Numero 2- anno 1- Ottobre 2010 Giornale gratuito

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Numero 2- anno 1- Ottobre 2010 Giornale gratuito
Numero 2- anno 1- Ottobre 2010
Giornale gratuito
"Aggrappatevi tutti insieme alla corda di Allah e non dividetevi tra voi" Sura III Âl 'Imrân (La
Famiglia di Imran) v. 103
Editoriale - 4
Una nuova iniziativa - 5
Cose utili per noi musulmani da sapere –
38/46
La gentilezza nell’Islam - 7
Gran Bazaar: film, cd, ristoranti, siti, libri,
moschee – 38
Gli atti che causano la punizione nella
tomba- 9
Il Ricettario – 43
La mia vita: prima dell’Islam e adesso- 10
Animali nel mondo: cavalli arabi e
coccodrilli dal Nilo – 45
La medicina del Profeta dell’Islam – 11
Errori nelle salat – 12
La vera moschea Al Aqsa – 13
Chi era Abu Bakr? – 16
L’omosessualita’ e l’Islam – 18
Dieci principi per i musulmani - 21
Riti funebri islamici - 22
La donna musulmana e il mondo del lavoro
- 24
Al Hejr: La Roccia- 28
La vera fine del mondo e noi dormiamo29
La piu’ grande moschea dell’Asia Centrale
- 31
Il vostro vicino di casa – 32
Il Gandhi musulmano – 34
La finanza islamica – 35
Tanzania – 37
Kung-fu muslim! – 37
Redazione: Mamdouh AbdEl Kawi Dello
Russo
Hanno collaborato:
Ismail
Amina umm Samir
Emad Wafa
Walid Massimiliano Alfieri
Usama Abul Assad
AbdEl Jalìl Umberto Marcozzi
Ibrahim Abdannur Iungo
Aisha muslima
Taha Esmail Mohamed
Yassin Baradai
AbdEl Karim
Yassin Igor Mangano
Editore: El dìn Ed.
Sito: http://mondoislam.altervista.org/
Blog: http://blog.libero.it/MondoIslam/
e-mail: [email protected]
Assalamu aleikum, a distanza di un mese esce questo secondo numero. Sono
davvero entusiasta, molti sono gli argomenti. Se il primo numero è stato di vostro
gradimento, inshaAllah non sarà da meno il numero che state per leggere. C’è una
nuova iniziativa lanciata dal fratello Ismaìl (a pag. 5) e una Grande novità! il Sito
di “Mondo Islam” aperto di recente dopo il blog. Gli argomenti qui, da noi
affrontati nei vari articoli sono tra i più svariati: il carattere del nostro Profeta
Muhammad (saw); la morte; la medicina islamica; la preghiera; la donna e il
mondo del lavoro; la finanza islamica; l’omosessualità; arti marziali ecc. E’ questo il
bello del nostro giornale. Nella rubrica “Gran Bazaar”, troverete anche gli
indirizzi delle moschee dove pregare, in “Cose utili per noi musulmani da sapere”
c’è una lunga spiegazione su come e dove studiare la lingua araba in paesi di
prevalenza musulmana: Egitto, Siria e soprattutto Medina, la città del nostro
Profeta (a pag. 38 e 46). In “Animali nel mondo” vi spiegheremo cose interessanti
sul cavallo arabo e il temibile coccodrillo del Nilo, e che dire delle ricette nel
“Ricettario”? Vi verrà l’acquolina in bocca solo a leggerle. Ma torniamo al sito,
l’idea è venuta al fratello Mustafa del sito http://musulmano.altervista.org/
(vedi numero scorso a pag. 39), dopo aver visto il primo numero, mi ha proposto
subito di aprire un sito. Mi ha assistito molto all’inizio e lo ringrazio davvero, che
Allah lo ricompensi. È questa la collaborazione che vorrei fra noi inshaAllah.
Potrete inviarmi i vostri articoli, le recensioni di film, libri, le vostre ricette ecc.
all’indirizzo e- mail [email protected] oppure scrivermi a
[email protected].
Continuate
a
seguire
il
blog
http://blog.libero.it/MondoIslam/ continuerò a tenervi aggiornati sulle novità,
e naturalmente visitate il nuovo sito http://mondoislam.altervista.org/ Sono
invitati tutti i musulmani a partecipare, di qualsiasi madhab (scuola), di qualsiasi
corrente di pensiero, l’importante è non uscire dagli insegnamenti autentici del
Profeta Muhammad (saw) e dal Sacro Corano. Qualsiasi cosa riporterete dovrà
provenire da fonti sicure e non deboli o basate su interpretazioni personali.
Buona lettura.
Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
4
UNA NUOVA INIZIATIVA
Assalamu aleikum, fratelli e sorelle, prima di
cominciare con i nostri articoli vorrei
proporvi una nuova idea. Organizzare per le
prossime feste, a fine Id Adha, festa del
Sacrificio del Profeta Abramo (as), un
incontro con tutti, musulmani e non, per
rendere partecipi anche chi non è musulmano
della nostra festa e far comprendere ancora
meglio il significato e l’importanza per noi
dell’Id. Se l’idea verrà accolta favorevolmente
potremo replicare per fine Ramadan
dell’anno prossimo, inshaAllah. L’idea è
venuta al fratello Ismaìl, chi ha seguito la
recitazione del Corano, durante il mese di
Ramadan nel sito www.huda.it conoscerà chi
è questo caro fratello, ha recitato diverse volte
il Corano. Chi tornerà indietro con la
memoria ad un paio di anni fa, era lui che mi
accompagnava nelle lezioni nella chat del sito
Huda sui Profeti, anche per quell’occasione
recitava alcuni versetti del Corano in arabo ed
io leggevo la traduzione. Lui stesso ha
contribuito nel rendere “Le Storie dei
Profeti” –sia in chat che nei miei video
recenti- più interessanti, che Allah (swa) lo
ricompensi. Gli è venuta l’idea per l’incontro
di fine Id Adha proprio durante la festa di Idul-fitr. Sarà lui adesso a raccontarvi cosa è
successo esattamente durante quel giorno.
Una giornata speciale ed intensa.
Assalamu aleikum, come il fratello
Mamdouh vi ha anticipato, mi è venuta
quest’idea dell’incontro con i musulmani e
non. In cosa consiste questo incontro?
Comincerò a raccontarvi quanto mi è
successo durante l’ultima festa di fine
Ramadan. Mi ero recato verso la moschea per
la nostra preghiera dell’Id. Purtroppo è
capitato che sono arrivato nel momento in cui
la preghiera era già iniziata, a differenza delle
altre volte, che sono sempre arrivato in
anticipo. Questo è successo a causa del mio
lavoro. Ero un po’ triste per questo, in più, al
contrario degli altri anni, non c’era quasi
nessuno dei miei amici. È stata per me una
cosa un po’ triste, perché di solito mi fermavo
a fare gli auguri a tutti, per poi mangiare
insieme, insomma, sentivo veramente
l’atmosfera dell’Id. Questa volta subito dopo
la preghiera sono tornato al lavoro, deluso.
Durante il percorso dalla moschea al lavoro,
ho visto una pasticceria e mi è venuta un’idea,
perché non comprare un po’ di dolci per la
mia collega? lei sapeva della festa, così ho
pensato di comprarne un po’ per lei, ne ho
comprati di più del previsto, pensando anche
che non avevo mangiato quasi nulla prima di
uscire da casa. Ero con l’abito della festa,
elegante, con tanto di giacca e cravatta.
Arrivato al lavoro ho cominciato ad offrire i
dolci alla collega, dopodiché è arrivato anche
un altro collega, li ho offerti pure a lui, che è
rimasto stupito e mi ha detto “come mai mi
offri i dolci? E questo abito?”, gli ho spiegato
che è la nostra festa, non sapeva nulla di tutto
questo, dell’importanza per noi. Sapeva che
sarei andato in moschea per l’Id, però non ha
pensato che festeggiamo come si fa per una
grande festa, l’Id è una grande festa! Mi ha
visto elegante, con tanto di dolci, gli ho
spiegato che noi facciamo così nel nostro
paese d’origine. Veramente mi sono sentito
improvvisamente felice, vedere questo collega
condividere con me un momento di gioia
come questo. Ciò mi ha fatto capire che
ignorava molte cose sulla nostra religione.
Allah (swa) ha voluto privarmi degli amici in
quel giorno per condividere con i miei
colleghi il mio mondo (l’Islam), un mondo
che conoscevano a malapena e in modo
distorto, a causa della mal informazione.
Iddio L’Altissimo ha voluto togliermi la
tristezza nel cuore regalandomi questi
5
momenti sereni, subhanaAllah! Questo mi ha
fatto riflettere, ho pensato “dobbiamo fare
qualcosa per far capire agli altri il significato
delle nostre feste”. Ho pensato che molti dei
fratelli non indossano nemmeno l’abito della
festa, cosa invece molto raccomandata dal
nostro Profeta Muhammad (saw) che disse ai
musulmani di indossare il nostro abito
migliore. Ed invece vedo fratelli con i
pantaloni sporchi di vernice, per via del loro
lavoro o con i solite pantaloni e camicia di
tutti i giorni, sembrava fosse un giorno
qualsiasi, non lo era affatto. Anche io sarei
andato al lavoro dopo la preghiera, però ho
preferito lo stesso indossare l’abito elegante,
perché è la mia, la nostra festa, subhanAllah.
Sono convinto – e l’ho constatato di personache la maggior parte di italiani non sanno
nemmeno che il Ramadan è un mese
bellissimo di festa e di gioia per noi. Si fanno
gli auguri per il Ramadan, come per le nostre
due feste dell’Id, un po’ come per gli italiani
il Natale e il Capodanno. Alla fine è successo
che ho offerto pasticcini e caffè a tutti i
colleghi, anche a quelli che mi sembravano un
po’ antipatici, si sono rivelati per
quell’occasione tutto il contrario, ed anche io
ho potuto dare la dimostrazione di non essere
come credevano. È stato un modo per parlare
di Islam, molti erano i pregiudizi a causa
delle informazioni che passano i media, con le
mie spiegazioni sono crollati in quel momento
i muri dell’intolleranza, o almeno lo spero,
inshaAllah. Mi ha detto una collega che “se
non ti avessi conosciuto non sarei mai venuta
a conoscenza di tutto questo”. È stato per me
davvero un giorno speciale fratelli. Quella
ragazza era emozionata quando le raccontavo
dell’Islam, l’ho capito subito, questo mi ha
davvero stupito e mi ha fatto capire ancor di
più che dobbiamo impegnarci veramente, per
rendere la nostra convivenza con loro più
positiva. Non dobbiamo preoccuparci di
spendere soldi, tutto questo non ha prezzo,
Allah (swa) ci ricompenserà inshaAllah.
Allah (swa) mi ha dimostrato anche in questa
occasione la Sua presenza. Dopo quel
momento la ragazza ha voluto conoscere di
più l’Islam e ancora oggi continua a leggere i
libri sulla nostra religione.
Un’altra cosa che vorrei sottolineare ai
fratelli, è quella di usare nei loro negozi
qualcosa per far capire che siamo in festa,
come: luci colorate, decorazioni ecc. perchè
una signora mi ha detto che sapeva che
eravamo in festa l’anno scorso dopo aver
visto in una macelleria le lucine colorate
durante tutto il mese di Ramadan e l’Id,
quest’anno non vedendo la vetrina con le
decorazioni non si è accorta della festività.
Quindi consiglierei di fare qualcosa che possa
servire agli altri per capire che è festa, in posti
come: macellerie, negozi, ristoranti,
kebabberie ecc.. Persino la porta di casa
vostra può servire, in modo che i vicini non
musulmani siano all’occorrente di tutto.
Proporrei di invitare gli amici e i vicini non
musulmani a casa vostra, offrite a loro da
mangiare, fate sentire la vostra amicizia,
l’amore e la gioia che ci trasmette l’Islam.
Quindi invitiamoli a casa, nelle moschee, ci
sono alcune moschee che già lo fanno durante
il Ramadan, una tavolata con i non
musulmani, davanti al cous cous, al tajin e a
un bel piatto di mahshi. Spero di non avervi
annoiato con il mio racconto, ma volevo
rendervi partecipi di questa esperienza,
sperando che ognuno di voi metterà in atto
quanto ho detto. Che Allah vi benedica.
Aspettiamo anche i vostri consigli, che
possono servire per migliorare questa idea,
diffondete il progetto. Ismaìl e Mamdouh
6
LA GENTILEZZA NELL’ISLAM
Di Amina Umm Samìr
Il Profeta Muhammad, pace e benedizione
su di lui, è il nostro modello da seguire, sia
per gli uomini che per le donne. Infatti Allah
l'Altissimo dice nel Sublime Corano: "Per
quale Misericordia da parte di Allah, hai
mostrato dolcezza nei loro confronti? Se tu
fossi stato rude e duro di cuore essi si
sarebbero dispersi lontani da te " (Corano
3:159)
Nell'essere gentili con il prossimo,
nell'esporre tutti i benefici (ormai nascosti
dall'Occidente) della religione di Dio, non c'è
nessun servilismo, nessun compiacere chi
musulmano non è, ma solo la sana e pulita
intenzione di diffondere la Parola più alta. Nel
Giorno del Giudizio una domanda che ci sarà
posta sarà proprio come e quanto abbiamo
diffuso l'Islam? Se poi una nostra sola frase
apre i cuori e la mente di qualcuno, con il
permesso di Allah ta'ala...quale merito ne
avremmo!!!
Questo testo è un estratto di hadith autentici, e
descrive dettagliatamente l'indole tenera e
gentile del nostro nobile Profeta (saw).
Ottimo memorandum per i musulmani e
ottimo spunto di riflessione per chi non è
musulmano. Circa se stesso il Profeta (saw)
disse "Allah mi ha inviato come Apostolo in
modo che io mostri la perfezione del
carattere, il perfezionamento dei modi e la
delicatezza di comportamento." (Malik,
Mawatta; Ahmed, Musnad; Mishkat)
Per natura era delicato e di cuore gentile,
sempre propenso ad essere grazioso ed a
trascurare i difetti degli altri. L’educazione e
la cortesia, la pietà [compassione] e la
tenerezza, la semplicità e l’umiltà, la
comprensione e la sincerità erano alcuni dei
tratti fondamentali del suo carattere. In fatto
di diritto e di giustizia egli era risoluto e
severo ma, più spesso che no , la sua severità
era temperata con la generosità. Ha avuto
maniere affascinanti che gli hanno
guadagnato l'affetto dei suoi seguaci e gli
hanno assicurato la loro devozione. Sebbene
fosse virtualmente re dell'Arabia ed Inviato di
Allah, non ha assunto mai un'aria di
superiorità. Non ha mai dovuto celare
qualcosa con il sotterfugio e l’artifizio: con il
timore di Allah, l’umiltà sincera era
trapiantata nel suo cuore. Soleva dire: "Sono
un Profeta di Allah ma non conosco quale
sarà la mia fine". (Bukhari, Sahih Bukhari,
capitolo "Al-Janaiz") In uno dei suoi sermoni
pensato per infondere il timore di Allah
[taqwà Allàh] e del Giorno del Rendiconto nei
cuori della gente egli disse: "O gente dei
Quraish siate preparati per la Vita Futura, io
non posso salvarvi dalla punizione di Allah;
O Bani Abd Manaf, io non posso salvarvi da
Allah; O Abbas, figlio di Abdul Mutalib, io
non posso proteggere neppure te; O Fatima,
figlia di Muhammad, neppure te io posso
salvare". (Sahihain)
Usava pregare: "O Allah! Sono soltanto un
uomo. Se danneggio chiunque in qualunque
modo, allora perdonami e non mi punire".
(Ahmed, Musnad, volume 6 p. 103)
Sempre ha ricevuto la gente con la cortesia ed
ha mostrato rispetto verso la gente più
anziana, ed ha dichiarato: "Onorare un uomo
anziano è mostrare rispetto nei confronti di
Allah." Non rifiutava la cortesia neppure
verso le persone malvagie. È riportato che una
persona venne alla sua casa e chiese il
permesso per esservi ammesso. Il Profeta notò
che non era una buona persona ma fu
ammesso. Quando entrò, per il tempo in cui
rimase nella casa, gli fu usata completa
cortesia. Quando se ne andò ‘Aysha
(radiyAllahu anha) disse: "Tu non pensi bene
7
di quest’ uomo, ma lo hai trattato cosi bene."
Il Profeta (saw) rispose: "Egli è una persona
malvagia agli occhi di Allah, che non si
comporta cortesemente e la gente evita la sua
compagnia a causa dei suoi modi cattivi."
(Bukhari, Sahih Bukhari) Egli era sempre il
primo a salutare un altro e non ritirava mai la
sua mano dalla stretta del saluto finchè l'altro
uomo non ritirava la sua. Se uno desiderava
dirgli qualcosa nelle orecchie [di privato], non
se ne andava via finchè questi non aveva
terminato (Abu Dawud, Tirmidhi). Non
gradiva che la gente si alzasse per lui ed usava
dire: "Lasciate che colui che gradisce che la
gente si levi in piedi in suo onore cerchi un
posto nell'Inferno". (Abu Dawud, Kitabul
Adab, Muhammadi Press, Delhi). Egli stesso,
tuttavia, si levava in piedi quando qualche
dignitario veniva da lui. Si era levato in piedi
per ricevere la nutrice che lo aveva allevato
nell'infanzia ed aveva steso il suo proprio
mantello per lei. Il suo fratello adottivo fu
onorato con lo stesso trattamento. Evitava di
sedersi in un posto prominente in una
riunione, così che la gente che veniva aveva
difficoltà ad individuarlo e doveva chiedere
quale fosse il Profeta. Frequentemente degli
incolti beduini si rivolgevano a lui nei loro
propri modi rozzi e maleducati ma egli mai si
offese.(Abu Dawud Kitabul Atama). Ha usato
visitare il più povero delle persone indisposte
ed esortava tutti i musulmani a fare altrettanto
(Bukhari, Sahih Bukhari, capitolo "Visita alle
persone indisposte"). Si sedeva con la più
umile delle persone affermando che la
rettitudine solamente era il test di verifica
della superiorità di uno sopra un altro.
Invitava egualmente la gente fossero stati essi
schiavi, servi o i più poveri dei credenti, per
condividere con lui i suoi pasti scarsi
(Tirmidhi, Sunan Tirmidhi). Ogni volta che
visitava una persona in primo luogo lo
salutava e poi gli domandava il permesso di
entrare in casa. Ha raccomandato alla gente di
seguire questa etichetta e di non infastidirsi se
qualcuno avesse rifiutato di concedere il
permesso, dato che era abbastanza probabile
che la persona interessata fosse occupata con
qualcosa d’altro e ciò non avrebbe costituito
nessuna mancanza di rispetto. Non esisteva
lavoro di casa troppo infimo o troppo indegno
per lui. ‘Aysha (radiy-Allàhu anha) ha
dichiarato: "Egli ha sempre partecipato al
lavoro della famiglia, qualche volta
rammendando i suoi vestiti, qualche volta
riparando le sue scarpe o scopando il
pavimento. Mungeva, metteva le pastoie e
nutriva i suoi animali e faceva le compere per
la famiglia". (Qazi Iyaz: Shifa; Bukhari,
Sahih Bukhari, Capitolo: Kitabul Adab) Non
esitava a svolgere il lavoro di altri,
specialmente degli orfani e delle vedove
(Nasi, Darmi). Una volta, quando non era
presente alcun membro maschio nella casa del
compagno Kabab Bin Arat, usava andare
quotidianamente a casa sua e mungere il suo
bestiame per gli abitanti [della casa]. (volume
6 di Ibn Saad, p 213).
