01 PAG ok copia - Avanti della domenica

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01 PAG ok copia - Avanti della domenica
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DELLA DOMENICA
[email protected]
ANNO XV - N. 25
DOMENICA 24 gIugNO 2012
SPED. ABB. POST. - DL 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 Art.1, Comma 1, DCB) ROMA
TAXE PERCUE - TASSA RISCOSSA - ROMA ITALY
EURO 1,50
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Le proposte dei socialisti
Lo scontro danneggia tutti
Rilanciare
lo sviluppo
Fornero e Mastrapasqua
al peggio non c’è fine
Riccardo Nencini
Silvano Miniati*
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su questo giornale che oltre 300 mila
lavoratori si sarebbero venuti a trovare in una situazione drammatica,
dovendo scontare lunghi periodi durante i quali si sarebbero trovati senza lavoro, senza la copertura di ammortizzatori sociali e senza pensione.
Nelle settimane successive, sono tornato più volte su questo argomento,
accusando esplicitamente Elsa Fornero non solo di ignorare o di nascondere i dati, ma soprattutto di una
pervicace arroganza nel negare ogni
confronto con i sindacati, con il risultato di danneggiare gravemente il
governo del quale continua a fare
parte.
Sarebbe stato sufficiente un solo incontro per permettere a chi la materia pensionistica la maneggia ogni
giorno per dimostrare al ministro e ai
suoi collaboratori che le loro stime
non stavano in piedi.
Va detto che in quei giorni Fornero e
Mastrapasqua marciavano all’unisono, lei tutta proiettata a tagliare le
pensioni e i diritti dei lavoratori, lui
sempre alla ricerca di un falso invalido da sbattere in tv con l’intento di
far dimenticare la condizione sempre
più inumana nella quale vivono misegue a pagina 2
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La crisi fa rinascere la Politica
Alberto Benzoni
quello greco, dopo che le consultazioni precedenti non avevano consentito
di dar vita a un governo.
Una consultazione ordinaria in un paese a sovranità piena e indiscussa. Una
consultazione straordinaria in un paese a sovranità limitata. Difficile trarre,
allora, da rispettivi risultati indicazioni univoche. E, allora, per capire cosa
sta accadendo in un’Europa percorsa
dalla crisi è bene allargare il nostro
campo di riferimento ad altre consultazioni elettorali, questa volta amministrative, tenutesi nel corso del 2012 in
Germania, Inghilterra e Italia. Interrogandoci, in tale quadro di riferimento:
sull’evoluzione dei rapporti di forza
tra centro-destra e centro-sinistra e all’interno di questi due schieramenti
sullo stato di salute delle forze di cen-
tro e, infine, sul possibile emergere di
nuove offerte politiche.
Sul primo punto, il segnale è assolutamente generale; c’è uno spostamento
del consenso da destra verso sinistra o,
più esattamente dall’area Ppe verso
l’area Ps (unica eccezione, la Grecia,
dove lo spostamento a sinistra, in voti,
se non in seggi, ha favorito le formazioni più radicali; ma perché il Pasok,
con il suo leader Papandreu, erano stati “suicidati”dal duo Merkel-Sarkozy
e dai loro complici locali).
A pesare, l’astensionismo dei ceti medi una volta “moderati”, ma oggi colpiti dalla crisi. Si aggiunga che a sinistra il peso delle componenti socialdemocratiche si accresce quasi ovunque
a spese di quelle più radicali: così in
Francia (dove la galassia comunistatrotskista-anticapitalista è oramai sotto al 10%); così in Germania, (dove la
Linke rimane una forza consistente solo nella ex Rdt); così in Italia dove,
segue a pagina 2
Riscopriamo le idee di Jundt
Contro la crisi
un riformismo ‘attivo’
Gianfranco Sabattini
N
el corso del 2010 è venuto a mancare Tony Judt, storico e socialista democratico londinese. Sino all’ultimo dei suoi giorni, malgrado la
grave malattia che lo affliggeva, non
ha mai cessato di scrivere e di pensare
da socialista, sempre accompagnato
dalla “fantasia idealistica”, acquisita
nella dura esperienza del suo impegno
nei Kibbutz, di poter contribuire a realizzare un socialismo comunitario attraverso il lavoro. Prima di morire ha
dato alle stampe un ultimo libro, da
poco pubblicato in Italia col titolo
provocatorio di Guasto è il mondo. Si
tratta di un libro “scritto per i giovani”, fortemente “indignati” per la situazione di crisi generalizzata che le
vecchie generazioni stanno lasciando
loro in eredità. Il libro è stato scritto
con la speranza che i giovani sappiano
riscoprire il gusto del dibattito sul
confronto dei termini del binomio destra/sinistra. Ciò perché, secondo
Judt, sin dagli anni Settanta, il dibattito su questo confronto ha perso gran
parte del suo significato originario, ridotto allo scopo quasi banale di offrire solo un punto di riferimento a chi
vuole criticare l’esistente.
Questo è potuto accadere perché nel
corso degli ultimi decenni è stato trasformato in virtù il perseguimento del
solo interesse materiale e personale,
ridotto ormai ad unico fine che la società politica deve con l’attività di governo poter rendere perseguibile. Il
materialismo e l’egoismo del mondo
contemporaneo non sono però valori
intrinseci alla condizione umana, in
quanto l’ossessione per l’accumulasegue a pagina 2
L
Le elezioni dall’Italia a Gran Bretagna, Germania, Francia, e Grecia
omenica 17 giugno. Conclusione
Italia è in cerca del filo
icordo che appena vennero preD
del ciclo elettorale francese, con
L’
d’Arianna per uscire dal
R
sentate le proposte di riforma di
il secondo turno delle politiche. E di
labirinto della crisi.
Elsa Fornero sulle pensioni, scrissi
Sconfiggere il Minotauro non
basta, serve trovare la via d’uscita e ritornare alla luce. La politica deve riprendere in mano il
filo e tenderlo.
La fotografia dell’oggi dice che
il governo Monti ha impostato
bene le politiche di rigore, ma è
in ritardo con i progetti per rilanciare lo sviluppo. Mai visto
un Paese uscire dalla crisi abbattendo la spesa pubblica con il taglio di stipendi e di pensioni,
perché in casi come questo cresce la spesa sociale (salvo lasciare i bisognosi al loro destino) e
non si favorisce la circolazione
di denaro.
François Hollande ha vinto in
Francia perché si è opposto a
un’idea di Europa fondata solo
sul rigore finanziario e ha rilanciato nel dibattito politico nuove
priorità: crescita, sviluppo,
equità, giustizia sociale. Con un
programma palesemente riformista, in cui emerge la scelta di
spostare il peso della crisi economica su coloro che più possiedono e che possono contribuire in
misura maggiore.
In Italia siamo stati i primi e
siamo ancora tra i pochi (anche
a sinistra) a chiedere al governo
di introdurre una tassa sui grandi patrimoni. Continueremo a
batterci perché il rilancio dell’Italia passi da nuove politiche
fondate sull’equità e sulla giustizia sociale.
Abolendo l’Imu sulla prima casa
e sostituendone il gettito con una
patrimoniale sulle grandi ricchezze e tassando le transazioni
finanziarie, unica via per diminuire la pressione fiscale sugli
stipendi, sostenere la piccola e la
media impresa, favorire nuove
forme di occupazione giovanile.
È la proposta che porterò, di
nuovo, al vertice del PSE di fine
giugno.
I nostri eletti, gli amministratori
socialisti di tutta Italia, presenteranno nelle assemblee elettive
proposte che vanno in questa direzione. Una mobilitazione nazionale che ha l’obiettivo di rilanciare un nuovo protagonismo
degli enti locali, restituendo loro
una maggiore autonomia, allentando i vincoli del Patto di stabilità in modo da sbloccare gli investimenti e far ripartire lo sviluppo sul territorio.
Altro capo del filo riguarda la
partecipazione, con la proposta
di concedere il voto ai sedicenni
nelle circoscrizioni e favorire
nuove forme di partecipazione
sulle questioni di largo interesse,
sull’esempio del ‘débat public’
francese.
