Un`altra storia della medicina

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Un`altra storia della medicina
UN’ALTRA STORIA DELLA MEDICINA:
LE GUARIGIONI SOMATOPSICHICHE
La medicina egizia è strettamente collegata con il nome di Imhotep che Osler
considera come “la prima figura di medico che emerge nella nebbia dell'antichità”.
Imhotep pubblico ufficiale che fu deificato durante il periodo greco-romano, era il
gran Visir del re Soser (III dinastia, c. 2980 a.C.). Come Visir, era capo
dell'amministrazione della giustizia, del tesoro, dell'esercito e della flotta e della
direzione dell'agricoltura e dell'interno. Secondo la tradizione dei secoli posteriori era
anche architetto e sacerdote, astronomo, mago, medico ed uomo saggio. Come
architetto, egli costruì la ben nota piramide di Saqqarah, la prima grande costruzione
in pietra della storia, che
fu progettata per la tomba
d i r e S o s e r. . . C o m e
astronomo egli fu lodato
dagli antichi cronisti
egiziani ed una tradizione
posteriore lo indica come
medico principale del re,
avendo la responsabilità
non solo della salute di
tutta la famiglia reale ma
anche di tutta la
popolazione. Si deve
tuttavia osservare che
nessun
testo antico lo
indica come medico e che
diversamente da Ippocrate, il padre della medicina greca, Imhotep non lasciò scritti
medici, nè scuola di discepoli, per quanto sappiamo.
Un secolo dopo la sua morte (c. 2800 a.C.) Imhotep fu considerato come un semidio
e molto dopo, circa nell'anno 525 a.C., fu innalzato alla condizione di dio...
Durante l'epoca posteriore l'adorazione di Imhotep si estese sempre più fino a che egli
divenne nel basso Egitto il dio della medicina. Durante il periodo ellenistico esso fu
una delle principali divinità adorate a Menfi. I greci lo identificarono con il loro
Asclepiade. I malati affluivano ai templi di Imhotep, dove avevano luogo complicate
cerimonie. Molti dormivano nel tempio la notte e avevano dei sogni di origine divina
nei quali Imhotep appariva ai sofferenti ed indicava loro la cura opportuna. Il sonno
nel tempio, od incubazione, divenne un rito della venerazione di Imhotep, come
avvenne ai tempi di Asclepio.
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Gli Indù adoperavano la suggestione e l'ipnotismo nella cura delle malattie. Essi
portavano i pazienti nei templi per curarli con la suggestione e con il sonno nel
tempio, come in Babilonia, in Grecia e in Egitto. Gli inglesi che più tardi, nel secolo
XIX introdussero l'ipnotismo come misura terapeutica, ricavarono dall'India molte
delle loro conoscenze.
Non è facile dire chi sia stato Esculapio: se un dio della medicina, figlio di Apollo e
di Coronide, nato sul monte Tittione in Epidauro, poi discepolo di Chirone, dal quale
apprese l'arte di conoscere le erbe mediche e le Scienze Occulte, seguendo infine gli
Argonauti nella Colchide; oppure un Messia incarnato che guariva i malati e
risuscitava i morti, insegnando i segreti dell'arte medica e teurgica ad un tempo.
Un fatto è certo: gli egiziani lo ebbero in onore e l'ammaestramento di Esculapio
si trova nel “Corpus Hermeticum“ di Ermete Trismegisto, nel Taoismo cinese e nel
Cristianesimo, dandoci la certezza che l'insegnamento esoterico risale in modo
impressionante la spirale dei millenni senza poterne fissare la data, e che
l'Archeosofia è l'attuale presenza di
quello stesso sapere antico e sempre
vivo.
Cristo, erede del passato medico e
religioso, portò quelle conoscenze
rivelate da Dio, comunicandole ai suoi
intimi discepoli, e da quel momento in
poi si diffuse l'arte di guarire le anime
e i corpi dei veri credenti. San Pietro e
san Paolo furono guaritori formidabili;
poi vennero gli anacoreti della
Tebaide, cioè i Padri del deserto,
esperti nella terapia con il fluido
curativo, l'ipnotismo o sonno
provocato artificialmente, che ebbe
momenti interessanti nella pratica
dell'incubazione, il cui termine latino
incubare significa “giacere dentro”. Dentro che cosa? Un luogo sacro, il tempio.
Il rito d'incubazione, prima che i cristiani lo utilizzassero, si praticava da molti secoli
in India, Egitto e Grecia con il culto di Asclepio o Esculapio, il cui simbolo è il
serpente attorcigliato attorno al tirso. I malati andavano in pellegrinaggio per
chiedere la guarigione dei propri mali praticando il rito dell'incubazione, durante il
quale cadevano in un profondo sonno spontaneo per autoipnosi o praticato dai
sacerdoti o Asclepiadi, esperti nell'ipnomagnetismo curativo. In quell'occasione, i
malati sognavano il dio o i suoi messaggeri con la cura da seguire.
Talora, dopo il sogno e il sonno risultavano guariti. Al tempio presiedeva un
sacerdote, che applicava ricette empiriche a base di miele, cenere, vino, asclepia,
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papavero, sangue di gallo bianco, veleni di certi serpenti, frutti di pino, sostanze che
ancora oggi hanno un valore terapeutico per la farmacopea del popolo, e non solo per
questa.
L'incubazione era preceduta
da preghiere, riti liturgici,
digiuni e offerte sacrificali, sia
nel santuario di Esculapio a
Epidauro, sia nelle filiali
dell'isola di Cos (Caria) e in
Roma, nel santuario costruito
sull'Isola Sacra (Tiberina), sul
luogo dell'attuale basilica di
S.Bartolomeo, nel 293 a. C.
L'usanza dell'incubazione
passò al Cristianesimo a
Bisanzio o Costantinopoli,
nella Basilica costruita nella
prima metà del V secolo, ove
si custodivano le reliquie dei
santi martiri Cosma e
Damiano, considerati patroni
dei medici. Nel VI secolo si
fece la prima raccolta di
ricordi dei prodigi operati per
l'incubazione dei suddetti
martiri, periti durante la
persecuzione di Diocleziano a
Ciro di Siria. L'incubazione venne praticata nei primi secoli del Cristianesimo anche
nelle chiese di S.Teraponte; a Canopo nella chiesa dei Santi Ciro e Giovanni, ad
Arverno presso San Giuliano, a Tours in S. Martino, a Treviri a S.Massimino.
Tutti siamo guaritori spontanei più o meno efficaci, ma anche le più brillanti attitudini
hanno bisogno di essere potenziate e disciplinate. Si diventa veramente forti nel
magnetismo curativo solo con un costante e vigoroso allenamento, consistente nel
farsi padroni assoluti di se stessi e capaci di assorbire a volontà le forze vitali
dell'ambiente per immetterle nel malato. Ma possedere il fluido vitale in abbondanza
per donarlo ai bisognosi non basta, in quanto è necessario creare le difese personali
contro gli eventuali contagi psichici, e contro l'assorbimento esagerato di forze vitali
da parte del malato, che si conclude con l'eccessiva stanchezza ed esaurimento
generale dell'incauto guaritore.