Il Profeta Muhammad ed i Fanciulli: Era
particolarmente affettuoso con i bambini e
soleva entrare nello spirito dei loro giochi
fanciulleschi quando era in loro compagnia.
Trovava divertimento con i bambini che erano
ritornati dall’ Abissinia e provava a parlare in
lingua abissina con loro. Era sua pratica
prendere sul suo cammello i bambini quando
ritornava dai viaggi. (Bukhari, Sahih Bukhari,
Volume 2 p.886). Prendeva i bambini in
braccio, giocava con loro e li baciava. Un
compagno, ricordando la sua infanzia, disse
ad esempio: "nella mia infanzia usavo far
cadere i datteri gettando le pietre sulle palme.
Qualcuno mi condusse dal Profeta il quale mi
raccomandò di prendere i datteri che si
trovano per terra ma senza fargli cadere con
le pietre. Egli poi mi diede un buffetto e mi
benedisse." (Abu Dawud) Dal blog:
http://samirfratellomusulmano.splinder.com/ 8
GLI ATTI CHE CAUSANO LA
PUNIZIONE NELLA TOMBA
Traduzione di Emad Wafa e Mamdouh
AbdEl Kawi Dello Russo
Anni fa,
assieme
al fratello
Emad
avevo
tradotto
da
un
libro in
arabo
ben 47
peccati
che causano la punizione nella tomba, rimasi
sbalordito! Impiegammo tutta la serata,
pazientemente con tanto di dizionario italiano
per alcuni termini un po’ difficili da tradurre.
Non ho mai pubblicato questa traduzione fino
ad ora, è giunto il momento.
1. svelare i presunti peccati di qualcuno
ad un altro in sua assenza
2. non eliminare bene le impurità
3. la bugia
4. non seguire gli insegnamenti del
Corano
5. fornicare
6. rubare i soldi dell’orfano
7. usufruire degli interessi
8. pregare svogliatamente
9. non pagare la Zakat (l’imposta
coranica)
10. tentare qualcuno al peccato
11. sparlare di qualcuno
12. parlare male dei cari di qualcuno ad
un altro
13. il corrotto
14. invitare la gente all’innovazione
15. corrompere qualcuno
16. tradimento
17.
18.
19.
20.
21.
raccontare fandonie
furbizia
fare del male ai musulmani
seguire gli sbagli altrui
aiutare gli altri nell’inimicizia e nel
peccato
22. il miscredente dentro la Mecca
23. anteporre il proprio pensiero al
comportamento del Profeta
24. lamentarsi per la morte di qualcuno e
chi l’appoggia
25. costruire le moschee sulle tombe
26. i frodatori (i truffatori)
27. i diffamatori e maldicenti
28. parlare male dei primi musulmani
29. andare dai veggenti
30. aiutare gli ingiusti
31. non fare il Pellegrinaggio ed avere la
possibilità
32. pregare tardi
33. guardare solo gli sbagli degli altri
34. tenere scoperto il proprio capo (la
donna) di fronte ad un estraneo
35. fare del male ai vicini
36. fare del male al marito e pretendere di
più
37. bloccare una strada
38. avere paura di una creatura e non del
Creatore
39. il volgare che parla in modo indecente
40. fare delle leggi (Fatwa) senza
conoscenza
41. fare soffrire gli animali
42. praticare l’omosessualità (come il
popolo di Loth)
43. rubare
44. sposare la moglie di qualcuno già
divorziata tre volte senza consumare il
matrimonio e solamente per aiutare il
marito a tornare da lei con il suo
consenso.
45. non aiutare i maltrattati
46. giudicare senza seguire ciò che è di
Allah
47. trovare scuse per non seguire uno dei
Pilastri dell’Islam
9
LA MIA VITA: PRIMA DELL’ISLAM E
ADESSO
diverso. La gente parlava in TV di cose
profondamente distorte.
Di Walid Massimiliano Alfieri
E più se ne parlava male e più ero curioso di
andare a scovare la verità nei testi Islamici
che citavano: la donna, il "jihad", il velo, il
Profeta Muhammad (saw), ed il risultato era
sempre lo stesso... tutto falso, tutto
mistificato, tutto "amplificato". Dovrei
ringraziare in primis una persona che di
Islam, -questo l’ho capito solo adesso-, non
conosce nulla eppure appare puntualmente in
tv, o sui giornali. Era suo il libro che leggevo.
E’ diventato Cristiano senza esser stato
Musulmano praticante – lui stesso lo ha detto,
io invece sono adesso –da 5 anni ormaiMusulmano. Che ottimo scambio!
Il mio nome intero è "Walid abdu Al Mujib"
Massimiliano, o solo Walid per rendere le
cose semplici.
Sono italiano, di
famiglia
italiana ed exCristiano, che
ha
scoperto
nell'Islam
un'
eccellenza che in
poche
righe
nessuno,
neppure il più abile oratore, potrà mai lasciare
intendere. Non farò certo eccezione io questa
volta.
Quel
che
mi ha
spinto ad
approfondire l'Islam credo sia la medesima
ragione della maggioranza delle persone: Il
fatto che se ne parli tanto (anche se in
pessimo modo).
Allah Iddio L’Altissimo (swa) Usa dei modi
che a noi possono risultare a volte strani per
attuare quel che vuole. Fu così che dopo aver
letto "l'ennesimo" libro che parlava di
terrorismo, kamikaze, estremismo, violenza
(un film Horror in parole povere), decisi di
chiedere ad un conoscente di fede Islamica se
esisteva
il
Corano
"in
italiano".
Ero incuriosito nel sapere cosa dicesse
"questo benedetto Libro" da scatenare tanto
putiferio mediatico e caos. Quando lo lessi
per la prima volta... da ateo, poiché non ero
per niente praticante come cristiano, non
posso negare che restai fulminato leggendo
solo 2 versetti, rimanendo tutta la notte
sveglio. Mai letto parole del genere. Rimasi
rapito immediatamente, senza se, senza ma.
Con il tempo le notizie sull'Islam violento,
fondamentalista, brutale si susseguivano e la
mia curiosità aumentava perchè quel che
stavo leggendo, approfondendo...era molto
Senza le sue enormi "mistificazioni",
distorsioni e bugie non avrei mai letto il
Sacro Corano. Gli vorrei chiedere, ora che è
Cristiano, cosa pensa dei Profeti "guerrieri"
come Davide e Salomone (pace su ognuno di
loro), del Velo, della proibizione dell' alcool,
del maiale, della preghiera, dell'abluzione, del
MONOTEISMO...perchè
è tutto
praticamente uguale tra Corano e Bibbia. Da
anni le pessime notizie sull'Islam inondano
ogni mezzo di informazione, ma con questi
risultati: Milioni di persone hanno abbracciato
l'Islam, che ho scoperto -con convinzione
certa- essere l'UNICA VERA religione
professata sempre da tutti i Profeti, da
Abramo a Mosè, da Gesù sino a Muhammad
(Pace su ognuno di loro). Avevo scoperto
qualcosa di eccezionale...e guarda un pò,
l'unica cosa giusta era ostacolata con tutti i
mezzi possibili. Prima avevo letto di tutto:
Buddismo,
Scintoismo,
Ebraismo,
Cristianesimo, Testimoni di Geova. Poi,
incredibilmente, mi son bastati 30 secondi e
letteralmente 2 versetti di Corano per
affermare con certezza: "Ecco! Questo è
Iddio!"
10
E pensare che nemmeno sapevo chi fosse
Muhammad (saw), i precetti dell'Islam, la sua
storia ed i suoi protagonisti... Aver letto poi
tutto il resto ha dato basi "granitiche" alla mia
convinzione. I milioni di nuovi Musulmani
entrati nell'Islam dopo l'11 Settembre, di ogni
dove nel mondo, preti come soldati Americani
in
guerra
nonostante
la
campagna
diffamatoria globale, spiegano meglio di me
se è stata la scelta giusta.
Questa frase del Corano l'ho riportata in alto
su tutte le pagine del mio sito, il perchè è
chiaro:
“E Dì: E' giunta la verità, la falsità è svanita.
Invero la falsità è destinata a svanire”.
Sura 17 - Al Isra ( Il Viaggio Notturno ) v. 81
Avevo praticamente il domicilio nei
Pub, birra sempre a portata di mano, e
l'abitudine di cambiare donne con la stessa
frequenza delle camicie... Figuriamoci se in
quelle condizioni avrei mai pensato di
diventare
Musulmano!
avrei
detto:
impossibile! E guarda oggi... Musulmano,
fortunato, fiero ed orgoglioso di esserlo e
sostenitore convinto dell'Islam. In questi 5
anni (dal 2005) ho conosciuto moltissimi
Musulmani, dai praticanti ai non praticanti,
dai bravissimi ai mediocri, ho girato molte
moschee (o garage) in Italia e anche di altri
Paesi. Sono andato alla Mecca per completare
il mio 5° Pilastro della fede, l'Hajj e
nonostante tutte le contraddizioni, le
differenze, le tradizioni e le enormi difficoltà
che un Musulmano oggi "subisce" e patisce
da persone vicine e come se fossero lontane...
la convinzione non cambia mai, ma ti cambia
la vita, ed è da allora sempre la stessa:
UN SOLO DIO
UNA SOLA RELIGIONE
UNA SOLA VERITA'
(LA ILAHA ILLA ALLAH MUHAMMAD
RASULULLAH)
NON C'E DIO ALL'INFUORI DI ALLAH
(DIO) E MUHAMMAD E' IL SUO
MESSAGGERO
Da: www.walidmuslim.com
LA MEDICINA DEL PROFETA
DELL’ISLAM
di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Spesso si parla della medicina araba, quasi
mai della medicina del Profeta dell’Islam
Muhammad (saw).
Per il musulmano le malattie sono
un’espiazione dai peccati, una benedizione di
Dio, ci sono molti modi per curare le malattie,
proprio seguendo i consigli del Profeta nei
suoi detti Hadith. Niente farmaci, medicine
comprate in farmacia, tutto naturale, seguendo
quanto Dio ci ha offerto sulla terra. Molte
terapie menzionate dal Profeta Muhammad
(saw) sono usate nella medicina moderna,
molte altre verranno sicuramente scoperte nel
tempo, come è avvenuto per i Miracoli
scientifici nel Sacro Corano. Il Profeta
raccomandò la sena -arbusto utilizzato per la
preparazione di farmaci- come purga, il
regime nutrizionale e l’incisione degli
ascessi. Inoltre avvisò i musulmani di certe
malattie infettive e il modo come curarle, le
mosche ad esempio sono trasmettitrici di
alcune malattie.
Il Profeta disse: “se una mosca cade nel
bicchiere di uno di voi, annegatela, perché
una delle sue ali è portatrice di malattie,
mentre l’altra è portatrice di una cura”,
trasmesso da Bukhari. Tutto questo non fa
altro che aiutarci a riflettere sulla creazione di
Iddio L’Altissimo, che non ha lasciato nulla al
caso, ogni particolare ha il suo perché, una
11
spiegazione logica. Raccomandò di usare
l’acqua per la febbre, come facciamo noi
oggi. Disse: “La febbre è simile alla virulenza
del Fuoco dell’Inferno; combattetela con
l’acqua”, trasmesso da Bukhari e Muslim.
Disse anche di usare per le malattie le
bevande con il miele: “Se esistono buoni
rimedi tra quelli che utilizzate, essi sono le
bevande a base di miele, le incisioni o le
cauterizzazioni con il fuoco”. ‘Uthman ibn
Abi’ As si lamentò un giorno per i dolori e il
Profeta Muhammad (saw) gli disse: “Poni la
mano sul punto dolorante del tuo corpo e di:
‘Nel nome di Allah’ per ben tre volte. Poi
ripeti per sette volte: ‘Cerco rifugio in Allah
l’Onnipotente contro il male che mi affligge e
che temo’.”(Muslim)
2)
consumare cibo che faccia puzzare
l’alito come l’aglio o le cipolle, o fumare
prima di andare fare la salat (fumare è haram)
I versetti del Corano stesso sono una cura,
non solo dell’animo, anche fisica, da recitare
sulla parte lesa del corpo. Disse anche:
“Utilizzate la medicina, poiché Allah (swt)
non ha inviato malattia senza assegnarle una
cura, ad eccezione della vecchiaia”. Il
Corano e lo stesso Profeta nei suoi hadith
vietano l’uso delle bevande alcooliche, anche
nel trattamento medico. Il Profeta disse:
“Allah (swt) ha inviato insieme la malattia e i
mezzi per guarirla; curatevi, ma fate
attenzione a non utilizzare nulla di illecito”
(Abu Dawud). Tutto è perfetto, ciò non
esclude di usare anche i farmaci in vendita, se
possono curare o prevenire malattie, senza
dimenticarci le cure naturali del Profeta
Muhammad (pace e benedizione su di lui). Su
questo argomento ci sarebbe ancora molto da
scrivere, inshaAllah.
7)
non fare il du’a iniziale, non dire la
formula di protezione in Allah contro satana e
dire la basmalah
ERRORI NELLE SALAT
13)
Muoversi di continuo durante la
preghiera, o guardare l’orologio o muovere
continuamente un dito, vestiti o muovere le
gambe o altre parti del corpo
Traduzione di Usama Abul Assad
1)
indossare pantaloni o indumenti che
scendono sotto la caviglia (per l'uomo)
3)
andare in moschea per fare la preghiera
con passo svelto, o correndo per paura di
perdere parte della salat
4)
fare il takbir al ihram in posizione di
rukuu’
5)
esprimere a bassa voce l’intenzione di
fare la preghiera (esempio: borbottare frasi
del tipo "esprimo l'intenzione di pregare la
preghiera del...”)
6)
non alzare le mani nel takbir per iniziare
la salat, così come prima e dopo il rukuu’, e
alzandosi dopo la terza rak’a
8)
non mettere la sutrah mentre si prega (la
sutrah è un oggetto qualsiasi che divide chi
prega
dalle
persone
che
possono
eventualmente passargli davanti)
9)
il non stare in fila e in riga nelle salat
congregazionali (salat di gruppo)
10) guardare verso l’alto durante la preghiera,
o guardare all’imam, destra o sinistra
11) Lasciare delle file non complete nella
salat di gruppo
12) Recitare suret al fatiha senza fare le
pause ad ogni versetto
14) Tenere il Corano e recitare da esso
durante la preghiera di gruppo, controllando
la recitazione dell’imam.
12
15) Recitare con l’imam, o muoversi con lui
o prima di lui nella preghiera congregazionale
dei dhikr autentici della sunna come per
esempio ayat el kursy o altri)
16) Abbassare troppo la testa, spingerla fino
in fondo, e avere la schiena ad arco durante il
rukuu’
28) Passare davanti a una persona che sta
pregando
17) Durante il rukuu’ e il sujud attaccare le
braccia al corpo (lasciandole aderenti) e il
ventre alle cosce
18) Pregare con parte della schiena scoperta
(capita con chi prega in maglietta ecc…). La
preghiera è nulla se la parte scoperta fa parte
dell’awrah (le parti che andrebbero nascoste)
29) Non pregare perché si è malati
30) Pregare in un cimitero
Tratto dal libro “ad-din an-nasiha”. Dal blog:
http://usama-el-santawy.spaces.live.com/blog/
LA VERA MOSCHEA AL AQSA
di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
19)
Non dire amin, dopo che l’imam
conclude la sura al Fatiha con il versetto wala
ad-daaaaaliiiiin.
20) Mettere solo la fronte per terra durante il
sujood (vanno messi la fronte, il naso, le due
mani, le due ginocchia e i due piedi)
21) Pregare velocemente, affrettatamente,
tanto da non permettere il riposo nel rukuu’ e
il sujud (vanno fatti con calma)
22) Mettersi in posizione di tawraruk durante
l’ultima rak’a della preghiera del fajr e del
venerdì
23) Muovere i due palmi delle mani alla fine
della preghiera dicendo poi Assalamu alaikom
wa rahmatullah
24) Fare il conteggio del tasbih con la mano
sinistra
25) Dire taqabbal Allah o Haraman dopo la
preghiera
26) Alzare le mani per il du’a dopo la
preghiera
27) Andarsene subito via dopo la preghiera
senza fare il dhikr (33 subhanaAllah, 33 alhamdulillah-33 Allahu akbar- poi recitare uno
Chiudiamo gli occhi, viaggiamo con la mente,
come se ci trovassimo in questo momento in
Palestina, nella Terra Santa. L’atrio di Al
Aqsa, sembra un miraggio, è un’oasi di pace
e tranquillità all’interno della città murata. Ha
alberi, prati e fontane. È il terzo luogo più
importante nell’Islam, dopo Mecca e Medina.
I musulmani stessi agli inizi pregavano rivolti
non verso la Mecca, bensì verso Al Aqsa. Una
notte mentre il Profeta Muhammad (saw)
stava dormendo, fu svegliato da Gabriele e
condotto a Gerusalemme. Nel recinto
dell’Aqsa pregò Allah con Abramo, Mosè e
Gesù e tutti gli altri profeti e poi ascese fino al
“Sidràtu-l-muntahà” (Il loto del limite) che
si trova alla destra del trono di Allah. Il
Profeta Muhammad (saw) ebbe un colloquio
con l’Altissimo che lo salutò con la frase:
13
“Siano su di te la pace, o Profeta, la
misericordia di Allah e le sue benedizioni, e
sia pace su tutti i suoi servi devoti”.
Muhammad rispose con la professione di
fede. Le preghiere erano 50 al giorno, ma su
suggerimento di Mosè, Muhammad chiese a
Dio di diminuire il numero, finché Allah
ridusse il numero a 5 preghiere al giorno.
Ecco il racconto del Profeta:“Mentre stavo
dormendo nel Hijr, venne da me Gabriele e
mi scosse col piede, al che mi alzai a sedere,
tuttavia non vedendo nessuno mi distesi di
nuovo. Egli venne una seconda volta e poi
una terza, quindi mi prese per il braccio
facendomi alzare in piedi accanto a lui: mi
guidò fuori dalla porta della Moschea e lì
c’era un animale bianco (il Buraq), qualcosa
tra il mulo e l’asino, con ali ai fianchi, che gli
servivano per muovere le zampe e ogni passo
era pari alla distanza che l’occhio può
abbracciare”. Il Profeta Muhammad cavalcò
assieme a Gabriele l’animale, ed andarono
verso nord, oltre Yathrib e Khaybar, finchè
raggiunsero Gerusalemme. Lì incontrarono i
Profeti Abramo, Mosè, Gesù ed altri (pace su
ognuno di loro). Il Profeta Muhammad (saw)
pregò con loro, e li ritrovò una volta che
raggiunse i sette cieli, erano diversi da come li
aveva visti sulla terra, li vide nella loro realtà
celeste, ed anche lui appariva diverso. Il
Profeta Giuseppe (as) aveva un volto
bellissimo, la metà di tutta la bellezza
esistente, ed aveva lo splendore della luna
piena e rimase colpito dalla grande bellezza
del Profeta Aronne (as).Il Profeta Muhammad
(saw) raccontò: “Il Loto ha le radici del
Trono, e segna la fine della conoscenza di
ogni conoscitore, che sia un Arcangelo o un
Profeta Messaggero. Tutto ciò che sta oltre è
un mistero nascosto, sconosciuto a tutti, salvo
che a Dio”.