L’Italia si cambia coinvolgendo
le sue energie migliori. Liberando il talento, l’entusiasmo, la
creatività delle giovani generazioni, coniugando merito e bisogno, favorendo la crescita in un
contesto di equità e in un perimetro di diritti allargato.
Solo così la politica potrà recuperare la sua funzione primaria,
di strumento indispensabile (e
insostituibile) per orientare le
sorti di una democrazia.
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- Stampa e Tv -
Quello che non
vi hanno detto di noi
Nomine Rai.Nencini:
competenza e merito
“Per le nomine Rai servono curricula adeguati e un’esclusiva valutazione del merito e della competenza”. A dirlo Riccardo Nencini,
secondo il quale “sono questi gli
unici criteri che la Vigilanza deve
utilizzare per valutare i profili
adeguati”. “Prendere in considerazione solo i nomi segnalati dalle
associazioni della società civile
significherebbe escludere a monte
chi ha competenza ma non appartenenza politica”, avverte Nencini.
“E ciò – conclude - sarebbe una
discriminazione”.
Lazio. Sostegno
alle Comunità Montane
“E’ necessario che il Presidente
Polverini e gli assessori Cetica e
Cangemi ricevano immediatamente
i Presidenti delle Comunità Montane e i sindaci dei territori interessati
che si sono incatenati per protesta
sotto la Regione Lazio per avere
chiarimenti in merito all’assestamento di bilancio che ha tagliato
tutte le risorse economiche per le
comunità, mettendo sul lastrico il
personale che si troverà da subito
senza stipendio, bloccando, di fatto,
tutte le attività”. Si legge in una nota
del capogruppo del PSI alla Regione
Lazio, Luciano Romanzi. “Ancora
oggi le Comunità montane continuano a svolgere efficacemente le
proprie funzioni, erogando servizi
essenziali come raccolta differenziata, protezione civile antincendio,
viabilità e polizia locale e la promozione delle produzioni autoctone.
Con la soppressione di tali enti,
sarebbero sacrificate solamente le
piccole realtà di montagna. Pur ritenendo necessario – conclude
Romanzi – che le Comunità montane necessitino di un riordino funzionale, chiediamo rispetto per i dipendenti che hanno ininterrottamente
svolto la loro attività con serietà e
professionalità”.
Liguria. Sanità pubblica,
un diritto che va garantito
Riccardo Nencini risponde
alla lettera aperta di Alberto Benzoni
Le nostre idee
e proposte
per salvare
la democrazia
C
arissimo Alberto, l’appello
lanciato assieme a Luigi Covatta è figlio di questo tempo.
Ovunque si è riaperta la ‘questione
sociale’ come vivessimo gli anni di
fine Ottocento. Allora gli albori
della impetuosa crescita industriale
in Europa e la carenza di diritti sociali e civili, oggi una terribile crisi provocata dalla finanza internazionale e dal crollo della politica e
delle sue responsabilità.
a pagina 3
Alleanze e primarie
Alleanze e PSE
Siamo socialisti, non
ci nasconderemo
Perché chiedere
un congresso
Roberto Biscardini a pag.3
Franco Bartolomei a pag.3
La Regione e l’Asl - afferma la
Commissione salute della Liguria sono sul banco degli imputati, ma chi
sta pagando i disagi sono i cittadini e
la sanità pubblica. Un danno, la
mancata tutela del diritto alla salute,
che gli amministratori non possono
più far ricadere sulla collettività. La
crisi finanziaria delle Asl, è nota da
tempo. Affrontarla, risolverla e
garantire i servizi agli assistiti, in
particolare agli anziani e alle fasce
sociali più deboli, è un dovere. Più
coesione nell’interesse comune dei
cittadini e di tutto il territorio aiuterebbe i tanti cittadini che, della buona
sanità pubblica, hanno bisogno.
Lombardia. Biscardini:
si attenda la magistratura
“Che si sia aperta un’indagine sulla
sanità lombarda mi sembra del tutto
normale, tenendo conto che il budget
della Regione per la sanità è più di
17 miliardi di euro. Che la magistratura indaghi e che faccia in fretta. Ma
le dimissioni delle persone coinvolte
si chiedono quando le responsabilità
sono accertate”
Lo ha dichiarato Roberto Biscardini
segretario del PSI che ha aggiunto:“Il vero limite del sistema lombardo è l’impermeabilità ad ogni
controllo democratico del Consiglio
e dei partiti dell’opposizione”.
DELLA DOMENICA
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www.partitosocialista.it
Fornero
e Mastrapasqua...
Miniati dalla prima
lioni di invalidi veri.
Ora che è scoppiata la polemica sui
dati fatti circolare dall’Inps, il Ministro del lavoro reagisce sostenendo
che in un Paese serio i vertici dell’istituto dovrebbero essere immediatamente rimossi, omettendo però di dire se sempre in un Paese serio sarebbe tollerato un ministro che considera la matematica un’opinione e che
sa dire solo “così è se vi pare”. Questo si chiedono le centinaia di migliaia di lavoratori e pensionati, che
grazie all’impegno di Cgil, Cisl, Uil
e dei sindacati dei pensionati hanno
riconquistato la piazza.
In verità la disputa tra Fornero e il
presidente dell’Inps non mi appassiona più di tanto, considerato anche
che i due hanno gareggiato fino a pochi giorni fa nel sostituire gli effetti
annuncio ai fatti, dimostrandosi del
tutto inadatti a tradurre in pratica anche i pochi impegni che erano stati
loro strappati.
Forse questa sciatteria si verifica anche per mancanza di tempo disponibile, visto che un ministro presente
ovunque, che esterna 4-5 volte al
giorno, ha poco spazio per pensare al
da farsi e che il presidente dell’Inps
deve dedicare sicuramente molto
tempo a ricordarsi dei tanti incarichi
ai quali deve fare fronte.
E’ ovvio che tanti incarichi non possono permettere altro che partecipazioni frettolose e abborracciate, il
che tra l’altro si scarica sul funzionamento dell’Inps che sta progressivamente perdendo anche l’immagine di
istituto efficiente. Ciò non incide sul
bilancio familiare del presidente, che
da quei tanti incarichi riceve compensi ragguardevoli.
Non intendo affatto partecipare alla
disputa su chi tra il presidente dell’Inps e il ministro abbia più ragioni
e più torti e quindi possa essere definito il “meno peggio”. Sono, infatti,
ormai convinto che un governo serio
che puntasse davvero alla difesa del
bene comune dovrebbe chiedere a
entrambi di lasciare i loro incarichi.
Va detto che nessuno, neppure coloro
che come il sottoscritto hanno da
sempre manifestato sfiducia sulla
possibilità che Fornero e Mastrapasqua fossero davvero adeguati a ricoprire i ruoli loro assegnati, può esser
contento della situazione che si è ve-
Contro la crisi
un riformismo ‘attivo’
Sabattini dalla prima
zione di ricchezza, il culto della privatizzazione del settore pubblico, l’insistenza per il ridimensionamento dello
Stato sociale, l’apprezzamento delle
crescenti disparità sociali, l’esaltazione acritica dei mercati liberi da lacci e
laccioli e l’illusione di una crescita
senza fine sono, per Judt, aspetti “non
naturali” degli uomini che risalgono
agli anni a partire dai quali il senso originario del dibattito sul confronto destra/sinistra è stato totalmente smarrito. È giunto perciò il momento in cui
non è più giustificabile che il socialismo democratico continui a conservare una posizione attendista, né è più
giustificabile che contribuisca a preservare molte istituzioni del mondo attuale solo perché ritenute un baluardo
meritorio contro presunte istituzioni
peggiori. Occorre che il socialismo democratico si riappropri della propria
tradizione fortemente riformista, con
cui riproporre il ruolo e la funzione di
uno Stato interventista, onde evitare
nuta a creare.
