ANNESSO 3 ALL`ALLEGATO I-B TORRI EVAPORATIVE

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ANNESSO 3 ALL`ALLEGATO I-B TORRI EVAPORATIVE
Commissione Europea -JRC Ispra
30/10/2012
Final Version 1.0
Annesso 3 All'Allegato I-B
Contratto n.
ANNESSO 3
ALL'ALLEGATO I-B
TORRI EVAPORATIVE: STRATEGIE PER CONTRASTARE LA
MOLTIPLICAZIONE E LA DIFFUSIONE DI LEGIONELLA
CENTRO COMUNE DI RICERCA – ISPRA
GESTIONE DEL SITO DI ISPRA
Manutenzione e Servizi – C.04
Settore delle Reti e Impiantistica
FP: B05.04
FN: JRC IPR 2012 C04 008 OC_Allegato I-B ANNESSO 3_relazione tecnica torri_fv1.0.doc
Co-generazione
Torri evaporative:
"strategie per contrastare la
moltiplicazione e la diffusione
di legionella"
Indice
1.
Legionella
3
2.
Habitat
3
3.
Rischio d’infezione
3
4.
Modalità d’infezione
4
5.
Misure di prevenzione e controllo nelle torri evaporative
5.1.
Strategie di prevenzione nelle torri evaporative
4
5
6.
5.1.1.
Strategie per prevenire la colonizzazione
5
5.1.2
Strategie per prevenire la moltiplicazione batterica
5
5.2.
Misure di prevenzione a lungo termine
5
5.3.
Istituzione del registro degli interventi di manutenzione
6
Metodi di prevenzione e controllo della contaminazione del sistema idrico
6.1
Trattamento termico
6
6
6.2
Shock termico
6
6.3
Iperclorazione continua
7
6.4
Iperclorazione shock
7
6.5
Biossido di cloro
7
6.6
Raggi ultravioletti
7
6.7
Ionizzazione Rame-argento
7
6.8
Perossido di idrogeno e argento
7
6.9
Ozono
7
6.10
Bromo
7
6.11
Clorammine
7
8
7.
Misure di sicurezza per le procedure di decontaminazione
8.
Dosaggio di chemicals per la prevenzione ed il controllo della legionella nei
8
sistemi di raffreddamento
8.1.
Dosaggio in esercizio utilizzato a scopo preventivo
8
9.
Sorveglianza ambientale e controlli di routine
9.1
Ricerca ambientale di legionella
8
9
9.2
Interventi di bonifica
9
9.3
Documentazione di riferimento
11
2
1.
Legionella
La legionella è un batterio Gram-negativo aerobio che si presenta per lo più
come bastoncino di cui sono state identificate più di 48 specie suddivise in
70 sierogruppi e circa la metà di queste risultano patogene opportuniste. La
L. pneumophila (il nome deriva dal fatto che l’infezione clinica interessa per
lo più il polmone) di sierogruppo 1 e 6 è la specie più pericolosa: ad essa
sono stati collegati circa il 90% dei casi di legionellosi. Il nome deriva dalla
epidemia acuta che nel 1976 colpì un gruppo di veterani della American
Legion (chiamati appunto “Legionnaires”) riuniti in un albergo di Philadelphia,
causando ben 34 morti su 221 contagiati.
2.
Habitat
Le legionelle sono ubiquitarie, ampiamente diffuse in natura, dove si trovano principalmente
associate alla presenza di acqua (superfici lacustri e fluviali, sorgenti termali, falde idriche ed
ambienti umidi in genere). Da queste sorgenti le legionelle risalgono agli ambienti idrici artificiali
(torri evaporative o condensatori evaporativi o sezioni di umidificazione delle unità di trattamento
dell’aria, reti cittadine di distribuzione dell’acqua potabile, impianti idrici dei singoli edifici, quali
serbatoi, tubature, impianti di climatizzazione, fontane, piscine, ecc.).
Le legionelle si riproducono con una temperatura dell’acqua compresa tra i 25 e i 42 °C, riuscendo
a sopravvivere in un range di temperatura dell'acqua tra i 5,7 e i 63 °C ed in ambienti acidi e
alcalini, arrivando a sopportare valori di pH compresi tra 5,5 e 8,1.
Inoltre, le condizioni favorevoli alla proliferazione sono rappresentate:
−
da condizioni di stagnazione;
−
dalla presenza di incrostazioni e sedimenti;
−
dalla presenza biofilm;
−
dalla presenza di amebe.
