Scarica Giornalino Giovani ZKM 3 - Nostra Signora del Buon Consiglio

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Scarica Giornalino Giovani ZKM 3 - Nostra Signora del Buon Consiglio
03
Pushime të mbara - buone vacanze
SOMMARIO
Spiritualità
Ave Maria sull’Ortles
di P. Franco Sartori Pag. 3
Giovani ZKM
Donare il tempo è bello
di Drane Perlala
Pag. 4
Solidarietà
La Capanna di Betlemme
di Dario Bello
Pag. 5
Fondazione ZKM
Festa della Fondazione “Zoja e Këshillit të Mirë”
di Ufficio PR UniZKM
Pag. 7
Centro Fisioterapia
Il 58° Congr. Naz. di Fisioterapia e Ortopedia di Liljana Mirashaj
Pag. 8
Vita e società
Voglio vivere...
di Mirjeta Deda
Pag. 10
Tradizioni albanesi
La Pasqua Ortodossa
di Ina Mitrollari
Pag. 13
di Loreta Dodani
Pag. 14
Alla scoperta dell’Albania La Kalaja e Rozafës di Scutari
Kutina (Croazia)
Inseguendo un sogno di Vangelo
La cuoca consiglia
Costolette di agnello alla griglia
Pag. 15
di Neri Mitrollari
Pag. 17
Pag. 18
Vincitori del Torneo
Giovani ZKM news
Questo foglio è il giornale del gruppo Giovani dell’Università
Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio”.
Direttore responsabile:
Padre Franco Sartori
Redazione:
Daniele Virgili, Dario Bello, Laura Peri, Maris Garori,
Anduena Halla, Ervis Aliaj, Elena Sonnini, Ornela Prenga
Sito:
https://www.facebook.com/groups/giovani.zkm/
Mail:
[email protected]
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GIOVANI ZKM NEWS
Spiritualità
Ave Maria sull’Ortles...
di Padre Franco Sartori
Per il mese mariano, appena trascorso, vi propongo una bella storia che tratta
di una vicenda realmente accaduta al prof. Ezio Franceschini, che riguarda la
Vergine e chi si fida della sua protezione.
P. Franco Sartori
Assistente spirituale
dell’Università ZKM
“Quand'ecco che
sotto la sua mano
apparvero quelle
lettere:
AVE MARIA.
Le riconobbe e
urlò di gioia: era
nella direzione
giusta!”
Ezio Franceschini, grande scalatore, si trovava al rifugio Payer, a 3000 metri, e
voleva salire da solo sulla cima dell'Ortles, a quasi 4000 metri. Partì alle
quattro del mattino con sacco e piccozza, e con la paletta per tagliare i gradini
nel ghiaccio.
Lo spettacolo era grandioso: pareti di ghiaccio e abissi, esili creste su spaccature
enormi. Su quel bianco lucente e splendido, Ezio Franceschini, anima mistica,
guardava e godeva, pensava e pregava, e saliva. Tutto quel bianco lo faceva
pensare alla Madonna, di cui era devotissimo. E di tanto in tanto si fermava e
scriveva sul ghiaccio, nei punti più difficili, AVE MARIA con la punta della
piccozza.
Saliva leggero e felice. Gli pareva di avere per compagno l'Arcangelo Gabriele,
che per primo pronunciò quel saluto: AVE MARIA.
Arrivò sulla cima, il cielo era splendido, il freddo intenso. Rimase un'ora a
spaziare con lo sguardo su quel mondo meraviglioso: centinaia di cime bianche,
laghi azzurri, valli di abeti. S'inebriava di neve e di sole. A mezzogiorno era già
di ritorno a Solda nell'albergo.
Un mese dopo, a vacanze finite, ricevette a Milano una lettera che veniva da
Linz, in Austria.
Gli scriveva uno sconosciuto, e gli raccontava che essendo un appassionato
alpinista, il giorno dopo che c'era salito lui, si accingeva a scalare l'Ortles,
anch'egli da solo.
