RIPRISTINO MORFOLOGICO DEL SISTEMA DUNALE E

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RIPRISTINO MORFOLOGICO DEL SISTEMA DUNALE E
Provincia di Livorno
Unità di Servizio “Pianificazione, Difesa del Suolo e delle Coste”
Unità organizzativa “Risorse marine e Georisorse”
RIPRISTINO MORFOLOGICO DEL SISTEMA
DUNALE E RETRODUNALE DEL GOLFO DI
FOLLONICA
nel tratto compreso tra Torre del Sale e Carbonifera
(Comune di Piombino)
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
CONSULENTI ALLA PROGETTAZIONE
Dott. Geol. Enrico Bartoletti
NEMO SRL Firenze:
Dott. Nat. Leonardo Lombardi
Dott. For. Michele Giunti
Dott. Geol. Paolo Orlandini
PROGETTO PRELIMINARE
Maggio 2009
Sommario
Indice
1. INTRODUZIONE ............................................................................................................. 4 2. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO E DINAMICHE IN ATTO NELLA LINEA DI
COSTA......................................................................................................................................... 6 2.1 INQUADRAMENTO GENERALE ....................................................................................... 6 2.2 INQUADRAMENTO STORICO ........................................................................................... 7 2.3 ASSETTOMORFOLOGICO ................................................................................................. 7 2.4 DISSESTI AREALI IN ATTO............................................................................................. 10 3. INQUADRAMENTO NATURALISTICO DELL’AREA COSTIERA DI STERPAIA 17 3.1 INTRODUZIONE ............................................................................................................... 17 3.2 INQUADRAMENTO VEGETAZIONALE E FLORISTICO ............................................... 17 3.3 INQUADRAMENTO FAUNISTICO................................................................................... 30 4. PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED UTILIZZO ANTROPICO DELL’AREA
COSTIERA DI STERPAIA....................................................................................................... 37 5. INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI DUNALI E STIMA DEI
COSTI ........................................................................................................................................ 43 6. PROPOSTA DI REGOLAMENTAZIONE DELLE ATTIVITA’ DI USO DELLA FASCIA
COSTIERA ................................................................................................................................ 59 6.1 INTRODUZIONE ............................................................................................................... 59 6.2 PROPOSTA DI BUONE PRATICHE PER UNA FRUIZIONE TURISTICA SOSTENIBILE
DELL’AREA DI STERPAIA ...................................................................................................... 59 6.2.1 Attraversamento degli ambienti dunali ..................................................................................... 61 6.2.2 Accesso animali d’affezione sulla spiaggia ............................................................................... 62 6.2.3 Pulizia della spiaggia e raccolta dei rifiuti ............................................................................... 62 6.2.4 Danneggiamento flora e fauna ................................................................................................. 65 6.2.5 Accesso mezzi meccanici .......................................................................................................... 66 6.2.6 Illuminazione delle strutture balenari e servizi.......................................................................... 66 6.2.7 Verde di arredo delle strutture balneari e servizi ...................................................................... 67 6.2.8 Localizzazione strutture balneari, servizi, ecc. .......................................................................... 67 6.2.9 Acquisizione certificato di “Bagnino sostenibile” ..................................................................... 68 7. BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................. 70 ii
Sommario
INDICE FOTO
FOTO 1 A,B TRATTO CENTRALE DELL’AREA DI INTERVENTO: TRATTO DUNALE DI ELEVATO VALORE
NATURALISTICO CON DUNE FISSE E MOBILI AD AMMOPHILA ARENARIA. ........................................................ 5 FOTO 2 ESEMPIO DI PASSERELLE IN LEGNO REALIZZATE NEL SISTEMA DUNALE DI MARINA DI VECCHIANO (PI). .. 61 FOTO 3 STRUTTURE FRANGIVENTO CON DIFESA AL PIEDE DUNALE NELLE AREE DESTINATE A STABILIMENTO
BALNEARE IN LOC. CARLAPPIANO. RISPETTO AD ALTRI STABILIMENTI LA DIFESA AL PIEDE HA RIDOTTO
L’EFFETTO DI SCALZAMENTO AL PIEDE DELLA DUNA E DELLE DIFESA FRANGIVENTO TUTELANDO
MAGGIORMENTE LE AREE RETROSTANTI CON MINORE DANNEGGIAMENTO DELLE PINETE). ......................... 68 INDICE FIGURE
FIGURA 1 LOCALIZZAZIONE DELL’AREA DI INTERVENTO NEL CONTESTO REGIONALE E PROVINCIALE: PORZIONE
DEL GOLFO DI FOLLONICA COMPRESO TRA LE LOCALITÀ DI T ORRE DEL SALE E CARBONIFERA (COMUNE DI
PIOMBINO). .............................................................................................................................................. 5 FIGURA 2 PROGETTO DI RETI ECOLOGICHE E CONNESSIONE DA TUTELARE (PTC PROVINCIA DI LIVORNO). .......... 37 iii
Introduzione
1.
INTRODUZIONE
Nell’ambito degli interventi di difesa costiera e riqualificazione degli ambienti dunali della
Provincia di Livorno, il settore occidentale del Golfo di Follonica è interessato dal presente
progetto preliminare di Ripristino morfologico del sistema dunale e retrodunale del Golfo di
Follonica nel tratto compreso fra Torre del Sale e Torre Mozza.
Si tratta dell’intervento n° 14 dell’Elenco Interventi prioritari di recupero e riequilibrio del
litorale approvato con Del.C.R. 47/2003 così come modificato con nota prot. n°
124/133569/054.002 (atti Provincia prot. n° 53630 del 15/11/2005) a firma congiunta del
Settore Tutela del Territorio della Regione Toscana e l’Ufficio Regionale per la Tutela del
Territorio e così come modificato dal Tavolo Tecnico del Protocollo d’intesa fra Provincia di
Livorno, Comune di piombino e Circondario della Val di Cornia nella seduta del 12/10/2007.
Gli obbiettivi del progetto sono il ripristino morfologico del sistema dunale e retrodunale del
tratto di spiaggia in oggetto.
La conservazione in buono stato del sistema dunale è un punto fondamentale della gestione
integrata della costa, perchè costituisce di fatto la naturale riserva di sabbia per la spiaggia,
svolge un’importante azione di difesa dall’ingresso delle inondazioni marine e dai venti
salmastri e non per ultimo, per il fondamentale ecosistema ad essa legato. L’intervento
seguirà le seguenti strategie:
1. ripristino e consolidamento della duna nei tratti critici;
2. protezione della duna dalle azioni esterne, intendendo sia quelle atmosferiche che
derivanti dalla pressione antropica
3. tutela e valorizzazione del sistema dunale con l’apposizione di idonea cartellonistica
informativa e/o l’inserimento all’interno di percorsi naturalistici.
Nel dettaglio il progetto preliminare sarà costituito da:
1. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO E DINAMICHE IN ATTO NELLA LINEA DI COSTA.
2. INQUADRAMENTO NATURALISTICO E STATO DI CONSERVAZIONE DEGLI AMBIENTI DUNALI
E RETRODUNALI.
3. PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED UTILIZZO ANTROPICA DELL’AREA COSTIERA DI
STERPAIA.
4. INTERVENTI DI INGEGNERIA NATURALISTICA PER LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI
DUNALI.
5. RAZIONALIZZAZIONE DELLA FRUIZIONE TURISTICA: SENTIERISTICA, ACCESSIBILITA’ E
PANNELLISTICA.
6. INTERVENTI DI ELIMINAZIONE E CONTROLLO DELLE SPECIE ESOTICHE DI FLORA SU
AMBIENTI DUNALI.
4
Introduzione
7. BUONE PRATICHE PER LA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE ATTIVITÀ BALNEARI.
8. STIMA DEI COSTI.
In considerazione delle problematiche di conservazione degli ambienti dunali e retrodunali di
Sterpaia risulta indispensabile associare alla realizzazione degli interventi di riqualificazione
(chiusura aperture nel sistema dunale, realizzazione di fascinate e di strutture frangivento,
realizzazione accessi attrezzati alla spiaggia, eliminazione specie esotiche su dune, ecc.)
anche buone pratiche e norme comportamentali, indirizzate ai gestori degli stabilimenti
balneari, ai fruitori dell’area ed agli Enti competenti alle operazioni di pulizia della spiaggia.
Si tratta di due azioni complementari ed in grado di migliorare l’efficacia complessiva delle
azioni di riqualificazione e difesa del sistema costiero di Sterpaia.
Figura 1 Localizzazione dell’area di
intervento nel contesto regionale e
provinciale: porzione del Golfo di
Follonica compreso tra le località di Torre
del Sale e Carbonifera (Comune di
Piombino).
Foto 1 a,b Tratto centrale dell’area di
intervento: tratto dunale di elevato valore
naturalistico con dune fisse e mobili ad
Ammophila arenaria.
5
Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici
2. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO E DINAMICHE IN
ATTO NELLA LINEA DI COSTA
2.1
INQUADRAMENTO GENERALE
La pianura costiera della Val di Cornia è delimitata a Nord dai monti di Campiglia M.ma ed a
Nord Est dalle colline di Suvereto e dal rilievo di monte Peloso, a Est dalle colline di che si
estendono dalla loc. i forni fino ai rilievi di Vignale e Riotorto, a Ovest dal Promontorio di
Piombino ed a Nord Ovest e Sud dalle coste sabbiose rispettivamente di Rimigliano e del
Golfo di Follonica.
Da un punto di vista prettamente geologico strutturale l’intera pianura del Fiume Cornia si è
impostata su di un Graben riferibile al periodo Neogenico o quaternario facente parte della
tettonica parossismale che ha interessato tutto il margine tirrenico della catena appenninica.
Durante tale fenomeno le depressioni costiere come la pianura del cornia sono state invase dal
mare il quale ha depositato sedimenti costituiti da sabbie argillose e arenarie poco cementate.
All’inizio del quaternario antico l’attuale pianura del cornia era sommersa dal mare formando
un ampio golfo che raggiungeva le località de “i Forni” e che costeggiava i rilievi del
campigliese cosicché il promontorio di Piombino risultava essere un’isola posta a breve
distanza dalla costa.
Gli apporti solidi del Fiume Cornia e la concomitante formazione di cordoni sabbiosi hanno
ridotto l’originario golfo in un sistema di stagni di vaste dimensioni sopravvissuti fino
all’inizio del nostro secolo.
I sedimenti della bassa pianura del Fiume Cornia sono pertanto il risultato di questa
particolare situazione paleogeografica ed il loro spessore valutato intorno ai 100 m è il
risultato di un fenomeno di subsidenza tettonica che si è verificato nella zona.
La zona di pianura del cornia che si affaccia sul Golfo di Follonica non presenta alcun livello
di Panchina pleistocenica, bensì spessori variabili dai 50 ai 100 m di alternanze di ghiaie e/o
sabbie e limi e/o argille. Ciò può trovare una spiegazione nel fatto che tali depositi siano stati
erosi durante l’ultima variazione eustatica e sostituite da depositi lagunari e palustri e fluviali
collegati al trasporto solido del Fiume Cornia.
In sintesi, le escursioni eustatiche, gli apporti solidi del fiume Cornia ed i lenti movimenti di
subsidenza tettonica, hanno trasformato nel tempo l’assetto geologico determinando
nell’intera area, dapprima un’ambiente mare basso e successivamente, dopo lo sviluppo di
esili cordoni dunali, un ambiente prettamente palustre caratterizzando in tal modo tutto il
periodo dell’olocene fino al secolo scorso.
6
Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici
2.2
INQUADRAMENTO STORICO
Il prosciugamento della pianura di Piombino e dei “paduli minori” ad essa associati fu
intrapresa nel 1828 mediante la chiusura della Foce del Puntone, dove avvenivano gli scambi
tra mare e laguna e con l’apertura di una nuova foce, in loc il Capezzuolo a ridosso delle
ultime propaggini del promontorio di Piombino, dove il fondo roccioso permise di armare la
bocca in modo da evitare l’ingresso delle acque marine in laguna.