“Quando il Loto fu ricoperto completamente
da ciò che lo ricopre, l’occhio non vacillò, né
si sviò. In verità egli (Muhammad) osservò, di
tutti i segni del suo Signore, il più grande”.
(Corano, Sura An Najm/ La Stella, v. 16/18)
Il Profeta Muhammad (saw) raccontò anche
del suo colloquio con il Profeta Mosè (as)
sulle 5 preghiere:
“Al mio ritorno (dalla discesa dei sette cieli),
quando arrivai a Mosè –e che buon amico
egli fu per voi!- mi chiese: ‘Quante preghiere
ti sono imposte?’ Risposi che erano cinquanta
al giorno, al che replicò ‘La preghiera in
comune è pesante, e la tua gente è
debole…Ritorna dal tuo Signore e chiediGli
di alleggerire il peso per te e per la tua
gente’. Così tornai e chiesi al Signore di
rendere il peso più leggero, ed Egli ne
cancellò dieci. Quindi tornai da Mosè che mi
ripeté quello che aveva detto prima, così io
tornai e altre dieci vennero tolte, eccetto
cinque al giorno. Allora tornai da Mosè che
ancora mi chiese la stessa cosa; gli risposi:
‘Sono tornato dal mio Signore talmente tante
volte e Gli ho tanto chiesto che me ne
vergogno. Non tornerò più indietro’, e per
questa ragione che colui che compie le 5
preghiere, con fede e fidando nella
munificenza di Dio, avrà una ricompensa
equivalente a cinquanta”.Quando il Profeta
Muhammad (saw) ritornò alla Mecca il
racconto di questo viaggio miracoloso suscitò
rabbia e diffidenza verso di lui, da parte anche
di molti musulmani di debole fede. Una
carovana impiega un mese per andare dalla
Mecca in Siria e un altro mese per ritornare,
come era possibile che il Profeta (saw)
impiegò, tra andata e ritorno solo una notte?
Questa era la domanda che si ponevano, ma
nulla è impossibile per Allah! Un gruppo di
uomini andò da Abu Bakr e disse:
“Cosa pensi ora del tuo amico? Ci ha detto
che la scorsa notte è andato a Gerusalemme,
vi ha pregato ed è tornato alla Mecca”. Abu
Bakr rispose:
“Se così dice allora è vero. Che c’è del resto
di strano? Mi ha detto che le notizie gli
vengono dal cielo alla terra in un’ora del
giorno o della notte, e io so che dice il vero. E
questo è ben aldilà dei vostri cervelli”.
14
Disse Abu Bakr le stesse parole anche in
Moschea e fu in quella occasione che il
Profeta Muhammad (saw) gli diede il nome
“As-Saddiq” che significa “il veridico” o
“colui che testimonia con forza la verità”. A
molti di noi, quando sente nominare il nome
della Moschea Al Aqsa, viene subito in mente
la moschea grande con la cupola d’orata,
pensando che fosse la vera moschea, in realtà
quella non è la moschea Al Aqsa, bensì la
sanno, anche i musulmani, scambiando una
moschea per un’altra. Attingendo da fonti
islamiche e non quelle più comuni come
Wikipedia scopriamo che… dopo aver
completato la costruzione della moschea di
Omar, la costruzione di questa moschea iniziò
nel punto in cui si trovava la moschea
originale in legno, costruita ai tempi di Omar.
Originariamente fu commissionata da Abdul
Malik ibn Marwan e completata da suo
figlio Al Walid nel 705. È stata più volte
modificata per proteggerla da terremoti, la
forma è rimasta intatta sin dai tempi del
Califfo Al – Dhahir 1033. Cinque mila sono i
fedeli che possono pregare.
Sotto la moschea Al Aqsa com’era nei tempi
antichi
Moschea di Omar, conosciuta anche come
“Cupola della Roccia”, o “The Dome of the
rock” come si dice in inglese. La Vera
Moschea Al Aqsa è l’altra di fronte, più
piccola, più modesta, meno vistosa, ma molto
più importante, con la cupola non color oro,
bensì verde, come il colore dell’Islam, lo
stesso colore usato per la moschea del Profeta
Muhammad (saw) a Medina. Molti non lo
15
CHI ERA ABU BAKR?
A cura di AbdEl Jalìl Umberto Marcozzi
e Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Nel giorno di 12 Rabii Al Awal nell’anno 10
dall'Egira, il Profeta Muhammad (saw) rese
l’anima a Dio. In quel giorno i musulmani si
svegliarono per affrontare la più grande prova
nella storia del mondo islamico. Alcune tribù
erano entrate nell’Islam pochi anni prima e
gente tornata all’Islam pochi mesi prima o
anche meno. I Sahaba temevano il crollo
della società islamica perché questi
musulmani si erano appena convertiti
all’Islam, e il simbolo più importante
dell’Islam era venuto a mancare. Tanti Sahaba
non riuscivano a crederci, tanti di loro non
accettavano questa verità, e fra quelli c’è
Omar (ra) che disse con incredulità: “Colui
che dice che il Profeta (saw) è morto lo
ucciderò con la mia spada!”. Altri Sahaba
svennero mentre i nemici dell’Islam
aspettavano quel momento per attaccare la
grande fede della comunità islamica. In quella
tragica situazione spiccò un uomo, il quale
disse una frase che evitò il crollo di questa
comunità: “Colui che adora Muhammad
(saw) sappia che Muhammad è morto, invece
chi adora Allah sappia che Allah è vivo e non
muore mai!”. Subito dopo lesse i versetti del
Corano: “In verità dovrai morire ed essi
dovranno morire” (Sura Al Zumar).
“Muhammad non è altro che un Messaggero,
altri ne vennero prima di lui; se morisse o se
fosse ucciso, ritornereste sui vostri passi? Chi
ritornerà sui suoi passi, non danneggerà
Allah in nulla e, ben presto, Allah
compenserà i riconoscenti” (Al Imran, v.
144) Quando Omar sentì questi versetti tornò
alla ragione e disse che era successo come se
avesse dimenticato i versetti. Quando i
musulmani sentirono queste parole si
riunirono attorno a quest'uomo (Abu Bakr) e
lo scelsero come primo Califfo. Tutti i
musulmani fino ad oggi sono grati e
riconoscenti a quest’uomo perché grazie a lui
l’Islam è rimasto saldo. E quest’uomo ha
salvato un Pilastro dell’Islam durante il suo
califfato quando nello Yemen era nata una
setta che voleva disconoscere la Zakaat ed
esercitò influenze su gran parte di quel mondo
islamico di allora. Subito dopo quest'uomo
preparò un grande esercito per affrontare
quella setta. Omar chiese: “Oh Califfo, li
combattiamo solo perché non hanno pagato
la Zakaat?”Il Califfo rispose ad Omar: “Si!
Li combatterò se mi fanno mancare anche
una sola briglia che prima davano al Profeta
Muhammad (saw)!”. E' grazie a questo
Califfo che tutti i musulmani, fino ad oggi,
riconoscono il diritto del povero sul ricco che
è la Zakaat. Di quest’uomo il Profeta
Muhammad (saw) aveva detto: “Non è mai
sorto il sole, né e mai tramontato su un uomo
migliore di Abu Bakr, tranne i Profeti”.
Questo è Abu Bakr! Il più grande Compagno
del Profeta (saw), non lasciava mai il Profeta,
e aveva persino paura che la polvere del
deserto potesse fare male al Profeta (saw). E
quando Allah ordinò al Profeta (saw) di
emigrare da Mecca a Medina, l’unica
speranza di Abu Bakr, era quella di essere il
compagno di viaggio del Messaggero di Allah
(saw), perché il Profeta Muhammad (saw)
non aveva detto a nessuno con chi sarebbe
partito. Il Profeta (saw) andò a casa di Abu
Bakr e disse: “Sarai tu il mio compagno di
viaggio”. Tutti capiamo che questo non era
un viaggio semplice, era molto rischioso
perché tutti i miscredenti volevano uccidere il
nostro Profeta (saw), c’era una taglia su di lui
di cento cammelli per chi lo prendeva, e
faceva anche molto caldo. Non era un viaggio
di piacere, era un viaggio di vita o di morte.
Cosa aspettiamo da Abu Bakr? Di arrendersi,
16
oppure suggerire un altro Sahabi? No questa
non è l’etica dei Sahaba!!!
disse che non riuscì mai a superare Abu Bakr
nel compiere il bene.
Racconta la Madre dei Credenti Aisha (ra)
che non ha mai visto nella sua vita un uomo
piangere di felicità prima di allora perché
quando il Rasulullah (saw) disse ad Abu Bakr
“sarai il mio compagno”, Abu Bakr pianse
lacrime di felicità. Il Profeta (saw) partì per
quello che sarebbe stato il viaggio che
avrebbe cambiato la storia dell’umanità, fino
a quando decise di nascondersi in una grotta
per ingannare le truppe coreiscite. Abu Bakr
as-seddiq (il veridico), entrò prima del Profeta
(saw) e iniziò a tappare i buchi con il piede,
controllò la presenza di animali velenosi
rischiando la sua vita per la migliore creatura
di Allah, il veleno di un animale entrò nel
corpo di Abu bakr e rischiò la morte. Poi
intervenne il Profeta (saw) che intercesse per
il suo migliore amico. Abu Bakr donò tutti i
suoi soldi per l’Islam liberando gli schiavi, e
sfamando i poveri. Una volta diede tutti i suoi
soldi al Profeta (saw), che chiese se Abu Bakr
avesse lasciato qualcosa per la sua famiglia.
Abu Bakr (ra) rispose “Loro hanno Allah e il
Rasulullah”. Raccontò Omar, che ogni volta
che Abu Bakr finiva salat al-fajer, non
seguiva la via di casa, Omar con il tempo si
insospettì finchè un giorno lo seguì e da
lontano lo vide entrare in una casa. Un paio di
ore dopo Abu Bakr uscì dalla casa. Omar
mosso dalla curiosità, decise di scoprire cosa
facesse Abu Bakr, bussò alla porta e gli aprì
una donna anziana e cieca. Omar le chiede
cosa facesse l’uomo che è appena uscito.
L’anziana donna disse: “Non sò chi sia
quell’uomo, ogni giorno viene a casa mia, a
pulire, a cucinare, a buttare l’immondizia e a
buttare gli escrementi. Gli chiedo sempre
come si chiama ma non me l’ha mai detto”.
“Da quel giorno – riferì Omar (ra) – ho
rinunciato a cercare di fare meglio di Abu
Bakr” e più avanti -quando diventò califfo-
Abu Bakr (che Dio sia compiaciuto di lui) fu
Califfo dal 632 al 634 l’anno in cui morì.
Ecco il discorso dopo la sua elezione:
“O popolo! Giuro su Iddio che non ho mai
sognato questa carica né di giorno né di
notte, né ho mai avuto per essa qualche
inclinazione. Voi avete posto sulle mie spalle
un compito molto gravoso il cui compimento è
al di là delle mie forze, a meno che
l’Onnipotente non venga in mio soccorso.
Sono stato eletto vostro capo anche se non
sono il migliore tra voi. Aiutatemi se sarò nel
giusto, correggetemi se sbaglierò.. I deboli
tra voi, saranno forti con me, finché non
avranno ottenuto i loro diritti; i forti tra voi
saranno deboli con me finché non avrò
ottenuto da loro ciò che è dovuto..
Obbeditemi finché obbedirò a Iddio e al suo
Profeta. Quando dovessi disobbedire a lui o
al suo Profeta, allora non obbeditemi più”.
Abu Bakr era un uomo equilibrato, onesto e
leale, padre della giovane Aisha, seconda
moglie del Profeta. Un giorno andò in
giardino e vide un uccello che cinguettava, lui
cominciò a piangere tanto e disse:
“O uccello, come sei fortunato! Mangi, bevi,
voli all’ombra degli alberi e non temi la resa
dei conti nel Giorno del Giudizio. Vorrei
proprio essere come te”.
Questo era il timore di Abu Bakr, temeva
Allah (swa), era un vero credente sottomesso
a Dio. Morì a 63 anni subito dopo la vittoria
nella battaglia di Agnadayn. Era il miglior
compagno del Profeta che amava molto. E’
stato il primo uomo a convertirsi, mentre il
primo giovane è stato Ali.
Il Profeta Muhammad (saw) disse:
“Il nome di Abu Bakr sarà chiamato da tutte
le porte del Paradiso ed egli sarà il primo
della mia comunità ad entrarvi”.
17
L’OMOSESSUALITA’ E L’ISLAM
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Argomento complicato, delicato e sempre al
centro dell’attenzione. Di solito quando
vogliono criticare l’Islam molti tirano fuori,
puntualmente, argomenti come: le donne
picchiate, lapidate o sgozzate, i cristiani che
“secondo loro” non hanno diritti dei paesi di
prevalenza musulmana, gli apostati, ovvero
coloro che lasciano l’Islam per diventare
cristiani, i kamikaze e… gli omosessuali
impiccati in paesi come l’Iran.
Ho ricevuto diverse mail da alcuni
omosessuali interessati all’Islam, gente
sincera oppure provocatori? Non sta a me
giudicare, loro chiedono ed io rispondo, in
quanto musulmano, senza oltrepassare i limiti
naturalmente,
rispondo
semplicemente,
riportando
quello
che
conosco
sull’argomento,
nel
mio
piccolo.
Naturalmente uso delle fonti sicure, come il
Corano e non solo. Alcuni di loro sono
entrati nell’Islam, altri vorrebbero ma temono.
Cosa temono? Di non farcela, di non
diventare dei veri musulmani ecc. Convinti
prima di tutto di essere omosessuali sin dalla
nascita, contro la loro volontà, condizione che
non riescono ad evitare. Non la considerano
una malattia, però si sentono costretti ad
accettarla. Ho cominciato così ad usare le
fonti religiose ed anche non islamiche, ad
impegnarmi seriamente nella ricerca, per noi
musulmani centra lo “zampino” del Diavolo,
per gli psicologi è una condizione che si è
creata a cominciare dai primi anni di vita o
dell’adolescenza,
quindi
un
fattore
psicologico appunto.
Un sito NON islamico, fornisce alcune
informazioni
interessanti
da
sapere
sull’omosessualità:
“Omosessuale ‘per natura’: Spesso, i gay
credono di essere nati tali. La stessa opinione
pubblica è portata a pensare che certe
persone ‘sono fatte così, e non c'è nulla che
possano
fare
per
cambiare’.
Il
riconoscimento
giuridico
e
sociale
dell'omosessualità sarebbe scontato, se fosse
scientificamente provato che essa è una
condizione innata. Ma è stato provato
esattamente il contrario: e cioè che i fattori
genetici e ormonali non svolgono un ruolo
determinante
nello
sviluppo
della
omosessualità. Possono predisporre, ma mai
predeterminare l'omosessualità. Dunque, non
esiste alcun ‘gene dell'omosessualità’ che
costringa una persona a essere tale. Possono
esservi invece condizioni innate che rendono
più
facile
lo
scivolamento
verso
l'omosessualità. Ma l'essere gay resta un
fenomeno prettamente psicologico. Guarire si
può. Il vero scoop, in termini giornalistici, è
proprio questo: che dalla omosessualità è
possibile liberarsi. Non si tratta di
un'affermazione teorica, o di un auspicio di
natura morale: autorevoli psicologi che da
anni lavorano in questo campo possono
documentare numerose ‘guarigioni’ di
persone gay che - ovviamente senza alcun
tipo di costrizione - hanno iniziato una cura
psicanalitica seria, e sono completamente
usciti dal tunnel di una personalità
incompiuta. Certo, il primo passo di questo
non facile cammino è riconoscersi bisognosi
di aiuto, e infrangere il luogo comune
imposto dai media secondo cui, al contrario,
bisognerebbe arrendersi al fatto che
omosessuali si nasce. Nulla di più falso:
innumerevoli studi hanno ormai dimostrato
che l'orientamento omosessuale è legato a
una serie complessa di fatti accaduti alla
persona durante l'infanzia e l'adolescenza.
Questa rivelazione dimostra che la lobby gay
non solo fa del male alle persone che afferma
di voler tutelare, ma, ancor di più, induce 18
l'opinione pubblica a trascurare una serie di
informazioni educative che potrebbero in
molti casi prevenire l'insorgere del problema.
Sappiamo, ad esempio, che nel vissuto di
moltissimi omosessuali maschi adulti c'è un
padre evanescente; e spessissimo c'è una
famiglia sfasciata, un divorzio. Non a caso,
anche qui il miglior modo per prevenire è
difendere la famiglia, recuperando in
particolare la figura di un padre affettuoso
ma autorevole, capace di dettare delle regole
e dei divieti. In questo senso, i movimenti di
liberazione omosessuale sono degli acerrimi
nemici della famiglia”.
Tratto
dal
http://www.narth.com/docs/omos.html
sito:
Quindi, contrariamente a quanto si pensa, e
come è diffuso spesso in Occidente,
l’omosessualità non è una condizione per
alcuni inevitabile, tutto nasce tramite le
esperienze di vita, le conoscenze, qui non
centrano gli ormoni maschili o femminili,
come affermano da decenni. Nell’Islam come
viene visto? Sconsiglierei a queste persone ed
anche a coloro che sono sempre stati
musulmani (arabi, nordafricani ecc.) e che si
considerano omosessuali – hanno aperto
anche dei siti su internet e delle associazionidi non leggere troppe cose sparse sulla rete,
perché c’è gente che affronta l’argomento
senza tatto, in modo brusco, rude, senza un
minimo di sensibilità e psicologia, questo
perché molti di loro non conoscono bene
l’argomento, quindi si precipitano a
condannare e giudicare, tra insulti o altro.
Dunque nell’Islam, come dice il Sacro
Corano, vieta i rapporti omosessuali, Allah
(swa) ha creato gli esseri dei due sessi opposti
in modo che possano unirsi e procreare. I
rapporti omosessuali sono un’offesa a Dio,
quindi una condizione creata dal Diavolo –so
che qualcuno non crederà a questa versione e
storcerà il naso-. Il Diavolo usa tutti i modi
per sviare le persone e creare disagi. Satana ci
odia, perché Allah (swa) l’ha cacciato dopo
che il maledetto si è rifiutato di seguire
l’ordine di Iddio l’Altissimo, quello di
prosternarsi (il Diavolo creato dal fuoco)
dinnanzi ad Adamo (creato dalla terra).