Durante la salita notò quelle AVE MARIA scolpite con la piccozza, e non
essendo credente sorrideva di quella ingenuità.
Giunto sulla vetta e guardando in giù, verso Solda, vide dei nuvoloni neri che
non promettevano nulla di buono.
Preoccupato, raccolse il sacco e si precipitò nella discesa. Poco dopo la bufera lo
investì con violenza inaudita. Lo circondò di nero e di vento, non
permettendogli di vedere ad un metro di distanza. Accecato dal nevischio, privo
di direzione, s'appoggiò alla parete di ghiaccio, disperato. Quand'ecco che sotto
la sua mano apparvero quelle lettere: AVE MARIA. Le riconobbe e urlò di
gioia: era nella direzione giusta! Quella certezza gli dette un coraggio
eccezionale. La bufera non cessava, urlava come se avesse voluto strapparlo
dalla roccia. E ancora una volta, proprio vicino alla morte, tastò quelle parole:
AVE MARIA.
Pianse. E poco dopo era al rifugio Payer, confortato dal custode e da due guide
che preoccupati gli erano andati incontro.
Seppe da loro chi il giorno prima aveva tracciato quelle parole.
E "quanto a me, professore, da quel giorno ho fatto voto di dire un'Ave Maria
ogni sera, per tutta la vita"
La Beata Vergine Maria vi benedica e vi accompagni sempre, come ha fatto con
Ezio e con il professore di Linz e con tutti quelli che ricorrono a Lei con fiducia.
Con cordialità
Padre Franco
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Giovani ZKM
Donare il tempo è bello!
di Drane Perlala
Drane Perlala
Studentessa
di Economia
"Vivendo una vita…senza vivere…" Queste erano le parole che M. da Permet
mi ha detto durante la nostra visita presso la casa delle suore di Madre Teresa
di Calcutta, con Padre Franco e il gruppo giovani della nostra Università.
Eravamo una decina di persone: ognuno di noi ha dato il meglio di sé, chi un
abbraccio, chi un sorriso sincero, chi uno sguardo, chi un ascolto paziente e chi
qualche parola gentile.
Ognuno di noi, voleva fare qualcosa per renderle felici, facendo loro sentire
che non erano abbandonate, che non erano sole, che eravamo lì per loro.
M. mi ha detto: "Ho avuto dei bei sogni quando avevo la tua età, avrei voluto
finire l’università, fare carriera, sorridere ed essere felice per tutta la mia vita…
ma non è stato così. I sogni sono rimasti nel cassetto, ho fatto carriera ma su
una sedia a rotelle, e invece di sorridere ho pianto in tutti questi anni. La
malattia mi ha preso tutto ciò che avevo e ciò che avrei voluto avere".
Noi siamo giovani, abbiamo le energie più che mai, e dopo aver preso un caffè
con gli amici, potremmo prendere gli stessi amici e andare con loro a fare una
visita a queste persone che hanno più bisogno. Perché fa bene a noi e a loro: a
loro perché doniamo loro un momento in cui esse non si sentono sole, e a noi,
perché apprezzeremo maggiormente i doni e le opportunità che Dio ci ha dato.
Sinceramente non ci aspettavamo di ricevere tanto. Siamo andati per donare e
abbiamo ricevuto più di quello che abbiamo dato.
“Siamo andati per
donare e abbiamo
ricevuto più di
quello che
abbiamo dato.”
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Solidarietà
La Capanna di Betlemme
di Dario Bello
Dario Bello
Studente del primo
anno di Medicina
“Non dare per carità, quello che bisogna dare per giustizia”
Mi chiamo Dario Bello ho 23 anni e studio medicina e chirurgia all’Università
Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio. Attualmente da quasi un anno
abito nella Capanna di Betlemme “Madonna della Tenerezza”, dove insieme
ad un altro ragazzo, anche lui mio coetaneo, condividiamo nello stile della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, la responsabilità di
una struttura che ogni sera accoglie all’incirca 30 persone senza fissa dimora.
