Y:\Cantieri\Rassegna stampa\Rassegna\2012\01-gen

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Y:\Cantieri\Rassegna stampa\Rassegna\2012\01-gen
Rassegna stampa
18/01/2012 : Notizie di oggi
BBC News
Pension strikes begin at Unilever
Finanza e Mercati
Sarà un anno record per gli hedge fund
Italia Oggi
Casse, nel futuro c'è più mattone
L'immobiliare sostenuto dai fondi
Milano Finanza
(MF)
Così la Russia affronta la sfida globale
Nel 2012 Enasarco migliora il sostegno agli iscritti
Morningstar Italia
Previdenza, si punta sull'informazione
Sole 24 Ore, Il
Cura in dieci mosse per riavviare il motore del Paese
Inarcassa è pronta al contributivo per garantire conti in equilibrio a 50
anni
Pensioni, soluzione per gli esodi
«Meno fisco sul lavoro»
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Rassegna stampa
BBC News
Data: 18/01/2012
"Pension strikes begin at Unilever"
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Unilever workers to start 11 days of pension strikes
Thousands of workers at consumer goods giant Unilever are starting 11 days of strike action over changes to their pension scheme.
Members of the Unite, Usdaw and GMB unions are opposing the company's plan to shut their final-salary pension scheme later this year.
The strikes will take place on various days between 06:00 GMT on Wednesday and 28 January, at 12 different sites.
The company said its new scheme would still be "exceptionally competitive".
The closure of the current final-salary scheme to existing staff - which has 5,000 active members - was first proposed last April with the aim of shutting it this January.
The company said it needed to change to a career-average scheme to curb the rising cost of funding staff pensions, which has been driven up by rising longevity and
volatile investment returns.
After consultation with staff, the closure date was put back to 1 July 2012, but the alternative, of staff contributing to a career-average scheme instead, is still in
place.
As of 31 March 2010 the scheme, which was closed to new joiners in 2008, had a deficit of £680m.
'Robbery bandwagon'
The unions say the strikes at sites across the country will hit production of goods such as Marmite, Colman's mustard, PG Tips, Dove soap, Pot Noodle, Persil, Lynx,
Wall's ice cream and Hellman's Mayonnaise.
In December, 2,500 workers out of a workforce of 7,000 took part in a strike over the pension changes, which was the first national strike in Unilever's history.
BBC industry correspondent John Moylan said the industrial action starting on Wednesday marked a major escalation in the long-running dispute.
Factories across the country will be hit by the stoppages, including Port Sunlight on the Wirral, Warrington, Norwich, Leeds, Gloucester, Trafford Park in Manchester,
Purfleet in Essex, Burton up Trent, and Crumlin in Northern Ireland.
Allan Black, a national officer of the GMB, said the company had clambered on the "pensions robbery bandwagon".
"Unilever should heed their workforce and get back to talks - possibly under the auspices of Acas," he said.
'Broken model'
Unilever said in a statement that union representatives had decided to "walk away from talks".
"We believe the provision of final salary pensions is a broken model which is no longer appropriate for Unilever," it said.
"It is our responsibility to protect the long-term sustainability and competitiveness of our business, and to do so is in the best interests of our people."
The chairwoman of Unilever UK, Amanda Sourry, said it was "not clear how the dispute with the trade unions will be resolved".
She urged those taking industrial action to reconsider the new scheme.
Our correspondent said Unilever's actions reflected a wider demise in final-salary schemes.
According to the National Association of Pension Funds, almost a quarter of such schemes are now shut to both new and existing members. That figure was just 3% as
recently as 2008.
Rassegna stampa
Finanza e Mercati
"Sarà un anno record per gli hedge fund"
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ITALIA
Sezione aggiornata alle 00:00 del 18/01/2012
Sarà un anno record per gli hedge fund
da Finanza&Mercati del 18-01-2012
Il 2012 segnerà il ritorno ai grandi numeri pre-crisi per gli
hedge fund. Secondo gli analisti di Barclays quest’anno, a
livello globale, ci sarà un’impennata di 80 miliardi di dollari
nel flusso degli investimenti in fondi speculativi. Se queste
cifre si confermeranno si assisterà all’incremento più sostenuto
dal 2007, cioè da prima del crack della banca americana
Lehman Brothers. Le aspettative per l’anno in corso da parte
degli addetti ai lavori sono di un anno record fondi investiti.
Nonostante continuino ad essere accusati di destabilizzare i
mercati e additati come speculatori, gli hedge continuano a
essere considerati un porto sicuro e attraente. Non solo da
parte di privati facoltosi, ma soprattutto dai grossi investitori
istituzionali. La fetta più consistente di flussi, secondo
Barclays, arriverà infatti da banche, fondazioni bancarie e fondi
pensione.
La performance del settore nel 2011 è stata decisamente
positiva. In un anno difficilissimo in cui il Msci Europe (indice
che misura l’andamento delle borse dell’Europa occidentale) è
calato del 13,40%, l’indice Hfr (che misura l’andamento
dell’industria globale degli hedge fund) ha limitato i danni a un
-4,83 per cento. Un altro indicatore, il Credit Suisse Hedge
Fund Index, segna un saldo negativo per appena il 2,97 per
cento. Tuttavia non è tutto oro quello che luccica. Uno studio
di tre accademici americani (Adam Aiken, Christopher Clifford
e Jesse Ellis) i cui risultati sono stati pubblicati dall’Economist,
ha scoperto che, quando le performance sono negative, gli
hedge fund smettono di comunicare i dati alle società che
elaborano gli indici. C’è il rischio insomma che questi risultati
siano in qualche modo falsati. Nell’universo dei fondi
speculativi restano ancora tante opacità.
Data:
18/01/2012
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Rassegna stampa
Italia Oggi
"Casse, nel futuro c'è più mattone"
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Data:
18/01/2012
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ItaliaOggi
sezione: Professioni data: 18/01/2012 - pag: 36
autore: di Benedetta Pacelli
Investimenti
Casse, nel futuro c'è più mattone
Sì al fondo immobiliare per valorizzare il portafoglio del patrimonio immobiliare delle Casse di previdenza
private. Non solo perché una convenienza di natura fiscale, o perché si fanno carico della rincorsa all'inquilino
moroso e della manutenzione ordinaria ma, soprattutto perché rappresentano un concreto strumento
«d'elezione per valorizzare il patrimonio immobiliare degli enti privatizzati». Domenico Tulli, partner
responsabile del dipartimento di Real Estate di Gianni Origoni Grippo Cappelli e partners apre così il seminario
dedicato al «Patrimonio immobiliare delle casse di previdenza privatizzate: problema o opportunità»,
sottolineando i vantaggi nell'utilizzo di questo strumento. Al di là di essere infatti una piattaforma fiscale
efficiente per gli investimenti il fondo dal punto di vista giuridico, il fondo permette di poter esternalizzare i
servizi e di presidiare il perseguimento degli obiettivi di gestione da parte delle Sgr, cioè le società di gestione
del risparmio, entro i limiti previsti dalla legge. Inoltre l'utilizzo di questo strumento fino ad ora ha portato ad
un incremento dei rendimenti tramite il ricorso alla leva finanziaria. Non è un caso, infatti, che il sistema delle
casse Adepp abbia investito quasi 3 miliardi di euro in fondi immobiliari, una cifra probabilmente destinata a
crescere. Del resto, dice Andrea Camporese presidente dell'Adepp, l'Associazione degli enti di previdenza
privati «i fondi immobiliari sono strumenti positivi ed efficienti dal punto di vista fiscale anche per la stretta
vigilanza che hanno da parte di Banca d'Italia e quindi ben si adattano al patrimonio delle casse». Con alcune
distinzioni però: per il numero uno dell'Adepp, infatti, è molto più facile investire nei fondi quando si hanno
liquidi disponibili e, quindi, la possibilità di comprare quote di fondi piuttosto che apportare patrimonio a
fondi. In questo senso spiega ancora Camporese l'industria finanziaria dei fondi dovrebbe venire incontro alle
specificità proprie degli enti privati. Ma in un momento in cui alcuni enti stanno operando verso una
dismissione degli immobili o ad un riconversione del patrimonio ha ancora senso investire nel mattone? Sì,
ma solo nella misura in cui l'industria finanziaria dell'immobiliare colpita da una crisi di liquidità e di
reperimento dell'equity si pone al servizio delle casse offrendo prodotti compatibili al profilo previdenziale e al
rapporto rischio-rendimento.