Il corso del Fiume Cornia, rettificato, fu fornito di nuovi e robusti argini, una rete dei fossi
secondari venne riordinata e il Fosso Cosimo a partire dal 1834, venne impiegato per drenare i
paduli minori che si trovavano a quote superiori del livello del mare.
Nel 1900 fu deviato l’ultimo tratto del F. Cornia in direzione di Torre del Sale con lo sbocco
nella cassa di colmata del residuo stagno di piombino, 1500 m a nord della stessa torre.
Contemporaneamente fu risistemata e rinforzata l’arginatura del fiume a partire dalla loc. I
forni ( comune di Suvereto). la cassa di colmata in quell’epoca era di circa 844 ettari.
I lavori di bonifica terminarono intorno agli anni 40-42.
Nel 1957 il Fume Cornia fu immesso direttamente in mare alla bocca di Torre del sale e il
prosciugamento della zona potè ritenersi concluso, ad eccezione di piccolissime aree che sono
state riempite con terreni di riporto o con impianti idrovori o peggio con materiali di risulta
della lavorazione delle acciaierie di Piombino.
Ad oggi è rimasto un piccolo lembo di area palustre, in loc. Orti-bottagone che testimonia
quello che doveva essere l’ambiente palustre fino a poco meno di un secolo fà.
2.3
ASSETTOMORFOLOGICO
L’area corrispondente alla fascia costiera prospiciente il Golfo di Follonica è suddivisa in due
parti dalla foce del fiume cornia. Si tratta di una fascia dunale, geologicamente “giovane“ e
quindi poco sviluppata; morfologicamente presenta quote altimetriche variabili mediamente
intorno ai 2 m slm. ed una larghezza di circa 30 m. Tendenzialmente si rileva come per
l’intero Golfo di Follonica, il sistema dunale presenti caratteri di maggior grado maturità
andando da Ovest verso Est. Prevalentemente per l’intera zona si tratta per lo più di accumuli
di sabbia in minima parte assestati con un sistema vegetazionale poco sviluppato.
L’intero sistema dunale, se si esclude il tratto relativo alla Sterpaia, presenta per tutto il suo
sviluppo dei caratteri costanti:
- un canale allacciante parallelo alla linea di riva che raccoglie tutte le acque di scolo delle
aree retrostanti e che sversa il proprio carico idrico sui fossi principali (Acquaviava,
Corniaccia e valnera). tale canale è denominato Cervia (già Razzajo) nella parte est del cornia
e Fosso Tombolo nella parte ovest;
7
Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici
- Tra la duna ed il canale allacciante è presente una fascia fortemente depressa che mantiene
ancora oggi caratteristiche morfologiche e vegetazionali di area umida per una larghezza di
circa 80-140 m.
Al fine di elaborare una descrizione più puntuale l’intera area è stata suddivisa come segue :
Foce fosso Tombolo- foce cornia
sviluppo 2,3 Km.
La parte occidentale, (più vicina a Piombino) è caratterizzata da un un esile fascia di battigia
oltre la quale risulta assente ogni minimo accenno ad un qualunque stadio evolutivo di
sistema dunale. Trattasi più semplicemente di accumuli sabbiosi retrostanti la battigia e sui
quali si è sviluppata una vegetazione neppure troppo rigogliosa.
Le quote altimetriche medie si aggirano intorno ad 1 - 1,2 m slm. Parallelamente alla linea di
riva è stata realizzata una viabilità su massicciata che presenta delle quote altimetriche intorno
ai 2,5 m slm. Tale viabilità, oltre circa 800 m è interrotta da una cancellata a servizio delle
industrie adiaceti Oltre la strada, si rileva il Fosso tombolo, che drena tutte le acque delle aree
a monte, aree che degradano leggermente verso la costa e che rappresentano da un punto di
vista morfologico ed ambientale, l’ultimo settore delle casse di colmata del vecchio padule di
Piombino.
Le quote altimetriche variano da circa 2 - 2,5 m slm a circa 700 - 800 m dalla costa a circa 0,6
-1,3 m slm a ridosso del fosso Tombolo.
Foce cornia - Foce Acquaviva
sviluppo 1,5 Km.
Trattasi di una tratto di costa fortemente antropizzato, per la presenza della centrale
termoelettrica ENEL e del suo porto per l’attracco delle navi cisterna di olio comnbustibile.
Solo 700 m conservano ancora gli aspetti originali, presentando una duna con quote
altimetriche di circa 2,5 - 3 m slm interessando una larghezza di circa 30 m .
L’area retrostante la duna, presenta quote altimetriche mediamente intorno ai 0,5 m. Lo stesso
dicasi per i terreni a monte del fosso cervia.
Foce Acquaviva - Ponte S.Martino sviluppo 1,5 Km.
In questo tratto di costa presenta caretteri morfologici simili a quelli del tratto predcedente. Si
rileva nella parte est, nella zona retrodunale delle quore altimetriche variabili da -0,1 a 0,8
mslm.
In questo tratto, si rilevano alcuni punti in cui la duna risulta fortemente erosa dall’azione del
mare e dove si evidenziano situazioni di collasso dove persino alcuni alberi risultano oramai
con l’apparato radicale pressochè scoperto .
Ponte S.Martino - fosso corniaccia sviluppo 2,3 Km.
questo tratto,di costa fa parte dell’area della sterpaia. Morfologicamente si distingue dalle
altre zone in quanto altezza max non supera i 2,5 mslm e l’altezza media si aggira intorno ai
8
Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici
1,8 mslm. In questa zona non è presente la fascia retrodunale con caratteri marcati di area
palustre, ad anche da un punto di vista vegetazione risulta essere un’area a se stante. La duna
della sterpaia, così come il resto della zona è stata da anni sottoposta ad una abuso edilizio che
ne ha determinato una spinta parcelliizzazione del territorio; ancora oggi si possono notare
specie nella duna i segni negativi di una massiccia presenza antropica anche se, è doveroso
precisare, non sono stati create infrastrutture di particolare impatto ambientale che abbiano
provocato danni irreversibili all’ambiente.
fosso corniaccia - la scogliera sviluppo 1,6 Km.
Anche in questo tratto la duna raggiunge al massimo la quota altimetrica di 3 m slm ,
mediamente però si aggira intorno ai 1,8 mslm, e presenta uno spessore medio di circa 30/40
m, ma in alcun punti tale spessore si riduce notevolmente.. La zona retodunale fino al fosso
cervia e oltre lo stesso, presenta quote altimetriche poste tra lo 0 e 0,6 m slm, presentando
caratteristiche morfologiche ed vegatazioneli, riferibili ad ambienti palustri. Questa area
infatti risulta coincidere con il vecchio padule di Torre Mozza, bonificato solo da qualche
decennio.
la scogliera - torre mozza
sviluppo 1 Km.
questo tratto di costa presenta un sistema dunale leggermente più sviluppato, arrivando a
quote altimetriche superiori al max di 4,2 m slm., ciò dicasi anche per quanto concerne il
propio spessore di sviluppo.
Le zone retrodunali hanno delle quote altimetriche si aggirano intorno a 0,5 m slm e risultano
essere, specie ne periodo invernale, delle aree semi-palustri con ristagno d’acqua. Anche
questa zona faceva parte del padule di Torre Mozza.
Il fosso Allacciante Cervia, nel tratto verso est, scorre a circa 70/80 dalla linea di riva.
torre mozza - baia toscana
sviluppo 1 Km.
a mano a mano che ci si avvicina al Follonica il sistema dunale risulta più sviluppato e
relativamente più antico in quanto è possibile valutare aspetti morfologici che delineano più
fasi d’accumulo. In questo tratto la duna presenta picchi di quota altimetrica che si aggirano
intorno ai 6,2 m slm.
Qui la duna si presenta più antropizzata rispetto ai tratti fino ad ora analizzati e sono visibili,
oltre che manufatti sparsi nella parte sommitale della duna, si rilevano alcuni muretti sulla
battigia a pochi metri dalla linea di riva. Tali muretti, (presumibilmente abusivi) determinano
un fattore di squilibrio per l’assetto morfologico della spiaggia, in quanto determinano una
superficie riflettente sulla quale l’onda scaricandosi, nè aumenta la capacità erosiva.
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Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici
2.4
DISSESTI AREALI IN ATTO
Il depauperamento delle risorse idriche
Il complesso sedimentario costituito da uno spessore di sedimenti alluvionali di circa 100
metri costituiti da alternanze di livelli limo argillosi e livelli di ghiaia è un importante
serbatoio naturale di acqua dolce necessario solo in parte a soddisfare le esigenze idriche della
Val di Cornia.
La circolazione idrica di tipo confinato possiede la propria area di ricarica nella parte nord
dove giacciono grandi accumuli di materiale ghiaioso conglomeratico. Lo sviluppo sociale,
economico, ma soprattutto industriale della città di Piombino e dell'intera val di Cornia a
partire dei primi del 900, ha accresciuto, di pari passo la domanda di acqua dolce; il forte
sviluppo dell'industria pesante ha portato all'apertura, nel 1953, del campo pozzi ILVA in una
zona posta in prossimità della costa. Ad oggi nella pianura costiera si contano più di 1000
pozzi ed il consumo di acqua supera i 40 milioni di mc/anno.
CONSUMI IDRICI IN VAL DI CORNIA Anno 2002 (milioni di mc/anno)
idropotabili
industriali
Domestici, irrigui, altro
11.8
11.4
12,5-18
Da Getas Petrogeo Srl Pisa, 2003
Dal 1961 e nel 1987, in 26 anni l'abbassamento piezometrico della falda confinata si è
distribuito per l'intera area esasperandosi laddove erano presenti i campi pozzi del comune di
Piombino, delle Acciaierie e della Magona. L'abbassamento della superficie piezometrica, è la
dimostrazione del sovrasfruttamento della risorsa idrica, in quanto il prelievo è maggiore della
naturale ricarica. La società Getas, stima in 3,5 milioni di mc/anno il deficit tra entrate e uscite
nell’acquifero della Val di Cornia.
Tale risultato, ha dimostrato ancora una volta come l'uso irrazionale delle risorse idriche
provoca tutta una serie di dissesti i quali sono fortemente amplificati nelle pianure costiere.
Il problema più vistoso anche in val di Cornia è l'intrusione del cuneo salino, che consiste
nell'ingressione dell'acqua di mare nei vari orizzonti ghiaiosi sede di acquiferi di acqua dolce,
aumentando di conseguenza i costi per l'approvvigionamento idrico. I pozzi confinati
utilizzati in agricoltura emungono la stessa acqua semi salmastra mettendo a dura prova le
varie coltivazioni, senza poi parlare della diminuzione della fertilità del suolo della pianura a
causa della deposizione di sali quali il cloruro di sodio.
A tale proposito la situazione della salinità della falda freatica in prossimità della fascia
costiera risulta abbastanza grave in quanto la zona delle acque saline (tenore di Cl- >di 1000
mg/l ) comprende gran parte della pianura superando notevolmente verso nord, la base
10
Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici
geodetica. Le acque salmastre (tenore di Cl- tra 100 e 1000 mg/l ) interessano la parte
centrale della falda fereatica della pianura mentre le acque dolci (tenore di Cl- <di 100 mg/l
)sono in prossimità dell’abitato di Venturina.
La subsidenza
Alcune campagne di livellazione topografica effettuate dall’IGMI e dall’Istituto di Geodesia e
Fotogrammetria dell’Università di Pisa su capisaldi di riferimento hanno messo in evidenza
un abbassamento del suolo ampiamente diffuso nell’intera pianura che, in alcuni punti supera
il cm/anno.
Si è rilevato infatti che, in concomitanza con lo sfruttamento massiccio delle falde confinate, a
partire della fine del secolo scorso, un crescente fenomeno di subsidenza ha interessato tutta la
pianura costiera; in particolare nel periodo 1890 - 1951 si aggirava intorno a 1 mm/anno,
mentre tra il 51 - 87, lo stesso tasso di velocità ha raggiunto valori superiori al centrimetro
all’anno.
