LA PROTESI D`ANCA NEL CANE COME? QUANDO?

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LA PROTESI D`ANCA NEL CANE COME? QUANDO?
LA PROTESI D’ANCA NEL CANE
Relazione a cura del Dr. Francesco Gallorini
L’utilizzo della protesi d’anca nel cane per il trattamento della
displasia d’anca è nota da tempo.
Da poco più di un decennio sono stati introdotti nell’uso clinico
sistemi protesici non cementati, detti anche “ biologici” come il
tipo “Zurich cementlees” questo ha fatto si che la metodica si è
diffusa in maniera significativa negli ultimi anni.
Le protesi della precedente generazione, dette “cementate”,
prevedevano la fissazione dell’impianto all’osso mediante
l’utilizzo di un materiale “cementante” acrilico (PMMA).
Sul piano meccanico il sistema era molto efficiente, ma sul piano
biologico la compatibilità con i tessuti dell’organismo, talvolta
era incompleta dando luogo occasionalmente a fenomeni di
rigetto.
COME?
QUANDO?
Come?
Relazione a cura del Dr. Francesco Gallorini
Alla base dei dispositivi di nuova generazione c’è il processo di osteointegrazione. Con questa parola
si intende un processo naturale in cui vi è lo sviluppo di una connessione funzionale e strutturale tra
osso vivente e il metallo di cui è costituito l’impianto protesico. Si considera intima unione quando i
movimenti possibili sono di entità inferiore a 100 micron. Affinché questo processo di integrazione
possa realizzarsi sono necessarie alcune condizioni essenziali:
• che l’impianto ortopedico venga impiantato nel paziente in condizioni di asepsi, e quindi vi devono
essere condizioni di assoluta assenza di infezioni.
• che la protesi sia “fissata” in maniera stabile all’osso del paziente (stabilità primaria)
• che il materiale di cui è costituita la protesi consenta questo tipo di processo, in particolare ad oggi
risulta essere il titanio l’unico materiale che permette questo livello di biocompatibilità.
Sezioni istologiche: interfaccia tra tessuto osseo e protesi Zurich cementlees (in bianco) - cortesia Dr.ing. S.Tepic
Una volta soddisfatte queste condizioni sarà lo stesso organismo a produrre nuovo tessuto osseo, che
verrà deposto a contatto diretto del metallo, andando in tal modo a creare con le strutture scheletriche
un tutt’uno sia strutturale che funzionale.
Queste immagini radiografiche
(coppa e stelo) di una protesi
d’anca tipo “Zurich cementless,
evidenziano come il processo di
osteointegrazione faccia si che
le strutture protesiche vengano
completamente “inglobate” nell’
osso andando a costituire un
sistema funzionale ottimale.
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Come?
Relazione a cura del Dr. Francesco Gallorini
Fin dall’inizio uno dei principali ostacoli all’introduzione delle protesi
non cementate nel cane è stato lo sviluppo di un sistema che fornisse
una adeguata stabilità primaria (fissazione stabile) che quindi
consentisse la successiva osteointegrazione . Dobbiamo al lavoro
fatto presso l’Università di Zurigo dal prof. P.M. Montavon e dal
Dr. Ing. Slobodan Tepic nel corso degli anni 90 la messa a punto del
sistema Zurich cementlees.
La caratteristica principale di questo sistema è l’originale
metodo di fissazione dello stelo femorale. In particolare, per
ovviare ai problemi legati all’utilizzo di steli press-fit (cioè a
“pressione”), è stato messo a punto un sistema di
ancoraggio dello stelo con delle piccole viti osse a
stabilità angolare .
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Come?
Relazione a cura del Dr. Francesco Gallorini
Questo sistema è stato concepito, progettato e messo a punto per venire incontro alle esigenze dei
nostri pazienti quadrupedi A differenza di quanto avviene quasi sempre in medicina veterinaria, dove
le tecnologie messe a punto per l’uomo vengono adattate e quasi sempre “depotenziate” per essere
applicate in veterinaria. In particolare il sistema di fissaggio delle stelo protesico, consente l’adattamento
dell’impianto alla estrema variabilità morfologica e funzionale delle varie razze canine, in tal modo si
può soddisfare quel requisito essenziale per il processo di osteointegrazione che è la “stabilità primaria”
Altra specifica esigenza a cui si è cercato di venire incontro, é la non collaborazione del paziente “canino”.
In particolare gli impianti sono stati pensati anche in funzione della possibilità che il cane possa fin da
subito (appena sveglio dall’anestesia) alzarsi in piedi ed essere autonomo, senza bisogno di particolari
cure, se non per le prime ore. Che quindi il periodo di convalescenza post operatoria sia breve (circa
45 giorni) e che possa essere vissuto sia dal paziente che dal proprietario con serenità senza particolari
restrizioni o cure specifiche.