“Quando dicemmo agli angeli: ‘Prosternatevi
davanti ad Adamo’, tutti si prosternarono
eccetto Iblîs, (SATANA) che disse: ‘Mi dovrei
prosternare davanti a colui che hai creato dal
fango?’. E disse ancora: ‘Che? Questo è
l'essere che hai onorato più di me? Se mi
darai tempo fino al Giorno della
Resurrezione, avrò potere sulla sua
discendenza, eccetto pochi’.” Corano, Sura
Al Isrâ' (Il Viaggio Notturno) v. 61, 62 La
Sharia praticata ormai da pochissimi paesi
prevede la pena di morte come espiazione dai
peccati, solo se due omosessuali vengono
scoperti durante l’atto sessuale, cosa molto
difficile.
Il Corano parla di omosessualità: “E quando
Lot [il Profeta]disse al suo popolo: ‘Davvero
commettete una turpitudine che mai nessuno
al mondo ha commesso prima di voi.
Concupite i maschi, vi date al brigantaggio e
perpetrate le azioni più nefande nelle vostre
riunioni’.” Sura Al-'Ankabût (Il Ragno), v.
28, 29
“Vennero [infatti] gli abitanti della città,
rallegrandosi. Disse [Lot]: ‘Sono [gli angeli]
i miei ospiti, non disonoratemi!Temete Allah e
non copritemi di vergogna’. Risposero: ‘Già
ti abbiamo proibito [di proteggere]
chicchessia!’.” Sura Al-Hijr, v. 67/ 70
“La gente del suo popolo andò da lui tutta
eccitata. Già avevano commesso azioni
empie. Disse [loro]: ‘O popol mio, ecco le
mie figlie, sono più pure per voi.* Temete
Allah e non svergognatemi davanti ai miei
ospiti. Non c'è, fra voi, un uomo di
coscienza?’.” Sura Hûd, v. 78
19
La spiegazione di questo versetto:
*[“ecco le mie figlie”: certamente Lot non ha
intenzione di offrire le sue figlie per placare la
libidine dei sodomiti [gli omosessuali in
questione]: e l'espressione va intesa nel senso
di: “Le donne e non gli uomini devono essere
l'oggetto del vostro desiderio sessuale”.
Dicendo: “esse sono più pure per voi”,
esclude comunque qualsiasi rapporto che non
sia compreso in una forma matrimoniale]
minimi particolari, la donna completa l’uomo
e l’uomo la donna, non si riscontra la stessa
cosa fra due dello stesso sesso. Tra l’unione di
due del sesso opposto possono nascere dei
figli inshaAllah.
“Gli scopi del matrimonio- spiega lo sheikh
Abu Bakr Djaber- sono:
“Dissero: ‘Sai bene che non abbiamo alcun
diritto sulle tue figlie, sai bene quello che
vogliamo!’. Disse: ‘Se potessi disporre di
forza contro di voi, se solo potessi trovare
saldo appoggio...’.” Sura Hûd, v. 79, 80
2-Soddisfare le esigenze sessuali dei coniugi
ed evitare la fornicazione.
“[E ricorda] Lot, quando disse al suo popolo:
‘Vi
darete
alla
turpitudine
pur
riconoscendola? Vi accosterete agli uomini
piuttosto che alle femmine, per placare il
vostro desiderio? Siete davvero un popolo
ignorante’. La risposta del suo popolo fu
solo: ‘Scacciate dalla vostra città la famiglia
di Lot! È gente che pretende di essere pura’.
Lo salvammo insieme con la sua famiglia,
eccetto sua moglie, per la quale decidemmo
che fosse tra coloro che sarebbero stati
annientati. Facemmo scendere su di loro una
pioggia, una pioggia orribile su coloro che
erano stati [invano] avvertiti”. Sura An-Naml
(Le Formiche) v. 54/ 57
Quando due omosessuali si uniscono il Trono
di Allah (swa) trema, e questo dice già tutto.
L’omosessualità è paragonata all’adulterio, ed
è considerato anche più grave. Ci sono alcuni
Hadith sull’argomento che descrivono la Fine
dei tempi, i nostri tempi attuali, riportati
anche nei libri di Harùn Yahya: “Gli uomini
imiteranno le donne, e le donne imiteranno
gli
uomini”.
(Allama Jalaluddin Suyuti, Durre-Mansoor)
“Si avvicinerà l'Ora in cui gli uomini si
soddisferanno con gli uomini e le donne si
soddisferanno
con
le
donne”.
(Mukhtasar Tazkirah Qurtubi)
Dio ha creato la donna per unirsi all’uomo e
viceversa. In tutto questo c’è la perfezione nei
1-Riprodurre la specie umana attraverso la
procreazione.
3-La mutua collaborazione tra i coniugi
nell’educazione dei figli e nel loro
mantenimento.
4-Instaurare un rapporto di comprensione tra
i coniugi nell’affetto e la stima reciproca”.
Anche La Bibbia racconta la storia del popolo
perverso di Loth.
“Lot, dove sono quegli uomini ‘gli angeli’,
che sono venuti da te questa notte? Falli
uscire!” ‘Dicevano così perché volevano
violentarli’.
(Bibbia, Genesi “19”, v. 5)
“Le parti intime fanno parte delle cose per le
quali bisogna abbassare lo sguardo. Il
Profeta, pace e benedizione su di lui, ha
infatti vietato di guardare anche se si tratta di
uomini tra loro o donne fra loro, sia questo
con o senza desiderio. Ha detto: ‘L’Uomo
non deve guardare le parti intime dell’uomo e
la donna non deve guardare le parti intime
della donna’.”(Muslim, Ahmad, Abu Dawud
e at- Tirmidhi).
Tratto da “Il lecito e l’illecito” del Dr
Youssef Qaradawi
Nello stesso libro affronta l’argomento
omosessualità in modo più specifico:
“Per completare le regole islamiche
riguardanti l’istinto sessuale, ci resta da
vedere che l’Islam ha vietato anche
l’omosessualità”.
“Questo atto vizioso è una perversione della
natura, un tuffo nella cloaca della
20
sporcizia, una depravazione della virilità e un crimine contro i diritti della femminilità”.
Un omosessuale può diventare musulmano?
La risposta è SI, l’importante è che abbandoni una volta entrato nell’Islam i rapporti sessuali con lo
stesso sesso.
E l’istinto? Allah (swa) aiuterà la sua creatura, non l’abbandonerà, con tanto Corano e preghiere, la
Fede si rafforza e l’istinto omosessuale se Dio Vuole, con tanta pazienza e perseveranza, svanisce.
Spero di essere stato esauriente inshaAllah, con questo articolo, che devo dire onestamente, non è
stato affatto facile riportare tutte le informazioni, cercando in ogni modo di non mancare di rispetto
a queste persone, che rispetto in quanto creature di Dio.
DIECI PRINCIPI PER I MUSULMANI
Di Hassan al-Banna
Traduzione di Ibrahìm Abdannur Iungo
"Nessuna nazione si è perduta dopo essere
stata guidata, se non dopo essere scaduta
nella maldicenza e nella polemica".
1) L'Unità della Comunità
Fu detto inoltre: "Avrà un posto in Paradiso,
colui che abbandona la disputa quando è in
errore; ed avrà un posto ancor più eccelso,
colui che l'abbandona quando è nel giusto".
E' di per sé un obiettivo primario, una priorità
cui dedicarsi col massimo impegno.
6) La Possibilità che vi siano diverse
Risposte corrette ad una questione
E' stato detto: "Non discordare, altrimenti
falliresti e perderesti il vento nella tua coda".
Si tramanda che, quando il Profeta
Muhammad (saw) raccomandò la preghiera
del pomeriggio a coloro che si stavano
recando presso la tribù dei Banū Quraŷża,
alcuni pregarono a metà del tragitto, all'orario
appropriato, mentre altri pregarono appena
furono arrivati a destinazione, dopo il
tramonto: il Profeta (saw) approvò entrambe
le soluzioni.
Dieci Princìpi per i Musulmani
2) L'Accordo sulle Questioni principali
Comincia col considerare chiunque testimonia
che "non c'è alcuna divinità, se non Iddio"
come un tuo compagno, e come un membro
del movimento islamico.
3) Considera innanzi tutto che tu, e non tuo
fratello, potresti sbagliarti, e trovarti in errore.
Quindi, sforzati di ricercare la verità in modo
obiettivo, con spirito imparziale.
4) I Modi del dissenso
Sii accurato nell'ascoltare le prove e le
argomentazioni che ti fornisce tuo fratello,
almeno tanto quanto lo sei nel fornirle a tua
volta. Poi, sii disponibile e sorridente, che il
risultato del confronto sia a tuo favore o
meno.
5) Evita la polemica, l'autocompiacimento e
lo sminuimento altrui. E' stato detto:
7) La Partecipazione del Gruppo nell'Accordo
e lo Scusare qualcun altro che si trovi in
disaccordoFu detto: "Noi concordiamo sulla
proibizione dell'alcol, dell'adulterio e del
gioco d'azzardo, e concordiamo sul dovere di
governare secondo gli insegnamenti di Dio:
dunque, invitiamo i governi ad attuarli.
Concordiamo che l'onore ed il rispetto sono
dovuti a tutti i Musulmani: dunque,
insegniamo questi ideali ai Musulmani.
Concordiamo che l'impegno sulla strada di
Dio è il modo per realizzare
21
quell'onore e quel rispetto: educhiamo
dunque le persone, ed alleviamo i giovani con
la necessaria preparazione fisica e
spirituale".
8) Il Pericolo del Comune Avversario
I nemici non fanno distinzione tra i
Musulmani, tra le differenti prospettive o
nazionalità. Essi considerano i Musulmani
come nemici della propria fede, e le risorse
dei loro Paesi come un premio da conquistare.
Come in natura, solo l'unità può dissuadere gli
aggressori.
9) Battere le Strade dell'Impegno
Un impegno serio e continuativo permette di
ottenere risultati migliori, e di restare immuni
dal male dell'ozio. Sforzati dunque di
ricercare l'eccellenza in ogni contesto, dalla
scuola al lavoro, e di trarre il tuo
sostentamento da fonti lecite, respingendo la
pigrizia e la dipendenza.
Inoltre, impegnati in quei doveri che altri non
hanno ancora individuato: dalla visita ai
fratelli vicini e lontani, al volontariato,
dedicando ogni giorno un po' del tuo tempo
ad esaminare che cosa hai realizzato per
amore di Dio.
10) Solidarietà per chi non vede la Luce
Non essere mai arrabbiato con loro, né esponi
i loro difetti. Non scontrarti mai con gli
accusatori od i detrattori sul piano personale,
bensì sforzati con l'aiuto di Dio di rendere più
chiaro il tuo messaggio, per colui che ti
ascolta. Tratto dal blog http://ribatalmujahid.blogspot.com/
RITI FUNEBRI ISLAMICI
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
C’è molto da sapere sui riti funebri, che i
stessi musulmani non sanno. I primi sintomi
di una persona che sta per lasciare questa vita,
sono naturalmente la difficoltà a respirare, i
piedi freddi ecc. Prima che la persona faccia
la sua dipartita da questo mondo verso l’Altra
vita, la prima cosa da fare è girare il volto
verso il lato destro, nella direzione della
Qibla, cioè la Mecca. Il braccio destro deve
essere appoggiato davanti al corpo, i piedi
devono essere rivolti verso la Qibla, in modo
che la persona possa guardare la Qibla
alzando un po’ il capo. La persona che sta
accanto deve ricordagli la Shahada che
sarebbe la Testimonianza di Fede: “Attesto
che non c’è altra divinità all’infuori di Allah
e che Muhammad è il Suo Messaggero e
Profeta”. Il tutto in modo dolce, senza
mettere agitazione al morente, anche perché il
più delle volte la persona in questione
potrebbe non essere in lucidità per via delle
sofferenze. Chiunque muore pronunciando la
Shahada andrà in Paradiso, come disse il
Profeta Muhammad. Chiudere subito gli occhi
del morto, coprire il suo corpo, e da sotto la
copertura svestirlo
22
completamente, la persona che sveste il morto
in questo modo non guarderà le parti intime
ed userà un paio di guanti per lavare l’intero
corpo. Al termine si riveste il corpo del
defunto con sette veli bianchi. Il lavaggio è
consigliato che lo faccia un parente del morto,
il Profeta Muhammad è stato lavato da suo
nipote Ali, come il Profeta stesso aveva
espresso.
Per la sepoltura non si deve lasciar passare
giorni, come avviene nel cristianesimo ad
esempio, ma viene fatta in modo tempestivo e
deve essere sepolto nel luogo in cui muore.
Infine si fa la preghiera funebre in piedi
composta da 4 parti: si recita dopo aver detto
“Allahu Akbar/ Allah è il più Grande” la
Sura Al Fatiha /L’Aprente, che si recita ogni
volta durante le normali cinque preghiere;
“Allahu
Akbar”
accompagnata
dall’invocazione per il Profeta Muhammad e
Abramo che si chiama “Ibrahimia; “Allahu
Akbar” accompagnata dall’invocazione per
il morto; ed infine “Allahu Akbar” con
invocazione per tutti i musulmani e per chi
prega. Si chiude come per le altre preghiere
con “Assalamu aleikum” guardando la spalla
destra e poi quella sinistra. In questo modo si
augura la Pace sull’angelo a destra che scrive
le buone azioni e quello sulla sinistra che
scrive quelle negative.
"SOLO POLVERE"
Di Usama Abul Assad
E quando sarò morto?
Se solo avessi detto una parola migliore…
Cosa verrà con me, nella tomba?
Cosa mi farà compagnia?
Se solo avessi passato meglio il mio tempo…
Cosa mi proteggerà?
Ah…
Eppure nel mondo avevo soldi, famiglia,
amici, fratelli…dove sono adesso?
Se solo non avessi ascoltato quella musica…
Avevo il mio mondo, il mio tempo libero, il
mio ristorante preferito…dove sono adesso?
Non pensavo sarebbe arrivato così presto
questo momento…io dove sono adesso?
Se solo non avessi detto quella parola…
Se solo non avessi mangiato troppo…
Se solo non avessi dormito così tanto…
Ah…Se solo…
Ah…
Ma adesso nulla più importa…
Se solo avessi letto più la Parola di Allah…
È ormai troppo tardi…sopra di me solo
polvere
Se solo avessi fatto una preghiera in più…
Spero che qualcuno mi faccia du’a…
23
LA DONNA MUSULMANA E IL MONDO
DEL LAVORO
Di Aisha Muslima
Tratteremo il tema della donna musulmana
nel mondo del lavoro. Innanzitutto, l’ uomo e
la donna musulmani hanno dei doveri verso
Allah (swa) e dei diritti verso la propria
famiglia che debbono necessariamente essere
messi al primo posto nella propria vita. L’
uomo
appunto
oltre
ad
adempiere al suo
dovere verso Dio,
così come la
donna,
deve
mantenere
la
propria moglie e i
propri figli, e la
donna
deve
occuparsi della
casa in quanto luogo di ritrovo della famiglia
e dell’ educazione dei figli. Proprio perché
ognuno di noi, come recita un hadith del
Profeta (saw), è pastore del proprio gregge, e
nel Giorno del Giudizio ci verrà chiesto conto
di esso. Quindi dicevamo appunto che il
primo dovere imprescindibile della donna è
quello di adorare il Creatore, nella maniera e
nei tempi che Egli Stesso ha indicato nel
Sacro Corano e tramite l’ esempio del Profeta
Muhammed (saw). Ha il dovere di pregare, di
digiunare, di versare la zakat, di fare il
pellegrinaggio. Insomma di adempiere a tutti i
cinque Pilastri della religione islamica. Poi ha
il dovere di coprirsi debitamente, sempre
secondo l’ insegnamento del Nobile Corano
e della sunnah del nostro Profeta Muhammad
(saw). E quindi appunto di occuparsi della
propria dimora (la sua e del marito) e nel
contempo di educare i propri figli. E’ bene
sottolineare che se il marito ha la possibilità
economica la donna può avvalersi di una
donna di servizio che la possa aiutare nelle
faccende domestiche e nell’ organizzazione
della casa. Una volta adempiuti a tutti i suoi
doveri di musulmana, può eventualmente
pensare ad un lavoro.
Innanzitutto bisogna vedere se c’ è un motivo
reale per il quale ella debba necessariamente
lavorare fuori casa. Qui dove viviamo noi, in
Occidente, effettivamente non è facile da
parte dell’ uomo supplire a tutti i bisogni della
famiglia. Si fa davvero molta fatica, con un
solo stipendio, ad arrivare alla fine del mese.
Di conseguenza se l’ uomo ha bisogno di un
aiuto in questo senso o se la donna
eventualmente non fosse sposata e avesse
difficoltà economiche alle quali far fronte
ovviamente è giusto che lavori. Sarebbe
diverso un caso in cui lei magari avesse più
figli di cui occuparsi e fosse di famiglia
benestante. In questo caso sarebbe più
indicato il non lavorare, per il semplice fatto
che non avendone grazie a Dio bisogno
dovrebbe principalmente occuparsi del suo
“gregge”, appunto, i suoi figli, attivandosi
comunque anche per la comunità. Essere
madri è un lavoro vero e proprio, un lavoro
bellissimo ma anche faticoso e totalizzante.
Una madre che lavora, infatti, non riesce,
nonostante tutti gli sforzi che possa fare, a
seguire per bene la propria prole, e magari al
posto suo lo fa una persona estranea, come
una baby sitter o un’ amica, che pur essendo
comunque persone fidate mai possono
sostituire l’ affetto e la dedizione della madre,
soprattutto nei primi anni di vita del bambino.
Tutti coloro che hanno figli sanno bene
quanto è fondamentale la presenza materna
per la formazione dell’ educazione e del
carattere del bambino. In particolare nella
nostra società occidentale direi che è basilare,
proprio perché attorno a noi difficilmente
abbiamo madri, padri, fratelli o sorelle
musulmani che possono aiutarci, come è
24
consuetudine fare in un paese musulmano, ad
educare i nostri figli. Conosco donne che
hanno la necessità di lavorare che debbono
necessariamente lasciare i figli alle nonne
non musulmane, le quali, purtroppo, non
sempre sanno come comportarsi in alcune
situazioni con i nostri bambini, nonostante il
loro affetto e la dedizione che mettono
nell’occuparsi di loro. Questo perché magari
non conoscono bene la nostra religione e non
fanno caso, per esempio, se l’ hamburger del
fast food è halal o meno. Se invece appunto
per motivi economici e senza ovviamente
causare troppo scompiglio nella propria vita
familiare lei decide con il beneplacito dei
propri familiari di andare a lavorare, può
farlo, ovviamente badando, così come deve
necessariamente fare anche l’ uomo, a non
trascurare mai i doveri che si hanno verso
Dio. Nel caso di noi donne, i doveri
quotidiani religiosi ai quali dobbiamo far
fronte sono prima di tutto la preghiera, poi l’
abbigliamento. Diverrebbe infatti vietato
lavorare se, per un motivo o per l’ altro,
dovremmo interrompere o saltare le
adorazioni rituali o se dovessimo, per
esempio, togliere il velo o adottare un
abbigliamento non consono ai dettami
dell’Islam. Bisogna infatti fare molta
attenzione a non lasciarsi trascinare dal
denaro e dal dunia, ovvero dalla vita terrena,
tralasciando le responsabilità che abbiamo nei
confronti del Nostro Signore e Creatore, Colui
che è ben più Alto di ciò che Gli associano.
