Sura Al Isrâ' (Il Viaggio Notturno) v. 61, 62 La Sharia praticata ormai da pochissimi paesi prevede la pena di morte come espiazione dai peccati, solo se due omosessuali vengono scoperti durante l’atto sessuale, cosa molto difficile. Il Corano parla di omosessualità: “E quando Lot [il Profeta]disse al suo popolo: ‘Davvero commettete una turpitudine che mai nessuno al mondo ha commesso prima di voi. Concupite i maschi, vi date al brigantaggio e perpetrate le azioni più nefande nelle vostre riunioni’.” Sura Al-'Ankabût (Il Ragno), v. 28, 29 “Vennero [infatti] gli abitanti della città, rallegrandosi. Disse [Lot]: ‘Sono [gli angeli] i miei ospiti, non disonoratemi!Temete Allah e non copritemi di vergogna’. Risposero: ‘Già ti abbiamo proibito [di proteggere] chicchessia!’.” Sura Al-Hijr, v. 67/ 70 “La gente del suo popolo andò da lui tutta eccitata. Già avevano commesso azioni empie. Disse [loro]: ‘O popol mio, ecco le mie figlie, sono più pure per voi.* Temete Allah e non svergognatemi davanti ai miei ospiti. Non c'è, fra voi, un uomo di coscienza?’.” Sura Hûd, v. 78 19 La spiegazione di questo versetto: *[“ecco le mie figlie”: certamente Lot non ha intenzione di offrire le sue figlie per placare la libidine dei sodomiti [gli omosessuali in questione]: e l'espressione va intesa nel senso di: “Le donne e non gli uomini devono essere l'oggetto del vostro desiderio sessuale”. Dicendo: “esse sono più pure per voi”, esclude comunque qualsiasi rapporto che non sia compreso in una forma matrimoniale] minimi particolari, la donna completa l’uomo e l’uomo la donna, non si riscontra la stessa cosa fra due dello stesso sesso. Tra l’unione di due del sesso opposto possono nascere dei figli inshaAllah. “Gli scopi del matrimonio- spiega lo sheikh Abu Bakr Djaber- sono: “Dissero: ‘Sai bene che non abbiamo alcun diritto sulle tue figlie, sai bene quello che vogliamo!’. Disse: ‘Se potessi disporre di forza contro di voi, se solo potessi trovare saldo appoggio...’.” Sura Hûd, v. 79, 80 2-Soddisfare le esigenze sessuali dei coniugi ed evitare la fornicazione. “[E ricorda] Lot, quando disse al suo popolo: ‘Vi darete alla turpitudine pur riconoscendola? Vi accosterete agli uomini piuttosto che alle femmine, per placare il vostro desiderio? Siete davvero un popolo ignorante’. La risposta del suo popolo fu solo: ‘Scacciate dalla vostra città la famiglia di Lot! È gente che pretende di essere pura’. Lo salvammo insieme con la sua famiglia, eccetto sua moglie, per la quale decidemmo che fosse tra coloro che sarebbero stati annientati. Facemmo scendere su di loro una pioggia, una pioggia orribile su coloro che erano stati [invano] avvertiti”. Sura An-Naml (Le Formiche) v. 54/ 57 Quando due omosessuali si uniscono il Trono di Allah (swa) trema, e questo dice già tutto. L’omosessualità è paragonata all’adulterio, ed è considerato anche più grave. Ci sono alcuni Hadith sull’argomento che descrivono la Fine dei tempi, i nostri tempi attuali, riportati anche nei libri di Harùn Yahya: “Gli uomini imiteranno le donne, e le donne imiteranno gli uomini”. (Allama Jalaluddin Suyuti, Durre-Mansoor) “Si avvicinerà l'Ora in cui gli uomini si soddisferanno con gli uomini e le donne si soddisferanno con le donne”. (Mukhtasar Tazkirah Qurtubi) Dio ha creato la donna per unirsi all’uomo e viceversa. In tutto questo c’è la perfezione nei 1-Riprodurre la specie umana attraverso la procreazione. 3-La mutua collaborazione tra i coniugi nell’educazione dei figli e nel loro mantenimento. 4-Instaurare un rapporto di comprensione tra i coniugi nell’affetto e la stima reciproca”. Anche La Bibbia racconta la storia del popolo perverso di Loth. “Lot, dove sono quegli uomini ‘gli angeli’, che sono venuti da te questa notte? Falli uscire!” ‘Dicevano così perché volevano violentarli’. (Bibbia, Genesi “19”, v. 5) “Le parti intime fanno parte delle cose per le quali bisogna abbassare lo sguardo. Il Profeta, pace e benedizione su di lui, ha infatti vietato di guardare anche se si tratta di uomini tra loro o donne fra loro, sia questo con o senza desiderio. Ha detto: ‘L’Uomo non deve guardare le parti intime dell’uomo e la donna non deve guardare le parti intime della donna’.”(Muslim, Ahmad, Abu Dawud e at- Tirmidhi). Tratto da “Il lecito e l’illecito” del Dr Youssef Qaradawi Nello stesso libro affronta l’argomento omosessualità in modo più specifico: “Per completare le regole islamiche riguardanti l’istinto sessuale, ci resta da vedere che l’Islam ha vietato anche l’omosessualità”. “Questo atto vizioso è una perversione della natura, un tuffo nella cloaca della 20 sporcizia, una depravazione della virilità e un crimine contro i diritti della femminilità”. Un omosessuale può diventare musulmano? La risposta è SI, l’importante è che abbandoni una volta entrato nell’Islam i rapporti sessuali con lo stesso sesso. E l’istinto? Allah (swa) aiuterà la sua creatura, non l’abbandonerà, con tanto Corano e preghiere, la Fede si rafforza e l’istinto omosessuale se Dio Vuole, con tanta pazienza e perseveranza, svanisce. Spero di essere stato esauriente inshaAllah, con questo articolo, che devo dire onestamente, non è stato affatto facile riportare tutte le informazioni, cercando in ogni modo di non mancare di rispetto a queste persone, che rispetto in quanto creature di Dio. DIECI PRINCIPI PER I MUSULMANI Di Hassan al-Banna Traduzione di Ibrahìm Abdannur Iungo "Nessuna nazione si è perduta dopo essere stata guidata, se non dopo essere scaduta nella maldicenza e nella polemica". 1) L'Unità della Comunità Fu detto inoltre: "Avrà un posto in Paradiso, colui che abbandona la disputa quando è in errore; ed avrà un posto ancor più eccelso, colui che l'abbandona quando è nel giusto". E' di per sé un obiettivo primario, una priorità cui dedicarsi col massimo impegno. 6) La Possibilità che vi siano diverse Risposte corrette ad una questione E' stato detto: "Non discordare, altrimenti falliresti e perderesti il vento nella tua coda". Si tramanda che, quando il Profeta Muhammad (saw) raccomandò la preghiera del pomeriggio a coloro che si stavano recando presso la tribù dei Banū Quraŷża, alcuni pregarono a metà del tragitto, all'orario appropriato, mentre altri pregarono appena furono arrivati a destinazione, dopo il tramonto: il Profeta (saw) approvò entrambe le soluzioni. Dieci Princìpi per i Musulmani 2) L'Accordo sulle Questioni principali Comincia col considerare chiunque testimonia che "non c'è alcuna divinità, se non Iddio" come un tuo compagno, e come un membro del movimento islamico. 3) Considera innanzi tutto che tu, e non tuo fratello, potresti sbagliarti, e trovarti in errore. Quindi, sforzati di ricercare la verità in modo obiettivo, con spirito imparziale. 4) I Modi del dissenso Sii accurato nell'ascoltare le prove e le argomentazioni che ti fornisce tuo fratello, almeno tanto quanto lo sei nel fornirle a tua volta. Poi, sii disponibile e sorridente, che il risultato del confronto sia a tuo favore o meno. 5) Evita la polemica, l'autocompiacimento e lo sminuimento altrui. E' stato detto: 7) La Partecipazione del Gruppo nell'Accordo e lo Scusare qualcun altro che si trovi in disaccordoFu detto: "Noi concordiamo sulla proibizione dell'alcol, dell'adulterio e del gioco d'azzardo, e concordiamo sul dovere di governare secondo gli insegnamenti di Dio: dunque, invitiamo i governi ad attuarli. Concordiamo che l'onore ed il rispetto sono dovuti a tutti i Musulmani: dunque, insegniamo questi ideali ai Musulmani. Concordiamo che l'impegno sulla strada di Dio è il modo per realizzare 21 quell'onore e quel rispetto: educhiamo dunque le persone, ed alleviamo i giovani con la necessaria preparazione fisica e spirituale". 8) Il Pericolo del Comune Avversario I nemici non fanno distinzione tra i Musulmani, tra le differenti prospettive o nazionalità. Essi considerano i Musulmani come nemici della propria fede, e le risorse dei loro Paesi come un premio da conquistare. Come in natura, solo l'unità può dissuadere gli aggressori. 9) Battere le Strade dell'Impegno Un impegno serio e continuativo permette di ottenere risultati migliori, e di restare immuni dal male dell'ozio. Sforzati dunque di ricercare l'eccellenza in ogni contesto, dalla scuola al lavoro, e di trarre il tuo sostentamento da fonti lecite, respingendo la pigrizia e la dipendenza. Inoltre, impegnati in quei doveri che altri non hanno ancora individuato: dalla visita ai fratelli vicini e lontani, al volontariato, dedicando ogni giorno un po' del tuo tempo ad esaminare che cosa hai realizzato per amore di Dio. 10) Solidarietà per chi non vede la Luce Non essere mai arrabbiato con loro, né esponi i loro difetti. Non scontrarti mai con gli accusatori od i detrattori sul piano personale, bensì sforzati con l'aiuto di Dio di rendere più chiaro il tuo messaggio, per colui che ti ascolta. Tratto dal blog http://ribatalmujahid.blogspot.com/ RITI FUNEBRI ISLAMICI Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo C’è molto da sapere sui riti funebri, che i stessi musulmani non sanno. I primi sintomi di una persona che sta per lasciare questa vita, sono naturalmente la difficoltà a respirare, i piedi freddi ecc. Prima che la persona faccia la sua dipartita da questo mondo verso l’Altra vita, la prima cosa da fare è girare il volto verso il lato destro, nella direzione della Qibla, cioè la Mecca. Il braccio destro deve essere appoggiato davanti al corpo, i piedi devono essere rivolti verso la Qibla, in modo che la persona possa guardare la Qibla alzando un po’ il capo. La persona che sta accanto deve ricordagli la Shahada che sarebbe la Testimonianza di Fede: “Attesto che non c’è altra divinità all’infuori di Allah e che Muhammad è il Suo Messaggero e Profeta”. Il tutto in modo dolce, senza mettere agitazione al morente, anche perché il più delle volte la persona in questione potrebbe non essere in lucidità per via delle sofferenze. Chiunque muore pronunciando la Shahada andrà in Paradiso, come disse il Profeta Muhammad. Chiudere subito gli occhi del morto, coprire il suo corpo, e da sotto la copertura svestirlo 22 completamente, la persona che sveste il morto in questo modo non guarderà le parti intime ed userà un paio di guanti per lavare l’intero corpo. Al termine si riveste il corpo del defunto con sette veli bianchi. Il lavaggio è consigliato che lo faccia un parente del morto, il Profeta Muhammad è stato lavato da suo nipote Ali, come il Profeta stesso aveva espresso. Per la sepoltura non si deve lasciar passare giorni, come avviene nel cristianesimo ad esempio, ma viene fatta in modo tempestivo e deve essere sepolto nel luogo in cui muore. Infine si fa la preghiera funebre in