Bartolini et alli nel 1989 analizzando alcuni sondaggi ENEL posti in prossimità delo Golfo di
Follonica ha potuto appurare che il contributo alla subsidenza dovuto a fattori geologicostrutturali possa essere stimato in circa 0,03 mm/anno. Tale risultato dimostra come il
contributo all’abbassamento del suolo per cause “naturali” sia (per i tempi umani) pressoché
nullo.
Studi successivi (Sbrilli 1992, Getas Petrogeo Srl – Cigri SpA, 1994) hanno dimostrato come
il fenomeno sia dovuto interamente agli eccessivi emungimenti nelle falde confinate
dell’intera pianura del Cornia.
Tali studi ha messo in relazione emungimenti e abbassamenti del suolo, dimostrando
mediante modelli matematici che i secondi sono strettamente legati ai primi, riuscendo a
valutare virtualmente lo sviluppo areale del fenomeno dopo una opportuna calibratura su
punti noti.
I valori di massima velocità di abbassamento del suolo si rilevano in una zona posta in
prossimità della costa (circa 2 Km a nord), a monte della loc. la Vignarca; valori di circa 0,5
cm/anno interessano però l’intera fascia dunale tra Torre del Sale e ponte S. Martino.
L'ulteriore fenomeno indotto, quello dell'abbassamento del suolo arealmente distribuito,
determina a sua volta tutta una serie di dissesti, primo tra tutti l'abbassamento del fondo dei
torrenti dei canali e del Cornia stesso, provocando un ingressione dell'acqua marina lungo le
varie aste di drenaggio. Tale fenomeno determina una salinizzazione della falda freatica con
conseguente salinizzazione dei campi almeno nelle parti superficiali. Il fenomeno della
subsidenza ha inoltre interessato negativamente anche un tratto della ferrovia Pisa-Roma, nel
quale sono stati necessari in passato interventi di consolidamento del terreno.
11
Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici
Altro aspetto messo in evidenza e quasi sempre trascurato è la forte interazione che sussiste
tra subsidenza ed erosione costiera. Il fenomeno interessa molto anche la fascia dunale e nella
zona di Torre del Sale e Ponte S. Martino, si riscontrano i valori maggiori di abbassamento
che si aggirano intorno a circa 5 mm/anno.
L’erosione costiera
L’intera unità fisiografica del golfo di follonica, risulta oramai da più di un secolo soggetta ad
un lento ma progressivo e costante (pur con una certa ciclicità) processo erosivo.
I primi monitoraggi del fenomeno utilizzando le cartografie dell’epoca individuano
un‘arretramento della linea di riva che inizia nel 1846 e che si protrae fino al 1883.
Dal 1883 al 1940, si rileva invece un sostanziale avanzamento della linea di riva per l’intera
costa, ad eccezione della parte occidentale di Ponte d’oro con tassi di circa 1,7 m /anno. Ciò è
da riferirsi oltre al fatto che dal 1899, il fiume cornia venne immesso completamente
nell’ultima cassa di colmata anche dal fatto che in quel periodo vennero prelevati dalla
battigia notevoli quantitativi di sabbia, tanto che nel 1927, il genio civile di Livorno né vieta
provvisoriamente l’estrazione per non pregiudicare l’integrità presso ponte d’oro degli argini
di recinto del padule sottoposto a colmata. Come si vede, i fattori non naturali dell’erosione
del golfo di follonica risalgono a tempi lontani..
Le cause che hanno determinato nel tempo il fenomeno erosivo nel golfo di follonica sono
molteplici ed hanno un’origine sia naturale che antropica; la difficoltà sta nel dare ad ogni
causa il giusto peso.
Complessivamente possiamo annoverare tra le cause i seguenti fattori:
- l’epoca post-glaciale che stiamo vivendo è caratterizzata dalla riduzione del carico specifico
dei corsi d’acqua (regime di biostasia) che determina una riduzione dei materiali solidi
trasportati alla foce;
- deficit sedimentario causato dall’utilizzo del trasporto solido del cornia e dei torrenti minori
per la realizzazione delle bonifiche;
- estrazione dei materiali inerti sia direttamente sulla battigia che dal letto del fiume cornia
fino all’entrata in vigore della L.R. 36/80;
- il fenomeno della subsidenza che sviluppatosi al centro della pianura influenza
negativamente anche il sistema dunale, determinando anche per questo un abbassamento
delle quote altimeriche, alimentando così l’arretramento della linea di riva.;
- negli ultimi decenni si è rilevato una riduzione dell’apporto pluviometrico nel bacino
idrografico che alimenta il Fiume Cornia; a conferma di ciò, una indagine granulometrica
(Aiello-bartolini-pranzini conedera-taccini) su alcuni campioni di spiaggia mette in evidenzia
12
Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici
una elevata classazione della sabbia. ciò lascia supporre che il litorale costiero in esame sia
sostanzialmente una spiaggia fossile che non riceve più importanti apporti dall’entroterra.
- la costruzione di alcune infrastrutture a mare sia di grandi che di piccole dimensioni, come
per es. il porto di Torre del Sale della Centrale ENEL o i pennelli dei fossi Acquaviva e
Carbonifera, hanno agito negativamente sulla dinamica costiera determinato una non
omogenea ripartizione dei sedimenti lungo l’intero sviluppo costiero.
Da alcuni anni il Dip. Scienze della Terra dell’Università di Firenze su incarico della
Provincia di Livorno effettua una sorta di monitoraggio della linea di riva della provincia
omonima. L’ultimo rilievo,della linea di riva del Golfo di Follonica è stato effettuato
nell’Anno 2005 seguendo lo stesso metodo utilizzato nelle precedenti campagne topografiche
effettuate, mediante poligonale di precisione realizzata su stazioni sui trigonometrici I.G.M.I.:
I risultati conseguiti sono di seguito riportati anche se i dati sono stati analizzati talvolta in
modo più rigoroso e da un punto di vista più strettamente geomorfologico.
Avanzamento o arretramento medio della linea di riva nei vari settori fra il 1938 e il 1981 e
fra il 1981 e il 1996. Nell'ultima colonna appare il valore totale dello spostamento verificatosi
dal 1938 al 1996.
Superfici di erosione o di sedimentazione, in ettari, nei vari settori fra il 1938 e il 1981 e fra il
1981 e il 1996. Nell'ultima colonna appare il valore totale.
Settore 43 - Dalla Foce della Cornia vecchia al limite meridionale del molo (716 m)
Il settore più occidentale del Golfo di Follonica ha subito un’evoluzione strettamente
condizionata dagli interventi di ampliamento del porto di Piombino tanto da venirne di fatto
inglobato. Oggi si trova protetto da una scogliera parallela e completamente separato dalla
dinamica costiera, tanto che si è ritenuto di non effettuare il rilievo della nuova linea di riva.
Questo settore, in cui si trovava la vecchia foce del Fiume Cornia, subì un rapido processo
erosivo quando questa venne spostata. Fra il 1954 e il 1976 la linea di riva arretrò mediamente
di 17.3 metri. La costruzione di una scogliera parallela prima del 1981 è responsabile del
rapido avanzamento della linea di riva (+63.8 metri) che si registra fra il 1976 e il 1981. In
pratica si venne a determinare un tratto di litorale estremamente protetto con apertura verso
Est. Da questa apertura entrarono ingenti quantità di sedimenti fino a che il varco non fu
completamente chiuso. Questa situazione ebbe ripercussioni estremamente negative sulle
spiagge poste ad ovest (Settore 44) ed impose il dragaggio della zona di maggiore
sedimentazione in modo da tenere aperto un varco per il ricambio idrico nello specchio
acqueo racchiuso dalla scogliera e in cui defluiscono ancora i canali collegati alla vecchia
foce del Cornia.
13
Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici
L’evoluzione costiera nel tratto riparato dalla scogliera non è ancora terminata e l’effetto di
richiamo dei sedimenti dalla spiaggia vicina è ancora evidente.
Settore 44 - Dal limite del molo alla foce della Cornia nuova (3.278 m)
Si tratta di un ampio settore privo di difese costiere se si esclude la piccola protezione posta
alla foce di un fosso di scolo. Questa comunque era molto efficiente negli anni ‘70, quando
determinò un notevole protendimento della spiaggia protetta, mentre oggi costituisce un
riparo assai modesto.
Questo settore, in protendimento fra il 1938 e il 1954 (+3.1 metri), subì una rapida erosione
fra il 1954 e il 1976 (-43.1 metri; -1.96 m/anno) prevalentemente a seguito della costruzione
della scogliera parallela presente nel settore 43.
L’erosione proseguì con un ritmo accelerato anche fra il 1976 e il 1981 (-12.0 metri; -2.40
m/anno), mentre nell’ultimo periodo analizzato (1981-’96) si è notevolmente attenuata (-0.23
m/anno) a seguito dell’intasamento della bocca dell’insenatura.
Complessivamente questo tratto di costa ha perso più di 55 ettari di arenile e non è pensabile
che tutto il materiale sia fluito dietro alla scogliera. Il deficit di questo settore deve essere
messo anche in relazione alla riduzione dell’input fluviale del Cornia, riduzione che si è fatta
sentire in modo più evidente sulle spiagge più direttamente alimentate da questo fiume.
Un elemento di elevata vulnerabilità in questo tratto di costa è soprattutto la mancanza
pressoché totale della duna. Tale situazione determina da una parte la mancanza di un
serbatoio di maetriale sabbioso da cui la natura attinge nei periodi di erosione e dall’altra tale
lacuna determina una acclività molto bassa della battigia. Questi due fattori determinano una
situazione di vulnerabilità nei confronti dell’azione del mare. In questo tratto si notano molti
alberi oramai seccati lambiti costantemente dal mare, ed altri ancora agonizzanti in sui cui il
mare arriva in condizioni climatiche avverse.
Settore 45 - Dalla foce della Cornia nuova a Ponte San Martino (2.340 m)
Il settore 45 inizia, di fatto, ad est della Centrale di Torre del Sale e non include la piccola
spiaggia delimitata da due opere perpendicolari a riva posta fra la Foce del Cornia e la
centrale stessa, che comunque risulta oggi più ristretta rispetto a quanto non lo fosse nel 1981.
Il tratto di 2340 metri di litorale che costituisce questo settore è diviso in due parti dai moli
guardiani del Fosso Acquaviva. Anche se l’analisi verrà effettuata per tutto il settore, è
opportuno sottolineare che la prima parte, di circa 750 metri, risulta praticamente stabile dato
che i sedimenti non possono subire una dispersione laterale a causa delle opere che lo
delimitano e la dispersione verso il largo è evidentemente assai modesta o bilanciata dai
deboli afflussi del Cornia.
14
Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici
Complessivamente questo settore risulta in avanzamento fra il 1938 e il 1954 (+1,6 m) ed in
erosione nei periodi successivi (-4.9, -2.2 e -4.7 negli intervalli 1954-76, 1976-’81 e 1981’96). I tassi di spostamento della linea di riva, dopo la fase di avanzamento (+0.10 m/anno), si
mantengono su valori di arretramento costanti di circa 0.20 ÷ 0.40 m/anno.
I dati sopra riportati, non mettono in luce il reale stato di degrado della linea di riva. Se da una
parte il tratto tra Torre del sale e il fosso Acquaviva come già detto non desta alcuna
preoccupazione , anzi, possiamo considerarlo quasi in equilibrio,il tratto dal fosso Acquaviva
e S. Martino, è quello che risulta più in erosione. Per cui il dato medio di erosione estrapolato
per tutto il trattto di costa dovrà essere considerato più basso nel tratto torre del sale fosso
acquaviva e più alto nel tratto più ad est.
E comunque importante sottolineare due cose da un lato, una erosione di circa 0,4 m/anno in
una battigia di qualche metro assume valori allarmanti ed in secondo luogo, in questo tratto di
costa l’azione del mare sta già smantellando la duna, ossia, in alcuni punti possiamo asserire
che è praticamente scomparsa la battigia.