Rassegna stampa
Italia Oggi
"L'immobiliare sostenuto dai fondi"
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Data:
18/01/2012
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ItaliaOggi
sezione: Edilizia e Appalti data: 18/01/2012 - pag: 22
autore: di Julia Giavi Langosco
Il sentiment degli operatori nella fotografia di Federimmobiliare riunita oggi in assemblea
L'immobiliare sostenuto dai fondi
Investimenti indirizzati nei settori uffici e commerciale
Sciarpa e cappello per i fondi immobiliari. Con il ventaccio che tira sull'economia, se anche loro prendessero
la bronchite e smettessero di investire, per la comunità italiana del mattone sarebbe una vera iattura. E'
soprattutto grazie ai fondi immobiliari che il terzo «sentiment», appena sfornato da Federimmobiliare, con i
buoni uffici del dipartimento di economia dell'Università di Parma e il sostegno di Sorgenia, non è
propriamente un coro funebre. Certo, costruttori e sviluppatori non se la passano bene con le famiglie che
non comprano perché non trovano mutui con cui finanziarsi. Ma, grazie ai fondi immobiliari e in particolare a
quelli attivati dagli investitori istituzionali, ovvero compagnie di assicurazioni, fondi pensione, casse di
previdenza (sì, proprio quegli enti previdenziali privati che temono lo scippo statale dei loro patrimoni) in
almeno alcuni comparti del mercato le aspettative sono positive. Nel panel dei relatori che partecipano alla
tavola rotonda «I percorsi per lo sviluppo dell'Italia: il punto di vista delle associazioni», che si terrà
all'assemblea annuale di Federimmobiliare in programma oggi, dopo la fotografia della filiera immobiliare e le
prospettive del 2012 che scatterà il presidente Gualtiero Tamburini, in apertura, in termini di domanda,
prevale la previsione di stabilità o di moderata riduzione, quest'ultima relativamente ai fondi ordinari riservati
(37,74%). Secondo gli operatori partecipanti al panel, le principali categorie di investitori istituzionali nel
2012 si indirizzeranno sugli uffici (soprattutto a Roma e Milano) e, in seconda battuta, sul commerciale. E il
residenziale? E il social housing? Per ora, da quella parte, resta quasi tutto fermo. Gli investitori istituzionali,
braccio corto, tenderanno a disinvestire dal residenziale nella speranza di lucrare con tipologie più
remunerative.La domanda si indirizza su uffici e commerciale. I più arditi si avventurano anche in nuove linee
di business, malgrado obiettivamente la percezione del trend generale non possa che essere negativa anche
per loro. Il panel lo conferma: il 75,97% degli intervistati ritiene che l'economia del Paese negli ultimi dodici
mesi sia peggiorata; addirittura il 24,73% vede la situazione generale molto peggiorata. Ciò nonostante,
quasi la metà degli intervistati (il 43,85%) si attende un anno di valori stabili. O se in peggioramento, si
tratterà di un peggioramento leggero e comunque circoscritto a specifici comparti, come quello industriale.
Ciò che piuttosto dà più da pensare è che il 72% dice di non prevedere nuove assunzioni di personale. Si
introducono nuovi profili professionali nell'organizzazione e si sperimentano nuove linee di business (lo
prevede addirittura il 50% del panel), ma i numeri delle risorse umane non crescono. E ciò si spiega anche
con le attese riguardanti i valori. Per gli immobili industriali in tanti (il 40,16% degli intervistati) si aspettano
ancora una netta discesa dei prezzi. Pur con qualche significativa eccezione. A Padova, Milano e Parma,
capannoni e stabilimenti andranno nettamente meglio del resto di quanto non ci si aspetti per la media delle
province a tradizionale concentrazione produttiva. Moderato sarà il calo dei prezzi che ci si attende per uffici
(43,31%), commerciale (39,37%) e alberghiero(43,31%). In controtendenza positiva per l'alberghiero
andranno bene Venezia, Roma e Firenze. E nel residenziale turistico continueranno a brillare Capri,
Taormina, Portofino e Cortina. Sempreché, ndr, i blitz della Guardia di finanza, servano scoraggiarvi solo i
frequentatori che evadono e non anche quelli fiscalmente probi.
Rassegna stampa
Milano Finanza (MF)
"Così la Russia affronta la sfida globale"
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Data:
18/01/2012
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MF
sezione: Primo Piano data: 18/01/2012 - pag: 6
autore: di Vladimir Putin
Mf-milano finanza pubblica in esclusiva per l'italia un intervento del premier russo
Così la Russia affronta la sfida globale
Bisogna aumentare la diffusione tra i giovani dell'istruzione superiore, per
utilizzarla nelle nuove industrie ad alta tecnologia. Ma nel frattempo è necessario
migliorare la sensibilità sociale dei cittadini
Il 4 marzo, i cittadini russi sceglieranno il nuovo presidente. Nel dibattito che si è aperto nella nostra società
ritengo necessario sottolineare alcuni punti fondamentali. Quali rischi e sfide dovrà affrontare la Russia?
Quale posto occuperà nella scena politica ed economica globale? Dovrà seguire il corso degli eventi o dettare
attivamente le regole del gioco? Quali risorse l'aiuteranno a rafforzarsi ed assicurarsi (soprattutto) uno
sviluppo sostenibile? Nel mondo di oggi, si può raggiungere la stabilità solo lavorando duramente, aprendosi
al cambiamento e tenendosi pronti a riforme caute ma ben calcolate. Il problema ricorrente in Russia è la
spiccata preferenza delle élite locali per i cambiamenti improvvisi e le rivoluzioni, anziché per lo sviluppo
graduale. Questo mentre l'esperienza russa (e del mondo intero) dimostra quanto siano nocivi i cambiamenti
affrettati, che non creano ma anzi distruggono. C'è anche una tendenza opposta: è la propensione alla
staticità, la dipendenza, la mancanza di competizione tra le élite e gli alti livelli di corruzione. Inoltre, appena
ce n'è l'opportunità, i sovvertitori si trasformano in signorotti compiaciuti del proprio potere, e per questo
rifiutano qualsiasi cambiamento tutelando gelosamente status e privilegi. Ma può verificarsi anche il processo
inverso: i politici possono diventare sovvertitori.Ecco perché la politica tende a ridursi a nient'altro che un
problema di mantenimento o redistribuzione di potere e ricchezza. Tradizionalmente, questa situazione in
Russia era dovuta a un debole controllo pubblico sui politici, nonché da una società civile poco sviluppata. Ciò
sta cambiando, ma è un processo ancora lento. Non ci può essere vera democrazia in assenza di politiche
accettate dalla maggioranza e che ne riflettano gli interessi. In effetti è possibile ammaliare per qualche
tempo gran parte della società con slogan colorati e immagini di un futuro meraviglioso. Ma se la gente non
ci si vede proiettata, si disinteresserà per sempre della politica e della società, come già successo più volte
nella nostra storia. Oggi si parla di diverse forme di rinnovamento della politica. Ma cosa si sta proponendo?