piedi composta da 4 parti: si recita dopo aver detto “Allahu Akbar/ Allah è il più Grande” la Sura Al Fatiha /L’Aprente, che si recita ogni volta durante le normali cinque preghiere; “Allahu Akbar” accompagnata dall’invocazione per il Profeta Muhammad e Abramo che si chiama “Ibrahimia; “Allahu Akbar” accompagnata dall’invocazione per il morto; ed infine “Allahu Akbar” con invocazione per tutti i musulmani e per chi prega. Si chiude come per le altre preghiere con “Assalamu aleikum” guardando la spalla destra e poi quella sinistra. In questo modo si augura la Pace sull’angelo a destra che scrive le buone azioni e quello sulla sinistra che scrive quelle negative. "SOLO POLVERE" Di Usama Abul Assad E quando sarò morto? Se solo avessi detto una parola migliore… Cosa verrà con me, nella tomba? Cosa mi farà compagnia? Se solo avessi passato meglio il mio tempo… Cosa mi proteggerà? Ah… Eppure nel mondo avevo soldi, famiglia, amici, fratelli…dove sono adesso? Se solo non avessi ascoltato quella musica… Avevo il mio mondo, il mio tempo libero, il mio ristorante preferito…dove sono adesso? Non pensavo sarebbe arrivato così presto questo momento…io dove sono adesso? Se solo non avessi detto quella parola… Se solo non avessi mangiato troppo… Se solo non avessi dormito così tanto… Ah…Se solo… Ah… Ma adesso nulla più importa… Se solo avessi letto più la Parola di Allah… È ormai troppo tardi…sopra di me solo polvere Se solo avessi fatto una preghiera in più… Spero che qualcuno mi faccia du’a… 23 LA DONNA MUSULMANA E IL MONDO DEL LAVORO Di Aisha Muslima Tratteremo il tema della donna musulmana nel mondo del lavoro. Innanzitutto, l’ uomo e la donna musulmani hanno dei doveri verso Allah (swa) e dei diritti verso la propria famiglia che debbono necessariamente essere messi al primo posto nella propria vita. L’ uomo appunto oltre ad adempiere al suo dovere verso Dio, così come la donna, deve mantenere la propria moglie e i propri figli, e la donna deve occuparsi della casa in quanto luogo di ritrovo della famiglia e dell’ educazione dei figli. Proprio perché ognuno di noi, come recita un hadith del Profeta (saw), è pastore del proprio gregge, e nel Giorno del Giudizio ci verrà chiesto conto di esso. Quindi dicevamo appunto che il primo dovere imprescindibile della donna è quello di adorare il Creatore, nella maniera e nei tempi che Egli Stesso ha indicato nel Sacro Corano e tramite l’ esempio del Profeta Muhammed (saw). Ha il dovere di pregare, di digiunare, di versare la zakat, di fare il pellegrinaggio. Insomma di adempiere a tutti i cinque Pilastri della religione islamica. Poi ha il dovere di coprirsi debitamente, sempre secondo l’ insegnamento del Nobile Corano e della sunnah del nostro Profeta Muhammad (saw). E quindi appunto di occuparsi della propria dimora (la sua e del marito) e nel contempo di educare i propri figli. E’ bene sottolineare che se il marito ha la possibilità economica la donna può avvalersi di una donna di servizio che la possa aiutare nelle faccende domestiche e nell’ organizzazione della casa. Una volta adempiuti a tutti i suoi doveri di musulmana, può eventualmente pensare ad un lavoro. Innanzitutto bisogna vedere se c’ è un motivo reale per il quale ella debba necessariamente lavorare fuori casa. Qui dove viviamo noi, in Occidente, effettivamente non è facile da parte dell’ uomo supplire a tutti i bisogni della famiglia. Si fa davvero molta fatica, con un solo stipendio, ad arrivare alla fine del mese. Di conseguenza se l’ uomo ha bisogno di un aiuto in questo senso o se la donna eventualmente non fosse sposata e avesse difficoltà economiche alle quali far fronte ovviamente è giusto che lavori. Sarebbe diverso un caso in cui lei magari avesse più figli di cui occuparsi e fosse di famiglia benestante. In questo caso sarebbe più indicato il non lavorare, per il semplice fatto che non avendone grazie a Dio bisogno dovrebbe principalmente occuparsi del suo “gregge”, appunto, i suoi figli, attivandosi comunque anche per la comunità. Essere madri è un lavoro vero e proprio, un lavoro bellissimo ma anche faticoso e totalizzante. Una madre che lavora, infatti, non riesce, nonostante tutti gli sforzi che possa fare, a seguire per bene la propria prole, e magari al posto suo lo fa una persona estranea, come una baby sitter o un’ amica, che pur essendo comunque persone fidate mai possono sostituire l’ affetto e la dedizione della madre, soprattutto nei primi anni di vita del bambino. Tutti coloro che hanno figli sanno bene quanto è fondamentale la presenza materna per la formazione dell’ educazione e del carattere del bambino. In particolare nella nostra società occidentale direi che è basilare, proprio perché attorno a noi difficilmente abbiamo madri, padri, fratelli o sorelle musulmani che possono aiutarci, come è 24 consuetudine fare in un paese musulmano, ad educare i nostri figli. Conosco donne che hanno la necessità di lavorare che debbono necessariamente lasciare i figli alle nonne non musulmane, le quali, purtroppo, non sempre sanno come comportarsi in alcune situazioni con i nostri bambini, nonostante il loro affetto e la dedizione che mettono nell’occuparsi di loro. Questo perché magari non conoscono bene la nostra religione e non fanno caso, per esempio, se l’ hamburger del fast food è halal o meno. Se invece appunto per motivi economici e senza ovviamente causare troppo scompiglio nella propria vita familiare lei decide con il beneplacito dei propri familiari di andare a lavorare, può farlo, ovviamente badando, così come deve necessariamente fare anche l’ uomo, a non trascurare mai i doveri che si hanno verso Dio. Nel caso di noi donne, i doveri quotidiani religiosi ai quali dobbiamo far fronte sono prima di tutto la preghiera, poi l’ abbigliamento. Diverrebbe infatti vietato lavorare se, per un motivo o per l’ altro, dovremmo interrompere o saltare le adorazioni rituali o se dovessimo, per esempio, togliere il velo o adottare un abbigliamento non consono ai dettami dell’Islam. Bisogna infatti fare molta attenzione a non lasciarsi trascinare dal denaro e dal dunia, ovvero dalla vita terrena, tralasciando le responsabilità che abbiamo nei confronti del Nostro Signore e Creatore, Colui che è ben più Alto di ciò che Gli associano. Commetteremmo davvero un grave peccato se, per far contento il nostro capo, non pregassimo più o disobbedissimo a Dio in un altro modo. Quindi appunto il primo requisito da valutare per un nuovo lavoro è quello che esso comporti delle pause per la preghiera (ricordiamo, comunque, che ci sono molte agevolazioni per riuscire a pregare in ogni situazione. Per esempio, se non fosse disponibile l’ acqua corrente per fare le abluzioni potremmo dotarci per esempio di una bottiglietta d’ acqua, oppure portare con noi un sasso pulito e senza imperfezioni particolari per poter fare il tayammum, ovvero l’ abluzione senza acqua). Il secondo particolare non trascurabile è se l’ eventuale datore di lavoro richiede di togliere il velo o di adottare un abbigliamento succinto o aderente. Anche in questo caso, infatti, per noi sarebbe vietato accettare questo tipo di lavoro perché contravverremmo agli ordini di Allah, gloria a Lui, nonostante lo stato di bisogno. Dobbiamo ricordarci sempre che il nostro bisogno primario è la fede, è lavorare sì ma principalmente per Allah (swa) in questa vita per avere il Suo Paradiso, inshaAllah. A questo proposito, è bene ricordare i punti che lo shaikh Al Albani (ra) ha citato per descrivere il corretto hijab, ovvero non solo il velo ma tutto l’ abbigliamento femminile islamico: la sopravveste indossata in pubblico deve coprire tutto il corpo eccetto il viso e le mani la sopravveste non deve essere decorativa di per sé o essere un abbellimento, la sopravveste deve essere spessa e opaca, per nascondere gli abiti indossati la donna musulmana non deve mettere profumo in pubblico, i vestiti della donna musulmana non devono assomigliare a quelli degli uomini, i vestiti della donna non devono assomigliare a quelli dei non credenti, i vestiti della donna non devono essere un mezzo di ostentazione. Mi permetto di aggiungere che per una credente il rinunciare ad un lavoro per amore di Allah (swa) non comporterebbe nessun sacrificio, anzi. Oltre ad essere motivo di orgoglio e di soddisfazione personale, se avesse pazienza in questa situazione Allah (swa) che è Il Generosissimo, la aiuterebbe a trovare qualcosa di meglio per lei. Conosco una sorella che aveva la necessità di lavorare, e che è andata a cercare un lavoro in albergo, precisamente voleva riordinare le camere. 25 Aveva trovato molti gestori di hotel che la avrebbero fatta lavorare, ma solo se si fosse tolta il velo. Lei, che fra l’ altro aveva deciso hamdulillah di indossarlo da poco tempo, ha sempre rifiutato, fino a che, grazie a Dio, è riuscita a trovarne uno che ha accettato di farla lavorare con il velo. Grazie alla fede e alla pazienza di aspettare di questa sorella, Allah (swa) le ha fatto trovare un lavoro adatto a lei, un lavoro che le ha permesso di non contravvenire alla Sua Legge e di soddisfare le sue necessità economiche. Oltre all’abbigliamento, dobbiamo fare attenzione a non accettare un lavoro che ci metta in condizione di aver a che fare con cibi o bevande haram, vietate. Per esempio non si può andare a lavorare in un bar per vendere alcolici, in una gastronomia in cui dovremmo preparare cibi a noi vietati, o in un negozio che vende carni di maiale o comunque non macellate secondo il rito islamico. Oppure accettare lavori che abbiano a che fare con il gioco d’ azzardo (per esempio le sale bingo o simili), oppure altri incarichi che, per un motivo o per l’ altro, abbiano a che fare con la diffusione dell’idolatria. Allah (swa) nel Sacro Corano dice: “O voi che credete, in verità il vino, il gioco d'azzardo, le pietre idolatriche, le frecce divinatorie sono immonde opere di Satana. Evitatele affinché possiate prosperare. In verità col vino e il gioco d'azzardo, Satana vuole seminare inimicizia e odio tra di voi e allontanarvi dal Ricordo di Allah e dall'orazione. Ve ne asterrete?” (Al Ma’ida, 90, 91) Proprio a proposito delle bevande alcoliche, il dott. Al Qaradawi nel libro “Il Lecito e l’ illecito nell’ Islam” ricorda che il Profeta (saw) ha maledetto dieci persone che hanno a che fare con il vino, ovvero: colui che spreme la materia prima, colui che se la fa spremere, colui che bene il vino, colui che lo porta, colui al quale è portato, colui che lo serve, colui che lo vende, colui che trae profitto dalla sua vendita, colui che lo acquista, colui per il quale lo si acquista (riportato da At-Tirmidhi e Abu Maja). Invece