Fortunatamente in questo tratto si rilevano alcuni affioramenti di beach rock ossia placche
leggermente immergenti verso il mare costituide da sabbie cementate che determinano una
difesa naturale al fenomeno erosivo.
Complessivamente fra il 1954, anno di massima espansione della spiaggia, e il 1996 si sono
persi circa 10 ettari di arenile.
Settore 46 - Da Ponte San Martino a La Scogliera (3.919 m)
Questo ampio settore è completamente libero da ogni struttura di difesa costiera se si esclude
la protezione della foce che lo delimita verso Est.
Nonostante ciò la linea di riva, in particolare sul lato più orientale, si presenta estremamente
irregolare, a causa di frequenti ondulazioni dovute alla presenza discontinua di un
affioramento di beach-rock in prossimità della battigia.
Dopo un periodo di erosione più decisa (-3.1 metri; -0.19 m/anno) fra il 1938 e il 1954, questo
tratto di litorale si è mantenuto quasi in equilibrio, arretrando di un solo metro e mezzo dal
1954 ad oggi.
Le oscillazioni della linea di riva in corrispondenza delle cuspidi sono di fatto più marcate
degli spostamenti medi della linea di riva nei vari periodi.
L’attenta osservazione delle linee di riva mostra in verità una situazione differenziata
all’interno del settore: il tratto occidentale risulta in leggero arretramento, mentre quello
orientale è mediamente in protendimento.
15
Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici
Settore 47- Dal Fosso Corniaccia a Prato Ranieri (3.900 m)
Il limite orientale di questo tratto è posto al di fuori del territorio provinciale, ma si è ritenuto
opportuno conservare la delimitazione e numerazione dei settori come risulta dal documento
della Regione Toscana, anche se il rilievo del 1996 non si estende per tutto il settore.
Prima del 1976 anche questo tratto di costa era privo di difese artificiali e protetto in modo
discontinuo dagli affioramenti di beach-rock. Anche Torre Mozza, ormai sulla battigia,
costituiva un modesto elemento di discontinuità.
In quegli anni il litorale è passato da una fase di erosione (-3.4 m nel periodo ‘38-’54) ad una
di avanzamento (+3.2 m dal ‘54 al ‘76), con tassi comunque assai ridotti ( -0.21 e +0.15
m/anno rispettivamente).
La cartografia del 1981 mostra la presenza delle scogliere parallele di Baia Toscana ormai già
collegate alla battigia e quelle di Prato Ranieri già abbondantemente riempite, ma il settore nel
suo complesso subisce un arretramento della linea di riva di 2.5 m, ad un tasso di 0.50
m/anno. E’ anche evidente la maggiore erosione delle spiagge più prossime alle difese i cui
sedimenti sono fluiti nella zona riparata.
L’ultimo periodo considerato (1981-’96) mostra il settore (limitatamente ai primi 2.727 metri,
fino al Casello del Genio Civile) in leggero protendimento (+2.1 metri; +0.14 m/anno).
16
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
3. INQUADRAMENTO NATURALISTICO DELL’AREA COSTIERA
DI STERPAIA
3.1
INTRODUZIONE
L’analisi del paesaggio vegetale, della distribuzione dei diversi habitat e delle specie di flora e
fauna di maggiore interesse conservazionistico costituisce un elemento propedeutico ad una
ottimale progettazione preliminare degli interventi.
Tale inquadramento naturalistico consente di meglio finalizzare l’intervento verso il recupero
degli ambienti dunali di Sterpaia, ricostituendo interruzioni ecologiche, eliminando eventuali
elementi di criticità, ma soprattutto valorizzando gli elementi naturalistici esistenti.
L’analisi consente anche di ridurre gli eventuali impatti della fase di realizzazione degli
interventi.
3.2
INQUADRAMENTO VEGETAZIONALE E FLORISTICO
Lo studio vegetazionale e floristico è stato effettuato tramite la raccolta e l’analisi della
documentazione bibliografica esistente, mediante sopralluoghi realizzati nell’area di studio e
attraverso l’analisi di foto aeree. L’analisi in loco è stata finalizzata ad una verifica delle
tipologie vegetazionali presenti, analizzando soprattutto gli aspetti fisionomico-strutturali, la
loro composizione floristica e la caratterizzazione ecologica.
Le unità di vegetazione individuate sono state classificate secondo la codificazione europea
Corine Biotopes (Commission of the European Communites, 1991) e sono state quindi
attribuite alle rispettive unità fitosociologiche (Braun-Blanquet, 1932).
L’analisi della flora è stata realizzata mediante la caratterizzazione floristica di ciascuna unità
di vegetazione.
Gran parte delle informazioni derivano dal quadro conoscitivo naturalistico, interno al Piano
particolareggiato della Costa orientale della Sterpaia, realizzato dalla stessa NEMO srl nel
1999.
Tale quadro ha costituito l’elemento di riferimento principale aggiornato ed approfondito,
mediante indagini in campo nei mesi di aprile e maggio 2009.
Altre informazioni sulle componenti biologiche derivano da lavori inerenti la vegetazione
forestale (Arrigoni, 1998; Arrigoni e Menicagli, 1999) e i tipi forestali (Mondino, 1997;
Mondino e Bernetti, 1998) della Toscana. Relativamente alla presenza di habitat e specie di
flora di particolare interesse naturalistico è stato consultato l’archivio del progetto RENATO Repertorio Naturalistico Toscano (Università di Firenze, Museo di Stria Naturale, 2003;
Sposimo e Castelli, 2005).
17
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
Gli elementi vegetazionale più caratterizzanti l’area di Sterpaia sono costituiti dalle relitte
aree dunali (perlopiù costituite da dune fossili), soggette a fenomeni di degrado, dalle aree
palustri retrodunali e dal bosco mesoigrofilo. In particolare le relitte aree umide interne o
retrostanti l’ANPIL di Sterpaia costituiscono, assieme alla confinante Riserva Naturale Padule
Orti Bottagone, un sistema di aree palustri salmastre di grande interesse vegetazionale ma
soprattutto faunistico.
Questo sistema risulta citato come “Casse di colmata del Fiume Cornia presso Piombino” nel
programma di ricerca territoriale sulle zone naturali da proteggere del CNR e Min. L.L.P.P.
(AA.VV., 1971) e successivamente segnalato da Tomei e Garbari (1979). L’area risulta
segnalata anche nella recente indagine sulle zone umide della Toscana (Tomei e Guazzi,
1993) ove è classificata come zona umida costiera salmastra 1 “Torre del Sale”. L’area non
risulta segnalata nel lavoro di Gehu et al. (1984) relativo alla vegetazione litoranea italiana
ove si cita la vicina area confinante di “Stagni e paludi di Bolgheri”.
Informazioni più generali sull’area di Sterpaia sono presenti in lavori realizzati dal Comune di
Piombino relativi al territorio comunale (AA.VV., 1973; Comune di Piombino, 1994a),
indagini sulle lottizzazioni abusive (Comune di Piombino, 1990) o in documenti inerenti il
Parco Pubblico Territoriale della Sterpaia e della Costa Orientale (Comune di Piombino,
1986; 1994b). Informazioni vegetazionali relative a Sterpaia sono presenti in un recente
lavoro sul sistema dunale della Provincia di Livorno (Provincia di Livorno, 1997), mentre
alcune informazioni sono presenti in Solla (1891a; 1891b). L’area risulta sommariamente
descritta come “Fascia costiera da Torre del Sale a Torre Mozza” nella zone inserite nella
“Toscana da proteggere” (Regione Toscana, 1994) ed è inoltre citata in altri lavori (Rombai,
1977; Gazzola e Insolera, 1982).
L’inquadramento vegetazionale è stato realizzato mediante fotointerpretazione e verifiche sul
campo al fine di individuare e cartografare le unità fisionomiche di vegetazione secondo la
classificazione europea degli habitat sensu CORINE (Commission of the European
Community, 1991).
Le unità, già cartografate nell’ambito del Piano Particolareggiato della Costa orientale della
Sterpaia, rappresentano situazioni omogenee per caratteri ecologici (in particolare edafici) e
per copertura vegetazionale, ove i singoli habitat sono individuati mediante il rispettivo codice
Corine Biotopes:
1
Zone umide costiere salmastre: acqua con contenuto di sali superiore a 500 mg/l (Tomei e Guazzi, 1993)
18
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
Formazioni delle dune sabbiose
•
•
Costa sabbiosa priva di vegetazione (14)
Vegetazione psammofila rada con specie dei Cakiletea maritimae (17.2), formazioni a
Agropyron junceum delle dune embrionali (16.211) ed elementi dell’ordine
Ammophiletalia (16.212)
• Vegetazione psammofila del sistema dunale relitto con specie tipiche delle formazioni
a dominanza di Ammophila arenaria (16.212) e con elementi di Crucianellion
maritimae (16.223)
• Vegetazione retrodunale densa con mosaico di elementi relitti di Ammophiletalia
(16.212), formazioni a Juncus acutus (16.31) ed elementi dei Thero-Brachipodietea
(16.229)
• Formazioni dunali a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa (16.27) in mosaico con
formazioni di sclerofille arbustive sempreverdi dei Cisto-Lavanduletalia (16.28) e dei
Pistacio-Rhamnetalia alaterni (32.21)
• Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster, Pinus halepensis (16.29)
Formazioni palustri di specie alofile, specchi d’acqua salmastra
•
•
•
•
•
•
•
•
Stagni e depressioni umide interdunali e retrodunali con specchi d’acqua salmastra
(16.31)
Prati alofili saltuariamente inondati (15.5) e fruticeti alofili (15.6) con rari elementi
pionieri di salicornie ed altre specie annuali (15.1)
Formazioni a Tamarix sp.pl. (44.813; 83.3) su prati alofili saltuariamente inondati
(15.5) e fruticeti alofili (15.6)
Mosaico di canneti a Pragmithes australis (53.1), tamariceti (44.813; 83.3), prati
alofili saltuariamente inondati (15. 5) e fruticeti alofili (15.6)
Mosaico di canneti a Pragmithes australis (53.1) con prati alofili saltuariamente
inondati (15.5) e fruticeti alofili (15.6)
Corsi d’acqua, canali con acqua salmastra privi di vegetazione (23.1; 89.13)
Formazioni dense di elofite (canneti) a Pragmithes australis (53.1)
Formazioni di Tamarix sp.pl. di origine naturale (44.813) o derivanti da impianti
artificiali (83.3)
Formazioni arboree mesoigrofile e termofile
•
•
Boschi mesoigrofili a dominanza di Fraxinus oxycarpa (44.4) con elementi termofili
dei Quercetalia pubescentis (41.73)
Formazioni arboree con Fraxinus oxycarpa (44.4) alternate a elementi arborei dei
Pistacio-Rhamnetalia alaterni (32.11; 13.21)
19
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
• Mosaico di boschi mesoigrofili a Fraxinus oxycarpa (44.4) e tamariceti (44.813)
• Formazioni arboree miste a Fraxinus oxycarpa (44.4), con elementi dei Quercetalia
pubescentis (41.73), alternate a specie dei Pistacio-Rhamnetalia (32.21) e Quercetalia
ilicis (32.11)
• Formazioni miste con rimboschimenti di conifere (83.31) e boschi mesoigrofili a
Fraxinus oxycarpa (44.4)
• Formazioni di macchia mediterranea dei Pistacio-Rhamnetalia (32.11; 32.21)
Impianti di specie esotiche, rimboschimenti, formazioni antropofile di degradazione
•
•
•
•
•
•
Rimboschimenti di conifere (83.31)
Formazioni miste di tamariceti (44.813) e pinete (16.29)
Formazioni di Tamarix sp.pl. di origine naturale (44.813) o derivanti da impianti
artificiali (83.3)
Formazioni fortemente antropizzate con mosaico di piantagioni di eucalipti (83.322),
conifere esotiche (83.312), formazioni lineari di siepi (84), tamariceti (44.813; 83.3) e
formazioni erbacee di sostituzione, a dominanza di graminacee, di scarso valore
naturalistico, incolti (87.1; 87.2)
Formazioni erbacee di sostituzione, a dominanza di graminacee, di scarso valore
naturalistico, incolti (87.1-87.2)
Coltivazioni erbacee intensive (82.1)
Aree edificate, strade
•
•
•
Edifici, urbanizzato, strade asfaltate (86)
Strade sterrate, piazzali sterrati (86)
Scogliere
Rispetto a tale sistema vegetazionale vengono di seguito descritte esclusivamente le unità
riconducibili all’ecosistema dunale, direttamente interessato dal progetto.