Sono delle persone comuni, alcuni non sapreste riconoscerle per strada, o magari se le vedeste vi farebbero addirittura paura, come è accaduto anche a me, e
sicuramente, non ci fermeremmo mai a salutarli o a fare due chiacchiere con
loro. Ci limiteremmo però a dare loro delle monete, o meglio a fare loro la carità.
Nella nostra piccola casa, offriamo loro ogni sera un letto e un piatto caldo, uno
spazio per loro, ma soprattutto la presenza di una persona che li ascolta e li
accetta per quello che sono, senza giudicarli, una persona che gli faccia capire
che “l’uomo non è il suo errore”. Abitando con questi “coinquilini” ho capito
molte cose, tra cui che molte volte viviamo in una campana di vetro, che la vita
va sempre vissuta con gioia e che bisogna avere sempre gli “scarponi” e mai i
sandali.
SEGUE
“Le nostre porte
sono sempre
aperte a tutti, c’è
bisogno di tutti a
casa nostra, ma
soprattutto c’è
bisogno di te”
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GIOVANI ZKM NEWS
Una volta una ragazza all’università mi ha chiesto se chiudessimo mai la “capanna” per fare una vacanza o
per qualche altra ragione. Secondo voi una casa chiude mai per i propri abitanti? Perciò la mia risposta è stata
un “no”. Siamo sempre presenti 365 giorni all’anno, e quest’anno abbiamo festeggiato i nostri primi 7 anni di
presenza.
La nostra giornata tipica prevede l’andare a prendere i nostri amici al centro di Tirana alle 19.00 per tornare a
casa tutti insieme, chi con il pulmino, chi con l’autobus. Dopo di che ceniamo e dopo cena guardiamo un film
o giochiamo insieme. La mattina poi una bella colazione e quindi partiamo ognuno per il proprio “lavoro”.
Potrei stare qui a scrivere un libro intero delle esperienze vissute, però sarebbe del tutto inutile. Vorrei invece
chiedere a te che stai leggendo, se questo articolo ti ha fatto riflettere o ha mosso qualche cosa in te, magari
l’idea di venirci a trovare.
Le nostre porte sono sempre aperte a tutti, c’è bisogno di tutti a casa nostra, ma soprattutto c’è bisogno di te...
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GIOVANI ZKM NEWS
Fondazione ZKM
Festa della Fondazione “Zoja e Këshillit të Mirë”
di Ufficio Pubbliche Relazioni e Marketing
Nel pomeriggio di lunedì 28 aprile 2014, come ormai da svariati anni, si è svolta la festa della Fondazione “Nostra Signora del Buon
Consiglio”.
I festeggiamenti sono iniziati con la celebrazione della Santa Messa
nella Cattedrale di San Paolo di Tirana.
La festa ha riunito i dipendenti della Fondazione e i loro familiari, lo
staff accademico e gli studenti dell’università in un appuntamento
caldo e amichevole.
Hanno salutato gli studenti il Presidente della Fondazione, P. Daniele Bertoldi e il Magnifico Rettore dell’Università Cattolica
dell’Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio”, Prof.
Paolo Ruatti. La Festa è stata un’occasione per l’assegnazione dei
contributi allo studio agli studenti meritevoli.
Ufficio Pubbliche
Relazioni e Marketing
dell’UniZKM
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GIOVANI ZKM NEWS
Centro Fisioterapia
Il 58° Congresso Nazionale di Fisioterapia e Ortopedia
di Liljana Mirashaj
Circa un anno fa è nata nel nostro staff
l’idea di poter organizzare un
Congresso di Fisioterapia in Albania e, grazie alla collaborazione stretta con la
SIGM (Società Italiana di Ginnastica Medica), che opera in Italia da più di 60
anni, siamo riusciti a progettarne uno a Tirana presso la nostra Università.