Commetteremmo davvero un grave peccato
se, per far contento il nostro capo, non
pregassimo più o disobbedissimo a Dio in un
altro modo. Quindi appunto il primo requisito
da valutare per un nuovo lavoro è quello che
esso comporti delle pause per la preghiera
(ricordiamo, comunque, che ci sono molte
agevolazioni per riuscire a pregare in ogni
situazione. Per esempio, se non fosse
disponibile l’ acqua corrente per fare le
abluzioni potremmo dotarci per esempio di
una bottiglietta d’ acqua, oppure portare con
noi un sasso pulito e senza imperfezioni
particolari per poter fare il tayammum, ovvero
l’ abluzione senza acqua). Il secondo
particolare non trascurabile è se l’ eventuale
datore di lavoro richiede di togliere il velo o
di adottare un abbigliamento succinto o
aderente. Anche in questo caso, infatti, per
noi sarebbe vietato accettare questo tipo di
lavoro perché contravverremmo agli ordini di
Allah, gloria a Lui, nonostante lo stato di
bisogno. Dobbiamo ricordarci sempre che il
nostro bisogno primario è la fede, è lavorare
sì ma principalmente per Allah (swa) in
questa vita per avere il Suo Paradiso,
inshaAllah. A questo proposito, è bene
ricordare i punti che lo shaikh Al Albani (ra)
ha citato per descrivere il corretto hijab,
ovvero non solo il velo ma tutto l’
abbigliamento femminile islamico: la
sopravveste indossata in pubblico deve
coprire tutto il corpo eccetto il viso e le mani
la sopravveste non deve essere decorativa di
per sé o essere un abbellimento, la
sopravveste deve essere spessa e opaca, per
nascondere gli abiti indossati la donna
musulmana non deve mettere profumo in
pubblico, i vestiti della donna musulmana non
devono assomigliare a quelli degli uomini, i
vestiti della donna non devono assomigliare a
quelli dei non credenti, i vestiti della donna
non devono essere un mezzo di ostentazione.
Mi permetto di aggiungere che per una
credente il rinunciare ad un lavoro per amore
di Allah (swa) non comporterebbe nessun
sacrificio, anzi. Oltre ad essere motivo di
orgoglio e di soddisfazione personale, se
avesse pazienza in questa situazione Allah
(swa) che è Il Generosissimo, la aiuterebbe a
trovare qualcosa di meglio per lei. Conosco
una sorella che aveva la necessità di lavorare,
e che è andata a cercare un lavoro in albergo,
precisamente voleva riordinare le camere.
25
Aveva trovato molti gestori di hotel che la
avrebbero fatta lavorare, ma solo se si fosse
tolta il velo. Lei, che fra l’ altro aveva deciso
hamdulillah di indossarlo da poco tempo, ha
sempre rifiutato, fino a che, grazie a Dio, è
riuscita a trovarne uno che ha accettato di
farla lavorare con il velo. Grazie alla fede e
alla pazienza di aspettare di questa sorella,
Allah (swa) le ha fatto trovare un lavoro
adatto a lei, un lavoro che le ha permesso di
non contravvenire alla Sua Legge e di
soddisfare le sue necessità economiche.
Oltre all’abbigliamento, dobbiamo fare
attenzione a non accettare un lavoro che ci
metta in condizione di aver a che fare con cibi
o bevande haram, vietate. Per esempio non si
può andare a lavorare in un bar per vendere
alcolici, in una gastronomia in cui dovremmo
preparare cibi a noi vietati, o in un negozio
che vende carni di maiale o comunque non
macellate secondo il rito islamico. Oppure
accettare lavori che abbiano a che fare con il
gioco d’ azzardo (per esempio le sale bingo o
simili), oppure altri incarichi che, per un
motivo o per l’ altro, abbiano a che fare con la
diffusione dell’idolatria. Allah (swa) nel
Sacro Corano dice: “O voi che credete, in
verità il vino, il gioco d'azzardo, le pietre
idolatriche, le frecce divinatorie sono
immonde opere di Satana. Evitatele affinché
possiate prosperare. In verità col vino e il
gioco d'azzardo, Satana vuole seminare
inimicizia e odio tra di voi e allontanarvi dal
Ricordo di Allah e dall'orazione. Ve ne
asterrete?” (Al Ma’ida, 90, 91)
Proprio a proposito delle bevande alcoliche, il
dott. Al Qaradawi nel libro “Il Lecito e l’
illecito nell’ Islam” ricorda che il Profeta
(saw) ha maledetto dieci persone che hanno a
che fare con il vino, ovvero: colui che spreme
la materia prima, colui che se la fa spremere,
colui che bene il vino, colui che lo porta, colui
al quale è portato, colui che lo serve, colui che
lo vende, colui che trae profitto dalla sua
vendita, colui che lo acquista, colui per il
quale lo si acquista (riportato da At-Tirmidhi
e Abu Maja). Invece riguardo al commercio in
genere, quindi al lavoro di compravendita, un
altro hadith del Profeta (saw) recita: “Allah e
il Suo Messaggero hanno vietato la vendita
del vino, della bestia morta, del porco e degli
idoli” (riportato all’ unanimità da tutti i
trasmettitori). Ovviamente, come si potrà
facilmente dedurre, questo tipo di divieti sono
validi tanto per la donna quanto per l’ uomo.
E’ doveroso anche ricordare che Allah (swa)
ci ha interdetto di avere a che fare con uomini
non mahram (ovvero uomini che per noi è
lecito sposare) in luoghi non pubblici. Questo
significa che una donna non può restare da
sola chiusa per esempio in un ufficio non
aperto al pubblico per lungo tempo con un
uomo, sia esso musulmano o non musulmano
(anche in questo caso, comunque, anche all’
uomo musulmano è vietato stare solo in una
stanza con una donna). E’ invece differente il
caso del luogo pubblico. In questo caso è
permesso, a patto che fra due eventuali
colleghi di lavoro si mantengano le debite
distanze, proprio perché Shaithan è sempre in
agguato, e può bastare un nonnulla per
commettere peccato o anche solamente per far
sorgere delle maldicenze che potrebbero
causare danni sia alla donna che all’ uomo e
alle loro rispettive famiglie.
Parlare in pubblico è lecito, ma senza troppa
intimità, che anche in ambito non musulmano
comunque non è in ogni caso una situazione
ben vista. Il luogo di lavoro della donna poi è
bene che sia decente, sicuro e decoroso. Non
deve essere un luogo che la possa esporre alla
maldicenza pur se ella non commette alcun
peccato, o che la possa mettere in pericolo, o
che magari la costringesse lavorare di notte
senza protezione di sorta o comunque in
26
isolamento. La protezione dell’ incolumità
morale e fisica fanno anch’ esse parte dell’
etica dell’ Islam. Una volta prese in
considerazione queste semplici regole che,
come abbiamo visto velo a parte debbono
necessariamente essere rispettate per lo più
anche dall’ uomo, la donna può
tranquillamente lavorare. Ricordiamoci che
proprio Khadija, che Allah (swa) sia
soddisfatto di lei, la prima moglie del Profeta
(saw), gestiva un commercio carovaniero, e
che Aisha (ra) insegnava gli ahadith del
Profeta (saw) e che rilasciava pareri giuridici.
Nella storia dell’ Islam ci fu una donna che
diceva di sé stessa: “Sono una donna che
vende e compra”.
Adesso citerò alcune parti di una fatwa, un
parere giuridico islamico, emesso dalla
commissione di Dar al iftaa’a (l’ egiziana),
che tratta, oltre che del diritto delle donne al
voto, anche del lavoro svolto da parte loro in
eventuali incarichi pubblici.
La richiesta dietro a questa fatwa è: “La
nostra santa Legge islamica permette alle
donne di votare e nominare loro stesse per
partecipare in consigli parlamentari e
municipali?"
Ed ecco parte del responso. "Uomini e donne
sono uguali nell’ Islam per quanto riguarda
diritti e doveri, tranne per le questioni che si
riferiscono alla natura unica di ogni genere.
L’ Islam onora le donne e permette loro di
praticare pienamente i loro diritti. Provvede
loro con una separata responsabilità
finanziaria e considera le loro azioni valide
riguardo ai loro diritti legali. L’ Islam ha
dato alle donne il diritto di praticare tutti i
loro diritti civili fino a che esse si conformano
alla loro natura così come è stata creata da
Allah, (swa). In caso la comprensione comune
dei diritti politici concerne con il diritto al
voto, in aggiunta al sostenere posizioni
pubbliche, i principi della Legge islamica non
obiettano a ciò – tranne quando si tratta di
essere nominate come il presidente di un
paese o di uno stato. Ad una donna non è
permesso di adottare lo status del presidente,
perché uno dei doveri di un presidente è
quello di guidare i musulmani durante la
preghiera, una questione che è unicamente
espletata dagli uomini, in accordo alla Legge
islamica. Quindi, una donna può nominare sé
stessa nelle elezioni di un consiglio
parlamentare fino a quando lei riesce a
bilanciare il suo lavoro con i suoi doveri
verso il marito, i figli e chiunque altro sia
titolare di simili diritti. La natura del suo
lavoro deve accordarsi con le regole della
morale islamica che includono: non scoprire
il suo corpo, non mettersi in mostra, non
agghindarsi (per attirare l’ attenzione
maschile, n.d.t.) o incontrarsi privatamente
con non-mahrams (uomini che per lei è lecito
sposare, ovvero una persona che non fa parte
della sua famiglia, per esempio. n.d.t.). A
proposito del loro diritto a deporre, le donne
possono votare per altri che hanno intenzione
di servire i pubblici interessi. Ciò è basato sul
patto di alleanza delle donne che promisero
al Profeta Muhammed (saw) di supportare l’
Islam al massimo possibile. Questo è
menzionato nel Corano, dove Allah (swa) dice
ciò che può essere tradotto come:
‘O Profeta, quando vengono a te le credenti a
stringere il patto, [giurando] che non
assoceranno ad Allah alcunché, che non
ruberanno, che non fornicheranno, che non
uccideranno i loro figli, che non
commetteranno infamie con le loro mani o
con i loro piedi e che non ti disobbediranno in
quel che è reputato conveniente, stringi il
patto con loro e implora Allah di perdonarle.
Allah è Perdonatore, Misericordioso’.
(Corano 60,12)
Ci sono molti esempi di donne che si sono
27
conformate alla tradizione del Profeta (saw).
Per esempio, nel trattato di Hudaybiya, il
Profeta Muhammad (saw) consultò sua
moglie Umm Salamah. Similmente Asma’
bint Abu Bakr consigliò suo figlio AbduLlah
Ibn Az-Zobayr (ra) di sostenere l’ Islam. Il
diritto delle donne di contribuire nella vita
politica è evidente anche nel famoso episodio
in cui Aisha (ra), la moglie del Profeta
Muhammed (saw) conosciuta come “la madre
dei credenti”, interferì nel disaccordo tra l’
imam Ali (ra) e il compagno del Profeta
(saw) Mo’awiya Ibn Abu Sufyan (ra). Lei
affermò la sua opinione e li conciliò sul
campo di battaglia, anche se la battaglia era
già stata predestinata da Allah (swa).
ricoperta oltre che da quello fisico, dal velo
del timore di Allah, gloria a Lui.
Perché se si obbedisce ad Allah (swa) e al Suo
Profeta, è tutto lecito, tutto fattibile. E
semplice, molto più di quanto possa sembrare,
perché ricordiamocelo tutti, uomini e donne,
tutto ciò che Egli ci chiede è per il nostro
bene, e non ci apporta altro che bene.
Tratto da: http://sistersinblog.splinder.com/
Questo è spiegato dal versetto del Corano nel
quale Allah (swa) dice quel che può essere
tradotto come:
‘I credenti e le credenti sono alleati gli uni
degli altri. Ordinano le buone consuetudini e
proibiscono ciò che è riprovevole, eseguono
l'orazione pagano la decima e obbediscono
ad Allah e al Suo Messaggero. Ecco coloro
che godranno della misericordia di Allah.
Allah è eccelso, saggio’. (Corano 9, 71)
Inoltre, una donna può occupare ogni
posizione sociale in differenti ministeri fino a
quando queste posizioni concordano con la
sua natura e sono scelte per lei dalle autorità.
Di conseguenza, alle donne è permesso
contribuire alla vita pubblica, socialmente e
politicamente. Comunque, questo tipo di
contributi deve conformarsi alle morali
islamiche e non deve condurre alla
negligenza della vita familiare della donna
stessa”.
La donna musulmana quindi può svolgere
differenti tipi di lavoro, può uscire ed
occuparsi delle sue faccende personali
tranquillamente, l’ importante che ella sia,
sempre così come l’ uomo, costantemente
AL HEJR: LA ROCCIA
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Al-Hejr è una città antica dal periodo del
popolo dei Thamud, scomparso alcuni secoli
dopo dal Diluvio Universale. La storia dei
Thamud è presente nel Corano, ed era un
popolo forte, feroce ed ostile al Profeta Salih,
il secondo Profeta arabo, dopo Hud, esclusi
dalla Bibbia ebraica e cristiana.
Anche la 15esima Sura del Corano si chiama
“Al Hejr” di 99 ayàt (versetti). Al Hejr,
significa “la roccia”, e secondo alcune fonti si
trovava a circa 150 chilometri da Medina.
Questa zona di Madaen Salah –nel nord di
Al Jazira al ‘Arabeya- è ancora nota. In
questo posto viveva il Profeta Salih (as), un
28
suo antenato si chiamava proprio Thamùd –
figlio di ‘Ad e il bisnonno di quest’ultimo era
Sam, figlio di Noè.
“Al Thamad”, detta anche “Al Hejr”-, ed era
Al Jazira al Arabeya, adesso è deserta, non c’è
traccia di vita.
Anche i Thamùd erano forti -non come gli
‘Ad, popolo del Profeta Hud (as)-, scavavano
nelle montagne per abitarci dentro,
prendevano le rocce e costruivano, era una
civiltà avanzata.
Il Profeta Muhammad (saw) quando passò
secoli dopo sulla terra Hejr disse alla sua
gente: “Non entrate in questa terra senza
piangere prima, perché arrivò – ai tempi di
Salih- il castigo. Ho paura che arriverà
questo anche a voi”. Al Hejr comprende 131
tombe, ben conservate, muri, torri, condotti
d'acqua e cisterne. All'interno vi sono nicchie
funerarie, alcune sculture, ecc. Qasr Farad è
particolarmente impressionante, è scolpito in
un unico sperone di roccia. La maggior parte
delle tombe riportano scritte in arabo e in
inglese che spiegano la storia.
La mitologia:
Secondo certe credenze antiche, è maledetto
chi vende, compra in questo luogo, o tira fuori
cadaveri o le ossa dalle tombe, chi ignora
tutto questo è maledetto 5 volte dalla dea
Dushara e deve pagare al sacerdote una
multa di 1.000 Haritha! Naturalmente questi
sono solo racconti inventati nel corso dei
secoli, mitologie, quello che è accaduto
realmente si trova nel Corano e l’abbiamo già
descritto più sopra.
Charles Montague Doughty che ha scritto
"Viaggi nell’Arabia Deserta" è stato, a
quanto sembra, il primo europeo a visitare
questi luoghi nel 1880.
Sopra a desta l’albero dei Profeti: da Noè
proviene Hud e Salih; da Ismaele proviene
Muhammad (saw).
LA VERA FINE DEL MONDO E NOI
DORMIAMO
Di Taha Esmail Mohamed
Le mie parole sono indirizzate a tutti gli
uomini del mondo. Forse c’è qualcuno che
non si rende conto di cosa succede nel mondo
29
intero, non solo negli USA per questo gesto
folle di un razzista appartenente ad una setta
che non ha nulla a che fare con le religioni del
mondo –vuole bruciare il Corano-. O forse
qualcuno lo spinge per altre cose, per
accendere altre guerre inutili per il suo gesto.
Abbiamo visto cosa é successo qualche anno
fa per le vignette offensive sul nostro Profeta
(saw) . Non dimenticate questa volta, non una
persone, bensì il Libro Sacro di un miliardo
e mezzo di persone. Avete calcolato che danni
può causare un gesto così? Non per una
nazione sola, ma avrà una conseguenza
terribile in tutto il mondo intero, per anni e
anni di odio. Si cari miei, voi non calcolate
che oggi ci sono i padri qua che lavorano, ma
domani ci saranno i loro figli,
sono
generazione. Primo punto: un folle dice
questa cosa a quattro gatti e un mondo intero
sta a guardare, ridendo e ogni tanto qualcuno
dice qualcosa, ma stiamo scherzando? Ma non
sapete che cos’ è il Corano? Una follia mai ha
avuto precedente, solo nelle guerre dei secoli
precedenti, e queste parole vengono dal paese
che affermano essere il più libero nel mondo,
si ma sempre e solo contro i musulmani. Si
signori, pensate un secondo solo quando
questo farabutto figlio di satana dice una cosa
piccola contro altri, magari contro gli ebrei
per esempio. Sicuramente non avrebbe avuto
tutti i media attorno a lui......e parlano di
civiltà... Nessun canale televisivo o giornale
gli avrebbe dato voce. Siccome contro i
musulmani trovi sempre tutti con lui, il
colpevole, danno la voce sotto la parola di
libertà di stampa. Se solo un musulmano
dice una parola contro gli ebrei, apriti cielo,
viene subito processato e in galera per crimini
e giudicato come terrorista, vero o no?
Secondo punto: le persone che da settimane
stanno scrivendo i giornali per dirvi di salvare
una donna che ha ammazzato e tradito suo
marito e suo figlio senza vergogna e urla per
salvarla, ma ha mai pensato che suo padre in
questo modo è stato fatto a pezzi da lei?