FORMAZIONI DELLE DUNE MOBILI E FISSE
Gli ambienti dunali di Sterpaia presentano ancora, pur in una situazione di forte riduzione
quantitativa e qualitativa, relittuali habitat dunali e tipici popolamenti floristici psammofitici.
I fenomeni di erosione costiera, soprattutto nella porzione più occidentale, il carico turistico
estivo e le opere antropiche costiere hanno ridotto questi ambienti ad una condizione
relittuale. Frequenti sono i fenomeni di erosione a carico della duna fissa, mentre la duna
mobile in molte aree non esiste quasi più.
20
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
La individuazione delle formazioni di psammofite e la loro descrizione è di estrema
importanza anche in considerazione della loro estrema fragilità nei confronti del
condizionamento antropico. Tali formazioni costituiscono infatti uno degli habitat oggi più
rari sia in Italia (Querini, 1969; Arrigoni, 1981) che a livello comunitario (AA.VV., 1992;
Albanese, 1991; Doody, 1991; Salman, 1991), ospitano numerosi habitat di interesse
regionale (di cui alla LR 56/2000 e succ. modif.) e comunitario (di cui alla Direttiva
92/43/CEE e succ. modif.) e costituiscono un importante target di conservazione del piano
d’azione per la tutela della biodiversità della Regione Toscana in corso di realizzazione.
Nell’ambito dell’area di studio i migliori esempi di ambiente dunale si localizzano lungo la
costa tra Carlappiano (ad ovest) e Mortelliccio2 (ad est), con particolare riferimento al tratto
centrale ove è presente un tipico ambiente dunale con specie annuali di anteduna, ammofileti
e agropireti, formazioni di duna fissa e ginepreti. In questa zona la duna mostra quindi una
serie completa costituita da:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
arenile
eventuale sistemazione di protezione
ante duna (Cakile maritima, Euphorbia peplis, Xantium italicum, Sporobolus pungens,
Agropyron junceum)
formazioni erbacee psammofile di duna mobile (Ammophila arenaria, Eryngium
maritimum, Anthemis maritima, Medicago marina, Helichrysum stoechas, Lagurus
ovatus)
formazioni erbacee psammofile di retroduna (Crucianella maritima, Pancratium
maritimum, Centaurea sphaerocephala, Matthiola sinuata)
junceto retrodunale (Juncus acutus)
formazioni a ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa con Rhamnus
alaternus, Pistacia lentiscus)
duna fissa con pinete e sottobosco di macchia mediterranea ( pineta su macchia con
Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Cistus salvifolius, Cistus monspeliensis,
Phillyrea angustifolia)
formazioni arboree mesoigrofile retrodunali
paludi salmastre retrodunali
Nell’ambito della stesso tratto sono inoltre presenti dune con densa copertura di Juniperus
oxycedrus ssp. macrocarpa frammisto a specie tipiche di macchia.
Un ulteriore tratto situato ad ovest di Luna beach ospita dune mobili con interessanti presenze
floristiche quali Echinophora spinosa ed Eryngium maritimum, specie non comuni nell’area si
Sterpaia.
21
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
I sistemi dunali più alterati presentano in generale il seguente profilo:
• arenile;
• intervento di protezione (metodo Ingannamorte, barriera di scope, ecc.)
• fronte della duna fissa (massimo 2 m) con Carpobrotus acinaciformis o Tamarix sp.pl.
• relitte cenosi psammofile dense sulla sommità della duna fissa con graminacee
cespitose;
• pinete degradate;
• formazioni arboree mesoigrofile retrodunali;
• paludi salmastre
E’ stato verificato come la realizzazione degli interventi di protezione della duna (metodo
Ingannamorte, barriere di scope, ecc.) ha influito positivamente sulle formazioni retrostanti.
Nei tratti di duna fortemente degradati le specie psammofile non sono più disposte nella tipica
zonizzazione a fascie parallele alla costa secondo gradienti ecologici (vegetazione azonale)
ma costituiscono invece un relitto mosaico ambientale frammisto a specie di minore
importanza ecologica e spesso antropofile. Nei tratti più degradati la flora psammofila è
sostituita o affiancata da specie quali Carpobrotus acinaciformis (particolarmente abbondante
fino a totalmente dominante in loc. Carbonifera), Pittosporum tobira, Tamarix sp.pl., ecc.
Ove la duna è fortemente degradata anche le formazioni vegetali retrostanti sono spesso in
stato di deperimento, con una forte degradazione dei ginepreti costieri, dei giuncheti
retrodunali ed in alcuni casi anche delle pinete dunali (quest’ultime fortemente danneggiate
dalle mareggiate di fine novembre primi dicembre 2008).
Vegetazione annua delle linee di deposito marine (Cakiletea maritimae)
Cod. Corine: 17.2; Cod. Habitat: 17.2;
Cod. Natura 2000: 1210 Vegetazione effimera nitro-alofila delle linee di deposito marino
Syntaxa fitosociologico: Cakiletea maritimae
Rada vegetazione terofitica e alo-nitrofila colonizzante la prima fascia sabbiosa prospicente la
battigia ed insediandosi quindi a ridosso della zona afitoica su substrato sabbioso salso e ricco
di materiali organici. Tra le specie caratteristiche sono presenti: Cakile maritima, Poligonum
maritimum, Xantium italicum, Euphorbia peplis.
Si tratta di una delle formazioni di psammofite più rare nella fascia costiera di Sterpaia che
maggiormente è stata condizionata dai fenomeni di degradazione della duna mobile. Specie
caratteristiche di questo syntaxa si rinvengono non di rado all’interno di formazioni dunali di
degradazione anche in stazioni di pochi metri quadrati in prossimità degli interventi di
protezione (metodo Ingannamorte o altri).
Dune mobili embrionali mediterranee
22
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
Cod. Corine: 16.211; Cod. Habitat: 16.211;
Cod. Natura 2000: 2110 Dune mobili embrionali mediterranee con vegetazione psammofila
Syntaxa fitosociologico: Ammophiletea
Si tratta delle prime formazioni della fascia dunale costituite da graminacee consolidatrici
quali Agropyron junceum, Sporobolus pungens, Calystegia soldanella, Medicago marina,
Anthemis maritima, Pancratium maritimum. In particolare tale habitat costituisce il limite
interno della spiaggia e la prima formazione delle dune.
Tale habitat è presente in modo estremamente raro e frammentato costituendo, assieme alla
precedente, una delle formazioni vegetali che maggiormente ha subito il danneggiamento ad
opera dei processi di erosione della costa.
Formazioni a dominanza di Agropyron junceum sono presenti nelle stazioni di fascia dunale
meglio conservate in corrispondenza di RivaVerde.
Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)
Cod. Corine: 16.212; Cod. Habitat: 16.212;
Cod. Natura 2000: 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila
arenaria
Syntaxa fitosociologico: Ammophiletea
Fascia dunale ricca di psammofite costituite perlopiù da erbe perenni radicate profondamente
ed in grado di stabilizzare le aree di duna. Tra le specie più diffuse si segnalano: Ammophila
arenaria, Sporobolus pungens, Pancratium maritimum, Euphorbia paralias, Eryngium
maritimum, Medicago marina, Anthemis maritima, Silene colorata, Centaurea
sphaerocéphala, Lagurus ovatus.
Costituisce l’habitat più caratteristico ed ecologicamente evoluto della fascia dunale ove la
specie Ammophila arenaria costituisce l’elemento peculiare ed edificatore. Si presenta in
modo particolarmente esteso a Riva Verde.
Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae
Cod. Corine: 16.223; Cod. Habitat: 16.223;
Cod. Natura 2000: 2210
Syntaxa fitosociologico: Crucianellion maritimae
Si tratta di cenosi diffuse nella prima fascia di retroduna, caratterizzate dalla presenza di
Crucianella maritima, Pancratium maritimum, Anthemis maritima, Helychrisum stoechas,
distribuite nell’area mediterranea centrale ed occidentale. Si tratta di formazioni estremamente
frammentate presenti quasi esclusivamente nella zona costiera prospicente Riva Verde.
23
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
Non di rado in tale fascia sono presenti anche specie delle dune consolidate ad Ammophila
arenaria e i primi arbusti colonizzatori della fascia a macchia mediterranea o a ginepro
coccolone più interna.
Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua
Cod Corine: 16.229; Cod. Habitat: 16.229; Cod. Natura 2000: 2240
Syntaxa fitosociologico: Thero-Brachypodietea
Si tratta di porzioni di formazioni dunali caratterizzate dalla presenza di prati aridi
mediterranei, più o meno densi, di erbe graminoidi (terofite) dei Thero-Brachypodietalia, con
presenza di Fumaria capreolata e Plantago coronopus e con un certo numero di specie dei
Festuco-Brometea.
*Dune costiere con Juniperus sp. pl.
Cod. Corine: 16.27; Cod. Habitat: 16.27;
Cod. Natura 2000: 2250
Syntaxa fitosociologico: Pistacio-Juniperetum macrocarpae (Juniperion lyciae)
Formazioni a dominanza di ginepri delle aree retrodunali e delle dune consolidate
mediterranee e atlantiche caratterizzate dalla presenza di Juniperus oxycedrus subsp.
macrocarpa (ginepro coccolone). Si tratta di un habitat classificato come prioritario dalla
Direttiva 92/43/CEE (Regione Toscana, 1996) situato nelle zone di transizione tra la
vegetazione prettamente psammofila e quella forestale.
L’alleanza Juniperion lyciae comprende formazioni a dominanza di ginepri sia delle fasce
costiere sabbiose che rocciose. In particolare nell’area oggetto di studio si tratta di formazioni
con la presenza, oltre al ginepro coccolone, di altre specie termofile quali Pistacia lentiscus,
Phillyrea angustifolia, Myrtus communis, Rhamnus alaternus e Smilax aspera.
Nell’area di studio queste formazioni sono particolarmente estese nelle zone retrodunali di
Riva Verde, a costituire, assieme alla fascia dunale una delle aree di maggiore interesse
naturalistico, anche se in parte alterata dalla realizzazione di vie di accesso alla spiaggia e
dalla presenza di alcuni impianti di esotiche.
In quest’area (prospicente Riva Verde) le formazioni meglio conservate sono costituite da
gruppi di Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa a costituire un mosaico con la vegetazione
psammofila di duna e con i giuncheti a Juncus acutus e delimiati verso l’interno da una ampia
pineta a Pinus pinea.
Elementi relitti di queste cenosi sono presenti tra la foce del Fosso Corniaccia e la Carbonifera
a costituire assieme alle pinete una esigua duna fissa delimitata verso l’interno da vaste aree di
palude salmastra. A ovest di Riva Verde i ginepreti costieri sono quasi del tutto assenti e
presenti soltanto con esemplari isolati.
24
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia
Cod. Corine: 16.28; Cod. Habitat: 16.28; Cod. Natura 2000: 2260
Syntaxa fitosociologico: Cisto-Lavanduletalia
Si tratta di tipiche formazioni di macchia mediterranea localizzate spesso a costituire un
mosaico con i ginepreti costieri, con le formazioni dei Pistacio-Rhamnetalia alaterni o con le
altre formazioni delle dune fisse.
*Dune con foreste di Pinus pinea e/o P. pinaster
Cod. Corine: 16.29; Cod. Habitat: 16.29; Cod. Natura 2000: 2270
Syntaxa fitosociologico: Formazioni a Pinus sp.pl. su stadi di degradazione dei Quercetea
ilicis
Si tratta di un habitat prioritario costituito da formazioni di conifere di impianto artificiale con
sottobosco costituito da forme di degradazione della originaria copertura vegetale.
