COMPETENZE TRENTOxatti

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COMPETENZE TRENTOxatti
I mercoledì della chimica
Rovereto, Giovedì 21 ottobre 2010
Di cosa si parla
quando si parla di competenze?
Ezio Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
SENDS
Storia ed Epistemologia per una
Nuova Didattica delle Scienze
Il sistema educativo italiano
dovrebbe essere riformato,
secondo le indicazioni
che provengono dalle superiori istanze
dell’Unione Europea,
in base alla didattica per competenze
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
LA COMPETENZA NEL
LINGUAGGIO QUOTIDIANO
Una persona è competente quando è in grado di
affrontare situazioni difficili e complesse con
successo, di produrre un comportamento adeguato
di fronte a un problema in un determinato campo o
settore professionale.
Basta il buon senso per capire che è una cosa
complessa.
Si fa riferimento:


a qualcosa di esterno e visibile
(un comportamento);
a qualcosa di interno e invisibile, caratteristico di
ogni persona riconosciuta come competente e
quindi difficile da descrivere.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
LA COMPETENZA A SCUOLA:
LE SUE ORIGINI
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
DALLA LINGUISTICA ALLO SPAZIO
Linguista Noam Chomsky (1955):
competenza linguistica contrapposta a prestazione
linguistica.
La competenza: ciò che un individuo è potenzialmente
in grado di fare.
La prestazione: comportamento osservabile (solo un
riflesso imperfetto della competenza).
USA (1965): I sovietici, lo Sputnik, la competizione
spaziale, paura di perdere.
Competency Based Education: richiesta di efficienza e
di redditività della scuola.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
INFORMATICA E ROBOTICA
Innovazioni nelle attività lavorative di natura
tecnica: dominano logiche di flessibilità e di
cambiamento permanente; costante adattamento
a nuovi obiettivi e a nuovi strumenti (informatici).
Prima ingrassavo con l’ingrassatore,
ingrasso con il calcolatore.
adesso
La formazione tecnica e professionale: dotare le
persone di competenze, ossia della capacità di
gestire gli eventi e di assumere, in tempo reale,
decisioni operative adeguate.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
COMPETENZE ED EDUCAZIONE



Dagli insegnamenti tecnici e professionali
all’educazione generale.
Conseguenza: vasto repertorio di riflessioni e
discussioni.
Alcuni titoli significativi:




L’irrésistible ascension du terme compétence en
éducation
L’obsession des compétences
L’énigme de la compétence en éducation
Les compétences trasversales en question
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
MA COSA SI INTENDE PER
COMPETENZA?
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
DUE CONCEZIONI


Concezione tecnica o comportamentista: la
competenza è una prestazione misurabile, un
comportamento legato ad attività lavorative e
professionali specifiche:
assimilata a un
comportamento osservabile.
Concezione cognitivista: la competenza è una
capacità di livello superiore che implica
l’integrazione di saperi, saper fare e saper
essere per risolvere problemi, per affrontare
situazioni complesse e nuove (situazioni
scolastiche e della vita personale e sociale
dell’allievo).
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
FARE UNA SCELTA
ONDE
EVITARE MALINTESI
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
COMPETENZA vs COMPORTAMENTO
La competenza: né un comportamento né una serie di
comportamenti.
Esempio: autoscuola
Quale l’obiettivo? Comportamenti o competenza?
 Comportamenti: Sapere girare il volante, sapere
premere un pedale.
 Competenza: Sapere guidare in svariate situazioni.
La competenza non è di natura comportamentale ma
funzionale.
Si considera la funzionalità dei comportamenti riferita a
un compito.
Nella scuola le competenze si manifestano nei
comportamenti esibiti dagli studenti che affrontano
un compito. (Enrico Maranzana)
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
LE COMPETENZE FUNZIONALI
Cosa costituisce una competenza?
COMPETENZA:
comprovata
capacità
di
usare
conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o
metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e
nello sviluppo professionale e/o personale. La
competenza implica responsabilità e autonomia.