Il malato assorbe la forza vitale sana del terapeuta, ma in cambio gli dà la sua energia
vitale tossica e quindi dannosa.
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Asclepio, mentre esercitava la sua professione in Tessaglia, fu ucciso, si dice, da un
fulmine. Sulla base di questo evento naturale che può essere realmente accaduto fu
intessuta la leggenda che Plutone, dio degli inferi, vedendo il suo dominio spopolato
a causa della capacità di Asclepio, pregò Giove di colpirlo con un fulmine. Giove
acconsentì alla richiesta, ma dopo aver lanciato il fatale fulmine, ne sentì rimorso ed
elevò Asclepio al rango di un dio. Asclepio è generalmente rappresentato con una
verga intorno alla quale è attorcigliato un serpente.
I templi di Asclepio erano generalmente situati in luoghi sani, ove abbondava aria
pura e dove le parti circostanti avevano un aspetto lieto ed incantevole. Il tempio di
Asclepio non è un semplice tempio, ma un gruppo di edifici includenti il tempio, un
abaton dove i pazienti dormivano, bagni termali, edifici per la terapia fisica, uno
stadio e ad Epidauro anche un anfiteatro che oggi è il teatro greco meglio conservato
nel mondo.
Vi era generalmente un boschetto di alberi e una sorgente di acqua pura che si
supponeva avesse miracolose qualità guaritrici.
Il paziente dopo i servizi religiosi nel tempio andava a dormire nell'abaton un portico
aperto con un tetto. Qui si addormentava e faceva un sogno che interpretato indicava
la cura adatta da farsi; era questa la così detta incubazione o sonno nel tempio.
Se il paziente non aveva il sogno la prima notte, continuava a dormire nell'abaton
fino a che non avesse un sogno soddisfacente.
Se non aveva sogni alla fine veniva dimesso. Alcuni pazienti rimanevano per
settimane o anche per mesi per curarsi come nei moderni luoghi di cura.
La credenza nelle rivelazioni divine per mezzo dei sogni aveva un'origine antica ed
era generalmente accettata. Si credeva che nei sogni l'anima lasciasse il corpo e che
sollevandosi nelle regioni spirituali potesse comunicare con gli spiriti divini.
Al risveglio il paziente riceveva così un consiglio soprannaturale dall'anima ritornata.
La Chiesa cristiana primitiva abbatté gli dei dell'Olimpo con relativa facilità. Le
classi colte avevano già da lungo tempo perduta la fede in queste divinità e le classi
inferiori non si sentivano strettamente legate a questi personaggi così lontani. Con
Asclepio la cosa era molto diversa. Troppi malati e sofferenti avevano trovato
guarigione e conforto nei suoi templi. Le loro guarigioni erano troppo note per essere
spazzate via. I primi cristiani sfidarono i pagani greci sullo stesso loro terreno. Essi
trasformarono i templi in chiese ed eressero Cristo a guaritore dell'umanità. Queste
chiese, nelle quali i malati erano guariti per intercessione dei Santi, divennero presto
popolari come i templi di una volta. Ricomparvero gli ex-voto, una usanza che
persiste anche oggi nella chiesa cristiana, come si può vedere facendo un viaggio
nella Guadalupe o a Lourdes.
Sotto molti aspetti i primi cristiani seguivano i riti dei templi di Asclepio:
l'incubazione ed il sonno nel tempio non erano fatti nell'abaton, ma davanti all'altare
maggiore, i pazienti non sognavano Asclepio ma Cristo e i suoi Santi e i sogni erano
interpretati da un sacerdote cristiano. I più popolari fra i Santi medici furono San
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Cosma e San Damiano che avevano sofferto il martirio a Ciro presso Antiochia nel
III secolo d.C.
San Gregorio di Tours ha scritto: “I gemelli Cosma e Damiano, medici di
professione, dopo essere divenuti cristiani, scacciavano le infermità dei malati
semplicemente per merito delle loro virtù e per l'intervento delle loro parole... ogni
persona che pregava, ispirata dalla fede, sulle loro tombe, riceveva subito la cura
medica”.
Si è raccontato di un paziente che aveva una gamba tutta distrutta da un cancro e che
dormiva nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano sulla via sacra quando i Santi si
avvicinarono in sogno con strumenti ed unguenti e gli guarirono la gamba.
Nell'abbazia benedettina di Montecassino i primi cronisti descrivono molti casi di
cure miracolose, le quali ricordano quelle che si producevano secoli prima ad
Epidauro. Una delle più note è stata quella dell'imperatore Enrico II che nel 1014 fu
guarito da un calcolo dallo spirito di San Benedetto. Secondo questo racconto Enrico
andò a Montecassino soffrendo di forti dolori e fu preso da un forte sonno. San
Benedetto gli apparve in sonno, gli tolse il calcolo con uno strumento chirurgico,
guarì la ferita ed Enrico si svegliò completamente guarito.
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Dal testo di G.G.Porro
Asclepio
pag. 71 e seg.
Come è noto, tutta l'antichità attribuì grande importanza ai sogni, sia come presagi
per l'avvenire, sia come mezzi di comunicazione con i mondi superiori e con la
divinità.
Credo però che in Grecia si possa distinguere fra l’opinione popolare e poetica
intorno al mondo dei sogni, rappresentata dai diversi miti religiosi, e le teorie
elaborate dai filosofi. E mi pare ancora che queste teorie siano conciliabili con
un’interpretazione un po’ elevata ed astratta delle funzioni mitologiche.
Secondo i poeti, i sogni sono innumerevoli esseri alati che abitano la regione dei
Cimmeri, o l’isola di Lemno, od anche il vestibolo dell’inferno dove risiedono su un
olmo, secondo Virgilio, o attorno a un tasso, secondo Seneca.
Dall’Inferno escono per una porta d’avorio, opaca, i sogni falsi; per una di corno,
trasparente, i sogni profetici. Quindi la necessità di studiare il modo di renderli più
puri che fosse possibile, di trarli dalla porta di corno del mito anzichè da quella
d’avorio.
Nacque così la “oneirocritica” che fu trattata da Macrobio, Artemidoro, Sinesio e
cento altri. L’uomo che vuol ottenere sogni profetici deve eliminare dalla sua
coscienza l’elemento terrestre, e far prevalere quello igneo. Il mezzo di ottenere sogni
veridici consisteva presso gli antichi nel far prevalere l’anima sul corpo, e cioè nel
condurre una vita austera e morale; questo concetto si trova esposto apertamente in
Platone.
Una divinità medica era Serapide, talora confuso con Osiride, anzi chiamato in
Grecia Osiride, Zeus Ammone, Ade. Aveva in Egitto ventiquattro templi, in cui
sorgeva una statua del Silenzio con un dito sulle labbra, che Varrone crede indicasse
l’obbligo di non parlare della divinità, se non con la massima venerazione; ma che
forse era posta perchè nel silenzio i sonni dei malati fossero più tranquilli, e nessun
rumore estraneo vi penetrasse a turbare i sogni profetici.