Dopo molti mesi di lavoro intenso e spesso difficoltoso siamo riusciti a
realizzare il 25-26 Aprile 2014 il 58° Congresso Nazionale di Fisioterapia e
Ortopedia sulle patologie della colonna vertebrale e cingolo pelvico.
Questo congresso ha potuto mettere insieme due figure, quella dell’ortopedico
e quella del Fisioterapista, elementi essenziali nell'ambito della Riabilitazione.
Per la prima volta abbiamo provato e rischiato ad organizzare un evento di tale
livello. Siamo riusciti ad avere 196 iscritti al convegno (medici ortopedici,
pediatri, fisiatri, radiologi e fisioterapisti, provenienti da Albania, Italia, Grecia
e Kosovo).
Dott.ssaLiljana
Mirashaj
È stato un bel passo avanti per la medicina in Albania, perché è stato possibile
Responsabile del Centro
di Riabilitazione e
Medicina Sportiva
UniZKM
come poter migliorare la situazione in Albania. Molti dei relatori albanesi e
un confronto tra diverse realtà, cercando di fare una riflessione positiva su
italiani si sono scambiati le loro esperienze e sono state proposte diverse
collaborazioni nell'ambito della chirurgia e della fisioterapia della colonna
vertebrale. Nel Congresso hanno riferito 32 relatori ortopedici e fisioterapisti
italiani e albanesi, che hanno portato le loro ricerche sul trattamento chirurgico
“...è stato
possibile un
e riabilitativo della colonna e del cingolo pelvico. Tra questi anche il nostro
Centro ha potuto presentare una relazione di un piccolo studio fatto sul
“Trattamento delle scoliosi mediante l’idrochinesiterapia”, una terapia nuova
confronto tra
per il trattamento delle patologie della colonna, non solo in Albania, ma anche
diverse realtà,
in Europa. Questo congresso ha rappresentato per il Centro di Fisioterapia e
cercando di fare
una riflessione
per l’intera medicina albanese un'esperienza proficua di crescita.
SEGUE
positiva su come
poter migliorare
la situazione in
Albania”
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GIOVANI ZKM NEWS
Il Centro di Riabilitazione da novembre 2013 ha avviato un "progetto-collana" per la formazione continua dei
professionisti della Riabilitazione in Albania. Fino ad ora abbiamo realizzato tre corsi ECM accreditati dal
QKEV Albanese (Centro Nazionale di Formazione continua in Medicina). Il primo corso era di psicoterapia
per fisioterapisti ("Il rapporto fisioterapista-paziente, la possibilita’ di nascere una seconda volta"), il secondo
era un corso teorico-pratico sulla terapia manuale e il terzo su un nuovo metodo di riabilitazione ("Il TAPING
dalle applicazioni cliniche agli effetti terapeutici"). Infine si è tenuto il Congresso Nazionale di Fisioterapia e
Ortopedia di cui abbiamo già parlato.
In programma c'è anche un nuovo corso, "Rieducazione Posturale Globale", che si terrà nei prossimi mesi.
Continueremo a stare vicino a servizio dei Fisioterapisti che hanno voglia di migliorare la loro prestazione
professionale ed offrire ai loro pazienti il meglio della la medicina riabilitativa nel mondo.
Gli organizzatori del 58° Congresso Nazionale:
Prof. A.Aloisi, Prof. Gj.Caushi,
Dr. L.Mirashaj, Dr. J.Bici e sig.
I.Mitrollari
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GIOVANI ZKM NEWS
Vita e Società
Voglio vivere...
di Mirjeta Deda
Cominciamo e chiudiamo le nostre
giornate con notizie tra le più
raccapriccianti, le più dolorose. Le
frasi: "Uccide il padre", "Ferisce il
figlio", "Spara alla suocera", "Vittime
per questioni di proprietà", "Il marito
massacra la moglie", "Si suicida un
adolescente" e così via.
