01 PAG ok copia - Avanti della domenica
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@ DELLA DOMENICA [email protected] ANNO XV - N. 25 DOMENICA 24 gIugNO 2012 SPED. ABB. POST. - DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 Art.1, Comma 1, DCB) ROMA TAXE PERCUE - TASSA RISCOSSA - ROMA ITALY EURO 1,50 S E T Le proposte dei socialisti Lo scontro danneggia tutti Rilanciare lo sviluppo Fornero e Mastrapasqua al peggio non c’è fine Riccardo Nencini Silvano Miniati* T I M A N A L su questo giornale che oltre 300 mila lavoratori si sarebbero venuti a trovare in una situazione drammatica, dovendo scontare lunghi periodi durante i quali si sarebbero trovati senza lavoro, senza la copertura di ammortizzatori sociali e senza pensione. Nelle settimane successive, sono tornato più volte su questo argomento, accusando esplicitamente Elsa Fornero non solo di ignorare o di nascondere i dati, ma soprattutto di una pervicace arroganza nel negare ogni confronto con i sindacati, con il risultato di danneggiare gravemente il governo del quale continua a fare parte. Sarebbe stato sufficiente un solo incontro per permettere a chi la materia pensionistica la maneggia ogni giorno per dimostrare al ministro e ai suoi collaboratori che le loro stime non stavano in piedi. Va detto che in quei giorni Fornero e Mastrapasqua marciavano all’unisono, lei tutta proiettata a tagliare le pensioni e i diritti dei lavoratori, lui sempre alla ricerca di un falso invalido da sbattere in tv con l’intento di far dimenticare la condizione sempre più inumana nella quale vivono misegue a pagina 2 S O C I A La crisi fa rinascere la Politica Alberto Benzoni quello greco, dopo che le consultazioni precedenti non avevano consentito di dar vita a un governo. Una consultazione ordinaria in un paese a sovranità piena e indiscussa. Una consultazione straordinaria in un paese a sovranità limitata. Difficile trarre, allora, da rispettivi risultati indicazioni univoche. E, allora, per capire cosa sta accadendo in un’Europa percorsa dalla crisi è bene allargare il nostro campo di riferimento ad altre consultazioni elettorali, questa volta amministrative, tenutesi nel corso del 2012 in Germania, Inghilterra e Italia. Interrogandoci, in tale quadro di riferimento: sull’evoluzione dei rapporti di forza tra centro-destra e centro-sinistra e all’interno di questi due schieramenti sullo stato di salute delle forze di cen- tro e, infine, sul possibile emergere di nuove offerte politiche. Sul primo punto, il segnale è assolutamente generale; c’è uno spostamento del consenso da destra verso sinistra o, più esattamente dall’area Ppe verso l’area Ps (unica eccezione, la Grecia, dove lo spostamento a sinistra, in voti, se non in seggi, ha favorito le formazioni più radicali; ma perché il Pasok, con il suo leader Papandreu, erano stati “suicidati”dal duo Merkel-Sarkozy e dai loro complici locali). A pesare, l’astensionismo dei ceti medi una volta “moderati”, ma oggi colpiti dalla crisi. Si aggiunga che a sinistra il peso delle componenti socialdemocratiche si accresce quasi ovunque a spese di quelle più radicali: così in Francia (dove la galassia comunistatrotskista-anticapitalista è oramai sotto al 10%); così in Germania, (dove la Linke rimane una forza consistente solo nella ex Rdt); così in Italia dove, segue a pagina 2 Riscopriamo le idee di Jundt Contro la crisi un riformismo ‘attivo’ Gianfranco Sabattini N el corso del 2010 è venuto a mancare Tony Judt, storico e socialista democratico londinese. Sino all’ultimo dei suoi giorni, malgrado la grave malattia che lo affliggeva, non ha mai cessato di scrivere e di pensare da socialista, sempre accompagnato dalla “fantasia idealistica”, acquisita nella dura esperienza del suo impegno nei Kibbutz, di poter contribuire a realizzare un socialismo comunitario attraverso il lavoro. Prima di morire ha dato alle stampe un ultimo libro, da poco pubblicato in Italia col titolo provocatorio di Guasto è il mondo. Si tratta di un libro “scritto per i giovani”, fortemente “indignati” per la situazione di crisi generalizzata che le vecchie generazioni stanno lasciando loro in eredità. Il libro è stato scritto con la speranza che i giovani sappiano riscoprire il gusto del dibattito sul confronto dei termini del binomio destra/sinistra. Ciò perché, secondo Judt, sin dagli anni Settanta, il dibattito su questo confronto ha perso gran parte del suo significato originario, ridotto allo scopo quasi banale di offrire solo un punto di riferimento a chi vuole criticare l’esistente. Questo è potuto accadere perché nel corso degli ultimi decenni è stato trasformato in virtù il perseguimento del solo interesse materiale e personale, ridotto ormai ad unico fine che la società politica deve con l’attività di governo poter rendere perseguibile. Il materialismo e l’egoismo del mondo contemporaneo non sono però valori intrinseci alla condizione umana, in quanto l’ossessione per l’accumulasegue a pagina 2 L Le elezioni dall’Italia a Gran Bretagna, Germania, Francia, e Grecia omenica 17 giugno. Conclusione Italia è in cerca del filo icordo che appena vennero preD del ciclo elettorale francese, con L’ d’Arianna per uscire dal R sentate le proposte di riforma di il secondo turno delle politiche. E di labirinto della crisi. Elsa Fornero sulle pensioni, scrissi Sconfiggere il Minotauro non basta, serve trovare la via d’uscita e ritornare alla luce. La politica deve riprendere in mano il filo e tenderlo. La fotografia dell’oggi dice che il governo Monti ha impostato bene le politiche di rigore, ma è in ritardo con i progetti per rilanciare lo sviluppo. Mai visto un Paese uscire dalla crisi abbattendo la spesa pubblica con il taglio di stipendi e di pensioni, perché in casi come questo cresce la spesa sociale (salvo lasciare i bisognosi al loro destino) e non si favorisce la circolazione di denaro. François Hollande ha vinto in Francia perché si è opposto a un’idea di Europa fondata solo sul rigore finanziario e ha rilanciato nel dibattito politico nuove priorità: crescita, sviluppo, equità, giustizia sociale. Con un programma palesemente riformista, in cui emerge la scelta di spostare il peso della crisi economica su coloro che più possiedono e che possono contribuire in misura maggiore. In Italia siamo stati i primi e siamo ancora tra i pochi (anche a sinistra) a chiedere al governo di introdurre una tassa sui grandi patrimoni. Continueremo a batterci perché il rilancio dell’Italia passi da nuove politiche fondate sull’equità e sulla giustizia sociale. Abolendo l’Imu sulla prima casa e sostituendone il gettito con una patrimoniale sulle grandi ricchezze e tassando le transazioni finanziarie, unica via per diminuire la pressione fiscale sugli stipendi, sostenere la piccola e la media impresa, favorire nuove forme di occupazione giovanile. È la proposta che porterò, di nuovo, al vertice del PSE di fine giugno. I nostri eletti, gli amministratori socialisti di tutta Italia, presenteranno nelle assemblee elettive proposte che vanno in questa direzione. Una mobilitazione nazionale che ha l’obiettivo di rilanciare un nuovo protagonismo degli enti locali, restituendo loro una maggiore autonomia, allentando i vincoli del Patto di stabilità in modo da sbloccare gli investimenti e far ripartire lo sviluppo sul territorio. Altro capo del filo riguarda la partecipazione, con la proposta di concedere il voto ai sedicenni nelle circoscrizioni e favorire nuove forme di partecipazione sulle questioni di largo interesse, sull’esempio del ‘débat public’ francese. L’Italia si cambia coinvolgendo le sue energie migliori. Liberando il talento, l’entusiasmo, la creatività