All'interno degli impianti idrici, la Legionella può trovarsi sia in forma libera
nell'acqua che ancorata al biofilm, cioè ad una pellicola di microrganismi
(batteri, alghe, protozoi, virus, ecc.) immersi in una matrice organica, in cui
questo batterio trova sostentamento e riparo da concentrazioni di biocidi
che altrimenti sarebbero in grado di uccidere o inibire le forme a vita libera.
3.
Rischio d'infezione
Il rischio di acquisizione della malattia dipende dalle caratteristiche del batterio, dalla suscettibilità
individuale e dalle condizioni ambientali.
Tralasciando le caratteristiche del batterio e la suscettibilità individuale, tra i fattori di rischio
ambientali, sono di particolare rilevanza la modalità, l’intensità ed il tempo di esposizione.
Tra le condizioni ambientali, un ruolo fondamentale è rivestito dalle caratteristiche dell’acqua e
dell’impianto idrico.
a). caratteristiche dell'acqua:
− temperatura compresa tra 25 e 45°C;
− presenza di alghe ed amebe che forniscono nutrimento e protezione, anche in condizioni
di temperatura elevata ed in presenza di biocidi;
− presenza di sostanze biodegradabili che favoriscono la formazione del biofilm;
− concentrazione di alcuni elementi in traccia (ferro, rame, zinco, ecc.).
b). caratteristiche dell'impianto idrico:
− fenomeni di ristagno/ostruzione che favoriscono la formazione del biofilm;
3
− formazione di incrostazioni e depositi calcarei che offrono riparo dai disinfettanti;
− impianto di riscaldamento di tipo centralizzato dotato di estese reti di condutture, punti di
giunzione e rami morti;
− presenza di un serbatoio di accumulo dell’acqua e di un sistema di ricircolo;
− fenomeni di usura e corrosione;
4.
Modalità d’infezione
Legionella penetra nell’ospite attraverso le mucose delle prime vie respiratorie, in seguito ad
inalazione di aerosol contaminati o più raramente di particelle di polvere da essi derivate per
essiccamento o aspirazione di acqua contaminata. L’aerosol si forma attraverso le minuscole
gocce generate dallo spruzzo dell’acqua, o dall’impatto dell’acqua su superfici solide. Pertanto, in
tutti i luoghi in cui si può entrare a contatto con acqua nebulizzata possono considerarsi a rischio.
A tutt’oggi non è dimostrato che la malattia si possa contrarre bevendo acqua contaminata e
sembra esclusa la trasmissione diretta tra uomo e uomo. I primi casi di legionellosi sono stati
associati alla contaminazione di impianti di climatizzazione, torri evaporative e sistemi di
raffreddamento.
Attualmente, nella maggior parte dei casi, le infezioni derivano dalla contaminazione dei sistemi di
distribuzione dell’acqua. Da uno studio condotto in Italia sulla diffusione di Legionella spp
(Legionella non identificata a livello di specie) nell'acqua calda delle abitazioni, è emerso che il
22,6% delle case è colonizzato da Legionella, con concentrazioni ≥ 1000 unità formanti colonia per
litro (ufc/l) nel 54,6% dei casi, e che la specie più diffusa è L. pneumophila (oltre l'80% dei
campioni esaminati).
Considerando l’ampia diffusione ambientale del batterio, e ricordandone però, la frequente
bassa virulenza, è bene sottolineare che non è stato dimostrato un maggior rischio di
malattia in coloro che abitano in ambienti contaminati, quindi la malattia è e rimane un
evento molto raro, soprattutto tra le persone sane.
L’infezione da legionella può presentarsi in tre distinte forme:
−
Malattia del Legionario. È la forma più severa dell’infezione e si presenta come una
polmonite acuta difficilmente distinguibile da altre forme di infezioni respiratorie acute delle
basse vie aeree. La malattia si manifesta dopo un periodo medio di incubazione di 5-6 giorni
con disturbi simili all’influenza come malessere e cefalea cui seguono febbre alta, tosse,
respiro affannoso e sintomi comuni ad altre forme di polmonite. A volte possono essere
presenti sintomi gastrointestinali, neurologici e cardiaci e complicanze varie; nei casi più
gravi può addirittura essere letale.