Inoltre, questo particolare metodo
di
stabilizzazione
primaria
dell’impianto protesico, rende
possibile un posizionamento
più precisamente rispettoso
della anatomia normale della
articolazione, in particolare
l’angolo di anteversione del collo
femorale. Addirittura rende
possibile, entro certi limiti, la correzione di di condizioni anatomiche alterate da traumi o precedenti
interventi chirurgici. In questo particolare caso, a seguito di una frattura trattata e mal guarita in età
giovanile, questo boxer maschio di 4 anni presentava una alterazione morfologica con anteversione del
collo femorale di circa 50 gradi.
Si è potuto correggere il difetto
“semplicemente” modificando il
posizionamento dello stelo e collo
protesico, senza quindi dover
ricorrere ad ulteriori interventi di
osteotomia derotazionale.
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Come?
Relazione a cura del Dr. Francesco Gallorini
Quanto è la vita utile della protesi? Questa è una
delle domande che più spesso ci vengono rivolte
dai proprietari dei nostri pazienti. Gli impianti
vengono realizzati con i materiali più moderni,
che offrono garanzie di biocompatibilità
e resistenza nel tempo. Negli ultimi
anni allo scopo di migliorare la durata
dell’impianto, nel sistema “Zurigo”
sono state introdotte delle novità. In
particolare la superficie di attrito della
testa articolare è stata migliorata con il
nuovo rivestimento in ADLC (carbonio
amorfo), detto anche diamante
sintetico. Questo materiale garantisce
estrema durezza e resistenza unitamente
ad un coefficiente di attrito molto
basso, diminuendo significativamente
il consumo del materiale con cui si va
ad articolare (UHMWPE). Recentissima
è intriduzione della 5a generazione di
impianti in cui il polietilene ad altissimo peso
molecolare (UHMWPE) è stato sostituito con
un nuovo polimero (Poliether ether ketone PEEK) il
quale garantisce un ulteriore incremento della durata.
Inoltre è
stato introdotto uin rivestimeno della superfice del’impianto
con Idrossiapatite che facilita uletriormente il processo di osteointegrazione.
S. Tepic developement and mechanical basis for Kyon THR AVCS 2004 proceeding
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Titanium and titanium alloy
Titanium plasma porous coating
Titanio Niobio Alluminio TiA16Nb7
Ultra-high molecular weight polyethylene (UHMWPE)
Titanium Alloy Amorphous Diamond Like Coating (ADLC)
Sempre finalizzato ad aumentare la vita utile della protesi, è stata l’introduzione del sistema “fossa”. un
particolare design della “volta” dello strato in polietilene ad altissimo peso molecolare (UHMWPE)
della coppa articolare, fa si che il carico venga distribuito su di una superficie più ampia, riducendo
ulteriormente il consumo del materiale. Attualmente gli impianti protesici, grazie a queste innovazioni
tecnologiche, hanno una durata che supera ampiamente la vita media dei nostri amici a quattro zampe.
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Come?
Relazione a cura del Dr. Francesco Gallorini
Questo aspetto riveste particolare importanza perché
ci consente di trattare in maniera efficace e sicura
i nostri cani in età giovanile ( a partire già da
8 - 10 mesi di età), sapendo che la durata
dell’impianto coprirà l’intera prospettiva di
vita del paziente, offrendogli la possibilità
di una esistenza libera dai fastidi e
limitazioni funzionali tipici di tutte le
patologie displasiche.
Recentissima la introduzione della cosiddetta
“MINI HIP”. Si tratta di un sistema di protesi
non cementata, che utilizzando le ormai
collaudate tecnologie messe a punto per la
protesi “grande”, propone la possibilità di
utilizzare questo metodo anche per cani di
piccola taglia. in questo caso ovviamente le
indicazioni saranno diverse dalla displasia
d’anca, più comune nei cani di media grande
taglia, ma sarà rivolta ai soggetti di piccola
taglia affetti da disturbi quali la malattia di
Legg Calvee Perthes (necrosi asettica della
testa del femore), oppure per alterazioni secondari ad eventi traumatici (fratture o lussazioni).
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Quando?
Relazione a cura del Dr. Francesco Gallorini
Possiamo senz’altro affermare che la protesi d’anca si può effettuare in qualsiasi momento della vita del
nostro cane, tecnicamente non vi sono limitazioni a partire dal 6°-7° mese di vita. Possiamo inoltre
considerare questa una metodica risolutiva, in quanto è in grado di dare completa funzione, in assenza
di “dolore” e fastidi che comportano le malattie articolari in generale ed in particolare quelle su base
displasica.
Ma quando è il momento migliore? se consideriamo che la tecnologia attuale, come abbiamo visto, ci
mette a disposizione dei materiali che hanno una durata tale da “coprire” l’intero ciclo vitale del nostro
paziente, possiamo sicuramente affermare che la scelta migliore sia quella di impiantare la protesi in età
giovanile. Cosi facendo diamo al nostro cane la possibilità di vivere la sua esistenza senza dover soffrire
per una patologia invalidante come la displasia d’anca. Si consiglia per questa ragione di effettuare il
primo intervento all’eta di 8-10 mesi circa, vi sono poi delle situazioni particolari, dove in funzione di
esigenze specifiche, dove si può addirittura anticipare rispetto all’età indicata.
Dr. Francesco Gallorini
[email protected]
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