Ogni specie conta - Pro Natura Ticino

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Ogni specie conta - Pro Natura Ticino
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Un s us s i dio didattico di
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nanti
Sommaire
1 . L a d i v e r s i tà e l a b i od ive r sità
2
1.1. La di versità 1.2. La b iodiversità 2
3
1.3. La di versità cultu ra le
5
1 . 2 . 1 . L a di v e r s i tà g e n e t i ca 1 . 2 . 2 . L a di v e r s i tà s p e ci f i ca 1 . 2 . 3 . L a di v e r s i tà de g l i e co siste mi
2 . L’ i m p orta nza d e lla b i o dive r sità pe r gli e cosist e mi
2.1.
2.2.
2.3.
2.4.
La ferti lità dei suoli
Il ci clo dell’acq u a La fecon da zi on e dei fi ori
La lotta con tro i pa ra ss iti
3 . L’ i m p orta nza d e lla b i o dive r sità pe r l’uomo
3.1. Un a risorsa a limen ta re
3.2. Un a risorsa m edici n a le
3.3. Un a risorsa di materi e p r ime
3
4
5
5
5
6
6
6
7
7
7
7
4 . Olt r e l’ u t i l i ta r i s m o
7
5 . L a b i od i v e r s i tà è m i nacc iata
8
5.1.
5.2.
5.3.
5.4.
5.5.
L’agricoltu ra L’ uso del terri torio
I ca mb i a m en ti cli matici Gl i stermi n i i
L’ in trodu zion e di n u ove s p ec ie
9
9
9
9
10
6 . L e g g i p e r l a b i od i v e r s ità 10
7 . L a va l e nza d e lla b i od ive r sità 11
8 . L a d i v e r s i tà d e g l i at tor i
12
9 . P e rc h é p r e occ u pa r s i oggi de lla biodive r sità ? 12
9.1. L’ i dea di svi luppo soste nib il e
9.2. Un a ten den za reversib il e
12
12
1 0 . Alc u ne d e f i ni zi oni 14
1 1 . B i b l i og r a f i a 16
11.1. opere di riferimen to
11.2. Siti sull a b iodiversità
16
16
« A partire da questo momento, sarà necessario prendere sul serio
l’avvenire del nostro piccolo pianeta – l’unico di cui disponiamo
– e vigilare affinché la vita, sotto tutte le sue forme, vegetale,
animale, umana, non rischi più di sparire sotto gli sforzi congiunti degli inquinatori, dei massacratori, dei pirotecnici e
dei cementificatori. »
Théodore Monod in Lo smeraldo dei Garamanti, 1992
c are e ca ri in Segn a n ti ,
nel giro di pochi anni, la biodiversità è assurta ad argomento centrale nella discussione attorno all’ambiente.
Proteggerla è diventato un imperativo politico e morale del nostro tempo. Da dove proviene tutto questo
interesse?
La scomparsa accelerata delle specie animali e vegetali e degli ecosistemi nei quali vivono è sotto gli occhi
di tutti, come evidenti sono le cause alla base di questo fenomeno: le attività umane in generale.
A questo punto, è necessario prendere coscienza di quel che sta avvenendo e del fatto che occorre salvare la
biodiversità. Allo scopo di meglio capire la posta in gioco, Pro Natura ha varato un progetto a lungo termine,
di cui questo documento fa parte.
La biodiversità è una nozione difficile da cogliere. Il presente documento si prefigge di fornire elementi che
ne facilitano la comprensione, pur non avendo la pretesa di sostituire un’opera scientifica. Esso intende
consentire di farsi una rapida idea della biodiversità, della sua importanza, dei pericoli che la minacciano e
della necessità di proteggerla.
Questo materiale fornisce le conoscenze occorrenti per svolgere le attività pratiche proposte da Pro Natura
nei suoi fascicoli. Il livello di conoscenze è dunque adatto all’insegnamento nelle scuole elementari.
Buona lettura!
ed itor e
Pro Natura
Casella postale
4018 Basilea
r e da z i one
Monica Biondo
Dolores Ferrari
Myriam Bouverat
Pierre-André Varone
v e rSione ita L ia na
Chierichetti & Co., Losone
gra f ic a
Contreforme sàrl
www.contreforme.ch
Pro Natura dispone di un’offerta permanente di attività nel campo dell’educazione ambientale. Per maggiori informazioni:
www.pronatura.ch > Education o Centre>Pro>Natura>de>Champ-Pittet,>Groupe>École>et>Jeunesse,>1400>Yverdon-les-Bains
© Pro Natura, 2008
Sono vietati qualsiasi riproduzione o uso a fini commerciali senza il consenso scritto di Pro Natura. È invece autorizzata la riproduzione in fotocopia a scopo didattico.
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1. La d iver s ità e l a b i odi v e r s i tà
La diversità riguarda tutti gli aspetti del mondo umano e naturale: le culture, le morali, le arti, le specie, i paesaggi… L’interesse per la biodiversità va di pari passo con quello per la diversità e nasce come reazione alla sua
scomparsa e all’omogeneizzazione del mondo sul piano della cultura e della natura.
1.1. L a diversità
« Noi esseri umani preferiamo la diversità all’uniformità, la cerchiamo. Quando nascono due gemelli, ci mettiamo subito a caccia di un segno distintore per piccolo che sia. Lo stesso facciamo
in presenza di una situazione monotona, introducendo per
quanto possibile elementi di contrasto »
Dott. Wolfgang Haber in La diversité alpine
L’essere umano apprezza la diversità e la favorisce nell’ambiente circostante. Questo comportamento si riscontra
in tutti gli ambiti della vita quotidiana:
>> l’alimentazione;
>> l’abbigliamento;
>> l’arredamento;
>> la pianificazione del territorio – dal giardino di casa alla gestione di appezzamenti agricoli;
>> ecc.
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1.2. La biodiversità
« La biodiversità rappresenta la varietà degli ecosistemi,
che comprendono sia le comunità degli organismi viventi
all’interno dei loro particolari habitat, sia le condizioni fisiche sotto cui essi vivono. »
Edward O. Wilson in La diveristà della vita, 1993
Il dibattito sulla biodiversità verte sulla natura e sul posto che l’uomo vi occupa. Oggi, gli studiosi la definiscono
come la dinamica delle interazioni negli ambienti in cambiamento.