Si è aperta una polemica che danneggia gravemente Inps e governo e finisce per colpire gli interessi del
Paese e dei cittadini. La situazione di
incertezza genera paralisi e la paralisi produce lesione dei diritti e violazione delle regole.
Pensate alle lungaggini e alle improvvisazioni relative ai controlli
sull’invalidità, alle procedure per accertare l’esistenza in vita dei pensionati italiani residenti all’estero, alle
tante promesse sugli accessi ai dati
con il sistema on-line, al quale però
di fatto non si può accedere.
Pensate ai ritardi nel pagamento della cassa integrazione o ai diritti a riscuotere il Tfr dei lavoratori di
aziende dichiarate fallite.
Servirebbe non solo un potenziamento degli organici e maggiore
chiarezza sui tempi della fusione tra
Inpdap e Inps, ma soprattutto più
consapevolezza del fatto che un colosso come la nuova Inps ha necessità di un reale gruppo dirigente e non
già di un padre padrone.
Al ministro del lavoro, se proprio si
ostina a volere mantenere un incarico che non sembra affatto attagliarsi
alle sue capacità e soprattutto al suo
carattere, è lecito chiedere, non solo
di fare subito il decreto per gli esodati, ma anche di portare a conclusione almeno una parte degli impegni assunti in Parlamento e già votati con larghissima maggioranza.
Dove sono finite le promesse di armonizzazione delle regole per tutti,
ivi compresi gli eletti di ogni ordine
e grado, i manager, gli altissimi burocrati civili e militari.
La legge crea le condizioni per
estendere il contributivo a tutti e per
l’armonizzazione completa dei trattamenti, ma grazie anche all’insipienza del ministro, tutto rischia di
rimanere come prima.
Quello che sta succedendo è sicuramente molto grave, soprattutto perché a nessuno sembra stare a cuore il
destino reale di quegli esodati che
non sono affatto merce da etichettare
ma persone in carne e ossa, portatori
di diritti che vanno rispettati.
Se Monti intende davvero dare un
segnale di risveglio a tutti gli italiani
deve prendere atto che la conclusione del contrasto Inps-governo rappresenta una scelta ineludibile e che
sugli esodati come sui privilegi pensionistici nessuno, proprio nessuno,
può chiudere un occhio.
*Network sinistra riformista
che, malgrado i disastri finanziari ed
economici che si stanno susseguendo, i
partiti socialdemocratici o buona parte
di essi continuino ad arretrare sul piano elettorale.
Nonostante la continua emorragia di
consensi, nessuno dei partiti socialisti
democratici oggi esistenti nei Paesi europei, tradizionale luogo di origine e di
diffusione delle idee socialiste, si interroga sul perché aumentano le disuguaglianze di ricchezza, di reddito e di opportunità, persistano sfruttamento economico e sacche diffuse di povertà assoluta, si aggravi la corruzione e si
consolidino i privilegi che hanno solo
l’effetto di mettere in crisi il metodo di
governo della democrazia; ma soprattutto, nessuno dei partiti socialisti democratici si interroga sul perché perduri l’incapacità dell’organizzazione
dei sistemi industriali attuali di contrastare il crescente livello di disoccupazione strutturale della forza lavorativa
disponibile. L’irresponsabile “pavoneggiamento retorico” su tutte queste
problematiche, fondato sulle linee-guida del progetto di riforma sociale del
quale il socialismo democratico è stato
portatore nel passato, non consente più
Direttore Politico
della domenica
Organo ufficiale del
Partito Socialista Italiano
aderente
all’Internazionale Socialista
e al Partito Socialista Europeo
ANNO XV - N.25 - DOMENICA 24 GIUGNO - 2012
La crisi fa rinascere
la Politica
Benzoni dalla prima
nonostante (o a causa di) Vendola, la
Sel stenta a decollare.
È la socialdemocrazia che riacquista
tutto il suo valore, proprio perché le
sue conquiste sono minacciate.
Dal canto suo, lo schieramento di centro-destra vive una situazione di crisi
strategica riflessa solo in parte dal suo
insuccesso elettorale e dovuta al fallimento del tentativo di mettere insie-
me la sua componente liberale ed europeista e quella populista sovranista.
Un fenomeno che, accompagnato dal
rafforzamento generalizzato della seconda a spese della prima, si verifica
un po’ dovunque: con il crollo del
centro-destra italiano e con le “opa
ostili” dei populisti sui moderati, in
Grecia, Italia, Francia e Inghilterra.
Unica eccezione per ora la Germania,
dove la frana elettorale della coalizione Cdu-Fdp non ha dato luogo a “rigurgiti populisti” forse perché le pulsioni sovraniste in quel beato Paese
possono essere patrimonio di tutto lo
schieramento politico…
Di qui, una vera e propria crisi d’identità; difficile da superare, almeno nel
breve periodo; e tale, quindi, da lasciare un grande spazio, a livello nazionale ed europeo, alla iniziativa delle forze socialiste.
In quanto al centro, questo fallisce
completamente il suo esame di pasdi catturare il consenso della società
civile.
L’aggravarsi di tutte le problematiche
sta determinando la formazione di uno
stato di insicurezza economica, sociale
e politica dell’intera società civile e la
formazione, secondo Judt, di una domanda di protezione rivolta alla società politica; e nella misura in cui sarà
soddisfatta, sarà sacrificata la democrazia, ovvero la libertà politica in nome della sicurezza e della presunta efficienza della tecnica. Spetta, dunque,
ai socialisti democratici evitare che ciò
avvenga, nella certezza che se non saranno loro a farlo, lo faranno sicuramente gli altri.
Per evitare il pericolo dell’involuzione
dell’organizzazione democratica dei
sistemi sociali, i socialisti dovrebbero,
impegnandosi a livello nazionale ed
internazionale, ripensare l’organizzazione dello Stato. Sul punto l’analisi
critica di Judt tace; ma non è difficile
capire che la logica stringente del suo
discorso porta alla necessità di una
nuova forma organizzativa della struttura istituzionale dello Stato. Nel senso
che dovrà trattarsi di una struttura alternativa a quella attuale, al cui interno
Riccardo Nencini
Segreteria di Redazione
Domenico Paciucci
Direttore Editoriale
Roberto Biscardini
Società Editrice
Nuova Editrice Mondoperaio srl
Direttore Responsabile
Dario Alberto Caprio
Presidente del Consiglio
di Amministrazione
Oreste Pastorelli
Redazione
Carlo Corrér, Emanuele Pecheux
saggio. Mai esistito in Grecia, scompare dalla scena in Francia, perde terreno e capacità di coalizione in Germania ed è minacciato nel suo ruolo
di terza forza in Inghilterra dall’emergere della destra antieuropeista. In
quanto all’Italia, questo si era definito
nell’ostilità ai due blocchi contrapposti e perciò non sembra essere sopravvissuto alla loro scomparsa.
“È il bipolarismo, bellezza!”. Una
realtà presente in tutti i grandi paesi
d’Europa occidentale a prescindere
dai diversi sistemi elettorali che li caratterizzano. Un sistema in cui il centro politico, indipendente da entrambi gli
schieramenti, non può
resistere a lungo. A
quel punto, il centro
può allearsi con uno
dei due schieramenti,
per condizionarne gli
orientamenti (esperienza fallita in Gran Bretagna e in Germania) oppure può puntare sulla
dissoluzione dell’uno o
dell’altro, per ereditarne la leadership (esperienza disastrosa per il
centro francese). Per
Casini-Montezemolo
ripassare l’anno prossimo…
In quanto alle nuove
offerte politiche, queste
ci sono state e ci saranno. Ma, fatto oggettivamente confortante, si
collocano tutte sul versante della politica democratica o, come Syiryza in Grecia, rivendicando le
prerogative inalienabili della democrazia stessa rispetto a intollerabili
pressioni esterne oppure, come i Pirati e i nostri grillini, riscoprendo le
condizioni di un suo corretto esercizio
rispetto alle manipolazioni e ai riti
sempre meno comprensibili del politicantismo.