Una persona competente è in grado di attivare le
risorse personali (cognitive, metacognitive, affettive
e sociali) in una determinata situazione.
Attivare: non solo utilizzare o applicare, ma anche
adattare, differenziare, integrare, generalizzare o
specificare, combinare, orchestrare, coordinare, …
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
GLI INTERROGATIVI
QUALE RELAZIONE TRA:
1.
2.
3.
competenze e saperi scientifici
competenze e conoscenze disciplinari
competenze e modelli d’apprendimento
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
COMPETENZE E SAPERI SCIENTIFICI
La competenza:
 Capacità di eseguire un insieme di operazioni mentali
complesse che, mettendo le conoscenze in interazione
con le situazioni, trasformano le conoscenze stesse.
 Si riferisce all’organizzazione dei saperi posseduti da
un soggetto in un sistema funzionale.
I saperi scientifici sono ingredienti indispensabili delle
competenze dei professionisti di qualsiasi livello.
Le competenze comportano sempre delle conoscenze
pratiche fondate su saperi scientifici più o meno
complessi.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
FORMAZIONE TECNICA E PROFESSIONALE
FORMAZIONE CULTURALE GENERALE
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
COMPETENZE E FORMAZIONE
CULTURALE GENERALE
La competenza implica rapporto con l’agire.
Insegnamento per competenze è adatto per
formazione tecnica e professionale, poco consono
alla formazione generale.
Le competenze hanno soprattutto una dimensione
operativa, mentre i saperi scientifici hanno
soprattutto una dimensione concettuale.
Timore: Insegnamento per competenze porta ad
accentuare
il
carattere
professionale
della
formazione di base; ne intacca la vocazione
educativa di promozione della cultura generale.
Timore fondato? Preoccupazione legittima.
Interrogativo: Cosa si intende per «cultura
generale»?
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
LA CULTURA GENERALE:
QUALE CONCEZIONE?
1. CONCEZIONE RISTRETTA
Cultura generale = accumulo di conoscenze.
Conseguenza: Alle competenze possono fare riferimento
soltanto le formazioni professionali e tecniche. Nei licei,
dispensatori di cultura generale, non si potrebbe parlare
di competenze.
2. CONCEZIONE PIÙ AMPIA
Alla base di espressioni quali: educazione alle scienze,
educazione alla chimica, educazione alla cittadinanza,
educazione all’ambiente, ecc.
Educare è preparare ad agire.
Paul Langevin, fisico, 1904
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
EDUCAZIONE AMBIENTALE
Ispirata dall’etica della nostra relazione con la
Terra, con gli altri esseri umani e con tutti gli
esseri viventi; quindi un’etica della
solidarietà, della partecipazione democratica,
del riconoscimento delle differenze, del
pluralismo, del rispetto di tradizioni, culture e
ambienti naturali.
Educare è preparare ad agire.
Paul Langevin, fisico, 1904
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
EDUCAZIONE ALLE SCIENZE
Una persona è educata, ossia colta (competente)
dal punto di vista scientifico quando:
 possiede le conoscenze scientifiche di base;
 è in grado di analizzare le situazioni, di stabilire
relazioni, di leggere criticamente le informazioni, di
porre interrogativi pertinenti, di individuare problemi,
di proporre soluzioni, di produrre evidenze empiriche
adeguate per mostrare la validità delle proprie idee.
Sono competenze la cui costruzione richiede
l’interazione di due componenti: una base consistente
di saperi formalizzati e una dose notevole di
conoscenze
(anche
pratiche)
acquisite
«in
situazione» (funzionali).
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
COMPETENZE E
CONOSCENZE DISCIPLINARI
Ragionare in termini di competenze implica
rinunciare alle discipline scolastiche e alle conoscenze
disciplinari?