Naturalmente, la fede nei sogni casuali produsse il desiderio di ottenerne dei
sistematici, e così nei papiri egizi si trovano indicazioni sul modo di ottenere in sogno
visite dagli dei, scrivendo formule magiche, recitandole, compiendo purificazioni, e
dormendo avvolti in panni consacrati: ma le cerimonie più importanti si compievano
nei templi, con riti affatto analoghi a quelli dell'incubazione greca. Così in Diodoro
leggiamo: “Gli egiziani dichiarano che Iside ha reso loro grandi servigi nell'arte
medica, rivelando loro mezzi terapeutici: e che li assiste nei sogni, rivelando loro con
ciò la sua benevolenza. Questo è dimostrato non da favole, come fra i greci, ma da
fatti autentici. In realtà, tutte le nazioni della terra attestano il potere della dea nel
curare con la sua influenza le malattie. Nei sogni ella rivela ai sofferenti i rimedi più
opportuni alle loro malattie e, seguendo esattamente i suoi consigli, parecchi sono
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risanati, contrariamente a ciò che il mondo aspettava, dopo esser stati abbandonati da
tutti i medici”.
Gli ammalati si preparavano ai sogni profetici digiunando e vestendo abiti bianchi.
I templi più celebri per l'incubazione erano quelli di Iside a Menfi e Busiris, di
Serapide a Canopo, Alessandria e Tebe: si incubava pure presso Osiride, Api e Phtah.
La pratica dell'incubazione, tanto importante nella religione greca, doveva sorgere
necessariamente dal contatto della teurgia con la credenza nei sogni: infatti negli
oracoli spesso incontriamo esempi di incubazione...
La pratica fondamentale per chi doveva incubare ad Asclepio era la purificazione
per acqua. Presso Trofonio il bagno doveva essere preceduto da un'unzione.
Non è certo che il digiuno fosse prescritto. Tertulliano vi accenna in generale, per
tutte le teurgie. Ma la sobrietà era essenziale per chi voleva ottenere sogni divini.
Svariate erano le astinenze speciali: così non si potevano mangiare le carni
sacrificate.
La castità non era obbligatoria presso Asclepio, ma era molto raccomandata in
generale, come pure la purezza di intenzioni.
Per praticare i riti di incubazione la purificazione era necessaria.
Evidentemente, se i sacerdoti nel praticare le operazioni ottenevano sempre le
apparizioni di Asclepio, essi possedevano l'arte di provocarle.
Come abbiamo visto, la suggestione aveva larga parte nel metodo di cura degli
infermi: perchè non ammettere che i sacerdoti, riuniti in associazioni segrete,
conoscessero il valore terapeutico della suggestione, spinta un po' più in là, e cioè
fino all'ipnotismo? Con questo mezzo, si poteva indurre nelle menti degli infermi
qualunque visione, si potevano praticare cure ritenute in generalmente impossibili, e
tutto il mistero dell'incubazione si spiega agevolmente.
Nel culto ctonio sappiamo che forme ipnotiche erano frequentissime: gli stati estatici,
le ispirazioni divine, il furore dionisiaco, i responsi degli oracoli, tutto accenna a
manifestazioni ipnotiche. Che più? Ci sono note le relazioni intime, rilevate dal
Deubner, ed evidenti di per se stesse, fra i riti d'incubazione e il culto eleusino:
sappiamo che in questo il misticismo dei fedeli assurgeva a visioni speciali, a estasi
miracolose, che la scienza moderna ha saputo nuovamente provocare: perchè negare
che i sacerdoti di Asclepio, possedenti una scienza imbevuta di superstizioni
magiche, fra i loro segreti avessero quello di assopire i pazienti artificialmente, di
indurli in un sonno mistico, di cui la pelle caprina, manto dei dormienti,
tradizionalmente ci afferma le origini magiche?
E se dalla religione greca si volessero far esulare le pratiche ipnotiche, ben sappiamo
come esse fossero comuni fra gli altri popoli dell'antichità, e specialmente fra gli
Egizi, maestri in queste arti: e proprio nel culto di Serapide, l'egizio fratello di
Asclepio, vediamo in onore l'ipnotismo come mezzo di cura. Si trovarono infatti negli
scavi dei templi di Serapide molte mani scolpite, ora distese, ora con tre dita aperte: e
questi simboli furono interpretati come ricordi di cure ipnotiche.
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Nè soltanto fra gli Ebrei possiamo trovar tracce d'ipnotismo:
quando il Signore illumina i profeti, li induce in un mistico stato di coscienza
imponendo loro le mani, o semplicemente il dito. E Cristo stesso continua il metodo
del Padre suo guarendo le infermità fisiche con l'imposizione delle mani. Infine, che
altro può significare la benedizione ancora oggi vigente nella Chiesa, e che i sacerdoti
compiono stendendo la mano, con tre dita aperte sui fedeli, se non il loro potere
magnetico, dono divino, deve irradiarsi e beneficare i fedeli?
Nessuno può supporre che la Bibbia alluda alla mano materiale di Yahveh, puro
spirito: evidentemente la Scrittura intende descrivere lo stato speciale di
comunicazione diretta, analogo a quello che agisce fra ipnotizzatore ed ipnotizzato,
che la volontà divina istituisce fra sè e i profeti.
Ritornando ad Asclepio, notiamo che anche le sue mani sono lodate in Grecia, come
quella di Yahveh presso Israele: Giuliano parla della benefica mano del dio; Chirone
è il dio della molle mano, sia questo attributo conferito per l'abilità del suono della
lira, o nella composizione dei medicamenti, o nell'arte magnetica.
E Macaone, secondo l'Usener "manipolatore", ricorda l'uso delle mani in medicina.
La possibilità che la mia ipotesi corrisponda alla realtà mi pare adunque accertata:
anche nel paganesimo l'imposizione delle mani fu un mezzo frequente di cura: se
sacerdoti medici studiarono questo fatto, è probabile che ne abbiano raccolto qualche
frutto, e l'ambiente propizio degli Asclepiei doveva rendere pratiche le teorie degli
Asclepiadi.
Giunto ormai al punto di chiudere questo lungo capitolo, mi pare opportuno
riassumerlo nel morale insegnamento che nulla è nuovo sotto il sole: dopo cento anni
da quando Giusto Mesmer iniziò quelle cure ipnotiche che dovevano penetrare
trionfalmente nelle cliniche e negli ospedali, le steli epidauriche, ritornate alla luce,
ci insegnano che il mirabile popolo greco, che tutto il mondo seppe riassumere entro
le terre bagnate dall'Egeo, e che ancor ci è maestro nella filosofia, nell'arte, nella vita,
nella scienza, aveva già approfondito i misteri del sonno, e del vano mondo dei sogni
aveva fatto vivente realtà di salute e di fede.