Terzo punto: ma qualcuno si rende conto
cosa succederà dopo questo giorno? Non sarà
più l'11 settembre 2001 il giorno più amaro
dell’ ultimo secolo, bensì l'11 settembre del
2010, sarà peggiore, un milione di volte...
pensateci bene. Da musulmano mi sento in
dovere di informare, lo dico da musulmano
che conosce la sua religione, che conosce i sui
fratelli e sorelle, nipoti, nonni, padri, madri,
tutte persone di pace che diventeranno leoni o
peggio, per il loro Libro Sacro. Vi rendete
conto o no? Per fare contento un farabutto
figlio di satana mettete tutta l’umanità in
pericolo di fronte ad un miliardo e mezzo di
persone? questi gesti non sono segni di
libertà, ogni piccolo gesto ha i suoi limiti o
no? Quarto punto: sapete quanti musulmani
vivono in Usa o Europa ? sono tanti, quasi 30
milioni o più. Provate a calcolare i danni
morali di queste persone, sapete che con il
vostro silenzio significa che siete accordo? se
tra questi 30 milioni di musulmani la
percentuale di integralisti era minima, con un
gesto cosi aumenterà a dismisura , e cosi
facciamo il gioco degli integralisti che
aspettano solo un cenno per schierare
kamikaze in tutto il mondo. Svegliatevi prima
che tutti noi finiamo in un mondo di guerra
senza fine. Quinto punto: questo è il regalo
che aspettano tanti integralisti per la fine del
mese Sacro di Ramadan, questo è un giorno
davvero sacro per noi musulmani veri e
corretti, che mai farebbero male a nessuno,
ma pronti dopo un simile gesto a diventare
pieni di odio e aspettare il giorno per
vendicarsi. Sesto punto: avete pensato ai
vostri figli, padri, fratelli ecc. che lavorano e
vivono in paesi islamici cosa succede a loro
per colpa di questo gesto stupido? in Iraq,
Afganistan, Libano, Somalia e altri paese
islamici, potranno diventare integralisti e
kamikaze. Non saranno più vostri amici, ma
nemici. Qui non si tratta di difendere interessi
30
economici, politici...no, quì si tratta del
Corano che è la Vita di tutti i musulmani nel
mondo e per il musulmano sacrificarsi come
martire per il libro sacro è il massimo. Pensate
prima che non troverete più lacrime per la
vita di tutti i vostri cari. Settimo punto:
sapete quanto bene perdete quando faranno
danno alle vostre ditte e starete a case, senza
lavoro e le banche senza soldi. Si signori, voi
vivete sull' importazione del petrolio, del gas
e tante materie prime, e vendete le auto,
scarpe, macchinari industriali ecc. sarà tutto
bloccato. Ultima parola per tutti: Usa,
Italia, Europa, fratelli, sorelle musulmani,
cristiani, ebrei e altri. LA PACE, NON LA
GUERRA, dobbiamo darla ai nostri figli per
il loro futuro. Non accendiamo un fuoco che
non riusciremo più a spegnere per anni e anni
per un figlio di satana e quattro balordi che
non sanno più come vivere senza odio e
guerra. Il mio grido è: NON ODIO FRA NOI,
MA SEMPRE PACE! Invito tutti a diffondere
questo mio articolo E chiedo a tutte le
persone del potere... per Dio e solo per Lui
L’Altissimo, non lasciamo il nostro mondo
nelle mani degli integralisti di qualsiasi
religione essi siano, per poi pagare noi le
conseguenze. Quì non c’è terra, nè nazione,
quì c’è la cosa più grande mai esistita, quì c’è
il Corano, la vita per un miliardo e mezzo di
persone. Continuo a scrivere, nonostante le
difficoltà che la malattia SLA mi costringa a
stare a letto e ad usare gli occhi al posto delle
mani. Insegniamo ai nostri figli che la
religione è un valore che unisce e non che
divide. Ho fatto quello che mi ha suggerito la
mia anima e il mio cuore come musulmano
vero, davanti al nostro Dio unico, adesso
tocca voi, usate la vostra buona anima per far
cessare questo fuoco.
IL FATTO: Il pastore statunitense Terry
Jones come “regalo” per la festa di fine
Ramadan dei musulmani, voleva bruciare il
Sacro Corano, la notizia è arrivata proprio il 9
settembre, giorno prima della festa dell’Idu-lfitr e di venerdì. Voleva bruciarlo in
coincidenza con il nono anniversario dell’11
settembre, questo ha scatenato scene di
terrorismo nel mondo come in Pakistan.
La SLA “Sclerosi alterale amiotrofica” è una
malattia rara che colpisce le cellule delle
corna anteriori del midollo, soprattutto quello
cervicale, del trono encefalico (bulbo spinale)
e spesso anche della corteccia motoria.
Paralizza l’intero corpo, immobile ma non
sensibile, stanno cercando delle cure
inshaAllah. Il fratello Taha è fermo nel letto
da 5 anni, da lì continua la sua battaglia
mashaAllah con la sua malattia e per l’Islam,
con i suoi video, i suoi scritti, che Iddio
L’Altissimo lo benedica, fate tanti Du’a per
lui fratelli e sorelle, non dimenticate, è nostro
dovere da musulmani, affinchè si trovi una
cura per lui e tutti i malati di Sla inshaAllah.
Per
saperne
di
più:
http://www.slaitalia.it/Index_la_sla.html
LA
PIU’
GRANDE
DELL’ASIA CENTRALE
MOSCHEA
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
La Moschea di Bibi Khanum, si trova
proprio a Samarcanda in Uzbekistan. E’ la
più grande moschea dell’Asia Centrale, di
colore blu e turchese.
Perché è stata costruita?
31
IL VOSTRO VICINO DI CASA
Di Usama Abul Assad
Sembrerebbe che sia stata la moglie del
mongolo-turco Tamerlano a farla costruire in
attesa che tornasse il marito da un viaggio con
tantissime opere d’arte, pare portate da
diecimila muli. Secondo un’altra leggenda,
Tamerlano aveva nove mogli e tra queste
c’era una principessa mongola dal nome Bibi
Khanum, in suo onore l’uomo decise di far
costruire la grande moschea. La moschea
attualmente è stupenda, con tanto di archi alti
30 metri, ben quattro minareti, decine di
cupole e centinaia di colonne di marmo
bianco, però all’inizio fu progettata male. La
moschea perdeva i pezzi e Tamerlano
furibondo ordinò di tagliare la testa agli
architetti, uno di questi per non subire la
tortura ed umiliazione preferì buttarsi da uno
dei minareti. Questi sono i racconti, secondo
le fonti antiche, non sappiamo però quanto c’è
di vero in tutto questo, è certo che la moschea
resiste ancora oggi magnificamente, pensate,
sarebbe dovuta diventare la moschea più
grande dell’Islam, naturalmente non è così. Si
spera a questo punto che sia la moschea della
Mecca ad essere la più grande, visto
l’importanza nell’Islam. Sembrerebbe che la
moschea che siamo abituati a conoscere come
Bibi Khanum non sia l’originale, e che quella
vera si trova chiusa tra le inferriate. Il
Mausoleo di Bibi Khanum è l’unico ad essere
esposto al pubblico. Al centro del cortile della
moschea, si trovava su un leggio enorme,
forse di marmo, una copia enorme del
Corano, pare di 300 chili e rivestito di oro e
argento.
Ho letto una serie di commenti di stampo
razzista e xenofobo su facebook e tra i quasi
400 commenti (naturalmente non li ho letti
tutti ci mancherebbe) mi risalta un commento
di una persona che fa 10 domande per avere
chiarezza. Io presi dunque le domande e le
risposi.
D: Un cristiano nei paesi musulmani può
praticare liberamente?
R: La risposta è sì: In Egitto per esempio il
10% della popolazione è cristiano-copta e in
Egitto, terra da dove passò il Messia (su di
Lui la pace) ci sono tra le più antiche e belle
Chiese mai costruite. Così nel resto dei paesi
a maggioranza di musulmani.
Questa è una delle tante prove:
http://www.youtube.com/watch?v=B_WXchjP8s
D: Un uomo musulmano ha gli stessi diritti di
una donna ?
R: Sì! I diritti sono gli stessi! I doveri anche
sono gli stessi ma possono divergere in
qualche punto. Per esempio l'uomo ha il
dovere di mantenere una donna e la donna
non ha il dovere di farlo e se lo fa lo è per sua
scelta. Il patrimonio dell'uomo deve essere
usato anche per il mantenimento della donna.
Il patrimonio della donna è solo suo e nessuno
glielo può toccare e ne fa quello che vuole.
Neanche il marito ha il diritto di toccare un
solo centesimo dei soldi della donna.
D: La donna può esprimere liberamente il
proprio pensiero?
R: Non vedo perchè non possa farlo!
32
Nell'Islam non importa se è uomo o donna
che parla, ma è fondamentale che ciò di cui si
parla sia fondato su verità, certezze e non
dubbi e congetture.
D: Una donna accusata di adulterio ha lo
stesso trattamento dell'uomo?
R: Questo è un altro mito. Uomo e Donna
hanno la stessa pena per quanto riguarda i
rapporti illeciti.
D: Che valore ha la poligamia?
R: La poligamia è permessa nell'Islam ma è
una pratica che solo (forse) il 5% dei
musulmani attua. Per esempio un eventuale
secondo matrimonio non dovrebbe rovinare il
primo. Non bisogna fare differenze tra le
eventuali donne e Dio dice nel Sacro Corano:
"Restituite agli orfani i beni loro* e non
scambiate il buono con il cattivo, né
confondete i loro beni coi vostri, questo è
veramente un peccato grande.
*[“Restituite...”: quando gli orfani saranno
diventati puberi]
E se temete di essere ingiusti nei confronti
degli orfani, sposate allora due o tre o
quattro tra le donne che vi piacciono; MA SE
TEMETE DI ESSERE INGIUSTI, ALLORA
SIA UNA SOLA o le ancelle che le vostre
destre possiedono, ciò è più atto ad evitare di
essere ingiusti”.
D: Perchè il corpo femminile è considerato
fonte di peccato tanto da essere coperto
integralmente?
R: Dio dice nel Corano "O Profeta, di' alle
tue spose, alle tue figlie e alle donne dei
credenti di coprirsi dei loro veli, così da
essere riconosciute e non essere molestate.
Allah è perdonatore, misericordioso."
D: Cosa ne pensi della jihad?
R: Il Jihad è un termine arabo che significa
sforzo e comprende tutti gli atti che vengono
compiuti per Dio (Allah in arabo). Questo può
essere dal cercare di rispettare i 5 pilastri
dell'Islam (rendere testimonianza dell'unicità
di Dio e che Muhammad è il Suo messaggero,
Pregare 5 volte al giorno, dare la Zakat
ovvero una imposta che i ricchi devono dare
per i poveri, digiunare nel mese di Ramadan e
andare a fare il pellegrinaggio) all'andare a
studiare all'estero per avere conoscenza fino
ad arrivare al combattimento.
D: Come viene considerato un kamikaze?
R: Dio ci ha vietato il suicidio. In guerra noi
non possiamo uccidere donne, bambini,
animali e la natura. Solo chi ci combatte.
D: Siete in grado di rispettare le usanze e le
culture dei popoli che vi ospitano?
R: Dobbiamo! Non siamo qui in conquista ma
siamo qui portatori di un messaggio di
giustizia e verità. Nessuno è costretto a
credere. Non pretendiamo di togliere
crocefissi o distruggere chiese per costruire
moschee. Siamo qui e abbiamo dei diritti e dei
doveri. Doveri verso Dio e verso le Sue
creature.
D: Cosa significa per voi integrazione?
R: Integrazione significa poter vivere
tranquillamente l'uno vicino all'altro e poter
parlare tranquillamente, ognuno del suo credo
in un clima di civiltà. Ci si può ascoltare,
scambiare punti di vista e ci si può ignorare.
Tutto in un clima di pura civiltà. Senza
stereotipi ma con la sola voglia di imparare
qualche cosa di nuovo sul tuo vicino di casa.
tratto dal blog:
http://usama-el-santawy.spaces.live.com/blog/
33
IL GANDHI MUSULMANO
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Spesso, quando si pensa a personaggi storici
del passato recente, che rappresentano la pace,
la positività nel mondo, si pensa subito a
Gandhi, a Madre Teresa di Calcutta, a Martin
Luther King, a Nelson Mandela e a pochi
altri, tutti provenienti dal mondo cristiano,
indù o dal jainismo come Gandhi. E nel
mondo islamico? C’è Abdul Ghaffar
“Badshah” Khan, conosciuto come “il
Gandhi musulmano”, a molti qui in Italia il
suo nome non dice nulla, eppure è stato un
riformatore nel mondo islamico e per questo
molto perseguitato. Nacque nel 1890 in un
piccolo villaggio pashtun a Utmanzai,
dominata dai britannici, che reprimevano la
popolazione indiana, la umiliavano. In questo
clima per nulla tranquillo
visse Abdul Ghaffar, il
quale
si
oppose
di
arruolarsi nelle truppe
britanniche, rifiutando così
ai privilegi, come studiare
in Inghilterra. A lui questo
non interessava, l’importante era restare
accanto alla sua famiglia, di combattere a
denti stretti e con dignità al fianco della sua
gente. La sua aspirazione era simile a quella
di Gandhi, cioè liberare il popolo dalla
dominazione britannica e allo stesso tempo
concentrarsi nel far progredire il popolo
ridotto alla povertà e non solo, mancava
l’istruzione, l’educazione sanitaria ecc.
Cominciarono così a boicottare tutto ciò che
era britannico, a fare scioperi e manifestazioni
di dissenso, Abdul Ghaffar come Gandhi, era
per la non-violenza. I Khudai Khidmatgar
“i servi di Dio” si sostituirono alle bande
rivoltose. Abdul Ghaffar ripeteva spesso che
“un pashtun non-violento impaurisce gli
inglesi assai di più di un pashtun violento”.
Infatti con questa storia della non-violenza la
popolazione accettava più volentieri di
collaborare fra loro, diventando sempre più
numerosa e spaventando il Raj britannico.
Loro non erano ribelli armati, bensì gente
pacifica che non collaborava e boicottava i
britannici. Abdul Ghaffar strinse rapporti con
diversi esponenti del movimento di
liberazione indiano e soprattutto con Gandhi.
Entrambi erano molto religiosi e sostenevano
l’unione tra indù e
musulmani
nella
resistenza al colonialismo,
per costruire sempre più
compatti un’unica ed
unita nazione indiana,
basandosi
sull’amore
verso il prossimo, perché
suo simile in quanto essere umano ed indiano.
La parola principale è Pace, e per ottenerla era
collaborare: indù con musulmani. Esatto, era
proprio la collaborazione l’unica via per
progredire e mantenere l’identità indiana.
Abdul Ghaffar amava spesso dire: “Ho un
solo metro di misura, ed è la misura del
proprio arrendersi a Dio” e quindi al volere
di Dio, senza per questo rimanere passivi ed
accettare il dominio britannico. Arrendersi
totalmente a Dio e non all’uomo britannico
invasore. Abdul Ghaffar, detto anche
“Badshah khan” che significa “il re dei khan”,
visse per lungo tempo in carcere, sia sotto gli
inglesi, sia sotto il governo pakistano (1948).
Dedicò tutta la sua vita per la lotta dei diritti
del suo popolo pashtun. Indebolito per le
diverse malattie, morì, rimanendo sempre
fedele al detto “non è questa la vita in cui
riposarsi”, questo spiegava il suo essere
attivo. Allah gli regalò lunga vita, per poi
passare all’Altra Vita all’età di… 98 anni!
Tanti anni di battaglie, di sofferenze e
umiliazioni. “La pazienza e la giustizia è la
nostra arma, ed è l’arma del nostro Profeta
Muhammad: nessun potere sulla terra può
resisterle”. Queste sono le parole che scrisse
ai suoi seguaci.
34
LA FINANZA ISLAMICA
Di Yassin Baradai
Principali elementi di finanza islamica:
· il Corano proibisce l’interesse che rimane
sempre illegittimo
· non può esserci guadagno senza
compartecipazione al rischio, nel caso di un
prestito che non comporta la spartizione del
rischio, ogni rimborso che superi l’ammontare
del prestito è RIBA’ , e quindi Haram
(vietato)
· sono vietati gli investimenti verso aziende
produttrici o che trasformano: alcool, prodotti
a base di suini, servizi di investimento,
finanziarie, banche, assicurazioni, azzardo,
hotel, casinò, cinema, musica, media,
pornografia, scommesse, armi, difesa militare,
trasformazione del tabacco.
· Sono vietati investimenti verso aziende che
abbiano
sopravvenienze attive
derivanti da interessi
bancari superiori al 5%
delle entrate (a meno
che non siano destinate
a scopi sociali o
caritatevoli)
· Le aziende che
compongono il Dow
Jones Islamic Market
devono :
-avere un rapporto tra il loro debito totale e la
capitalizzazione media del mercato annuale
superiore o uguale al 33%
-avere un rapporto tra la somma della cassa e
di titoli che danno diritto a una parte di utile
in forma di dividendo, diviso la
capitalizzazione media del mercato annuale
superiore o uguale al 33%
-avere un rapporto crediti verso la clientela
sul totale attivo superiore o uguale al 45%
· No acquisto titoli obbligazionari (poiché
prevedono un interesse predeterminato
all’origine)
· I flussi economici delle attività musulmane
non devono mischiarsi con quelli non islamici
(ad esempio nel caso di una Banca italiana
che apra uno sportello islamico) sarebbe
necessaria una perfetta separazione contabile
dello sportello islamico rispetto alle altre
attività “contaminate” dall’applicazione di
tassi di interesse.
· È proibito chi incoraggia il monopolio
· Secondo la Shari’à ricorrere al debito non
dovrebbe essere considerato un fenomeno
ordinario e naturale ma utilizzato solo in caso
di necessità
· Mutui erogati quindi senza interessi
ALCUNI
CONTRATTI
DELLA SHARI’A’
RISPETTOSI
-Mudaraba (accomandita) dove la banca
svolge il ruolo di intermediario commerciale,
che compra le merci necessarie ai suoi clienti
rivendendole loro e realizzando un profitto.
Si divideranno gli eventuali profitti, ma non le
perdite che rimangono a totale carico della
Banca.
-Musharaka (Associazione) la banca ed un
imprenditore conferiscono capitale in un
progetto determinato dividendo il profitto
atteso secondo la percentuale stabilita.
Ognuno sopporta l’eventuale perdita
-Ijàra wa iqtinà Operazioni di Leasing : il
cliente paga periodicamente un canone
comprensivo del costo d’acquisto del
35
macchinario sostenuto dalla banca e un
canone d’affitto per l’utilizzo del bene
strumentale
-bai’mu’ajjal vendita a termine
-muràbaha vendita a premio
-Al-Istisnà appalto islamico: contratto
attraverso il quale una delle parti ordina
all’altra di fabbricare e fornire un bene,
descritto nel contratto, con data di consegna,
prezzo e data di pagamenti determinati.
-Al-Istisnà al-Tamwili : due contratti istisnà,
nel secondo contratto la Banca subappalta a
un contractor la fabbricazione del bene
secondo specifiche previste.
-Salam contratto di vendita il cui il pagamento
viene effettuato anticipatamente al momento
della stipula, a fronte della consegna del bene
o del servizio in una data futura. Viene
normalmente adoperato per beni fungibili con
pagamento rateale.
-Manzil Murabaha: si tratta del Mutuo
islamico, è stato lanciato a Londra dalla Unit
Bank od Kuwait : unico inconveniente , costa
il 40% in più di un mutuo normale (doppio
trasferimento di proprietà, accantonamento
del 100% da parte della Banca dell’importo
erogato per tutelarsi dall’insolvenza , doppia
imposizione fiscale;
Il cliente sceglie l’immobile, si accorda sul
prezzo col venditore. Il cliente paga lo 0,1%
del prezzo di acquisto per fare eseguire la
perizia. La banca acquista l’immobile e lo
rivende al cliente con ricarico. Il cliente paga
le rate uguali, mensili per un periodo di 15
anni. L’immobile è registrato a nome del
cliente con ipoteca legale a garanzia della
banca. Nel prezzo che il cliente paga sono
comprese le spese amministrative ed un
rendimento per coloro che hanno investito
nella banca e fornito i fondi del mutuo e per
un margine di profitto.