[Nella costruzione di competenze] un ruolo centrale
è svolto dalla qualità delle conoscenze disciplinari. Esse
devono essere non solo acquisite a un buon livello di
comprensione ma devono anche rimanere aperte a una
loro mobilizzazione …
Finalizzare l’intervento educativo allo sviluppo di
competenze implica in primo luogo promuovere la
costruzione di conoscenze disciplinari.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
COMPETENZE E
CONOSCENZE DISCIPLINARI
Quanto più una competenza è complessa, tanto più
ricco e specialistico è il patrimonio di conoscenze
disciplinari su cui si fonda.
L’attività formativa diretta allo sviluppo di
competenze richiede che le conoscenze disciplinari
fondamentali siano acquisite in maniera significativa,
ossia comprese e padroneggiate …
Un professionista competente deve poter contare su
un ampio spettro di conoscenze per esercitare la
propria attività, e queste ultime sono in primo luogo
disciplinari.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
COMPETENZE E
MODELLI D’APPRENDIMENTO
L’interrogativo dell’insegnante
che adotta la didattica per competenze:
COME ORGANIZZARE E GESTIRE
LE ATTIVITÀ DIDATTICHE
NELL’AMBITO DI UNA DISCIPLINA SCIENTIFICA
AL FINE DI MIRARE
ALL’ACQUISIZIONE DI CONOSCENZE
E ALLO SVILUPPO DI COMPETENZE?
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
COMPETENZE E INSEGNAMENTO
ATTUALE
Problema: Insegnamento attuale permette di acquisire
competenze?
Insegnamento dominante è basato sul modello
d’apprendimento
trasmissivo/ricettivo
e
sul
programma.
Caratteristiche principali:
- la trasmissione di conoscenze da parte di insegnante;
- l’apprendimento di conoscenze enciclopediche da
parte dell’allievo.
Domina la logica della restituzione.
Conseguenza: la competenza risulta una stranezza
incomprensibile nell’ambito delle formazioni volte a
promuovere la cultura generale, se questa è intesa
nel senso più tradizionale e più riduttivo.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
QUALE CAMBIAMENTO?
Passare dalla logica della restituzione alla logica
della comprensione.
Scopo dello studio: non limitarsi a imparare, ma
comprendere.
Comprendere implica:
- lo studio delle discipline in una prospettiva
sistemica, storica e critica;
- la pratica dei metodi di indagine propri dei
diversi ambiti disciplinari.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
IMPARARE E COMPRENDERE
La distinzione fra imparare e comprendere è
una difficoltà congenita degli esseri umani,
una difficoltà che viene alimentata dalle
condizioni ambientali e, soprattutto, dalla
scuola.
C’è una spiccata tendenza a preferire la
nomenclatura simbolica (i nomi delle cose)
ai nessi spazio-temporali (i fenomeni).
La tradizione culturale ha favorito la
nomenclatura, il vocabolario, e il repertorio
letterario che compongono l’erudizione
piuttosto che la comprensione della realtà.
Carlo Bernardini, Incubi diurni, Laterza, Bari, 2010
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
QUALI IMPLICAZIONI?
Implicazioni per insegnanti
Adottare didattiche laboratoriali:
 Il poco è di più (saperi essenziali adeguati alle
potenzialità cognitive degli allievi).
 I saperi come processi e non come prodotti
(cataloghi di conoscenze/informazioni)
 Strategie d’apprendimento innovative che
rendono allievi protagonisti del proprio
apprendimento.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
QUALI IMPLICAZIONI?
Implicazioni per allievi:
 L’attività mentale
 L’autonomia.
Cosa si richiede agli allievi?
 Andare
oltre semplice restituzione delle
nozioni fornite dall’insegnante.
 Mostrare segni tangibili di «comprensione»:
la capacità di proporre idee nuove, di
argomentare le proposte, di applicare le
conoscenze acquisite a nuove situazioni.
Come realizzare questo cambiamento?
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
IL MODELLO DIDATTICO (I)
Adottare un modello d’apprendimento che riconosca
l’allievo come protagonista attivo del processo di
apprendimento.
