Viadotto crollato «Ora abbiamo paura dell
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Viadotto crollato «Ora abbiamo paura dell
14 IL SECOLO XIX MARTEDÌ 6 GENNAIO 2015 savona / provincia COMITATI DI QUARTIERE SOTTO CHOC PER L’INCIDENTE IN SICILIA Viadotto crollato «Ora abbiamo paura dell’Aurelia bis» La Cmc di Ravenna che ha realizzato il ponte è la stessa ditta che lavora alla variante savonese SONO FIDUCIOSA Voglio credere che verranno prese tutte le precauzioni prima di scavare OCCHI APERTI Non voglio accusare nessuno in anticipo, ma invitare a tenere alta l’attenzione NORA ROBALDO FRANCO CERMINARA CREPE IN CASA Chi abita negli edifici a rischio crepe sta vivendo una situazione di incertezza UN GRANDE DISAGIO Dopo più di due anni di cantiere, chi ci vive vicino è preoccupato e disagiato VITTORIO SIRI AGOSTINO FAZIO TOMMASO DOTTA LA NOTIZIA ha fatto venire la pelle d’oca ai comitati di quartiere che ormaidaannisorveglianoilavoriperla realizzazione dell’Aurelia Bis. A causa del cedimento del terreno di fondazione su cui era costruito, lungo la statale 121 da Palermo ad Agrigento, è collassato un viadotto che era stato inaugurato appena sette giorni prima. Lo aveva realizzato la “Bolognetta scpa”, un raggruppamento di imprese con capofila la Cmc di Ravenna. Un nome che a qualcuno è risultato familiare: è una delledittechehannoinappaltolacostruzione dell’Aurelia Bis, la superstrada destinata a collegare Albissola e Savona. A lanciare l'allarme sono gli stessi comitati, in primis quello dei genitori della Rusca: «Ora abbiamo paura. Bisogna tenere alta l’attenzione». LaCooperativamuratoriecementisti di Ravenna è un’impresa di dimensioni enormi. È impegnata in tuttaItalia:hacontribuitoarealizzarelaSalerno-ReggioCalabria,ilPassante di Mestre, le strade del quadrilatero Marche - Umbria. Nel 2010 ha rivolto la propria attenzione verso il mercato degli Stati Uniti, acquisendo la società americana Lm Heavy Civil Construction di Boston. Ha investitoinareeinviadisviluppocome l’Africa australe, la Cina, il Sud Est asiatico, l’India e zone europee dove la modernità è arrivata in tempi recenti, come il territorio dei Balcani. Da qualche anno la Cmc è approdataancheaSavona:insiemeallaItinera spa, ha costituito la “Letimbro scarl” proprio per realizzare i grandi lavori della bretella Aurelia Bis. Comprensibilmente, la notizia del passo falso compiuto dall’impresa conilviadottoScorciavacche,crollato a Capodanno lungo il tragitto tra Palermo e Agrigento, ha allarmato i savonesi interessati dai cantieri. La bretella nostrana presenta notevoli criticità: i cedimenti dei terreni nel quartiere della Rusca a Savona, le crepenelleabitazionidiviaTurati,la presunta presenza di amianto nelle gallerie tra Albissola e Luceto. Tutte situazioni da maneggiare con cura Uno smottamento del terreno nel cantiere della Rusca sicuramente maggiore rispetto a quella posta nella realizzazione dell’ormai celebre viadotto Scorciavacche. MatteoRenzi,presidentedelConsiglio, ha twittato: «Ho chiesto ad Anas il nome del responsabile. Pagherà tutto». Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture, ha puntato il dito contro «chi ha costruito, chi nonhacontrollatoechihadatovialibera alle auto». Ma cosa è successo davvero lungo la statale 121 che collega Palermo ad Agrigento? Anche l’impresa fornisce una propria versione dei fatti. «Non c’è stato nessun crollo di viadotti – precisano dalla “Bolognetta scpa”, raggruppamento di imprese di cui Cmc è capofila -. Si tratta di un cedimento del terreno di fondazione verificatosi in prossimità del nuovo viadotto “Scorciavacche2”, senza interessare quest’ultima opera recentemente realizzata. Nella nuova viabilità di cantiere, aperta al traffico veicolare il23dicembre2014,sièverificatoun cedimento del corpo stradale in rilevato, per una tratta di circa 40-50 metri, che ha indotto a riportare, il giorno 29, il traffico sulla Sp 55, anch’essaattualmentestradadicantiere e oggetto di lavori in corso di esecuzione». Il tunnel dell’Aurelia Bis in costruzione ad Albissola Marina GLI ABITANTI DELLE AREE INTERESSATE DAL CANTIERE «TENERE ALTA LA GUARDIA» «Non voglio credere che non vengano prese tutte le precauzioni per evitare un disastro» LE REAZIONI «NON C’È motivo di lanciare accuse in anticipo, ma crediamo sia opportuno tenere alta l’attenzione – dice Franco Cerminara, del comitato dei genitori della Rusca, che ieri ha suonato l’allarme -. Vorremmo che si mettessero in campo tutte le risorse possibili per vigilare che quanto accaduto sulla statale 121 in Sicilia non si ripeta anche da noi. Anche perché io l’Aurelia Bis sono destinato ad averla sotto casa, così come mio figlio e, magari, i miei nipoti». Lo scorso autunno le aree interessate dal cantiere della Rusca sono state colpite da uno smottamento di terra: una piccola frana caduta proprio dove sarà edificato il viadotto che passerà sopra al letto del Letimbro, per terminare il suo tragitto in corso Ricci. «Gli operai