Questa definizione rimanda ad alcune nozioni essenziali:
>> La biodiversità comprende «tutto ciò che vive». Tutte le forme di vita – animali e piante selvatici, funghi,
piante coltivate, animali domestici, micro-organismi ed esseri umani – rappresentano la biodiversità.
Esiste un solo sistema vivente.
>> La biodiversità è la dinamica delle interazioni essenziali tra:
>> gli esseri viventi (fauna, flora, uomo);
>> il mondo vivente e il mondo non-vivente (abiotico), come i minerali;
>> le attività umane e gli ambienti naturali.
>> La biodiversità si manifesta soprattutto negli ambienti in cambiamento. Non si possono dunque
immaginare ambienti in equilibrio, il che rappresenta una novità, avendo a lungo parlato di ecosistema in
equilibrio.
>> Il termine di biodiversità è spesso usato a sproposito, limitandone il significato a «ricchezza delle
specie». In realtà, si distinguono tre livelli di diversità: quella genetica, quella delle specie e quella degli
ecosistemi.
1. 2 . 1 . L a di v e r s i tà g e n e t i ca
La variazione genetica è il fondamento della diversità del vivente. I caratteri particolari di ogni individuo sono
localizzati nei suoi geni. Questa diversità è in parte visibile: l’uomo presenta caratteristiche proprie per ogni individuo (colore degli occhi, dei capelli ecc.), nel mondo animale le differenze possono esprimersi nel colore del
manto, come nel caso della lince.
Com e cla ssifi ca re gli a n ima li?
Confrontando gli organismi viventi, l’uomo è giunto a stabilire sistemi di classificazione. Ogni classificazione è in stretto
rapporto con una cultura e lo stadio della conoscenza acquisito, ragione per cui ne seguirà l’evoluzione.
La classificazione tradizionale si basa su molteplici caratteri, essenzialmente morfologici. In molti casi, il criterio è la
presenza o l’assenza di un determinato tratto. Per esempio, si distinguono i vertebrati, che posseggono uno scheletro
osseo, dagli invertebrati, che ne sono privi. Questa classificazione stabilisce una gerarchia tra categorie diverse (rango
tassonomico) definite per raggruppare animali simili. Vediamo come, procedendo alla classificazione dello stambecco:
Il problema di una classificazione del genere è che raggruppa organismi simili che non hanno per forza di cose un antenato comune. Le scaglie, per esempio, si riscontrano negli uccelli, le lucertole o i pesci, senza che questi animali siano
imparentati tra loro. A questa classificazione tradizionale viene a volte contrapposta una classificazione più rigorosa,
basata su gruppi realmente imparentati, detta classificazione filogenetica. Essa si basa su una rappresentazione più fedele dell’evoluzione delle specie. Questa nuova classificazione scompagina alcuni gruppi tradizionali, ma conserva gli
stessi ranghi gerarchici precedentemente esposti. La classe dei Rettili scompare per lasciare il posto a tre classi distinte,
le Tartarughe, i Coccodrilli e i Lepidosauri (lucertole e serpenti).
Cl ass i fi c azi on e t radi zi on al e
In grassetto,
l’esempio
dello stambecco
Regno (Animale, Vegetale…) Phylum (Cordati, Cnidari…)
Subphylum (Vertebrati, Crostacei… )
Classe (Mammiferi, Uccelli…) Ordine (Artiodattili, Primati…)
Famiglia (Bovidi, Canidi…)
Genere (Capra, Homo…)
Specie (ibex, catus…)
Verificato da Manuel Ruedi, Museo di storia naturale di Ginevra
3
…ve
get
ale
La bellezza animale e…
La specie raggruppa individui che sono geneticamente simili e che accoppiandosi possono
riprodursi.
All’interno delle specie, si trova tutta una serie
di differenze dell’aspetto esterno che permettono di effettuare raggruppamenti. Di conse­
guenza, si parlerà di razze per gli animali e di
varietà per le piante.
1.2.2. L a d iv e rsità spe c if ic a
Il termine «biodiversità» induce generalmente a pensare
alla diversità specifica, ossia al numero di specie animali e
vegetali, il che si spiega col fatto che si tratta della diversità più
facilmente riscontrabile e misurabile in termini empirici.
Attualmente, l’inventario delle specie viventi animali e vegetali
della Terra raccoglie 1,7 milioni di specie descritte. Gli specialisti
stimano un numero totale tra i 12 e i 30 milioni. Sono ancora numerose le specie da scoprire!
La Svizzera ospita all’incirca 50’000 specie conosciute di piante, animali e funghi, e si calcola che ne siano presenti 70’000. Ne mancano
all’appello circa 20’000, ancora da scoprire soprattutto tra gli insetti.
Per quanto concerne invece i grandi animali, l’elenco è completo.
Gru ppi di organis mi
N umero d i s p ec ie in S v izzer a
Conosciute
Stimate
Animali
Mammiferi
Uccelli
83
83
386
386
Rettili
15
15
Anfibi
20
20
Pesci
51
51
Artropodi
di cui insetti
Molluschi
Vermi
Totale animali
25’000
34’000
22’330
30’500
270
280
3’200
7’000
29’025
41’835
Vegetale
Piante vascolari e felci
3’000
3’000
Altre
(muschi, licheni, funghi,
alghe)
15’690
24’400
Totale vegetali
18’690
27’400
47’715
69’235
Totale animali & vegetali
Fonte : Forum biodiversità Svizzera (2004)
4
a
ni t
nfi
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Una
var
iet
1.2.3. La diversità degli ecosistemi
La diversità degli ecosistemi corrisponde alla varietà degli ambienti
(foresta, zona umida, incolti, prateria, autostrada, giardino…) in un paesaggio. Ogni ambiente (ecosistema) si
caratterizza per le interazioni tra le specie,
e tra le specie e l’ambiente in cui vivono. I fattori abiotici (non viventi) esercitano un influsso
primordiale sugli esseri viventi e sulle interazioni esi­
stenti tra di essi. Prendiamo come esempio un abbassamento
della temperatura: l’attività di alcuni animali, come gli insetti e le
lucertole, ne risente immediatamente. Oppure prendiamo la qualità
del suolo: la copertura vegetale cambia se un suolo è acido anziché
basico e viceversa.
