Biodiversità
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Biodiversità
giusto pulito La sterpazzola è un agile uccello dotato di un bel canto. Biodiversità Un inno alla vita Andreas Moser, biologo e produttore cinematografico, ci parla della grande varietà di specie animali e vegetali e di rispetto della natura. FRANZ BAMERT N on si contano ormai più le specie animali e vegetali che sono scomparse dalla faccia della Terra. In parte per naturale processo di estinzione, in parte perché eliminate dall’uomo. Di biodiversità e di speranza di sopravvivenza abbiamo parlato col biologo Andreas Moser. Cooperazione: Ma non è mica una disgrazia se una specie si estingue? Sulla Terra esistono miliardi di altri animali e vegetali e il nostro pianeta gira lo stesso attorno al proprio asse… Andreas Moser: Questo tipo di affermazioni, sintomo di una grave miopia nei confronti di quanto ci circonda, mi fanno infuriare e mi rattristano nel contempo. Esse dimostrano che l’uomo si preoccupa solo di se stesso e che manca un rispetto fondamentale verso la bellezza e la varietà dell’esistenza. E poi si dimentica che anche noi uomini non potremmo sopravvivere senza quella miriade di esseri grandi e piccoli che vanno a formare la biodiversità. Se venisse a mancare questa ricchezza di ambienti di vita, di specie animali e vegetali, anche l’uomo sarebbe destinato a scomparire. La biodioversità ha un valore intrinseco che non è quantificabile in cifre: è la vita tout court. La scienza ha identificato circa 1,75 millioni di specie, e se ne scoprono di nuove ogni giorno che passa. Ma la biodiversità non è semplicemente una gran varietà di specie: contano moltissimo anche i rapporti, gli interscambi tra gli esseri viventi e con l’ambiente che li circonda. Che cosa ha da spartire la biodiversità con la mia vita di ogni giorno? La complessità dei rapporti tra le speci sono la premessa indispensabile affinché gli esseri viventi possano sopravvivere. E l’uomo è pure lui parte integrante di questo complesso sistema. In che modo? Prendiamo la carne e il latte. Senza una gran quantità di esseri viventi sotto terra l’erba non può crescere, come neppure molti prodotti ortofrutticoli. L’erba a sua volta è man- Cooperazione N. 1 del 5 gennaio 2010 Moser fa poi riferimento a molti altri legami causali. Senza le api non ci sarebbe l’impollinazione degli alberi da frutta, senza i lombrichi non ci sarebbero boschi e campi, senza vita nel sottosuolo non esisterebbe l’humus che nutre le piante e trattiene l’acqua, impedendo le inondazioni. L’organizzazione ecologista IUCN ha pubblicato dati molto allarmanti: delle 47.677 specie animali e vegetali iscritte sulla lista rossa, ben 17.291 sono minacciate da estinzione acuta. La minaccia per la varietà della vita rappresenta un fenomeno nuovo? Agli inizi, l’uomo viveva in rapporto di diretto partenariato con gli altri esseri viventi: per oltre 1,5 millioni di anni ha cacciato animali, pescato pesci, mangiato frutta. Gli individui erano pochi, e i loro metodi di intervenire sulla natura molto limitati. Circa 10mila anni fa, «La biodiversità ha un valore che non è esprimibile in cifre» Adreas Moser, biologo e produttore cinematografico. quindi relativamente poco tempo fa, cacciatori e nomadi si sono trasformati in pastori e agricoltori. Dichiarando guerra nel contempo a molte altre specie animali e vegetali. In che senso? Chi produce un solo tipo di pianta, per esempio il grano, crea un ambiente alimentare ideale per i tutti i nemici di questo tipo di pianta. Abbiamo battezzato questi esseri come «parassiti dannosi». Per potersi garantire il raccolto si rese ne- Bio, affinché la natura continui a vivere cessario combattere queste specie avverse. Un tempo la lotta si fece con mezzi non molto efficaci; oggi invece si sacrifica una grande varietà di specie a favore di un’unica monocultura, attraverso l’impiego di mezzi chimici. Tutto ciò ha gravi conseguenze per piante e animali. S Uno sviluppo reversibile? La moria di specie prosegue. Le foreste tropicali sono disboscate selvaggiamente. Esistono è vero alcuni processi inversi: attraverso la proibizione di fosfati nelle liscive certi ambienti hanno potuto riprendersi, permettendo una rinascita di molte specie. Che cosa occorre fare? La natura, con la sue enorme biodiversità, è il fondamento dell’esistenza. Se la distruggiamo, distruggiamo noi stessi. Abbiamo già fatto molti danni. Ora si tratta di fermare questo meccanismo e ridare alla natura una parte di quanto le appartiene. Altrimenti rischiamo di far rotta verso una catastrofe ecologica senza ritorno. FOTO: GETTYIMAGES, PRISMA/MALLAUPN LUDWIG, SF / ARNO BALZARINI giata dalle mucche e dalle pecore; tutto ciò fa parte della nostra alimentazione quotidiana. 7 ono innumerevoli gli studi comparativi sugli influssi che hanno metodi di coltura convenzionale e biologica, condotti negli Stati Uniti e in Europa. I metodi biologici influiscono in modo marcatamente positivo sulla flora e la fauna dei campi e sui metodi stessi di produzione. Lo afferma Bio Suisse, l’organizzazione mantello dei contadini biologici svizzeri. Analisi realizzate sul campo confermano che in media su superfici coltivate in modo biologico si registra una maggior presenza di individui dell’ordine del 50% e di specie dell’ordine del 30%. Uccelli, insetti predatori, ragni, organismi del sottosuolo e la flora dei campi ne escono enormemente arricchiti. Queste differenze nella biodiversità sono particolarmente visibili nei campi arati e nelle colture speciali. link www.bio-suisse.ch Coop è attiva Anno Onu della biodiversità L’Onu ha dichiarato il 2010 Anno di attività e di azioni speciali per della biodiversità. Coop e Bio sensibilizzare la popolazione. Suisse hanno pronta una serie Coop vuole dimostrare in che modo consumatrici e consumatori possono favorire la biodiversità con un consumo più consapevole. UN'INIZIATIVA PER TUTTI. link www.coop.ch/sostenibilita