 L’allievo:
 una persona che apprende in relazione al suo
ambiente, sovente per tentativi ed errori.
 Il modello didattico d’apprendimento:
 Tiene conto delle concezioni alternative degli
allievi ai quali assegna il ruolo di «attori» del
proprio apprendimento.
 Valorizza la comprensione nel corso dell’azione,
proponendo
agli
allievi
situazioni
d’apprendimento in grado di fare interagire
realtà e cognizione.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
IL MODELLO DIDATTICO (II)
In che modo rendere allievi attori di apprendimento?
 Adottando l’approccio per problemi (problem based
learning).
 Offrendo agli allievi l’opportunità di costruire e/o
acquisire nuove conoscenze come strumenti per
comprendere.
(didattica laboratoriale)
Una competenza … si sviluppa in un contesto nel quale
lo
studente
è
coinvolto,
personalmente
o
collettivamente, nell’affrontare situazioni, nel portare
a termine compiti, nel risolvere problemi, …
 Mettendo gli allievi in una situazione analoga a quella
dei ricercatori: affrontare e risolvere problemi.
Risolvere problemi non significa svolgere esercizi
applicando regole o algoritmi già appresi.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
COMPETENZE E SAPERE OPERATIVO
Gli allievi – Passare dalla logica della restituzione alla
logica della comprensione significa passare dal sapere
enciclopedico al sapere operativo che è alla base dello
sviluppo di competenze.
Una persona competente : una persona che possiede un
sapere operativo.
Valutazione delle competenze – Accertare operatività
del sapere, ossia accertare cosa un allievo sa fare
consapevolmente con ciò che sa.
Si intende la competenza come la capacità di utilizzare il
sapere, in tutte le sue forme, per affrontare problemi.
Di che tipo?
Di tipo professionale e tecnico per le formazioni di
questa natura.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
COMPETENZE E
CULTURA SCIENTIFICA (I)
E
nell’ambito delle formazioni di cultura
generale per gli studenti di scienze?
 I problemi di natura scientifica.
Dove li troviamo?
 Nella vita quotidiana (ritornello abituale).
Se è il caso.
 Però
molto più interessanti problemi
analoghi a quelli affrontati in passato dagli
scienziati che li superarono elaborando
nuovi saperi. (Dalton e Gay-Lussac, della
necessità di disporre di due concetti:
molecola e atomo).
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
PROBLEMI E COMPETENZE (I)
I cognitivisti: la competenza è la capacità di giudicare e
di agire efficacemente in un contesto nuovo.
L’approccio per problemi favorisce l’attività cognitiva
degli allievi; li stimola ad attivare un ampio spettro di
processi mentali di cui essi dovrebbero impadronirsi
praticandoli in situazioni diverse.
Ciò che è specifico della competenza: la valutazione
della situazione, ossia la capacità di trattare svariate
informazioni in funzione di una situazione reale.
Non è quindi apprendere per competenze, ma
apprendere diventando competenti (Anna Maria Ajello)
Questo è il motivo per cui si associano le competenze ai
problemi.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
PROBLEMI E COMPETENZE (II)
La tradizionale visione statica del sapere, codificata nei
libri di testo, è sostituita da una concezione che si
sostanzia dei problemi che hanno caratterizzato
l'evoluzione delle discipline e dai metodi di indagine
che hanno condotto alla conquista delle relative
conoscenze.
I laboratori sono da intendere come l'occasione per far
sperimentare e per far rivivere ai giovani l'avventura
umana. (didattica laboratoriale,
laboratoriale, 26)
L'agire dello studente che affronta razionalmente una
situazione sconosciuta restituisce "la pratica dei
metodi di indagine“.
(Enrico Maranzana)
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
LE COMPETENZE:
TRA ENTUSIASTI E DETRATTORI
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
I SOSTENITORI
Tutto il mondo dell’istruzione avanzata a
livello mondiale marca un serio passaggio
dalla
pratica
dell’apprendimento
di
conoscenze a quella dell’acquisizione di
competenze! Ma il nostro Paese… resiste,
resiste, resiste! Non vuole cambiare! Ma
chi è che ha paura delle competenze? Chi è
che rema contro la scuola italiana?