riguardo al commercio in genere, quindi al lavoro di compravendita, un altro hadith del Profeta (saw) recita: “Allah e il Suo Messaggero hanno vietato la vendita del vino, della bestia morta, del porco e degli idoli” (riportato all’ unanimità da tutti i trasmettitori). Ovviamente, come si potrà facilmente dedurre, questo tipo di divieti sono validi tanto per la donna quanto per l’ uomo. E’ doveroso anche ricordare che Allah (swa) ci ha interdetto di avere a che fare con uomini non mahram (ovvero uomini che per noi è lecito sposare) in luoghi non pubblici. Questo significa che una donna non può restare da sola chiusa per esempio in un ufficio non aperto al pubblico per lungo tempo con un uomo, sia esso musulmano o non musulmano (anche in questo caso, comunque, anche all’ uomo musulmano è vietato stare solo in una stanza con una donna). E’ invece differente il caso del luogo pubblico. In questo caso è permesso, a patto che fra due eventuali colleghi di lavoro si mantengano le debite distanze, proprio perché Shaithan è sempre in agguato, e può bastare un nonnulla per commettere peccato o anche solamente per far sorgere delle maldicenze che potrebbero causare danni sia alla donna che all’ uomo e alle loro rispettive famiglie. Parlare in pubblico è lecito, ma senza troppa intimità, che anche in ambito non musulmano comunque non è in ogni caso una situazione ben vista. Il luogo di lavoro della donna poi è bene che sia decente, sicuro e decoroso. Non deve essere un luogo che la possa esporre alla maldicenza pur se ella non commette alcun peccato, o che la possa mettere in pericolo, o che magari la costringesse lavorare di notte senza protezione di sorta o comunque in 26 isolamento. La protezione dell’ incolumità morale e fisica fanno anch’ esse parte dell’ etica dell’ Islam. Una volta prese in considerazione queste semplici regole che, come abbiamo visto velo a parte debbono necessariamente essere rispettate per lo più anche dall’ uomo, la donna può tranquillamente lavorare. Ricordiamoci che proprio Khadija, che Allah (swa) sia soddisfatto di lei, la prima moglie del Profeta (saw), gestiva un commercio carovaniero, e che Aisha (ra) insegnava gli ahadith del Profeta (saw) e che rilasciava pareri giuridici. Nella storia dell’ Islam ci fu una donna che diceva di sé stessa: “Sono una donna che vende e compra”. Adesso citerò alcune parti di una fatwa, un parere giuridico islamico, emesso dalla commissione di Dar al iftaa’a (l’ egiziana), che tratta, oltre che del diritto delle donne al voto, anche del lavoro svolto da parte loro in eventuali incarichi pubblici. La richiesta dietro a questa fatwa è: “La nostra santa Legge islamica permette alle donne di votare e nominare loro stesse per partecipare in consigli parlamentari e municipali?" Ed ecco parte del responso. "Uomini e donne sono uguali nell’ Islam per quanto riguarda diritti e doveri, tranne per le questioni che si riferiscono alla natura unica di ogni genere. L’ Islam onora le donne e permette loro di praticare pienamente i loro diritti. Provvede loro con una separata responsabilità finanziaria e considera le loro azioni valide riguardo ai loro diritti legali. L’ Islam ha dato alle donne il diritto di praticare tutti i loro diritti civili fino a che esse si conformano alla loro natura così come è stata creata da Allah, (swa). In caso la comprensione comune dei diritti politici concerne con il diritto al voto, in aggiunta al sostenere posizioni pubbliche, i principi della Legge islamica non obiettano a ciò – tranne quando si tratta di essere nominate come il presidente di un paese o di uno stato. Ad una donna non è permesso di adottare lo status del presidente, perché uno dei doveri di un presidente è quello di guidare i musulmani durante la preghiera, una questione che è unicamente espletata dagli uomini, in accordo alla Legge islamica. Quindi, una donna può nominare sé stessa nelle elezioni di un consiglio parlamentare fino a quando lei riesce a bilanciare il suo lavoro con i suoi doveri verso il marito, i figli e chiunque altro sia titolare di simili diritti. La natura del suo lavoro deve accordarsi con le regole della morale islamica che includono: non scoprire il suo corpo, non mettersi in mostra, non agghindarsi (per attirare l’ attenzione maschile, n.d.t.) o incontrarsi privatamente con non-mahrams (uomini che per lei è lecito sposare, ovvero una persona che non fa parte della sua famiglia, per esempio. n.d.t.). A proposito del loro diritto a deporre, le donne possono votare per altri che hanno intenzione di servire i pubblici interessi. Ciò è basato sul patto di alleanza delle donne che promisero al Profeta Muhammed (saw) di supportare l’ Islam al massimo possibile. Questo è menzionato nel Corano, dove Allah (swa) dice ciò che può essere tradotto come: ‘O Profeta, quando vengono a te le credenti a stringere il patto, [giurando] che non assoceranno ad Allah alcunché, che non ruberanno, che non fornicheranno, che non uccideranno i loro figli, che non commetteranno infamie con le loro mani o con i loro piedi e che non ti disobbediranno in quel che è reputato conveniente, stringi il patto con loro e implora Allah di perdonarle. Allah è Perdonatore, Misericordioso’. (Corano 60,12) Ci sono molti esempi di donne che si sono 27 conformate alla tradizione del Profeta (saw). Per esempio, nel trattato di Hudaybiya, il Profeta Muhammad (saw) consultò sua moglie Umm Salamah. Similmente Asma’ bint Abu Bakr consigliò suo figlio AbduLlah Ibn Az-Zobayr (ra) di sostenere l’ Islam. Il diritto delle donne di contribuire nella vita politica è evidente anche nel famoso episodio in cui Aisha (ra), la moglie del Profeta Muhammed (saw) conosciuta come “la madre dei credenti”, interferì nel disaccordo tra l’ imam Ali (ra) e il compagno del Profeta (saw) Mo’awiya Ibn Abu Sufyan (ra). Lei affermò la sua opinione e li conciliò sul campo di battaglia, anche se la battaglia era già stata predestinata da Allah (swa). ricoperta oltre che da quello fisico, dal velo del timore di Allah, gloria a Lui. Perché se si obbedisce ad Allah (swa) e al Suo Profeta, è tutto lecito, tutto fattibile. E semplice, molto più di quanto possa sembrare, perché ricordiamocelo tutti, uomini e donne, tutto ciò che Egli ci chiede è per il nostro bene, e non ci apporta altro che bene. Tratto da: http://sistersinblog.splinder.com/ Questo è spiegato dal versetto del Corano nel quale Allah (swa) dice quel che può essere tradotto come: ‘I credenti e le credenti sono alleati gli uni degli altri. Ordinano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole, eseguono l'orazione pagano la decima e obbediscono ad Allah e al Suo Messaggero. Ecco coloro che godranno della misericordia di Allah. Allah è eccelso, saggio’. (Corano 9, 71) Inoltre, una donna può occupare ogni posizione sociale in differenti ministeri fino a quando queste posizioni concordano con la sua natura e sono scelte per lei dalle autorità. Di conseguenza, alle donne è permesso contribuire alla vita pubblica, socialmente e politicamente. Comunque, questo tipo di contributi deve conformarsi alle morali islamiche e non deve condurre alla negligenza della vita familiare della donna stessa”. La donna musulmana quindi può svolgere differenti tipi di lavoro, può uscire ed occuparsi delle sue faccende personali tranquillamente, l’ importante che ella sia, sempre così come l’ uomo, costantemente AL HEJR: LA ROCCIA Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Al-Hejr è una città antica dal periodo del popolo dei Thamud, scomparso alcuni secoli dopo dal Diluvio Universale. La storia dei Thamud è presente nel Corano, ed era un popolo forte, feroce ed ostile al Profeta Salih, il secondo Profeta arabo, dopo Hud, esclusi dalla Bibbia ebraica e cristiana. Anche la 15esima Sura del Corano si chiama “Al Hejr” di 99 ayàt (versetti). Al Hejr, significa “la roccia”, e secondo alcune fonti si trovava a circa 150 chilometri da Medina. Questa zona di Madaen Salah –nel nord di Al Jazira al ‘Arabeya- è ancora nota. In questo posto viveva il Profeta Salih (as), un 28 suo antenato si chiamava proprio Thamùd – figlio di ‘Ad e il bisnonno di quest’ultimo era Sam, figlio di Noè. “Al Thamad”, detta anche “Al Hejr”-, ed era Al Jazira al Arabeya, adesso è deserta, non c’è traccia di vita. Anche i Thamùd erano forti -non come gli ‘Ad, popolo del Profeta Hud (as)-, scavavano nelle montagne per abitarci dentro, prendevano le rocce e costruivano, era una civiltà avanzata. Il Profeta Muhammad (saw) quando passò secoli dopo sulla terra Hejr disse alla sua gente: “Non entrate in questa terra senza piangere prima, perché arrivò – ai tempi di Salih- il castigo. Ho paura che arriverà questo anche a voi”. Al Hejr comprende 131 tombe, ben conservate, muri, torri, condotti d'acqua e cisterne. All'interno vi sono nicchie funerarie, alcune sculture, ecc. Qasr Farad è particolarmente impressionante, è scolpito in un unico sperone di roccia. La maggior parte delle tombe riportano scritte in arabo e in inglese che spiegano la storia. La mitologia: Secondo certe credenze antiche, è maledetto chi vende, compra in questo luogo, o tira fuori cadaveri o le ossa dalle tombe, chi ignora tutto questo è maledetto 5 volte dalla dea Dushara e deve pagare al sacerdote una multa di 1.000 Haritha! Naturalmente questi sono solo racconti inventati nel corso dei secoli, mitologie, quello che è accaduto realmente si trova nel Corano e l’abbiamo già descritto più sopra. Charles Montague Doughty che ha scritto "Viaggi nell’Arabia Deserta" è stato, a quanto sembra, il primo europeo a visitare questi luoghi nel 1880. Sopra a desta l’albero dei Profeti: da Noè proviene Hud e Salih; da Ismaele proviene Muhammad (saw). LA VERA FINE DEL MONDO E NOI DORMIAMO Di Taha Esmail Mohamed Le mie parole sono indirizzate a tutti gli uomini del mondo. Forse c’è qualcuno che non si rende conto di cosa succede nel mondo 29 intero, non solo negli USA per questo gesto folle di un razzista appartenente ad una setta che non ha nulla a che fare con le religioni del mondo –vuole bruciare il Corano-. O forse qualcuno lo spinge per altre cose, per accendere altre guerre inutili per il suo gesto. Abbiamo visto cosa é successo qualche anno fa per le vignette offensive sul nostro Profeta (saw) . Non dimenticate questa volta, non una persone, bensì il Libro Sacro di un miliardo e mezzo di persone. Avete calcolato che danni può causare un gesto così? Non per una nazione sola, ma avrà una conseguenza terribile in tutto il mondo intero, per anni e anni di odio. Si cari miei, voi non calcolate che oggi ci sono i padri qua che lavorano, ma domani ci saranno i loro figli, sono generazione. Primo