I tre livelli di diversità danno una gradazione dal più piccolo al più
grande, dalla cellula all’individuo fino all’ambiente o ecosistema e ai
paesaggi. Ci occuperemo della diversità specifica e della diversità ambientale, in quanto è a questo stadio che i bambini possono meglio e più
facilmente comprendere la biodiversità.
1.3. L a diversità c ulturale
I gusti, le abitudini e le tradizioni culturali influenzano la percezione della bellezza e dell’armonia
che associamo a una particolarità, a un carattere unico che ognuno cerca dentro di sé, in quel che possiede e in quello che gli sta attorno.
L’ambiente nel quale viviamo e che condividiamo con altri influenza la nostra identità, la nostra cultura. Diventa
dunque importante stabilire un nesso tra ambiente e cultura. Si potrebbe giungere fino a considerare l’uomo e le
sue attività, visto che fanno parte della natura, come entità o processi naturali, e la «cultura» un mero processo
naturale particolare alla specie umana.
Il rapporto con la natura varia secondo la cultura. Ogni società ha sviluppato un rapporto unico con la natura, in
funzione delle sue credenze, del suo sistema sociale e politico. Se pensiamo all’agricoltura, le numerose specie
vegetali o animali che si sono adattate a una regione sono l’espressione dello stretto rapporto tra le condizioni
naturali e le tradizioni culturali. Un tempo, si trovavano in Svizzera varietà di mele specifiche di ogni regione.
L’incontro con altri esseri umani è fonte di arricchimento al pari dell’incontro con gli elementi naturali. Riconoscersi
e accettarsi nella diversità, riconoscere la diversità degli esseri viventi e sentirsi parte di questa diversità è fondamentale per una migliore convivenza nella società e con la natura.
2. L’ impo rtanz a d ell a b i odi v e r s i tà p e r g l i e co s i s t e m i
Il buon funzionamento di tutti gli ecosistemi della Terra è basato sulla biodiversità. L’organizzazione degli spazi in
comunità e la loro diversità garantiscono questo buon funzionamento.
2 . 1. L a f e rti li tà de i su oli
I suoli rivestono un ruolo primordiale nella decomposizione delle piante, degli animali morti, dei rifiuti e degli
scarti di origine umana. Tutta una catena di micro-organismi decompone i resti di animali e vegetali, come pure
altre sostanze inquinanti che vengono rese inoffensive. Questi elementi sono rimessi a disposizione delle piante,
e così i suoli conservano la loro fertilità. In assenza dell’azione degradante di questi micro-organismi, ben presto
ci ritroveremmo sommersi da montagne di materie organiche di origine vegetale e animale.
5
Il suolo fornisce anche la base per i grandi cicli del carbonio, dell’azoto e dello zolfo. Esso immagazzina una quantità di carbonio di molte volte superiore a quella delle piante. Per fare un esempio: una perturbazione del ciclo del
carbonio in seguito alla deforestazione per guadagnare zone agricole causa un aumento del diossido di carbonio un gas a effetto serra – nell’aria. Alla stessa stregua, una modificazione del ciclo dell’azoto prodotta da un eccesso
di fertilizzazione libera ossido di azoto, anch’esso un gas a effetto serra.
ci clo de lle s os ta n z e n ut r i t i v e
OVUSJNFOUP
QSPEVUUPSJ
DPOTVNBUPSJ
TPTUBO[F
NJOFSBMJ
OVUSJNFOUP
EFDPNQPTJUPSJ
2 . 2 . Il ci clo de ll’acq u a
Le piante e la lettiera proteggono il suolo dalla violenza distruttrice della pioggia. Se non ci fossero, nascerebbero
problemi di erosione e di impoverimento di elementi nutritivi, che verrebbero dilavati in caso di forti piogge.
Le piante, in modo particolare gli alberi, restituiscono all’atmosfera una grande quantità d’acqua per evapora­
zione, costituendo in tal modo una protezione naturale contro le piene. Percorrendo tutto un ciclo naturale, le
acque usate sono depurate.
ci clo de ll’acq ua
FWBQPSB[JPOF
QSFDJQJUB[JPOJ
BTTPSCJNFOUPEJBDRVB
2 . 3 . L a f e con dazi on e de i f i or i
La maggior parte delle piante a fiori selvatiche o coltivate necessita di animali
– sovente una specie specifica secondo la pianta – per la loro riproduzione. Oltre
100’000 specie di animali – insetti e uccelli – effettuano l’impollinazione delle piante.
Un terzo degli alimenti che consumiamo proviene da piante impollinate da animali.
2 . 4. L a lotta con tro i par assiti
Le malattie e i parassiti dei vegetali distruggono ogni anno una quantità importante
dei raccolti. Per fortuna, i loro nemici naturali, come gli uccelli, i ragni, le vespe, le
coccinelle, le libellule e un’altra nutrita schiera di animali, ne contengono in modo
naturale il numero e i danni.
l e ap i
Le api non sono
unicamente produttrici di miele. Durante
la raccolta di polline,
impollinano una gran
quantità di fiori. La
maggior parte di questo
lavoro è svolta da api
selvatiche. Gli alberi da
frutta, come gli albicocchi, i ciliegi e i meli,
dipendono dal lavoro di
questi insetti.
6
3. L’ impo rtanz a d ell a b i odi v e r s i tà p e r l’ uom o
Le attività e il benessere del genere umano dipendono dalla natura e dalla biodiversità. L’uomo ha saputo stabilire
legami con numerose specie viventi nell’ambiente a lui vicino, con evidenti conseguenze sulle conquiste sociali,
culturali ed economiche. Tutte le specie vegetali e animali utili all’uomo hanno un’origine selvatica. lI notevole
numero di varietà presenti è il risultato del ruolo dell’uomo nell’evoluzione della biodiversità.
