suicida un poliziotto penitenziario in sicilia

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suicida un poliziotto penitenziario in sicilia
Notiziario della Segreteria Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria
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Direttore Responsabile Donato Capece – Vice Direttore Roberto Martinelli
Reg. Trib. Roma n.104 del 28-2-1995
SAPPEInforma N. 1 – mercoledì, 7 gennaio 2015
2015: L’ANNO NUOVO INIZIA CON UNA NUOVA
TRAGEDIA PER IL CORPO
SUICIDA UN POLIZIOTTO
PENITENZIARIO IN SICILIA
Non è certo iniziato con i migliori auspici l’anno nuovo: la
notizia di un nuovo terribile e drammatico evento che ha
colpito il Corpo di Polizia Penitenziaria ci ha riportato a
capofitto sulle drammaticità che investono l’Amministrazione.
Un poliziotto penitenziario di 46 anni in servizio al Nucleo
Traduzioni della Casa Circondariale di Catania Bicocca, G. S.,
si è tolto la vita, nel primo pomeriggio del giorno dell’Epifania
del Signore, a bordo della sua macchina nelle campagne di
Caltagirone, vicino al penitenziario della cittadina sicula.
Sembra dunque davvero non avere fine il mal di vivere che
caratterizza gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria,
uno dei cinque Corpi di Polizia dello Stato italiano. Nell’appena
concluso anno 2014 furono 10 i casi di suicidio nelle file della
Polizia Penitenziaria.
Ancora oscure le cause che hanno portato l’uomo, sposato
e padre di due figlie di 13 e 17 anni, al tragico gesto, ma se è
assolutamente
importante evitare strumentalizzazioni
altrettanto fondamentale e necessario è comprendere e
accertare quanto hanno eventualmente inciso l'attività
lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto
estremo posto in essere dal poliziotto.
Non può essere sottaciuto ma deve anzi seriamente
riflettere la constatazione che negli ultimi 3 anni si sono
suicidati più di 35 poliziotti e dal 2000 ad oggi sono stati
complessivamente più di 100, ai quali sono da aggiungere
anche i suicidi di un direttore di istituto (Armida Miserere, nel
2003 a Sulmona) e di un dirigente generale (Paolino Quattrone,
nel 2010 a Cosenza).
Non sappiamo se era percepibile o meno il disagio che
viveva il collega che si è ucciso.
Quel che è certo è che sui temi del benessere lavorativo dei
poliziotti penitenziari l’Amministrazione Penitenziaria è in
grosso affanno e in colpevole ritardo, senza alcuna iniziativa
concreta.
E questo deve essere uno dei primi impegno che dovrà
assumere l’Amministrazione Penitenziaria con la guida del
nuovo Capo DAP, Santi Consolo.
Il nostro pensiero, il pensiero del SAPPE, va alla moglie,
alle figlie, ai familiari, agli amici e ai colleghi dell’uomo suicida.
A loro va il nostro pensiero e la nostra vicinanza.
CESSATO IL BLOCCO DEL TRATTAMENTO ECONOMICO
Come ben sanno le colleghe e i colleghi, il Governo aveva
disposto per il periodo 2011-2013 (successivamente esteso anche
al 2014) il "blocco" del trattamento economico complessivo
ordinariamente spettante al personale (il cui importo non poteva
superare quello ordinariamente spettante nell'anno 2010), il
congelamento dei meccanismi automatici di adeguamento
retributivo annuale, senza possibilità di recupero, e del
riconoscimento della progressione stipendiale per classi e scatti
al maturare dell'anzianità di servizio (articolo 9, comma 21,
secondo periodo); l'efficacia, ai fini esclusivamente giuridici, delle
progressioni di carriera comunque denominate eventualmente
disposte.
Contro
l’ipotesi
di
prorogare
ulteriormente
tali
penalizzazioni, ricorderete come il SAPPE e le altre Organizzazioni
del Comparto Sicurezza diedero vita nei mesi scorsi ad una
intensa azione di protesta finalizzata a sensibilizzare il Governo
affinchè ciò non avvenisse.
Con la Consulta Sicurezza scendemmo in strada a Roma, in
piazza del Popolo, fin dalla fine di agosto, con una significativa
partecipazione di aderenti alla Polizia Penitenziaria (SAPPE), alla
Polizia di Stato (SAP), al Corpo Forestale dello Stato (SAPAF) e
Vigili del Fuoco (Conapo).
L’efficace azione sinergica di tutte le componenti sindacali
del Comparto Sicurezza ha prodotto gli auspicati effetti e, dal 1
gennaio 2015, tali misure restrittive sono venute meno.