punto: un folle dice questa cosa a quattro gatti e un mondo intero sta a guardare, ridendo e ogni tanto qualcuno dice qualcosa, ma stiamo scherzando? Ma non sapete che cos’ è il Corano? Una follia mai ha avuto precedente, solo nelle guerre dei secoli precedenti, e queste parole vengono dal paese che affermano essere il più libero nel mondo, si ma sempre e solo contro i musulmani. Si signori, pensate un secondo solo quando questo farabutto figlio di satana dice una cosa piccola contro altri, magari contro gli ebrei per esempio. Sicuramente non avrebbe avuto tutti i media attorno a lui......e parlano di civiltà... Nessun canale televisivo o giornale gli avrebbe dato voce. Siccome contro i musulmani trovi sempre tutti con lui, il colpevole, danno la voce sotto la parola di libertà di stampa. Se solo un musulmano dice una parola contro gli ebrei, apriti cielo, viene subito processato e in galera per crimini e giudicato come terrorista, vero o no? Secondo punto: le persone che da settimane stanno scrivendo i giornali per dirvi di salvare una donna che ha ammazzato e tradito suo marito e suo figlio senza vergogna e urla per salvarla, ma ha mai pensato che suo padre in questo modo è stato fatto a pezzi da lei? Terzo punto: ma qualcuno si rende conto cosa succederà dopo questo giorno? Non sarà più l'11 settembre 2001 il giorno più amaro dell’ ultimo secolo, bensì l'11 settembre del 2010, sarà peggiore, un milione di volte... pensateci bene. Da musulmano mi sento in dovere di informare, lo dico da musulmano che conosce la sua religione, che conosce i sui fratelli e sorelle, nipoti, nonni, padri, madri, tutte persone di pace che diventeranno leoni o peggio, per il loro Libro Sacro. Vi rendete conto o no? Per fare contento un farabutto figlio di satana mettete tutta l’umanità in pericolo di fronte ad un miliardo e mezzo di persone? questi gesti non sono segni di libertà, ogni piccolo gesto ha i suoi limiti o no? Quarto punto: sapete quanti musulmani vivono in Usa o Europa ? sono tanti, quasi 30 milioni o più. Provate a calcolare i danni morali di queste persone, sapete che con il vostro silenzio significa che siete accordo? se tra questi 30 milioni di musulmani la percentuale di integralisti era minima, con un gesto cosi aumenterà a dismisura , e cosi facciamo il gioco degli integralisti che aspettano solo un cenno per schierare kamikaze in tutto il mondo. Svegliatevi prima che tutti noi finiamo in un mondo di guerra senza fine. Quinto punto: questo è il regalo che aspettano tanti integralisti per la fine del mese Sacro di Ramadan, questo è un giorno davvero sacro per noi musulmani veri e corretti, che mai farebbero male a nessuno, ma pronti dopo un simile gesto a diventare pieni di odio e aspettare il giorno per vendicarsi. Sesto punto: avete pensato ai vostri figli, padri, fratelli ecc. che lavorano e vivono in paesi islamici cosa succede a loro per colpa di questo gesto stupido? in Iraq, Afganistan, Libano, Somalia e altri paese islamici, potranno diventare integralisti e kamikaze. Non saranno più vostri amici, ma nemici. Qui non si tratta di difendere interessi 30 economici, politici...no, quì si tratta del Corano che è la Vita di tutti i musulmani nel mondo e per il musulmano sacrificarsi come martire per il libro sacro è il massimo. Pensate prima che non troverete più lacrime per la vita di tutti i vostri cari. Settimo punto: sapete quanto bene perdete quando faranno danno alle vostre ditte e starete a case, senza lavoro e le banche senza soldi. Si signori, voi vivete sull' importazione del petrolio, del gas e tante materie prime, e vendete le auto, scarpe, macchinari industriali ecc. sarà tutto bloccato. Ultima parola per tutti: Usa, Italia, Europa, fratelli, sorelle musulmani, cristiani, ebrei e altri. LA PACE, NON LA GUERRA, dobbiamo darla ai nostri figli per il loro futuro. Non accendiamo un fuoco che non riusciremo più a spegnere per anni e anni per un figlio di satana e quattro balordi che non sanno più come vivere senza odio e guerra. Il mio grido è: NON ODIO FRA NOI, MA SEMPRE PACE! Invito tutti a diffondere questo mio articolo E chiedo a tutte le persone del potere... per Dio e solo per Lui L’Altissimo, non lasciamo il nostro mondo nelle mani degli integralisti di qualsiasi religione essi siano, per poi pagare noi le conseguenze. Quì non c’è terra, nè nazione, quì c’è la cosa più grande mai esistita, quì c’è il Corano, la vita per un miliardo e mezzo di persone. Continuo a scrivere, nonostante le difficoltà che la malattia SLA mi costringa a stare a letto e ad usare gli occhi al posto delle mani. Insegniamo ai nostri figli che la religione è un valore che unisce e non che divide. Ho fatto quello che mi ha suggerito la mia anima e il mio cuore come musulmano vero, davanti al nostro Dio unico, adesso tocca voi, usate la vostra buona anima per far cessare questo fuoco. IL FATTO: Il pastore statunitense Terry Jones come “regalo” per la festa di fine Ramadan dei musulmani, voleva bruciare il Sacro Corano, la notizia è arrivata proprio il 9 settembre, giorno prima della festa dell’Idu-lfitr e di venerdì. Voleva bruciarlo in coincidenza con il nono anniversario dell’11 settembre, questo ha scatenato scene di terrorismo nel mondo come in Pakistan. La SLA “Sclerosi alterale amiotrofica” è una malattia rara che colpisce le cellule delle corna anteriori del midollo, soprattutto quello cervicale, del trono encefalico (bulbo spinale) e spesso anche della corteccia motoria. Paralizza l’intero corpo, immobile ma non sensibile, stanno cercando delle cure inshaAllah. Il fratello Taha è fermo nel letto da 5 anni, da lì continua la sua battaglia mashaAllah con la sua malattia e per l’Islam, con i suoi video, i suoi scritti, che Iddio L’Altissimo lo benedica, fate tanti Du’a per lui fratelli e sorelle, non dimenticate, è nostro dovere da musulmani, affinchè si trovi una cura per lui e tutti i malati di Sla inshaAllah. Per saperne di più: http://www.slaitalia.it/Index_la_sla.html LA PIU’ GRANDE DELL’ASIA CENTRALE MOSCHEA Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo La Moschea di Bibi Khanum, si trova proprio a Samarcanda in Uzbekistan. E’ la più grande moschea dell’Asia Centrale, di colore blu e turchese. Perché è stata costruita? 31 IL VOSTRO VICINO DI CASA Di Usama Abul Assad Sembrerebbe che sia stata la moglie del mongolo-turco Tamerlano a farla costruire in attesa che tornasse il marito da un viaggio con tantissime opere d’arte, pare portate da diecimila muli. Secondo un’altra leggenda, Tamerlano aveva nove mogli e tra queste c’era una principessa mongola dal nome Bibi Khanum, in suo onore l’uomo decise di far costruire la grande moschea. La moschea attualmente è stupenda, con tanto di archi alti 30 metri, ben quattro minareti, decine di cupole e centinaia di colonne di marmo bianco, però all’inizio fu progettata male. La moschea perdeva i pezzi e Tamerlano furibondo ordinò di tagliare la testa agli architetti, uno di questi per non subire la tortura ed umiliazione preferì buttarsi da uno dei minareti. Questi sono i racconti, secondo le fonti antiche, non sappiamo però quanto c’è di vero in tutto questo, è certo che la moschea resiste ancora oggi magnificamente, pensate, sarebbe dovuta diventare la moschea più grande dell’Islam, naturalmente non è così. Si spera a questo punto che sia la moschea della Mecca ad essere la più grande, visto l’importanza nell’Islam. Sembrerebbe che la moschea che siamo abituati a conoscere come Bibi Khanum non sia l’originale, e che quella vera si trova chiusa tra le inferriate. Il Mausoleo di Bibi Khanum è l’unico ad essere esposto al pubblico. Al centro del cortile della moschea, si trovava su un leggio enorme, forse di marmo, una copia enorme del Corano, pare di 300 chili e rivestito di oro e argento. Ho letto una serie di commenti di stampo razzista e xenofobo su facebook e tra i quasi 400 commenti (naturalmente non li ho letti tutti ci mancherebbe) mi risalta un commento di una persona che fa 10 domande per avere chiarezza. Io presi dunque le domande e le risposi. D: Un cristiano nei paesi musulmani può praticare liberamente? R: La risposta è sì: In Egitto per esempio il 10% della popolazione è cristiano-copta e in Egitto, terra da dove passò il Messia (su di Lui la pace) ci sono tra le più antiche e belle Chiese mai costruite. Così nel resto dei paesi a maggioranza di musulmani. Questa è una delle tante prove: http://www.youtube.com/watch?v=B_WXchjP8s D: Un uomo musulmano ha gli stessi diritti di una donna ? R: Sì! I diritti sono gli stessi! I doveri anche sono gli stessi ma possono divergere in qualche punto. Per esempio l'uomo ha il dovere di mantenere una donna e la donna non ha il dovere di farlo e se lo fa lo è per sua scelta. Il patrimonio dell'uomo deve essere usato anche per il mantenimento della donna. Il patrimonio della donna è solo suo e nessuno glielo può toccare e ne fa quello che vuole. Neanche il marito ha il diritto di toccare un solo centesimo dei soldi della donna. D: La donna può esprimere liberamente il proprio pensiero? R: Non vedo perchè non possa farlo! 