−
Febbre di Pontiac. È una forma simil-influenzale che deve il proprio nome ad un’epidemia
acuta febbrile verificatasi nell’omonima località del Michigan (USA) nel 1968. Si presenta
come una malattia acuta autolimitante che non interessa il polmone: dopo un periodo di
incubazione di 24-48 ore compaiono febbre, malessere generale e cefalea;
−
Subclinica. È una forma che si presenta senza comparsa di sintomi clinici, e si evidenzia solo
con il riscontro di anticorpi anti-Legionella spp in assenza di episodi di polmonite e/o forme
simil-influenzali.
5.
Misure di prevenzione e controllo nelle torri evaporative
Le torri di evaporazione servono a disperdere calore
nell’atmosfera mediante l’evaporazione dell’acqua. L’acqua che
serve allo scambio termico è fornita da rampe di
polverizzazione. L’aria, invece, è generalmente spinta da un
ventilatore. Nell’acqua di queste apparecchiature la legionella
può trovare tutte le condizioni per sviluppare e diventare
pericolosa.
4
Le strategie per contrastare la moltiplicazione e la diffusione di legionella nascono innanzitutto
dalla prevenzione da mettere in atto durante le fasi di progettazione, di installazione, di
funzionamento e da una gestione/manutenzione accurata. Per quanto tali misure non garantiscono
che un sistema o un componente siano privi di legionelle, esse contribuiscono a diminuire la
possibilità di inquinamento batterico grave. Il campionamento d’acqua, e la successiva analisi
microbiologica, permette di effettuare una valutazione della contaminazione dell’impianto,
distinguendo tra una colonizzazione locale ed una sistematica. Resta beninteso che la sola analisi
visiva non può da sola dare indicazioni sulla contaminazione da legionella.
5.1. Strategie di prevenzione nelle torri evaporative
5.1.1. Strategie per prevenire la colonizzazione
•
Provvedere ad effettuare la pulizia periodica degli impianti: ogni 6 mesi è
consigliabile svuotare il circuito e, qualora fosse presente nel pacco evaporativo dello
slime biologico, pulire preventivamente con idropulitrice l'esterno del pacco
evaporativo, dall'alto verso il basso, aspirando la parte solida che si accumula nel
fondo del bacino;
•
Limitare la possibilità di nicchie biologiche per i microrganismi attraverso la
pulizia degli impianti, la prevenzione e la rimozione dei sedimenti.
5.1.2. Strategie per prevenire la moltiplicazione batterica
•
Utilizzare trattamenti biocidi al fine di ostacolare la crescita di alghe, protozoi ed
altri batteri che possono costituire nutrimento per la legionella;
•
Provvedere ad un efficace programma di trattamento dell’acqua, capace di
prevenire la corrosione e la formazione di film biologico, che potrebbe contenere anche
legionelle.
5.2. Misure di prevenzione a lungo termine
•
Ottenimento di informazioni preliminari circa il progetto, funzionamento e la
manutenzione;
•
Programmazione di visite ispettive sull’impianto al fine di esaminare lo stato delle
torri evaporative;
•
Controllo del programma di manutenzione;
•
La qualità dell’acqua spruzzata nelle torri evaporative deve essere
periodicamente controllata; occorre inoltre pulire e drenare il sistema:
•
Prima del collaudo;
•
Alla fine della stagione di raffreddamento o prima di un lungo periodo di
inattività;
•
All’inizio della stagione di raffreddamento o dopo un lungo periodo di
inattività;
•
Almeno due volte l’anno;
Quando il fermo delle apparecchiature supera i tre giorni, è bene procedere al loro
completo svuotamento ed alla pulizia del bacino e della torre mediante lancia idraulica.
Se questo non è possibile, è consigliabile sottoporre l’acqua stagnante ad un adeguato
trattamento con biocidi.
•
Durante l’esercizio dell’impianto è importante eseguire controlli periodici per
rilevare la presenza o meno di sporcizia. Nel caso, poi di un intervento di pulizia,
occorre assicurarsi che le sostanze usate siano rimosse completamente dal sistema;
•
Sono raccomandate analisi microbiologiche periodiche. La carica batterica totale
massima ammissibile è di 107 ufc/l; L’uso dei biocidi non deve essere comunque
continuativo.
Per quanto riguarda le torri evaporative, gli interventi da effettuare in base alle
concentrazioni di legionella per litro, sono riportate in Tabella 1.
5
Tabella 1. Tipo di intervento a seconda della concentrazione di legionella (ufc/l) nelle torri
evaporative.