-Manzil ijara, garantisce invece maggiore
flessibilità al cliente. Il cliente sceglie
l’immobile e si accorda sul prezzo. La Banca
acquista l’immobile e si accorda per
rivenderlo allo stesso prezzo entro un max di
25 anni. Durante questo periodo il cliente
paga l’affitto alla banca. L’affitto viene
fissato di anno in anno e corretto al ribasso
per tenere conto delle rate già pagate. Il
cliente può acquistare dalla Banca l’immobile
in qualsiasi momento. L’affitto contiene tre
elementi: il rimborso della somma che la
banca ha utilizzato per acquistare l’immobile,
l’affitto dell’immobile che è fonte di profitto
per la banca, e la rata mensile che è la somma
che serve a coprire il costo dell’assicurazione
che la banca deve pagare sull’immobile.
Uno dei TANTI vantaggi della finanza
islamica: comprendere meglio il “rischio”
nella realtà in cui operano.
La distanza dal rischio reale riduce la vera
conoscenza e comprensione di tale rischio
(vedi crisi mondiale americana dei mutui subprime).
Maggiori Gruppi bancari Islamici:
DALLAH ALBARAKA GROUP (Arabia
Saudita)
LA DAR AL MAAL AL ISLAAMI Trust
(Famiglia Reale Saudita)
AL-RAJHI GROUP (Arabia Saudita)
TII-THE ISLAMIC INVESTOR (Kuwait)
Istituzioni Multinazionali NON islamiche :
CITIBANK, HSBC BANK Plc, BNP Paribas,
ABN Amro, Sociètè Generale, UBS, PICTET,
BARCLAYS.
36
Che hanno già iniziato ad usare tecniche
islamiche per la loro attività verso clienti
musulmani.
Da: http://laspadadellislam.blogspot.com
TANZANIA
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Si trova nell’Africa
Orientale tra il Kenya,
Mozambico, Uganda,
Burundi e Zambia. La
capitale è Dodoma, ma
fino agli anni 70 era
Dar es-Salaam “La Casa della Pace”, la più
grande città del Tanzania e ribattezzata così
da Seyyid Majid, figlio di Sa’id bin Sultan
della dinastia omanita (Oman), nel 1866, in
principio Dar es-Salaam si chiamava
(Mzizima) che significa “La Città sana”,
fondata da coloni provenienti da Barawa in
Somalia. Successivamente la Tanzania fu
conquistata dai tedeschi e poi dagli inglesi.
Dopo la seconda guerra mondiale,
esattamente il 9 Dicembre 1961, il
Tanganika, unito con l’isola Zanzibar per
formare lo stato di Tanzania, ottenne
l’indipendenza dal Regno Unito e nel 1962 fu
fondata la Repubblica di Tanganika. A 205
miglia a sud dell’equatore, tra Tanzania e
Kenya si trova il Kilimangiaro. Non è una
montagna, bensì un vulcano spento, forse il
più grande al mondo, tra le sette più alte vette
del pianeta, meriterebbe un articolo a parte.
Molte sono le etnie presenti in Tanzania, la
maggior parte appartengono al ceppo bantu,
come:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Sukuma
Nyamwezi
Hehe
Bena
Gogo
Bahaya
7. Makonde
8. Chagga
9. Ha
10. Nyakyusa
Tra le etnie nilotiche:
1. Nomadi masai
2. Luo
Ognuno di questi gruppi ha la sua lingua, ma
la lingua nazionale è lo Swahili.
KUNG- FU MUSLIM!
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
La Cina è un grande paese pieno di culture,
pensate, ci sono ben 50 minoranze, se non di
più e 5 milioni di musulmani cinesi chiamati
“Hui”. Come tutte le minoranze anche gli Hui
non hanno avuto vita facile in questo paese,
soprattutto nel periodo della dinastia Ching,
gli Hui erano perseguitati e torturati. L’arma
di difesa degli Hui è il Corano e le arti
marziali, anche loro praticano il…Kung –fu!
Che prende il nome “kung-fu muslim”. Gli
Hui hanno adottato e perfezionato le arti
marziali, hanno sviluppato delle mosse con
tanto di pugni che esercitano ancora oggi con
onore. La mossa del piedino, nominata “The
moslem Spring Leg” è molto popolare in
Cina e riconosciuta. Movimenti con
ripetizioni è lo stile originale degli Hui e
suddiviso in dieci modi, successivamente è
stata introdotta una mossa proveniente dal sud
della Cina, diventando così 12 modi.
L’allievo dovrà imparare almeno i dieci modi
prima di poter cominciare a praticare il kungfu. Questa arte è oggi imitata anche da altri.
37
Dove studiare la lingua araba
La soluzione per imparare veramente bene
(inshaAllah) la lingua araba e il Corano, è
studiare l’arabo in un paese di prevalenza
musulmana. Il fratello AbdEl Karìm ci ha
passato alcune informazioni utili: Offriamo la
possibilità di studiare nelle migliori scuole e
università islamiche, come per esempio
presso l’Università di Medina in Arabia
Saudita, dove è possibile studiare la lingua
araba e una disciplina islamica a scelta, tutto
spesato (biglietto aereo, alloggio e una piccola
rendita mensile). O la possibilità di studiare la
lingua araba, anche per solo qualche mese, ad
un prezzo molto economico, in località arabe.
Fatevi avanti fratelli, alcuni musulmani
italiani stanno cominciando a muoversi, un
modo per apprendere o migliorare la lingua e
per imparare l’Islam dalle fonti autentiche,
non dai soliti libri tradotti dall’inglese o dal
francese. Quindi musulmani convertiti più
competenti nella religione, per un Italia futura
con meno imam improvvisati, come
purtroppo accade nel presente.
Il fratello Yassìn ci da altre informazioni su
come studiare a Medina: Per andare a Medina
senza legarsi ad una autorità lavorativa o
scolastica bisogna prendere il visto per Omra
o per Hajj,... per accedere invece al sistema di
istruzione come ho fatto io bisogna fare
domanda direttamente all'università, che
provvederà a pagarti una piccola "borsa din
studio". Per essere accettati: 25 anni
massimo. Chiudono un occhio con gli italiani
su qualche anno in più. Il prossimo anno
scolastico inizierà a settembre dell'anno
prossimo InshaAllah, compilando la domanda
nel
sito
dell'università:
http://iu.edu.sa/web/Default.aspx
Vai
su
"Admission and registration" e segui le
istruzioni...
http://admission.iu.edu.sa/Definitions.aspx ci
sono molti documenti da fare e tradurre in
arabo e il procedimento reale è un pò lungo e
macchinoso... però se Allah vuole che vai sarà
facile. In alternativa potrete studiare nella
Moschea del Profeta (saw) gratuitamente,
però devi mantenerti da solo! segue a pag.46
FILM
Col numero scorso non volevamo essere
scontati,
quindi
abbiamo
preferito
recensire film poco conosciuti al pubblico,
questa volta cominceremo con dei classici
da non perdere.
OMAR AL MOKTHAR (THE LION OF
THE DESERT) Film
del 1980, dal titolo
originale “The Lion of
the Desert” del regista
siriano
Moustapha
Akkad,
costò
34
milioni di dollari. Il
ruolo di Omar Al
Mokhtar (Il Leone del
deserto) è recitato
molto
bene
da
Anthony Quinn.
Chi era Omar Al Mokhtar? Era uno sheikh
anziano libico che lottò per l’indipendenza del
suo paese sotto l’occupazione di Mussolini,
che occupò Tripoli e Benghazi. La forza di
spedizione italiana distrusse innumerevoli
villaggi e campi agricoli. Riempì i pozzi vitali
di cemento e spedì migliaia di libici ai campi
di concentramento. Omar Al Mukhtar era per
Mussolini un personaggio scomodo, perché
intralciò i suoi piani di conquista. Nel
Settembre 1931 Mokhtar venne catturato e
impiccato, stessa fine che toccò in seguito a
Mussolini. Mokhtar nacque a Zonta in Africa
nel 1860. Durata 2h 45 min. 38
AL FATAH Il film in questione è
d’animazione, per grandi e piccini. Un film
sulla storia del grandissimo comandante
turco, il Sultano Muhammad Al Fatah “Il
Conquistatore”, o “Il Liberatore”, che
conquistò e liberò dai romani nel 850 d.C.
Costantinopoli, la città oggi capitale turca
Istanbul. Non ci fu nessuno come lui dopo, è
stato davvero un grandissimo comandante
religioso, un esempio. “Tutto iniziò dalla
nascita di Muhammad Al-Fateh –spiega Amr
Khaled-. Quando aveva dieci anni, il suo
insegnante gli raccontò quel sogno (di
conquista). Il nostro Profeta Muhammad
(saw) disse: ‘in realtà, Costantinopoli sarà
conquistata, il comandante sarà il miglior
comandante e il suo esercito sarà il miglior
esercito’.
Lui (l'insegnante) gli disse anche che quel
comandante
potrebbe
essere
lui
(Muhammad). L'insegnante non ne era sicuro,
ma trasmise il sogno al ragazzo.
Una vota adulto conquistarono la città! E
quando gli chiesero come riuscì a
conquistare, rispose: 'ho due modi: un cuore
duro come una roccia che non si riposerebbe
fino a che non realizzi ciò che desidera e un
occhio che piange per il timore di Allah.
Come posso così non arrivare alla vittoria?'.
Il film è fatto bene, con immagini per nulla
infantili, ed è per questo che “Al Fatah” è per
un pubblico di tutte le età. Il film
d’animazione è di 67 min., distribuito da
G.I.T. ed è in lingua araba.
AL RESALA (THE MESSAGE) durata 3h e
15 min. E’ un film sulla storia dei primi anni
dell’Islam, dalla prima Rivelazione del Sacro
Corano sul monte Hirà, portato dall’Angelo
Gabriele al Profeta
Muhammad
(saw),
all’inizio
dell’Era
islamica Egira, periodo
in cui il Profeta emigrò
da Mecca a Medina.
Film
con
attori
egiziani,
ben
interpretato,
con
panorami
stupendi.
Nessun attore interpreta
la parte del Profeta e della sua famiglia,
perché nell’Islam ciò è proibito. Fra i pochi
personaggi (compagni del Profeta) interpretati
da attori ci sono: Bilàl e Hamza. L’attore
Abdallah Gheith recita la parte di Hamza, fra
gli altri attori ci sono i famosi (nel mondo
arabo) Ahmad Mara, Muhammad Al Arabi e
l’attrice Muna Wasef nella parte convincente
di Hind. Il film è del regista Moustapha
Akkad, lo stesso di “Omar Al Mokhtar” ed è
del 1976. Nello stesso anno Akkad girò la
versione in inglese “The Message”, con altri
attori, fra questi Anthony Quinn nella parte di
Hamza, Irene Papas (Hind), ed hanno recitato
nella pellicola anche alcuni attori del film
precedente come Abdallah Gheith e Muna
Wasef.
CD
Raihan “Syukur” (Raihan Records) Il
gruppo malese Raihan composto agli inizi da
5 elementi, e diventato un quartetto con il
terzo album del 1999. Yusuf Islam ha
collaborato con loro nel secondo album
“Syukur” del 1998, di cui vi parliamo in
questo numero. Possediamo la versione turca
di
“Syukur”
non
molto
differente
dall’originale. Il brano “Syukur” apre e
chiude l’album. L’ultima versione è a capella
(solo voci). Fra i brani più belli “Thank you
Allah” e i due “Seal of the Prophets” e “God
is the light” con la collaborazione di Yusuf
Islam, inseriti anche nei suoi album. Questo
c.d. è piacevole, carino, vagamente indiano,
anche se il malese e l’hindi sono due lingue
differenti.
Yusuf Islam “Footsteps in the Light”
(Jamal Records) Esce contemporaneamente
ad “An other cup” – album di musica popquesta raccolta come Yusuf Islam di 14
Nasheed: “I look I see”, “Seal of the
Prophets”, “Angel of war”, “Peace of train”,
“A is for Allah” e molti altri. Giusto per
ricordare il Yusuf più religioso e meno quello
recente in stile Cat Stevens. Tutti Nasheed dal
39
1981 al 2006. “A is for Allah” è stata scritta
nel 1981 da Yusuf per la figlia Hasanah, le
più recenti sono “Angel of war” e “Wild
world”.
Zain
Bhikha
“Allah knows”
(Jamal Records)
Questo CD è stato
realizzato per i
giovani
(e
i
giovani di cuore).
In questo album
ritroverete artisti
come Dawud Wharnsby Ali, Abdul Malik
Ahmad e Rashid Bhikha (figlio di Zain).
Debuttano in questo album Naadira Alli e il
giovane Muhammad Bhikha (un altro della
famiglia Bhikha). 10 nasheed per aiutare i
giovani che affrontano i primi misteri della
vita e cambiamenti sociali. La versione CD
include 19 tracce di solo percussioni e voce:
“Allah Knows”, “Flowers are red”, “Can’t U
see”, “A child’s prayer” fra i brani.
Mesut Kurtis “Salawat” (Awakening
Worldwide Ltd.) Ecco il primo CD di Mesut
Kurtis, prodotto da Sami Yusuf. L’inizio è
affidato alla suggestiva “No one but Allah”
cantata in turco e inglese, seguono “Salawat”
in arabo e inglese, molto ritmata, e “Burdah”.
E’ un canto in arabo già interpretato da altri,
molto bello, con Sami Yusuf nei cori. “Never
forget” inizia in inglese, con un ritornello
piacevole “Every night and every day, never
forget to say La ilaha illallah”. “Ya Ilahal
Kawni”è gioiosa. “Alayka” non si discosta
molto dalle altre. Poi è la volta del canto
tradizionale che accompagnò il Profeta
Muhammad da Mecca a Medina “Tala al
badru alayna” ed inizia in modo del tutto
personale. Chiude l’album “O Allah” brano
d’atmosfera con Sami Yusuf che canta in
alcune parti, infatti questo brano ricorda
molto “Meditation” e “Suplication”, proprio
di Sami Yusuf.
Raihan “Tawakkal”
(Raihan Records)
Quasi a sorpresa i Raihan pubblicano questo
album prodotto
da Farihin Abul
Fattah e Abu
Bakr. Tra i
nasheed:
“Tawakkal”
e
Doa
Makan”.
Sulla splendida
copertina
c’è
scritto il nome “Raihan” in arabo.
Mamdouh “Fiero di essere Muslim: 20062010” (Canti Islam) A breve distanza da “I
primi nasheed: 2001-2005” esce questa
seconda raccolta che racchiude i brani di
Mamdouh dal 2006 ad oggi, tratti dai suoi cd,
ristampati di recente (vedi n. 1). Tra i brani
l’inedito “L’Islam è Verità”, incluso nel
nuovo cd omonimo “L’Islam è Verità”, che
contiene altri 7 brani, fra questi due in
pakistano cantanti da Ikrimah Iqbal ed uno
dallo stesso Mamdouh, dal titolo “Mere
Allah”. Molto interessante il nasheed solo in
inglese dal titolo “I’m proud to be a muslim”.
Per
l’ordinazione:
[email protected]
Zain Bhikha: la voce
dall’Africa
40
Zain Bhikha è la bellissima voce di “A is for
Allah” di Yusuf Islam. E’ nato il 9 Agosto
1974 a Pretoria, in Sud Africa e sin da piccolo
intratteneva la famiglia con i suoi bellissimi
nasheed. Vinse nel 1994 una gara a Radio
702, radio locale ed incise più tardi un album
dal titolo “A way of life”, compilation con
canti islamici a cappella, la maggior parte in
lingua inglese "A Way of Life" è solo
l’inizio, seguono: "Praise to the Prophet
(SAW)" (1996), "Fortunate is He" (1997)
and "The Journey" (1998). I suoi nasheed e i
suoi album diventarono famosi solo in Sud
Africa.
Nel 1999 Zain prese l’aereo per il Regno
Unito, raggiunse Yusuf Islam, ed incise “A is
for Allah”.
Da allora ha inciso 4 album e collaborato in
diversi album di artisti, fra questi Yusuf
Islam. I suoi album più recenti sono:
“Children of Heaven” e “Towards the
light” entrambi del 1999; “Faith” del 2001,
con inclusa “A is for Allah” e “Our world”
del 2002. Seguono: “Mountains of Makkah”
del 2005, ispirato al suo pellegrinaggio
dell’anno precedente; e la raccolta “1415”
pubblicata nel 2009.
www.zainbhikha.com/
RISTORANTI
* GOHA 1 e 2 Goha 1 è un locale attaccato al
Karboush, ed esiste da diversi anni, il gestore
è AbdEl Rauf. Si mangia bene con prezzi
ragionevoli. È in via Padova 58 a Milano. Il
secondo è in via Padova 149 ed è aperto da
pochi anni, a pochi passi dal Centro Islamico
in via Padova 144. La saletta è simile al
primo, confortevole, con personale simpatico,
Alì vi farà sentire come a casa vostra.
* KARBOUSH è in Via Padova (MI) vicino
al Goha 1. Si possono consumare
tranquillamente specialità egiziane senza
spendere molto, ed è aperto tutto il giorno.
Tra un piatto o un panino avrete modo di
vedere i canali arabi televisivi.
* HARAM EL MAKKI a Sesto San
Giovanni, in Via Breda 5, meno interessante
che in passato, da quando non appare più il
nome nell’insegna. Il cibo è ugualmente
buono, servito da cameriere provenienti da
paesi del nord. Più piccolo in Via Pascoli 56
sempre a Milano.
* GANDHI Siamo stati diverse volte negli
ultimi anni in questo locale piuttosto
tranquillo ma un po’ defilato in zona Buenos
Aires/Stazione Centrale (MI). Personale e
cucina del Bangladesh. Si mangia bene, ma
fate attenzione, chiedete sempre se il cibo che
volete consumare è halàl, il gestore è gentile
ed onesto, non mente su questo.
* HALAL DONER KEBAB KEBABIS
INDIAN FAST FOOD Con un nome così
lungo, un locale…piccolissimo! Pakistano, si
mangia all’aperto, il personale è gentile: carne
halal con kebab e qualche piatto. P.zza
Colombo 51, Sanremo. Indicatoci da questi
ultimi, abbiamo scoperto che esiste un locale
gemello, sempre in centro, in P.zza Eroi, a
due passi dal Teatro Ariston.