Come organizzare il potere, e come trasmetterlo ai migliori? E poi che si farà? Sono convinto, e la cosa mi
preoccupa, che non si abbia la minima idea di cosa bisogna fare al di là della competizione elettorale e dopo
di essa. Ritengo che questo non faccia l'interesse del nostro Paese, che è il corretto sviluppo della nostra
società e l'innalzamento del livello di istruzione e di responsabilità. Penso che i cittadini russi dovrebbero
avere l'opportunità di discutere non solo di pregi e difetti dei singoli politici. Nonostante questa non sia una
cosa negativa in sé per sé, sono importanti anche il contenuto delle politiche, i programmi che alcuni
esponenti intendono portare avanti, e le concrete sfide e compiti che dovrebbero essere alla base di tali
programmi. Si tratta di come possiamo migliorare le nostre vite e rendere l'ordine sociale più equo e giusto,
nonché di quale direzione seguire per lo sviluppo economico e sociale. C'è bisogno di un ampio dialogo sul
futuro, sulle priorità, sulle scelte a lungo termine, sullo sviluppo e sulle prospettive nazionali. Questo articolo
intende essere un invito a sviluppare tale dialogo. Dove siamo e dove andiamo. Guardando ai parametri
basilari dello sviluppo economico e sociale, la Russia oggi è riemersa dalla severa recessione seguita al crollo
del modello totalitario socialista e di conseguenza dell'Unione Sovietica. Nonostante la crisi del 2008-2009,
abbiamo raggiunto e superato gli standard di vita degli anni più prosperi dell'Unione Sovietica. Per esempio,
l'aspettativa di vita in Russia è già più elevata rispetto agli anni 1990-1991 in cui c'era ancora l'Urss.
L'economia sta attraversando una fase di sviluppo, e questa riguarda soprattutto le persone, il lavoro, il
reddito, e le opportunità. In confronto agli anni 90, la povertà è diminuita più di 2,5 volte. Quasi non
esistono più le aree di povertà stagnante, in cui persone abili al lavoro nelle grandi città non riuscivano a
trovare un impiego o non venivano pagate per mesi. Secondo alcune ricerche indipendenti, il reddito reale di
quattro russi su cinque è più alto rispetto al 1989, anno in cui lo sviluppo dell'Unione Sovietica ha toccato il
massimo, a cui fecero seguito il crollo e uno squilibrio nella struttura socio-economica dell'intero Paese. Oggi
più dell'80% delle famiglie russe gode di un benessere più alto di quello di una famiglia media dell'Unione
Sovietica. Ogni famiglia ha un'automobile. Il numero degli autoveicoli è aumentato di tre volte. Anche le
condizioni di vita sono migliorate sensibilmente. Non solo i cittadini russi medi, ma anche i pensionati ora
consumano più alimenti di base rispetto al 1990. Ma la cosa più importante è il fatto che negli ultimi dieci
anni una consistente porzione della popolazione russa abbia dato vita a una classe media, per dirla in termini
occidentali. Queste persone percepiscono un reddito che permette loro di decidere se spendere o
risparmiare, cosa comprare, o come passare le vacanze. Possono scegliere un lavoro di loro gradimento e
mettere da parte risorse per i momenti difficili. Soprattutto, la classe media è composta da persone che
possono operare scelte politiche. Il loro livello di istruzione fa sì che possano giudicare i candidati in modo
razionale e non farsi guidare dal «cuore» al momento del voto. In breve tempo, la classe media ha
cominciato a esporre bene le proprie richieste. Nel 1998, la classe media costituiva tra il 5 e il 10% della
popolazione, una percentuale inferiore rispetto agli ultimi anni dell'Urss. Oggi comprende il 20-30% dei russi,
stando a numerose stime. E i suoi componenti dispongono di redditi pari a tre volte quelli del 1990. La classe
media dovrebbe proseguire nella crescita, diventando maggioranza nella nostra società. Dovrebbe crescere
insieme a coloro che hanno la nazione sulle spalle (medici, insegnanti, ingegneri, lavoratori qualificati). La più
grande speranza della Russia è l'alto livello d'istruzione della popolazione, in particolare dei giovani,
nonostante tutti i ben noti problemi del sistema educativo nazionale. Oggi il 57% dei russi di età compresa
tra i 25 e i 35 anni ha un'istruzione superiore, livello che ritroviamo solo in altri 3 Paesi al mondo: Giappone,
Corea del Sud e Canada. Con la prossima generazione (15-25 anni) possiamo parlare di diffusione universale
dell'istruzione superiore: oltre l'80% dei giovani è alla ricerca o sta ricevendo un'istruzione superiore. Stiamo
entrando in una nuova realtà sociale. Questa rivoluzione nel campo dell'istruzione modifica in modo
significativo l'immagine della società russa e dell'economia. Anche se al momento non c'è grandissimo
bisogno di lavoratori con un alto livello d'istruzione, non è possibile tornare indietro. Non sono le persone a
doversi adattare alle esistenti strutture dell'economia e del mercato del lavoro, ma è l'economia che deve
permettere ai cittadini ambiziosi e dotati di un'alta istruzione di trovare posti di lavoro dignitosi. La sfida più
grande per la Russia è imparare a utilizzare lo sforzo educativo dei più giovani. Bisogna capire come
sfruttare le crescenti richieste della classe media e il loro desiderio di essere responsabili del proprio
benessere, per assicurare una crescita e uno sviluppo sostenibili. Persone più istruite significano inoltre più
alte aspettative di vita, livelli inferiori di criminalità e comportamenti anti-sociali, nonché decisioni prese in
modo più razionale. Tutto ciò concorre a creare un ambiente favorevole per il nostro futuro, ma non basta. Il
grande benessere del decennio scorso è originato soprattutto dall'azione statale, e in particolare grazie alla
distribuzione degli introiti dalla vendita di risorse naturali. Già nel programma di governo del 2008, adottato
subito prima della crisi, la principale sfida era rappresentata dalla diversificazione dell'economia e dalla
creazione di nuovi motori di crescita. Questa nuova economia va costruita con la collaborazione di
professionisti, imprenditori e consumatori. Nei prossimi 10 anni, 10-11 milioni di giovani entreranno nel
mercato dell'economia e del lavoro, e di questi 8-9 milioni saranno laureati. Tuttavia, 5 milioni di persone
con un'istruzione superiore sono insoddisfatte, 2-3 milioni di impiegati presso istituzioni statali vogliono
cambiare lavoro, e inoltre 10 milioni di persone lavorano presso industrie che utilizzano tecnologie arretrate,
molte delle quali dannose per la salute e per l'ambiente. Quindi, è davvero urgente la creazione di 25 milioni
di nuovi posti di lavoro ben remunerati nel settore tecnologico. Il futuro economico della Russia dovrà
soddisfare i bisogni della società, riconoscendo salari più alti e creando impieghi più interessanti e creativi. Il
motore della crescita, tuttavia, sarà anche l'iniziativa dei cittadini. Non si potrà fare affidamento solo sulle
decisioni di chi governa e su un limitato numero di investitori e aziende statali. Nel 21esimo secolo è
impossibile ricevere benefici da altri senza avere un minimo di responsabilità in prima persona. Ci troviamo
davanti a un'altra sfida. C'è riluttanza nel prendere parte attivamente agli affari della comunità e a
interessarsi agli altri, smettendo di preoccuparsi solo dei problemi personali. Nella cultura russa c'è una lunga
tradizione di rispetto per lo Stato, per il bene pubblico e le necessità del Paese. Ma sfortunatamente questo
orgoglio nazionale non sempre si traduce in partecipazione al governo locale, in prontezza ad agire in difesa
della legalità, o in beneficenza autentica. Questo non è dovuto a indifferenza ed egoismo, quanto piuttosto a
una mancanza di fiducia in sé stessi e nel prossimo. Ma anche sotto questo punto di vista, la situazione negli
ultimi anni è cambiata. I cittadini non si limitano più solamente a inoltrare richieste alle autorità, ma cercano
di fare qualcosa in prima persona. Sono stati infatti adottati in molte regioni, e anche a livello federale,
programmi di supporto a organizzazioni senza scopo di lucro, orientate all'impegno sociale. Ma affinché tali
programmi funzionino davvero, dobbiamo strenuamente combattere i pregiudizi ancora esistenti nella
burocrazia verso gli attivisti pubblici. Le religioni tradizionali (cristiana ortodossa, islamica, ebraica e
buddista) svolgono un ruolo sociale insostituibile nella diffusione della fiducia reciproca e della volontà di