E, dunque, niente “camicie brune”all’orizzonte (abbiamo, nel passato, sopravvalutato il rinascere della destra
neonazista in Germania, non ripetiamo lo stesso errore con Alba dorata…) piuttosto ragazzi che riscoprono
la politica sul web o manifestando per
le strade in Grecia. Una rivoluzione
culturale che appartiene tutta ai nuovi
ceti medi quelli che, negli ultimi decenni, hanno riscoperto la democrazia
attraverso i valori e che oggi sono, insieme, le vittime e i protagonisti della
grande crisi europea.
risulti possibile risolvere tutte le problematiche precedentemente evidenziate; e, soprattutto, risulti possibile risolvere il problema della disoccupazione strutturale che la logica di funzionamento del “libero mercato” tende
ad allargare sempre più ed a rendere
inefficaci le tradizionali misure di politica economica.
Bisogna far presto, perché come recitava a mo’ di sinistro presagio oltre
duecento anni fa un drammaturgo irlandese (Oliver Goldsmith): “Guasto è
il mondo, preda di mali che si susseguono,/dove la ricchezza si accumula e
gli uomini vanno in rovina”.
CULLA
A partire da quest’anno, almeno
in casa Morandini e dintorni, il 2
giugno, si festeggerà ben due volte. Infatti è proprio in questa data
che è arrivato ad allietare casa
Morandini, il piccolo Alessio.
Ai fortunati genitori, mamma
Paola e papà Matteo, gli auguri
dell’Avanti! della domenica e della direzione del partito.
Redazione e amministrazione
P.zza S. Lorenzo in Lucina 26 – Roma
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Impaginazione e stampa
Le elezioni francesi
La livella
Vincenzo Iacovissi
I
l secondo turno delle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea nazionale francese si conclude con un esito largamente
previsto e sperato, ossia con la conquista
della maggioranza assoluta da parte del
Partito socialista, circostanza che mette al
riparo la stabilità del Governo, presieduto
– ai sensi dell’articolo 9 della Costituzione
del 1958 – dal Presidente Francois Hollande.
I risultati scaturiti lo scorso fine settimana
dalle urne d’oltralpe ci spingono ad ulteriori considerazioni. Anzitutto, si dimostra
l’incidenza del meccanismo elettorale a
doppio turno, in grado – anche questa volta – di fiaccare la forza delle formazioni
c.d. antisistema ovvero agli estremi dello
schieramento politico, se è vero che il temuto Front National di Marine Le Pen ottiene solamente due deputati in Assemblea, a fronte di percentuali elettorali “da
brivido” (17,90%), conseguite al primo
turno delle elezioni presidenziali.
L’aspetto, forse, più interessante è costituito, però, dalla contemporanea estromissione dal Parlamento di alcuni tra i più rilevanti esponenti politici che negli ultimi
anni hanno esercitato notevole influenza
istituzionale. Tra i casi più eclatanti vi è, di
sicuro, quello di Ségolène Royal, punta di
diamante del Partito socialista, contrapposta senza successo nel 2007 a Nicolas Sarkozy per la corsa all’Eliseo, ed ex moglie
dell’attuale Presidente Hollande. La Royal correva non solamente per la riconferma parlamentare, ma anche, e soprattutto,
per l’investitura a Presidente dell’Assemblée nationale. Ed invece, viene sconfitta
nel collegio di La Rochelle dal dissidente
socialista Olivier Forlarni.
Non è questa l’unica caduta “di peso”: anche per Francois Bayrou – leader, forse
troppo enfatizzato, del centrismo francese
– si chiudono le porte del Parlamento. In
sua compagnia, senza scranno da deputato, anche la stessa Marine Le Pen, icona
del viscerale e brutale estremismo di destra; che non riesce a prevalere nel difficile collegio di Pas-de-Calais, al contrario di
sua nipote ventiduenne, Marion Maréchal. Casi altrettanto significativi si registrano tra le file del centrodestra, laddove
un certo numero di ex Ministri di Sarkozy
non ottengono la riconferma e rischiano di
scomparire dalla scena politica, almeno
per un po’.
Da queste piccole note emerge in maniera
chiara la portata del collegio uninominale,
soprattutto se inserito nell’ambito di una
formula elettorale maggioritaria a doppio
turno. La competizione “corpo a corpo”
per la conquista di un seggio – rappresentativo di un’area territoriale di ridotte dimensioni – diviene difficile per tutti i candidati in lizza, anche per coloro che, in virtù della loro notorietà o degli incarichi rivestiti, sarebbero, sulla carta, favoriti. In
termini provocatori, quindi, si può considerare il collegio uninominale come una
livella, intesa nel senso di uno strumento
che pone in tendenziale parità i contendenti per lo scranno elettivo, e che, di conseguenza, risulta idoneo a consentire l’elezione di outsider contro avversari più blasonati, come avvenuto in Francia, appunto. Se si calassero, sic et simpliciter, simili
argomentazioni nel contesto italiano, il risultato sarebbe, inevitabilmente, distorto,
per ragioni, insieme, sistemiche (il differente meccanismo elettorale) e culturali
(struttura dei partiti). Ma nel dibattito in
corso – non si sa quanto realmente – sulla
modifica della legge elettorale, al fine di
congegnare un diverso meccanismo di trasformazione dei voti in seggi, degna di
considerazione dovrebbe avere – a modesto avviso di chi scrive – anche la capacità selettiva del collegio uninominale, perché attraverso esso si rendono “contendibili” le elezioni (nella maggior parte dei
casi) e si riduce il rapporto fra elettori e
rappresentanti, oggidì spezzato dalla prospettazione di listoni bloccati dall’alto.
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DELLA DOMENICA
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ANNO XV - N.25 - DOMENICA 24 GIUGNO - 2012
“Patto dei democratici e dei progressisti” e primarie, un dibattito aperto
Risposta alla Lettera aperta di Alberto Benzoni per la ricostituzione di un’area socialista
Siamo socialisti e non ci nasconderemo
Le nostre proposte e idee
per salvare la democrazia
Roberto Biscardini
passato, ma perché crediamo nella sua capacità di rinnovarsi e rispondere concretamente agli obbiettivi di giustizia sociale e libertà che sono parte della sua storia e quindi del suo
presente. Negli ultimi decenni in Italia, ma anche nel resto
del mondo, il socialismo è stato spesso dipinto come un “relitto inutilizzabile del passato”. E la nostra voce “pregiudizialmente irrilevante”, come dice Alberto Benzoni in una
lettera aperta pubblicata su queste pagine domenica scorsa.
Insomma raffigurati o come i ladri di tangentopoli o come
vecchi statalisti socialdemocratici contro il mercato e contro la modernità. Un modo sbrigativo finora, per rendere la
parola prima odiata e poi superata.
Ma non è così nel giudizio generale dell’opinione pubblica.
I maggiori sondaggisti confermano che la rilevanza politica
di un partito è data dalla originalità (distintività) delle sue
proposte politiche concrete e dalla forza (visibilità) con la
quale queste proposte sono sostenute dal suo gruppo dirigente. Come dire, per quanto ci riguarda, non è la parola socialista che non tira, ma la difficoltà di associare la parola,
quindi il PSI, a precise proposte politiche, esclusive, ritenute interessanti per almeno una parte dell’elettorato. Cosa
non semplice, certamente, fuori dal parlamento, ma è questa una valutazione che ci consente comunque qualche passo avanti e, anche per l’immediato, qualche semplice considerazione.
Non si può avere la tessera in tasca del PSI e non far valere
la nostra soggettività e la necessità di più socialismo per la
società. D’altra parte non possiamo chiedere consensi per il
solo fatto di essere socialisti (questo vale sia a livello nazionale che a livello locale), se non caratterizziamo la nostra
azione intorno a poche proposte, riconoscibili e ricevibili.
Il collegamento ai programmi concreti dei socialisti europei
per superare la crisi rappresenta il nostro vero valore aggiunto. Un valore politico molto maggiore del nostro peso
elettorale, assolutamente utile a quel che resta della coalizione e anche al PD.