Legionella (ufc/l)
≤ 1000
> 1000, ma ≤ 10.000
Intervento richiesto
Non è necessario alcun intervento.
In assenza di casi, una verifica di tutte le misure di
controllo e valutazione dei rischi dovrebbe essere portato
avanti per identificare possibili azioni di rimedio e il conto
dovrebbe essere confermato da ricampionamento
immediato.
1
In presenza di un caso singolo o di un cluster rivedere le
misure di controllo mese in atto ed effettuare una
bonifica.
> di 10.000
1
Contaminazione
importante:
mettere
in
atto
immediatamente misure di bonifica sia in presenza che in
assenza di casi. Successiva verifica dei risultati, sia
immediatamente dopo la bonifica, sia periodicamente per
verificare l’efficacia delle misure adottate. La valutazione
del rischio e misure di controllo dovrebbero essere riviste
per identificare possibili azioni di rimedio.
. Cluster di casi: verificarsi di uno o più casi associati con la stessa struttura nell’arco di due anni.
Anche se è difficile definire il limite massimo di legionelle presenti in un impianto al di
sotto del quale le probabilità di contrarre la malattia sia assente, si considera
comunemente che, in presenza di una carica ≤ 102 ufc/l, la probabilità di essere
infettati sia estremamente bassa.
Qualora fosse stata effettuata una bonifica, dovranno essere effettuati ulteriori controlli
ambientali con la seguente cadenza:
•
Immediatamente dopo la bonifica;
•
Se il risultato è negativo, dopo 15÷30 giorni;
•
Se negativo, dopo tre mesi;
•
Se negativo, periodicamente ogni sei mesi.
5.3. Istituzione del registro degli interventi di manutenzione
È opportuno istituire il “Registro per la documentazione degli interventi di
manutenzione” ordinari e straordinari, sugli impianti idrici.
Le line guida sopra riportate sono derivate dal documento della “Conferenza permanente per i
rapporti tra lo Stato e le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano” (Provvedimento
13 gennaio 2005) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale N. 28 del 04 Febbraio 2005.
6.
Metodi di prevenzione e controllo della contaminazione del sistema idrico
I trattamenti da effettuare una volta constatata la proliferazione vanno valutati caso per caso
in funzione dell’impianto, del sistema idrico e dell’ambiente nel quale si opera. Si riporta di
seguito una rassegna delle metodiche attualmente possibili. Le misure di lotta a lungo
termine sono comunque legate ad una buona progettazione degli impianti; in genere i più
comuni sono:
6.1. Trattamento termico, in cui si mantiene l’acqua ad una temperatura superiore ai 60°C,
condizione in cui si inattiva la legionella; non applicabile nel caso delle torri evaporative;
6.2. Shock termico: si eleva la temperatura dell’acqua fino a 70-80°C per almeno 30 minuti
al giorno per tre giorni, fino ai rubinetti. È consigliabile svuotare i serbatoi dell’acqua calda,
procedere ad una loro pulizia e decontaminare con cloro (100mg/l per 12÷14 h). Resta
6
fondamentale procedere, a fine trattamento, ad un controllo microbiologico operando prelievi
d’acqua e di sedimenti in punti prestabiliti; non applicabile nel caso delle torri evaporative;
6.3. Iperclorazione continua: si introduce cloro nell’impianto sotto forma di ipoclorito di
calcio o di sodio, fino a che la concentrazione residua del disinfettante sia compresa tra 1 e 3
mg/L; Occorre tener presente che essendo il cloro corrosivo, una iperclorazione continua
può causare danni all’impianto;
6.4. Iperclorazione shock: deve essere effettuata su acqua con temperatura < 30 °C
mantenendo una concentrazione di 50mg/l per un’ora oppure 20mg/l per due ore. L’attività
biocida del cloro, sensibile al pH, decresce rapidamente sopra il valore di 7: a pH alcalini
marcati, l’ipoclorito libera lo ione cloroso ClO–, antibatterico molto meno efficace. Pertanto,
occorre mantenere il pH dell’acqua tra 6 e 7 per poter utilizzare al meglio la minima
concentrazione efficace di cloro;
6.5. Biossido di cloro. Ha una attività antimicrobica molto forte e prolungata sia nel tempo