32 Nell'Islam non importa se è uomo o donna che parla, ma è fondamentale che ciò di cui si parla sia fondato su verità, certezze e non dubbi e congetture. D: Una donna accusata di adulterio ha lo stesso trattamento dell'uomo? R: Questo è un altro mito. Uomo e Donna hanno la stessa pena per quanto riguarda i rapporti illeciti. D: Che valore ha la poligamia? R: La poligamia è permessa nell'Islam ma è una pratica che solo (forse) il 5% dei musulmani attua. Per esempio un eventuale secondo matrimonio non dovrebbe rovinare il primo. Non bisogna fare differenze tra le eventuali donne e Dio dice nel Sacro Corano: "Restituite agli orfani i beni loro* e non scambiate il buono con il cattivo, né confondete i loro beni coi vostri, questo è veramente un peccato grande. *[“Restituite...”: quando gli orfani saranno diventati puberi] E se temete di essere ingiusti nei confronti degli orfani, sposate allora due o tre o quattro tra le donne che vi piacciono; MA SE TEMETE DI ESSERE INGIUSTI, ALLORA SIA UNA SOLA o le ancelle che le vostre destre possiedono, ciò è più atto ad evitare di essere ingiusti”. D: Perchè il corpo femminile è considerato fonte di peccato tanto da essere coperto integralmente? R: Dio dice nel Corano "O Profeta, di' alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciute e non essere molestate. Allah è perdonatore, misericordioso." D: Cosa ne pensi della jihad? R: Il Jihad è un termine arabo che significa sforzo e comprende tutti gli atti che vengono compiuti per Dio (Allah in arabo). Questo può essere dal cercare di rispettare i 5 pilastri dell'Islam (rendere testimonianza dell'unicità di Dio e che Muhammad è il Suo messaggero, Pregare 5 volte al giorno, dare la Zakat ovvero una imposta che i ricchi devono dare per i poveri, digiunare nel mese di Ramadan e andare a fare il pellegrinaggio) all'andare a studiare all'estero per avere conoscenza fino ad arrivare al combattimento. D: Come viene considerato un kamikaze? R: Dio ci ha vietato il suicidio. In guerra noi non possiamo uccidere donne, bambini, animali e la natura. Solo chi ci combatte. D: Siete in grado di rispettare le usanze e le culture dei popoli che vi ospitano? R: Dobbiamo! Non siamo qui in conquista ma siamo qui portatori di un messaggio di giustizia e verità. Nessuno è costretto a credere. Non pretendiamo di togliere crocefissi o distruggere chiese per costruire moschee. Siamo qui e abbiamo dei diritti e dei doveri. Doveri verso Dio e verso le Sue creature. D: Cosa significa per voi integrazione? R: Integrazione significa poter vivere tranquillamente l'uno vicino all'altro e poter parlare tranquillamente, ognuno del suo credo in un clima di civiltà. Ci si può ascoltare, scambiare punti di vista e ci si può ignorare. Tutto in un clima di pura civiltà. Senza stereotipi ma con la sola voglia di imparare qualche cosa di nuovo sul tuo vicino di casa. tratto dal blog: http://usama-el-santawy.spaces.live.com/blog/ 33 IL GANDHI MUSULMANO Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Spesso, quando si pensa a personaggi storici del passato recente, che rappresentano la pace, la positività nel mondo, si pensa subito a Gandhi, a Madre Teresa di Calcutta, a Martin Luther King, a Nelson Mandela e a pochi altri, tutti provenienti dal mondo cristiano, indù o dal jainismo come Gandhi. E nel mondo islamico? C’è Abdul Ghaffar “Badshah” Khan, conosciuto come “il Gandhi musulmano”, a molti qui in Italia il suo nome non dice nulla, eppure è stato un riformatore nel mondo islamico e per questo molto perseguitato. Nacque nel 1890 in un piccolo villaggio pashtun a Utmanzai, dominata dai britannici, che reprimevano la popolazione indiana, la umiliavano. In questo clima per nulla tranquillo visse Abdul Ghaffar, il quale si oppose di arruolarsi nelle truppe britanniche, rifiutando così ai privilegi, come studiare in Inghilterra. A lui questo non interessava, l’importante era restare accanto alla sua famiglia, di combattere a denti stretti e con dignità al fianco della sua gente. La sua aspirazione era simile a quella di Gandhi, cioè liberare il popolo dalla dominazione britannica e allo stesso tempo concentrarsi nel far progredire il popolo ridotto alla povertà e non solo, mancava l’istruzione, l’educazione sanitaria ecc. Cominciarono così a boicottare tutto ciò che era britannico, a fare scioperi e manifestazioni di dissenso, Abdul Ghaffar come Gandhi, era per la non-violenza. I Khudai Khidmatgar “i servi di Dio” si sostituirono alle bande rivoltose. Abdul Ghaffar ripeteva spesso che “un pashtun non-violento impaurisce gli inglesi assai di più di un pashtun violento”. Infatti con questa storia della non-violenza la popolazione accettava più volentieri di collaborare fra loro, diventando sempre più numerosa e spaventando il Raj britannico. Loro non erano ribelli armati, bensì gente pacifica che non collaborava e boicottava i britannici. Abdul Ghaffar strinse rapporti con diversi esponenti del movimento di liberazione indiano e soprattutto con Gandhi. Entrambi erano molto religiosi e sostenevano l’unione tra indù e musulmani nella resistenza al colonialismo, per costruire sempre più compatti un’unica ed unita nazione indiana, basandosi sull’amore verso il prossimo, perché suo simile in quanto essere umano ed indiano. La parola principale è Pace, e per ottenerla era collaborare: indù con musulmani. Esatto, era proprio la collaborazione l’unica via per progredire e mantenere l’identità indiana. Abdul Ghaffar amava spesso dire: “Ho un solo metro di misura, ed è la misura del proprio arrendersi a Dio” e quindi al volere di Dio, senza per questo rimanere passivi ed accettare il dominio britannico. Arrendersi totalmente a Dio e non all’uomo britannico invasore. Abdul Ghaffar, detto anche “Badshah khan” che significa “il re dei khan”, visse per lungo tempo in carcere, sia sotto gli inglesi, sia sotto il governo pakistano (1948). Dedicò tutta la sua vita per la lotta dei diritti del suo popolo pashtun. Indebolito per le diverse malattie, morì, rimanendo sempre fedele al detto “non è questa la vita in cui riposarsi”, questo spiegava il suo essere attivo. Allah gli regalò lunga vita, per poi passare all’Altra Vita all’età di… 98 anni! Tanti anni di battaglie, di sofferenze e umiliazioni. “La pazienza e la giustizia è la nostra arma, ed è l’arma del nostro Profeta Muhammad: nessun potere sulla terra può resisterle”. Queste sono le parole che scrisse ai suoi seguaci. 34 LA FINANZA ISLAMICA Di Yassin Baradai Principali elementi di finanza islamica: · il Corano proibisce l’interesse che rimane sempre illegittimo · non può esserci guadagno senza compartecipazione al rischio, nel caso di un prestito che non comporta la spartizione del rischio, ogni rimborso che superi l’ammontare del prestito è RIBA’ , e quindi Haram (vietato) · sono vietati gli investimenti verso aziende produttrici o che trasformano: alcool, prodotti a base di suini, servizi di investimento, finanziarie, banche, assicurazioni, azzardo, hotel, casinò, cinema, musica, media, pornografia, scommesse, armi, difesa militare, trasformazione del tabacco. · Sono vietati investimenti verso aziende che abbiano sopravvenienze attive derivanti da interessi bancari superiori al 5% delle entrate (a meno che non siano destinate a scopi sociali o caritatevoli) · Le aziende che compongono il Dow Jones Islamic Market devono : -avere un rapporto tra il loro debito totale e la capitalizzazione media del mercato annuale superiore o uguale al 33% -avere un rapporto tra la somma della cassa e di titoli che danno diritto a una parte di utile in forma di dividendo, diviso la capitalizzazione media del mercato annuale superiore o uguale al 33% -avere un rapporto crediti verso la clientela sul totale attivo superiore o uguale al 45% · No acquisto titoli obbligazionari (poiché prevedono un interesse predeterminato all’origine) · I flussi economici delle attività musulmane non devono mischiarsi con quelli non islamici (ad esempio nel caso di una Banca italiana che apra uno sportello islamico) sarebbe necessaria una perfetta separazione contabile dello sportello islamico rispetto alle altre attività “contaminate” dall’applicazione di tassi di interesse. · È proibito chi incoraggia il monopolio · Secondo la Shari’à ricorrere al debito non dovrebbe essere considerato un fenomeno ordinario e naturale ma utilizzato solo in caso di necessità · Mutui erogati quindi senza interessi ALCUNI CONTRATTI DELLA SHARI’A’ RISPETTOSI -Mudaraba (accomandita) dove la banca svolge il ruolo di intermediario commerciale, che compra le merci necessarie ai suoi clienti rivendendole loro e realizzando un profitto. Si divideranno gli eventuali profitti, ma non le perdite che rimangono a totale carico della Banca. -Musharaka (Associazione) la banca ed un imprenditore conferiscono capitale in un progetto determinato dividendo il profitto atteso secondo la percentuale stabilita. Ognuno sopporta l’eventuale perdita -Ijàra wa iqtinà Operazioni di Leasing : il cliente paga periodicamente un canone comprensivo del costo d’acquisto del 35 macchinario sostenuto dalla banca e un canone d’affitto per l’utilizzo del bene strumentale -bai’mu’ajjal vendita a termine -muràbaha vendita a premio -Al-Istisnà appalto islamico: contratto attraverso il quale una delle parti ordina all’altra di fabbricare e fornire un bene, descritto nel contratto, con data di consegna, prezzo e data di pagamenti determinati. -Al-Istisnà al-Tamwili : due contratti istisnà, nel secondo contratto la Banca subappalta a un contractor la fabbricazione del bene secondo specifiche previste. -Salam contratto di vendita il cui il pagamento viene effettuato anticipatamente al momento della stipula, a fronte della consegna del bene o del servizio in una data futura. Viene normalmente adoperato per beni fungibili con pagamento rateale. -Manzil Murabaha: si tratta del Mutuo islamico, è stato lanciato a Londra dalla Unit Bank od Kuwait : unico inconveniente , costa il 40% in più di un mutuo normale (doppio trasferimento di proprietà, accantonamento del 100% da parte della Banca dell’importo erogato per tutelarsi dall’insolvenza , doppia imposizione fiscale; Il cliente sceglie l’immobile, si accorda sul prezzo col venditore. Il cliente paga lo 0,1% del prezzo di acquisto per fare eseguire la perizia. La banca acquista l’immobile e lo rivende al cliente con ricarico. Il cliente paga le rate uguali, mensili per un periodo di 15 anni. L’immobile è registrato a nome del cliente con ipoteca legale a garanzia della banca. Nel prezzo che il cliente paga sono comprese le spese amministrative ed un rendimento per coloro che hanno investito nella banca e fornito i fondi del mutuo e per un margine di profitto. -Manzil ijara, garantisce invece maggiore flessibilità al cliente. Il cliente sceglie l’immobile e si accorda sul prezzo. La Banca acquista l’immobile e si accorda per rivenderlo allo stesso prezzo entro un max di 25 anni. Durante questo periodo il cliente paga l’affitto alla banca. L’affitto viene fissato di anno in anno e corretto al ribasso per tenere conto delle rate già pagate. Il cliente può acquistare dalla Banca l’immobile in qualsiasi momento. L’affitto contiene tre elementi: il rimborso della somma che la banca ha utilizzato per acquistare l’immobile, l’affitto dell’immobile che è fonte di profitto per la banca, e la rata mensile che è la somma che serve a coprire il costo dell’assicurazione che la banca deve pagare sull’immobile. Uno dei TANTI vantaggi della finanza islamica: comprendere meglio il “rischio” nella realtà in cui operano. La distanza dal rischio reale riduce la vera conoscenza e comprensione di tale rischio (vedi crisi mondiale americana dei mutui subprime). Maggiori Gruppi bancari Islamici: DALLAH ALBARAKA GROUP (Arabia Saudita) LA DAR AL MAAL AL ISLAAMI Trust (Famiglia Reale Saudita) AL-RAJHI GROUP (Arabia Saudita) TII-THE ISLAMIC INVESTOR (Kuwait) Istituzioni Multinazionali NON islamiche : CITIBANK, HSBC BANK Plc, BNP Paribas, ABN Amro, Sociètè Generale, UBS, PICTET, BARCLAYS. 