Non neo-paganesimo quindi, non contrapposizioni di naturalismo greco e di
misticismo cristiano che a troppi ormai, poeti e pensatori, parvero dover sorgere in
tempi di crisi, ma rispetto profondo si veda in queste pagine per una fede di anime
nobili e forti, per una religione di cui molti elementi furono degni di rinascere a
nuova vita incorporati nel Cristianesimo.
Le conquiste della moderna teleterapeutica
Da tempo svolgevamo la nostra attività di guaritori ipnomagnetici, sia di presenza
che per telepatia, quando venimmo a conoscenza dell'interessante scoperta del
neurologo italiano Giuseppe Calligaris di Udine, circa le placche cutanee e le catene
lineari del corpo e dello spirito.
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Il Calligaris otteneva
artificialmente tutti questi
fenomeni parapsicologici
che generalmente si
conseguono con lunghi
esercizi di tipo yoga.
Infatti,
stimolando
termicamente ed
elettricamente
determinate zone della
pelle, riusciva a far
trasmettere il pensiero
e ricavare, a notevoli
distanze,
diagnosi di
malattie
e
cure
a p p ro p r i a t e ,
con
l'emissione di onde
biomentali. Chiunque
poteva diventare
chiaroveggente,
telepatico, rabdomante e
guaritore per un certo
tempo.
Cessati gli
stimoli delle placche cutanee, la persona che si sottoponeva all'esperimento poco
alla volta perdeva i poteri psichici. (Prof. Callegaris "Le catene lineari del corpo e
dello spirito", Udine 1928; "Telepatia e Telediagnosi", Ist. Ed. Accademiche di
Udine, 1935).
Le esperienze di magnetismo curativo a distanza, e non solo queste, furono
sviluppate da un'altro scienziato, medico e scrittore francese, il Dr. Albert Leprince
("Le pouvoir mysterieux desgurisseurs" e "A l'avant-garde de la medicine", entrambi
Ed. Dangles, Paris 1953).
Sarebbe assai utile rifare il cammino di questi scienziati e associarlo agli esercizi di
ascetica archeosofica, per non perdere nulla dell'antico e del moderno in fatto di
terapia con mezzi psichici. Con le scoperte scientifiche di medici come G. Calligaris,
A. Leprincem, Albert Abrams, l'arte medica può essere di valido aiuto all'umanità
sofferente.
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Dal testo del Dott. Henry Bon
Medicina e religione
pag. 279 e seg.
LA MALATTIA E LA LEGGE DIVINA
“L'insegnamento e la tradizione della Chiesa.
E’ insegnamento preciso della Chiesa che l'uomo divenne soggetto alla morte in
conseguenza del peccato.
“Dal giorno in cui mangerai del frutto proibito, leggiamo nella Genesi (II, 17), tu
morrai” II Libro della Sapienza dichiara: “E’ per invidia del diavolo che entrò nel
mondo la morte” (II, 24). Sant'Agostino scrive: “Secondo l'Apostolo (san Paolo) il
corpo muore non per la fragilità propria in quanto è fatto di terra, ma a causa del
peccato” (De Peccal. nierilis, I, 3-4).
Anche i Concilii di Cartagine, di Orange e di Trento hanno confermato questa
dottrina: “Sia scomunicato colui che non crede che il primo uomo Adamo abbia
immediatamente perduto la santità e la giustizia, nelle quali era stato posto, per aver
trasgredito l'ordine di Dio nel Paradiso terrestre. e che per questa offesa sia incorso
nella collera e nell'indignazione di Dio e per conseguenza nella morte.” (Denzinger).
E san Tommaso precisa: “Secondo la fede cattolica si è tenuti a credere che la morte
e le altre infermità della vita presente sono gli effetti del peccato originale” e Bossuet
riassume tutto ciò con una sola. frase: “L'immortalità doveva essere la compagna
inseparabile dell'innocenza”.
L'Albero della vita.
La Genesi nomina un albero della vita (II, 9) che si trovava in mezzo al Paradiso
terrestre; e dopo il peccato di Adamo Iddio disse: “Impediamogli dunque che egli si
accosti all'albero della vita, ne assapori i suoi frutti e così viva in eterno”. E dopo aver
scacciato i colpevoli dal Paradiso: “... davanti al paradiso di delizie pose dei
Cherubini che facevano scintillare una spada fiammeggiante per custodire la via che
conduceva all’albero della vita”.
La tradizione dell'albero della vita è uno di quegli elementi biblici che si incontrano
in diverse religioni, il che testimonia l'unità della razza umana, 1'unità e la realtà della
Rivelazione e dimostra quanto sia illusorio il voler ridurre 1'elaborazione delle
religioni a un semplice lavoro soggettivo. “I monumenti Assiro Babilonesi, i libri del
mazdeismo rappresentano e parlano di un albero sacro che ha il potere di dare la vita.
I Veda e gli Indù parlano di un albero da cui deriva la linfa della vita. Nel Paradiso
terrestre dei Cinesi crescono degli alberi incantati; questo giardino fiorito produce la
vita; esso è la strada che conduce al cielo e la conservazione della vita dipende dal
frutto di un albero” (Mangenot in Dici. de la Bible).
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I teologi hanno discusso sui caratteri reali o simbolici, sulle virtù naturali o
soprannaturali dell'albero della vita. Generalmente si conclude da un lato per la sua
realtà e da un altro lato per la qualità naturale delle sue virtù: “Dio, ci dice Bossuet,
poteva annettere alle piante alcune virtù naturali in rapporto al nostro corpo, e siamo
indotti a credere che il frutto dell'albero della vita avesse la virtù di alimentare il
corpo con un alimento così proporzionato e così efficace di modo che, servendosene,
non si sarebbe morti” (Elévation sur les Mystères, vesentaine). Il Rev. P. Janvier fa
notare che vi sarebbe da fare un interessante paragone fra le opinioni degli scolastici
per spiegare la funzione dell'albero della vita, e le teorie di Claude Bèrnard sulla vita,
la nutrizione e il Calore animale.
La malattia e il peccato attuale.
Sarebbe certo un concetto semplicista ed inesatto pretendere che il peccato attuale sia
la causa prossima di tutti i mali corporali, allo stesso modo come il peccato originale
ne è la causa prima. Allorchè gli Ebrei hanno desiderato sapere l'origine della cecità
del cieco nato, Gesù rispose: “Nè lui, nè i suoi parenti hanno peccato”. La questione è
quindi più complessa. Ma, come vedremo più avanti, è evidente che molte malattie
hanno la loro origine in un’infrazione alla legge divina, realizzando così la sentenza
della Bibbia: “L’uomo che pecca in presenza di colui che l'ha creato cadrà nelle mani
del medico” (Ecclesiastico, XXXVI, l, 15).
L'azione patogena del peccato.
E’ infatti quasi un luogo comune il constatare e il dire che la maggior parte delle.
malattie provengono dall'infrazione alla legge morale.
Fénelon scriveva: “Per gli uomini è una vergogna avere tante malattie, poichè i buoni
costumi producono la salute”.