porre fine a conflitti inevitabili in qualsiasi società in via di rapido sviluppo. In questo senso, molto può essere
fatto dalle scuole, dai media, dalla televisione e dalla comunità di internet. Una società di persone libere non
equivale a una massa di individualisti, pragmatici ed egoisti, indifferenti al bene comune. La libertà personale
ha un valore produttivo solo se ci si ricorda e si pensa agli altri. Il rispetto per la legge, inoltre, si verifica
solo se quest'ultima è uguale per tutti, è osservata da tutti e si basa sulla verità. Il ritratto sociale del nostro
futuro rimane incompleto senza menzionare un altro problema molto significativo. Il 10-11% dei nostri
cittadini è sotto della soglia di povertà, per varie ragioni. Tuttavia, dovremmo riuscire a risolvere questa
situazione entro la fine del decennio, utilizzando sia le risorse statali che l'impegno sociale. I provvedimenti
comprenderanno speciali sostegni economici all'istruzione, a favore dei bambini provenienti da famiglie
povere, e un'edilizia residenziale pubblica (social housing) destinata alle famiglie a reddito più basso. Una
nuova fase dello sviluppo. Non è un mistero che la crisi economica sia stata scatenata non solo da fattori
ciclici e da deficienze normative, ma anche e soprattutto dagli accumulati squilibri economici. La prosperità
creata era, e continua a essere, distribuita in modo disomogeneo tra le nazioni e le regioni. Ciò riduce la
stabilità globale, provoca conflitti e diminuisce la capacità della comunità internazionale di raggiungere un
accordo su questioni vitali. Nessuno riuscirà a vivere meglio di come gli sarà permesso dal proprio lavoro. La
politica economica russa è stata calibrata e cauta; prima della crisi, sono aumentate in modo significativo le
proporzioni dell'economia, ci si è liberati della dipendenza dal debito, è stato innalzato il reddito reale dei
cittadini, e sono state accumulate risorse che permettessero alla Russia di sopravvivere alla crisi con minime
perdite in termini di qualità della vita. Inoltre, nel bel mezzo della crisi, siamo riusciti ad aumentare
notevolmente le pensioni e altri benefici sociali. In molti, soprattutto dall'opposizione, ci esortavano a
spendere ciò che proveniva dal fatturato del petrolio. Ma cosa ne sarebbe stato delle pensioni, se avessimo
dato retta ai populisti? Sfortunatamente, la loro retorica ha avuto voce anche durante l'ultima campagna
elettorale. Bisogna ammettere che le proporzioni degli odierni squilibri economici globali sono tali da essere
difficilmente risolvibili all'interno del sistema esistente. Sì, le oscillazioni del mercato possono essere
superate. Ma in un'ottica più profonda, a lungo termine, i problemi attuali non sono di natura opportunistica.
In sostanza, ciò a cui il mondo si trova oggi davanti è una crisi grave e strutturale, una spostamento di
natura tettonica nel processo di trasformazione dell'economia globale. È una manifestazione visibile della
transizione verso una nuova era culturale, tecnologica, economica e geopolitica. Il mondo sta entrando in
una zona di turbolenza. E ovviamente questo periodo sarà lungo e doloroso, non possiamo farci illusioni. È
altrettanto ovvia la fine del sistema sviluppatosi oltre 20 anni dopo il collasso dell'Unione Sovietica, che
comprende il fenomeno dell'unilateralismo. Oggi, quello che un tempo era l'unico polo di potere non è più in
grado di mantenere la stabilità globale, mentre i nuovi centri d'influenza non sono ancora pronti a svolgere
tale ruolo. Oggi, i principali centri economici mondiali sono sempre più una fonte di problemi e rischi, invece
di svolgere il ruolo di motori di sviluppo per il sistema economico globale. Le tensioni sociali ed etnoculturali
aumentano rapidamente. Effettivamente, gli Stati che si definiscono «portatori di democrazia» sono alleati di
forze distruttive che minano la sicurezza delle nazioni. Anche le migliori intenzioni non possono giustificare la
violazione delle leggi internazionali e della sovranità degli Stati. Inoltre l'esperienza insegna che gli obiettivi
iniziali, di norma, non sono raggiunti, mentre i costi si rivelano regolarmente maggiori del previsto. Siamo
arrivati a un punto veramente critico. Il fatto che poche migliaia di teppisti (anche se sostenuti da forze
esterne) abbiano deciso nel 1999 di attaccare una nazione con un esercito composto da un milione di soldati,
la dice lunga sulla tragica situazione di allora. In troppi pensavano che ci avrebbero finiti. Mi ricordo bene il
testo con le informazioni (intercettate allora dal servizio di sicurezza, l'Fsb), inviato da Khattab (uno dei
terroristi internazionali più noti e pericolosi, responsabile di efferate uccisioni in Cecenia) ai suoi complici.
Scrisse: «La Russia è debole come non mai. Abbiamo un'opportunità irripetibile di strapparle i territori del
Caucaso del Nord». I terroristi avevano fatto male i calcoli; l'esercito russo, con l'aiuto dei ceceni e di altre
popolazioni del Caucaso, difese l'unità e l'integrità nazionale. Comunque, abbiamo dovuto fare un enorme
sforzo per riemergere da questo baratro, riunificare la nazione, ristabilire lo status della Russia come entità
geopolitica, risollevare l'economia dalla rovina e ristabilire l'autorità principale. La sfida immediata che ci
trovavamo davanti in quel momento era il ristabilimento della reale unità del Paese, in altri termini della
sovranità del popolo russo, piuttosto che dei singoli o di alcuni gruppi. La Russia ha resistito alle scosse della
crisi globale perché ci siamo ampiamente dedicati ad affrontare le priorità e le sfide più urgenti.Il periodo del
recupero è finito; la fase post sovietica è completata. Sono state create tutte le condizioni per andare avanti,
su una nuova base e con un nuovo ruolo, e allo stesso tempo l'irreversibile trasformazione globale è per noi
un'enorme opportunità. E qui vorrei specificare perché ho deciso di correre alle elezioni presidenziali in Russia
del 2012. Nel 1999, quando sono diventato primo ministro e poi presidente, la nostra nazione versava in una
crisi profonda e strutturale. Ed è stato quel gruppo di persone, unite dalle stesse idee (alla cui guida c'era il
sottoscritto), che ha tirato fuori la Russia dalla guerra civile, ha sconfitto il terrorismo, ha restaurato
l'integrità territoriale e l'ordine costituzionale, ha fatto rivivere l'economia e ha assicurato alla Russia per
dieci anni uno dei tassi di crescita più elevati nel mondo, nonché un aumento del reddito reale. Oggi,
possiamo vedere ciò che ha funzionato bene, e anche ciò che non lo ha fatto o che va abbandonato del tutto.
Il principale compito sarà quello di rimuovere dalla strada verso lo sviluppo tutto ciò che ci impedisce di
andare avanti. Per il futuro, io vedo i seguenti obiettivi: ultimare la costruzione di un sistema politico in
Russia, di una struttura di garanzie sociali e protezione dei cittadini, e di un modello economico. Questi
elementi contribuiscono a creare un organismo statale singolo, vitale, in costante evoluzione e allo stesso
tempo stabile e vigoroso. Ciò significa difendere la giustizia e la dignità di ciascun essere umano, la verità, e
la fiducia nei rapporti tra Stato e società. Ci sono ancora molte questioni da risolvere. Saremo in grado di
trasformare le nuove sfide in vantaggi per la Russia, un Paese che supera gli ostacoli uscendone sempre
vincitore. Abbiamo una nuova generazione di persone creative e responsabili che hanno una visione del
futuro. La modalità con cui risponderemo alle sfide odierne, e con cui rafforzeremo la nostra posizione in un
mondo in costante evoluzione, dipende solo da noi. Nelle prossime settimane sottoporrò alcune idee su
questi temi al pubblico dibattito. L'articolo, offerto a MF- Milano Finanza in esclusiva per l'Italia, è apparso su
Izvestia di lunedì 16 gennaio
Rassegna stampa
Milano Finanza (MF)
"Nel 2012 Enasarco migliora il sostegno agli iscritti"
Data:
18/01/2012
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MF
sezione: Mercati Globali data: 18/01/2012 - pag: 17
autore:
Aumenta l'importo erogato in caso di nascita di un figlio. E da quest'anno novità importanti
riguardano anche i premi di studio
Nel 2012 Enasarco migliora il sostegno agli iscritti
Anche per il 2012 gli iscritti a Enasarco potranno usufruire di una vasta gamma di prestazioni integrative.