36 Che hanno già iniziato ad usare tecniche islamiche per la loro attività verso clienti musulmani. Da: http://laspadadellislam.blogspot.com TANZANIA Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo Si trova nell’Africa Orientale tra il Kenya, Mozambico, Uganda, Burundi e Zambia. La capitale è Dodoma, ma fino agli anni 70 era Dar es-Salaam “La Casa della Pace”, la più grande città del Tanzania e ribattezzata così da Seyyid Majid, figlio di Sa’id bin Sultan della dinastia omanita (Oman), nel 1866, in principio Dar es-Salaam si chiamava (Mzizima) che significa “La Città sana”, fondata da coloni provenienti da Barawa in Somalia. Successivamente la Tanzania fu conquistata dai tedeschi e poi dagli inglesi. Dopo la seconda guerra mondiale, esattamente il 9 Dicembre 1961, il Tanganika, unito con l’isola Zanzibar per formare lo stato di Tanzania, ottenne l’indipendenza dal Regno Unito e nel 1962 fu fondata la Repubblica di Tanganika. A 205 miglia a sud dell’equatore, tra Tanzania e Kenya si trova il Kilimangiaro. Non è una montagna, bensì un vulcano spento, forse il più grande al mondo, tra le sette più alte vette del pianeta, meriterebbe un articolo a parte. Molte sono le etnie presenti in Tanzania, la maggior parte appartengono al ceppo bantu, come: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Sukuma Nyamwezi Hehe Bena Gogo Bahaya 7. Makonde 8. Chagga 9. Ha 10. Nyakyusa Tra le etnie nilotiche: 1. Nomadi masai 2. Luo Ognuno di questi gruppi ha la sua lingua, ma la lingua nazionale è lo Swahili. KUNG- FU MUSLIM! Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo La Cina è un grande paese pieno di culture, pensate, ci sono ben 50 minoranze, se non di più e 5 milioni di musulmani cinesi chiamati “Hui”. Come tutte le minoranze anche gli Hui non hanno avuto vita facile in questo paese, soprattutto nel periodo della dinastia Ching, gli Hui erano perseguitati e torturati. L’arma di difesa degli Hui è il Corano e le arti marziali, anche loro praticano il…Kung –fu! Che prende il nome “kung-fu muslim”. Gli Hui hanno adottato e perfezionato le arti marziali, hanno sviluppato delle mosse con tanto di pugni che esercitano ancora oggi con onore. La mossa del piedino, nominata “The moslem Spring Leg” è molto popolare in Cina e riconosciuta. Movimenti con ripetizioni è lo stile originale degli Hui e suddiviso in dieci modi, successivamente è stata introdotta una mossa proveniente dal sud della Cina, diventando così 12 modi. L’allievo dovrà imparare almeno i dieci modi prima di poter cominciare a praticare il kungfu. Questa arte è oggi imitata anche da altri. 37 Dove studiare la lingua araba La soluzione per imparare veramente bene (inshaAllah) la lingua araba e il Corano, è studiare l’arabo in un paese di prevalenza musulmana. Il fratello AbdEl Karìm ci ha passato alcune informazioni utili: Offriamo la possibilità di studiare nelle migliori scuole e università islamiche, come per esempio presso l’Università di Medina in Arabia Saudita, dove è possibile studiare la lingua araba e una disciplina islamica a scelta, tutto spesato (biglietto aereo, alloggio e una piccola rendita mensile). O la possibilità di studiare la lingua araba, anche per solo qualche mese, ad un prezzo molto economico, in località arabe. Fatevi avanti fratelli, alcuni musulmani italiani stanno cominciando a muoversi, un modo per apprendere o migliorare la lingua e per imparare l’Islam dalle fonti autentiche, non dai soliti libri tradotti dall’inglese o dal francese. Quindi musulmani convertiti più competenti nella religione, per un Italia futura con meno imam improvvisati, come purtroppo accade nel presente. Il fratello Yassìn ci da altre informazioni su come studiare a Medina: Per andare a Medina senza legarsi ad una autorità lavorativa o scolastica bisogna prendere il visto per Omra o per Hajj,... per accedere invece al sistema di istruzione come ho fatto io bisogna fare domanda direttamente all'università, che provvederà a pagarti una piccola "borsa din studio". Per essere accettati: 25 anni massimo. Chiudono un occhio con gli italiani su qualche anno in più. Il prossimo anno scolastico inizierà a settembre dell'anno prossimo InshaAllah, compilando la domanda nel sito dell'università: http://iu.edu.sa/web/Default.aspx Vai su "Admission and registration" e segui le istruzioni... http://admission.iu.edu.sa/Definitions.aspx ci sono molti documenti da fare e tradurre in arabo e il procedimento reale è un pò lungo e macchinoso... però se Allah vuole che vai sarà facile. In alternativa potrete studiare nella Moschea del Profeta (saw) gratuitamente, però devi mantenerti da solo! segue a pag.46 FILM Col numero scorso non volevamo essere scontati, quindi abbiamo preferito recensire film poco conosciuti al pubblico, questa volta cominceremo con dei classici da non perdere. OMAR AL MOKTHAR (THE LION OF THE DESERT) Film del 1980, dal titolo originale “The Lion of the Desert” del regista siriano Moustapha Akkad, costò 34 milioni di dollari. Il ruolo di Omar Al Mokhtar (Il Leone del deserto) è recitato molto bene da Anthony Quinn. Chi era Omar Al Mokhtar? Era uno sheikh anziano libico che lottò per l’indipendenza del suo paese sotto l’occupazione di Mussolini, che occupò Tripoli e Benghazi. La forza di spedizione italiana distrusse innumerevoli villaggi e campi agricoli. Riempì i pozzi vitali di cemento e spedì migliaia di libici ai campi di concentramento. Omar Al Mukhtar era per Mussolini un personaggio scomodo, perché intralciò i suoi piani di conquista. Nel Settembre 1931 Mokhtar venne catturato e impiccato, stessa fine che toccò in seguito a Mussolini. Mokhtar nacque a Zonta in Africa nel 1860. Durata 2h 45 min. 38 AL FATAH Il film in questione è d’animazione, per grandi e piccini. Un film sulla storia del grandissimo comandante turco, il Sultano Muhammad Al Fatah “Il Conquistatore”, o “Il Liberatore”, che conquistò e liberò dai romani nel 850 d.C. Costantinopoli, la città oggi capitale turca Istanbul. Non ci fu nessuno come lui dopo, è stato davvero un grandissimo comandante religioso, un esempio. “Tutto iniziò dalla nascita di Muhammad Al-Fateh –spiega Amr Khaled-. Quando aveva dieci anni, il suo insegnante gli raccontò quel sogno (di conquista). Il nostro Profeta Muhammad (saw) disse: ‘in realtà, Costantinopoli sarà conquistata, il comandante sarà il miglior comandante e il suo esercito sarà il miglior esercito’. Lui (l'insegnante) gli disse anche che quel comandante potrebbe essere lui (Muhammad). L'insegnante non ne era sicuro, ma trasmise il sogno al ragazzo. Una vota adulto conquistarono la città! E quando gli chiesero come riuscì a conquistare, rispose: 'ho due modi: un cuore duro come una roccia che non si riposerebbe fino a che non realizzi ciò che desidera e un occhio che piange per il timore di Allah. Come posso così non arrivare alla vittoria?'. Il film è fatto bene, con immagini per nulla infantili, ed è per questo che “Al Fatah” è per un pubblico di tutte le età. Il film d’animazione è di 67 min., distribuito da G.I.T. ed è in lingua araba. AL RESALA (THE MESSAGE) durata 3h e 15 min. E’ un film sulla storia dei primi anni dell’Islam, dalla prima Rivelazione del Sacro Corano sul monte Hirà, portato dall’Angelo Gabriele al Profeta Muhammad (saw), all’inizio dell’Era islamica Egira, periodo in cui il Profeta emigrò da Mecca a Medina. Film con attori egiziani, ben interpretato, con panorami stupendi. Nessun attore interpreta la parte del Profeta e della sua famiglia, perché nell’Islam ciò è proibito. Fra i pochi personaggi (compagni del Profeta) interpretati da attori ci sono: Bilàl e Hamza. L’attore Abdallah Gheith recita la parte di Hamza, fra gli altri attori ci sono i famosi (nel mondo arabo) Ahmad Mara, Muhammad Al Arabi e l’attrice Muna Wasef nella parte convincente di Hind. Il film è del regista Moustapha Akkad, lo stesso di “Omar Al Mokhtar” ed è del 1976. Nello stesso anno Akkad girò la versione in inglese “The Message”, con altri attori, fra questi Anthony Quinn nella parte di Hamza, Irene Papas (Hind), ed hanno recitato nella pellicola anche alcuni attori del film precedente come Abdallah Gheith e Muna Wasef. CD Raihan “Syukur” (Raihan Records) Il gruppo malese Raihan composto agli inizi da 5 elementi, e diventato un quartetto con il terzo album del 1999. Yusuf Islam ha collaborato con loro nel secondo album “Syukur” del 1998, di cui vi parliamo in questo numero. Possediamo la versione turca di “Syukur” non molto differente dall’originale. Il brano “Syukur” apre e chiude l’album. L’ultima versione è a capella (solo voci). Fra i brani più belli “Thank you Allah” e i due “Seal of the Prophets” e “God is the light” con la collaborazione di Yusuf Islam, inseriti anche nei suoi album. Questo c.d. è piacevole, carino, vagamente indiano, anche se il malese e l’hindi sono due lingue differenti. Yusuf Islam “Footsteps in the Light” (Jamal Records) Esce contemporaneamente ad “An other cup” – album di musica popquesta raccolta come Yusuf Islam di 14 Nasheed: “I look I see”, “Seal of the Prophets”, “Angel of war”, “Peace of train”, “A is for Allah” e molti altri. Giusto per ricordare il Yusuf più religioso e meno quello recente in stile Cat Stevens. Tutti Nasheed dal 39 1981 al 2006. “A is for Allah” è stata scritta nel 1981 da Yusuf per la figlia Hasanah, le più recenti sono “Angel of war” e “Wild world”. Zain Bhikha “Allah knows” (Jamal Records) Questo CD è stato realizzato per i giovani (e i giovani di cuore). In questo album ritroverete artisti come Dawud Wharnsby Ali, Abdul Malik Ahmad e Rashid Bhikha (figlio di Zain). Debuttano in questo album Naadira Alli e il giovane Muhammad Bhikha (un altro della famiglia Bhikha). 