Maurizio Tiriticco
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
I PERPLESSI
Dopo aver a lungo cercato di capire precisamente le
differenze tra conoscenze, abilità, competenze e
capacità; tra contenuti e processi; tra competenze
disciplinari e trasversali, ad esempio metacognitive,
strategiche, relazionali; dopo averne parlato a più
riprese con diversi esperti; dopo aver perfino scritto
libri e articoli e aver insegnato tutto questo alla SISS
per 10 anni... mi sono però convinto che c’è un tale
intreccio
che
è
quasi
impossibile
definire
precisamente e in modo operativo queste diverse
entità, perseguirle e svilupparle indipendentemente
l’una
dall’altra,
e,
ancor
più,
certificarle
separatamente.
Anzellotti
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
UNA PROPOSTA
Di fronte a questo groviglio di difficoltà, egli formula una
proposta
Penso che una buona strada da seguire sia quella di
confrontarsi sul piano concreto degli esempi di quesiti
da porre agli studenti, sul piano delle prove di verifica e
dei voti e della loro comparazione.
Che ve ne pare? È questo il problema più importante?
Anzellotti:
Capacità/competenze
che
bisognerebbe
raggiungere con lo studio
… una capacità di usare criticamente le conoscenze e
trasformarle, anche al fine di produrre altra conoscenza
e di raggiungere scopi o risolvere problemi in diversi
ambiti di ricerca, di lavoro e di vita. Occorre anche
sviluppare una capacità di inserirsi negli ambienti di
studio e di lavoro, di riconoscere e darsi obiettivi,
individuare strategie, prendere decisioni, sostenere nel
tempo l’impegno richiesto.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
UNA CONSTATAZIONE E UN DUBBIO
Poi riconosce che gli studenti le possiedono in misura
insufficiente (è un ottimista)
A me pare, purtroppo, che gli studenti, anche
promossi con buoni voti, non possiedano tali
capacità nella misura che sarebbe auspicabile.
Poi confessa che non sa con certezza come mai ciò
avvenga, ma ha due idee sulle possibili cause:
Non ho certezze sul perché di questo fatto. Credo che
in parte questo accada perché noi docenti non
richiediamo abbastanza queste capacità nelle prove
di valutazione e anche perché le nostre modalità di
insegnamento non sono idonee a farle sviluppare.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
UN GROVIGLIO DI PROBLEMI
Negazione di importanza di contenuti disciplinari
Paolo Ferratini: «I contenuti dell’apprendimento sono
sostanzialmente “indifferenti”, purché siano funzionali
alla maturazione delle competenze che riteniamo
indispensabili”.
Negazione della scuola come luogo d’apprendimento
Giorgio Campione: si deve «partire dalla consapevolezza
che la scuola è sempre meno il luogo dove si apprende e
sempre più il luogo capace di dare significato a quanto si
è appreso altrove».
Negazione del valore formativo delle discipline.
Annientamento della scuola come istituzione sociale dove
l’apprendimento è perseguito in modo sistematico.
Illusione della “conoscenza diffusa” (Internet) –
Confusione di conoscenza con informazione
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
DOVE STA IL PROBLEMA?
Il dilemma sollevato da Anzellotti: Prove di valutazione
non adeguate o modalità di insegnamento non
idonee?
Le nostre modalità di insegnamento sono atte a favorire
lo sviluppo di competenze?
Per rispondere a questo interrogativo: avere come
riferimento un modello d’apprendimento consono al
raggiungimento di tale fine.
Negli ultimi decenni: i modelli d’apprendimento sottesi
ai documenti ufficiali relativi alle riforme hanno
oscillato fra una concezione comportamentista e una
cognitivo-costruttivista dei processi conoscitivi.