delle giovani generazioni, coniugando merito e bisogno, favorendo la crescita in un contesto di equità e in un perimetro di diritti allargato. Solo così la politica potrà recuperare la sua funzione primaria, di strumento indispensabile (e insostituibile) per orientare le sorti di una democrazia. E I S T A - Stampa e Tv - Quello che non vi hanno detto di noi Nomine Rai.Nencini: competenza e merito “Per le nomine Rai servono curricula adeguati e un’esclusiva valutazione del merito e della competenza”. A dirlo Riccardo Nencini, secondo il quale “sono questi gli unici criteri che la Vigilanza deve utilizzare per valutare i profili adeguati”. “Prendere in considerazione solo i nomi segnalati dalle associazioni della società civile significherebbe escludere a monte chi ha competenza ma non appartenenza politica”, avverte Nencini. “E ciò – conclude - sarebbe una discriminazione”. Lazio. Sostegno alle Comunità Montane “E’ necessario che il Presidente Polverini e gli assessori Cetica e Cangemi ricevano immediatamente i Presidenti delle Comunità Montane e i sindaci dei territori interessati che si sono incatenati per protesta sotto la Regione Lazio per avere chiarimenti in merito all’assestamento di bilancio che ha tagliato tutte le risorse economiche per le comunità, mettendo sul lastrico il personale che si troverà da subito senza stipendio, bloccando, di fatto, tutte le attività”. Si legge in una nota del capogruppo del PSI alla Regione Lazio, Luciano Romanzi. “Ancora oggi le Comunità montane continuano a svolgere efficacemente le proprie funzioni, erogando servizi essenziali come raccolta differenziata, protezione civile antincendio, viabilità e polizia locale e la promozione delle produzioni autoctone. Con la soppressione di tali enti, sarebbero sacrificate solamente le piccole realtà di montagna. Pur ritenendo necessario – conclude Romanzi – che le Comunità montane necessitino di un riordino funzionale, chiediamo rispetto per i dipendenti che hanno ininterrottamente svolto la loro attività con serietà e professionalità”. Liguria. Sanità pubblica, un diritto che va garantito Riccardo Nencini risponde alla lettera aperta di Alberto Benzoni Le nostre idee e proposte per salvare la democrazia C arissimo Alberto, l’appello lanciato assieme a Luigi Covatta è figlio di questo tempo. Ovunque si è riaperta la ‘questione sociale’ come vivessimo gli anni di fine Ottocento. Allora gli albori della impetuosa crescita industriale in Europa e la carenza di diritti sociali e civili, oggi una terribile crisi provocata dalla finanza internazionale e dal crollo della politica e delle sue responsabilità. a pagina 3 Alleanze e primarie Alleanze e PSE Siamo socialisti, non ci nasconderemo Perché chiedere un congresso Roberto Biscardini a pag.3 Franco Bartolomei a pag.3 La Regione e l’Asl - afferma la Commissione salute della Liguria sono sul banco degli imputati, ma chi sta pagando i disagi sono i cittadini e la sanità pubblica. Un danno, la mancata tutela del diritto alla salute, che gli amministratori non possono più far ricadere sulla collettività. La crisi finanziaria delle Asl, è nota da tempo. Affrontarla, risolverla e garantire i servizi agli assistiti, in particolare agli anziani e alle fasce sociali più deboli, è un dovere. Più coesione nell’interesse comune dei cittadini e di tutto il territorio aiuterebbe i tanti cittadini che, della buona sanità pubblica, hanno bisogno. Lombardia. Biscardini: si attenda la magistratura “Che si sia aperta un’indagine sulla sanità lombarda mi sembra del tutto normale, tenendo conto che il budget della Regione per la sanità è più di 17 miliardi di euro. Che la magistratura indaghi e che faccia in fretta. Ma le dimissioni delle persone coinvolte si chiedono quando le responsabilità sono accertate” Lo ha dichiarato Roberto Biscardini segretario del PSI che ha aggiunto:“Il vero limite del sistema lombardo è l’impermeabilità ad ogni controllo democratico del Consiglio e dei partiti dell’opposizione”. DELLA DOMENICA 2 www.partitosocialista.it Fornero e Mastrapasqua... Miniati dalla prima lioni di invalidi veri. Ora che è scoppiata la polemica sui dati fatti circolare dall’Inps, il Ministro del lavoro reagisce sostenendo che in un Paese serio i vertici dell’istituto dovrebbero essere immediatamente rimossi, omettendo però di dire se sempre in un Paese serio sarebbe tollerato un ministro che considera la matematica un’opinione e che sa dire solo “così è se vi pare”. Questo si chiedono le centinaia di migliaia di lavoratori e pensionati, che grazie all’impegno di Cgil, Cisl, Uil e dei sindacati dei pensionati hanno riconquistato la piazza. In verità la disputa tra Fornero e il presidente dell’Inps non mi appassiona più di tanto, considerato anche che i due hanno gareggiato fino a pochi giorni fa nel sostituire gli effetti annuncio ai fatti, dimostrandosi del tutto inadatti a tradurre in pratica anche i pochi impegni che erano stati loro strappati. Forse questa sciatteria si verifica anche per mancanza di tempo disponibile, visto che un ministro presente ovunque, che esterna 4-5 volte al giorno, ha poco spazio per pensare al da farsi e che il presidente dell’Inps deve dedicare sicuramente molto tempo a ricordarsi dei tanti incarichi ai quali deve fare fronte. E’ ovvio che tanti incarichi non possono permettere altro che partecipazioni frettolose e abborracciate, il che tra l’altro si scarica sul funzionamento dell’Inps che sta progressivamente perdendo anche l’immagine di istituto efficiente. Ciò non incide sul bilancio familiare del presidente, che da quei tanti incarichi riceve compensi ragguardevoli. Non intendo affatto partecipare alla disputa su chi tra il presidente dell’Inps e il ministro abbia più ragioni e più torti e quindi possa essere definito il “meno peggio”. Sono, infatti, ormai convinto che un governo serio che puntasse davvero alla difesa del bene comune dovrebbe chiedere a entrambi di lasciare i loro incarichi. Va detto che nessuno, neppure coloro che come il sottoscritto hanno da sempre manifestato sfiducia sulla possibilità che Fornero e Mastrapasqua fossero davvero adeguati a ricoprire i ruoli loro assegnati, può esser contento della situazione che si è ve- Contro la crisi un riformismo ‘attivo’ Sabattini dalla prima zione di ricchezza, il culto della privatizzazione del settore pubblico, l’insistenza per il ridimensionamento dello Stato sociale, l’apprezzamento delle crescenti disparità sociali, l’esaltazione acritica dei mercati liberi da lacci e laccioli e l’illusione di una crescita senza fine sono, per Judt, aspetti “non naturali” degli uomini che risalgono agli anni a partire dai quali il senso originario del dibattito sul confronto destra/sinistra è stato totalmente smarrito. È giunto perciò il momento in cui non è più giustificabile che il socialismo democratico continui a conservare una posizione attendista, né è più giustificabile che contribuisca a preservare molte istituzioni del mondo attuale solo perché ritenute un baluardo meritorio contro presunte istituzioni peggiori. Occorre che il socialismo democratico si riappropri della propria tradizione fortemente riformista, con cui riproporre il ruolo e la funzione di uno Stato interventista, onde evitare nuta a creare. Si è aperta una polemica che danneggia gravemente Inps e governo e finisce per colpire gli interessi del Paese e dei cittadini. La situazione di incertezza genera paralisi e la paralisi produce lesione dei diritti e violazione delle regole. Pensate alle lungaggini e alle improvvisazioni relative ai controlli sull’invalidità, alle procedure per accertare l’esistenza in vita dei pensionati italiani residenti