Facchetti ricorda Massimo Gargiulo
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Facchetti ricorda Massimo Gargiulo
As so c ia z io n e Ag en zi e d i R ela z io n i P u bb li ch e a Se rv iz io C o mp l eto Sito internet: www.advexpress.it Data: 29 Ottobre 2013 Sezione: Persone Facchetti ricorda Massimo Gargiulo Il presidente di Assorel ricorda, con una comunicazione inviata ai soci dell’associazione, la figura del collega e amico Massimo Gargiulo, scomparso sabato 25 ottobre. Cari Colleghi, devo farvi partecipi, con grande dolore innanzitutto personale ma anche associativo, della notizia dell’improvvisa scomparsa del nostro collega ed amico Massimo Gargiulo (in foto). La morte lo ha colto mentre parlava in un convegno, in un sabato mattina milanese dedicato alla politica, al confronto delle idee, alla discussione, rincorrendo ancora una volta la sua passione di una vita, che lo aveva portato anche a far parte del Consiglio Regionale della Lombardia. Un impegno civile, un autentico amore per la cosa pubblica di cui, nell’Italia di oggi, si sono quasi perse le tracce, nello stravolgimento delle contrapposizioni umorali e viscerali, degli schieramenti che cancellano l’importanza dei contenuti. E’ passato, in un attimo, come mi ha riferito il nostro collega Lucio Bergamaschi, che era presente e che lo ha soccorso tra i primi, da una riflessione sul Governo Letta alla resa dei conti con il Creatore. Un vero strazio per la famiglia, la moglie e le figlie, per i nostri colleghi di Lifonti & Company, cui ho espresso a nome di tutti il più affettuoso e sentito cordoglio. In Assorel, aveva prestato “servizio” per un biennio in Consiglio Direttivo, svolgendo diligentemente il compito di Tesoriere ma soprattutto portando il suo tratto umano sempre amichevole, la sua pacatezza costruttiva, la sua esperienza anche politica nei momenti difficili, sempre alla ricerca di una soluzione di interesse generale. Per farlo restare nel Consiglio Direttivo dopo che nel frattempo aveva cambiato agenzia, confesso di aver agito per fare in modo che il nostro Statuto e il nostro Regolamento recepissero il concetto della rappresentanza personale accanto a quello della rappresentanza aziendale. Ma sapevo di fare l’interesse dell’Associazione, così come tutti ben compresero. L’avrei voluto nel Consiglio Direttivo anche per il secondo biennio, ma mise volutamente a disposizione il suo posto per far largo al rinnovamento ampio che si è poi realizzato. Restava comunque per me e per i colleghi che lo avevano apprezzato nel lavoro associativo, un punto di riferimento per consigli, scambi di opinione, interventi su argomenti che ben conosceva, come ad esempio la regolamentazione della lobby. As so c ia z io n e Ag en zi e d i R ela z io n i P u bb li ch e a Se rv iz io C o mp l eto Ho motivi anche personali per essere particolarmente colpito, perché la frequentazione con lui risale davvero ad alcuni decenni fa e corrisponde alla sua biografia professionale. Fummo infatti insieme, negli anni 80, tra i soci di una piccola ma vivace società di RP, Incomnews, fondata da Marcello Di Tondo, e che inizialmente comprendeva anche Vittorio Moccagatta, che scalò rapidamente i gradini del fatturato fino ad essere infine acquisita dal gruppo britannico Shandwick, quotato alla Borsa di Londra, che già controllava la SCR di Muzi Falconi, Garbagnati e Gironda, anch’egli recentemente scomparso. Da SCR Shandwick uscimmo nel 1991 dopo aver contribuito a raggiungere gli obiettivi fissati dagli azionisti al momento della fusione per incorporazione. Io segui altri percorsi, mentre Di Tondo e Gargiulo entrarono in Burson Marsteller, di cui Massimo è stato poi a lungo Presidente per l’Italia, sapendo ben coniugare per carattere e cultura la sua pragmatica conoscenza del nostro ambiente con le regole rigide di una multinazionale. Uscito da Burson (e ricordo il saluto affettuoso di Erik Gerittsen e dei suoi colleghi sulla terrazza di via Tortona) si trasferì infine al gruppo di Diego Lifonti, dove ha lavorato fino a venerdì scorso. Un filo personale molto lungo, dunque, ma che non si è mai interrotto, tra una battuta sulla politica, la condivisione dell’importanza di essere Associazione specie in momenti di crisi, e qualche riferimento più privato ed amicale. E’ davvero difficile abituarsi all’idea che non sia più con noi. Dovremo fare qualcosa di significativo per ricordarlo come Assorel. Proporrò al Consiglio di intitolargli uno dei Premi che assegniamo ogni anno, forse quello al miglior giornalista. Sul suo profilo Twitter aveva messo una frase di Henry Kissinger: “Non ci può essere una crisi la settimana prossima. La mia agenda è già piena.” C’era in questa scelta l’ottimismo della volontà, che valorizza l’impegno per scavalcare le difficoltà. Le nostre agende sono piene di impegni. Quella professionale, associativa, pubblica e privata di Massimo lo era alla grande, non per gli appuntamenti ma per gli obiettivi. Ai suoi colleghi di lavoro e soprattutto alla sua famiglia auguriamo di poterla realizzare per lui. A noi stessi auguriamo, in questo momento triste, di saper riflettere nella scelta tra le piccole e le grandi cose. La morte in trincea di Massimo è davvero un grande ammonimento di vita. Beppe Facchetti, presidente Assorel