Mirjeta Deda
Studentessa del quinto
anno di Farmacia
“Abbiamo
bisogno di un
cambiamento
radicale. Un
cambiamento che
dia un senso alle
persone”
Questi frasi sono "musica macabra"
per le nostre orecchie. Queste frasi
mi fanno ritornare indietro nel
tempo, tempo d'infanzia, qualche
anno fa, quando pensavamo di
essere poveri, avevamo poche cose
per vestirci e per mangiare, meno
cose materiali, ma avevamo tanti
motivi per gioire. Sentivamo meno
notizie raccapriccianti di oggi, forse
eravamo più responsabili? Eravamo
meno stressati? Eravamo più umani?
Forse...Infatti la ragione di questi
cambiamenti non è chiara, ma una
cosa è certa. Eravamo più felici, con il
sorriso sulle labbra ed eravamo più
amorevoli l'uno verso l'altro.
Oggi in questa "nuova era" la
situazione economica e sociale é
cambiata. È cambiato senza dubbio
l'aspetto dell'educazione scolastica e
sociale e di conseguenza la
condizione intellettuale. Allora cosa
ci fa essere più "aggressivi"? Quali
sono le ragioni di questa criminalità?
Verso dove sta andando la società
albanese? Non è questa una sorta di
crisi d'identità? Dove sono i valori
morali, i sentimenti umani di questa
società materialista?
E nisim ditën dhe e mbyllim atë duke
dëgjuar lajme nga më të tmerrshmet,
me të dhimbshmet. Frazat: vret babain me sepatë, plagos të birin, qellon me armë vjehrren, viktima e radhës për çështje pronesie, burri masakron të shoqen, vret motrën për
çështje nderi, vritet adoleshenti pas
një konflikti banal, tritoli i shkakton
vdekjen e menjëhrshme, vetervritet i
riu…
Këto janë bërë “muzikë funeber” për
veshet e gjithesecilit prej nesh.
Këto fraza më kthejne pas në kohë,
në kohën e fëmijërisë, disa vite e pare, ku kujtoj se ishim më të varfër,
kishim më pak për të ngrënë e për të
veshur, por kishim shumë me shumë
për të gëzuar.
Dëgjoheshin me pak nga këto lajme,
ndoshta ngaqë ishin më të përgjegjshem, ndoshta atëherë kishte me
pak stres, ishim më humane, ndoshta… në fakt arsyeja e këtij ndryshimi nuk është shumë e qartë, por ajo
që them me siguri është fakti që ishim më të lumtur, më të buzëqeshur, më të dashur me njeri-tjetrin.
Sot, disa vite me vonë, gjendja ekonomike e sociale ka ndryshuar, ka
ndryshuar padyshim edhe aspekti
arsimor e intelektual. Atëherë çfarë
na bën të jemi agresiv? Cilat jane
shkaqet që ndodhin kaq shumë vrasje, kaq konflikte ekrime? Ku po
shkon shoqëria Shqiptare? A mos
është kjo nje krize identiteti? Ku janë
vlerat, morali, ndjenjat, njerezorja e
kesaj shoqerie materialiste?
SEGUE
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GIOVANI ZKM NEWS
Siamo avanzati nella tecnologia e nelle
infrastrutture, ma stiamo sottovalutando la cosa più
importante e più sacra...la Vita. Stiamo andando
verso l'individualismo e siamo attratti solo dalle
cose materiali, cercando di prevalere l'uno contro
l'altro, affermando la nostra importanza. La vita
viene trattata come uno straccio usato e gettato
quando non va più di moda. Siamo in pericolo in
qualsiasi luogo, strada, scuola, lavoro e persino a
casa nostra.
In tutto questo caos spesso mi domando: ma Dio
esiste? Se esiste dov'è allora? Perché permette che
accada tutto ciò? Perché permette che vite innocenti
vengano stroncate? Qualcuno dice “quando Dio
creò l'essere umano gli diede la libertà di agire
senza confini”. Ma allora dov'è finita la libertà della
vita?