all’estero, alle tante promesse sugli accessi ai dati con il sistema on-line, al quale però di fatto non si può accedere. Pensate ai ritardi nel pagamento della cassa integrazione o ai diritti a riscuotere il Tfr dei lavoratori di aziende dichiarate fallite. Servirebbe non solo un potenziamento degli organici e maggiore chiarezza sui tempi della fusione tra Inpdap e Inps, ma soprattutto più consapevolezza del fatto che un colosso come la nuova Inps ha necessità di un reale gruppo dirigente e non già di un padre padrone. Al ministro del lavoro, se proprio si ostina a volere mantenere un incarico che non sembra affatto attagliarsi alle sue capacità e soprattutto al suo carattere, è lecito chiedere, non solo di fare subito il decreto per gli esodati, ma anche di portare a conclusione almeno una parte degli impegni assunti in Parlamento e già votati con larghissima maggioranza. Dove sono finite le promesse di armonizzazione delle regole per tutti, ivi compresi gli eletti di ogni ordine e grado, i manager, gli altissimi burocrati civili e militari. La legge crea le condizioni per estendere il contributivo a tutti e per l’armonizzazione completa dei trattamenti, ma grazie anche all’insipienza del ministro, tutto rischia di rimanere come prima. Quello che sta succedendo è sicuramente molto grave, soprattutto perché a nessuno sembra stare a cuore il destino reale di quegli esodati che non sono affatto merce da etichettare ma persone in carne e ossa, portatori di diritti che vanno rispettati. Se Monti intende davvero dare un segnale di risveglio a tutti gli italiani deve prendere atto che la conclusione del contrasto Inps-governo rappresenta una scelta ineludibile e che sugli esodati come sui privilegi pensionistici nessuno, proprio nessuno, può chiudere un occhio. *Network sinistra riformista che, malgrado i disastri finanziari ed economici che si stanno susseguendo, i partiti socialdemocratici o buona parte di essi continuino ad arretrare sul piano elettorale. Nonostante la continua emorragia di consensi, nessuno dei partiti socialisti democratici oggi esistenti nei Paesi europei, tradizionale luogo di origine e di diffusione delle idee socialiste, si interroga sul perché aumentano le disuguaglianze di ricchezza, di reddito e di opportunità, persistano sfruttamento economico e sacche diffuse di povertà assoluta, si aggravi la corruzione e si consolidino i privilegi che hanno solo l’effetto di mettere in crisi il metodo di governo della democrazia; ma soprattutto, nessuno dei partiti socialisti democratici si interroga sul perché perduri l’incapacità dell’organizzazione dei sistemi industriali attuali di contrastare il crescente livello di disoccupazione strutturale della forza lavorativa disponibile. L’irresponsabile “pavoneggiamento retorico” su tutte queste problematiche, fondato sulle linee-guida del progetto di riforma sociale del quale il socialismo democratico è stato portatore nel passato, non consente più Direttore Politico della domenica Organo ufficiale del Partito Socialista Italiano aderente all’Internazionale Socialista e al Partito Socialista Europeo ANNO XV - N.25 - DOMENICA 24 GIUGNO - 2012 La crisi fa rinascere la Politica Benzoni dalla prima nonostante (o a causa di) Vendola, la Sel stenta a decollare. È la socialdemocrazia che riacquista tutto il suo valore, proprio perché le sue conquiste sono minacciate. Dal canto suo, lo schieramento di centro-destra vive una situazione di crisi strategica riflessa solo in parte dal suo insuccesso elettorale e dovuta al fallimento del tentativo di mettere insie- me la sua componente liberale ed europeista e quella populista sovranista. Un fenomeno che, accompagnato dal rafforzamento generalizzato della seconda a spese della prima, si verifica un po’ dovunque: con il crollo del centro-destra italiano e con le “opa ostili” dei populisti sui moderati, in Grecia, Italia, Francia e Inghilterra. Unica eccezione per ora la Germania, dove la frana elettorale della coalizione Cdu-Fdp non ha dato luogo a “rigurgiti populisti” forse perché le pulsioni sovraniste in quel beato Paese possono essere patrimonio di tutto lo schieramento politico… Di qui, una vera e propria crisi d’identità; difficile da superare, almeno nel breve periodo; e tale, quindi, da lasciare un grande spazio, a livello nazionale ed europeo, alla iniziativa delle forze socialiste. In quanto al centro, questo fallisce completamente il suo esame di pasdi catturare il consenso della società civile. L’aggravarsi di tutte le problematiche sta determinando la formazione di uno stato di insicurezza economica, sociale e politica dell’intera società civile e la formazione, secondo Judt, di una domanda di protezione rivolta alla società politica; e nella misura in cui sarà soddisfatta, sarà sacrificata la democrazia, ovvero la libertà politica in nome della sicurezza e della presunta efficienza della tecnica. Spetta, dunque, ai socialisti democratici evitare che ciò avvenga, nella certezza che se non saranno loro a farlo, lo faranno sicuramente gli altri. Per evitare il pericolo dell’involuzione dell’organizzazione democratica dei sistemi sociali, i socialisti dovrebbero, impegnandosi a livello nazionale ed internazionale, ripensare l’organizzazione dello Stato. Sul punto l’analisi critica di Judt tace; ma non è difficile capire che la logica stringente del suo discorso porta alla necessità di una nuova forma organizzativa della struttura istituzionale dello Stato. Nel senso che dovrà trattarsi di una struttura alternativa a quella attuale, al cui interno Riccardo Nencini Segreteria di Redazione Domenico Paciucci Direttore Editoriale Roberto Biscardini Società Editrice Nuova Editrice Mondoperaio srl Direttore Responsabile Dario Alberto Caprio Presidente del Consiglio di Amministrazione Oreste Pastorelli Redazione Carlo Corrér, Emanuele Pecheux saggio. Mai esistito in Grecia, scompare dalla scena in Francia, perde terreno e capacità di coalizione in Germania ed è minacciato nel suo ruolo di terza forza in Inghilterra dall’emergere della destra antieuropeista. In quanto all’Italia, questo si era definito nell’ostilità ai due blocchi contrapposti e perciò non sembra essere sopravvissuto alla loro scomparsa. “È il bipolarismo, bellezza!”. Una realtà presente in tutti i grandi paesi d’Europa occidentale a prescindere dai diversi sistemi elettorali che li caratterizzano. Un sistema in cui il centro politico, indipendente da entrambi gli schieramenti, non può resistere a lungo. A quel punto, il centro può allearsi con uno dei due schieramenti, per condizionarne gli orientamenti (esperienza fallita in Gran Bretagna e in Germania) oppure può puntare sulla dissoluzione dell’uno o dell’altro, per ereditarne la leadership (esperienza disastrosa per il centro francese). Per Casini-Montezemolo ripassare l’anno prossimo… In quanto alle nuove offerte politiche, queste ci sono state e ci saranno. Ma, fatto oggettivamente confortante, si collocano tutte sul versante della politica democratica o, come Syiryza in Grecia, rivendicando le prerogative inalienabili della democrazia stessa rispetto a intollerabili pressioni esterne oppure, come i Pirati e i nostri grillini, riscoprendo le condizioni di un suo corretto esercizio rispetto alle manipolazioni e ai riti sempre meno comprensibili del politicantismo. E, dunque, niente “camicie brune”all’orizzonte (abbiamo, nel passato, sopravvalutato il rinascere della destra neonazista in Germania, non ripetiamo lo stesso errore con Alba dorata…) piuttosto ragazzi che riscoprono la politica sul web o manifestando per le strade in Grecia. Una rivoluzione culturale che appartiene tutta ai nuovi ceti