Nelle prossime settimane il partito deciderà se presentare
un proprio esponente politico, il segretario nazionale, alle
primarie aperte. Qualunque scelta si farà, sarà politica e
motivata. Ma una cosa è certa, qualunque sia la decisione,
dovremo mettere in campo il nostro essere socialisti, il socialismo europeo e le nostre proposte socialiste. Da questo
campo non potremo muoverci. Sia nel caso si decidesse di
presentare le nostre proposte come “alternative” a quelle di
Bersani, sia nel caso si decidesse di schierarci con lui, sostenendo la sua leadership di governo come quella più credibile per costruire una sinistra democratica nella prospettiva del socialismo europeo.
N
ella pericolosa incertezza del momento, Bersani ha
proposto un “Patto dei democratici e dei progressisti” e
primarie aperte tra coloro che condivideranno quel patto.
Qualcosa di più delle primarie del PD e qualcosa di meno
delle primarie di coalizione. D’altra parte stabilire coalizioni senza ancora conoscere la legge elettorale non è facile,
ma fermi non si può stare. Con ciò ha spiazzato gli alleati e
le sue correnti interne. E pur ammettendo che ci sono ancora “molte contraddizioni” ha deciso di dettare i tempi. Una
sorta di guerra preventiva, obbligando coloro che vorranno
correre contro di lui a tirare fuori le carte. Non a caso, la vera notizia non è stata “il PD fa le primarie”, ma “Bersani si
candida”, “per mettere in movimento la forza dei progressisti e non lasciarla spettatrice di acrobazie altrui”.
Il patto verrà proposto ai “Partiti di un centrosinistra di Governo”, ma anche ad associazioni, liste civiche, sindaci e
amministratori, eccetera. Un modo per presentare da subito
un profilo chiaro e di governo, e obbligare gli altri a fare
chiarezza. Il PD, che ha dato prova di responsabilità dando
il via libera al governo Monti, sa di non poter tornare indietro, ma deve fare chiarezza a sinistra. Soprattutto con IDV e
SEL che, pur per calcoli politici diversi, sono all’opposizione del governo, ma con un piede mezzo dentro ed uno mezzo fuori dalla coalizione. Altro che foto di Vasto. Il PSI invece la fiducia al governo l’ha votata e sta nel centrosinistra
con cultura di governo da sempre.
Il documento di Covatta e Nencini, in occasione del 120°
anniversario della Fondazione del PSI, fa giustizia di alcune nostre incertezze. In sintesi. Nel contesto della crisi
economica internazionale riprende il suo ruolo il socialismo europeo, il secolo socialdemocratico non è morto.
Occasione buona per superare l’anomalia italiana rispetto
alla dialettica politica europea, superando quel bipolarismo agonistico tra una destra e una sinistra immaginarie,
incarnate da soggetti dall’identità confusa. La profondità
della crisi, dopo decenni di assoluta distanza, riavvicina,
anzi fa coincidere l’identità socialista con la necessità di
politiche socialdemocratiche. Quindi l’appello: “In questa
prospettiva è decisivo che le forze della sinistra democratica e riformista si uniscano fra loro e si riconoscano finalmente nel Partito del socialismo europeo senza ulteriori
ambiguità”. Non è un ultimatum, ma un giusto e adeguato
appello politico.
Che implica alcune cose. Prendere atto oggi, con maggiore
forza di ieri, che se abbiamo difeso il socialismo, in tutti
questi anni, non lo abbiamo fatto per nostalgia del nostro
Franco Bartolomei
C
arissimo Alberto, l’appello lanciato assieme a Luigi Covatta è figlio di
questo tempo. Ovunque si è riaperta la ‘questione sociale’ come vivessimo gli anni di fine Ottocento.
Allora gli albori della impetuosa crescita industriale in Europa e la carenza di
diritti sociali e civili, oggi una terribile crisi provocata dalla finanza internazionale e dal crollo della politica e delle sue responsabilità. Con una differenza: chi si dibatte in condizione di bisogno sceglie soluzioni di estrema destra
e/o di estrema sinistra e imbocca ‘originali’ strade antipolitiche. In Italia, allo smantellamento di pezzi del vecchio welfare non ha corrisposto una ricostruzione dello stato sociale adeguata ai cambiamenti profondi di questa Italia. Giovani senza lavoro e senza protezioni, anziani sempre più vecchi, donne
solo parzialmente presenti nel mercato del lavoro, mondo della conoscenza in
tilt.
Non giudico tutte le soluzioni che leggo appropriate a governare un ciclo diverso, un’Italia diversa, la rivoluzione che incede sul nostro cammino.
La cultura che si richiama al binomio ‘giustizia-libertà’ mi convince di più rispetto al connubio egualitarismo-democrazia. Perché tra i suoi ingredienti vi
è il merito, perché la spesa pubblica non è più illimitata, perché diritti e doveri vanno considerati parte del medesimo nocciolo.
Hai ragione: il silenzio che ci circonda non è dovuto alla irrilevanza delle nostre idee. È dovuto invece alla nostra storia recente, alle vicende vissute e ancora vive nell’immaginario degli italiani. E infine è dovuto al crollo di fiducia
nel sistema dei partiti (e noi celebriamo i 120 anni di nascita del nostro!), proprio di quei partiti che hanno promesso paradisi e bengodi e invece hanno ridotto l’Italia a uno straccio.
Faccio miei i tuoi suggerimenti. Con l’affetto di sempre.
Riccardo Nencini
ARIANO IRPINO
Il gruppo socialista al Comune di Ariano Irpino ha sollecitato formalmente
l’uscita di quattro Enti territoriali dalla
società consortile Biogem perché previsto dalla legge finanziaria 2008 e perché ostacolano la partecipazione a bandi per progetti di ricerca. Tre hanno
provveduto a farlo (il Comune di Ariano Irpino, la Provincia di Foggia, la Comunità Montana di Ufita). È stato invitato a farlo anche il Comune di Accadia.
Il Partito ha informato, poi, che Biogem
è un ente “no-profit”, ciò significa che
qualunque utile sia realizzato non viene
distribuito tra i soci, ma è reinvestito
nelle attività di ricerca. Presidente ed
Le ragioni di un congresso nazionale
P
alla costruzione di un grande soggetto
politico chiaramente identificato come
Socialista .
Altrimenti se dobbiamo aderire ad una
formula elettorale, come quella che
mostra di proporre Bersani, per continuare nella distruzione della identità e
della autonomia culturale della sinistra
italiana, in pura continuità con la
Seconda repubblica, preferisco di gran
lunga per un accordo difensivo a sinistra del PD tra le forze che ancora
vogliono richiamarsi alle identità storiche della sinistra italiana. In particolare, in questo caso, tra noi Socialisti,
SEL e FED.
Appare ormai evidente che Bersani
lavora esclusivamente al completamento del progetto Partito Democratico
come contenitore moderato della
maggior parte del centro-sinistra, utile
ad una politica di gestione dello stato e
dei rapporti sociali esistenti ben lontana
da ogni progetto di alternativa di
modello In questo senso cerca di realizzare bene lo stesso disegno non riuscito
a Veltroni, continuando nell’interpreta-
enso che i Socialisti debbano essere
contrari ad un accordo con il PD,
anche nell’ipotesi in cui Vendola dovesse aderire alla proposta di Bersani di
una coalizione elettorale limitata al PD
a SeL e ad una lista civica nazionale di
appoggio.
Questa soluzione sarebbe la morte della
sinistra italiana, perché segnerebbe la
fine di ogni possibilità di ricostruirla
attorno alla riaffermazione di una sua
nuova, e finalmente maggioritaria,
identità Socialista.
Un esito politico del genere ricalca
purtroppo quello a cui si rassegna la
maggioranza del partito nel documento
della Direzione Nazionale contro cui
ho votato.