Oltre al Fondo Previdenza, gli agenti e i pensionati hanno infatti a disposizione presso la Fondazione anche
un Fondo Assistenza, che ogni anno consente, in presenza di determinati requisiti, di finanziare numerosi tipi
di sovvenzioni: dall'assegno per nascita o adozione al contributo di maternità, dai premi di studio a quelli per
le tesi di laurea, dai soggiorni climatici e termali alle erogazioni straordinarie, dagli assegni funerari ai sussidi
per gli anziani che soggiornano in case di riposo. Proprio pochi giorni fa è stato pubblicato il «Programma dei
criteri e delle procedure relativi alle prestazioni integrative di previdenza anno 2012», che definisce i requisiti,
i criteri e le modalità di domanda. Accanto allo sforzo per continuare ad assicurare le forme di sostegno già
previste, Enasarco ha anche lavorato per apportare alcuni interventi migliorativi. Iniziamo qui a esaminare
nel dettaglio alcune prestazioni integrative, a partire dal contributo che può essere richiesto per la nascita o
l'adozione di un bambino. L'importo erogato agli iscritti che abbiano i requisiti previsti è stato elevato: quello
per il primo figlio passa infatti da 420 a 500 euro, quello per il secondo da 550 a 650 euro e quello per il
terzo figlio in poi da 700 a 750. Possono farne richiesta tutti gli agenti in attività, uomini e donne, che
abbiano un'anzianità contributiva complessiva di almeno tre anni, di cui gli ultimi due consecutivi, e un conto
previdenziale incrementato esclusivamente da contributi obbligatori che al 31 dicembre 2010 presentasse un
saldo attivo non inferiore a 1.780 euro. La domanda può essere presentata anche dai pensionati diretti
Enasarco. Nel caso in cui entrambi i genitori siano iscritti alla Fondazione, verrà erogata una sola prestazione.
Va ricordato che il contributo va tassativamente richiesto entro un anno dall'evento. Viene inoltre mantenuta
la nuova prestazione introdotta nel 2011, ovvero il contributo di maternità riservato a tutte le donne agenti,
cumulabile con l'assegno per nascita o adozione. L'intento è quello di venire incontro alle iscritte che si
trovino a fronteggiare una diminuzione del reddito in seguito alla gravidanza. Per ogni figlio l'agente donna
avrà diritto a un contributo pari a 1.000 euro. L'importo è elevato a 1.250 euro per il secondo figlio e a 1.500
per il terzo o i successivi. I requisiti sono i medesimi richiesti per il contributo per nascita o adozione. Novità
importanti riguardano i premi di studio: da quest'anno possono essere richiesti non solo dai figli degli agenti
in attività che abbiano conseguito il diploma di maturità, una laurea di primo livello o specialistica, ma anche
dagli agenti stessi che si siano laureati nell'anno accademico 2010-2011. A essi infatti Enasarco riserva 50
premi, nell'ottica di promuovere la crescita culturale e professionale dell'iscritto, premiandone l'impegno. E
per la prima volta sarà possibile la cumulabilità del premio tra l'agente e il figlio di quest'ultimo. Vengono poi
introdotti cinque nuovi riconoscimenti di 5 mila euro ciascuno per corsi di specializzazione e master post
laurea in materie attinenti agli scopi istituzionali della Fondazione. Cresce anche, passando da cinque a dieci,
il numero dei premi assegnati alle tesi di laurea, erogati tramite concorso con lo scopo di incentivare studi e
ricerche originali su materie di carattere giuridico, economico o statistico che interessino la professione di
agente o che riguardino la previdenza complementare. Per entrambe le prestazioni potranno presentare
richiesta gli agenti in attività o i figli degli agenti in attività con un conto previdenziale incrementato
esclusivamente da contributi obbligatori che al 31 dicembre 2010 presenti un saldo attivo non inferiore a
1.980 euro e una anzianità contributiva complessiva di almeno cinque anni, di cui gli ultimi tre consecutivi;
gli orfani o i figli a carico dei pensionati Enasarco; gli orfani degli agenti con un'anzianità contributiva
complessiva di almeno due anni per decessi avvenuti mentre era in corso un rapporto di agenzia oppure di
cinque anni per decessi avvenuti dopo la cessazione dell'attività. Per tutti gli approfondimenti e per la
normativa completa si rinvia al testo integrale del Programma delle prestazioni integrative di previdenza,
disponibile sul sito enasarco.it.
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Morningstar Italia
"Previdenza, si punta sull'informazione"
Data: 18/01/2012
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Previdenza, si punta sull’informazione
Nel pacchetto Fornero ci sono una serie di misure per accrescere la consapevolezza dei lavoratori sulla situazione
pensionistica.
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Valerio Baselli | 17-01-12 | Invia Articolo via E-mail
In principio fu la “busta arancione”. Già nel 2009 se ne parlava, quando l’ex ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ribadiva
l’importanza di questa pratica importata dalla Svezia. La “busta arancione”, infatti, non è altro che una comunicazione
annuale da parte dell’ente previdenziale nazionale (in Italia l’Inps) a tutti gli iscritti, con le stime della loro posizione
individuale, ovvero lo stato del conto corrente previdenziale, le proiezioni sui tempi di maturazione dei requisiti per il
pensionamento e il valore economico dell’assegno. Risultato? Siamo ancora alla fase sperimentale, avviata lo scorso autunno
che ha riguardato 100 mila lavoratori.
Informazione per legge
Ora, il nuovo ministro Elsa Fornero ci riprova. Nel nuovo pacchetto di riforme, il decreto “Salva Italia”, approvato il mese
scorso dal governo, infatti, c’è anche un punto che riguarda proprio l’informazione previdenziale. In pratica, i lavoratori
italiani riceveranno ogni anno una comunicazione dal proprio ente pensionistico sulla loro posizione previdenziale, “nell’ambito
di un programma coordinato di iniziative di informazione e di educazione previdenziale, che vedrà coinvolti ogni anno il
Ministero del lavoro e delle politiche sociali insieme agli enti di primo pilastro” (comma 29 del’art.24 del decreto). Si cerca
insomma di introdurre per legge ciò che da tempo gli addetti ai lavori auspicano: un piano di diffusione della cultura
previdenziale, che renda più attivo il rapporto tra il lavoratore e il proprio ente previdenziale. Il contenuto della
comunicazione è ancora da definire nei dettagli.
Scelte consapevoli
Ma perchè questo è un punto fondamentale? Nell’ottobre 2010, il presidente dell’Inps, Antonio Mastropasqua, parlando ad un
convegno organizzato da Ania e Consumatori, avrebbe risposto con una battuta (poi smentita) a chi gli chiedeva come mai
per i lavoratori parasubordinati, i cosiddetti “precari”, non fosse possibile consultare online la proiezione dell’assegno
previdenziale atteso a fine carriera: “Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo una
rivolta sociale”.
Conoscere una stima della propria pensione futura permetterà ai lavoratori di avere più consapevolezza sulla propria
situazione previdenziale, prendendo di conseguenza le decisioni più opportune per costruirsi una prestazione adeguata, in
caso anche di secondo pilastro.
Educazione previdenziale in arrivo
In realtà, il “piano Fornero” non finisce qui. Grande spazio sarà dedicato anche all’educazione previdenziale. L’idea del
ministro, spiegata alla stampa nel corso di diverse interviste, è quella di avviare già la prossima primavera iniziative e piani
di sviluppo dedicati proprio all’educazione finanziaria, per diffondere su larga scala la consapevolezza del proprio destino
previdenziale.