che nella distanza dal punto di iniezione, non produce alometani, l’acqua rimane potabile e di
buon sapore, non servono trattamenti a shock, rimuove il biofilm (abitat naturale della
legionella). Ha efficacia diversa sui vari tipi di materiali (efficacia maggiore su gomma rispetto
alla plastica, mentre non sembra impiegabile con tubazioni di rame). Valori consigliati 0,2 ÷
0,4 mg/l; a queste concentrazioni non produce aggressioni alle tubazioni;
6.6. Raggi ultravioletti. la luce UV (λ = 254 nm), generata da speciali lampade, inattiva i
batteri producendo dei dimeri di timida nel DNA che ne ostacolano la replicazione; Il metodo
risulta essere maggiormente efficace in vicinanza del punto di impiego e pertanto utilizzato
per il controllo della legionella in aree molto piccole;
6.7. Ionizzazione rame-argento: si producono ioni generati elettroliticamente fino a una
concentrazione di 0,02 ÷ 0,08 mg/L di Ag e 0,2 ÷ 0,08 mg/L di Cu. Rame ed argento
interferiscono con i sistemi enzimatici della respirazione cellulare e si legano al DNA con un
effetto sinergico. Il trattamento risulta di facile applicazione, non è influenzato dalla
temperatura e l’accumulo del rame nel biofilm prolunga nel tempo l’effetto battericida
riducendo la possibilità di una ricolonizzazione. Occorre tuttavia tenere sotto controllo il pH
dell’acqua (6 ÷ 8) e qualora le reti idriche fossero in zinco è bene ricordare che questo
metallo produce l’inattivazione degli ioni Ag; E’ stato rilevato che la legionella prolifera con
maggiore difficoltà in presenza di tubazioni di rame;
6.8. Perossido di idrogeno e argento. Il trattamento viene effettuato utilizzando una
soluzione stabile e concentrata di perossido di idrogeno (acqua ossigenata: H2O2) e argento;
si sfrutta l’azione battericida e sinergica tra l’Ag e una soluzione concentrata di H2O2;
6.9. Ozono. L'attività germicida dell'ozono (O3) si fonda sull’elevata capacità di ossidante
diretto, grazie a queste qualità tutte le strutture macromolecolari delle cellule (muffe,batteri
acetici, eterolattici, lieviti apiculari, ecc.) vengono profondamente alterate e inattivate. E’ più
efficace del cloro ma non ha potere residuo;
6.10. Bromo: E’ usato per la disinfezione dell’acqua delle piscine e delle torri evaporative. Ha
proprietà simili a quelle del cloro, ma è meno efficace verso Legionella. Tuttavia, risulta
essere meno sensibile alle variazioni di pH e di temperatura rispetto al cloro;
6.11. Clorammine (monoclorammina T): Sono più stabili del cloro libero, hanno un maggior
potere residuo, non danno origine a trialometani e penetrano meglio nel biofilm. Sono ancora
in fase di sperimentazione.
7
7.
Misure di sicurezza per le procedure di decontaminazione
Sebbene esistano pochissimi dati in letteratura, si ritiene che gli addetti alla manutenzione o alla
pulizia di sistemi di smaltimento del calore di tipo umido (WTHR, Wet Type Heat Rejection) o di
altri dispositivi produttori di aerosol siano da ritenersi lavoratori ad alto rischio di esposizione per la
legionella. Per questi soggetti la migliore misura di prevenzione è costituita dall’uso di una
maschera respiratoria dotata di filtro HEPA o “tipo H” ad alta efficienza. I filtri in grado di trattenere
l’aerosol, nebbie, particolati, particelle di amianto, ecc., dovrebbero essere in grado di assicurare
una adeguata protezione nei confronti della legionella. L’uso della maschera è particolarmente
raccomandato nelle operazioni di pulizia basate sull’impiego di vapore, acqua o aria ad alta
pressione o su altri mezzi che possono generare aerosol.
Tuttavia, anche il personale incaricato della gestione dell’impianto che si trova ad operare per un
periodo di tempo sufficientemente lungo in prossimità delle torri evaporative, o nei casi in cui si
rechi presso le torri per i campionamenti d’acqua di routine, dovrà osservare le precauzioni
necessarie alla tutela della salute (mascherine, guanti, occhiali).
Per gli addetti alla decontaminazione, inoltre, si raccomandano misure di protezione aggiuntive:
guanti di gomma, occhiali e tute protettive.
8.