Vi sono scienziati che tentano di quantificare il valore monetario della biodiversità allo scopo di conferirle
un’importanza maggiore in sede di decisioni politiche, di mostrare che ogni specie, comprese quelle invisibili
ai nostri occhi, assolve una funzione nella natura, cosicché la classificazione di esseri viventi nocivi o utili non è
pertinente.
È difficile stimare il valore totale, ma se consideriamo tutto quello che ci offre la biodiversità, le cifre raggiungono
somme impressionanti, anche se non calcoliamo le funzioni precedentemente menzionate.
3 . 1 . Un a ri sor sa ali m e n tar e
Il nostro nutrimento proviene direttamente dalla natura, sotto forma vegetale o animale. Attualmente, consumiamo per l’alimentazione circa 150 piante delle 30’000 potenzialmente commestibili a tutti gli effetti, moltissime
di più se si considerano anche quelle che lo sono soltanto in parte. Ciò nonostante, le piante coltivate su scala
mondiale si concentrano su una ventina di specie, come il mais, il riso e il grano.
Questa dipendenza dalla biodiversità per l’alimentazione si palesa anche nella varietà di frutti, legumi, razze di
animali domestici, perfino nei micro-organismi impiegati nelle produzioni alimentari.
3 . 2. Un a r i sor sa m e di ci n ale
il valor e d i un ucc ello
Oltre la metà delle sostanze farmacologiche sono estratte
dalle piante: per esempio la sostanza attiva da cui si ricava
l’aspirina è fornita dal salice.
Tutto ha un prezzo, anche la natura. Questo è il pensiero di Frédéric Vester, pioniere dell’ecologia che ha
calcolato al centesimo il prezzo del pettazzurro del
faggio, giacché quel che non ha prezzo non ha valore.
3 . 3. Un a r i sor sa di m ate r i e prime
Signor Vester, a quanto stima il valore di un pettazzurro?
A circa 1,5 centesimi di euro.
La biodiversità non riguarda unicamente il nutrimento e
i medicinali; numerose materie prime, come il legno, la
lana, il caucciù e altre ancora, sono indispensabili per
l’artigianato e l’industria. Grazie a esse, possiamo vestirci,
costruire le nostre dimore, ammobiliarle. Il petrolio stesso
si è formato con la decomposizione di esseri viventi.
4. Olt r e l’ u t il itar is m o
La biodiversità non si riduce ai prodotti commerciali o
alla sua utilità diretta. I prati fioriti, le rive naturali, tutte
le bellezze della natura procurano gioia, ci ispirano, ci rilassano, come dimostra ampiamente l’opera di artisti e
filosofi che hanno vissuto e vivono in civiltà diverse. Le
attività che si praticano nella natura, come il turismo e lo
sport, hanno bisogno di una natura intatta.
La biodiversità include anche valori etici e morali. È chiaro
che noi possiamo annettere un valore utilitarista alla natura, ma non si tratta dell’unica valenza a essa attribuibile.
Ci sono valori diversi da quelli economici. Taluni animali
sono stati considerati dannosi e perseguiti fino al loro sterminio. Gli esempi non mancano: il lupo, l’orso e i serpenti,
per limitarci ai più clamorosi. Ma se noi li consideriamo
nella prospettiva di un’evoluzione durata milioni di anni,
Come è giunto a questo importo?
Si determina il valore dello scheletro dell’uccello o,
per meglio dire, dei minerali come il fosforo, il calcio
e il fluoro in esso contenuti, e poi si aggiunge il valore
della carne, del sangue e del piumaggio.
Sì, ma così facendo si ottiene soltanto un valore materiale!
Certo! Se però si tiene conto dell’utilità del pettazzurro per la lotta contro i parassiti, la dispersione dei
grani, la gioia dell’uomo, la funzione di bio-indicatore
che assolve e l’interazione simbiotica con altri partner
naturali, otteniamo un importo di molto superiore.
Sicché, tenuto conto di tutto, arriviamo a 154,09 euro.
Ho dimostrato in dettaglio questo calcolo nel libro Der
Wert eines Vogels, che ho scritto nel 1983.
È possibile stimare il valore di una regione o di un
paese intero?
Ci sono modelli che considerano, per esempio, il bilancio energetico di un ecosistema, altri che valutano
l’apporto alla biodiversità di una vallata o di una
palude. In seguito al naufragio dell’Exxon Valdez in
Alasca, la giustizia americana si è occupata del valore
delle perdite causate da questa catastrofe. Nessuno,
però, si è spinto fino a stimare un valore del genere
per una regione o un paese, che sarebbe comunque
incalcolabile.
Estratto di un’intervista di Harald Willenbrock a
Frederic Vester (1925 – 2003), considerato uno dei
precursori del movimento ecologista tedesco.
© 1999–2003 brand eins Verlag GmbH & Co. oHG
118 dei 150 medicinali maggiormente prescritti nel mondo
derivano da sostanze naturali, da piante, funghi, batteri e
animali.
7
sono autentici capolavori della natura, hanno un valore in quanto tali, diverso da quello loro attribuito dall’uomo.
Chi può dunque arrogarsi il diritto di decidere se una specie vivente sia superflua? Questo interrogativo morale ci
ricorda che l’uomo altro non è se non una specie tra le altre, che ha il dovere di assumere la responsabilità delle
altre creature viventi e di consegnare alle generazioni future una biodiversità ricca come quella che ha ricevuto.
5. La b io d iver s ità è m i n acci ata
Attualmente, almeno 60 specie che l’Unione internazionale per la conservazione della natura (UICN) classifica
come minacciate a livello mondiale sono ancora presenti in Svizzera.
Le società umane modificano o utilizzano da sempre l’ambiente a loro vantaggio, considerandolo una fonte praticamente inesauribile. Con l’avvento della civiltà industriale, il prelievo di risorse di ogni tipo e l’occupazione viepiù
serrata dello spazio hanno accelerato e diffuso lo sfruttamento della natura e l’erosione della biodiversità.
