inquadramento XX secolo

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inquadramento XX secolo
Prof.ssa R.D'Alfonso - XX SECOLO: INQUADRAMENTO (schema)
A) I NODI E I CONCETTI CHIAVE per affrontare lo studio del Novecento:
trapasso
cronologico e culturale
rielaborazione di
modi espressivi
compito e ruolo
dell’artista
rinnovamento
delle forme e del sapere
RINNOVAMENTO
rivoluzione
filosofica
volontà di rinnovamento
rivoluzione epistemologica
nuovo imperialismo
1. Trapasso cronologico e storico-culturale:
mai come fra gli ultimi decenni dell’Otto e il primo quindicennio del Novecento essi
coincidono, attraverso il passaggio da una società legata all’economia di mercato e a
un’ideologia di matrice liberale a una società dominata dallo sviluppo scientifico in cui la
tecnologia da mero fatto tecnico è divenuta una vera e propria ideologia sociale che impronta
stili di vita e mentalità. Inizia a profilarsi un’organizzazione della vita nella quale si articola
ancora il mondo occidentale in cui viviamo
2. Rinnovamento delle forme del sapere, dall’arte alla scienza:
arti visive: abbandono della prospettiva e in genere delle norme creative tradizionali;
avanguardie (sempre interartistiche e tendenzialmente
diversa visione della realtà
internazionali): cubismo, espressionismo, futurismo,… (investono arti figurative, plastiche,
teatro, letteratura, cinema…)
3. Volontà di rinnovamento:
caratterizza le molte avanguardie, realizzandosi in un’inesausta volontà di cambiare: è l’epoca
degli -ismi. In poesia questo è ben chiaro nell’abbandono delle forme metriche tradizionali che
resistevano ancora in D’Annunzio, della sintassi e della logica (parole in libertà, caduta dei
nessi, …); così cessano le distinzioni fra i generi letterari e addirittura fra le forme artistiche
(poesia e arti visive si mescolano, e così altre forme sono miste). Il romanzo segue due strade,
quella sperimentale, a fasi alterne (Svevo, Joyce, Woolf, Musil, Proust), e quella di consumo
(anche con prove alte).
4. Rivoluzione epistemologica:
Freud 1900 (interpretazione dei sogni); Einstein 1916 (relatività). La nozione di tempo è quella
messa più in crisi, anche in letteratura: l’opera di Proust è interamente dedicata a ricostruire gli
istanti in cui un evento passato viene rivissuto, valorizzando elementi e dettagli allora
insignificanti e ora (nel presente della memoria narrante) improvvisamente divenuti cruciali.
Così Ulisse (Joyce) dissolve la nozione narrativa di tempo (del romanzo realista, naturalista e
verista) sia mettendo in relazione inestricabile mito e storia, sia fondendo nel flusso di
coscienza i tempi, i modi e gli spazi dell’esistenza.
5. Nuovo imperialismo:
è quello dei mass-media, allora non chiamati ancora così: stampa giornalistica, radio, cinema.
Parallelamente si assestano, fino agli anni Venti, i regimi democratici, che cedono poi alla
deriva autoritaria per ragioni storico-politiche (timore della rivolta sociale: crescente
disoccupazione, timore della rivoluzione bolscevica, crollo delle borse …). I regimi totalitari
(Germania nazista, Russia staliniana) e semitotalitari (Italia, Spagna, est europeo, …) sapranno
usare questi mezzi potentemente, in Italia sposando l’eredità retorica dannunziana con i rigurgiti
colonialisti e imperialisti e con l’esigenza di ordine della borghesia non liberale né democratica.
L’Europa procede da un lato verso il benessere (e lo spreco), dall’altro, in parallelo, verso le
condizioni che portarono ai due conflitti mondiali e alla spartizione del mondo in due zone
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d’influenza (fino agli anni Ottanta). Si tratta di una logica ormai molto lontana dal colonialismo
Ottocentesco.
