Pannelli di legno e formaldeide
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Pannelli di legno e formaldeide
Pannelli di legno e formaldeide Franco Bulian e Gaetano Castro Sul mercato vengono offerti o richiesti prodotti che rispondono a varie classi di emissione di formaldeide. Queste brevi note vogliono cercare di riassumere il significato di queste classificazioni e della loro importanza nel mercato del legno e dei mobili. Ma prima di parlare delle classi, ricordiamo brevemente che la formaldeide è un composto organico volatile (con formula HCHO) ampiamente presente in natura, usato in moltissimi settori industriali; nel campo dei prodotti derivati dal legno si usa principalmente nella preparazione di adesivi e resine che trovano poi applicazione nella produzione di pannelli e in quella di carte impregnate e di laminati per il rivestimento di mobili. La formaldeide entra quindi nella formulazione dei principali adesivi termoindurenti impiegati nella produzione dei pannelli di particelle (i cosiddetti “truciolari”) e di fibra a media densità (meglio noti come MDF) e, meno massicciamente, in quella dei pannelli di legno compensato. Le resine che costituiscono questi pannelli sono soggette a un continuo fenomeno di degrado della loro struttura molecolare (i cosiddetti fenomeni di idrolisi) che portano ad una liberazione continua e pressoché costante di formaldeide nell’ambiente circostante. E’ risaputo da tempo che, anche a concentrazioni nell’aria molto basse, la formaldeide è irritante per le mucose (occhi, naso, gola, vie respiratorie); inoltre l’AIRC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), organismo dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS), l’aveva classificata come “probabilmente cancerogena” (gruppo “2A”) fissando quindi in 0,1 ppm il limite di concentrazione ammissibile per gli ambienti abitativi. Nel 2006 lo stesso Organismo, verificata l’esistenza di evidenze della cancerogenità di tale sostanza, ha ritenuto opportuno riclassificarla come “cancerogena” (gruppo “1”). Tornando ora a parlare di classi di emissione, chiariamo subito che a livello di normativa tecnica europea le uniche classi esistenti sono la “E2”, con un’emissione più elevata, e la “E1”, che attualmente è quella che prevede l’emissione minima di formaldeide, concepita per rispondere ai limiti previsti dall’OMS. Queste due classi sono definite in una norma europea specificamente dedicata ai pannelli a base di legno destinati all’impiego nell’ambito strutturale (la norma EN 13986), ma sono poi diventate il riferimento anche in altri ambiti (arredamento, pavimenti, ecc.). In particolare tali classi, e sopratutto la “E1”, sono diventate il riferimento utilizzato anche in ambito legislativo in diversi Paesi europei (tra i quali l’Italia, con il Decreto Ministeriale del 10/10/2008, intitolato ap- punto “Disposizioni atte a regolamentare l’emissione di aldeide formica da pannelli a base di legno e manufatti con essi realizzati in ambienti di vita e soggiorno”) per imporre limitazioni alla produzione e/o alla circolazione dei prodotti a base di legno. Per effetto della riclassificazione della formaldeide operata dall’AIRC nel 2006, in molti Paesi si è verificato negli ultimi anni un aumento dell’attenzione verso l’emissione di tale sostanza, che ha portato in alcuni casi all’imposizione di limiti anche più severi di quelli previsti dalla classe “E1”. E’ questo il caso del Giappone, ove è prevista una suddivisione dei pannelli in 4 classi la più severa delle quali è denominata “quattro stelle” F****, e della California, che ha introdotto il sistema di classificazione e certificazione obbligatoria conosciuto come CARB. Chiariamo subito che la conformità ai requisiti delle varie classi sopra menzionate dev’essere effettuata adottando le metodologie di prova da queste previste, che generalmente differiscono da quelle adottate in Europa. Anche nel nostro continente è attualmente allo studio un nuova classe di emissione di formaldeide, che probabilmente si chiamerà E1plus, con criteri più stringenti e più simili a quelli previsti dalle due classi citate (F**** e CARB), sebbene la possibilità di un mutuo riconoscimento con tali classi sia quasi sicuramente da escludersi: in altre parole, chi vuole esportare prodotti in Paesi dove viene richiesta la certificazione CARB dovrà comunque avvalersi di laboratori in grado di fornire tale attestazione, anche se i suoi prodotti fossero già marcati E1plus. A complicare le cose aggiungiamo che probabilmente nella nuova classe europea sarà prevista la possibilità di utilizzare anche pannelli grezzi di classe E1, purché, una volta rivestito o verniciato, il pannello finito risponda alle classe E1plus (sarà probabilmente obbligatorio indicare tale eventualità marcando il pannello come E1plus/E1). 11 Il CATAS tra internazionalizzazione, Pannelli di legno e formaldeide innovazione e realtà quotidiana Franco Franco Bulian Bulian e Gaetano Castro Per quanto riguarda infine altre classi, menzioniamo in particolare la “E0”, che in realtà NON ESISTE, sebbene qualche produttore ne faccia talvolta riferimento per indicare una classe con “zero emissione” di formaldeide (il che è sostanzialmente impossibile, considerato che lo stesso legno ne emette, seppure in piccolissime quantità) o per indicare che un materiale è stato prodotto senza l’impiego di resine o adesivi a base di formaldeide. Ricordiamo a tal proposito che la legge italiana obbliga i prodottori a dichiarare esplicitamente il rispetto della classe E1 in tutti i passaggi della catena produttiva e distributiva fino al cliente finale; ogni altra dichiarazione con valenza strettamente commerciale non è quindi ammessa non essendo conforme alle imposizioni legislative vigenti. Ricordiamo infine, per le considerazioni espresse in precedenza, che l’impiego dei soli pannelli in classe “E1” non assicura sempre di non superare nell’ambiente la soglia indicata dall’OMS. Sebbene nella stragrande maggioranza dei casi ciò sia vero, la concentrazione di formaldeide in un ambiente dipende anche da come sono realizzati i manufatti (a seconda della finitura e della bordatura possono emette- 12 re quantità più o meno elevate di formaldeide) e da altri fattori. In particolare le situazioni in cui occorre prestare maggiore attenzione (oltre, ovviamente, all’ambiente di lavoro nel caso dei lavoratori del settore legno dove tuttavia vigono altri limiti) sono gli ambienti chiusi nei quali ci sia una superficie di emissione molto elevata in rapporto ad un volume d’aria ridotto, come nel caso di camper e roulotte. Terminiamo ricordando che le industrie, soprattutto quelle più avanzate, sono impegnate continuamente nella riduzione dell’emissione di formaldeide dei propri prodotti, anche perché sono consapevoli che nel tempo molto probabilmente i limiti di emissione verranno ulteriormente irrigiditi: già alcuni mercati non si accontentano più della classe ”E1”; inoltre la bassa emissione può costituire un vantaggio rispetto ai pannelli provenienti da alcuni Paesi extra-comunitari, ove le misure sono meno restrittive e dove non è sempre semplice controllare l’effettiva rispondenza dei prodotti alle caratteristiche dichiarate.