Lo stile di vita dei paesi industrializzati si fonda oggi su un elevato consumo di risorse naturali e di energia, e di una
produzione altrettanto elevata di rifiuti. Le specie animali e vegetali evolvono a un ritmo troppo lento per adattarsi
a cambiamenti per loro eccessivamente repentini e brutali.
In Svizzera, 237 specie sono considerate sparite o estinte. Un terzo (31%) delle piante a fiore e delle felci è minacciato o scomparso, lo stesso dicasi per i muschi e i licheni (38%). Per quanto attiene alla fauna, il 41% delle specie
è considerato minacciato. Se si osservano i dati per specie, le minacce risultano più forti, soprattutto per i rettili e
gli anfibi. L’87% dei rettili e il 95% degli anfibi sono infatti in pericolo.
G r a do di m i n acci a de lle s p e ci e v e ge ta li e a nima li in Sv izze ra
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Fonte: Diversité biologique, les perspectives du siècle naissant, Fondo nazionale svizzero della ricerca scientifica, pag. 32
8
Avversità o diversità
?
5 . 1 . L’agri coltu ra
L’agricoltura riveste un doppio ruolo. In
Svizzera, essa ha a lungo favorito la diversità,
in quanto il paesaggio rurale tradizionale era
adattato alle caratteristiche naturali. L’agricoltura
aveva creato un mosaico di ambienti, offrendo in tal
modo più spazi agli animali e alle piante. Rispetto
allo stato naturale, in alcune regioni l’attività agri­
cola ha contribuito all’arricchimento degli ambien­
ti e della diversità degli spazi.
La transizione verso l’agricoltura intensiva ha mandato all’aria questo stato di cose. Il cambiamento
intervenuto a partire dalla metà del XIX secolo con
la meccanizzazione dell’agricoltura e l’uso sempre
più diffuso di prodotti chimici è stato profondo. Numerosi ambienti naturali sono stati distrutti, e con
essi le piante e gli animali che ne dipendevano. Nelle
zone rurali, la diversità è andata via via scemando.
La pressione sui rendimenti dà via libera soltanto
alle specie più redditizie, il che ha come conseguenza
l’abbandono di molte varietà vegetali e di razze animali, oggi
in via d’estinzione.
La modificazione degli ecosistemi per le colture e lo sfruttamento
limitato alle specie redditizie possono causare fenomeni gravi.
5 . 2 . L’u so de l te rri tori o
La crescita delle agglomerazioni e la costruzione di vie di comunicazione hanno distrutto o pregiudicato numerosi
ambienti. Ogni giorno, una superficie pari a dieci campi di calcio viene sacrificata in Svizzera a favore delle costruzioni. La pressione sulle piante e gli animali aumenta ogni giorno che passa.
5.3. I cam b i am e n ti c limatic i
I cambiamenti climatici esercitano un’influenza diretta sulle forme viventi. Essi avvengono
rapidamente e non danno il tempo alle piante e agli animali di adattarsi.
In seguito all’aumento medio delle temperature, talune piante si spostano a quote
superiori. Questa migrazione, stando a uno studio recente, avanza di trenta metri ogni decina d’anni e spinge verso l’alto le piante meno competitive che
prima lì vivevano. Ma a tutto c’è un tetto, e quando non sarà più possibile
arrampicarsi ulteriormente, vi è il rischio più che concreto che numerose
specie spariscano del tutto. Tra queste piante minacciate, ve ne sono alcune presenti solo nelle Alpi.
In Europa, la primavera incomincia da sei a otto giorni prima che una
trentina di anni fa. Le ripercussioni sulla crescita delle piante sono tali
che parecchi uccelli migratori e insetti dipendenti da piante specifiche
fornitrici di nutrimento per la loro prole non trovano più cibo a sufficienza al momento opportuno.
5.4. Gli sterminii
Le
a
gg
lom
e
raz
ion
i
L’eliminazione sistematica, gli inquinamenti di vario genere, gli avvelenamenti, l’eccessiva concimazione delle zone agricole hanno provocato la scomparsa di numerosi animali e piante. Il lupo, l’orso e la lince sono stati eliminati
dalla Svizzera con campagne sistematiche di distruzione, la lontra non ha sopportato l’inquinamento delle acque. Se passiamo agli uccelli, ai pesci, agli insetti e
alle piante, la lista degli scomparsi si allunga desolatamente.
avan
zano…
9
5 . 5 . L’i n trodu zi on e di n u ov e spec ie
Sono dette specie invasive, animali o vegetali, quelle trasportate volontariamente o no dal loro luogo d’origine a
un altro lontano. Alcune di esse rappresentano una minaccia diretta per la biodiversità, poiché scacciano le specie
indigene e possono perturbare il funzionamento degli ecosistemi. La trota iridea o arcobaleno, pesce di origine
americana, rappresenta in Svizzera una pericolosa concorrenza per la locale trota di fiume. Le due specie frequentano gli stessi luoghi per la riproduzione, ma la trota iridea, che arriva dopo, deponendo le proprie uova distrugge
quelle già presenti della trota di fiume. Se non fosse intervenuto l’uomo che ogni anno immette nei corsi d’acqua
migliaia di avannotti, quest’ultima specie sarebbe già completamente sparita.
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6. Leg g i per l a b io d i v e r s i tà
Le relazioni uomo-natura sono cambiate tantissimo nel corso degli ultimi secoli. Tali modificazioni ci obbligano a
vedere le cose da un’altra ottica. Le relazioni ereditate dal passato, nelle quali la lotta contro la natura è primordiale, sono diventate pericolose, in quanto il potere d’intervento delle società umane è cresciuto a dismisura.
L’avvenire della natura e della biodiversità dipende dalla nostra responsabilità.
In questo senso, la responsabilità si traduce a livello sociale con l’adozione di leggi. In Svizzera, le basi legali per
la conservazione e la gestione della biodiversità esistono, ma la loro applicazione risulta ardua. Mancano fondi e
personale, e le disposizioni sono eseguite con gravi ritardi. Occorre fare di più se non vogliamo vedere svanire le
ricchezze naturali del nostro paese.
