COMPETENZE TRENTOxatti
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COMPETENZE TRENTOxatti
I mercoledì della chimica Rovereto, Giovedì 21 ottobre 2010 Di cosa si parla quando si parla di competenze? Ezio Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino SENDS Storia ed Epistemologia per una Nuova Didattica delle Scienze Il sistema educativo italiano dovrebbe essere riformato, secondo le indicazioni che provengono dalle superiori istanze dell’Unione Europea, in base alla didattica per competenze Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino LA COMPETENZA NEL LINGUAGGIO QUOTIDIANO Una persona è competente quando è in grado di affrontare situazioni difficili e complesse con successo, di produrre un comportamento adeguato di fronte a un problema in un determinato campo o settore professionale. Basta il buon senso per capire che è una cosa complessa. Si fa riferimento: a qualcosa di esterno e visibile (un comportamento); a qualcosa di interno e invisibile, caratteristico di ogni persona riconosciuta come competente e quindi difficile da descrivere. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino LA COMPETENZA A SCUOLA: LE SUE ORIGINI Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino DALLA LINGUISTICA ALLO SPAZIO Linguista Noam Chomsky (1955): competenza linguistica contrapposta a prestazione linguistica. La competenza: ciò che un individuo è potenzialmente in grado di fare. La prestazione: comportamento osservabile (solo un riflesso imperfetto della competenza). USA (1965): I sovietici, lo Sputnik, la competizione spaziale, paura di perdere. Competency Based Education: richiesta di efficienza e di redditività della scuola. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino INFORMATICA E ROBOTICA Innovazioni nelle attività lavorative di natura tecnica: dominano logiche di flessibilità e di cambiamento permanente; costante adattamento a nuovi obiettivi e a nuovi strumenti (informatici). Prima ingrassavo con l’ingrassatore, ingrasso con il calcolatore. adesso La formazione tecnica e professionale: dotare le persone di competenze, ossia della capacità di gestire gli eventi e di assumere, in tempo reale, decisioni operative adeguate. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino COMPETENZE ED EDUCAZIONE Dagli insegnamenti tecnici e professionali all’educazione generale. Conseguenza: vasto repertorio di riflessioni e discussioni. Alcuni titoli significativi: L’irrésistible ascension du terme compétence en éducation L’obsession des compétences L’énigme de la compétence en éducation Les compétences trasversales en question Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino MA COSA SI INTENDE PER COMPETENZA? Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino DUE CONCEZIONI Concezione tecnica o comportamentista: la competenza è una prestazione misurabile, un comportamento legato ad attività lavorative e professionali specifiche: assimilata a un comportamento osservabile. Concezione cognitivista: la competenza è una capacità di livello superiore che implica l’integrazione di saperi, saper fare e saper essere per risolvere problemi, per affrontare situazioni complesse e nuove (situazioni scolastiche e della vita personale e sociale dell’allievo). Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino FARE UNA SCELTA ONDE EVITARE MALINTESI Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino COMPETENZA vs COMPORTAMENTO La competenza: né un comportamento né una serie di comportamenti. Esempio: autoscuola Quale l’obiettivo? Comportamenti o competenza? Comportamenti: Sapere girare il volante, sapere premere un pedale. Competenza: Sapere guidare in svariate situazioni. La competenza non è di natura comportamentale ma funzionale. Si considera la funzionalità dei comportamenti riferita a un compito. Nella scuola le competenze si manifestano nei comportamenti esibiti dagli studenti che affrontano un compito. (Enrico Maranzana) Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino LE COMPETENZE FUNZIONALI Cosa costituisce una competenza? COMPETENZA: comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale. La competenza implica responsabilità e autonomia. Una persona competente è in grado di attivare le risorse personali (cognitive, metacognitive, affettive e sociali) in una determinata situazione. Attivare: non solo utilizzare o applicare, ma anche adattare, differenziare, integrare, generalizzare o specificare, combinare, orchestrare, coordinare, … Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino GLI INTERROGATIVI QUALE RELAZIONE TRA: 1. 2. 