Questa situazione di confusione e di incertezza genera
prese di posizione negative nei confronti delle
competenze.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
I CONTRARI
Prof. Giorgio Israel: definisce demenzial-burocratico il
linguaggio usato per parlare delle competenze.
«Il fatale trittico – conoscenze/abilità/competenze –
non è solo inutile, ma conduce a risultati disastrosi
perché codifica una separazione a tre livelli; come se
esistessero situazioni accettabili in cui uno possiede
conoscenze ma non sa farne uso, oppure sa farne uso
ma si blocca di fronte a un problema».
La distinzione tra conoscenze e competenze «svilisce
l’idea di conoscenza che è sempre stata pensata come
inclusiva dei tre aspetti (giustamente mai distinti) e
da valutare complessivamente. Distinguendo si
introduce
l’idea
assurda
che
l’acquisizione
assolutamente passiva di concetti sia una forma di
conoscenza».
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
CHE FARE?
Personalmente ritengo che sia compito degli
insegnanti
di
discipline
scientifiche
impegnarsi affinché prevalga l’idea che
conoscenze
e
competenze
non
si
contrappongono, ma sono al contrario in
stretta interazione.
Le competenze disciplinari sono l’esito di un
processo formativo nel quale si presta la
massima attenzione ai processi di pensiero.
Solo così i contenuti di conoscenza si rivelano
ricchi di potenzialità formative e culturali e
diventano il supporto delle competenze.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
EPISTEMOLOGIA E DIDATTICA
A questo fine è indispensabile che gli insegnanti:
 Abbiano idee chiare sulla natura della scienza e su
come viene prodotto il sapere scientifico, ossia
devono collocarsi in un contesto epistemologico che
porta a considerare la scienza un processo generatore
di conoscenza (il sapere scientifico).
 Adottino un modello d’apprendimento consono alle
scelte epistemologiche.
Conseguenza: impostare la propria azione formativa su
un modello d’apprendimento che rilegga le discipline
scolastiche in un’ottica di «processo» di costruzione
di conoscenza che parte da problemi (problem based
learning) e mette in campo strumenti, linguaggi e
procedure specifici per risolverli.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
LA STRATEGIA D’APPRENDIMENTO
I «contenuti» diventano così tematiche sulle quali
attivare una «strategia dell’apprendimento» basata
su un processo di costruzione del sapere analogo a
quello che entra in gioco nella «strategia della ricerca
scientifica».
La sfida che gli insegnanti di scienze devono affrontare
nell’ambito della formazione generale è proprio qui.
Una disciplina intesa come «processo di costruzione di
conoscenza»
non
si
può
trasmettere
con
l’insegnamento tradizionale basato sul trittico:
lezione frontale, studio individuale, verifica.
Occorre progettare e organizzare percorsi significativi,
in grado di valorizzare sia gli apprendimenti sia le
discipline.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
CHI REALIZZA L’INNOVAZIONE?
Sono le scuole a “realizzare” e non ad “applicare”
l’innovazione in relazione agli assi culturali
considerati strategici e alle competenze chiave.



Da un punto di vista teorico questo è giusto.
Una riforma dell’insegnamento non è soltanto un
problema di “programmi”. È soprattutto il
problema di gestire insieme il cambiamento
nelle classi.
Una riforma è solo di apparenza se non vi è un
effettivo coinvolgimento degli insegnanti.
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
RENDERE POSSIBILE L’INNOVAZIONE?
Da un punto di vista pratico, questo
presuppone un impegno – in termini di
tempo, mezzi finanziari, risorse intellettuali
– di cui le nostre istituzioni scolastiche non
vogliono farsi carico, sia per ragioni di
cassa, sia per ragioni intellettuali.
Per risolvere i problemi di formazione, non
basta ricorrere alla lavagna interattiva
multimediale?
Ezio Roletto,
Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino
SENDS
Storia ed Epistemologia per una
Nuova Didattica delle Scienze