In particolare sono presenti situazioni in cui la vegetazione naturale del sottobosco è quasi del
tutto assente o è costituita da formazioni pioniere erbacee e situazioni in cui le pinete si
sviluppano su uno strato dominato costituito da una densa macchia mediterranea. Il primo
caso si riscontra soprattutto nelle aree maggiormente utilizzate dal turismo estivo e dove si
realizza un intenso calpestio e costipamento del terreno.
Si tratta perlopiù di pinete di Pinus pinaster (Buccianti, 1975) e Pinus halepensis mentre
pinete di Pinus pinea si rinvengono solo al limite orientale dell’area nel campeggio presso
Torre Mozza e in un ampio nucleo su duna fissa di Riva Verde a costituire un elemento di
notevole valenza paesaggistica. Caratteristici elementi “antropici” del sistema dunale sono i
cosiddetti “Orti del Tesi”, cioè rimboschimenti di Pinus halepensis protetti e circondati da
siepi morte.
Le pinete costituiscono una fascia di vegetazione più o meno continua presente lungo la duna
fissa a delimitare la fascia dunale esterna e le formazioni di psammofite dalle associazioni
umide retrodunali costituite da boschi planiziari e da paludi salmastre. Le pinete sono del tutto
assenti solo a ovest di Torre del Sale dove i processi di erosione costiera sono particolarmente
intensi ed hanno portato alla quasi totale eliminazione della duna fissa.
Ove il sottobosco è particolarmente sviluppato, soprattutto nelle pinete di Pinus pinea, si
localizzano specie quali Rhamnus alaternus, Pistacia lentiscus, Smilax aspera, Phyllyrea
angustifolia, Myrtus communis, Cistus salvifolius. In molte pinete dunali di Pinus pinaster e/o
Pinus halepensis si sono formate cenosi miste di pini e macchia mediterranea, con un
sottobosco chiuso a dominanza di Smilax aspera.
Le pinete dunali mostrano spesso scadenti condizioni vegetative, dovute alla mancanza di
cure colturali, ai fenomeni di erosione della duna fissa e all’azione dei venti marini. In alcuni
casi le pinete hanno subito anche danni da incendio.
25
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
Le pinete sono state nel passato (primi anni ‘80) danneggiate anche da agenti patogeni quali i
coleotteri corticicoli (Tomicus piniperda o T. destruens). Oggi sembra risultare
particolarmente abbondante la presenza della processionaria (Thaumetopoea pityocampa).
Questi fenomeni di degradazione delle pinete dunali sono diffusi non solo nel parco di
Sterpaia ma sono presenti in generale in tutta la zona costiera toscana, danneggiando
fortemente quello che costituisce un caratteristico elemento del paesaggio costiero (Anzilotti,
1957; Bosetto, 1961; Paiero, 1971; Fanfani, 1973; Gatteschi e Milanese, 1986-88; Gatteschi e
Milanese, 1988; Arrigoni, 1993; Regione Toscana, 1993).
Formazioni di sclerofille arbustive sempreverdi
Cod. Corine: 32.21
Syntaxa fitosociologico: Pistacio-Rhamnetalia alaterni; Cisto-Lavanduletalia
Formazioni arbustive termo-mediterranee (Pistacio-Rhamnetalia alaterni) con elementi dalla
macchia silicicola mediterranea (Cisto-Lavanduletalia) formano boscaglie e stadi di
degradazione arbustiva costituiti da specie termoxerofile quali Pistacia lentiscus, Rhamnus
alaternus, Rubia peregrina, Myrtus communis, Osyris alba, Lonicera implexa, Clematis
flammula.
Tali formazioni si rinvengono perlopiù in mosaici con altre cenosi (in particolare nei ginepreti
costieri e nel sottobosco delle pinete)
Formazioni di una certa estensione di macchia mediterranea non frammista ad altre unità si
localizzano nella vegetazione dunale a sud della loc. La Carbonifera, delimitate dalle pinete
dunali o al confine tra le pinete e la zona umida retrodunale. Non di rado sono evidenti dei
processi di colonizzazione delle aree umide ad opera delle specie della macchia mediterranea,
conseguenti a a fenomeni di interramento delle aree palustri.
Specie arboree o alto arbustive tipiche di questi syntaxa si localizzano anche nei boschi misti
a dominanza di Fraxinus oxycarpa ai limiti sud orientali del bosco planiziaro di Riva Verde a
in zone retrodunale sempre di Riva Verde.
Formazioni arboree di sclerofille e stadi di degradazione arbustivi
Cod. Corine: 32.11
Syntaxa fitosociologico: Quercetalia ilicis
Si tratta di formazioni con elementi arborei di Quercus ilex, Quercus suber, Rhamnus
alaternus, Pistacia lentiscus, Arbutus unedo, Phyllirea angustifolia e con specie erbacee quali
Asparagus acutifolius, Smilax aspera, Lonicera sp.pl. Rubia peregrina, Ruscus aculeatus,
Viburnum tinus, Asplenium onopteris e Laurus nobilis.
Tali formazioni non costituiscono quasi mai unità omogenee ma si presentano frammiste con
altre specie arboree a costituire parte del bosco misto ultracentenario di Sterpaia. Si tratta cioè
26
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
di formazioni miste con dominanza di Fraxinus oxycarpa con elementi dei Quercetalia
pubescentis, dei Quercetalia ilicis e dei Pistacio-Rhamnetalia alaterni presenti ai limiti sud
orientali del bosco planiziaro di Riva Verde.
PALUDI SALMASTRE
Nelle zone retrodunali di Sterpaia sono ancora presenti paludi salmastre relitte a
testimonianza di un caratteristico paesaggio della costa livornese oggi in gran parte scomparso
in seguito agli interventi di bonifica (Pellegrini, 1984).
Vaste aree paludose erano ancora presenti alla metà del 1800 come dimostrano gli elaborati
cartografici del Catasto Leopoldino (Comune di Piombino, 1994). Attualmente le aree umide
più estese sono relegate in prevalenza nel Padule Orti Bottagone e ai Perelli, mentre zone
palustri minori sono localizzate in zone retrodunale lungo la costa tra la foce del Fiume
Cornia e Torre Mozza. Nel 1940, nonostante la notevole riduzione delle aree umide, ai confini
orientali di Sterpaia, presso il Fosso Corniaccia, era ancora presente una vasta palude, in parte
delimitato da un bosco planiziario.
Tali aree umide palustri salmastre rappresentano non solo un importante e sempre più raro
esempio di formazioni vegetali alofile, ma costituiscono anche un importante habitat per la
fauna, rappresentando il sito di sosta e svernamento per numerose specie di uccelli.
In tale contesto sono di particolare interesse anche i caratteristici mosaici di tamariceti e
formazioni di alofite (salicornieti, artrocnemeti, ecc.) così abbondanti nella zona, con
particolare riferimento all’area dei Perelli. Si tratta di una zona di notevole interesse
avifaunistico, zona di svernamento e sosta di numerose specie di avifauna e luogo di
riproduzione di Falco di palude e del Tarabuso.
Le diverse cenosi alofile costituiscono un unico caratteristico mosaico ambientale dove le
singole unità (salicornieti, giuncheti, artrocnemeti, ecc.) sono difficilmente cartografabili.
Al limite orientale della fascia costiera le prime formazioni sono presenti tra La Scogliera ed
il Campeggio Pappasole a costituire alcune praterie di alofite di particolare interesse e ancora
in buono stato di conservazione, anche grazie alla presenza di percorsi obbligati per l’accesso
dei bagnati alla spiaggia.
Tra La Carbonifera e e la foce del Fosso Corniaccia le aree paludose salmastre, in parte
frammiste a tamariceti e a canneti, costituiscono un’ampia fascia retrodunale interrotta solo
dagli accessi alla spiaggia e delimiatate verso l’interno dal Canale Allacciante Cervia.
Nella zona di Riva Verde e fino in prossimità del Secondo Ponte dei Perelli le paludi
salmastre in buono stato di conservazione sono localizzate esclusivamente lungo alcuni fossi e
depressioni che attraversano la porzione settentrionale di Riva Verde internamente alle cenosi
arboree planiziarie. In quest’ultima area infatti le originarie aree paludose retrodunali che nel
passato costituivano delle ampie lagune costiere sono state bonificate anche dalla recente
27
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
utilizzazione turistica con riporti di materiale ghiaioso per “ ... rialzare il suolo e poterlo
lottizzare.” (Comune di Piombino, 1986). Attualmente con l’eliminazione del villaggio
abusivo di Riva Verde le aree, sia a valle che a monte del Canale Allacciante Cervia, stanno
recuperando elementi di naturalità anche se le condizioni edafiche frenano tale recupero.
Gran parte delle aree retrodunali di Riva Verde, soprattutto nella porzione centrale e orientale
(al confine con il Fosso Corniaccia) presentano formazioni miste di specie alofile e tamariceti
evidenziando una notevole potenzialità ambientale.
Verso ovest ampie aree palustri retrodunali si localizzano poi tra il Secondo Ponte dei Perelli
e Torre del Sale. A ovest della foce del Fiume Cornia una fascia palustre a dominanza di
tamerici si localizza a diretto contatto con l’arenile per la ormai completa erosione del sistema
dunale che in quest’area “... non è più geomorfologicamente definibile ...” (Provincia di
Livorno, 1997).
Depressioni umide interdunali
Cod. Corine: 16.31; Cod. Habitat: 16.31; Cod. Natura 2000: 2190
Syntaxa fitosociologico: Juncetea maritimae
Si tratta di stagni con specchi d’acqua salmastra in zone retrodunali, spesso ai confini tra
sistema dunale fisso e le aree agricole interne.
Si tratta di un habitat presente con superfici ridotte ed estremamente frammentate a costituire
una delle componenti del mosaico di fruticeti alofili, junceti e stagni salmastri che
caratterizzano le aree retrodunali.
Specchi d’acqua salmastra si localizzano in particolare nelle aree umide presso La Scogliera e
tra il primo ed il secondo ponte dei Perelli. Tra le specie più diffuse sono presenti Atriplex
latifolia, Juncus acutus, Juncus maritimus, Puccinellia sp.pl. e Salicornia europea. Nei
laghetti retodunali si localizzano probabilmente anche alcune rizofite quali Ruppia sp.pl.
Vegetazione pioniera a salicornie ed altre specie annuali
Cod. Corine: 15.1, Cod. Habitat: 15.11; Cod. Natura 2000: 1310
Syntaxa fitosociologico: Thero-Salicornietea
Si tratta di un habitat presente con superfici estremamente ridotte e frammentate a costituire
una delle componenti del mosaico di fruticeti alofili, junceti e stagni salmastri che
caratterizzano numerose aree retrodunali.
Si caratterizza per la presenza di salicornie (S. europea, S. patula) (Iberite, 1996) ed altre
specie annuali, perlopiù Chenopodiaceae, che colonizzano substrati fangosi dissencatisi
durante la stagione estiva.
28
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
Prati alofili saltuariamente inondati
Cod. Corine: 15.5; Cod. Habitat: 15.15; Cod. Natura 2000: 1410
Syntaxa fitosociologico: Juncetea maritimae
Si tratta i formazioni ricche di emicriptofite riconducibili all’ordine Juncetalia maritimi Br.Bl., 1931 situate in aree umidi retrodunali periodicamente inondate e con salinità non
eccessivamente elevata. Tra le specie più caratteristiche si segnalano: Juncus maritimus,
Juncus acutus, Carex extensa, Agrostis stolonifera, Inula crithmoides e Puccinellia sp.pl..
Fruticeti alofili mediterranei
Cod. Corine: 15.6; Cod. Habitat: 15.16; Cod. Natura 2000: 1420
Syntaxa fitosociologico: Sarcocornietea fruticosae
Habitat particolarmente esteso negli stagni retrodunali salmastri dell’area costiera,
caratterizzandosi per la presenza di specie perenni, perlopiù prostrate, ed in particolare frutici
succulenti a distribuzione mediterraneo-atlantica. Si localizza prevalentemente nelle aree ove
la concentrazione salina è maggiore.