10 nasheed per aiutare i giovani che affrontano i primi misteri della vita e cambiamenti sociali. La versione CD include 19 tracce di solo percussioni e voce: “Allah Knows”, “Flowers are red”, “Can’t U see”, “A child’s prayer” fra i brani. Mesut Kurtis “Salawat” (Awakening Worldwide Ltd.) Ecco il primo CD di Mesut Kurtis, prodotto da Sami Yusuf. L’inizio è affidato alla suggestiva “No one but Allah” cantata in turco e inglese, seguono “Salawat” in arabo e inglese, molto ritmata, e “Burdah”. E’ un canto in arabo già interpretato da altri, molto bello, con Sami Yusuf nei cori. “Never forget” inizia in inglese, con un ritornello piacevole “Every night and every day, never forget to say La ilaha illallah”. “Ya Ilahal Kawni”è gioiosa. “Alayka” non si discosta molto dalle altre. Poi è la volta del canto tradizionale che accompagnò il Profeta Muhammad da Mecca a Medina “Tala al badru alayna” ed inizia in modo del tutto personale. Chiude l’album “O Allah” brano d’atmosfera con Sami Yusuf che canta in alcune parti, infatti questo brano ricorda molto “Meditation” e “Suplication”, proprio di Sami Yusuf. Raihan “Tawakkal” (Raihan Records) Quasi a sorpresa i Raihan pubblicano questo album prodotto da Farihin Abul Fattah e Abu Bakr. Tra i nasheed: “Tawakkal” e Doa Makan”. Sulla splendida copertina c’è scritto il nome “Raihan” in arabo. Mamdouh “Fiero di essere Muslim: 20062010” (Canti Islam) A breve distanza da “I primi nasheed: 2001-2005” esce questa seconda raccolta che racchiude i brani di Mamdouh dal 2006 ad oggi, tratti dai suoi cd, ristampati di recente (vedi n. 1). Tra i brani l’inedito “L’Islam è Verità”, incluso nel nuovo cd omonimo “L’Islam è Verità”, che contiene altri 7 brani, fra questi due in pakistano cantanti da Ikrimah Iqbal ed uno dallo stesso Mamdouh, dal titolo “Mere Allah”. Molto interessante il nasheed solo in inglese dal titolo “I’m proud to be a muslim”. Per l’ordinazione: [email protected] Zain Bhikha: la voce dall’Africa 40 Zain Bhikha è la bellissima voce di “A is for Allah” di Yusuf Islam. E’ nato il 9 Agosto 1974 a Pretoria, in Sud Africa e sin da piccolo intratteneva la famiglia con i suoi bellissimi nasheed. Vinse nel 1994 una gara a Radio 702, radio locale ed incise più tardi un album dal titolo “A way of life”, compilation con canti islamici a cappella, la maggior parte in lingua inglese "A Way of Life" è solo l’inizio, seguono: "Praise to the Prophet (SAW)" (1996), "Fortunate is He" (1997) and "The Journey" (1998). I suoi nasheed e i suoi album diventarono famosi solo in Sud Africa. Nel 1999 Zain prese l’aereo per il Regno Unito, raggiunse Yusuf Islam, ed incise “A is for Allah”. Da allora ha inciso 4 album e collaborato in diversi album di artisti, fra questi Yusuf Islam. I suoi album più recenti sono: “Children of Heaven” e “Towards the light” entrambi del 1999; “Faith” del 2001, con inclusa “A is for Allah” e “Our world” del 2002. Seguono: “Mountains of Makkah” del 2005, ispirato al suo pellegrinaggio dell’anno precedente; e la raccolta “1415” pubblicata nel 2009. www.zainbhikha.com/ RISTORANTI * GOHA 1 e 2 Goha 1 è un locale attaccato al Karboush, ed esiste da diversi anni, il gestore è AbdEl Rauf. Si mangia bene con prezzi ragionevoli. È in via Padova 58 a Milano. Il secondo è in via Padova 149 ed è aperto da pochi anni, a pochi passi dal Centro Islamico in via Padova 144. La saletta è simile al primo, confortevole, con personale simpatico, Alì vi farà sentire come a casa vostra. * KARBOUSH è in Via Padova (MI) vicino al Goha 1. Si possono consumare tranquillamente specialità egiziane senza spendere molto, ed è aperto tutto il giorno. Tra un piatto o un panino avrete modo di vedere i canali arabi televisivi. * HARAM EL MAKKI a Sesto San Giovanni, in Via Breda 5, meno interessante che in passato, da quando non appare più il nome nell’insegna. Il cibo è ugualmente buono, servito da cameriere provenienti da paesi del nord. Più piccolo in Via Pascoli 56 sempre a Milano. * GANDHI Siamo stati diverse volte negli ultimi anni in questo locale piuttosto tranquillo ma un po’ defilato in zona Buenos Aires/Stazione Centrale (MI). Personale e cucina del Bangladesh. Si mangia bene, ma fate attenzione, chiedete sempre se il cibo che volete consumare è halàl, il gestore è gentile ed onesto, non mente su questo. * HALAL DONER KEBAB KEBABIS INDIAN FAST FOOD Con un nome così lungo, un locale…piccolissimo! Pakistano, si mangia all’aperto, il personale è gentile: carne halal con kebab e qualche piatto. P.zza Colombo 51, Sanremo. Indicatoci da questi ultimi, abbiamo scoperto che esiste un locale gemello, sempre in centro, in P.zza Eroi, a due passi dal Teatro Ariston. SITI La sorella Aisha del blog http://sistersinblog.splinder.com/ (vedi articolo a pag. 24) ha aperto da poco questo nuovo blog: http://www.sister-in-blog.blogspot.com/ Molto interessante il sito del nostro fratello Walìd (vedi articolo a pag.10), dove potrete leggere le similitudini tra Bibbia e Corano nella sezione “L’Islam” sotto la voce “Bibbia e Corano”: http://www.walidmuslim.com 41 Dal Pakistan arriva Millat Facebook, la risposta islamica a Facebook, nato anche come protesta per boicottare il social network più famoso. 4.300 sono gli iscritti, la maggior parte: pakistani, malesi, indonesiani,bengalesi ed indiani. Invitiamo anche i musulmani in Italia ad iscriversi. Tutto è nato dopo che lo svedese Lars Vilks autore di vignette satiriche ed oscene contro il Profeta Muhammad (saw) è stato aggredito da uno studente musulmano, altri venti hanno tentato di aggredirlo. Il 31 maggio 2010 è nato questo nuovo social network. Facebook aveva appoggiato la campagna per la libertà sulla satira: http://www.millatfacebook.com/ Da non perdere anche questo sito in inglese, con tante sezioni, fra queste: storie sull’islam, le storie dei sahabah: http://azaantv.tv/quran_video.asp?str_id=7 89&str_mid=130&str_lang=str_arab Più di 60 sono i recitatori egiziani del Sacro Corano in questo sito: http://recitors.blogdrive.com/ LIBRI Il libro “Gesù, un Profeta dell’Islam” di Muhammad Ata ur-Rahim in due versioni, la prima pubblicata dalla Comunità Islamica di Napoli, la seconda da Ed Al Hikma. Traduzione di M.Abdullah Cavallaro. Libro fondamentale per conoscere la vita di Gesù, utilizzando sia le fonti cristiane, sia quelle musulmane. Racconta anche la nascita del cristianesimo tramite Paolo di Tarso (S. Paolo), il vangelo di Barnaba ecc. Conoscete Bilal Philips? È di origine giamaicana convertito all’Islam da anni, nel 1972 ed ha scritto questo libro “La Vera Religione” che vi consigliamo di leggere. È pubblicato dalla CIMS è un libro di 25 pagg. e spiega l’unicità di Dio e l’associazione dell’uomo quando prega rivolgendosi alle statue, agli uomini, o alla natura, tutte creature di Dio, all’infuori delle statue che sono divinità costruite dagli uomini. Forse un concetto inaccettabile per i non musulmani però è un libro che fa riflettere. Nel libro Bilal Philips spiega: “Quando si fa notare agli idolatri che ‘lui’ o ‘lei’ si prosternano a degli idoli, creati dall’uomo, la replica invariabile, è che loro realmente non adorano l’immagine di pietra, ma adorano Dio, rappresentato in essa. Loro asseriscono che l’idolo di pietra è soltanto il modo per avvicinarsi a Dio e non è Dio stesso! Chiunque accettasse il concetto della presenza dell’essere divino nel suo creato, in qualunque forma, sarà obbligato ad accettare questo ragionamento d’idolatria. Mentre chiunque comprende il messaggio fondamentale dell’Islàm e le sue implicazioni, non ammetterà mai l’idolatria, non importa quanto viene fatta sembrare razionale.”Questo è il sito ufficiale di Bilal Philips in lingua inglese: http://www.bilalphilips.com/ “Il libro della meditazione” di AlGhazali,. Questo libro in versione tascabile è pubblicato da Il leone verde, casa editrice per un pubblico di nicchia. A cura di padre Giuseppe Celentano, dell’ordine dei frati minori, morto nel 1987, amava molto AlGhazali. Aveva dedicato gran parte della sua vita nello studio dei suoi libri. “Il libro della meditazione” fa riflettere sull’esistenza di Dio e del suo creato: “Tu hai aperto gli occhi e quindi hai percepito le cose suddette nella loro apparenza, ma chiudi l’occhio esteriore 42 e guarda con la vista interiore: allora vedrai le loro intime meraviglie e gli straordinari loro segreti”. La pratica del musulmano è nulla senza riflessione, adorazione verso Dio. Libro consigliato a tutti. MOSCHEE CENTRO ISLAMICO AR-RAHMAN uno dei fondatori è sheikh Adur-Rahman Pasquini, che frequenta tutt’oggi la moschea. Non è più lui a guidare la preghiera del venerdì, come accadeva anni fa, però è sempre un punto di riferimento. Troverete anche i suoi libri nella piccola libreria a fianco alla moschea. Il centro è stato inaugurato nel 1988 ed è uno dei pochissimi in Italia ad avere il minareto. Lezioni di Islam e arabo i fine settimana. Un po’scomoda per il parcheggio delle macchine, si può raggiungere anche con il bus 925 a Cascina Gobba (Mi) direzione Redecesio. Il Centro è a Segrate alle porte di Milano, in via Cassanese 3, vicino al quartiere Milano 2. CENTRO ISLAMICO apprendendo dai giornali, l’hanno nominata “La moschea di Maria” in onore alla madre di Gesù. Erano anni che aspettavano il via per l’apertura (2005), però qualcuno ha sempre cercato di impedirlo. È grande, carina, nonostante ancora un po’ di lavori da fare per migliorarla. L’imam algerino Abdullah Tchina – ex del Centro Islamico di via Padova 144-, è uno dei responsabile. Comoda per il parcheggio e facilmente raggiungibile con la fermata della metro Cascina Gobba. Il centro ha delle attività, come l’apprendimento del Corano, le lezioni di lingua araba e sull’Islam i fine settimana. In via Padova 366 (Cascina Gobba) a Milano. CENTRO CULTURALE ISLAMICO piccola e carina questa moschea, frequentata soprattutto da tunisini e pakistani, non solo naturalmente. Esiste da anni, la prima volta che ci siamo stati è circa una decina di anni fa. L’imam Najib è yemenita, è lui che guida sempre la preghiera il venerdì. Potrete guardare le sue lezioni nel canale Youtube http://www.youtube.com/user/scialca dove troverete anche alcuni video con la traduzione in italiano delle khutbe. C’è collaborazione in questa moschea e questo è di buon auspicio. Durante la settimana ci sono i corsi di lingua araba frequentati anche da chi non è musulmano e l’apprendimento del Sacro Corano. Interessante l’incontro di ogni anno durante il Ramadan, davanti a specialità arabe con musulmani e non. Un modo pacifico per far comprendere meglio l’Islam. Comodo per il parcheggio. Il centro è in via Maestri del lavoro 45 a Saronno. BABAGANOUSH Ingredienti: 4 grosse melanzane ovali, 250g di tahini, 1/2 bicchiere d'aceto bianco, 4 spicchi d'aglio, 1 limone, 4 cucchiai d'olio, 1 manciata di prezzemolo, sale e pepe, 1 cucchiaio di semi di cumino. Preparazione di questo puré aromatico di melanzane: tagliate le melanzane in 2 metà eliminando il picciolo, mettetele in forno con le cipolle non sbucciate e cuocetele finché non diventeranno tenere. Appena saranno cotte, sbucciate entrambe le verdure e setacciatele. Raccogliete la purea in una fondina e mescolatela ai tahini e all'aceto, bagnate il tutto con un po' d'acqua tiepida, fino a ridurlo in una crema omogenea. A questo punto l'aglio tritato, un pizzico di sale, un po' di pepe e i semi di cumino schiacciati vanno uniti al composto con l'olio, rimestando il preparato, perché possa assimilarlo perfettamente, poi amalgamate il tutto con il prezzemolo tritato finemente, usando solo le foglie, e poca buccia di limone grattugiato. 