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Sole 24 Ore, Il
"Cura in dieci mosse per riavviare il motore del Paese"
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Data:
18/01/2012
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Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE
sezione: PRIMO PIANO data: 2012- 01- 18 - pag: 16
MERCATI E MANOVRA Le liberalizzazioni
Cura in dieci mosse per riavviare il motore del Paese
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Interventi su energia, poste, servizi locali I TRENI Per il trasporto ferroviario si
rilanciano la separazione proprietaria tra Rfi e la holding Fs e l'obbligo di gare sulle
tratte regionali
Carmine Fotina ROMA Dieci proposte per la crescita, per rimettere in pista il Paese con una cura di liberalizzazioni e modernizzazione del welfare,
dell'università, della giustizia. Il pacchetto, destinatario il premier Mario Monti, arriva dai think tank Istituto Bruno Leoni e Glocus. «La caratteristica
delle proposte avanzate sottolinea il dossier coordinato da Linda Lanzillotta, presidente di Glocus, e da Carlo Stagnaro, direttore ricerche Ibl è
quella di essere virtualmente a costo zero per il bilancio pubblico e di essere tutte realizzabili in tempi brevi». Il rapporto, che sarà presentato oggi
presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, tocca anche i settori interessati dal decreto prossimo al traguardo. Il primo capitolo si
sofferma proprio sulla novità degli ultimi giorni, cioè la separazione proprietaria della rete di trasporto nazionale dell'incumbent verticalmente
integrato, cioè Eni che oggi controlla Snam Rete Gas. Sarebbe opportuno secondo Ibl e Glocus «operare una politica simile in relazione agli
stoccaggi, che potrebbero essere "spezzettati" tra soggetti diversi». In primo piano anche le poste con «un'assegnazione con gara ad evidenza
pubblica e una più congrua definizione dei limiti qualitativi, temporali e territoriali della quantificazione dell'onere per il servizio universale». Più
complesso il discorso sulla privatizzazione di Poste Italiane, che andrebbe necessariamente anticipata da «una trasparente societarizzazione delle
diverse attività attualmente Bancoposta è separato dai servizi postali solo dal punto di vista contabile con un chiaro ruolo attribuito alla rete degli
uffici postali». Nella ricetta entrano ovviamente anche le professioni per le quali si suggerisce una sola legge- quadro con la quale stabilire che per
esercitare ciascuna professione è necessario iscriversi ad un Ordine professionale, concedendo però la possibilità di istituire più Ordini per ogni
professione. Fitto il capitolo sui servizi pubblici locali (Spl) che fa perno sul principio delle procedure concorsuali come modalità ordinaria. Sul
trasporto ferroviario regionale si ritiene essenziale istituire un fondo di contribuzione finanziato dagli operatori delle tratte redditizie volto alla
copertura degli oneri di servizio universale. Il pacchetto include anche l'attribuzione alle competenze esclusive dello Stato delle funzioni di
programmazione e tutela della concorrenza. Sulle ferrovie si rilanciano, tra le altre proposte, la separazione proprietaria tra Rfi e la holding Fs e
l'obbligo di gare sulle tratte regionali. Il dossier integra alle liberalizzazioni anche misure a più ampio spettro sulla crescita. Dai fondi pensione
(stop alla distinzione tra chiusi e aperti) al welfare con indicizzazione dei trattamenti pensionistici al tasso di crescita del Pil, superamento definitivo
delle pensioni di anzianità, soglia anagrafica per l'accesso alla reversibilità. Per il mercato del lavoro spiccano quattro proposte: estendere l'Ace
(sconto fiscale sulla capitalizzazione delle imprese) anche all'occupazione di qualità, strumenti finanziari ad hoc per spin off universitari e start up,
«job shadowing» per facilitare l'accesso dei giovani all'artigianato, reddito minimo garantito di cittadinanza per giovani disoccupati o occupati al di
sotto di una certa soglia di reddito. RIPRODUZIONE RISERVATALe indicazioni al Governo MontiMERCATO DEL GAS L'intervento Separazione
proprietaria della rete di trasporto nazionale dall'incumbent verticalmente integrato. Sarebbe opportuno, anche se non strettamente necessario,
operare una politica simile in relazione agli stoccaggi, che potrebbero essere "spezzettati" tra soggetti diversi I costi L'operazione non ha alcun
costo né esplicito né implicito per il bilancio pubblicoSERVIZI POSTALI L'intervento È necessario assicurare che il settore postale sia regolato da un
organismo indipendente, e non da un'Agenzia ministeriale, come attualmente prescritto dal decreto I costi L'operazione di riforma è a costo zero
per il bilancio pubblico e, nel caso di una privatizzazione parziale o totale del monopolista, può determinare entrate straordinarie derivanti dalla
cessione di rami d'aziendaWELFARE ORDINI PROFESSIONALI L'intervento L'intero sistema delle professioni viene ricondotto a una sola leggequadro statale: nella legge- quadro si stabilisce che per esercitare ciascuna professione è necessario iscriversi a un Ordine professionale, ma si
concede la possibilità di istituire più Ordini per ciascuna professione I costi La riforma del sistema ordinistico è a costo zero per le finanze
pubblicheSERVIZI PUBBLICI LOCALI L'intervento Si suggerisce un unico provvedimento legislativo con una parte di principi comuni, a cui facciano
seguto titoli relativi a ciascun settore, per tener conto delle inevitabili peculiarità I costi Il disegno di liberalizzazione e di riforma comporta costi di
entità in generale modesta, compensati sia dalle migliori performance sia dai costi evitati in termini di sprechiTRASPORTI FERROVIARI L'intervento
Scenario complesso: nell'Alta velocità agisce il monopolista Trenitalia (a breve arriverà il secondo operatore Ntv); nelle merci i privati lamentano
discriminazioni; nel trasporto regionale sono state introdotte norme di chiara natura anticompetitiva. Servono misure specifiche per ciascuno dei
tre segmenti I costi Operazione in teoria a costo zero per le finanze pubblicheFONDI PENSIONE L'intervento Tre passi possibili: eliminare la clausola
che limita la portabilità del contributo del datore di lavoro. Eliminare la distinzione tra fondi chiusi e aperti. Destinare una parte dei contributi
obbligatori a un fondo pensione, piuttosto che al sistema previdenziale pubblico I costi Niente costi per i primi due tipi di intervento. Ma il secondo
può incontrare l' opposizione dei sindacati. Il terzo ridurrebbe il gettito contributivoL'intervento Superamento di alcuni degli attuali strumenti
(pensioni di anzianità e reversibilità) e pensioni legate al Pil. Un nuovo strumento su base volontaria per i giovani. Assicurazione obbligatoria per
nuovi contratti di lavoro finanziata da un premio a carico del datore di lavoro I costi Saldi invariati: con spostamento di risorse da un capitolo di
spesa ad altri per 15 miliardi annui. Assicurazione finanziata dai premiMERCATO DEL LAVORO L'intervento Costi del lavoro agevolati per i giovani e
donne laureati. Finanziamenti per spin off universitari, start up e per nuove imprese di giovani e donne. Reddito minimo garantito ai giovani
disoccupati. Fondo per le nuove generazioni e misure per la conciliazione e per gli asili I costi Lavoro dipendente: 600 milioni; autonomi: 200
milioni; 3 miliardi per il reddito minimo garantito; 1,4 per i nuovi nati e 2 per gli asiliGIUSTIZIA CIVILE L'intervento Riforma del Csm con sorteggio
frequente dei componenti tra tutti i magistrati; estendere la mediazione; liberalizzare l'attività di notificazione creando migliaia di posti di lavoro;
estendere l'informatizzazione degli atti giudiziari; eliminare l'obbligo di domiciliazione I costi La maggior parte delle misure sono prive di costi, o
hanno costi molto ridottiUNIVERSITÀ L'intervento Sul fronte del diritto allo studio ampliare la platea dei beneficiari di borse e prestiti per finanziare