Infatti a Bersani non si risponde rilanciando una proposta di programma
finalizzata a ricostruire una soggettività
politica Socialista, ma si annuncia di
voler essere parte di primarie congegnate sullo schema di un Neo-Ulivo
troncato a sinistra ed aperto al centro.
Sono quindi favorevole ad un accordo
con PD e SEL solo se avviene attorno
DELLA DOMENICA
zione fedele delle linee di indirizzo
generale che muovono il sistema politico dopo la fine della prima repubblica.
Si tratta a ben vedere di una linea nettamente contrastante, nella diversa qualità dei suoi obiettivi, da quella che noi
vogliamo affermare della costruzione
in Italia di una nuova grande forza
Socialista, capace di rendere la sinistra
italiana protagonista di un progetto di
trasformazione democratica degli
assetti economici e sociali in grado di
rispondere su un terreno di riequilibrio
sociale alla crisi verticale del modello
di crescita fin qui affermato con la
finanziarizzazione e la terziarizzazione
delle economie sviluppate.
Siamo quindi di fronte a due distinte
linee politiche, che avranno una valenza di lungo periodo in quanto il sistema
politico è giunto ad una fase di inevitabile ridefinizione dei proprio assetti,
rispetto alle quali il Partito socialista
deve assumere una scelta che vincolerà
il partito negli anni a venire.
Queste sono le ragioni della nostra
richiesta di tenere il Congresso Nazio-
nale al più breve.
Teniamolo nella chiarezza di tutte le
posizioni e verifichiamo se esistono le
condizioni per una proposta comune,
partendo dalla analisi comune sulla
natura strutturale della crisi, recepita
anche dal documento della maggioranza di Fiuggi che parla di una crisi di
sistema, a cui è necessario rispondere
con un mutamento del modello economico - finanziario neo-liberista che ha
condotto l’Occidente sul baratro.
Questo rende forti le ragioni della unità
tra i Socialisti al di là una profonda
differenza che si va manifestando sulle
scelte politiche di scenario che il Partito dovrà adottare. Penso che questa
scelta verrà vissuta da tutti con la
consapevolezza comune che la garanzia della identità Socialista nei processi
di ricostruzione della sinistra italiana
non è un problema nominalistico, ma
sostanziale, ed in ogni caso la proposta
di Bersani è tutta all’interno di un
quadro di sostegno alle impostazioni
del governo Monti, ed è in perfetta
linea di continuità con il precedente
E
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Ulivo.
Noi non crediamo che i giochi siano
fatti, ed accettare la proposta Bersani
sia divenuto per noi inevitabile .
Sono convinto che se il Partito Socialista tiene duro contro l’accordo con il
PD il progetto iniziale di Sinistra e
Libertà potrebbe divenire ancora recuperabile. Il centro-sinistra nuovo a cui
guarda Bersani non è, infatti, l’unione
di Prodi, ma il progetto Veltroni perfezionato, e se Sel aderisse a questo disegno rischierebbe di spaccarsi.
Vendola sarà quindi costretto a scegliere, ed in quel momento si aprirà uno
spazio nuovo per noi, soprattutto se
sapremo tenere il no alla proposta di
Bersani, per poter rendere possibile il
recupero della proposta originaria di
Sinistra e Libertà.
Un Ragionamento analogo vale per la
FED in cui Ferrero, padre della nuova
svolta unitaria della Fed, tiene coerentemente la contrarietà alla proposta
Bersani, ed il comico Comunista identitario Diliberto in nome della vecchia
solidarietà con D’Alema, come ai
tempi di Cossutta, gioca di sponda con
Bersani.
mondoperaio
rivista mensile fondata da pietro nenni
S
amministratrice di Biogem è, dal 2009,
una biologa: la dott.ssa Alfonsina Porcello. Finora, dal 2002 al 2006, la società consortile ha investito un milione e
400.000 euro, più altri 600.00 euro nel
2012, “per interventi che hanno notevolmente aumentato il valore della ‘Palazzina telematica’ affidata in locazione
al Comune di Ariano Irpino”. Per il futuro la Biogem, “le cui attività rinvigoriscono di molto la vita culturale e spirituale della comunità”, si impegna ad assicurare alla Città la presenza residenziale di 80 studenti universitari e di numerosi ricercatori per proseguire nel
suo impegno.
maggio 2012
5
editoriale Alberto Benzoni Cambio
il lascito di cafagna Giorgio Napolitano Politica e cultura Giuliano Amato Una persona straordinaria Michele Salvati I pezzi dell’Italia
Giorgio Ruffolo La politica malata Enrico Morando Crisi fiscale e Costituzione Ernesto Galli della Loggia Il plusvalore della politica Giancarlo
Bosetti Il miracolo dell’Unità Paolo Pombeni La slavina infinita Paolo Franchi L’ilarità degli abissi Luigi Covatta Da una partitocrazia all’altra
saggi e dibattiti Giuliano Parodi Berlinguer e la democrazia liberale Carlo Scognamiglio Il Dio che ha vinto Mario Serpillo L’economia primaria Edoardo Crisafulli Le leggi della guerra asimmetrica
socialismo europeo Jacques Delors L’alternativa Tommaso Gazzolo Il fantasma di Mitterand Patrick Diamond e Michael
Kenny Liberalismo sociale e laburismo
dossier/gramsci e turati Marco Gervasoni I due carceri Nico Berti Illuminismo e messianismo Gianluca Scroccu La conversione al comunismo
biblioteca/scheda di lettura Dario Alberto Caprio La sinistra dei giovani
le immagini di questo numero Monzino e la fotografia del racconto
www.mondoperaio.it
DELLA DOMENICA
4
www.partitosocialista.it
ANNO XV - N.25 - DOMENICA 24 GIUGNO - 2012
Le dichiarazioni di Nencini, Craxi, Cefisi
Per risparmiare resteranno solo quelli nei capoluoghi di provincia
Dopo il voto in Grecia
la Merkel è senza alibi
Chiudere tribunali aiuta la giustizia?
Enrico Ricciuto
P
er molti anni gli italiani sono stati informati dagli addetti al settore giustizia, che il cattivo funzionamento
del servizio, in particolare nel settore civile, era determinato dalla carenza di strumenti e di risorse.
Invero, se le circoscrizioni dei Tribunali erano quelle fissate prima della guerra, con una popolazione numericamente
di gran lunga inferiore a quella attuale, diversamente dislocata sul territorio e con degli organici degli operatori del
diritto totalmente insufficienti, stabiliti con decisioni vecchie di 50 anni e mai più aggiornate, era ed è evidente che
parlare di incremento di risorse e di organici, così come
previsto dal Governo Prodi e dal Ministro della Giustizia
Mastella nella precedente legislatura, era una necessità indifferibile. Da quegli anni e da quelle riflessioni, sembrano
essere trascorse ere geologiche, laddove le decisioni dell’attuale Governo Monti, in scia con quelle del precedente
governo Berlusconi, sono indirizzate in direzione totalmente opposta.
La giustizia è lenta? Sopprimiamo i Tribunali. I processi
durano troppo? Sopprimiamo l’Appello e stabiliamo un filtro che scoraggi i cittadini ad impugnare le sentenze. Pensi
di aver diritto ad agire in giudizio? Devi pagare il mediatore, un soggetto assolutamente privo di cognizioni giuridiche, al quale pagare “il pizzo” per poi potere agire in giudizio. Naturalmente tutte le tasse in materia di contenzioso
sono state raddoppiate. Se, sino ad oggi, la dislocazione dei
Tribunali era generalmente basata sulla densità abitativa e
sull’estensione territoriale, il governo Monti ha deciso che
basta un Tribunale per ogni capoluogo di provincia. Da
gennaio il Tribunale di Napoli servirà, per la materia civile
e penale, una popolazione come quella della intera Toscana ed Emilia Romagna, ove rimane un Tribunale per ogni
capoluogo, con problemi, ovviamente, ben più gravi di Toscana ed Emilia Romagna. Il Tribunale di Torre Annunziata avrà un bacino di utenza di popolazione grande quanto la
Basilicata. Vi saranno anche Tribunali che serviranno popolazioni di Regioni diverse e gli abitanti delle isole dovranno recarsi sulla terraferma per avere giustizia. Una irrazionalità pari a quella del ministro Castelli, che non voleva assumere i vincitori del concorso ad ufficiale giudiziario (solo quelli del Sud), perché il loro lavoro poteva essere svolto dai postini. I postini che ti portano la raccomandata e ti pignorano la casa (robe padane per intellettuali laureati a Tirana in un solo anno).