hanno rinforzato il terreno con blocchi di cemento, maancorasivedeloscavochelafranahaprovocato sotto ai piloni dell’autostrada» spiega Fabrizio Dal Mas. Un’altra problematica sollevata dal passaggio dell’Aurelia Bis sono le crepe nei palazzi antistantiicantieri,sottoiqualièdestinataatransitare la “talpa” per scavare le gallerie. Il caso più critico, al momento, è quello degli edifici di via Filippo Turati. «Per chi ci abita è una situazione un po’ indefinita – commenta Vittorio Siri -. I residenti sono stati informati del fatto che la situazione è monitorata e sotto controllo, ma non sono stati invitati a partecipare alle riunioni nel merito tra il Comune e Anas». «Èormaipiùdidueannichevannoavantiilavori – commenta Agostino Fazio, residente di via Turati -. Si sono accumulati dei ritardi ma PERICOLO SCONGIURATO Nella galleria Basci non sarebbe presente amianto: sospiro di sollievo per i residenti SCOPERTA DEL GRUPPO SPELEOLOGICO SAVONESE SULLE ALTURE DI ALBISOLA SUPERIORE non importa: basta che i lavori siano fatti bene. Io per fortuna abito abbastanza distante dal cantiere, ma chi ha la casa vicino è preoccupato». «Non voglio credere che non verranno prese tutte le precauzioni per evitare che si ripeta un disastro simile» dice Nora Robaldo. Ilterzofrontedell’AureliaBisèquelloalbisolese dove a tenere banco è stata la questione della presunta presenza di amianto nelle terre di scavo, accumulate poi all’aperto in grandi pile. «Noi dei comitati non possiamo certo pronunciarci su una questione che non conosciamocomequelladelviadottocollassatoinSicilia – premette Luigia Vallarino, del comitato Albisola Luceto sostenibile -. È nostro compito però vigilare sulle questioni che riguardano le nostre vite: oggi gli operai stanno scavando nella galleria Basci e ci hanno tranquillizzato, sostenendo che di amianto non ce n’è. Lo speriamo vivamente,perchéunnastrotrasportatoreammassa le terre in enormi mucchi che il vento disperde nel quartiere». T.D. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA PISTA CICLABILE, PROTESTE PER UNA SPESA DI 67 MILA EURO Trincea della seconda guerra al Castellaro Lunga settecento metri, larga poco meno di un metro. Fu costruita dai tedeschi GIOVANNI VACCARO Una vecchia trincea costruita dall’esercito tedesco durante la Seconda guerra mondiale sulla collina sopra a Luceto potrebbe diventare un punto di attrazione turistica. Il Gruppo speleologico savonese ha scoperto l’opera durante uno dei sopralluoghi sulla collina allespalledelcentrodiAlbisolaSuperioree,appenaricevuta la notizia, il Comune ha già ipotizzato di valorizzarla a scopoturistico,dopochenesaràcomprovatal’esattastoria. La trincea, lunga 700 metri, larga poco meno di un metro (circa 80 centimetri) e profonda fino a un metro e mezzo, era stata realizzata durante la Seconda guerra mondiale sulle pendici del monte Mola, non lontano dal Castellaro, probabilmente per poter tenere sotto controllo la strada provinciale che corre a fondovalle e che conduce a Stella e, poi, in Piemonte. Un fossato che abbraccia buona parte del versante orientale del bric Ficambarino e gira sulla spalla meridionaledelmonteMola.Oltreallatrincea,lungoilpercorso,sonostatescoperteduecavitàartificialiscavatenella roccia, profonde da dieci a quindici metri. Oggi sono vuote, Il Castellaro ad Albisola ALBISOLA SUPERIORE. ma è possibile che venissero utilizzate come deposito o come magazzino al servizio delle truppe che occupavano la trincea, ad esempio per ricoverare l’artiglieria. Ricevuta la notizia della scoperta, la giunta del sindaco Franco Orsi ha inviato una richiesta di collaborazione all’Associazione di Storia patria e dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea, nonché all’Associazione nazionale Partigiani d’Italia, per recuperare documenti relativi alla costruzione della trincea. Dai racconti tramandati nel Dopoguerra si sapeva che ad Albisola era stata realizzata un’opera dall’impresa bellica “Organizzazioni Todt”, che impiegava ditte e operai locali sotto la supervisione dei tecnici tedeschi. Ora si sa esattamente dove si trova. Essendo agevolmente raggiungibile sia dal Castellaro sia dall’abitato di Luceto, percorrendo un sentiero in buone condizioni, la trincea potrebbe essere recuperata e valorizzata a scopo turistico. Non appena verificata l’autenticità storica della trincea potrebbe essere varato un intervento di ripristino, con l’installazione di pannelli informativi per valorizzare l’escursione nel sentiero dell’entroterra. «VI SEMBRA URGENTE ILLUMINARLA?» SAVONA. Sessantasettemila euro per illuminare un tratto di pista ciclabile di via Stalingrado. Spreco di denaro pubblico, secondo l’ex consigliere comunale Ugo Ghione che ha fotografato la strada di sera per dimostrare che c’è luce più che sufficiente. «Piuttosto è da chiedersi come mai tale pista ciclabile si fermi bruscamente davanti ad un filare di alberi, quando nelle dichiarazioni iniziali doveva collegare la sede universitaria alla stazione».