Viviamo in tempi drammatici, dove tutto deve
essere preso in modo serio, poiché la vita stessa lo è.
Abbiamo bisogno di un cambiamento radicale. Un
cambiamento che dia un senso alle persone.
Voglio vivere in un paese, dove la vita non debba
essere un privilegio, ma un diritto.
Voglio vivere in un paese dove al risveglio la
notizia dell'arrivo di un nuovo essere umano sia
una festa.
Voglio addormentarmi con la speranza che i sogni
non saranno uccisi il giorno dopo.
Voglio vivere amando ed essere amata senza la
paura che il giorno succesivo qualcuno vicino a me
o io stessa rischiamo di non risvegliarci più.
Non voglio altro...VOGLIO VIVERE!
Kemi përparuar në teknologji, infrastrukture, por
po nënvleresojmë ate më të shtrenjten e më të she
njten, jetën. Po shkojmë drejt individualizmit dhe
jemi të prirur drejt gjërave materiale, duke bërë të
dukemi më të vegjel e më të parëndesishem në sytë
e njeri-tjetrit.
Jeta trajtohet si plackë, ku mund ta përdorë e mund
ta zhbëje cilido. Jemi të rrezikuar ngado, në shtëpi,
në rrugë, në shkollë, në punë, kudo.
Në gjithë këtë kaos bëj shpesh pyetjen: Po Zoti ekziston? Nëse ekziston, atëherë ku është? Pse lejon të
ndodhin këto makabritete, pse lejon të shuhen jetet
pafajshme?
Dikush thotë që Zoti kur e krijoi njeriun i dha atij
lirinë e pakufi për të vepruar. Pa atëherë ku shkoi
liria e jetës?
Jetojmë në kohë dramatike, ku gjërat duhen trajtuar
me seriozitet, sepse serioze është dhe vetë jeta. Na
duhet një ndryshim rrenjësor, një ndryshim që t’i
japë kuptim personit. Dua të jetoj në nje vend ku
jeta s’është privilegj, por e drejte. Dua te jetoj në një
vend ku të zgjohem me lajmin e ardhjes ne jetën një
foshnje, me lajmin e nje feste. Dua të fle me shpresen se endrrat nuk do vriten të nesermen. Dua të
jetoj duke dashur e duke me dashur, pa frikën se
dikush afër meje apo vetë une s’do zgjohet mëngjesin tjetër.
S’kërkoj asgjë….përvecse të jetoj!
PAGINA 11
GIOVANI ZKM NEWS
Tradizioni albanesi
La Pasqua Ortodossa
di Ina Mitrollari
La Quaresima è un viaggio spirituale verso la PASQUA. Una Nuova Vita che
da più di 2000 anni illumina anche a noi e per la quale è data a tutti la possibilità di credere in Gesù.
La Morte e Resurrezione di Gesù ci ha assicurato il “passaggio” nel Regno del
Dio. La Pasqua giudaica ha trovato il suo completamento in Gesù, Agnello
della Pasqua, sacrificato per noi. Attraverso la sua morte, Gesù ha cambiato la
natura della morte, ha aperto una strada – un Passaggio – una Pasqua – per il
Regno di Dio, trasformando la tragedia delle tragedie, che è la morte, nella
vittoria finale.
Nella Pasqua celebriamo la Resurrezione di Gesù come qualcosa che succede a
tutti attraverso il battesimo. La Pasqua costituisce il centro del culto ortodosso.
La Resurrezione di Gesù è l'incoronazione della nostra fiducia, il "timbro"
dell'identità spirituale degli ortodossi.
La Pasqua è una grande festa del giudaismo e del cristianesimo. Nella religione ebraica Essa è una commemorazione dell'Esodo, liberazione dalla schiavitù
egiziana, mentre per i cristiani è il memoriale della morte e resurrezione di
Gesù Cristo. È la più grande festa dell'anno delle Chiese Cristiane. Si celebra
Ina Mitrollari
nella prima domenica con la luna piena dopo l'equinozio di primavera.