Naturalmente, gli ufficiali giudiziari del Sud laureati e vincitori di concorso, avrebbero potuto fare i postini. Da dicembre, gli avvocati che avevano lo studio in una città sede di sezione distaccata di Tribunale, in molti casi dovranno percorrere anche 80, 100 chilometri per raggiungere il
Tribunale più vicino. Ma quanto risparmierà lo Stato grazie a questa decisione? Le valutazioni più ottimistiche riferiscono di 50 milioni di euro di vantaggio, altre valutazioni riducono il risparmio a soli 20 milioni di euro. Ma i costi di una simile decisione? I processi delle sezioni distaccate non ingolferanno i Tribunali di capoluogo?
Se il personale rimarrà invariato, anzi si ridurrà perché da
quindici anni non si tengono i concorsi per cancellieri e da
dieci anni quelli per ufficiali giudiziari (a Napoli in dieci
anni il personale di cancelleria si è dimezzato), se le strutture saranno ridotte, non aumenterà a dismisura il ricorso
alla legge Pinto per il risarcimento dei danni per l’ingiusta
durata dei giudizi?
Ma a questo sembra che il ministro Severino abbia già pensato: trasformare il risarcimento danno in equo indennizzo,
un’altra, l’ennesima, violazione della Costituzione che farà precipitare, ove ancora possibile, il nostro Paese nelle
classifiche internazionali sulla giustizia. Con un piccolo
corollario in materia penale: allungando i tempi del processo penale sarà più facile ottenere la prescrizione dei reati, forma di amnistia mascherata per gli imputati più abbienti. A questo punto, l’amnistia vera, è sicuramente una
questione di civiltà.
BREVI
VENEZIA
Il Psi di Venezia, col sostegno delle
altre forze politiche, ha presentato
una richiesta per istituire la Città metropolitana del Comune di Venezia.
Essa viene fatta sulla base dell’art.
23 Legge 214/ 2011, dell’art. 23
Legge 42/2009 e dell’art. 114 della
Costituzione.
L’obiettivo è quello di semplificare e
razionalizzare l’articolazione territoriale della Repubblica e del sistema
istituzionale e amministrativo. Come
noto l’attivazione delle Città Metropolitane deve essere contestuale alla
cessazione delle Provincie per evitare dispersione di risorse e sovrapposizione di funzioni e poteri tra gli Enti Territoriali.
Pertanto la Commissione Consigliare Città Metropolitana ha provevduto
a promuovere un ampio confronto
con Regione, Provincia e Comuni
veneziani, sindacati e i rappresentanti di categoria, per definire una proposta di Statuto per l’individuazione
e l’allocazione dei poteri, funzioni e
risorse delle Città Metropolitana e
dei Comuni Metropolitani, da sottoporre all’approvazione dei costituendi organi di Governo Metropolitano.
MODENA
“Il Decreto legge sulla ricostruzione va integrato con il riconoscimento e l’inserimento delle aree del
modenese colpite dal grave terremoto (che a maggio ha colpito l’Emilia Romagna) nelle “zona franca
urbana”.
Inoltre il territorio deve essere
escluso dalla tassazione diretta (IRPEF-IRES-IRAP) e dai tributi locali per un periodo di cinque anni”.
Questo quanto dichiarato in un comunicato stampa da Mario Cardone, del Psi di Modena. “Il territorio
modenese – aggiunge - è sede di
importanti distretti industriali e
l’effetto “domino” proveniente dall’area colpita è rilevabile nell’intera
provincia, con la previsione di un
importante calo del PIL, perdite di
mercato ed effetti devastanti sull’occupazione, già in forte sofferenza”.“Uno dei problemi primari è
l’accesso al credito, per ripartire. Il
Decreto - conclude Cardone- deve
contenere una particolare attenzione al finanziamento bancario, da
erogare con tempestività ed efficacia e con tasso uguale a quello pagato alla BCE”.
Lettere
I cartelli elettorali non funzionano
Non sono per niente d’accordo con Luigi Iorio (n° 24),
circa il fare “cartello elettorale” con altre forze politiche.
Alla mia età (sono iscritto al Psi dal 1973 ed all’epoca
ero prossimo ai 30 anni di età) mi ritengo maturo a sufficienza per risponderti con questi argomenti.
Non sono un “tifoso chiassoso” e tanto meno ho interessi
personali nel partito. Non ho mai chiesto un “posto” al
Psi, mentre mi sembra che altri lo siano. Difatti da 20
anni “facciamo cartello” e siamo arrivati all’uno per
cento scarso e senza rappresentanza in parlamento e con
scarsa presenza nelle assise regionali, provinciali e comunali. Se non abbiamo “i numeri” non chiediamoli agli
altri; facciamo una seria autocritica di come è stato
“gestito” il Psi in questi anni. Dimmi cosa contiamo al
comune di Milano con il compagno Biscardini in consiglio comunale? A proposito è possibile vedere pubblicato
sul nostro sito il numero dei voti - e raffronto con le
precedenti votazioni del medesimo tipo di tornata - che i
candidati Psi hanno raggiunto?
Per ultimo ti ricordo che la legge dello sbarramento al
4% per le ultime europee l’hanno voluta il PD (Veltroni) e
il PDL (Berlusconi); e fin’ora su questa posizione il Pd è
ben convinto di restarci.
Se pensi che il PD ci dia “spazio politico”, deve dimostrarlo prima delle elezioni. Come? semplice. Invitando i
PERUGIA
Si è tenuto, venerdì 15 giugno scorso, all’Etruscan Chocohotel, a Perugia, un incontro dei segretari regionali del Partito socialista italiano di Umbria, Marche, Abruzzo,
Toscana e Lazio, accompagnati dai
rispettivi consiglieri e assessori regionali, per definire un percorso organizzativo e di elaborazione di
proposte e di documenti, in vista
della conferenza politico-programmatica delle Regioni del centro Italia, il cui svolgimento è previsto per
quest’autunno.
“Il Partito socialista della cosiddetta Italia di Mezzo, così come concordato con il segretario nazionale
Riccardo Nencini, ha ritenuto importante promuovere questo incontro - spiega Silvano Rometti, membro della segreteria nazionale del
Psi - consapevole che la collaborazione politica, ma soprattutto istituzionale, tra queste cinque realtà sarà sempre più necessaria per fornire
in maniera efficiente risposte ai cittadini, utilizzare in modo ottimale e
coordinato i servizi offerti dalle Regioni e per realizzare opere infrastrutturali urgenti”.
[email protected]
“conduttori televisivi” che gli fanno da portavoce (Floris,
Lerner, Santoro etc.) nelle loro trasmissioni, e essere un
pò più “democratici”, chiamando esponenti del PSI,
almeno quando parlano di questo partito! Sostenere che
nelle liste dove saremo presenti con il Pd questi ci diano
“spazio” è semplicemente pura illusione. Non è mai
successo.
Maurizio Quirico - Bergamo
Caro Maurizio,
ti invito a leggere meglio ciò che ho scritto. Io ribadisco
che il psi si presenterà alle prossime elezioni con il
proprio simbolo al 100%. Aggiungo però che, se dovessero inserire uno sbarramento alto e truffaldino tipo al 5%,
personalmente non voglio fare corse ipotetiche ed autodistruttive.
Per quanto riguarda i dati delle ultime amministrative se
vorrai richiederli al responsabile ee. ll Gerardo Labellarte,
ti invierà tutti i dati Comune per Comune, e ti assicuro
che non sono affatto negativi.In ultimo ti ricordo, visto
che insisti sulla nostra vicinanza al PD, che io parlo nell’
articolo di alleanze a sinistra del PD e non con il PD.