gli studi. Per modernizzare e rendere competitivo il sistema: ampliare i finanziamenti alle Università che sviluppano una didattica e una ricerca
migliori. Abolire il valore legale del titolo di studio I costi Almeno 250 milioni di euro, da coprire con un contributo di solidarietà dai baby- pensionati
Rassegna stampa
Sole 24 Ore, Il
"Inarcassa è pronta al contributivo per garantire conti in equilibrio a 50 anni"
Data:
18/01/2012
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Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE
sezione: PRIMO PIANO data: 2012- 01- 18 - pag: 15
Il fronte previdenziale. Parla il presidente Paola Muratorio
Inarcassa è pronta al contributivo per garantire conti
in equilibrio a 50 anni
LA VECCHIA DELIBERA L'innalzamento dell'aliquota soggettiva fino al 14,5% dal
2013 permetterà al saldo previdenziale di restare positivo fino al 2035 LA
SITUAZIONE Se non si potrà considerare anche il patrimonio (5,8 miliardi di
valore) l'ente sarà costretto a una nuova riforma
Nessun problema di conti nell'immediato, ma per raggiungere l'obiettivo della sostenibilità dei conti a 50 anni anche Inarcassa si prepara ad
abbandonare il sistema retributivo. Ingegneri e architetti dovranno con ogni probabilità accettare un assegno previdenziale calcolato sulla base
dei contributi effettivamente versati. «Il decreto Monti (legge 214/2011) ha accelerato le verifiche che Inarcassa aveva già in programma di
portare avanti avendo come obiettivo il monitoraggio costante della sostenibilità dice il presidente Paola Muratorio . Faremo la nostra riforma ma
vogliamo farla sulla base di dati certi e di un lavoro approfondito». L'ufficio studi della Cassa si è messo al lavoro subito dopo l'entrata in vigore
del decreto per aggiornare i dati sugli iscritti ai redditi 2010, sulla base dell'ultima dichiarazione disponibile. Allo stesso tempo il Cda ha
deliberato la costituzione di un comitato scientifico, con esperti di previdenza esterni all'ente e ha messo in programma per l'8 febbraio a Roma
un workshop internazionale al quale parteciperanno alcuni tra i consulenti di sistemi previdenziali della Banca Mondiale, tra i quali Ole Settergren
(Swedish Pensions Agency), considerato tra i massimi estermi mondiali in campo previdenziale. Lo sbocco di questo percorso è un passaggio al
sistema contributivo? «Studieremo tutte le possibilità dice Muratorio , ma mi sembra una via obbligata anche se a decidere non sarà il Cda, ma il
comitato nazionale dei delegati». In base ai dati della Cassa, grazie all'ultima riforma che ha previsto l'innalzamento graduale delle aliquote
soggettive fino al 14,5% dal 2013, il saldo previdenziale è destinato a rimane positivo fino al 2035. «Al momento vantiamo una notevole
eccedenza nel bilancio tra contributi e prestazioni correnti dice la presidente Abbiamo una forte componente di giovani attivi, ma con redditi
bassi, tra i nostri iscritti (160.655, di cui 87.360 architetti). La nostra gobba previdenziale è dunque spostata in avanti. Se, come prevede la
legge, saremo costretti a basarci solo sul saldo previdenziale, senza poter tenere conto di un patrimonio da 5,8 miliardi che cresce del 10%
all'anno e di un capitale che aumenterà esponenzialmente nel tempo, saremo costretti a cambiare strada. Altrimenti secondo le prime
simulazioni, dal 2035 in poi saremmo costretti a chiedere ai nostri iscritti il versamento di aliquote insostenibili». Il cambio di rotta sembra
dunque inevitabile. «Anche se avverte Muratorio non dobbiamo perdere di vista il primo obiettivo che deve essere quello di costruire un vero
mercato con reali opportunità di lavoro. Altrimenti dopo la nostra riforma potremmo anche risultare sostenibili per l'eternità, ma se non ci
saranno nuovi ingressi con redditi adeguati costruiremmo solo una sostenibilità finanziaria. Occorre lavoro perché le giovani generazioni e le
donne possano avere veri percorsi lavorativi e non precariato per molti anni con redditi bassissimi». Sul punto Inarcassa, insieme alle altre casse
dei professionisti tecnici, ha annunciato lo scorso autunno la costituzione di un fondo da 100 milioni per le infrastrutture, con nuovi progetti da
affidare privilegiando i concorsi di architettura. «L'iniziativa è tuttora in piedi sottolinea Muratorio anche se ora abbiamo dovuto giocoforza
concentrarci sulla riforma». Mau. S. RIPRODUZIONE RISERVATAI NUMERI28.882IL REDDITO MEDIO DEL 2011 Il reddito medio degli iscritti a
Inarcassa (ingegneri e architetti). Il dato relativo al reddito medio dei soli architetti è di 22.825 euro annui (redditi dichiarati per l'anno
2010)4.143IL CONTRIBUTO MEDIO Secondo i dati Inarcassa gli iscritti nel 2011 hanno versato un contributo medio di 4.143 euro. Nel 2010
questo dato è stato pari a 3.941 euro30.963LA PENSIONE DI ANZIANITÀ L'assegno medio per le pensioni di anzianità ha di poco superato i
30mila euro nel 2011, mentre quello relativo alle pensioni di vecchiaia è pari a 28.545 euro
Rassegna stampa
Sole 24 Ore, Il
"Pensioni, soluzione per gli esodi"
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Data:
18/01/2012
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Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2012- 01- 18 - pag: 35
Dl milleproroghe. Al lavoro in Commissione per trovare un sistema che superi i problemi rimasti
aperti dopo la riforma
Pensioni, soluzione per gli esodi
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182" Croprect="15 8 133 176"
Possibile rinvio di un anno - Per gli accordi di mobilità confine al 31 dicembre 2011
IL QUADRO PARLAMENTARE Linea comune sui correttivi fra Pdl, Pd e Terzo polo Il
Governo disponibile ad accogliere almeno una parte delle richieste
Marco Rogari ROMA Slittamento di un anno, o almeno sei mesi, dell'entrata in vigore delle nuove regole previdenziali targate Fornero- Monti. È
questa la soluzione ponte che si sta profilando per rafforzare la salvaguardia dei cosiddetti lavoratori «esodati»: quelli che, essendo con le
vecchie disposizioni in prossimità del pensionamento, hanno optato per uscite dal lavoro incentivate e ora rischiano, per effetto della nuova
riforma previdenziale, di restare senza stipendio e senza pensione. Una proroga dunque, in attesa di congegnare nelle prossime settimane un
eventuale correttivo ad hoc alla riforma, su cui convergono Pd, Pdl, Terzo polo e Pt con proposte unitarie di modifica al "milleproroghe"
presentate alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera. Su queste richieste oggi il Governo e le due Commissioni esprimeranno
il loro parere. L'Esecutivo sembra comunque intenzionato a recepire (almeno in parte) le sollecitazioni che arrivano dai gruppi parlamentari che lo
sostengono. Lo stesso ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, in tarda mattinata, dopo che degli oltre 800 emendamenti formulati
lunedì ne erano sopravvissuti ben 347 alla scure dell'ammissibilità, aveva ribadito la disponibilità al confronto ma su un pacchetto ristretto di non
più di una trentina di proposte di modifica. Un ulteriore segnale di disponibilità del Governo è arrivato con la decisione di non porre la fiducia in
Aula a Montecitorio dove il testo approderà lunedì 23. A questo punto il presidente della commissione Lavoro, Silvano Moffa (Pt) e i capigruppo in
commissione, Cesare Damiano (Pd), Antonino Foti (Pdl), Nedo Poli (Terzo Polo), hanno deciso di convergere su emendamenti unitari al
milleproroghe «per dare soluzione a problemi aperti con la riforma pensionistica introdotta dal Dl «Salva Italia», dando anche seguito agli ordini
del giorno già accolti dal governo». I primi due ritocchi prevedono «il differimento di un anno dell'applicazione delle nuove norme pensionistiche
per i lavoratori che abbiano già risolto il loro rapporto di lavoro in ragione di accordi individuali, accordi collettivi di incentivo all'esodo, accordi di
crisi, fallimento o riorganizzazione aziendale» e «la dilazione al 31 dicembre 2011 del termine per la validità degli accordi sindacali di mobilità».