Dosaggio di chemicals per la prevenzione ed il controllo della legionella nei sistemi
di raffreddamento
Premessa: Il reintegro dell'acqua viene effettuato con acqua di lago la quale, prima di essere
utilizzata, subisce da prima un processo di pre-disinfezione mediante aggiunta in linea di
ClO2 (Biossido di Cloro), e successivamente un trattamento di filtrazione su filtri a singolo
letto di sabbia (a granulometria variabile). La conducibilità dell'acqua di reintegro è compresa
tra 150 e 200 µS/cm a 20°C. Tenuto conto del range di conducibilità, riteniamo che i "cicli di
concentrazione" ovvero il rapporto tra il valore della conducibilità del ricircolo e quello sul
reintegro, non debba essere superiore a 2 ÷ 2,5. In questo modo viene garantito un
adeguato ricambio d'acqua nel periodo invernale quando il circuito resta quasi sempre
chiuso ed i cicli di concentrazione arrivano ad avere valori di 3 ÷ 4. In queste condizioni, a
seguito di un aumento della concentrazione salina, aumenta anche il rischio di infezione
batterica. Nei mesi estivi invece, con l'aumento della temperatura ambiente, grazie al
maggior evaporato, i cicli di concentrazione risultano mediamente più contenuti: 1,5 ÷ 1,8.
L'acqua inoltre, presenta valori di concentrazione di ferro totale contenuti: 10 ÷ 100 µg/l. La
concentrazione di ferro totale rappresenta un valore di riferimento importante in quanto il
ferro può innescare fenomeni corrosivi sulle apparecchiature di scambio oltre che costituire
un ottimo nutriente per alcuni tipi di batteri.
8.1. Dosaggio in esercizio utilizzato a scopo preventivo
o
Nalco 77327 (inibitore incrostazione e corrosione) in continuo su reintegro;
o
Ipoclorito di Sodio (10÷15%) diluito al 50% ed iniettato con pompa dosatrice
impostata al 100% per 1 h al giorno: 5 l/h;
o
Biocide BR 105 (Bromo inorganico) iniettato con pompa dosatrice impostata al
100% per 1 h al giorno: 5 l/h.
9.
Sorveglianza ambientale e controlli di routine
Spesso appare controversa l’utilità dei campionamenti ambientali routinari eseguiti in assenza di
casi (prevenzione primaria).
Mentre si riconosce la necessità della ricerca ambientale quando si è in presenza di casi
(prevenzione secondaria) e della valutazione dell’efficacia dell’interventi di bonifica.
8
9.1. Ricerca ambientale di legionella
Seguendo entrambi i principi di prevenzione, abbiamo intrapreso la ricerca ambientale di
legionella per avere informazioni in merito alla presenza, assenza od entità della
contaminazione, ma soprattutto valutare l'efficacia del programma relativo al trattamento
dell'acqua al fine di limitare il rischio di dispersione delle legionelle nell'ambiente.
Il prelievo, è stato effettuato il giorno 13/11/06 sul bacino di
raccolta dell'acqua della torre evaporativa BAC (Vedi freccia foto
a lato). Al campione del volume di un litro, effettuato con bottiglia
sterile, è stato aggiunto del Tiosolfato di Sodio dal momento che
l'acqua conteneva biocidi a base di cloro.
I risultati acquisiti con il rapporto di prova in data 24/11/07,
indicano una concentrazione di L. pneumophila sierogruppo 1
pari a 88000 ufc/l (Metodo di prova: M.U. 1037:2002).
9.2. Interventi di bonifica
24/11/06 − Accertata l'entità della contaminazione dell'impianto, è iniziata una disinfezione
massiva nell'obiettivo di eliminare il problema. Nel contempo abbiamo provveduto a
delimitare la zona vietando l'accesso alle persone non autorizzate.
Interventi di bonifica messi immediatamente in atto:
•
Arresto dell'assorbitore monostadio con conseguente riduzione della portata "acqua
refrigerata";
•
Arresto parziale delle ventole che spingono l'aria, nell'obiettivo di ridurre la produzione
di acqua nebulizzata;
•
Aggiunta di 12 L di Biocide BR 105 (Bromo inorganico) e di 18 L di antincrostante per
circuiti di raffreddamento Dispersol 8410 (Toliltriazolo sale Sodico e Idrossido di
Sodio) direttamente nel bacino di raccolta dell'acqua della torre;
•
Iperclorazione shock in continuo utilizzando Ipoclorito di Sodio (10÷15%): 50 L in
48h;
26/11/06 − è stato cambiato il dosaggio dell'Ipoclorito di Sodio (10÷15%): diluito al 50% ed
iniettato con pompa dosatrice impostata al 100% per 1h al giorno.