La Svizzera pubblica Liste Rosse delle specie minacciate in base ai criteri e alle categorie elaborati dall’UICN e
si è data sin dagli anni Sessanta una legge sulla protezione della natura. Tuttavia, nonostante i complementi via
inseriti, detta legge si rivela oggi insufficiente a proteggere la biodiversità.
Sul piano internazionale, la Confederazione ha ratificato nel 1994 la Convenzione sulla diversità biologica, il cui
obiettivo principale è quello di sviluppare strategie nazionali per la conservazione e la gestione sostenibile della
biodiversità.
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L eggi federa li sull a b iodivers ità
La Legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN) mira a proteggere la fauna e la flora indigene, nonché la loro diversità biologica e il loro spazio vitale naturale. Essa garantisce il diritto di ricorso delle organizzazioni che si
occupano della protezione della natura e del paesaggio.
La Legge federale sulla protezione dell’ambiente (LPAmb) ha per scopo quello di proteggere l’uomo, la fauna e la flora, le
loro biocenosi e i loro biotopi dagli effetti dannosi e molesti, e di conservare in modo duraturo le basi naturali della vita, in
particolare la diversità biologica e la fertilità del suolo. Essa regola l’importazione, la commercializzazione e l’utilizzazione
del materiale genetico modificato.
La Legge federale sulle foreste (LFO) ha lo scopo di garantire la conservazione della foresta nella sua estensione e ripartizione geografica, di proteggere la foresta come ambiente naturale di vita, di garantire che la foresta possa svolgere le sue
funzioni, in particolare protettive, sociali ed economiche e di promuovere e tutelare l’economia forestale.
La Legge federale sull’agricoltura (LAgr) opera affinché l’agricoltura, tramite una produzione ecologicamente sostenibile
e concorrenziale, contribuisca efficacemente a garantire l’approvvigionamento della popolazione, a salvaguardare le basi
esistenziali naturali e ad aver cura del paesaggio rurale.
La Legge federale sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici (LCP) e la Legge federale sulla pesca
(LFSP) mirano a conservare le specie indigene e i biotopi, e a proteggere le specie animali minacciate.
La Legge federale sulla protezione delle acque (LPAc) ha per scopo quello di proteggere le acque da effetti pregiudizievoli
e in particolare di preservare la salute dell’uomo, degli animali e delle piante, di conservare i biotopi naturali per la fauna
e la flora indigene, di conservare le acque ittiche, di salvaguardare le acque come elementi del paesaggio, di garantire la
funzione naturale del ciclo idrologico.
La Legge federale sulla pianificazione del territorio (LPT) incarica i Cantoni di coordinare le diverse utilizzazioni del territorio. Tra gli scopi che si prefigge, vi è l’occupazione del territorio in vista di uno sviluppo armonioso del paese, tenendo
conto delle condizioni naturali, come pure dei bisogni della popolazione e dell’economia, e il sostegno con misure pianificatorie degli sforzi intesi a proteggere le basi naturali della vita, come il suolo, l’aria, l’acqua, il bosco e il paesaggio.
7. La val enz a d ell a bi odi v e r s i tà
L’accelerazione del consumo di risorse naturali e l’accumulo di sostanze inquinanti lasciano presumere che il funzionamento degli ecosistemi risulterà fortemente perturbato. Per esempio, la proliferazione delle alghe nei laghi è
dovuta a un impiego eccessivo di fertilizzanti.
Per comprendere l’importanza della biodiversità, immaginiamo una torre fatta di matite, ove ogni matita rappresenta una specie. Togliendo una dopo l’altra le matite che compongono la torre, capiamo che cosa succede con la
biodiversità. All’inizio è facile togliere i pezzi, ma andando avanti, la costruzione diventa sempre più fragile, non
si sa a che punto tutto l’edificio crollerà. Ecco, con la biodiversità succede lo stesso: quando raggiungeremo il punto di non ritorno? Quante piante e animali selvatici potremo ancora sacrificare alle
esigenze della società umana? Non siamo al momento in grado di dare risposta alcuna a questi
interrogativi, il che dovrebbe farci agire con prudenza.
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8. La d iver s ità d eg l i at to r i
Affrontando il tema della biodiversità, occorre altresì considerare la prospettiva dei diversi attori presenti nella
società globale. Un produttore svizzero di grano non percepisce la biodiversità al pari di un fabbricante di componenti elettroniche, di un boscaiolo nigeriano, di un semplice consumatore o di un biologo. Ma tutte queste figure,
tutti gli esseri umani, condividono la responsabilità del funzionamento del pianeta e dei suoi abitanti.
Anche una riflessione scientifica globale che si appelli alle conoscenze di più discipline è importante per cogliere
l’importanza della biodiversità, poiché consente di superare gli steccati tra i vari comparti e di accomunare scienze
naturali e scienze umane e sociali nella ricerca di soluzioni a tutela della biodiversità.
È chiaro che gli specialisti della biodiversità forniranno risposte diverse secondo la disciplina in cui sono attivi,
sicché:
>> gli specialisti delle scienze della terra insisteranno sugli aspetti naturalistici (clima, suolo, biodiversità…);
>> gli specialisti delle scienze economiche e umane focalizzeranno i loro interventi sui problemi dello
sviluppo economico, dell’alimentazione, delle condizioni di vita, del benessere;
>> gli specialisti in campo tecnologico si concentreranno sui problemi posti dai rifiuti, dai rischi industriali,
dai pericoli insiti nelle manipolazioni genetiche.
La sfida consiste nel conciliare questi diversi punti di vista.
9. Perché preoccuparsi oggi della biodiversità?
Il concetto di sviluppo sostenibile associato al principio di prudenza consente di riunire i diversi approcci e, probabilmente, di meglio tener conto dei molteplici bisogni del mondo vivente. Lo sviluppo sostenibile offre un quadro
che permette di gestire lo sviluppo umano ed economico, assicurando un funzionamento corretto e ottimale a
lungo termine dell’ambiente naturale.