medi quelli che, negli ultimi decenni, hanno riscoperto la democrazia attraverso i valori e che oggi sono, insieme, le vittime e i protagonisti della grande crisi europea. risulti possibile risolvere tutte le problematiche precedentemente evidenziate; e, soprattutto, risulti possibile risolvere il problema della disoccupazione strutturale che la logica di funzionamento del “libero mercato” tende ad allargare sempre più ed a rendere inefficaci le tradizionali misure di politica economica. Bisogna far presto, perché come recitava a mo’ di sinistro presagio oltre duecento anni fa un drammaturgo irlandese (Oliver Goldsmith): “Guasto è il mondo, preda di mali che si susseguono,/dove la ricchezza si accumula e gli uomini vanno in rovina”. CULLA A partire da quest’anno, almeno in casa Morandini e dintorni, il 2 giugno, si festeggerà ben due volte. Infatti è proprio in questa data che è arrivato ad allietare casa Morandini, il piccolo Alessio. Ai fortunati genitori, mamma Paola e papà Matteo, gli auguri dell’Avanti! della domenica e della direzione del partito. Redazione e amministrazione P.zza S. Lorenzo in Lucina 26 – Roma Tel. 06/68307666 - Fax. 06/68307659 email: [email protected] Impaginazione e stampa Le elezioni francesi La livella Vincenzo Iacovissi I l secondo turno delle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea nazionale francese si conclude con un esito largamente previsto e sperato, ossia con la conquista della maggioranza assoluta da parte del Partito socialista, circostanza che mette al riparo la stabilità del Governo, presieduto – ai sensi dell’articolo 9 della Costituzione del 1958 – dal Presidente Francois Hollande. I risultati scaturiti lo scorso fine settimana dalle urne d’oltralpe ci spingono ad ulteriori considerazioni. Anzitutto, si dimostra l’incidenza del meccanismo elettorale a doppio turno, in grado – anche questa volta – di fiaccare la forza delle formazioni c.d. antisistema ovvero agli estremi dello schieramento politico, se è vero che il temuto Front National di Marine Le Pen ottiene solamente due deputati in Assemblea, a fronte di percentuali elettorali “da brivido” (17,90%), conseguite al primo turno delle elezioni presidenziali. L’aspetto, forse, più interessante è costituito, però, dalla contemporanea estromissione dal Parlamento di alcuni tra i più rilevanti esponenti politici che negli ultimi anni hanno esercitato notevole influenza istituzionale. Tra i casi più eclatanti vi è, di sicuro, quello di Ségolène Royal, punta di diamante del Partito socialista, contrapposta senza successo nel 2007 a Nicolas Sarkozy per la corsa all’Eliseo, ed ex moglie dell’attuale Presidente Hollande. La Royal correva non solamente per la riconferma parlamentare, ma anche, e soprattutto, per l’investitura a Presidente dell’Assemblée nationale. Ed invece, viene sconfitta nel collegio di La Rochelle dal dissidente socialista Olivier Forlarni. Non è questa l’unica caduta “di peso”: anche per Francois Bayrou – leader, forse troppo enfatizzato, del centrismo francese – si chiudono le porte del Parlamento. In sua compagnia, senza scranno da deputato, anche la stessa Marine Le Pen, icona del viscerale e brutale estremismo di destra; che non riesce a prevalere nel difficile collegio di Pas-de-Calais, al contrario di sua nipote ventiduenne, Marion Maréchal. Casi altrettanto significativi si registrano tra le file del centrodestra, laddove un certo numero di ex Ministri di Sarkozy non ottengono la riconferma e rischiano di scomparire dalla scena politica, almeno per un po’. Da queste piccole note emerge in maniera chiara la portata del collegio uninominale, soprattutto se inserito nell’ambito di una formula elettorale maggioritaria a doppio turno. La competizione “corpo a corpo” per la conquista di un seggio – rappresentativo di un’area territoriale di ridotte dimensioni – diviene difficile per tutti i candidati in lizza, anche per coloro che, in virtù della loro notorietà o degli incarichi rivestiti, sarebbero, sulla carta, favoriti. In termini provocatori, quindi, si può considerare il collegio uninominale come una livella, intesa nel senso di uno strumento che pone in tendenziale parità i contendenti per lo scranno elettivo, e che, di conseguenza, risulta idoneo a consentire l’elezione di outsider contro avversari più blasonati, come avvenuto in Francia, appunto. Se si calassero, sic et simpliciter, simili argomentazioni nel contesto italiano, il risultato sarebbe, inevitabilmente, distorto, per ragioni, insieme, sistemiche (il differente meccanismo elettorale) e culturali (struttura dei partiti). Ma nel dibattito in corso – non si sa quanto realmente – sulla modifica della legge elettorale, al fine di congegnare un diverso meccanismo di trasformazione dei voti in seggi, degna di considerazione dovrebbe avere – a modesto avviso di chi scrive – anche la capacità selettiva del collegio uninominale, perché attraverso esso si rendono “contendibili” le elezioni (nella maggior parte dei casi) e si riduce il rapporto fra elettori e rappresentanti, oggidì spezzato dalla prospettazione di listoni bloccati dall’alto. Sottoscrizioni versamento su c/c postale n. 87291001 intestato a Nuova Editrice Mondoperaio srl P.zza S. Lorenzo in Lucina 26 00186 Roma Chiuso in tipografia il 20/6/2012 L.G. Via delle Zoccolette 25 – Roma Ufficio Abbonamenti Roberto Rossi 1 copia € 1,50 - 1 copia arretrata € 3,00 Aut. Trib Roma 555/97 del 10/10/97 La riproduzione è consentita a patto che sia citata la fonte. Il materiale ricevuto non viene restituito. www.partitosocialista.it DELLA DOMENICA 3 www.partitosocialista.it ANNO XV - N.25 - DOMENICA 24 GIUGNO - 2012 “Patto dei democratici e dei progressisti” e primarie, un dibattito aperto Risposta alla Lettera aperta di Alberto Benzoni per la ricostituzione di un’area socialista Siamo socialisti e non ci nasconderemo Le nostre proposte e idee per salvare la democrazia Roberto Biscardini passato, ma perché crediamo nella sua capacità di rinnovarsi e rispondere concretamente agli obbiettivi di giustizia sociale e libertà che sono parte della sua storia e quindi del suo presente. Negli ultimi decenni in Italia, ma anche nel resto del mondo, il socialismo è stato spesso dipinto come un “relitto inutilizzabile del passato”. E la nostra voce “pregiudizialmente irrilevante”, come dice Alberto Benzoni in una lettera aperta pubblicata su queste pagine domenica scorsa. Insomma raffigurati o come i ladri di tangentopoli o come vecchi statalisti socialdemocratici contro il mercato e contro la modernità. Un modo sbrigativo finora, per rendere la parola prima odiata e poi superata. Ma non è così nel giudizio generale dell’opinione pubblica. I maggiori sondaggisti confermano che la rilevanza politica di un partito è data dalla originalità (distintività) delle sue proposte politiche concrete e dalla forza (visibilità) con la quale queste proposte sono sostenute dal suo gruppo dirigente. Come dire, per quanto ci riguarda, non è la parola socialista che non tira, ma la difficoltà di associare la parola, quindi il PSI, a precise proposte politiche, esclusive, ritenute interessanti per almeno una parte dell’elettorato. Cosa non semplice, certamente, fuori dal parlamento, ma è questa una valutazione che ci consente comunque qualche passo avanti e, anche per l’immediato, qualche semplice considerazione. Non si può avere la tessera in tasca del PSI e non far valere la nostra soggettività e la necessità di più socialismo per la società. D’altra parte non possiamo chiedere consensi per il solo fatto di essere socialisti (questo vale sia a livello nazionale che a livello locale), se non caratterizziamo la nostra