Centro di Riabilitazione e Inoltre la Pasqua è un cammino che sentono tutti ed è stimolante non solo per
Medicina Sportiva UniZKM i credenti, ma anche quelli che non si fidano tanto di Dio. Gesù Risorto misticamente aspetta con infinita pazienza di fronte a molti cuori chiusi, per dire
con amore e speranza di non avere paura “Sono con voi tutti i giorni della vostra vita” (Mt. 28, 20).
Secondo il calendario ortodosso la Domenica della Pasqua la festeggiano tutte
le persone che portano i nomi Anastas, Anastasia o Anesti (che in greco vuol
dire "è risorto").
“Sono con voi
Cristo è risorto dai morti!
Questa è la proclamazione principale della fede cristiana.
tutti i giorni
Questa forma il cuore della predicazione e adorazione della Chiesa e della vita
della vostra
di ogni cristiano ortodosso!
vita”
Krishti u ngjall! Vërtet u ngjall!
(Mt. 28, 20)
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GIOVANI ZKM NEWS
Alla scoperta dell’Albania
Kalaja e Rozafës di Scutari
di Loreta Dodani
Scutari (in albanese Shkodra o Shkodër) è una città a nord-ovest dell’Albania,
circondata da due fiumi: il Buna e il Kir. È chiamata infatti “La culla della
cultura albanese” oppure “La Firenze dei Balcani”, in quanto antichissimo
centro di importanza storica e culturale.
Il più famoso monumento della città è “Il Castello di Rozafa”. Non potete
passare da Scutari senza visitare la Fortezza di Rozafa. Per visitarla vi
consiglierei di avere un mezzo a disposizione, per raggiungere dal centro della
città, in direzione sud, una collina alta 120 m, sulla cui cime si erge la fortezza.
Il Castello di Scutari è stato costruito nel IV secolo a.C., periodo in cui comincia
anche la vita cittadina, con un insediamento sopra una collina alta, costituita
interamente da rocce invalicabili.
Per la sua posizione strategica è stato inattaccabile per secoli. All’interno del
castello ci sono le cisterne dell'acqua del XV secolo, la cattedrale del XIII secolo
Loreta Dodani
Studentessa del
secondo anno di
Medicina
che, con l'avvento del dominio ottomano, fu trasformata in moschea. È anche
presente un piccolo museo, ricco di reperti e informazioni sulla fortezza. Qui
sono raccolti reperti ritrovati in tutta la zona, un plastico che illustra come
doveva essere l’area, quando il castello era ancora in uso, e una statua di uno
scultore scutarino contemporaneo, raffigurante Rozafa, la donna che secondo
la leggenda, immolandosi, permise di portare a termine la costruzione del
Castello.
Il castello si divide in tre cortili. Il più importante è l’ultimo, nel quale si
trovava un tempo la sede della capitaneria, o residenza del governatore,
“Non potete
costruita dai veneziani all’inizio del secolo XV.
SEGUE
passare da
Scutari senza
visitare la
Fortezza di
Rozafa”
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GIOVANI ZKM NEWS
All'ingresso del castello è vi è una formazione rocciosa che ricorda Rozafa, l'acqua e la calce che penetra verso
l'ingresso principale si collega con fantasia popolare alla leggenda e rappresenta il latte materno di Rozafa, il
seno di Rozafa che secondo l'antica leggenda è stato lasciato fuori per allattare suo bambino dopo che lei venne murata viva.