SITI
La
sorella
Aisha
del
blog
http://sistersinblog.splinder.com/
(vedi
articolo a pag. 24) ha aperto da poco questo
nuovo blog:
http://www.sister-in-blog.blogspot.com/
Molto interessante il sito del nostro fratello
Walìd (vedi articolo a pag.10), dove potrete
leggere le similitudini tra Bibbia e Corano
nella sezione “L’Islam” sotto la voce “Bibbia
e Corano”: http://www.walidmuslim.com
41
Dal Pakistan
arriva Millat
Facebook,
la risposta
islamica a
Facebook,
nato anche
come
protesta per boicottare il social network più
famoso. 4.300 sono gli iscritti, la maggior
parte: pakistani, malesi, indonesiani,bengalesi
ed indiani. Invitiamo anche i musulmani in
Italia ad iscriversi. Tutto è nato dopo che lo
svedese Lars Vilks autore di vignette satiriche
ed oscene contro il Profeta Muhammad (saw)
è stato aggredito da uno studente musulmano,
altri venti hanno tentato di aggredirlo. Il 31
maggio 2010 è nato questo nuovo social
network. Facebook aveva appoggiato la
campagna per la libertà sulla satira:
http://www.millatfacebook.com/
Da non perdere anche questo sito in inglese,
con tante sezioni, fra queste:
storie
sull’islam, le storie dei sahabah:
http://azaantv.tv/quran_video.asp?str_id=7
89&str_mid=130&str_lang=str_arab
Più di 60 sono i recitatori egiziani del Sacro
Corano in questo sito:
http://recitors.blogdrive.com/
LIBRI
Il libro “Gesù, un Profeta dell’Islam” di
Muhammad Ata ur-Rahim in due versioni,
la prima pubblicata dalla Comunità Islamica
di Napoli, la seconda da Ed Al Hikma.
Traduzione di M.Abdullah Cavallaro. Libro
fondamentale per conoscere la vita di Gesù,
utilizzando sia le fonti cristiane, sia quelle
musulmane. Racconta anche la nascita del
cristianesimo tramite Paolo di Tarso (S.
Paolo), il vangelo di Barnaba ecc.
Conoscete Bilal Philips? È di origine
giamaicana convertito all’Islam da anni, nel
1972 ed ha scritto questo libro “La Vera
Religione” che vi consigliamo di leggere. È
pubblicato dalla CIMS è un libro di 25 pagg.
e spiega l’unicità di Dio e l’associazione
dell’uomo quando prega rivolgendosi alle
statue, agli uomini, o alla natura, tutte creature
di Dio, all’infuori delle statue che sono
divinità costruite dagli uomini. Forse un
concetto inaccettabile per i non musulmani
però è un libro che fa riflettere. Nel libro Bilal
Philips spiega: “Quando si fa notare agli
idolatri che ‘lui’ o ‘lei’ si prosternano a degli
idoli, creati dall’uomo, la replica invariabile,
è che loro realmente non adorano l’immagine
di pietra, ma adorano Dio, rappresentato in
essa. Loro asseriscono che l’idolo di pietra è
soltanto il modo per avvicinarsi a Dio e non è
Dio stesso! Chiunque accettasse il concetto
della presenza dell’essere divino nel suo
creato, in qualunque forma, sarà obbligato ad
accettare questo ragionamento d’idolatria.
Mentre chiunque comprende il messaggio
fondamentale dell’Islàm e le sue implicazioni,
non ammetterà mai l’idolatria, non importa
quanto
viene
fatta
sembrare
razionale.”Questo è il sito ufficiale di Bilal
Philips
in
lingua
inglese:
http://www.bilalphilips.com/
“Il libro della meditazione” di AlGhazali,. Questo libro in versione tascabile è
pubblicato da Il leone verde, casa editrice per
un pubblico di nicchia. A cura di padre
Giuseppe Celentano, dell’ordine dei frati
minori, morto nel 1987, amava molto AlGhazali. Aveva dedicato gran parte della sua
vita nello studio dei suoi libri. “Il libro della
meditazione” fa riflettere sull’esistenza di Dio
e del suo creato: “Tu hai aperto gli occhi e
quindi hai percepito le cose suddette nella
loro apparenza, ma chiudi l’occhio esteriore
42
e guarda con la vista interiore: allora vedrai
le loro intime meraviglie e gli straordinari
loro segreti”. La pratica del musulmano è
nulla senza riflessione, adorazione verso Dio.
Libro consigliato a tutti.
MOSCHEE
CENTRO ISLAMICO AR-RAHMAN uno
dei fondatori è sheikh Adur-Rahman
Pasquini, che frequenta tutt’oggi la moschea.
Non è più lui a guidare la preghiera del
venerdì, come accadeva anni fa, però è
sempre un punto di riferimento. Troverete
anche i suoi libri nella piccola libreria a fianco
alla moschea. Il centro è stato inaugurato nel
1988 ed è uno dei pochissimi in Italia ad
avere il minareto. Lezioni di Islam e arabo i
fine settimana. Un po’scomoda per il
parcheggio
delle macchine, si può
raggiungere anche con il bus 925 a Cascina
Gobba (Mi) direzione Redecesio. Il Centro è a
Segrate alle porte di Milano, in via
Cassanese 3, vicino al quartiere Milano 2.
CENTRO ISLAMICO apprendendo dai
giornali, l’hanno nominata “La moschea di
Maria” in onore alla madre di Gesù. Erano
anni che aspettavano il via per l’apertura
(2005), però qualcuno ha sempre cercato di
impedirlo. È grande, carina, nonostante
ancora un po’ di lavori da fare per migliorarla.
L’imam algerino Abdullah Tchina – ex del
Centro Islamico di via Padova 144-, è uno dei
responsabile. Comoda per il parcheggio e
facilmente raggiungibile con la fermata della
metro Cascina Gobba. Il centro ha delle
attività, come l’apprendimento del Corano, le
lezioni di lingua araba e sull’Islam i fine
settimana. In via Padova 366 (Cascina Gobba)
a Milano.
CENTRO CULTURALE ISLAMICO
piccola e carina questa moschea, frequentata
soprattutto da tunisini e pakistani, non solo
naturalmente. Esiste da anni, la prima volta
che ci siamo stati è circa una decina di anni
fa. L’imam Najib è yemenita, è lui che guida
sempre la preghiera il venerdì. Potrete
guardare le sue lezioni nel canale Youtube
http://www.youtube.com/user/scialca
dove
troverete anche alcuni video con la traduzione
in italiano delle khutbe. C’è collaborazione in
questa moschea e questo è di buon auspicio.
Durante la settimana ci sono i corsi di lingua
araba frequentati anche da chi non è
musulmano e l’apprendimento del Sacro
Corano. Interessante l’incontro di ogni anno
durante il Ramadan, davanti a specialità arabe
con musulmani e non. Un modo pacifico per
far comprendere meglio l’Islam. Comodo per
il parcheggio. Il centro è in via Maestri del
lavoro 45 a Saronno.
BABAGANOUSH
Ingredienti: 4 grosse melanzane ovali, 250g di
tahini, 1/2 bicchiere d'aceto bianco, 4 spicchi
d'aglio, 1 limone, 4 cucchiai d'olio, 1
manciata di prezzemolo, sale e pepe, 1
cucchiaio di semi di cumino. Preparazione di
questo puré aromatico di melanzane: tagliate
le melanzane in 2 metà eliminando il picciolo,
mettetele in forno con le cipolle non sbucciate
e cuocetele finché non diventeranno tenere.
Appena saranno cotte, sbucciate entrambe le
verdure e setacciatele. Raccogliete la purea in
una fondina e mescolatela ai tahini e all'aceto,
bagnate il tutto con un po' d'acqua tiepida,
fino a ridurlo in una crema omogenea. A
questo punto l'aglio tritato, un pizzico di sale,
un po' di pepe e i semi di cumino schiacciati
vanno uniti al composto con l'olio, rimestando
il preparato, perché possa assimilarlo
perfettamente, poi amalgamate il tutto con il
prezzemolo tritato finemente, usando solo le
foglie, e poca buccia di limone grattugiato.
43
IL CAFFE’ TURCO
Il caffè turco è stato introdotto nel medioevo
dai turchi nel mondo occidentale ed è
considerato dai turchi un rituale. Lo zucchero
si aggiunge prima della cottura e lo si beve
con calma, a piccoli sorsi, al contrario di noi.
Due tipi di caffè si bevono in Turchia, il
Nescafè e il caffè turco che viene servito in
piccole tazzine di porcellana, non bevetelo
subito, lasciate depositare la polvere del caffè
per almeno tre o quattro minuti e non bevetelo
fino in fondo, perché la polvere del caffè si è
depositata sotto in uno strato di circa mezzo
centimetro.
Come prepararlo?
È necessario
macinare in
modo molto
fine il caffè,
si
può
pestarlo
a
lungo o usare
il
vecchio
macinino del caffè, lasciate bollire una tazzina
d’acqua con lo zucchero, in un pentolino
mettete un cucchiaio di caffè macinato e
quando bolle versate sopra metà acqua,
mettete sopra il fuoco il pentolino quando si
gonfia aggiungete ancora acqua, quando si
gonfia di nuovo servire senza mescolare, il
caffè si depositerà sul fondo in pochi secondi
KOSHERI
Ingredienti per 4 persone: 200gr di riso, 350gr
di lenticchie, 2 cucchiai di olio di oliva, 1
cucchiaino di aglio sminuzzato, 500gr di
passato di pomodoro, 150gr di acqua, qualche
cucchiaio di aceto, ½ cipolla affettata.
Preparazione di questo piatto di lenticchie di
riso: lessate il riso a parte, fate rinvenire le
lenticchie in acqua tiepida e mettetele in una
pentola con abbondante acqua. Portate a
ebollizione.
Cuocete
a
fuoco dolce
fino a che
tutta l’acqua
sia
stata
assorbita. Aggiungete altra acqua, se le
lenticchie non sono ancora ben cotte.
Preparate la salsa, facendo innanzitutto dorare
l’aglio nell’olio caldo. Aggiungete il passato
di pomodoro e cuocete per 10/15 minuti.
Unite l’acqua e l’aceto e portate a ebollizione.
Togliete subito dal fuoco e salate. Affettate
finemente la cipolla e fatela soffriggere
brevemente in poco olio caldo. Servite
disponendo nel piatto uno strato di lenticchie,
uno di riso, un altro di lenticchie e uno di riso.
Versate a cucchiaiate cipolle e salsa.
FAGOTTINI SPEZIATI MAROCCHINI
Ingredienti: 10 fogli di brik, 250gr di carne
tritata un po’ grassa, ½cipolla bionda, 3 uova,
1 bouquet di prezzemolo (facoltativo), 1
cucchiaio di burro, 1 cucchiaino di cannella in
polvere, 1 cucchiaino di zucchero, sale, olio di
semi per friggere, zucchero a velo.
Preparazione: in una padella fate appassire
una cipolla grattugiata nel burro e fate saltare
la carne tritata con: cannella, prezzemolo, sale
e zucchero, finchè gli umori di cottura
saranno evaporati, poi versate le uova e girate
finchè si saranno rapprese. Piegate verso
l’interno i bordi di un foglio di brik, per
ottenere un rettangolo stretto e lungo,
sistemate nella parte inferiore una cucchiaiata
del composto e ripiegate in modo da ottenere
un
fagottino
rettangolare.
Ripetete
l’operazione fino ad esaurimento dei fogli.
Fate scaldare in una padella abbondante olio
di semi, friggetevi i brick finchè avranno un
bel colore dorato, fate asciugare dall’olio in
eccesso e spolverate con zucchero a velo e
cannella.
44
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
I CAVALLI ARABI
Il cavallo arabo è una delle razze più antiche,
risale al 3000 a.C e tre sono le principali tipologie
conosciute oggi:

l'arabo
beduino
(kuhailan, siglavy e muniqi
sono i tre sottotipi).

l'arabo di pura razza
(discendente dei tre tipi citati
quì sopra ed incrociati fra loro,
è il più conosciuto nel mondo)
la razza araba (che ha
parentele con il berbero, l'arabo persiano e il
siriano).
Le caratteristiche dei tre sottotipi:

kuhailan (resistente e potente)

siglavy (bello ed elegante)

muniqi (leggero e velocissimo)
Il cavallo arabo è nobile e bello, ed ha movimenti
armonici e corretti, è piuttosto diverso dal cavallo
al quale siamo abituati. E' alto dai 145 cm ai 155,
160 e pesa tra i 350 e 450. La sua pelle è sottile ed
elastica, ha il piede piccolo e durissimo, peli corti
e lucenti. Il cavallo arabo è sempre stato
inseparabile compagno per i beduini, utile per le
guerre contro le tribù avversarie. E' sempre stato
utile anche per migliorare i cavalli di razza
europea e determinante alla creazione del puro
sangue inglese. E' un concentrato di tutte le
qualità ricercate in ogni razza e tipo di cavallo ed
è per questo che lo utilizzano come miglioratore.
Ha più finezza alle forme degli altri, possiede due
occhi grandi e molto espressivi, la fronte larga e
bombata, e le orecchie (piccole e appuntite nel
maschio, più lunghe nella femmina) sono ben
distanziate fra loro. Il cavallo arabo inoltre è più
intelligente degli altri cavalli.
I COCCODRILLI DEL NILO
Non vorremo mai trovarcene uno davanti, è un
feroce predatore sin da quando esce dall’uovo.
Una volta cresciuto mangia qualsiasi tipo di
animale sia piccolo, che grande, inseguendoli
dappertutto, sulla terra e in acqua. È un predatore
tra i più terribili dell’Africa, riesce ad individuare
la preda stando sommerso, per mezzo dei suoi
occhi posti sulla sommità della testa. Le narici
sono situate in alto sul muso, in questo modo il
coccodrillo riesce a respirare quando è sommerso
nell’acqua. Pensate, un lembo di pelle chiude le
narici per impedire all’acqua di entrare. Il suo
punto più forte sono i denti, che gli consentono di
staccare enormi pezzi di carne della preda,
nonostante questo non riesce a masticare perché i
lunghi denti non riescono a tagliare il cibo, trancia
così la carne della preda divorandone i pezzi
grossi. Se la preda è troppo grossa il coccodrillo
ne conserva una parte sott’acqua, poiché non è in
grado di mangiarla una sola volta. Un
nascondiglio ideale sono le pozze d’acqua dove
gli animali si recano per abbeverare. Con velocità
fulminea il coccodrillo balza dall’acqua per
afferrare la preda, puntando su una gamba di essa,
che colta di sorpresa perde l’equilibrio e trascinata
in un punto profondo della pozza d’acqua annega.
Una volta sott’acqua il coccodrillo fa il resto.
Divora ogni tipo di mammifero, come le zebre, i
bovini, gli uccelli e persino altri coccodrilli suoi
simili. Pesa sino i 990 kg, è lungo fino i 6 m e può
vivere fino i 100 anni. Riesce a vivere in una
pozza o nel mare aperto , nei fiumi, nei laghi e nei
bacini idrici, è in grado di rimanere sommerso per
più di un’ora. Quando fa meno caldo si sposta
nell’acqua più profonda e ci rimane anche per un
anno senza toccare cibo, immobile. Nei periodi
più caldi si gode il sole del mattino e con la bocca
spalancata espelle il calore in eccesso. Il
coccodrillo maschio si accoppia con più femmine,
questo nella stagione secca e la femmina depone
le uova in una buca da lei stessa scavata vicino ai
bordi dell’acqua. Le uova sono dalle 25 alle 100 e
sono sorvegliate per ben tre mesi, fino a quando si
schiudono. Come fanno i piccoli ad avvisare il
momento in cui sono pronti ad uscire? emettendo
un suono stridente, allora la madre rimuoverà la
terra per aiutare i piccoli ad andare in superficie, li
raccoglierà con la bocca per portarli al sicuro
nell’acqua, dove li sorveglierà per un mese.
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Quella che segue è la traduzione dei dati
richiesti da tradurre (vedi a pag. 38), scansire
e mandare via mail all'università di Medina:
Documenti richiesti:
1. High School / GCSE / A-level Certificate.
(certificato scuola superiore - diploma)
2. High School / GCSE / A a livello di
trascrizione. (certificato scuola superiore
[diploma] - foglio con i punteggi finali delle
singole materie)
3. Testimonianza di condotta. (spesso è
incorporato in quello precedente.. è il voto in
condotta)
4. Certificato di nascita. (fai in comune un
certificato contestuale dove dà tutti i suoi dati
completi anche di quelli familiari)
5. Passaporto.
6. Carta d'identità. (mettetela comunque..)
7. Una fotografia per passaporto a colori di
dimensioni (6x4), che deve essere presa senza
occhiali, contro uno sfondo bianco, senza
coprire la testa.
8. Una lettera o una relazione medica
(certificato medico di buona salute), che
indica la salute del corpo, la vista e l'udito, e
la mancanza di malattie infettive. Essa deve
essere rilasciato da un centro medico
affidabile. (io l'ho fatta all'ASL di Milano in
via Cherasco, cerca comunque un ente
riconosciuto a livello Statale, non il tuo
medico curante perchè in Arabia Saudita non
sanno neppure chi sia!)
9. Una lettera di presentazioneraccomandazione da una fondazione islamica
nel paese di residenza del richiedente, o da
due individui eminenti musulmani, a
testimonianza per quanto riguarda il
ricorrente, la sua devozione religiosa e morale
islamica. (io l'ho fatta fare dall’imam di viale
Jenner e dall'Imam di Venezia che era venuto
con noi al Pellegrinaggio, Mahammad
Hamad. Puoi fartela fare insh'Allah anche dal
dott. Ali Abou Shwaima di Segrate.
Comunque chiedi in viale Jenner!)
10. Certificato di accettare l'Islam, per coloro
che non sono musulmani di nascita (se
disponibile). (Shahada)
Avvisi
1. Il richiedente deve acquisire i suoi
documenti originali, insieme con le loro
traduzioni in lingua Araba, utilizzando uno
scanner, al fine di visualizzare i documenti nei
loro colori originali.
2. Il richiedente deve allegare la traduzione in
arabo di qualsiasi documento scritto in
diverse dalla lingua araba, preferibilmente
attestata da un'organizzazione affidabile.
3. In caso di un richiedente la concessione di
ammissione, lo studente deve portare
accettato i suoi documenti originali, attestata
da l'ambasciata saudita. Se non c'è ambasciata
saudita nel suo paese, dovrebbe avere i suoi
documenti, attestata da una autorità
riconosciuta dall'Università.
4. In caso di errori nelle informazioni di base
trovate su documenti originali della ricorrente
(ad esempio nome, data di nascita, luogo di
nascita, ecc), il richiedente deve correggere
tali errori con le autorità competenti prima di
inviare i suoi ricorso, poiché l'Università
Consiglio vieta la correzione di queste
informazioni fondamentali dopo il ricovero.
Il sito di Medina dove potersi registrare
http://iu.edu.sa/web/Default.aspx
e la sezione specifica per l'iscrizione:
http://admission.iu.edu.sa/Definitions.aspx
Per tradurli mi sono affidato al fratello di
Viale Jenner che cura le traduzioni editoriali
perchè è un traduttore giudiziario ufficiale
riconosciuto dallo Stato, comunque tu chiedi
sempre a Cheykh Nabil. Su alcuni documenti
non potrà lavorare sull'originale, come il
Diploma e il foglio dei voti, per cui dovrai
fare delle fotocopie e farle autenticare in
comune. in ultimo i documenti che verranno
tradotti saranno portati insh'Allah dallo stesso
traduttore attraverso una trafila burocratica di
timbri e marche da bollo tra procura e cose
varie. Il tutto ha un costo, ma se Allah vuole,
ne varrà la pena!
Yassìn Igor Mangano
L’Islamic University in Madinah è stata
fondata nel 1961 e l’80 % degli studenti
provengono da più parti nel mondo. le materie
sono: Sharia, Corano, Dawah, teologia (Usul
al dìn), hadith e lingua araba.
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