azione intorno a poche proposte, riconoscibili e ricevibili. Il collegamento ai programmi concreti dei socialisti europei per superare la crisi rappresenta il nostro vero valore aggiunto. Un valore politico molto maggiore del nostro peso elettorale, assolutamente utile a quel che resta della coalizione e anche al PD. Nelle prossime settimane il partito deciderà se presentare un proprio esponente politico, il segretario nazionale, alle primarie aperte. Qualunque scelta si farà, sarà politica e motivata. Ma una cosa è certa, qualunque sia la decisione, dovremo mettere in campo il nostro essere socialisti, il socialismo europeo e le nostre proposte socialiste. Da questo campo non potremo muoverci. Sia nel caso si decidesse di presentare le nostre proposte come “alternative” a quelle di Bersani, sia nel caso si decidesse di schierarci con lui, sostenendo la sua leadership di governo come quella più credibile per costruire una sinistra democratica nella prospettiva del socialismo europeo. N ella pericolosa incertezza del momento, Bersani ha proposto un “Patto dei democratici e dei progressisti” e primarie aperte tra coloro che condivideranno quel patto. Qualcosa di più delle primarie del PD e qualcosa di meno delle primarie di coalizione. D’altra parte stabilire coalizioni senza ancora conoscere la legge elettorale non è facile, ma fermi non si può stare. Con ciò ha spiazzato gli alleati e le sue correnti interne. E pur ammettendo che ci sono ancora “molte contraddizioni” ha deciso di dettare i tempi. Una sorta di guerra preventiva, obbligando coloro che vorranno correre contro di lui a tirare fuori le carte. Non a caso, la vera notizia non è stata “il PD fa le primarie”, ma “Bersani si candida”, “per mettere in movimento la forza dei progressisti e non lasciarla spettatrice di acrobazie altrui”. Il patto verrà proposto ai “Partiti di un centrosinistra di Governo”, ma anche ad associazioni, liste civiche, sindaci e amministratori, eccetera. Un modo per presentare da subito un profilo chiaro e di governo, e obbligare gli altri a fare chiarezza. Il PD, che ha dato prova di responsabilità dando il via libera al governo Monti, sa di non poter tornare indietro, ma deve fare chiarezza a sinistra. Soprattutto con IDV e SEL che, pur per calcoli politici diversi, sono all’opposizione del governo, ma con un piede mezzo dentro ed uno mezzo fuori dalla coalizione. Altro che foto di Vasto. Il PSI invece la fiducia al governo l’ha votata e sta nel centrosinistra con cultura di governo da sempre. Il documento di Covatta e Nencini, in occasione del 120° anniversario della Fondazione del PSI, fa giustizia di alcune nostre incertezze. In sintesi. Nel contesto della crisi economica internazionale riprende il suo ruolo il socialismo europeo, il secolo socialdemocratico non è morto. Occasione buona per superare l’anomalia italiana rispetto alla dialettica politica europea, superando quel bipolarismo agonistico tra una destra e una sinistra immaginarie, incarnate da soggetti dall’identità confusa. La profondità della crisi, dopo decenni di assoluta distanza, riavvicina, anzi fa coincidere l’identità socialista con la necessità di politiche socialdemocratiche. Quindi l’appello: “In questa prospettiva è decisivo che le forze della sinistra democratica e riformista si uniscano fra loro e si riconoscano finalmente nel Partito del socialismo europeo senza ulteriori ambiguità”. Non è un ultimatum, ma un giusto e adeguato appello politico. Che implica alcune cose. Prendere atto oggi, con maggiore forza di ieri, che se abbiamo difeso il socialismo, in tutti questi anni, non lo abbiamo fatto per nostalgia del nostro Franco Bartolomei C arissimo Alberto, l’appello lanciato assieme a Luigi Covatta è figlio di questo tempo. Ovunque si è riaperta la ‘questione sociale’ come vivessimo gli anni di fine Ottocento. Allora gli albori della impetuosa crescita industriale in Europa e la carenza di diritti sociali e civili, oggi una terribile crisi provocata dalla finanza internazionale e dal crollo della politica e delle sue responsabilità. Con una differenza: chi si dibatte in condizione di bisogno sceglie soluzioni di estrema destra e/o di estrema sinistra e imbocca ‘originali’ strade antipolitiche. In Italia, allo smantellamento di pezzi del vecchio welfare non ha corrisposto una ricostruzione dello stato sociale adeguata ai cambiamenti profondi di questa Italia. Giovani senza lavoro e senza protezioni, anziani sempre più vecchi, donne solo parzialmente presenti nel mercato del lavoro, mondo della conoscenza in tilt. Non giudico tutte le soluzioni che leggo appropriate a governare un ciclo diverso, un’Italia diversa, la rivoluzione che incede sul nostro cammino. La cultura che si richiama al binomio ‘giustizia-libertà’ mi convince di più rispetto al connubio egualitarismo-democrazia. Perché tra i suoi ingredienti vi è il merito, perché la spesa pubblica non è più illimitata, perché diritti e doveri vanno considerati parte del medesimo nocciolo. Hai ragione: il silenzio che ci circonda non è dovuto alla irrilevanza delle nostre idee. È dovuto invece alla nostra storia recente, alle vicende vissute e ancora vive nell’immaginario degli italiani. E infine è dovuto al crollo di fiducia nel sistema dei partiti (e noi celebriamo i 120 anni di nascita del nostro!), proprio di quei partiti che hanno promesso paradisi e bengodi e invece hanno ridotto l’Italia a uno straccio. Faccio miei i tuoi suggerimenti. Con l’affetto di sempre. Riccardo Nencini ARIANO IRPINO Il gruppo socialista al Comune di Ariano Irpino ha sollecitato formalmente l’uscita di quattro Enti territoriali dalla società consortile Biogem perché previsto dalla legge finanziaria 2008 e perché ostacolano la partecipazione a bandi per progetti di ricerca. Tre hanno provveduto a farlo (il Comune di Ariano Irpino, la Provincia di Foggia, la Comunità Montana di Ufita). È stato invitato a farlo anche il Comune di Accadia. Il Partito ha informato, poi, che Biogem è un ente “no-profit”, ciò significa che qualunque utile sia realizzato non viene distribuito tra i soci, ma è reinvestito nelle attività di ricerca. Presidente ed Le ragioni di un congresso nazionale P alla costruzione di un grande soggetto politico chiaramente identificato come Socialista . Altrimenti se dobbiamo aderire ad una formula elettorale, come quella che mostra di proporre Bersani, per continuare nella distruzione della identità e della autonomia culturale della sinistra italiana, in pura continuità con la Seconda repubblica, preferisco di gran lunga per un accordo difensivo a sinistra del PD tra le forze che ancora vogliono richiamarsi alle identità storiche della sinistra italiana. In particolare, in questo caso, tra noi Socialisti, SEL e FED. Appare ormai evidente che Bersani lavora esclusivamente al completamento del progetto Partito Democratico come contenitore moderato della maggior parte del centro-sinistra, utile ad una politica di gestione dello stato e dei rapporti sociali esistenti ben lontana da ogni progetto di alternativa di modello In questo senso cerca di realizzare bene lo stesso disegno non riuscito a Veltroni, continuando nell’interpreta- enso che i Socialisti debbano essere contrari ad un accordo con il PD, anche nell’ipotesi in cui Vendola dovesse aderire alla proposta di Bersani di una coalizione elettorale limitata al PD a SeL e ad una lista civica nazionale di appoggio. Questa soluzione sarebbe la morte della sinistra italiana, perché segnerebbe la fine di ogni possibilità di ricostruirla attorno alla riaffermazione di una sua nuova, e finalmente maggioritaria, identità Socialista. Un esito politico del genere