“Coi nostri cattivi costumi, le nostre passioni, le nostre miserie, dice Flourens, l'uomo
non muore, ma si uccide”.
“Se sulla terra non vi fosse del male morale, scrive Giuseppe de Maistre, non vi
sarebbe il male fisico. Per mio conto non posso non condividere l'opinione di un
nuovo apologista, il quale sostiene che tutte le malattie hanno la loro sorgente in
qualche vizio condannato dall'Evangelo, poichè questa santa legge contiene il vero
medicamento del corpo così come quello dell'anima, di modo che, in una società di
giusti che s’attenesse al Vangelo, la morte non sarebbe altro che la fine inevitabile di
una vecchiaia sana e robusta...”.
La medicina è in accordo perfetto con i moralisti e con i filosofi. Stohl nella sua
Patologia generale vede nelle passioni, nei vizi e nei difetti, la causa principale di
tutte le malattie. Il Dott. Descuret scrive: “Le malattie prodotte dalle passioni sono
assai più frequenti delle altre”.
E il Dott. Sexe: “Di fronte alle innumerevoli affezioni gravi di ogni genere che hanno
origine dai sette peccati capitali, quaIi sono le considerazioni che s'impongono? In
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primo luogo che se l'umanità rinunciasse alle sue tare spirituali, essa sopprimerebbe
di colpo l'immensa maggioranza delle tare fisiche che l'opprimono. Il peccato capitale
è come un furiere zelante che distribuisce il biglietto d'alloggio al microbo e gli
spiana la via”.
L'oggetto della Tesi del Dott, Paolo Giraud Michel è il seguente:
Vorrei cercare di dimostrare che tutti gli elementi materiali in mezzo ai quali vive
l'uomo non possono assolutamente, per se stessi, fargli perdere lo stato di salute.
Gli agenti fisici, chimici o biologici sono incapaci di determinare una malattia nel
corpo dell’uomo. Perchè vi sia “malattia” è necessario che il corpo vi sia stato
preparato e messo in stato di ricettività riguardo agli altri corpi.
Orbene questa preparazione, la messa in opera cioè di questo stato di ricettività è
opera dell'anima, unicamente dell'anima, ed è proprio questo che vorrei dimostrare.
Ogni malattia è stata preceduta, nell'uomo che ne è colpito, da uno stato morale che ci
autorizza a dire che costui era ammalato moralmente prima di esserlo fisicamente.
La malattia spirituale precede e determina la malattia corporale.
L'anima, avendo accettato da se stessa una causa morbosa, è la sola responsabile del
fatto che il suo compagno, il corpo, al quale è intimamente unita, divenga meno
resistente riguardo agli altri corpi che lo circondano, lasciandosi quindi invadere da
essi. Il fatto che il corpo divenga un terreno propizio allo sviluppo d'una qualsiasi
malattia è esclusivamente dovuto all'anima.
E l'autore, dimostrando che un indagatore che avesse presente questo punto di vista,
troverebbe quasi sempre alI'origine delle malattie “una mancanza morale, uno sbaglio
iniziale e del tutto spirituale” conclude:
Se l’uomo non peccasse, non sarebbe ammalato spiritualmente; se non fosse
ammalato spiritualmente non lo sarebbe corporalmente e il suo corpo passerebbe
invulnerabile fra i nemici che lo circondano. Questi sono fatti. Per vederli non vi è
che da osservare; ognuno può constatarli nella propria vita e in quella degli altri ...
Le mancanze verso Dio.
Come dice il Dott. Carlo Vidal tutto ciò che si può desiderare per avere una buona
salute è compreso nell'osservanza dei dieci Comandamenti di Dio.
Infatti, se noi consideriamo il primo comandamento espresso così da Nostro Signore ;
“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua e con tutto il
tuo spirito. Questo è massimo e primo comandamento” (Matt., XXII, 37, 38)
possiamo facilmente constatare che dalla sua inosservanza derivano le più gravi
conseguenze per la salute umana.
La nostra conoscenza e il nostro amore di Dio producono forzatamente l'umiltà,
umiltà per iI nostro stato di creatura che deve tutto a Dio; la discrezione nell'uso dei
beni che vi sono nel mondo e che son messi a nostra disposizione, la dolcezza,
l'applicazione al lavoro - tanto nella sua parte materiale, come espiazione della colpa
originale e di tutte le nostre colpe - come nella parte feconda di gioia, di conoscenza
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dell'opera di Dio e di soddisfazione per noi e per gli altri; per ultimo l'osservanza del
riposo festivo e del culto divino comandati da Dio.
All'opposto troveremo come l'orgoglio sia sorgente di omicidi, di duelli, di suicidi, di
risse, di rivolte, di rivoluzioni e guerre; l'ecatombe delle sue vittime è spaventevole e
l’arte del medico spesso è impotente a mitigarne gli effetti nella minima proporzione
in cui gli è dato di agire. L'orgoglio è causa di una quantità di accidenti
automobilistici dovuti, nella gran maggioranza a una eccessiva fiducia dell'autista
nella sua perizia o alla gloriuccia di guadagnare qualche minuto su un dato percorso o
all'aver qualcuno voluto “sorpassare” un automobilista sensibile alle bellezze della
natura, o più prudente o... dalla borsa più modesta. Ma l'orgoglio al suo attivo non è
solo causa dei traumatismi, ma anche di tutte le malattie conseguenti, a sforzi
esagerati per le gare sportive. Che cosa divengono col tempo tutti gli assi del
podismo, del ciclismo, dei pugilato, del nuoto? Non certamente dei modelli di salute
e di longevità. La civetteria e il culto della moda, obbligando la donna a scoprirsi in
modo inopportuno, la espongono alte intemperie, come nei tempi passati alle lesioni
degli organi addominali dovute ai busti troppo stretti, ed oggigiorno all'anemia, alla
ptosi, alla tubercolosi dovute all'iponutrizione per conservare la “linea”.
L'orgoglio è ancora responsabile delle vittime di persone incoscienti che vogliono
dare consigli incompetenti (spesso parroci o suore), o di ciarlatani o del farmacista
che dà consulti o del medico che avendo ottenuto la laurea crede di aver completato
tutti i suoi studi. Costoro, imbevuti della loro mania, infatuati di una presunzione che
non viene uguagliata che dalla loro ignoranza, spargono le infermità e la morte a cuor
leggero e non innocentemente, poichè disdegnano l'insegnamento di Cristo che ha
tanto esaltato l'umiltà.
A tutti questi vanno uniti quei malati che, dopo aver sentito questo e quello e letto
questo e quell'altro, non accettano dal medico che quello che va d'accordo con le loro
idee limitate. Costoro pensano: “Il medico ha sì studiato, ha anche esperimentato,
eppure talvolta si sbaglia; allora suggerendo ciò che abbiamo appreso da un articolo
del giornale o dicendogli la cura fatta da questa o da quella persona lo possiamo
guidare meglio”. E la cura mal eseguita o in modo incompleto è naturalmente
inefficace o dannosa, il più delle volte! la malattia continua con tutte le sue
conseguenze.