43 IL CAFFE’ TURCO Il caffè turco è stato introdotto nel medioevo dai turchi nel mondo occidentale ed è considerato dai turchi un rituale. Lo zucchero si aggiunge prima della cottura e lo si beve con calma, a piccoli sorsi, al contrario di noi. Due tipi di caffè si bevono in Turchia, il Nescafè e il caffè turco che viene servito in piccole tazzine di porcellana, non bevetelo subito, lasciate depositare la polvere del caffè per almeno tre o quattro minuti e non bevetelo fino in fondo, perché la polvere del caffè si è depositata sotto in uno strato di circa mezzo centimetro. Come prepararlo? È necessario macinare in modo molto fine il caffè, si può pestarlo a lungo o usare il vecchio macinino del caffè, lasciate bollire una tazzina d’acqua con lo zucchero, in un pentolino mettete un cucchiaio di caffè macinato e quando bolle versate sopra metà acqua, mettete sopra il fuoco il pentolino quando si gonfia aggiungete ancora acqua, quando si gonfia di nuovo servire senza mescolare, il caffè si depositerà sul fondo in pochi secondi KOSHERI Ingredienti per 4 persone: 200gr di riso, 350gr di lenticchie, 2 cucchiai di olio di oliva, 1 cucchiaino di aglio sminuzzato, 500gr di passato di pomodoro, 150gr di acqua, qualche cucchiaio di aceto, ½ cipolla affettata. Preparazione di questo piatto di lenticchie di riso: lessate il riso a parte, fate rinvenire le lenticchie in acqua tiepida e mettetele in una pentola con abbondante acqua. Portate a ebollizione. Cuocete a fuoco dolce fino a che tutta l’acqua sia stata assorbita. Aggiungete altra acqua, se le lenticchie non sono ancora ben cotte. Preparate la salsa, facendo innanzitutto dorare l’aglio nell’olio caldo. Aggiungete il passato di pomodoro e cuocete per 10/15 minuti. Unite l’acqua e l’aceto e portate a ebollizione. Togliete subito dal fuoco e salate. Affettate finemente la cipolla e fatela soffriggere brevemente in poco olio caldo. Servite disponendo nel piatto uno strato di lenticchie, uno di riso, un altro di lenticchie e uno di riso. Versate a cucchiaiate cipolle e salsa. FAGOTTINI SPEZIATI MAROCCHINI Ingredienti: 10 fogli di brik, 250gr di carne tritata un po’ grassa, ½cipolla bionda, 3 uova, 1 bouquet di prezzemolo (facoltativo), 1 cucchiaio di burro, 1 cucchiaino di cannella in polvere, 1 cucchiaino di zucchero, sale, olio di semi per friggere, zucchero a velo. Preparazione: in una padella fate appassire una cipolla grattugiata nel burro e fate saltare la carne tritata con: cannella, prezzemolo, sale e zucchero, finchè gli umori di cottura saranno evaporati, poi versate le uova e girate finchè si saranno rapprese. Piegate verso l’interno i bordi di un foglio di brik, per ottenere un rettangolo stretto e lungo, sistemate nella parte inferiore una cucchiaiata del composto e ripiegate in modo da ottenere un fagottino rettangolare. Ripetete l’operazione fino ad esaurimento dei fogli. Fate scaldare in una padella abbondante olio di semi, friggetevi i brick finchè avranno un bel colore dorato, fate asciugare dall’olio in eccesso e spolverate con zucchero a velo e cannella. 44 Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo I CAVALLI ARABI Il cavallo arabo è una delle razze più antiche, risale al 3000 a.C e tre sono le principali tipologie conosciute oggi: l'arabo beduino (kuhailan, siglavy e muniqi sono i tre sottotipi). l'arabo di pura razza (discendente dei tre tipi citati quì sopra ed incrociati fra loro, è il più conosciuto nel mondo) la razza araba (che ha parentele con il berbero, l'arabo persiano e il siriano). Le caratteristiche dei tre sottotipi: kuhailan (resistente e potente) siglavy (bello ed elegante) muniqi (leggero e velocissimo) Il cavallo arabo è nobile e bello, ed ha movimenti armonici e corretti, è piuttosto diverso dal cavallo al quale siamo abituati. E' alto dai 145 cm ai 155, 160 e pesa tra i 350 e 450. La sua pelle è sottile ed elastica, ha il piede piccolo e durissimo, peli corti e lucenti. Il cavallo arabo è sempre stato inseparabile compagno per i beduini, utile per le guerre contro le tribù avversarie. E' sempre stato utile anche per migliorare i cavalli di razza europea e determinante alla creazione del puro sangue inglese. E' un concentrato di tutte le qualità ricercate in ogni razza e tipo di cavallo ed è per questo che lo utilizzano come miglioratore. Ha più finezza alle forme degli altri, possiede due occhi grandi e molto espressivi, la fronte larga e bombata, e le orecchie (piccole e appuntite nel maschio, più lunghe nella femmina) sono ben distanziate fra loro. Il cavallo arabo inoltre è più intelligente degli altri cavalli. I COCCODRILLI DEL NILO Non vorremo mai trovarcene uno davanti, è un feroce predatore sin da quando esce dall’uovo. Una volta cresciuto mangia qualsiasi tipo di animale sia piccolo, che grande, inseguendoli dappertutto, sulla terra e in acqua. È un predatore tra i più terribili dell’Africa, riesce ad individuare la preda stando sommerso, per mezzo dei suoi occhi posti sulla sommità della testa. Le narici sono situate in alto sul muso, in questo modo il coccodrillo riesce a respirare quando è sommerso nell’acqua. Pensate, un lembo di pelle chiude le narici per impedire all’acqua di entrare. Il suo punto più forte sono i denti, che gli consentono di staccare enormi pezzi di carne della preda, nonostante questo non riesce a masticare perché i lunghi denti non riescono a tagliare il cibo, trancia così la carne della preda divorandone i pezzi grossi. Se la preda è troppo grossa il coccodrillo ne conserva una parte sott’acqua, poiché non è in grado di mangiarla una sola volta. Un nascondiglio ideale sono le pozze d’acqua dove gli animali si recano per abbeverare. Con velocità fulminea il coccodrillo balza dall’acqua per afferrare la preda, puntando su una gamba di essa, che colta di sorpresa perde l’equilibrio e trascinata in un punto profondo della pozza d’acqua annega. Una volta sott’acqua il coccodrillo fa il resto. Divora ogni tipo di mammifero, come le zebre, i bovini, gli uccelli e persino altri coccodrilli suoi simili. Pesa sino i 990 kg, è lungo fino i 6 m e può vivere fino i 100 anni. Riesce a vivere in una pozza o nel mare aperto , nei fiumi, nei laghi e nei bacini idrici, è in grado di rimanere sommerso per più di un’ora. Quando fa meno caldo si sposta nell’acqua più profonda e ci rimane anche per un anno senza toccare cibo, immobile. Nei periodi più caldi si gode il sole del mattino e con la bocca spalancata espelle il calore in eccesso. Il coccodrillo maschio si accoppia con più femmine, questo nella stagione secca e la femmina depone le uova in una buca da lei stessa scavata vicino ai bordi dell’acqua. Le uova sono dalle 25 alle 100 e sono sorvegliate per ben tre mesi, fino a quando si schiudono. Come fanno i piccoli ad avvisare il momento in cui sono pronti ad uscire? emettendo un suono stridente, allora la madre rimuoverà la terra per aiutare i piccoli ad andare in superficie, li raccoglierà con la bocca per portarli al sicuro nell’acqua, dove li sorveglierà per un mese. 45 Quella che segue è la traduzione dei dati richiesti da tradurre (vedi a pag. 38), scansire e mandare via mail all'università di Medina: Documenti richiesti: 1. High School / GCSE / A-level Certificate. (certificato scuola superiore - diploma) 2. High School / GCSE / A a livello di trascrizione. (certificato scuola superiore [diploma] - foglio con i punteggi finali delle singole materie) 3. Testimonianza di condotta. (spesso è incorporato in quello precedente.. è il voto in condotta) 4. Certificato di nascita. (fai in comune un certificato contestuale dove dà tutti i suoi dati completi anche di quelli familiari) 5. Passaporto. 6. Carta d'identità. (mettetela comunque..) 7. Una fotografia per passaporto a colori di dimensioni (6x4), che deve essere presa senza occhiali, contro uno sfondo bianco, senza coprire la testa. 8. Una lettera o una relazione medica (certificato medico di buona salute), che indica la salute del corpo, la vista e l'udito, e la mancanza di malattie infettive. Essa deve essere rilasciato da un centro medico affidabile. (io l'ho fatta all'ASL di Milano in via Cherasco, cerca comunque un ente riconosciuto a livello Statale, non il tuo medico curante perchè in Arabia Saudita non sanno neppure chi sia!) 9. Una lettera di presentazioneraccomandazione da una fondazione islamica nel paese di residenza del richiedente, o da due individui eminenti musulmani, a testimonianza per quanto riguarda il ricorrente, la sua devozione religiosa e morale islamica. (io l'ho fatta fare dall’imam di viale Jenner e dall'Imam di Venezia che era venuto con noi al Pellegrinaggio, Mahammad Hamad. Puoi fartela fare insh'Allah anche dal dott. Ali Abou Shwaima di Segrate. Comunque chiedi in viale Jenner!) 10. Certificato di accettare l'Islam, per coloro che non sono musulmani di nascita (se disponibile). (Shahada) Avvisi 1. Il richiedente deve acquisire i suoi documenti originali, insieme con le loro traduzioni in lingua Araba, utilizzando uno scanner, al fine di visualizzare i documenti nei loro colori originali. 2. Il richiedente deve allegare la traduzione in arabo di qualsiasi documento scritto in diverse dalla lingua araba, preferibilmente attestata da un'organizzazione affidabile. 3. In caso di un richiedente la concessione di ammissione, lo studente deve portare accettato i suoi documenti originali, attestata da l'ambasciata saudita. Se non c'è ambasciata saudita nel suo paese, dovrebbe avere i suoi documenti, attestata da una autorità riconosciuta dall'Università. 4. In caso di errori nelle informazioni di base trovate su documenti originali della ricorrente (ad esempio nome, data di nascita, luogo di nascita, ecc), il richiedente deve correggere tali errori con le autorità competenti prima di inviare i suoi ricorso, poiché l'Università Consiglio vieta la correzione di queste informazioni fondamentali dopo il ricovero. Il sito di Medina dove potersi registrare http://iu.edu.sa/web/Default.aspx e la sezione specifica per l'iscrizione: http://admission.iu.edu.sa/Definitions.aspx Per tradurli mi sono affidato al fratello di Viale Jenner che cura le traduzioni editoriali perchè è un traduttore giudiziario ufficiale riconosciuto dallo Stato, comunque tu chiedi sempre a Cheykh Nabil. Su alcuni documenti non potrà lavorare sull'originale, come il Diploma e il foglio dei voti, per cui dovrai fare delle fotocopie e farle autenticare in comune. in ultimo i documenti che verranno tradotti saranno portati insh'Allah dallo stesso traduttore attraverso una trafila burocratica di timbri e marche da bollo tra procura e cose varie. Il tutto ha un costo, ma se Allah vuole, ne varrà la pena! Yassìn Igor Mangano L’Islamic University in Madinah è stata fondata nel 1961 e l’80 % degli studenti provengono da più parti nel mondo. le materie sono: Sharia, Corano, Dawah, teologia (Usul al dìn), hadith e lingua araba. 47