La leggenda infatti racconta che c’erano una volta tre fratelli impegnati nella costruzione delle mura della nota fortezza. Durante la notte, il loro lavoro però inevitabilmente crollava. Un giorno, un vecchio che passava
di lì, gli disse che avrebbero avuto bisogno del sacrificio di una delle loro mogli, per mantenere le mura forte
e solide per sempre. La scelta della moglie doveva però avvenire casualmente, così i tre fratelli giurarono di
non dire niente alle proprie consorti: colei che l’indomani sarebbe giunta per prima con il pranzo, sarebbe
stata immolata per il bene della comunità. Ma i due fratelli maggiori infransero la promessa e raccontarono
tutto alle loro mogli. Cosicché l’indomani toccò a Rozafa, moglie del più giovane dei fratelli e madre di un
bambino, portare il pranzo. Dopo che le venne raccontato quanto il vecchio aveva detto, la giovane accettò di
farsi murare viva all'interno delle mura, ma pose la condizione che rimanessero scoperti un braccio per poter
cullare il proprio bambino, una mammella per poterlo allattare, una gamba per poterlo cullare e un occhio
per poterlo vedere. Fu così che il castello è rimasto sempre forte e solido.
Per gli abitanti di Scutari il Castello di Rozafa è un simbolo dell’opposizione fra due generazioni, fra il vecchio e il nuovo, ma soprattutto il mito del sacrificio di sé per il proprio bambino, quei gesti d’amore che solo
una madre sa fare.
Il terzo cortile con il palazzo che ospita il museo
L’altorilievo raffigurante Rozafa
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Dal 26 al 31 luglio 2014.
Si alloggerà presso famiglie della parrocchia di Kutina.
Il costo complessivo è di 50 euro, di cui 25 euro
da consegnare al momento dell'iscrizione
entro il 30 aprile 2014.
Per ulteriori informazioni e per iscriversi
P. Franco Sartori [email protected] - 068 20 27 326
Daniele Virgili [email protected]
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GIOVANI ZKM NEWS
La cuoca consiglia
Costolette di agnello alla griglia
di Neri Mitrollari
BRINJË QENGJI NË ZGARË
Përbërësit :






Neri Mitrollari
Cuoca presso la
residenza dei
Padri Concezionisti
“Non c’è amore più
sincero di quello
per il cibo”
(George Bernard
Shaw)

400 gr mish qengj (brinjë)
kripë
pipër
rozmarinë
sherebelë
verë e bardhë
1 limon
Marrim mishin e qengjit dhe
e vendosim në një enë të madhe. I hedhim kripë, degë rozmarine dhe sherebelë, verë
të bardhë dhe e mbulojmë
me qeskë kuzhine. E lemë të
marinohet në këtë mënyrë
përreth gjysëm ore. Më pas
marrim zgarën, e lyejmë me
pak vaj ulliri dhe e nxehim.
Thajmë mishin me anë të letrës së kuzhinës. E vendosim
më pas në zgarën e nxehtë. E
pjekim mirë nga të dyja anët.
Mishin e vendosim në pjatë
dhe sipas dëshirës mund ti
hedhim limon dhe piper. Këtë pjatë e shërbejmë të nxehtë
dhe të shoqëruar me patate
të furrës.
Ju bëftë mirë!
COSTOLETTE DI AGNELLO ALLA GRIGLIA
Ingredienti:







400 gr agnello (costole)
sale
pepe
rosmarino
salvia
vino bianco
1 limone
Prendete l'agnello e mettetelo in una grande pentola.
Aggiungiamo sale e rosmarino, un rametto di salvia, il
vino bianco, poi copriamolo
con della pellicola trasparente e lasciamolo marinare per
circa 30 minuti.
Dopo che abbiamo unto la
griglia con un po’ di olio di
oliva, la facciamo scaldare.
Quindi asciughiamo la carne
con la carta di cucina e poi
mettiamo il tutto in cottura.
Dopo la cottura serviamo la
carne in un piatto con limone
e pepe, accompagnando il
tutto con patate al forno.
Buon appettito!
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GIOVANI ZKM NEWS
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Congratulazioni alla squadra Mon Cheri,
vincitrice del torneo di Calcio UniZKM
e un grazie sincero agli organizzato del torneo!
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