ricalca purtroppo quello a cui si rassegna la maggioranza del partito nel documento della Direzione Nazionale contro cui ho votato. Infatti a Bersani non si risponde rilanciando una proposta di programma finalizzata a ricostruire una soggettività politica Socialista, ma si annuncia di voler essere parte di primarie congegnate sullo schema di un Neo-Ulivo troncato a sinistra ed aperto al centro. Sono quindi favorevole ad un accordo con PD e SEL solo se avviene attorno DELLA DOMENICA zione fedele delle linee di indirizzo generale che muovono il sistema politico dopo la fine della prima repubblica. Si tratta a ben vedere di una linea nettamente contrastante, nella diversa qualità dei suoi obiettivi, da quella che noi vogliamo affermare della costruzione in Italia di una nuova grande forza Socialista, capace di rendere la sinistra italiana protagonista di un progetto di trasformazione democratica degli assetti economici e sociali in grado di rispondere su un terreno di riequilibrio sociale alla crisi verticale del modello di crescita fin qui affermato con la finanziarizzazione e la terziarizzazione delle economie sviluppate. Siamo quindi di fronte a due distinte linee politiche, che avranno una valenza di lungo periodo in quanto il sistema politico è giunto ad una fase di inevitabile ridefinizione dei proprio assetti, rispetto alle quali il Partito socialista deve assumere una scelta che vincolerà il partito negli anni a venire. Queste sono le ragioni della nostra richiesta di tenere il Congresso Nazio- nale al più breve. Teniamolo nella chiarezza di tutte le posizioni e verifichiamo se esistono le condizioni per una proposta comune, partendo dalla analisi comune sulla natura strutturale della crisi, recepita anche dal documento della maggioranza di Fiuggi che parla di una crisi di sistema, a cui è necessario rispondere con un mutamento del modello economico - finanziario neo-liberista che ha condotto l’Occidente sul baratro. Questo rende forti le ragioni della unità tra i Socialisti al di là una profonda differenza che si va manifestando sulle scelte politiche di scenario che il Partito dovrà adottare. Penso che questa scelta verrà vissuta da tutti con la consapevolezza comune che la garanzia della identità Socialista nei processi di ricostruzione della sinistra italiana non è un problema nominalistico, ma sostanziale, ed in ogni caso la proposta di Bersani è tutta all’interno di un quadro di sostegno alle impostazioni del governo Monti, ed è in perfetta linea di continuità con il precedente E T T I M A N A L E S O C I A L I S T A SOSTIENI IL TUO GIORNALE Modalità di versamento: Su c/c postale n. 87291001 intestato a Nuova Editrice Mondoperaio srl - Piazza S. Lorenzo in Lucina, 26 - 00186 Roma Bonifico bancario codice IBAN IT46 Z076 0103 2000 0008 7291 001 intestato a Nuova Editrice Mondoperaio Srl (indicare nella causale “contributo Avanti! della domenica”) Ulivo. Noi non crediamo che i giochi siano fatti, ed accettare la proposta Bersani sia divenuto per noi inevitabile . Sono convinto che se il Partito Socialista tiene duro contro l’accordo con il PD il progetto iniziale di Sinistra e Libertà potrebbe divenire ancora recuperabile. Il centro-sinistra nuovo a cui guarda Bersani non è, infatti, l’unione di Prodi, ma il progetto Veltroni perfezionato, e se Sel aderisse a questo disegno rischierebbe di spaccarsi. Vendola sarà quindi costretto a scegliere, ed in quel momento si aprirà uno spazio nuovo per noi, soprattutto se sapremo tenere il no alla proposta di Bersani, per poter rendere possibile il recupero della proposta originaria di Sinistra e Libertà. Un Ragionamento analogo vale per la FED in cui Ferrero, padre della nuova svolta unitaria della Fed, tiene coerentemente la contrarietà alla proposta Bersani, ed il comico Comunista identitario Diliberto in nome della vecchia solidarietà con D’Alema, come ai tempi di Cossutta, gioca di sponda con Bersani. mondoperaio rivista mensile fondata da pietro nenni S amministratrice di Biogem è, dal 2009, una biologa: la dott.ssa Alfonsina Porcello. Finora, dal 2002 al 2006, la società consortile ha investito un milione e 400.000 euro, più altri 600.00 euro nel 2012, “per interventi che hanno notevolmente aumentato il valore della ‘Palazzina telematica’ affidata in locazione al Comune di Ariano Irpino”. Per il futuro la Biogem, “le cui attività rinvigoriscono di molto la vita culturale e spirituale della comunità”, si impegna ad assicurare alla Città la presenza residenziale di 80 studenti universitari e di numerosi ricercatori per proseguire nel suo impegno. maggio 2012 5 editoriale Alberto Benzoni Cambio il lascito di cafagna Giorgio Napolitano Politica e cultura Giuliano Amato Una persona straordinaria Michele Salvati I pezzi dell’Italia Giorgio Ruffolo La politica malata Enrico Morando Crisi fiscale e Costituzione Ernesto Galli della Loggia Il plusvalore della politica Giancarlo Bosetti Il miracolo dell’Unità Paolo Pombeni La slavina infinita Paolo Franchi L’ilarità degli abissi Luigi Covatta Da una partitocrazia all’altra saggi e dibattiti Giuliano Parodi Berlinguer e la democrazia liberale Carlo Scognamiglio Il Dio che ha vinto Mario Serpillo L’economia primaria Edoardo Crisafulli Le leggi della guerra asimmetrica socialismo europeo Jacques Delors L’alternativa Tommaso Gazzolo Il fantasma di Mitterand Patrick Diamond e Michael Kenny Liberalismo sociale e laburismo dossier/gramsci e turati Marco Gervasoni I due carceri Nico Berti Illuminismo e messianismo Gianluca Scroccu La conversione al comunismo biblioteca/scheda di lettura Dario Alberto Caprio La sinistra dei giovani le immagini di questo numero Monzino e la fotografia del racconto www.mondoperaio.it DELLA DOMENICA 4 www.partitosocialista.it ANNO XV - N.25 - DOMENICA 24 GIUGNO - 2012 Le dichiarazioni di Nencini, Craxi, Cefisi Per risparmiare resteranno solo quelli nei capoluoghi di provincia Dopo il voto in Grecia la Merkel è senza alibi Chiudere tribunali aiuta la giustizia? Enrico Ricciuto P er molti anni gli italiani sono stati informati dagli addetti al settore giustizia, che il cattivo funzionamento del servizio, in particolare nel settore civile, era determinato dalla carenza di strumenti e di risorse. Invero, se le circoscrizioni dei Tribunali erano quelle fissate prima della guerra, con una popolazione numericamente di gran lunga inferiore a quella attuale, diversamente dislocata sul territorio e con degli organici degli operatori del diritto totalmente insufficienti, stabiliti con decisioni vecchie di 50 anni e mai più aggiornate, era ed è evidente che parlare di incremento di risorse e di organici, così come previsto dal Governo Prodi e dal Ministro della Giustizia Mastella nella precedente legislatura, era una necessità indifferibile. Da quegli anni e da quelle riflessioni, sembrano essere trascorse ere geologiche, laddove le decisioni dell’attuale Governo Monti, in scia con quelle del precedente governo Berlusconi, sono indirizzate in direzione totalmente opposta. La giustizia è lenta? Sopprimiamo i Tribunali. I processi durano troppo? Sopprimiamo l’Appello e stabiliamo un filtro che scoraggi i cittadini ad impugnare le sentenze. Pensi di aver diritto ad agire in giudizio? Devi pagare il mediatore, un soggetto assolutamente privo di cognizioni giuridiche, al quale pagare “il pizzo” per poi potere agire in giudizio. Naturalmente tutte le tasse in materia di contenzioso sono state raddoppiate. Se, sino ad oggi, la dislocazione dei Tribunali era generalmente basata sulla densità abitativa e sull’estensione territoriale, il governo Monti ha deciso che basta un Tribunale per ogni capoluogo di provincia. Da