Tra le specie caratteristiche sono presenti: Sarcocornia fruticosa, Arthrocnemum glaucum,
Limonium serotinum (Rizzotto, 1984), Atriplex latifolia, Agropyron pungens, Inula
crithmoides, Puccinellia sp.pl., Bolboschoenus maritimus, Halimione portulacoides,
Triglochin bulbosum subsp. barrelieri.
All’interno del mosaico di cenosi alofile le diverse formazioni riconducibili a questa classe si
dispongono secondo un gradiente ecologico strettamente legato al grado di salinità: si
riscontrano quindi formazioni a Arthrocnemum glaucum in aree ipersaline e a maggiore
termofilia, formazioni vegetali a dominanza di Sarcocornia fruticosa e Puccinellia sp.pl. nelle
zone saline, praterie a dominanza della graminacea alotollerante Agropyron pungens e dalla
composita alo-nitrofila Inula crithmoides in terreni più elevati ed evoluti a maggiore presenza
di sostanza organica e con un minore grado di salinità.
Tra le aree palustri mostrano un particolare interesse le aree umide salmastre retrodunali
situate tra la costa e il campeggio presso la loc. La Carbonifera, ove si localizzano specie
quali Bolboschoenus maritimus, Halimione portulacoides e la rara Triglochin bulbosum
subsp. barrelieri segnalata in Toscana esclusivamente nella Palude della Diaccia Botrona in
Provincia di Grosseto (Caruel, 1860-64), nel Palude di Suese in Provincia di Livorno (Caruel,
1860-64) e nelle Paludi del Tombolo in Provincia di Pisa (Coaro, 1987).
29
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
3.3
INQUADRAMENTO FAUNISTICO
Per l'analisi delle componenti faunistiche presenti o potenzialmente presenti nel territorio
oggetto del presente studio, sono state impiegate le seguenti metodologie di indagine:
- ricerche bibliografiche relative ai popolamenti dell'area di studio e delle zone
immediatamente limitrofe, limitatamente alla fauna a Vertebrati e ad Invertebrati di interesse
scientifico e conservazionistico.
- ricognizioni sul campo al fine di individuare le principali caratteristiche fisionomiche del
territorio e di rilevare le specie di Vertebrati e di Invertebrati presenti.
Nello studio faunistico particolare attenzione è stata posta alla fauna ad uccelli, per il fatto che
questo gruppo si presta meglio di altri per essere utilizzato come indicatore di qualità o di
degrado degli ecosistemi terrestri.
I popolamenti animali
Dal punto di vista faunistico, nel comprensorio de La Sterpaia si possono riconoscere le
seguenti unità faunistiche:
1) Spiaggia e duna
2) Zone boscate e a macchia
3) Zone agricole e zone incolte
4) Zone umide
Di seguito verrà trattata ognuna di esse separatamente, evidenziandone le particolarità
faunistiche e ponendo attenzione alle entità meritevoli di segnalazione in quanto rare,
minacciate o di interesse estetico.
1) Unità "Spiaggia e duna"
Questa unità ambientale è ben rappresentata nell'area di studio. Gran parte di essa, tuttavia, è
stata a più riprese alterata dall'intervento dell'uomo. Nonostante ciò esistono settori, seppure,
ridotti, ancora sufficientemente intatti, che danno rifugio ad una fauna, soprattutto ad
Invertebarati, di un certo interesse. Tra questi si ricorda il mollusco gasteropode terrestre
Xerosecta contermina. La sua presenza non è ancora stata accertata nella zona de La Sterpaia
ma è molto probabile, dal momento che è conosciuto per il vicino litorale di Follonica e di
Cecina. Si tratta di una specie psammofila, vivente esclusivamente tra le erbe e gli arbusti
delle dune ben consolidate. Presenta una tipica distribuzione tirrenica, essendo diffusa in
30
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
modo frammentario in Nord-Africa (Tunisia) ed in Italia, dove è limitata a poche località della
Sardegna centro-meridionale e della costa tirrenica, dalla Toscana alla Campania (Manganelli
& Favilli, 1995). Estremamente sensibile alle modificazioni dell'habitat indotte dall'uomo, X.
contermina risulta un buon indicatore di qualità dell'ambiente di duna. Allo stato attuale è
seriamente minacciata per la distruzione dell'habitat causata dallo spianamento e dalla
cementificazione delle coste sabbiose.
Poche sono le specie di Vertebrati che frequentano regolarmente l'ambiente dunicolo. Tra i
rettili si ricordano la banale Lucertola campestre (Podarcis sicula) mentre tra gli uccelli il
Corriere piccolo (Caradrius dubius) e più raro Fratino (Caradrius alexandrinus). Durante la
migrazione è probabile la presenza della Pivieressa (Pluvialis squatarola) ed il Corriere
grosso (Caradrius hiaticula), due altre specie di caradriformi che prediligono i litorali
sabbiosi.
Gli unici due mammiferi che si possono rintracciare nella dune sono il Topo selvatico
(Apodemus sylvaticus) e il Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), due specie di scarso
interesse faunistico.
2) Unità "Zone boscate e a macchia"
In questa unità ambientale sono state raggruppate, ai fini della presente indagine, aree
abbastanza eterogenee quanto a composizione e a struttura della vegetazione, ma accomunate
dal fatto di condividere un popolamento animale in gran parte simile. In questo modo sono
state riunite tra loro le dune consolidate, dove domina una vegetazione a Juniperus sp.,
Rosmarinus sp., Cistus sp. (duna cespugliata), Pinus sp. e Quercus ilex (duna boscata) e
ambienti a queste successivi, costituiti per la gran parte da impianti artificiali di Eucalyptus
sp. e tamerice (Tamarix gallica). La fauna associata a questa unità ambientale si presenta
ricca e diversificata. Tra le molte specie di Invertebrati è possibile la presenza di due
interessanti insetti, il lepidottero ropalocero Ceononympha elbana e il coleottero geotrupide
Ceratophyus rossii. La prima è endemica della Toscana, dove è limitata all'Elba, al Giglio a
Giannutri e a poche stazioni dell'area costiera livornese e grossetana (Terzani, 1995). É specie
eliofila e termofila che popola i terreni xerici a macchia e i boschi aperti. Oggi è in
diminuzione in tutto il suo areale per la perdita di habitat conseguente agli incendi, all'intenso
pascolo dei bovini, dei daini e dei cinghiali, alla messa a coltura degli incolti e alla
urbanizzazione. Per queste ragioni è stata inclusa nella Lista Rossa delle farfalle italiane come
specie in pericolo di estinzione (Prola & Prola, 1990). C. rossii è un coleottero endemico del
litorale toscano, ed è molto raro, dal momento che è limitato all'area di San Rossore, ai
dintorni di Follonica e all'Oasi WWF di Burano (Nistri et al., 1991). Nel comprensorio de La
Sterpaia non mancano ambienti di macchia e bosco rado, adatti alla sua sopravvivenza.
Passando ai Vertebrati, tra i rettili si segnalano le ubiquiste lucertola campestre (Podarcis
sicula) e lucertola muraiola (P. muralis) e la più rara testuggine terrestre (Testudo hermanni),
una specie inclusa nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE. Possibile è la presenza di due
31
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
rettili di interesse comunitario, il Tarantolino (Phyllodactylus europeus) ed il Cervone
(Elaphe quatuorlineata), conosciuti per il vicino promontorio di Piombino (Vanni, 1981;
Corti et al., 1991). Il Tarantolino riveste un grande valore biogeografico, essendo una specie
paleotirrenica, che ha fatto, cioè, parte di una fauna prequaternaria che occupava quasi tutte le
regioni costiere del Mediterraneo occidentale.
Gli uccelli costituiscono la componente faunistica più importante, se non altro come numero
di specie potenzialmente presenti (Tellini et al., 1998). Nelle zone a macchia troviamo alcuni
passeriformi come l'Occhiocotto (Sylvia melanocephala), la Sterpazzolina (S. cantillans) e
l'Usignolo (Luscinia megarhynchos) e la meno frequente Magnanina (S. undata), quest'ultima
considerata mediamente vulnerabile come nidificante in Toscana (Sposimo & Tellini, 1995).
Possibile è la presenza della Bigia grossa (S. hortensis), un'altro passeriforme minacciato
come nidificante in Toscana (Sposimo & Tellini, 1995). Dove la macchia diventa meno fitta e
dominano le formazioni a Pinus sp. e a leccio, si rinvengono altre specie di uccelli tra le quali
le più frequenti sono il Picchio rosso maggiore (Picoides major), il Colombaccio (Columba
palumbus), la Tortora (Streptopelia turtur), la Tortora dal collare orientale (Streptopelia
decaocto), il Fiorrancino (Regulus ignicapillus), il Luì piccolo (Phylloscopus collybita), il
Pigliamosche (Muscicapa striata), il Rampichino (Certhia brachydactyla), la Ghiandaia
(Garrulus glandarius), il Fringuello (Fringilla coelebs), il Verdone (Carduelis chloris), il
Cardellino (C. carduelis) e il Verzellino (Serinus serinus). Da non escludere la presenza del
Lodolaio (Falco subbuteo), un falconiforme che in periodo riproduttivo frequenta le pinete
costiere aperte alternate a radure. Si tratta di un rapace incluso nella Direttiva CEE 79/409, la
cui distribuzione e consistenza della popolazione toscana e italiana appaiono, ad oggi, ancora
poco conosciute. Meno probabile risulta, invece, la presenza del raro Cuculo dal ciuffo
(Clamator glandarius), segnalato in passato e in tempi più recenti per alcune località dell'area
costiera pisano-livornese e grossetana, compresa la zona del Promontorio di Piombino (Romè
& Tomei, 1978). Esso, tuttavia, negli ultimi anni sembra essersi fatto ancora meno frequente.
Il Riccio (Erinaceus europeus), lo Scoiattolo (Sciurus vulgaris), il Topo selvatico (Apodemus
sylvaticus), l'Istrice (Hystrix cristata) e la Volpe (Vulpes vulpes) sono i mammiferi più
frequenti in questa unità ambientale. Probabile è la presenza del Moscardino (Muscardinus
avellanarius) e quella di alcuni chirotteri (pipistrelli) e insettivori (ad es. Crocidura sp.),
anche si hanno dati certi della loro presenza nell'area.
3) Unità "Zone agricole e zone incolte"
Una buona parte del territorio de La Sterpaia è occupato da zone agricole e, in misura minore,
da incolti i quali si rinvengono pressoché esclusivamente ai margini delle colture e nella
fascia immediatamente retrostante la duna boscata. La fauna vivente in questa unità
ambientale è molto più povera in specie rispetto a quella delle superfici boscate e a macchia.
Gli Invertebrati non annoverano, anche potenzialmente, specie di particolare interesse, tranne
la farfalla Zerynthia polyxena, localizzata in ed in diminuzione in Italia in seguito
32
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
all'eccessiva antropizzazione, alla messa a coltura dei terreni incolti, alla modernizzazione
delle tecniche agricole e l'uso massivo e indiscriminato di erbicidi e di antiparassitari. Anche i
Vertebrati, ad eccezione degli uccelli, sono presenti con specie ampiamente distribuite in tutta
la Toscana e l'Italia, quali la Lucertola campestre (Podarcis sicula), il Ramarro (Lacerta
viridis) e la Luscengola (Chalcides chalcides) (rettili), il Ratto nero (Rattus norvegicus), le
arvicole (Phytimis sp.) (mammiferi). Gli uccelli, al contrario, insieme a specie più o meno
largamente diffuse come l'Allodola (Alauda arvensis), la Cappellaccia (Galerida cristata), la
Calandrella (Calandrella brachydactyla), il Beccamoschino (Cisticola juncidis), il Saltimpalo
(Saxicola torquata), la Gazza (Pica pica) e la Passera mattugia (Passer montanus), includono
entità di maggior interesse, tra le quali si segnalano il Gheppio (Falco tinnunculus) e l'Assiolo
(Otus scops), due rapaci ritenuti a rischio come nidificanti in Toscana, l'Averla piccola
(Lanius collurio) e, potenzialmente, l'Averla cenerina (L. minor) e l'Averla capirossa (L.
senator), altri due uccelli minacciati a livello europeo. Tutte queste specie necessitano, per la
riproduzione, di una macchia alta o di filari di alberi marginali alle colture e agli incolti.