La gola per parte sua porta alI'alcoolismo con le sue cirrosi, alle dispepsie, alle
gastriti alle enteriti dovute agli eccessi del vitto: senza contare poi le epatiti e le
nefriti, dovute alla quantità e al genere più o meno tossico degli alimenti ingeriti; iI
diabete, l'arteriosclerosi, l'ipertensione, la gotta, l’uremia, le emorroidi ecc.
dipendono spesso dal fatto che molti considerano la golosità non come un peccato
capitale, ma come un “peccatuccio”. I disturbi prodotti dall'ingordigia e dalla gola si
osservano appunto in questi malati: infatti i gottosi, i diabetici, gli uremici e gli
uricemici trasgrediscono costantemente al loro regime igienico e spesso
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l'abbandonano deliberatamente preferendo la malattia ed anche la morte alla
privazione dei loro cibi preferiti.
Spesso l’ira si unisce all’orgoglio nelle sue malefatte e nelle analoghe conseguenze.
Le congestioni, l'epistassi, l'apoplessia polmonare, le emorragie cerebrali, i flussi
emorroidari segnalati da Bouchard e Roger (trattato di patologia generale)
dipendono spesso da accessi di collera. Nell’ammalata di Magnus Huss, caso citato
da Bert, si producevano delle emorragie al cuoio capelluto quando aveva degli
accessi di collera. Infine Achalme, nella sua tesi sulla eresipela e sulla virulenza dello
streptococco, dichiara: “Una delle nostre più tipiche osservazioni di erisipela, che si
sviluppò sotto ai nostri occhi, ebbe per causa certa la collera”.
La pigrizia è assai nociva dal punto di vista medico. La rilassatezza e l’indolenza
diceva Celso, diminuiscono la durata della vita, perchè esse sono causa di malattie. II
Dott. Maurizio de Fleury recentemente ha scritto: “Pare che i veri laboriosi, i
lavoratori che non cessano di lavorare, abbiano un'esistenza assai più lunga che gli
oziosi. Tutti coloro che nell'arte, nella letteratura; nell'industria, nel commercio hanno
dato la più gran parte di se stessi sono morti in un'età superiore alla media”. Ad ogni
modo, la pigrizia è sorgente di numerosi malanni, e, per la trascuratezza o la
mancanza di precauzioni, è direttamente responsabile di numerose sofferenze, di
malattie e di contagi.
Il non santificare le feste comporta per parte sua un soverchio affaticamento fisico e
morale. Una distrazione è necessaria all'organismo e al cervello.
La preghiera fatta in comune - così scrive il dotto Carlo Vidal - è il calmante per
eccellenza dei nervi troppo tesi, e l'anima inquieta si calma sotto le misteriose volte
della chiesa, sotto l'influenza delle salmodie, dei canti liturgici e dell'organo la cui
voce grave e profonda sottolinea le diverse fasi delle cerimonie divine. La preghiera
trasporta l'anima nell'infinito e le procura la felicità dell'unione mistica con la
divinità. Dopo la preghiera l'intelligenza diviene più viva, la forza d'attenzione più
intensa e la volonta acquista una nuova energia. Le facoltà affettive si affinano e
l'uomo che ha pregato è più atto ad immedesimarsi ed a meglio gustare la bellezza e
l'armonia delle cose e delle idee. Dopo la preghiera l'uomo prova un senso chiaro di
euforia, mettendosi così nelle migliori condizioni, per guarire se fosse ammalato o
per evitare la malattia se godesse di una buona salute. Egli non pensa più al suo
corpo, a questo “caro verme” ed è questo un eccellente mezzo profilattico per evitare
l'ipocondria e la malinconia. Quante persone non si sarebbero ammalate di
nevropatia, di nevrastenia e d'ipocondria se alla domenica dopo aver lavorato tutta la
settimana si fossero riposate fra i loro familiari e avessero pregato dando così riposo
allo spirito ed acquistando nuove energie. Affinchè però il riposo settimanale e
l'osservanza della domenica porti i suoi frutti tanto morali che fisici, bisogna attenersi
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completamente al 3° comandamento. La domenica quindi non deve divenire un
giorno di fatica con il pretesto di svaghi vari e irrazionali, mille volte più nocivi che il
lavoro assiduo della settimana.
Le mancanze verso il prossimo.
Subito dopo i doveri verso Dio, il Signore prescrive: “Onora il Padre e la Madre
affinchè tu viva lungamente sulla terra”. Qui vi è riposta una promessa di longevità
che è difficile interpretare in modo naturale, e sembra annunciare un intervento
diretto di Dio in rapporto con l'osservanza o la violazione di questo comandamento;
infatti si conoscono alcune morti violente o premature o terrificanti che
dimostrerebbero questo intervento.
Il comandamento, la cui violazione arricchisce le statistiche di mortalità e di
morbosità, è certamente il quinto; non ammazzare. Non è solo con l'atto brutale che si
trasgredisce al comandamento. Lo scrittore di romanzi, di scene cinematografiche, i
giornalisti che camuffano e rendono popolare il delitto, gli oratori e gli scrittori
politici che accendono le passioni e gli odii; i medici che per colpa o per negligenza
della loro arte professionale lasciano che il male trionfi, tutti coloro che esercitano
abusivamente la medicina, dei quali già abbiamo parlato trattando dell'orgoglio, e che
ritardano così o impediscono le cure del sanitario, se pur non prescrivono dei
medicamenti nocivi; tutti coloro che lavorano nei laboratori, i fabbricanti di prodotti
chimici, i farmacisti, gli infermieri ecc. ecc la cui negligenza è causa di vittime e a
volte di catastrofi, come quella del B. C. G. di Lubecca, i malati contagiosi, e
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specialmente i tubercolotici e i loro familiari che omettono le precauzioni
indispensabili per evitare di propagare il contagio; i frodatori di sostanze alimentari, i
pasticcieri, i lattivendoli, i salumai ecc. che trascurano le precauzioni dovute per
avere una merce sana, in una parola tutti coloro che per negligenza professionale
compromettono la salute altrui trasgredisco al comandamento: non ammazzare.
L'enumerazione di tutti i delitti procurati da costoro sarebbe enorme.
E le infrazioni all'ottavo comandamento: le menzogne, le calunnie, le maldicenze ed i
giudizi temerari non sono forse colpevoli di tanti drammi mortali, di tanti intimi
dolori, che straziano il fisico e il morale? Ugualmente diremo per l'invidia e per il
furto, tanto diretto che indiretto dei beni altrui.
Le mancanze verso noi stessi.