3. competenze e saperi scientifici competenze e conoscenze disciplinari competenze e modelli d’apprendimento Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino COMPETENZE E SAPERI SCIENTIFICI La competenza: Capacità di eseguire un insieme di operazioni mentali complesse che, mettendo le conoscenze in interazione con le situazioni, trasformano le conoscenze stesse. Si riferisce all’organizzazione dei saperi posseduti da un soggetto in un sistema funzionale. I saperi scientifici sono ingredienti indispensabili delle competenze dei professionisti di qualsiasi livello. Le competenze comportano sempre delle conoscenze pratiche fondate su saperi scientifici più o meno complessi. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino FORMAZIONE TECNICA E PROFESSIONALE FORMAZIONE CULTURALE GENERALE Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino COMPETENZE E FORMAZIONE CULTURALE GENERALE La competenza implica rapporto con l’agire. Insegnamento per competenze è adatto per formazione tecnica e professionale, poco consono alla formazione generale. Le competenze hanno soprattutto una dimensione operativa, mentre i saperi scientifici hanno soprattutto una dimensione concettuale. Timore: Insegnamento per competenze porta ad accentuare il carattere professionale della formazione di base; ne intacca la vocazione educativa di promozione della cultura generale. Timore fondato? Preoccupazione legittima. Interrogativo: Cosa si intende per «cultura generale»? Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino LA CULTURA GENERALE: QUALE CONCEZIONE? 1. CONCEZIONE RISTRETTA Cultura generale = accumulo di conoscenze. Conseguenza: Alle competenze possono fare riferimento soltanto le formazioni professionali e tecniche. Nei licei, dispensatori di cultura generale, non si potrebbe parlare di competenze. 2. CONCEZIONE PIÙ AMPIA Alla base di espressioni quali: educazione alle scienze, educazione alla chimica, educazione alla cittadinanza, educazione all’ambiente, ecc. Educare è preparare ad agire. Paul Langevin, fisico, 1904 Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino EDUCAZIONE AMBIENTALE Ispirata dall’etica della nostra relazione con la Terra, con gli altri esseri umani e con tutti gli esseri viventi; quindi un’etica della solidarietà, della partecipazione democratica, del riconoscimento delle differenze, del pluralismo, del rispetto di tradizioni, culture e ambienti naturali. Educare è preparare ad agire. Paul Langevin, fisico, 1904 Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino EDUCAZIONE ALLE SCIENZE Una persona è educata, ossia colta (competente) dal punto di vista scientifico quando: possiede le conoscenze scientifiche di base; è in grado di analizzare le situazioni, di stabilire relazioni, di leggere criticamente le informazioni, di porre interrogativi pertinenti, di individuare problemi, di proporre soluzioni, di produrre evidenze empiriche adeguate per mostrare la validità delle proprie idee. Sono competenze la cui costruzione richiede l’interazione di due componenti: una base consistente di saperi formalizzati e una dose notevole di conoscenze (anche pratiche) acquisite «in situazione» (funzionali). Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino COMPETENZE E CONOSCENZE DISCIPLINARI Ragionare in termini di competenze implica rinunciare alle discipline scolastiche e alle conoscenze disciplinari? [Nella costruzione di competenze] un ruolo centrale è svolto dalla qualità delle conoscenze disciplinari. Esse devono essere non solo acquisite a un buon livello di comprensione ma devono anche rimanere aperte a una loro mobilizzazione … Finalizzare l’intervento educativo allo sviluppo di competenze implica in primo luogo promuovere la costruzione di conoscenze disciplinari. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino COMPETENZE E CONOSCENZE DISCIPLINARI Quanto più una competenza è complessa, tanto più ricco e specialistico è il patrimonio di conoscenze disciplinari su cui si fonda. L’attività formativa diretta allo sviluppo di competenze richiede che le conoscenze disciplinari fondamentali siano acquisite in maniera significativa, ossia comprese e padroneggiate … Un professionista competente deve poter contare su un ampio spettro di conoscenze per esercitare la propria attività, e queste ultime sono in primo luogo disciplinari. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino COMPETENZE E MODELLI D’APPRENDIMENTO L’interrogativo dell’insegnante che adotta la didattica per competenze: COME ORGANIZZARE E GESTIRE LE ATTIVITÀ DIDATTICHE NELL’AMBITO DI UNA DISCIPLINA SCIENTIFICA AL FINE DI MIRARE ALL’ACQUISIZIONE DI CONOSCENZE E ALLO SVILUPPO DI COMPETENZE? Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino COMPETENZE E INSEGNAMENTO ATTUALE Problema: Insegnamento attuale permette di acquisire competenze? Insegnamento dominante è basato sul modello d’apprendimento trasmissivo/ricettivo e sul programma. Caratteristiche principali: - la trasmissione di conoscenze da parte di insegnante; - l’apprendimento di conoscenze enciclopediche da parte dell’allievo. Domina la logica della restituzione. Conseguenza: la competenza risulta una stranezza incomprensibile nell’ambito delle formazioni volte a promuovere la cultura generale, se questa è intesa nel senso più tradizionale e più riduttivo. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino QUALE CAMBIAMENTO? Passare dalla logica della restituzione alla logica della comprensione. Scopo dello studio: non limitarsi a imparare, ma comprendere. Comprendere implica: - lo studio delle discipline in una prospettiva sistemica, storica e critica; - la pratica dei metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino IMPARARE E COMPRENDERE La distinzione fra imparare e comprendere è una difficoltà congenita degli esseri umani, una difficoltà che viene alimentata dalle condizioni ambientali e, soprattutto, dalla scuola. C’è una spiccata tendenza a preferire la nomenclatura simbolica (i nomi delle cose) ai nessi spazio-temporali (i fenomeni). La tradizione culturale ha favorito la nomenclatura, il vocabolario, e il repertorio letterario che compongono l’erudizione piuttosto che la comprensione della realtà. Carlo Bernardini, Incubi diurni, Laterza, Bari, 2010 Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino QUALI IMPLICAZIONI? Implicazioni per insegnanti Adottare didattiche laboratoriali: Il poco è di più (saperi essenziali adeguati alle potenzialità cognitive degli allievi). I saperi come processi e non come prodotti (cataloghi di conoscenze/informazioni) Strategie d’apprendimento innovative che rendono allievi protagonisti del proprio apprendimento. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino QUALI IMPLICAZIONI? Implicazioni per allievi: L’attività mentale L’autonomia. Cosa si richiede agli allievi? Andare oltre semplice restituzione delle nozioni fornite dall’insegnante. Mostrare segni tangibili di «comprensione»: la capacità di proporre idee nuove, di argomentare le proposte, di applicare le conoscenze acquisite a nuove situazioni. Come realizzare questo cambiamento? Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino IL MODELLO DIDATTICO (I) Adottare un modello d’apprendimento che riconosca l’allievo come protagonista attivo del processo di apprendimento. L’allievo: una persona che apprende in relazione al suo ambiente, sovente per tentativi ed errori. Il modello didattico d’apprendimento: Tiene conto delle concezioni alternative degli allievi ai quali assegna il ruolo di «attori» del proprio apprendimento. Valorizza la comprensione nel corso dell’azione, proponendo agli allievi situazioni d’apprendimento in grado di fare interagire realtà e cognizione. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino IL MODELLO DIDATTICO (II) In che modo rendere allievi attori di apprendimento? Adottando l’approccio per problemi (problem based learning). Offrendo agli allievi l’opportunità di costruire e/o acquisire nuove conoscenze come strumenti per comprendere. (didattica laboratoriale) Una competenza … si sviluppa in un contesto nel quale lo studente è coinvolto, personalmente o collettivamente, nell’affrontare situazioni, nel portare a termine compiti, nel risolvere problemi, … Mettendo gli allievi in una situazione analoga a quella dei ricercatori: affrontare e risolvere problemi. Risolvere problemi non significa svolgere esercizi applicando regole o algoritmi già appresi. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino COMPETENZE E SAPERE OPERATIVO Gli allievi – Passare dalla logica della restituzione alla logica della comprensione significa passare dal sapere enciclopedico al sapere operativo che è alla base dello sviluppo di competenze. Una persona competente : una persona che possiede un sapere operativo. Valutazione delle competenze – Accertare operatività del sapere, ossia accertare cosa un allievo sa fare consapevolmente con ciò che sa. Si intende la competenza come la capacità di utilizzare il sapere, in tutte le sue forme, per affrontare problemi. Di che tipo? Di tipo professionale e tecnico per le formazioni di questa natura. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino COMPETENZE E CULTURA SCIENTIFICA (I) E nell’ambito delle formazioni di cultura generale per gli studenti di scienze? I problemi di natura scientifica. Dove li troviamo? Nella vita quotidiana (ritornello abituale). Se è il caso. Però molto più interessanti problemi analoghi a quelli affrontati in passato dagli scienziati che li superarono elaborando nuovi saperi. (Dalton e Gay-Lussac, della necessità di disporre di due concetti: molecola e atomo). Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino PROBLEMI E COMPETENZE (I) I cognitivisti: la competenza è la capacità di giudicare e di agire efficacemente in un contesto nuovo. L’approccio per problemi favorisce l’attività cognitiva degli allievi; li stimola ad attivare un ampio spettro di processi mentali di cui essi dovrebbero impadronirsi praticandoli in situazioni diverse. Ciò che è specifico della competenza: la valutazione della situazione, ossia la capacità di trattare svariate informazioni in funzione di una situazione reale. Non è quindi apprendere per competenze, ma apprendere diventando competenti (Anna Maria Ajello) Questo è il motivo per cui si associano le competenze ai problemi. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino PROBLEMI E COMPETENZE (II) La tradizionale visione statica del sapere, codificata nei libri di testo, è sostituita da una concezione che si sostanzia dei problemi che hanno caratterizzato l'evoluzione delle discipline e dai metodi di indagine che hanno condotto alla conquista delle relative conoscenze. I laboratori sono da intendere come l'occasione per far sperimentare e per far rivivere ai giovani l'avventura umana. (didattica laboratoriale, laboratoriale, 26) L'agire dello studente che affronta razionalmente una situazione sconosciuta restituisce "la pratica dei metodi di indagine“. (Enrico Maranzana) Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino LE COMPETENZE: TRA ENTUSIASTI E DETRATTORI Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino I SOSTENITORI Tutto il mondo dell’istruzione avanzata a livello mondiale marca un serio passaggio dalla pratica dell’apprendimento di conoscenze a quella dell’acquisizione di competenze! Ma il nostro Paese… resiste, resiste, resiste! Non vuole cambiare! Ma chi è che ha paura delle competenze? Chi è che rema contro la scuola italiana? Maurizio Tiriticco Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino I PERPLESSI Dopo aver a lungo cercato di capire precisamente le differenze tra conoscenze, abilità, competenze e capacità; tra contenuti e processi; tra competenze disciplinari e trasversali, ad esempio metacognitive, strategiche, relazionali; dopo averne parlato a più riprese con diversi esperti; dopo aver perfino scritto libri e articoli e aver insegnato tutto questo alla SISS per 10 anni... mi sono però convinto che c’è un tale intreccio che è quasi impossibile definire precisamente e in modo operativo queste diverse entità, perseguirle e svilupparle indipendentemente l’una dall’altra, e, ancor più, certificarle separatamente. Anzellotti Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino UNA PROPOSTA Di fronte a questo groviglio di difficoltà, egli formula una proposta Penso che una buona strada da seguire sia quella di confrontarsi sul piano concreto degli esempi di quesiti da porre agli studenti, sul piano delle prove di verifica e dei voti e della loro comparazione. Che ve ne pare? È questo il problema più importante? Anzellotti: Capacità/competenze che bisognerebbe raggiungere con lo studio … una capacità di usare criticamente le conoscenze e trasformarle, anche al fine di produrre altra conoscenza e di raggiungere scopi o risolvere problemi in diversi ambiti di ricerca, di lavoro e di vita. Occorre anche sviluppare una capacità di inserirsi negli ambienti di studio e di lavoro, di riconoscere e darsi obiettivi, individuare strategie, prendere decisioni, sostenere nel tempo l’impegno richiesto. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino UNA CONSTATAZIONE E UN DUBBIO Poi riconosce che gli studenti le possiedono in misura insufficiente (è un ottimista) A me pare, purtroppo, che gli studenti, anche promossi con buoni voti, non possiedano tali capacità nella misura che sarebbe auspicabile. Poi confessa che non sa con certezza come mai ciò avvenga, ma ha due idee sulle possibili cause: Non ho certezze sul perché di questo fatto. Credo che in parte questo accada perché noi docenti non richiediamo abbastanza queste capacità nelle prove di valutazione e anche perché le nostre modalità di insegnamento non sono idonee a farle sviluppare. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino UN GROVIGLIO DI PROBLEMI Negazione di importanza di contenuti disciplinari Paolo Ferratini: «I contenuti dell’apprendimento sono sostanzialmente “indifferenti”, purché siano funzionali alla maturazione delle competenze che riteniamo indispensabili”. Negazione della scuola come luogo d’apprendimento Giorgio Campione: si deve «partire dalla consapevolezza che la scuola è sempre meno il luogo dove si apprende e sempre più il luogo capace di dare significato a quanto si è appreso altrove». Negazione del valore formativo delle discipline. Annientamento della scuola come istituzione sociale dove l’apprendimento è perseguito in modo sistematico. Illusione della “conoscenza diffusa” (Internet) – Confusione di conoscenza con informazione Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino DOVE STA IL PROBLEMA? Il dilemma sollevato da Anzellotti: Prove di valutazione non adeguate o modalità di insegnamento non idonee? Le nostre modalità di insegnamento sono atte a favorire lo sviluppo di competenze? Per rispondere a questo interrogativo: avere come riferimento un modello d’apprendimento consono al raggiungimento di tale fine. Negli ultimi decenni: i modelli d’apprendimento sottesi ai documenti ufficiali relativi alle riforme hanno oscillato fra una concezione comportamentista e una cognitivo-costruttivista dei processi conoscitivi. Questa situazione di confusione e di incertezza genera prese di posizione negative nei confronti delle competenze. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino I CONTRARI Prof. Giorgio Israel: definisce demenzial-burocratico il linguaggio usato per parlare delle competenze. «Il fatale trittico – conoscenze/abilità/competenze – non è solo inutile, ma conduce a risultati disastrosi perché codifica una separazione a tre livelli; come se esistessero situazioni accettabili in cui uno possiede conoscenze ma non sa farne uso, oppure sa farne uso ma si blocca di fronte a un problema». La distinzione tra conoscenze e competenze «svilisce l’idea di conoscenza che è sempre stata pensata come inclusiva dei tre aspetti (giustamente mai distinti) e da valutare complessivamente. Distinguendo si introduce l’idea assurda che l’acquisizione assolutamente passiva di concetti sia una forma di conoscenza». Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino CHE FARE? Personalmente ritengo che sia compito degli insegnanti di discipline scientifiche impegnarsi affinché prevalga l’idea che conoscenze e competenze non si contrappongono, ma sono al contrario in stretta interazione. Le competenze disciplinari sono l’esito di un processo formativo nel quale si presta la massima attenzione ai processi di pensiero. Solo così i contenuti di conoscenza si rivelano ricchi di potenzialità formative e culturali e diventano il supporto delle competenze. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino EPISTEMOLOGIA E DIDATTICA A questo fine è indispensabile che gli insegnanti: Abbiano idee chiare sulla natura della scienza e su come viene prodotto il sapere scientifico, ossia devono collocarsi in un contesto epistemologico che porta a considerare la scienza un processo generatore di conoscenza (il sapere scientifico). Adottino un modello d’apprendimento consono alle scelte epistemologiche. Conseguenza: impostare la propria azione formativa su un modello d’apprendimento che rilegga le discipline scolastiche in un’ottica di «processo» di costruzione di conoscenza che parte da problemi (problem based learning) e mette in campo strumenti, linguaggi e procedure specifici per risolverli. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino LA STRATEGIA D’APPRENDIMENTO I «contenuti» diventano così tematiche sulle quali attivare una «strategia dell’apprendimento» basata su un processo di costruzione del sapere analogo a quello che entra in gioco nella «strategia della ricerca scientifica». La sfida che gli insegnanti di scienze devono affrontare nell’ambito della formazione generale è proprio qui. Una disciplina intesa come «processo di costruzione di conoscenza» non si può trasmettere con l’insegnamento tradizionale basato sul trittico: lezione frontale, studio individuale, verifica. Occorre progettare e organizzare percorsi significativi, in grado di valorizzare sia gli apprendimenti sia le discipline. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino CHI REALIZZA L’INNOVAZIONE? Sono le scuole a “realizzare” e non ad “applicare” l’innovazione in relazione agli assi culturali considerati strategici e alle competenze chiave. Da un punto di vista teorico questo è giusto. Una riforma dell’insegnamento non è soltanto un problema di “programmi”. È soprattutto il problema di gestire insieme il cambiamento nelle classi. Una riforma è solo di apparenza se non vi è un effettivo coinvolgimento degli insegnanti. Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino RENDERE POSSIBILE L’INNOVAZIONE? Da un punto di vista pratico, questo presuppone un impegno – in termini di tempo, mezzi finanziari, risorse intellettuali – di cui le nostre istituzioni scolastiche non vogliono farsi carico, sia per ragioni di cassa, sia per ragioni intellettuali. Per risolvere i problemi di formazione, non basta ricorrere alla lavagna interattiva multimediale? Ezio Roletto, Roletto, Gruppo SENDS, Università di Torino SENDS Storia ed Epistemologia per una Nuova Didattica delle Scienze