6. Rivoluzione filosofica (è la più radicale del secolo) varie tendenze:
- s’indaga sul destino dell’uomo occidentale, certamente liberato dalle angustie che lo
avevano afflitto nel secolo precedente, ma chiuso (come individuo) fra le alienanti
condizioni della società di massa e una vicenda storica tragica almeno fino agli anni ‘40 (i
conflitti mondiali, gli stati autoritari): esistenzialismo, scacco della poesia (Montale,…)
- si prescinde dalla riflessione su questo destino, concentrandosi su una elaborazione logicofilosofica o di teoria della conoscenza (Russel, il circolo di Vienna), spesso ancora
dipendente dal mito scientista;
- si insiste sulla problematicità dell’esperienza umana, fino a restarne quasi paralizzati
(Heidegger, la scuola di Francoforte di Adorno e Horkeimer)
- si cerca una mediazione fra queste due linee (Wittgenstein, Husserl)
7. Compito dell’artista:
il suo ruolo entra in crisi definitivamente: clown, bambino che piange, interprete muto o
testimone incapace d’interpretare, non ha (e non vuole) più alcun ruolo di vate, né di guida né
d’indirizzo. Diviene un ‘tecnico’ delle forme espressive, volto a dire (o alludere, rappresentare,
tentare di abbozzare) il destino umano nella sua problematicità, tragicità, disgregazione, disagio.
La letteratura novecentesca è poesia dell’angoscia più che del dolore.
8. Rielaborazione di modi espressivi:
• nelle avanguardie del primo Novecento è spesso esasperata, per le ragioni accennate:
- Il futurismo dà origine alla distruzione programmatica di ogni norma, è il padre di tutte le
avanguardie;
- nell’espressionismo la forma stessa (deformata) diventa messaggio;
- nel movimento dada la negazione di tutto reiterata fino al totale non-senso si concentra non
tanto su questo nulla ma sulla sua negazione;
- nel surrealismo (l’esperienza più lunga, fino agli anni Venti inoltrati) la rielaborazione del
linguaggio è volta a rivelare i materiali dell’inconscio, al di fuori di ogni associazione
logica.
• Anche le avanguardie del secondo dopoguerra ripetono questo tracciato, sia in Europa che negli
USA, attraverso la trasgressione continua del linguaggio, le invenzioni lessicalsintattiche, la
distruzione sistematica di ogni forma preesistente. L’avanguardia italiana degli anni ’60 si
concentra sulla distruzione soprattutto della sintassi come simbolo dell’ordine ideologico contro
cui ci si batte.
All’incrocio fra questi nodi si collocano:
le origini del dramma moderno: Čechov, Pirandello
il problema storico dell’avanguardia e la nuova scienza: Lenin, Einstein, Freud,…
le riviste italiane del primo Novecento e i nuovi intellettuali (“Leonardo”, “La Voce”,…):
futuristi, crepuscolari, espressionisti, surrealisti,…
il rinnovamento del romanzo: Proust, Joyce, Svevo, Musil, Kafka, T. Mann
il rinnovamento del linguaggio poetico: (simbolisti, D’Annunzio, Pascoli fra Otto e Nove);
avanguardie dei primi del secolo (crepuscolarismo, futurismo, orfismo di Campana,
espressionismo,…) e fra le due guerre (dada e surrealismo), Eliot, Pound, Valéry, Saba,
Ungaretti, Montale, ermetici, Quasimodo, neoavanguardia degli anni ’60 (Sanguineti, Porta,
Giuliani, Balestrini, altri artisti europei e americani)
il romanzo fra le due guerre e nel secondo dopoguerra: il r. esistenzialista francese (Sartre,
Camus); il neorealismo italiano e oltre (dagli anni ’50 al simbolismo di Vittorini): Moravia,
Pavese (fra lirismo e neorealismo), Vittorini, Gadda (la sperimentazione linguistica),
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Pasolini (il nuovo realismo), Calvino (dal neorealismo delle prime opere alla
sperimentazione strutturale) interazioni fra letteratura / cinema
il teatro: - il teatro dell’impegno: Brecht;
- il teatro dell'assurdo: Beckett, Jonesco
B) PROBLEMI STORICI E CRITICI:
B1) VITA POLITICA E SOCIALE
Era della violenza
Nazionalismo e imperialismo
Declino della civiltà asburgica
Rivoluzione bolscevica
Ventennio nero
Nuova Europa: massa e potere
Seconda industrializzazione in Europa e industrializzazione italiana
L’Italia dal Regno alla Repubblica
Distensione internazionale dopo il 1945
Dalla civiltà “meccanica” a quella “nucleare”
Tensioni di classe e tensioni fra mondo industrializzato e terzo mondo dalla fine degli anni ’60
Cessazione della guerra fredda
Globalizzazione
B2) VICENDE DELLA CULTURA
Il secolo della scienza
Matematica e filosofia
Il nuovo universo
L’età dei consumi
I mass-media
L’età Liberty (dalla fine dell’Ottocento agli inizi del Nove)
La stagione delle avanguardie
La crisi fra le due guerre
L’arte di stato: consensi e dissensi
La stagione neo-realista
La neo-avanguardia
Il consumo dell’ideologia