Le mancanze verso noi stessi consistono da una parte nella non osservanza da parte
nostra di quello che dobbiamo a Dio e di questo ne abbiamo parlato nel capitolo delle
mancanze verso di Lui; dall'altra parte consistono nell'abbandono della nostra
personalità, lasciandoci trascinare dal nostro istinto animale, specialmente dalla gola,
dall'accidia, dalla lussuria. Già abbiamo constatato l’opera delle due prime; per la
lussuria le statistiche sifilografiche bastano a mostrarci che la violazione del sesto e
del nono comandamento: non fornicare, non desiderare la donna d'altri, è uno dei
più grandi fattori di morbosità e di mortalità. E cioè: sifilide, blenorragia, ulcera,
artropatie, osteiti, tabe, paralisi generale, arteriti e le loro conseguenze - emorragie
cerebrali, angina pectoris - aborti, tare congenite o ereditarie, dermatosi ecc. Se la vita
sessuale si realizzasse unicamente e normalmente nel matrimonio, una buona parte
della patologia medica verrebbe soppressa.La felice influenza della virtù sulla salute è stata particolarmente messa in evidenza
per la paralisi progressiva in un'epoca in cui l'etiologia di questa malattia era ancora
discussa.
Regis scrive: “A lato di questi fatti e come contrasto, la paralisi progressiva si
dimostra del tutto eccezionale nelle professioni ove la sifilide è un' eccezione, per
esempio nei religiosi.
Alcuni autori, come Mac Dowal, Bouchaud, Krafft-Ebing, Hirschl, Kundt, Krapelin,
e Moraveik hanno osservato infatti la rarità della paralisi progressiva nei religiosi. Ho
fatto consigliare al Dr. Caboureau questo interessante argomento per la sua Tesi. Il
Dr. Caboureau, dopo una inchiesta quasi mondiale, ha potuto concludere in modo
quasi certo che vi è un alienato religioso ogni 50 casi di pazzia. e solo un religioso
affetto da paralisi progressiva su circa 1000 casi della stessa malattia; che su 100
alienati religiosi in media non si trovano che 2 paralitici progressivi invece dci 15%;
che non è registrato nessun caso di paralisi progressiva nelle suore; che la rarità della
paralisi progressiva nei religiosi non può spiegarsi che per l'assenza abituale di
sifilide, poichè in essi si trovano tutti gli altri fattori ereditari e patogeni incriminati
nella paralisi progressiva compreso lo strapazzo e l'alcoolismo; infine che nei rari casi
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di religiosi colpiti da paralisi progressiva e nei quali fu possibile condurre
un'inchiesta adeguata è stato possibile constatare l'eredo lue.
Mancanze verso la Chiesa.
“Chi ascolta voi ascolta me, ha detto il Cristo, e chi vi disprezza disprezza me; ma chi
mi disprezza disprezza Colui che mi ha mandato” (Luca, x, 16). “Ed ecco che io sono
con voi tutti i giorni fino alla consumazione dei secoli” (Matt., XXVIII, 20). Ecco la
base fondamentale della missione della Chiesa, quella cioè di parlarci a nome di Dio.
Vediamo dunque che l'infrazione ai suoi precetti si muta in svantaggio. anche fisico
per i colpevoli.
La maggior parte degli psicologi e degli psichiatri hanno ammesso nella confessione
un eccellente fattore di equilibrio morale ed anche fisico. Il Dott. Carlo Vidal così
descrive tale azione:
Il peccato possiede un'azione nociva tanto sull'anima che rimane abbattuta sotto il
peso della tristezza e della melanconia, quanto sul corpo, che viene leso per la
lussuria, la gola, l'accidia, l'orgoglio, l'invidia.
La confessione è un freno al peccato, poichè ci umilia; essa è inoltre un calmante
morale. Si constata correntemente che il poter confidare le proprie tristezze al cuore
di un amico, consola e solleva.
Per ultimo il III precetto della Chiesa: “Confessarsi almeno una volta all'anno”
possiede una grande azione preventiva per varie malattie. In più, dando la calma e la
serenità del cuore, facilita la salute favorendo le diverse modalità della nutrizione,
dell'assorbimento, della secrezione e della erezione. La pace dell'anima è necessaria
al funzionamento armonioso delle diverse funzioni organiche.
Su questo argomento il Dott. Henri Mignon scrive: Tutti hanno constatato che la
confessione è un metodo di psicoterapia meraviglioso nelle mani dei Padri della
Chiesa e dei loro eminenti successori. Se, da una quarantina d'anni al massimo, la
psicoterapia è divenuta di uso corrente negli ambienti medici specializzati, è da venti
secoli che i sacerdoti cristiani, e specialmente i cattolici, l'usano con una competenza
e una autorità che spesso noi psichiatri dovremmo invidiare.
Sotto questo punto di vista che è mai un Dubois. un Déjerine. un Freud a paragone di
un Francesco di Sales?
Ecco l’azione benefica della confessione: freno contro i peccati nocivi all'anima ed al
corpo, agente di calma e di liberazione per l'anima, guida morale che mantiene sulla
diritta via; ecco l'azione benefica di cui si privano coloro che trasgrediscono ai
Comandamenti della Chiesa. Quante esistenze sono scivolate nel vizio e in tutte le
conseguenze morbose che ne derivano, dal giorno in cui hanno lasciato la pratica
della confessione!
Ugualmente è per il precetto che riguarda la Comunione, ed a un grado maggiore,
poichè il pensiero dell'amore di Dio che si dona agli uomini è il più potente freno
contro le passioni, è il motore che trascina con più forza nella pratica del bene; la
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Comunione con Dio è feconda di pace, di serenità e di felicità.; questa presa di
possesso dell'anima da parte di Nostro Signore è la “direzione” migliore che possa
essere realizzata c quante sono le grazie temporali, cioè corporali, che ci vengono
elargite per questa unione!
Non insisteremo qui sui precetti di digiuno delle Quattro Tempora, delle Vigilie e
della Quaresima, nè sull'astinenza; ne parleremo fra breve. Dal punto di vista che
c'interessa possiamo dire che molti autori hanno voluto vedere in queste prescrizioni
delle misure d'igiene; è questo un misconoscimento completo dello spirito che le ha
dettate, ma d'altra parte è la dimostrazione dei loro vantaggi medici; questi vantaggi
medici, che sono innegabili, sono stati per altro alquanto esagerati.
La salute mediante l'esclusione del peccato.
Da ciò si capisce quello che scrive il Dott. Biot: “Una conoscenza dell'essere umano
che si limitasse ai fenomeni comuni agli altri animali, anche se superiori, non sarebbe
sufficiente per chi vuole aiutare l'uomo a mantenersi sano. Quando un essere è nella
sua carne così sensibile alle influenze del suo morale (emozioni), la scienza, che ha
per oggetto di conoscere le leggi che presiedono alIa integrità di questa carne, non
dovrebbe trascurare simili fattori; una biologia puramente animale non è completa se
deve avere il compito di agire utilmente in favore della salute dell'uomo” (La
médicine humaine et l’individuel). Il Dott. Sexe conchiude: “Le radici principali, se
non le sole, del male fisico sulla terra si trovano nell'errore spirituale, nel peccato. Per
realizzare una sana profilassi che affronti la causa e non l'effetto, ci si dovrà rivolgere
alla educazione più
importante, cioè
all'addestramento
spirituale dell'uomo
interiore”.