27/11/06 − è stato effettuato un secondo campionamento d'acqua nel bacino di raccolta
dell'acqua della torre evaporativa BAC. I risultati acquisiti con il rapporto di prova in data
11/12/07, indicano una concentrazione di L. pneumophila sierogruppo 1 pari a 80000 ufc/l;
Parallelamente lo stesso giorno (27/11/06):
•
E' stata esclusa dal circuito di raffreddamento la torre
evaporativa BAC ed inserite le torri evaporative Delchi
(Foto a lato);
•
Sospesa l'aggiunta di Ipoclorito di Sodio;
•
Aggiunta di biocida in pastiglie Biocide CL90-200
(Acido Tricloroisocianurico) in prossimità del reintegro
dell'acqua all'interno del bacino di raccolta dell'acqua
della torre evaporativa Delchi (Vedi freccia foto a lato).
L'aggiunta del biocida è da mettere in relazione con il mantenimento di un tenore di
cloro libero attivo nel circuito compreso tra 0,1 e 0,3 ppm (analisi effettuata sul
campione prelevato giornalmente dal collettore di ritorno delle torri).
28/11/06 − è stato effettuato un campionamento d'acqua nel bacino di raccolta dell'acqua
della torre evaporativa Delchi. I risultati acquisiti con il rapporto di prova in data 11/12/07,
indicano una concentrazione di L. pneumophila sierogruppo 1 pari a 400 ufc/l;
9
05/12/06 − è stato effettuato un campionamento d'acqua nel bacino di raccolta dell'acqua
della torre evaporativa Delchi. I risultati acquisiti con il rapporto di prova in data 18/12/06,
indicano una concentrazione di L. pneumophila sierogruppo 1 <50 ufc/l;
A partire dalla data del 11/12/06 fino al 15/12/06, è stato effettuato, a cura di una Società
specializzata nell'asportazione dei depositi nei circuiti di raffreddamento, il lavaggio
idrodinamico e la defangazione dei pacchi alveolari e del bacino di raccolta delle acque di
raffreddamento della torre evaporativa BAC;
15/12/06 − è stata riempita la torre evaporativa BAC nell’attesa di includerla nuovamente nel
circuito di raffreddamento;
18/12/06 − è stato effettuato un campionamento d'acqua nel bacino di raccolta dell'acqua
della torre evaporativa BAC. I risultati acquisiti con il rapporto di prova in data 29/12/06,
indicano una concentrazione di L. pneumophila sierogruppo 1 pari ad 850 ufc/l;
19/12/06 − è stato ritirato il cassone contenete i reflui delle operazioni di pulizia di cui sopra
per il conferimento in discarica autorizzata;
Lo stesso giorno (19/12/06):
•
viene nuovamente inserita nel circuito di raffreddamento la torre evaporativa BAC;
•
inizia la nuova procedura di disinfezione dei circuiti con additivi chimici:
o
Dispersol 8410 (Toliltriazolo sale Sodico e Idrossido di Sodio) diluito al 5% ed
iniettato con pompa dosatrice impostata al 100% per 2 h al giorno: 5 l/h. Questo
prodotto oltre a controllare la corrosione, previene la formazione di calcare;
o
Dispersol TDX (Fosfonati speciali, polimeri organici ed inibitori). Previsti shock,
dosaggio 1,5 l una volta alla settimana direttamente nel bacino di raccolta dell'acqua
della torre. Questo prodotto, essendo un agente disperdente, facilita la penetrazione
dei prodotti biocidi all’interno dei biofilm, esercitando, a dosaggi più elevati, una sorta di
“pulizia in marcia” dei pacchi alveolari della torre evaporativa;
o
Biocide 420 (Derivati organo-solforati ed organo-alogenati) microbiocida.
Addizionato contemporaneamente al Dispersol TDX, dosaggio 1,5 l una volta alla
settimana sempre direttamente nel bacino di raccolta dell'acqua della torre, e sempre a
shock alternato al Biocide 404 (2,2-Dibromonitrilpropionammide) (con le stesse
quantità: 1,5 l) nell’obiettivo di evitare fenomeni di assuefazione dei batteri.