9 . 1 . L’i de a di sv i lu p p o soste nibile
Le generazioni future hanno lo stesso diritto di quelle presenti a un ambiente intatto. Non sarebbe però corretto
ridurre lo sviluppo sostenibile alla sola tutela dell’ambiente. L’efficacia economica è necessaria alla soddisfazione
di nostri bisogni materiali e immateriali al pari della protezione delle basi naturali della vita. Solo una società
solidale sarà in grado di ripartire equamente i beni economici, di salvaguardare i valori delle nostre società e di
sfruttare con misura le risorse naturali.
9 . 2 . Un a te n de n za re v e rsi b i le
La biodiversità è il risultato di un processo evolutivo che
crea in continuazione nuove specie e ne fa sparire altre.
La scomparsa delle specie è dunque un fenomeno assolutamente naturale.
La Terra ha già conosciuto cinque estinzioni, tra cui quella
che ha condotto alla scomparsa dei dinosauri. La biosfera
non sembra averne risentito, giacché dopo ogni grande
estinzione la biodiversità si è ricostituita, e nuove specie
sono venute alla luce in sostituzione di quelle perse. Vale
quindi la pena di preoccuparsi oggi?
Per riprendersi dalle estinzioni passate, la natura ha ogni
volta avuto bisogno di una decina di milioni di anni, tempo
che supera di gran lunga la cognizione temporale umana.
Il più prossimo parente dell’uomo è apparso due milioni
di anni or sono, l’Homo sapiens circa 150’000 anni fa.
Oggi, siamo alle prese con la più massiccia scomparsa che
la Terra abbia mai conosciuto e, a differenza delle grandi
e­stinzioni del passato, non sembra imputabile a catastrofi
o fenomeni fisici, ma all’azione di una sola specie: l’uomo.
Oltre a ciò, la scomparsa delle specie procede a un ritmo
più veloce dell’apparizione di nuove e va accelerandosi.
es tinzione
La scomparsa e l’apparizione di specie è un fenome­
no assolutamente naturale. L’elemento saliente in
questo processo sono le estinzioni di massa, durante
le quali i tassi di estinzione raggiungono livelli elevatissimi. Nel corso della storia, si sono contate cinque
estinzioni di massa.
La più drammatica scomparsa di specie è avvenuta
250 milioni di anni or sono. Secondo le stime, sono
sparite oltre il 60% delle famiglie animali della terra
ferma e più del 70% di quelle marine.
La più nota è l’ultima, 65 milioni di anni or sono,
quella che ha cancellato i dinosauri e visto emergere i
mammiferi, che hanno preparato il terreno alla venuta
dell’uomo.
Il dibattito sulle ragioni di queste estinzioni è tuttora
aperto. Si è trattato di un fenomeno progressivo o brutale? Alcuni sono propensi a pensare che si sia trattato
di eventi unici, di catastrofi immani con ripercussioni
planetarie, altri evocano cambiamenti geologici o climatici più lenti.
Attualmente, il grande dibattito è volto a capire se
stiamo vivendo una sesta estinzione dovuta all’uomo
e alle sue attività.
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A questo punto, possiamo porci le domande seguenti: «Abbiamo bisogno di così tante specie? Perché preoccuparsene se il fenomeno investe in maggioranza animali, piante o funghi?». Basta selezionare le specie a noi utili, le
altre sono senza importanza. Un ragionamento del genere è sintomo di ristrettezza mentale, poiché ogni animale,
ogni pianta assolve una funzione precisa nell’ambiente in cui vive, anche se all’uomo non risulta sempre evidente.
Il castoro evita che una prateria fluviale sia completamente invasa dagli alberi, uno stambecco bruca le piante
sulle scarpate e prepara il posto per vite nuove. E che sarebbe la natura senza gli impollinatori - api, bombi, farfalle
e altri insetti? Non spetta a noi dire quali specie sono importanti per l’uomo, perché la loro utilità può cambiare
velocemente nel corso del tempo. La nocciolaia è stata cacciata per lungo tempo e oggi viene considerata prezio­
sa per la riproduzione del pino cembro. Il serpente velenoso, che fino a poco tempo fa si sarebbe voluto estinto,
fornisce oggi un farmaco prezioso.
La perdita di biodiversità è il segno delle relazioni troppo aggressive dell’uomo con l’ambiente naturale. Vi è
un’altra forma di relazione possibile, suggerita dalle grandi strategie adottate dagli esseri viventi: la cooperazione. Se questa strategia funziona fra determinate specie, perché non dovrebbe essere praticabile anche
dall’uomo? Procedere in questa direzione significa muoversi verso lo sviluppo sostenibile e agire a favore della
conservazione della biodiversità.
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10. Alc u ne d ef iniz io n i
Agricoltura intensiva
L’agricoltura intensiva, nota anche come agricoltura produttivista, è un sistema di produzione caratterizzato
da un vasto impiego di prodotti chimici ed energia inteso a massimizzare la produzione. Incominciano ora ad
affiorare numerosi problemi legati all’impiego massiccio di fertilizzanti chimici: inquinamento delle acque, dei
suoli, scomparsa di specie…
Biosfera
Parte del globo terrestre che ospita l’insieme degli esseri viventi e nella quale la vita è possibile in permanenza.
Essa comprende pure le sostanze prodotte dall’attività degli esseri viventi.
Convenzione sulla biodiversità (Convention on Biological Diversity CBD)
Accordo di diritto internazionale firmato al Vertice della Terra di Rio de Janeiro nel 1992, ratificato dalla Svizzera
nel 1994. Questo accordo ha tre obiettivi; la conservazione della diversità biologica, la sua gestione sostenibile
e un’equa ripartizione dei benefici provenienti dallo sfruttamento delle risorse biologiche.
Ecosistema
L’ecosistema designa un’unità ecologica di base autoregolata costituita da un determinato ambiente di vita e
dagli organismi che in esso vivono. Si tratta di un concetto chiave in ecologia che consente di suddividere la
biosfera. Un ecosistema è costituito da un ambiente naturale omogeneo (p.es. lo stagno, la foresta…).