Resta però ancora parzialmente da sciogliere il nodo delle coperture. Per questo motivo l'orientamento del Governo è di dare il via libera in
Commissione alla proroga per gli esodati (costi ridotti) e di rinviare all'approdo del testo in Aula la valutazione sui ritocchi proposti per esentare i
lavoratori «precoci» (quelli che hanno cominciato a lavorare tra i 16 e i 18 anni di età) dalle penalizzazioni previste dalla riforma per i
pensionamenti degli "under 62" con il solo canale contributivo. Proposta, sempre unitariamente da Pd, Pdl, Terzo polo e Pt, anche la «proroga di
un anno per l'entrata in vigore del nuovo meccanismo di convergenza, tra uomini e donne, dei requisiti anagrafici per l'accesso al trattamento
pensionistico di vecchiaia» e ritocchi sui lavoratori soprannumerari di Inpdap e Enpals dopo la fusione dei due enti nel super- Inps. Oggi la
Commissione comincerà a votare gli emendamenti con l'obiettivo di concludere domani l'esame del testo in sede referente. Tra gli altri ritocchi
con chance di ottenere il via libera, quelli sulle deroghe al patto di stabilità interno per consentire agli enti locali alcune assunzioni e alcuni
ritocchi sul personale della scuola. RIPRODUZIONE RISERVATAIn edicolaRistampa per la Guida Tutte le novità sulle pensioni. La copertina di «Le
nuove pensioni», l'instant book del Sole 24 Ore dedicato alla riforma previdenziale varata dal Governo, con il quotidiano a 6,90 euro. Al via la
ristampa.Come cambia la previdenza dopo la manovra Monti. Il libro «Le nuove pensioni» è andato esaurito in molti punti vendita. In questi
giorni i lettori di tutta Italia trovano la ristampa dell'instant book con tutte le novità della nuova riforma e le risposte degli esperti per capire il
nuovo sistema previdenziale. È possibile prenotare una copia in edicola. Dall'età flessibile per la pensione di vecchiaia all'applicazione del metodo
di calcolo contributivo per tutti, allo stop per le anzianità: le novità sono illustrate dagli esperti punto per punto. Il volume è acquistabile a 6,90
euro più il prezzo del quotidiano. Il libro è disponibile anche online sul sito del Sole.
Rassegna stampa
Sole 24 Ore, Il
"«Meno fisco sul lavoro»"
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Data:
18/01/2012
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Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE
sezione: PRIMO PIANO data: 2012- 01- 18 - pag: 23
MERCATI E MANOVRA Relazioni industriali
«Meno fisco sul lavoro»
I sindacati. Il leader della Uil Luigi Angeletti, quello della Cisl Raffaele Bonanni(al
centro), e della Cgil Susanna Camusso
Cgil, Cisl e Uil al Governo: lotta all'evasione per ridurre il carico LA RETE Sistema di
ammortizzatori su base assicurativa finanziato con i contributi delle imprese Due i
binari: Cig e indennità di mobilità o disoccupazione I CONTRATTI Apprendistato,
inserimento e part time per giovani donne e over-50 Forme parasubordinate entro
la contrattazione collettiva
Giorgio Pogliotti ROMA Meno carico fiscale sul lavoro. Un piano che promuova la "buona occupazione". Modifiche in tema di previdenza,
all'insegna di una maggiore gradualità. Sono le richieste contenute nel documento approvato ieri dalle segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil (la
precedente riunione risale al 7 maggio del 2008) , un testo di nove pagine con tre capitoli (mercato del lavoro, previdenza e liberalizzazioni),
inviato al Governo per sollecitare l'apertura di un tavolo sulla crescita, che vada oltre quello in corso con il ministro Fornero. A sottolineare il
legame tra i temi è la leader della Cgil, Susanna Camusso: «Non c'è una soluzione al tema della crescita che non guarda all'occupazione e non
c'è una risposta all'occupazione che riguarda solo la riforma del mercato del lavoro». Sul fronte "equità" i sindacati sollecitano un intervento di
riduzione delle tasse a beneficio di lavoratori, pensionati e famiglie da finanziare con gli introiti della lotta all'evasione, con un'imposizione sui
patrimoni mobiliari e immobiliari, per realizzare una «redistribuzione più equa della pressione fiscale». Sugli ammortizzatori sociali, si propone un
nuovo sistema su base assicurativa finanziato con il contributo di tutte le imprese per estendere le tutele a tutte le tipologie di lavoro e a tutte le
dimensioni di azienda. Due gli strumenti: la cassa integrazione e l'indennità di mobilità/disoccupazione (con un graduale incremento di
quest'ultima). Cgil, Cisl e Uil chiedono al Governo di favorire la "buona occupazione" incentivando le tipologie contrattuali che promuovono lavoro
stabile (apprendistato per giovani, donne e over 50, inserimento, part- time). Vanno contrastati gli abusi di lavoro flessibile parificando i costi
contrattuali e contributivi rispetto al lavoro a tempo indeterminato, con un "di più" che servirà per gli ammortizzatori, sul modello del lavoro
somministrato che potrebbe assorbire molte delle tipologie del lavoro atipico. Per il contratto a tempo determinato propongono una
semplificazione per durata e tetto fissato dai contratti nazionali. Il lavoro parasubordinato va ricondotto alla contrattazione collettiva di settore,
definendo un reddito annuo minimo. Inoltre va limitato il ricorso ai voucher, riducendo le tipologie di committenti e prestatori, contrastando gli
abusi sui tirocini. Per Cgil, Cisl e Uil la priorità è «il lavoro, la ripresa dell'economia e la creazione di posti di lavoro». Rispondendo alla leader
degli industriali Emma Marcegaglia per la quale il tavolo con il Governo deve avvenire senza veti («Quando il ministro Fornero - ha detto - ci
convocherà noi ci siederemo al tavolo con senso di responsabilità e senza condizionamenti ideologici, senza dire dei nò prima di sederci. Ci
aspettiamo che anche i sindacati facciano la stessa cosa»), Susanna Camusso ha sottolineato che l'articolo 18 nel documento unitario non é mai
citato: «Se il Governo vuole introdurlo significa che non vuole un confronto vero. Noi non lo consideriamo risolutivo per nessuno dei problemi». Il
numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, convinto che «il Governo abbia capito che é un tema forviante» ha aggiunto: «Io non ho mai avuto
tabù ma vedo ideologia da altre parti». Il leader della Uil, Luigi Angeletti, ha rispedito le accuse al mittente: «noi abbiamo idee, non
pregiudiziali». Per i sindacati va riaperto il capitolo "pensioni" con un intervento a favore dell'emergenza sociale di quanti hanno sottoscritto la
risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con accordi basati sui requisiti pensionistici previgenti, oltrechè dei lavoratori in Cig e mobilità
colpiti dall'allugamento della vita lavorativa. Per l'accesso al pensionamento anticipato con il requisito contributivo si propone di eliminare
qualsiasi penalizzazione per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni, così come l'aggancio del medesimo requisito all'aumento dell'aspettativa di
vita. Propongono di sperimentare il part time negli ultimi anni di lavoro (con una maggiorazione incentivante della relativa copertura figurativa),
rendendo più sostenibile l'allungamento di età di accesso alla pensione. Sulle liberalizzazioni va garantito il mantenimento della proprietà pubblica
degli asset strategici, non si devono mettere in discussione i servizi universali, il rispetto dei contratti nazionali di settore e la tutela del lavoro.
Preoccupano, intanto i dati sulla disoccupazione: nell'area Ocse, a novembre si è attestata all'8,2%, invariata dal mese di agosto. Nell'area euro
é ferma al 10,3% (massimo dall'inizio della crisi), con aumenti in Portogallo (13,2%), Spagna (22,9%) e Italia (8,6%). RIPRODUZIONE
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