A decorrere dal primo gennaio 2015, dunque, secondo le
previsioni contenute nel disegno di legge di stabilità per il 2015,
riprenderanno vigore gli specifici istituti retributivi:
• assegno funzionale, relativamente al personale del Corpo di
polizia penitenziaria che ha maturato una anzianità di servizio,
prestata senza demerito, pari a 17, 27 e 32 anni;
• trattamento economico dirigenziale (c.d. "omogeneizzazione
stipendiale"), per il personale direttivo e dirigente che ha
maturato 13 e 15 anni o 23 e 25 anni di anzianità nel ruolo
senza demerito;
• incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni,
per quanto concerne gli assistenti capo e i sovrintendenti capo
con 8 anni di anzianità nella qualifica, gli ispettori capo con 10
anni e gli ispettori superiori nominati "sostituti commissari";
• indennità operative correlate al grado e all'anzianità di servizio
maturate;
• progressioni di carriera comunque denominate, relativamente
agli incrementi retributivi derivanti dalle promozioni al grado
superiore, comprese quelle per merito straordinario.
La cessazione del blocco per l'anno 2015 resta esclusa per gli
istituti retributivi definiti "classi e scatti", che non dovranno
perciò essere corrisposti.
Il DAP, che nel merito ha emanato una apposita lettera circolare
disponibile nel nostro sito internet www.sappe.it, ha precisato
che il pagamento degli emolumenti saranno corrisposti non
appena definite le procedure informatiche a livello centrale, entro
il primo quadrimestre 2015.
AL VIA LE ASSUNZIONI DEGLI IDONEI NON VINCITORI
La legge di Stabilità per l’anno 2015 ha previsto,
all’articolo 1 comma 265, che ”ai fini delle assunzioni di personale
previste dall'articolo 3, comma 3-sexies, del decreto-legge 24
giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11
agosto 2014, n. 114, il comma 3-bis del medesimo articolo si
interpreta nel senso che lo scorrimento ivi previsto
riguarda anche i concorsi banditi nell'anno 2012 e
indetti per l'anno 2013”.
Nel merito, abbiamo immediatamente interessato la
Direzione Generale del Personale e della Formazione affinchè
faccia conoscere quali urgenti determinazioni intenda
assumere, in particolare se intende sospendere lo scorrimento
della graduatoria del 2014 a favore di quella del 2013.
Va comunque detto, da una prima ricognizione ufficiosa,
che gli idonei non vincitori delle due graduatorie (2012 e 2013)
coincidono in buona parte.
PENSIONI: MODIFICATO IL SISTEMA DI CALCOLO PER
CHI AVEVA MANTENUTO IL RETRIBUTIVO
Sempre nella legge di Stabilità è stata approvata una
modifica alla Legge Fornero che comporterà per molti
appartenenti alla Polizia Penitenziaria un ricalcolo al ribasso
della pensione con effetto retroattivo dal 1° gennaio 2012 (art. 3,
co. 61-63 AC 2679-bis-A).
Il provvedimento riguarda tutti coloro che sino al 2011 si
sarebbero visti determinare la pensione con il sistema di calcolo
retributivo (personale arruolato prima del dicembre 1980).
Tale personale, che dal 2012 aveva continuato a maturare la
pensione con il sistema contributivo, si vedrà decurtata tutta la
parte eccedente il superamento la misura della pensione
determinata sul massimo della base pensionabile ovvero dell’80%
delle ultime retribuzioni.
Per effetto di questa norma ci dovrebbe essere una perdita
sulla pensione per ciascun anno lavorato dal 2012 in poi di circa
25-40 euro netti medi al mese. Inoltre, va ricordato che tale
personale accedendo alla pensione con il requisito della
vecchiaia, ovvero al raggiungimento dei 60 anni di età, non potrà
più ricorrere al cd. “moltiplicatore” che comporta ai fini del
calcolo della pensione un incremento del montante contributivo
di cinque volte ( al raggiungimento della pensione di vecchiaia un
ulteriore incremento medio da 150 a 250 euro medi circa).
In parole povere, tutti coloro che avevano mantenuto il
sistema retributivo (18 anni di contributi al 31 dicembre
1995) e sono andati in pensione o andranno in pensione
dal 1° gennaio 2012 in poi, non potranno in alcun modo
percepire un trattamento pensionistico superiore all’80%
dell’ultima retribuzione ricevuta in servizio.
Restano salvi tutti i trattamenti privilegiati aggiuntivi
derivanti dal riconoscimento di patologie dipendenti da cause di
servizio nonché la minore tassazione rispetto al servizio attivo.