Fattori abiotici
Fattori fisico-chimici dell’ambiente, come l’acqua, la temperatura, la luce ecc., che esercitano un’influenza
sugli esseri viventi.
Gene
Parte del materiale genetico (DNA) contenente sotto forma di codice i caratteri peculiari di ogni individuo.
Habitat
Il luogo e l’ambiente naturale dove vive una specie.
Impollinazione
L’impollinazione è una tappa cruciale nella riproduzione di gran parte delle piante. Essa avviene grazie al
trasporto di polline dalla parte maschile a quella femminile di un fiore della stessa specie, rendendo in tal
modo possibile la fecondazione. La maggioranza dei vegetali fa assegnamento sugli animali per il trasporto del
polline, ma anche il vento e in rari casi l’acqua sono vettori utilizzabili, quantunque meno efficaci.
Lista rossa
Le Liste rosse elencano le specie animali e vegetali minacciate. Esse sono redatte da specialisti in base ai
criteri internazionali (UICN) e oggettivamente comprensibili. Numerose specie non sono ancora state studiate
e, di conseguenza, non ancora classificate. Le Liste rosse rappresentano una base importante per la protezione
della natura, ma non contengono misure di tutela. www.redlist.org www.bafu.admin.ch/artenvielfalt
Paesaggio
Parte di territorio strutturata osservabile globalmente da una determinata prospettiva che comprende elementi
naturali geomorfologici, idrologici, vegetali e/o di origine antropica (legati all’azione dell’uomo).
Punto di rottura
Una crisi ecologica può essere un fenomeno puntuale e reversibile allo stadio di un ecosistema. Più
generalmente, però, le crisi ecologiche hanno un impatto più importante a lungo termine, in quanto si tratta
di una successione di avvenimenti che si concatenano l’un l’altro fino a un punto di rottura, a partire dal quale
non è più possibile tornare allo stadio antecedente, ma incomincerà a prendere forma una nuova situazione.
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Principio di prudenza
In mancanza di certezze e tenuto conto delle conoscenze scientifiche e tecniche acquisite, il principio di
prudenza invita ad adottare provvedimenti effettivi e commisurati atti a prevenire un rischio di danni gravi e
irreversibili.
Specie invasiva
Specie animali o vegetali provenienti da altri paesi o da altri continenti che possono scalzare le specie locali.
Nei nuovi habitat, incontrano generalmente pochi nemici naturali.
Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo sostenibile risponde ai bisogni delle generazioni del presente senza compromettere la capacità
delle generazioni future di rispondere ai propri.
UICN (Unione internazionale per la conservazione della natura)
L’Unione internazionale per la conservazione della natura, di cui Pro Natura fa parte in quanto membro
fondatore, è la principale organizzazione mondiale votata alla conservazione della natura. È stata creata il 5
ottobre 1948 con la missione di influenzare, incoraggiare e assistere le società nel mondo intero nel compito
di preservare l’integrità e la diversità della natura, e nell’assicurare che l’impiego delle risorse naturali avvenga
in modo equo e sostenibile. L’UICN raggruppa 83 Stati, 114 agenzie governative, oltre 800 organizzazioni non
governative e più di 10’000 esperti e scienziati di 180 paesi. La sua sede si trova in Svizzera, a Gland: www.iucn.ch>
(pagine in tedesco e francese). In italiano è consultabile il sito http://www.iucn.it del Comitato italiano.
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11. B ib l io g r af ia
1 1 . 1. op e r e di ri f e ri m e n to
Balboni Valeria, La biodiversità, Alpha Test, Milano, 2007
Buiatti Marcello, La biodiversità, Il Mulino, Bologna, 2007
Massa Bruno, In difesa della biodiversità, Oasi Alberto Perdisa, Bologna, 2008
Massa Renato, Il secolo della biodiversità, Jaka Book, Milano 2005
DSC, Biodiversità, la sua perdita non nuoce solo ai paesi in via di sviluppo, Un solo mondo,
la rivista della DSC per lo sviluppo e la cooperazione, n. 2 / giugno 2008
www.deza.admin.ch/ressources/resource_fr_167926.pdf
Fondo Nazionale Svizzero, Diversité Alpine / Alpenvielfal, quaderno tematico IV (in francese o tedesco)
del PNR 48 Paesaggi e habitat dell’arco alpino, FNS, Berna, 2007
Forum Biodiversité Suisse, La biodiversité en Suisse : État, sauvegarde, perspectives, Haupt, Berne, 2004
Pro Natura, Pourquoi la biodiversité : Argumentaire de Pro Natura, 2007, disponibile in formato pdf su
www.pronatura.ch > Protection de la nature
Pro Natura, Was bringt Artenvielfalt? – Ein Argumentarium, 2007, disponibile in formato pdf su
www.pronatura.ch > Protection de la nature
1 1 . 2. Si ti su lla b i odi v e rsi tà
www.bafu.admin.ch
Il sito dell’Ufficio federale dell’ambiente contiene informazioni su tutta l’attualità concernente la biodiversità
in Svizzera.
www.biofotoquiz.ch
Per conoscere in modo ludico le piante e gli animali.
www.birdlife.ch
Il sito dell’ASPO, associazione nazionale per la protezione degli uccelli, presenta la campagna:
la biodiversità – fonte di ricchezza.
www.kids-for-the-alps.net
Il sito della campagna educativa del WWF sulla biodiversità nelle Alpi Kids for the Alps si rivolge ai bambini in
età compresa tra i 9 e i 13 anni che vivono nelle regioni alpine di sette paesi europei. Con proposte di attività.
www.biodiversite.ch
Il sito del Forum biodiversité Suisse fornisce dati e notizie su tutto quanto riguarda la biodiversità in Svizzera.
Con informazioni per le scuole (in tedesco e francese).
www.wsl.ch/sottostazione
Il sito della sottostazione dell’Istituto Federale di Ricerca Paesaggio, Foresta e Pericoli naturali presenta dati
inerenti alla gestione, organizzazione e protezione degli ambienti vitali terrestri prossimi allo stato naturale,
e alla gestione dei pericoli naturali.
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