Fratenamente
Luigi Iorio
P.S a Milano pra abbiamo un consigliere Comunale PSI
iscritto al partito, se avessimo presentato la lista nessuno...
Punti di vista.
“L
a Grecia ha scelto l’Europa.
Adesso la Germania e l’Europa
non hanno più alibi: la Grecia non va
lasciata sola”.
È il commento di Riccardo Nencini, al
voto di domenica 17 in Grecia. “In Europa ha vinto la responsabilità: fuori la
Le Pen dal Parlamento in Francia ed
en plein dei socialisti che rafforza il
ruolo di Hollande; una nuova maggioranza europeista in Grecia, dopo i disastri e le bugie della destra che hanno
portato il paese sul baratro. Sarà il primo segno contro il populismo e la demagogia?”.
Lo stesso tema viene ripreso da Bobo
Craxi. “Nella seconda tornata legislativa in Francia e in Grecia è significativa l’affermazione di una posizione socialista e riformista. Sconfitte, ad un
tempo, aggiunge il responsabile esteri
del Psi - il populismo demagogico della sinistra radicale e le posizioni più
estreme del liberismo monetario: una
lezione per il nostro Paese, refrattario
verso autentiche concezioni socialiste
o socialdemocratiche come invece av-
viene nel resto del continente europeo;
una lezione per i demagoghi che sperano in un incasso elettorale indotto dalla crisi; una lezione per chi si ostina a
considerare un Governo extraparlamentare come la panacea dei nostri
mali. Il voto democratico, ha rafforzato l’Europa, spingendola verso un
cambiamento necessario. E così accadrà anche in Italia”.
Per Luca Cefisi “i socialisti italiani
condividono il sollievo generale per la
prospettiva, dopo due successive tornate elettorali e una lunga crisi politica, di un governo di coalizione ad Atene che contribuisca alla tenuta dell’euro e dell’Unione Europea. Possiamo
aggiungere che senz’altro, se si fosse
ascoltata la proposta coraggiosa di
Georges Papandreu, allora primo ministro greco, di tenere un referendum,
quel referendum sarebbe stato vinto, e
la Grecia e l’Europa si sarebbero risparmiate molte preoccupazioni. La
democrazia è sempre la sola via maestra, mentre le decisioni dei tecnocrati
sulla testa della gente non portano a
niente di buono”.
>> DIRITTI & LAVORO
POSTAZIONI MOBILI NELLE ZONE COLPITE DAL TERREMOTO
Da lunedì 11 giugno l’Inps ha messo
a disposizione a Carpi e a Mirandola
alcune postazioni mobili, in grado di
fornire tutti i servizi. Nelle sedi mobili è possibile richiedere anche i servizi dell’ex Inpdap. Si tratta di iniziative che vanno ad aggiungersi a quelle già poste in atto dall’Istituto allo
scopo di alleviare i disagi per le persone colpite dal sisma, come la circolarità dei pagamenti di tutte le prestazioni pensionistiche, cioè la possibilità per questi cittadini di ottenere il
pagamento in contanti presso un
qualsiasi ufficio postale del territorio
nazionale.
MOBILITA’ IN DEROGA
È un’indennità che garantisce ai lavoratori licenziati un reddito sostitutivo della retribuzione. Possono beneficiarne: lavoratori licenziati da
aziende non destinatarie della normativa sulla mobilità; lavoratori che
hanno fruito della mobilità ordinaria
e per i quali, sulla base di accordi regionali, è prevista una proroga del
trattamento. Spetta a tutti i lavoratori
subordinati, compresi apprendisti e
a cura di Carlo Pareto<<
lavoratori con contratto di somministrazione. La domanda deve essere
presentata, tramite modello Ds21 –
Cod.Sr05, presso la struttura Inps territorialmente competente, in relazione alla residenza o al domicilio del
lavoratore, con modalità anche telematica. Per essere ammessi al trattamento economico occorrono 12 mesi
di anzianità aziendale (alla data di licenziamento) presso il datore di lavoro che ha effettuato il licenziamento,
di cui 6 mesi effettivamente lavorati,
comprese ferie, festività e infortunio.
MUORE DI AMIANTO, RISARCITI I FAMILIARI
Le patologie asbesto-correlate tornano all’attenzione della cronaca: il tribunale di Velletri ha stabilito un consistente risarcimento per i familiari di
una dipendente pubblica, morta di tumore nel 2009. Ora, in base alla pronuncia del Tribunale, il ministero della Difesa dovrà pagare 716mila euro
ai suoi familiari. Secondo gli avvocati delle parti civili, si è trattato di una
morte che poteva essere evitata se il
ministero avesse bonificato per tempo l’amianto presente nella struttura
ospedaliera.
Giacomo Matteotti
Una delegazione del PSI-Federazione dell’Alto Adige, ha ricordato, in occasione
dell’88° anniversario della sua morte, Giacomo Matteotti, deputato socialista, rapito
e ucciso da una squadraccia fascista il 10
giugno 1924.
“Giacomo Matteotti è un personaggio scomodo perché testimonia di come il fascismo sia andato al potere con la violenza e
la sopraffazione. É l’emblema della validità della funzione parlamentare. La sua denuncia in aula delle violenze e dei brogli
che avevano caratterizzato le elezioni del
1924 costituisce un esempio di esercizio
nobile e altissimo del mandato parlamentare. É il simbolo del riscatto socialista. Il
coraggio e la morte di Giacomo Matteotti
che era segretario del Psu, il partito che organizzava lo spezzone riformista turatiano
del movimento socialista stesso, ne rappresentò l’espiazione e al tempo stesso il
riscatto”. Così lo descrive Alessandro Bertinazzo, segretario dell’Alto Adige per il
Giorgio Ballistreri
All’età di 90 anni è scomparso
Giorgio Ballistreri, dirigente socialista e uomo politico, padre di Maurizio.Sino all’ultimo ha speso le
proprie energie sul versante sociale.
I funerali si sono svolti nel Duomo
di Messina, dove la figura di Ballistreri è stata ricordata dal prof. Santi Fedele, ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Messina. Alla famiglia Ballistreri il cordoglio della direzione del partiti e
dell’Avanti! della domenica.
Psi. “Coerente avversario della guerra, socialista riformista serio e concreto - prosegue - impegnato nelle cooperative, negli
enti locali, nella difesa delle camere del lavoro, egli rappresentava per la sua gioventù una grande speranza per il movimento
socialista italiano. Un episodio lo descrive
molto bene. Durante il congresso di Livorno, quello della scissione comunista del
1921, Matteotti, avuta notizia che la Camera del Lavoro di Ferrara era assaltata
dalle squadre fasciste, abbandonò il Congresso per recarsi a portare lì la propria solidarietà”. “Del resto, ancor prima del suo
rapimento e della sua uccisione, nel Polesine era già stato sequestrato e seviziato
dalle squadre fasciste che, evidentemente,
non lo avevano affatto scoraggiato o intimorito. Oggi - prosegue - che ricorre l’88°
anniversario della sua uccisione lo dobbiamo commemorare, perché ricordarlo sta a
significare che l’alternanza di governo non
deve modificare i grandi valori che presiedono alla Repubblica e alla Costituzione.
Per questo dobbiamo difendere anche i
simboli del suo ricordo, le vie e le piazze a
lui intitolate”.
“L’assassinio freddamente pianificato e
perpetrato - conlcude - venne usato dal regime fascista particolarmente in due casi:
l’assassinio di Giacomo Matteotti (10 giugno 1924) e quello dei fratelli Carlo e Nello Rosselli (9 giugno 1937). Segnale chiaro che proprio l’antifascismo democratico
e antitotalitario del socialismo era il più temuto dai fascisti stessi. Matteotti e Rosselli non sono accomunati solo dalla vicinanza di anniversari ma per l’attualità del
messaggio che il socialismo democratico e
liberale ci tramanda”.