Quest'ultimo formulato, a base di bromorganici, utilizzato come biocida, inibisce la
crescita batterica e la formazione di limo organico;
o
Biocide CL90-200 (Acido Tricloroisocianurico). Aggiunta di biocida in pastiglie in
prossimità del reintegro dell'acqua all'interno del bacino di raccolta dell'acqua: 3
pastiglie al giorno ipotizzando un consumo in esercizio di 20 g·m-3. L’aggiunta del
biocida è da mettere in relazione con il mantenimento di un tenore di cloro libero attivo
nel circuito compreso tra 0,1 e 0,2 ppm (analisi effettuata sul campione prelevato
giornalmente dal collettore di ritorno delle torri);
o
Biofoam 210 (Prodotto siliconico in emulsione acquosa, non ionica) formulato
con proprietà antischiumanti, da utilizzare a shock in quantità sufficiente a contenere lo
sviluppo di schiuma nel bacino di raccolta dell'acqua nella torre.
N.B. Le quantità di chemicals aumenteranno con l’aumentare del consumo dell’acqua
di reintegro;
22/12/06 − è stato effettuato un campionamento d'acqua nel bacino di raccolta dell'acqua
della torre evaporativa BAC. I risultati acquisiti con il rapporto di prova in data 02/01/07,
indicano una concentrazione di L. pneumophila sierogruppo 1 <50 ufc/l;
05/01/07 − è stato effettuato un campionamento d'acqua nel bacino di raccolta dell'acqua
della torre evaporativa BAC. I risultati acquisiti con il rapporto di prova in data 15/01/07,
indicano una concentrazione di L. pneumophila sierogruppo 1 <50 ufc/l;
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17/01/07 − Il personale specializzato incaricato di fornire assistenza tecnica, per verificare il
risultato raggiunto con la nuova procedura di disinfezione, ha effettuato un campionamento
d'acqua nel bacino di raccolta dell'acqua della torre evaporativa BAC. I risultati acquisiti con il
rapporto di prova in data 31/01/07, indicano una concentrazione di L. pneumophila
sierogruppo 1 pari a 90 ufc/l;
12/02/07 − è stato effettuato un campionamento d'acqua nel bacino di raccolta dell'acqua
della torre evaporativa BAC. I risultati acquisiti con il rapporto di prova in data 22/02/07,
indicano una concentrazione di L. pneumophila sierogruppo 1 <50 ufc/l;
26/02/07 − è stato effettuato un campionamento d'acqua nel bacino di raccolta dell'acqua
della torre evaporativa BAC. I risultati acquisiti con il rapporto di prova in data 09/03/07,
indicano una concentrazione di L. pneumophila sierogruppo 1 <50 ufc/l;
20/04/07 − è stato effettuato un campionamento d'acqua nel bacino di raccolta dell'acqua
della torre evaporativa BAC. I risultati acquisiti con il rapporto di prova in data 02/05/07,
indicano una concentrazione di L. pneumophila sierogruppo 1 <500 ufc/l;
22/05/07 − è stato effettuata la conta batterica totale con D/S (Dip Slides per conte batteriche
totali) nell'acqua nel bacino di raccolta dell'acqua della torre evaporativa BAC. La carica
batterica totale riscontrata è di 0 ufc/l.
9.3. Documentazione di riferimento
•
"Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni e le Province autonome
di Trento e Bolzano” (Provvedimento 13 gennaio 2005) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale N.
28 del 04 Febbraio 2005;
•
Nota tecnica – Pulizia e sanificazione torre evaporativa CT3;
•
Rapporto di prova N°: 06/2966 (Data di emissione: 24/11/06);
•
Rapporto di prova N°: 06/3175 (Data di emissione: 11/12/06);
•
Rapporto di prova N°: 06/3176 (Data di emissione: 11/12/06);
•
Rapporto di prova N°: 06/3286 (Data di emissione: 18/12/06);
•
Rapporto di prova N°: 06/3484 (Data di emissione: 29/12/06);
•
Rapporto di prova N°: 07/0001 (Data di emissione: 02/01/07);
•
Rapporto di prova N°: 07/0055 (Data di emissione: 15/01/07);
•
Rapporto di prova N°: 07/0418 (Data di emissione: 22/02/07);
•
Rapporto di prova N°: 07/0582 (Data di emissione: 09/03/07);
•
Rapporto di prova N°: 07/1083 (Data di emissione: 04/05/07).
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