gennaio il Tribunale di Napoli servirà, per la materia civile e penale, una popolazione come quella della intera Toscana ed Emilia Romagna, ove rimane un Tribunale per ogni capoluogo, con problemi, ovviamente, ben più gravi di Toscana ed Emilia Romagna. Il Tribunale di Torre Annunziata avrà un bacino di utenza di popolazione grande quanto la Basilicata. Vi saranno anche Tribunali che serviranno popolazioni di Regioni diverse e gli abitanti delle isole dovranno recarsi sulla terraferma per avere giustizia. Una irrazionalità pari a quella del ministro Castelli, che non voleva assumere i vincitori del concorso ad ufficiale giudiziario (solo quelli del Sud), perché il loro lavoro poteva essere svolto dai postini. I postini che ti portano la raccomandata e ti pignorano la casa (robe padane per intellettuali laureati a Tirana in un solo anno). Naturalmente, gli ufficiali giudiziari del Sud laureati e vincitori di concorso, avrebbero potuto fare i postini. Da dicembre, gli avvocati che avevano lo studio in una città sede di sezione distaccata di Tribunale, in molti casi dovranno percorrere anche 80, 100 chilometri per raggiungere il Tribunale più vicino. Ma quanto risparmierà lo Stato grazie a questa decisione? Le valutazioni più ottimistiche riferiscono di 50 milioni di euro di vantaggio, altre valutazioni riducono il risparmio a soli 20 milioni di euro. Ma i costi di una simile decisione? I processi delle sezioni distaccate non ingolferanno i Tribunali di capoluogo? Se il personale rimarrà invariato, anzi si ridurrà perché da quindici anni non si tengono i concorsi per cancellieri e da dieci anni quelli per ufficiali giudiziari (a Napoli in dieci anni il personale di cancelleria si è dimezzato), se le strutture saranno ridotte, non aumenterà a dismisura il ricorso alla legge Pinto per il risarcimento dei danni per l’ingiusta durata dei giudizi? Ma a questo sembra che il ministro Severino abbia già pensato: trasformare il risarcimento danno in equo indennizzo, un’altra, l’ennesima, violazione della Costituzione che farà precipitare, ove ancora possibile, il nostro Paese nelle classifiche internazionali sulla giustizia. Con un piccolo corollario in materia penale: allungando i tempi del processo penale sarà più facile ottenere la prescrizione dei reati, forma di amnistia mascherata per gli imputati più abbienti. A questo punto, l’amnistia vera, è sicuramente una questione di civiltà. BREVI VENEZIA Il Psi di Venezia, col sostegno delle altre forze politiche, ha presentato una richiesta per istituire la Città metropolitana del Comune di Venezia. Essa viene fatta sulla base dell’art. 23 Legge 214/ 2011, dell’art. 23 Legge 42/2009 e dell’art. 114 della Costituzione. L’obiettivo è quello di semplificare e razionalizzare l’articolazione territoriale della Repubblica e del sistema istituzionale e amministrativo. Come noto l’attivazione delle Città Metropolitane deve essere contestuale alla cessazione delle Provincie per evitare dispersione di risorse e sovrapposizione di funzioni e poteri tra gli Enti Territoriali. Pertanto la Commissione Consigliare Città Metropolitana ha provevduto a promuovere un ampio confronto con Regione, Provincia e Comuni veneziani, sindacati e i rappresentanti di categoria, per definire una proposta di Statuto per l’individuazione e l’allocazione dei poteri, funzioni e risorse delle Città Metropolitana e dei Comuni Metropolitani, da sottoporre all’approvazione dei costituendi organi di Governo Metropolitano. MODENA “Il Decreto legge sulla ricostruzione va integrato con il riconoscimento e l’inserimento delle aree del modenese colpite dal grave terremoto (che a maggio ha colpito l’Emilia Romagna) nelle “zona franca urbana”. Inoltre il territorio deve essere escluso dalla tassazione diretta (IRPEF-IRES-IRAP) e dai tributi locali per un periodo di cinque anni”. Questo quanto dichiarato in un comunicato stampa da Mario Cardone, del Psi di Modena. “Il territorio modenese – aggiunge - è sede di importanti distretti industriali e l’effetto “domino” proveniente dall’area colpita è rilevabile nell’intera provincia, con la previsione di un importante calo del PIL, perdite di mercato ed effetti devastanti sull’occupazione, già in forte sofferenza”.“Uno dei problemi primari è l’accesso al credito, per ripartire. Il Decreto - conclude Cardone- deve contenere una particolare attenzione al finanziamento bancario, da erogare con tempestività ed efficacia e con tasso uguale a quello pagato alla BCE”. Lettere I cartelli elettorali non funzionano Non sono per niente d’accordo con Luigi Iorio (n° 24), circa il fare “cartello elettorale” con altre forze politiche. Alla mia età (sono iscritto al Psi dal 1973 ed all’epoca ero prossimo ai 30 anni di età) mi ritengo maturo a sufficienza per risponderti con questi argomenti. Non sono un “tifoso chiassoso” e tanto meno ho interessi personali nel partito. Non ho mai chiesto un “posto” al Psi, mentre mi sembra che altri lo siano. Difatti da 20 anni “facciamo cartello” e siamo arrivati all’uno per cento scarso e senza rappresentanza in parlamento e con scarsa presenza nelle assise regionali, provinciali e comunali. Se non abbiamo “i numeri” non chiediamoli agli altri; facciamo una seria autocritica di come è stato “gestito” il Psi in questi anni. Dimmi cosa contiamo al comune di Milano con il compagno Biscardini in consiglio comunale? A proposito è possibile vedere pubblicato sul nostro sito il numero dei voti - e raffronto con le precedenti votazioni del medesimo tipo di tornata - che i candidati Psi hanno raggiunto? Per ultimo ti ricordo che la legge dello sbarramento al 4% per le ultime europee l’hanno voluta il PD (Veltroni) e il PDL (Berlusconi); e fin’ora su questa posizione il Pd è ben convinto di restarci. Se pensi che il PD ci dia “spazio politico”, deve dimostrarlo prima delle elezioni. Come? semplice. Invitando i PERUGIA Si è tenuto, venerdì 15 giugno scorso, all’Etruscan Chocohotel, a Perugia, un incontro dei segretari regionali del Partito socialista italiano di Umbria, Marche, Abruzzo, Toscana e Lazio, accompagnati dai rispettivi consiglieri e assessori regionali, per definire un percorso organizzativo e di elaborazione di proposte e di documenti, in vista della conferenza politico-programmatica delle Regioni del centro Italia, il cui svolgimento è previsto per quest’autunno. “Il Partito socialista della cosiddetta Italia di Mezzo, così come concordato con il segretario nazionale Riccardo Nencini, ha ritenuto importante promuovere questo incontro - spiega Silvano Rometti, membro della segreteria nazionale del Psi - consapevole che la collaborazione politica, ma soprattutto istituzionale, tra queste cinque realtà sarà sempre più necessaria per fornire in maniera efficiente risposte ai cittadini, utilizzare in modo ottimale e coordinato i servizi offerti dalle Regioni e per realizzare opere infrastrutturali urgenti”. [email protected] “conduttori televisivi” che gli fanno da portavoce (Floris, Lerner, Santoro etc.) nelle loro trasmissioni, e essere un pò più “democratici”, chiamando esponenti del PSI, almeno quando parlano di questo partito! Sostenere che nelle liste dove saremo presenti con il Pd questi ci diano “spazio” è semplicemente pura illusione. Non è mai successo. Maurizio Quirico - Bergamo Caro Maurizio, ti invito a leggere meglio ciò che ho scritto. Io ribadisco che il psi si presenterà alle prossime elezioni con il proprio simbolo al 100%. Aggiungo però che, se dovessero inserire uno sbarramento alto e truffaldino tipo al 5%, personalmente non voglio fare corse ipotetiche ed autodistruttive. Per quanto riguarda i dati delle ultime amministrative se vorrai richiederli al responsabile ee. ll Gerardo Labellarte, ti invierà tutti i dati Comune per Comune, e ti assicuro che non sono affatto negativi.In ultimo ti ricordo, visto che insisti sulla nostra vicinanza al PD, che io parlo nell’ articolo di alleanze a sinistra del PD e non con il PD. Fratenamente Luigi Iorio P.S a Milano pra abbiamo un consigliere Comunale PSI iscritto al partito, se avessimo presentato la lista nessuno... Punti di vista. “L a Grecia ha scelto l’Europa. Adesso la Germania e l’Europa non hanno più alibi: la Grecia non va lasciata sola”. È il commento di Riccardo Nencini, al voto di domenica 17 in Grecia. “In Europa ha vinto la responsabilità: fuori la Le Pen dal Parlamento in Francia ed en plein dei socialisti che rafforza il ruolo di Hollande; una nuova maggioranza europeista in Grecia, dopo i disastri e le bugie della destra che hanno portato il paese sul baratro. Sarà il primo segno contro il populismo e la demagogia?”