E il Dott. Paolo Giraud
finisce la sua Tesi con
queste righe:
Ogni ammalato dopo la
sua malattia rifletta sulla
sua malattia. Sarà
davvero un'eccezione se
non scoprirà una
mancanza. da cui avrà
avuto origine la sofferenza; egli capirà e la verità sorgerà viva dinanzi a lui... Quando
l'ammalato avrà fatta questa constatazione, sarà tanto di guadagnato per la futura
salute. Naturalmente non è tutto il veder la causa del proprio male; si deve riuscire a
sradicarla dalla propria vita. Vedere è però il principio... Ma, si dirà, il segreto di
questo metodo è di trovare il mezzo per non più peccare; ma, ogni uomo è peccatore,
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è dunque impossibile sradicare la malattia dalla nostra vita. Il vero rimedio, il rimedio
non materiale ma morale è dato da altre scienze: le scienze religiose che vanno al di
là delle scienze mediche o piuttosto dovrebbero sempre lavorare parallelamente ad
esse: il rimedio ci viene dato da Colui che ha detto:Nulla è possibile all'uomo, ma
tutto, è possibile con Dio.
Questo studio delle malattie causate dal peccato rischiara in modo singolare il
problema del male fisico, e fa capire la frase del Libro della Sapienza: “Dio non ha
fatto la morte nè gode della perdizione dei viventi. Egli infatti creò tutte le creature
perchè esistessero, e fece salubri le cose che nascono nel mondo; e non è in esse
alcun veleno sterminatore, e non è sulla terra il regno dell'inferno” (1. 13. 14).
Sappiamo che la virulenza dei germi non è una proprietà intrinseca alla loro natura.
Una concezione, ammissibile dal punto di vista batteriologico, dice che i microbi
all’inizio non sono patogeni. ma poi le modificazioni del terreno, causate dalle
infrazioni alla legge divina, possono renderli virulenti; ciò è insegnamento della
patologia. Metalnikov, dell'Istituto Pasteur, conclude la sua bellissima opera sulle
funzioni del sistema nervoso, dei riflessi condizionali e dello psichismo nel fenomeno
dell'immunità, con queste parole: “La massima: un’anima sana in un corpo sano, non
sarebbe più esatta parafrasandola così: un corpo non può essere sano che con
un'anima sana”? Infine l'ereditarietà, noi lo sappiamo e constatiamo, può trasmettere
il suo giogo ai bimbi di coloro che hanno peccato. Per questo fatto la malattia nella
sua origine non appare come un castigo lanciato da un Dio irato e alquanto
antropomorfo, ma come il disordine ineluttabile trascinato dalla natura del perfetto
equilibrio che Egli ha creato. Alla luce della scienza contemporanea la Genesi ci
appare pienamente comprensibile e vera”.
“L'Archeosofia, quale "Scienza dei Principii", ha cura di aiutare gli individui a
rigenerarsi spiritualmente con opportuni esercizi di ginnastica fisica e psichica,
interpretando correttamente le Sacre Scritture“ secondo una visione esoterica della
vita universale, la sola e unica possibile, conforme alla Kabbalà degli Esseni e dei
profeti d'Israele e all'insegnamento riservato dei primi Padri del Cristianesimo,
libero dalle deformazioni venute dopo; ma ha pure cura di indicare come utilizzare
le energie del Cosmo e degli astri, unitamente a quelle umane, a beneficio della
sanità fisica e spirituale.
Noi siamo convinti che voi potete guarire con il vostro fluido, perchè la forza
psichica e bioelettrica esiste in ogni persona, a un grado più o meno abbondante, e
può essere donata con amore fraterno ai bisognosi. Sappiamo che la radiazione
psichica in alcuni è scarsa e in altri esuberante, ma con l'allenamento che
indicheremo un soggetto normale può diventare un potente centro radiante,
specialmente se è sostenuto dalla fede nel grande Medico delle anime e dei corpi,
quale fu ed è il Signore Gesù Cristo. Le persone generalmente ammalate, nervose,
asteniche, possono diventare dotate suggerendo ad esse come evitare la dispersione
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per disordine e come mutare la propria debolezza in forza, affinché il loro fluido,
scarsamente operante, diventi intenso ed efficace a curare e guarire se stessi e gli
altri”.
ESERCIZI DA SVOLGERE
1) Svolgere un'intensa vita religiosa ordinaria e straordinaria, esercitandosi nella
preghiera continua del cuore e nelle opere di carità, nonchè nella meditazione
giornaliera delle Sacre Scritture. Utilizzare la forza dell'Eucaristia e della vita
liturgica.
2) Esercitarsi a sviluppare l'attenzione, concentrazione, meditazione e
visualizzazione, fino a monoideare perfettamente, cioè pensare e vedere una sola
idea per volta, con calma e fermezza, senza limiti di durata nè distrazione alcuna.
Ci si esercita visualizzando qualsiasi cosa: numeri, nomi, oggetti, persone e ciascuna
parte e organo anatomico, aiutati da una cartina per studi di anatomia.
Questo allenamento servirà per convogliare l'attenzione e le forze mentali sulla parte
malata di un paziente.
3) Allenarsi negli esercizi di respirazione, per dare alla mente stabilità e intensa
concentrazione.
4) Spingere fuori dal proprio corpo l'idea monoideata per dirigerla su una persona,
un animale, una cosa. In altri termini, esercitarsi a proiettare telepaticamente
l'immagine monoideata, cioè il messaggio psichico.
5) Esercitarsi ad assorbire e accumulare l'energia vitale nel proprio sistema nervoso e
sanguigno, catturandola dall'ambiente cosmico (aria, acqua, cibi, astri, ecc.), a mezzo
della respirazione purificatrice ed energizzante, ginnastica psicosomatica,
rilassamento e sonno riparatore, idroterapia.
6) Esercitarsi nella chiaroveggenza degli organi malati e nella sensibilità
paranormale tattile, per percepire le deformità dell'aura eterica che avvolge e
compenetra il corpo fisico, allo scopo di correggerle con gli effluvi delle mani.
7) Esercitarsi a trasferire per libera scelta in un punto del proprio corpo l'energia
vitale personale.
Tutte le nozioni che occorrono per portare a compimento l'allenamento indicato si
trovano esposte in dettaglio nei nostri quaderni di "Archeosofia", i quali integrano la
presente dispensa dedicata espressamente all'arte del curare e guarire con la medicina
mistica e l'ipnomagnetismo.
E' bene non trascurare l'allenamento alla radiestesia, perchè sviluppa i poteri
diagnostici e curativi scaturiti dalla psiche.
Tutto il lavoro di risanamento svolto dal guaritore archeosofo e cristiano, è portato
avanti secondo i Comandamenti del Messia, che sono: predicare il vangelo e sanare
gli ammalati. I mezzi impiegati sono la preghiera, le forze spirituali per essere buoni
canali attraverso i quali fluisce lo spirito risanatore del Cristo.
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Gesù scaccia i demoni
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