. Lo stesso tema viene ripreso da Bobo Craxi. “Nella seconda tornata legislativa in Francia e in Grecia è significativa l’affermazione di una posizione socialista e riformista. Sconfitte, ad un tempo, aggiunge il responsabile esteri del Psi - il populismo demagogico della sinistra radicale e le posizioni più estreme del liberismo monetario: una lezione per il nostro Paese, refrattario verso autentiche concezioni socialiste o socialdemocratiche come invece av- viene nel resto del continente europeo; una lezione per i demagoghi che sperano in un incasso elettorale indotto dalla crisi; una lezione per chi si ostina a considerare un Governo extraparlamentare come la panacea dei nostri mali. Il voto democratico, ha rafforzato l’Europa, spingendola verso un cambiamento necessario. E così accadrà anche in Italia”. Per Luca Cefisi “i socialisti italiani condividono il sollievo generale per la prospettiva, dopo due successive tornate elettorali e una lunga crisi politica, di un governo di coalizione ad Atene che contribuisca alla tenuta dell’euro e dell’Unione Europea. Possiamo aggiungere che senz’altro, se si fosse ascoltata la proposta coraggiosa di Georges Papandreu, allora primo ministro greco, di tenere un referendum, quel referendum sarebbe stato vinto, e la Grecia e l’Europa si sarebbero risparmiate molte preoccupazioni. La democrazia è sempre la sola via maestra, mentre le decisioni dei tecnocrati sulla testa della gente non portano a niente di buono”. >> DIRITTI & LAVORO POSTAZIONI MOBILI NELLE ZONE COLPITE DAL TERREMOTO Da lunedì 11 giugno l’Inps ha messo a disposizione a Carpi e a Mirandola alcune postazioni mobili, in grado di fornire tutti i servizi. Nelle sedi mobili è possibile richiedere anche i servizi dell’ex Inpdap. Si tratta di iniziative che vanno ad aggiungersi a quelle già poste in atto dall’Istituto allo scopo di alleviare i disagi per le persone colpite dal sisma, come la circolarità dei pagamenti di tutte le prestazioni pensionistiche, cioè la possibilità per questi cittadini di ottenere il pagamento in contanti presso un qualsiasi ufficio postale del territorio nazionale. MOBILITA’ IN DEROGA È un’indennità che garantisce ai lavoratori licenziati un reddito sostitutivo della retribuzione. Possono beneficiarne: lavoratori licenziati da aziende non destinatarie della normativa sulla mobilità; lavoratori che hanno fruito della mobilità ordinaria e per i quali, sulla base di accordi regionali, è prevista una proroga del trattamento. Spetta a tutti i lavoratori subordinati, compresi apprendisti e a cura di Carlo Pareto<< lavoratori con contratto di somministrazione. La domanda deve essere presentata, tramite modello Ds21 – Cod.Sr05, presso la struttura Inps territorialmente competente, in relazione alla residenza o al domicilio del lavoratore, con modalità anche telematica. Per essere ammessi al trattamento economico occorrono 12 mesi di anzianità aziendale (alla data di licenziamento) presso il datore di lavoro che ha effettuato il licenziamento, di cui 6 mesi effettivamente lavorati, comprese ferie, festività e infortunio. MUORE DI AMIANTO, RISARCITI I FAMILIARI Le patologie asbesto-correlate tornano all’attenzione della cronaca: il tribunale di Velletri ha stabilito un consistente risarcimento per i familiari di una dipendente pubblica, morta di tumore nel 2009. Ora, in base alla pronuncia del Tribunale, il ministero della Difesa dovrà pagare 716mila euro ai suoi familiari. Secondo gli avvocati delle parti civili, si è trattato di una morte che poteva essere evitata se il ministero avesse bonificato per tempo l’amianto presente nella struttura ospedaliera. Giacomo Matteotti Una delegazione del PSI-Federazione dell’Alto Adige, ha ricordato, in occasione dell’88° anniversario della sua morte, Giacomo Matteotti, deputato socialista, rapito e ucciso da una squadraccia fascista il 10 giugno 1924. “Giacomo Matteotti è un personaggio scomodo perché testimonia di come il fascismo sia andato al potere con la violenza e la sopraffazione. É l’emblema della validità della funzione parlamentare. La sua denuncia in aula delle violenze e dei brogli che avevano caratterizzato le elezioni del 1924 costituisce un esempio di esercizio nobile e altissimo del mandato parlamentare. É il simbolo del riscatto socialista. Il coraggio e la morte di Giacomo Matteotti che era segretario del Psu, il partito che organizzava lo spezzone riformista turatiano del movimento socialista stesso, ne rappresentò l’espiazione e al tempo stesso il riscatto”. Così lo descrive Alessandro Bertinazzo, segretario dell’Alto Adige per il Giorgio Ballistreri All’età di 90 anni è scomparso Giorgio Ballistreri, dirigente socialista e uomo politico, padre di Maurizio.Sino all’ultimo ha speso le proprie energie sul versante sociale. I funerali si sono svolti nel Duomo di Messina, dove la figura di Ballistreri è stata ricordata dal prof. Santi Fedele, ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Messina. Alla famiglia Ballistreri il cordoglio della direzione del partiti e dell’Avanti! della domenica. Psi. “Coerente avversario della guerra, socialista riformista serio e concreto - prosegue - impegnato nelle cooperative, negli enti locali, nella difesa delle camere del lavoro, egli rappresentava per la sua gioventù una grande speranza per il movimento socialista italiano. Un episodio lo descrive molto bene. Durante il congresso di Livorno, quello della scissione comunista del 1921, Matteotti, avuta notizia che la Camera del Lavoro di Ferrara era assaltata dalle squadre fasciste, abbandonò il Congresso per recarsi a portare lì la propria solidarietà”. “Del resto, ancor prima del suo rapimento e della sua uccisione, nel Polesine era già stato sequestrato e seviziato dalle squadre fasciste che, evidentemente, non lo avevano affatto scoraggiato o intimorito. Oggi - prosegue - che ricorre l’88° anniversario della sua uccisione lo dobbiamo commemorare, perché ricordarlo sta a significare che l’alternanza di governo non deve modificare i grandi valori che presiedono alla Repubblica e alla Costituzione. Per questo dobbiamo difendere anche i simboli del suo ricordo, le vie e le piazze a lui intitolate”. “L’assassinio freddamente pianificato e perpetrato - conlcude - venne usato dal regime fascista particolarmente in due casi: l’assassinio di Giacomo Matteotti (10 giugno 1924) e quello dei fratelli Carlo e Nello Rosselli (9 giugno 1937). Segnale chiaro che proprio l’antifascismo democratico e antitotalitario del socialismo era il più temuto dai fascisti stessi. Matteotti e Rosselli non sono accomunati solo dalla vicinanza di anniversari ma per l’attualità del messaggio che il socialismo democratico e liberale ci tramanda”.