Per quanto riguarda i mammiferi, si segnalano il Riccio (Erinaceus europeus), il Topo
domestico (Mus musculus), il Topo selvatico (Apodemus sylvaticus), l'Istrice (Hystrix
cristata) e la Volpe (Vulpes vulpes) (Amori et al., 1984). Possibile è la presenza di alcuni
roditori tipicamente legati ai coltivi come, ad esempio, l'Arvicola del Savi (Pitymys savii).
4) Unità "Zone umide"
Questa unità ambientale comprende la foce del Fiume Cornia e i canali di bonifica dell'ex area
umida del Padule di Piombino. Sul margine occidentale confina con la recentemente istituita
Oasi WWF Orti-Bottagone. Vi si trovano estesi canneti e salicornieti, frequentati da numerose
specie animali, fatto, questo, che la rende di grande valore faunistico. I pesci annoverano
accanto ad entità francamente acquidulcicole come il Cavedano (Leuciscus cephalus) e la
Scardola (Scardinius erhytrophtalmus), altre eurialine quali i muggini, i cefali (Mugil sp.,
Chelon sp. e Liza sp.) e la Spigola (Dicentrarcus labrax). Comuni sono l'Anguilla (Anguilla
anguilla) e la Gambusia (Gambusia holbrooki), quest'ultima una specie di origine nordamericana, introdotta agli inizi del 1900 per combattere la malaria. Gli anfibi includono, tra
gli altri, il Tritone crestato (Triturus carnifex), il Tritone punteggiato (T. vulgaris), il Rospo
smeraldino (Bufo viridis) e la Raganella (Hyla variegata). I rettili sono presenti con la comune
Biscia dal collare (Natrix natrix) e la Testuggine d'acqua (Emys orbicularis) e, forse, con la
Biscia tassellata (N. tassellata). La Biscia tessellata è poco comune in Toscana ed è
minacciata dall'inquinamento dei corpi idrici. É inclusa nell'Allegato IV della Direttiva
92/43/CEE e nell'Appendice III della Convenzione di Berna. La Testuggine d'acqua è
ovunque in diminuzione per l'alterazione e la scomparsa delle zone umide, per l'inquinamento
dei corpi idrici causato, soprattutto, dai pesticidi usati in agricoltura, per il prelievo a scopo di
commercio e per le persecuzioni dirette, in quanto considerata nociva dai pescatori. Per queste
ragioni è stata inserita nell'Allegato II della Dir. 92/43/CEE ed è stata inclusa nell'Appendice
33
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
II della Convenzione di Berna. Gli uccelli rappresentano senza dubbio il gruppo faunistico più
numeroso e di maggior interesse conservazionistico. Il valore ornitologico dell'area è
accresciuto dal fatto che essa confina, come detto in precedenza, con l'Oasi WWF del padule
dell'Orti-Bottagone. Questa zona costituisce un importante sito di svernamento, di sosta e di
nidificazione per numerose specie di uccelli di grande interesse, in particolare ardeidi, anatidi,
limicoli e passeriformi (sono note, in tutto, oltre 200 specie di uccelli; cf. ad esempio Romè,
1979, 1980; Meschini, 1980; Arcamone & Meschini, 1982; Arcamone & Tellini, 1985, 1986,
1987, 1988, 1991-1992; Baccetti, 1988; Benucci & Politi, 1991; Liberatori et al., 1991;
Arcamone et al., 1994; Canu, 1997a, 1997b; Tellini et al., 1998), molte delle quali
frequentano anche le zone umide de La Sterpaia. Tra questi si ricordano la Garzetta (Egretta
garzetta), l'Airone bianco maggiore (E. alba), la Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), la
Spatola (Platalea leucorodia), la Volpoca (Tadorna tadorna), il Germano reale (Anas
plathyrhynchos), la Marzaiola (A. querquedula), il Fistione turco (Netta rufina), il Falco di
palude (Circus aeruginosus), il Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus), il Martin
pescatore (Alcedo atthis), l'Usignolo di fiume (Cettia cetti), il Cannareccione (Acrocephalus
arundinaceus), la Cannaiola (A. scirpaceus), il Forapaglie castagnolo (A. melanopogon) e il
Pendolino (Remiz pendulinus). I salicornieti sono colonizzati dalla Cutrettola (Motacilla
flava), e dalla Sterpazzola di Sardegna (Sylvia conspicillata), quest'ultima rara in Toscana e la
cui popolazione nidificante è stimata in non più di 50 coppie (Sposimo & Tellini, 1995). Gli
unici mammiferi potenzialmente presenti nelle zone umide dell'area de La Sterpaia sono il
Ratto d'acqua (Arvicola terrestris) e la Nutria (Myocastor coypus), una specie sud-americana
introdotta ed acclimatata in Italia come animale da pelliccia intorno alla metà di questo
secolo. Nessuna delle due risulta di particolare interesse.
AREE OMOGENEE DI GESTIONE: ANALISI DELL'AVIFAUNA
NIDIFICANTE E SVERNANTE
A) Sistema dunale mobile e fisso con relitte formazioni erbacee ed arbustive di
psammofite e con pinete
L'ambiente dunicolo è frequentato da poche specie di uccelli, tuttavia molto caratteristiche,
perchè strettamente vincolate a questo habitat così peculiare. Tra i nidificanti si ricordano due
caradriformi, il Fratino (Caradrius alexandrinus) e il Corriere piccolo (Caradrius dubius).
Mentre il Corriere piccolo è ancora abbastanza frequente come nidificante, il Fratino è
divenuto poco comune, minacciato dal disturbo turistico e dalla scomparsa dei siti idonei alla
riproduzione in seguito all'urbanizzazione dei litorali. Per queste ragioni è stato inserito nella
Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Toscana come specie "altamente vulnerabile" (Sposimo
& Tellini, 1995) ed è ritenuto minacciato a scala euroea (Tucker & Heat, 1994). Possibile è la
presenza del Calandro (Anthus campestris), passeriforme incluso nell'Allegato I della
Direttiva 79/409/CEE, nella Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Toscana come specie
34
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
"mediamente vulnerabile" e considerato minacciato in tutta Europa (Tucker & Heat, 1994) in
seguito alla scomparsa dell'habitat.
Le aree boscate e a macchia rappresentano una area di gestione di una certa rilvanza per per
l'avifauna. Nelle zone a macchia nidificano o potenzialmente nidificano le seguenti specie:
l'Usignolo (Luscinia megarhynchos); l'Occhiocotto (Sylvia melanocephala); la Sterpazzolina
(S. cantillans); la Magnanina (S. undata), specie inclusa nella Lista Rossa degli uccelli
nidificanti in Toscana come "mediamente vulnerabile" (Sposimo & Tellini, 1995),
nell'Allegato I della Direttiva 79/409/CEE e ritenuta minacciata a livello europeo (Tucker &
Heat, 1994); la Bigia grossa (S. hortensis), specie distribuita in modo frammentato ed
irregolare in Italia e in Toscana, compresa nella Lista Rossa degli uccelli nidificanti in
Toscana (Sposimo & Tellini, 1995) "come specie altamente vulnerabile".
Dove la macchia lascia il posto al boscate, è possibile ritrovare altre specie di uccelli, tra le
quali si segnalano: il Succiacapre (Caprimulgus europeus), probabilmente presente nei boschi
e nelle pinete rade, una specie ritenuta minacciata in Europa e per questo inclusa nell'Allegato
I della Direttiva 79/409/CEE; il Torcicollo (Jynx torquilla); il Picchio rosso maggiore
(Picoides major); il Colombaccio (Columba palumbus), anche svernante; la Tortora
(Streptopelia turtur); la Tortora dal collare orientale (Streptopelia decaocto); lo scricciolo
(Troglodytes troglodytes); il Merlo (Turdus merula); il Fiorrancino (Regulus ignicapillus); il
Pigliamosche (Muscicapa striata); il Luì piccolo (Phylloscopus collybita); il Codibugnolo
(Aegithalos caudatus); la Cinciarella (Parus caeruleus); la Cinciallegra (Parus major); il
Rampichino (Certhia brachydactyla); la Ghiandaia (Garrulus glandarius); il Fringuello
(Fringilla coelebs); il Verdone (Carduelis chloris); il Cardellino (C. carduelis); il Verzellino
(Serinus serinus).
Da accertare con sicurezza la presenza del Lodolaio (Falco subbuteo), un falconiforme
incluso nell'Allegato I della Direttiva CEE 79/409 e nella Lista Rossa degli uccelli nidificanti
in Toscana come specie "insufficientemente conosciuta" e segnalata per aree limitrofe a La
Sterpaia.
B) Formazioni umide retrodunali comprendenti le cenosi alofile ed i boschi mesoigrofili
Le formazioni di alofite (salicornieti, artrocnemeti, ecc,) costituiscono la zona più interessante
dal punto di vista ornitologico, sia per la ricchezza in specie (diversità biologica) che per la
presenza di entità di interesse scientifico e conservazionistico. Essa, infatti, insieme alla vicina
zona umida del padule dell'Orti-Bottagone, costituisce un importante sito di svernamento, di
sosta e di nidificazione per molte specie ornitiche, in particolare ardeidi, anatidi, limicoli e
passeriformi. Tra le spcie nidificanti, certe o potenziali, si ricordano il Germano reale (Anas
plathyrhynchos), il Falco di palude (Circus aeruginosus), il Cavaliere d'Italia (Himantopus
himantopus), il Martin pescatore (Alcedo atthis), il Calandro (Anthus campestris), la
Cutrettola (Motacilla flava), l'Usignolo di fiume (Cettia cetti), il Cannareccione
(Acrocephalus arundinaceus), la Cannaiola (A. scirpaceus), il Forapaglie castagnolo (A.
melanopogon), la Sterpazzola di Sardegna (Sylvia conspicillata) e. il Basettino ( Panurus
35
Inquadramento naturalistico dell’area costiera di Sterpaia
biarmicus) Il Falco di palude, il Cavaliere d'Italia, il Forapaglie castagnolo, la Sterpazzola di
Sardegna e il Basettino sono specie considerate rare come nidificanti in Toscana (Sposimo &
Tellini, 1995). Il Calandro, la Cutrellola e la Sterpazzola di Sardegna frequentano i
salicornieti e costituiscono fra le specie più caratteristiche di questo ambiente. Tra gli uccelli
svernanti si segnalano la Garzetta (Egretta garzetta), l'Airone bianco maggiore (E. alba), la
Spatola (Platalea leucorodia) e numerose anatre, fra le quali il Fistione turco (Netta rufina) e
il germano reale (A. plathyrhynchos).
I boschi umidi non presentano un popolamento ornitico caratteristico, dal momento che vi si
possono ritrovare gran parte delle specie presenti nell'area di gestione precedentemente
trattata.
Frequentano i boschi umidi, oltre a gran parte degli uccelli segnalati per la precedente area di
gestione, l'Assiolo (Otus scops), un rapace notturno inserito nella Lista Rossa degli uccelli
nidificanti in Toscana come specie "mediamente vulnerabile", diminuito nel corso degli ultimi
anni in seguito all'uso massivo di pesticidi e antiparassitari e alla scomparsa delle alberature
marginali alle aree aperte. Presenti sono anche il Pendolino (Remiz pendulinus) e il Rigogolo
(Oriolus oriolus), quest'ultimi due specie abbastanza frequenti in Toscana e in Italia che
mostrano una certa predilezione per le formazioni arboree igrofoile.
36
Pianificazione territoriale ed utilizzo antropico dell’area costiera di Sterpaia
4. PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED UTILIZZO ANTROPICO
DELL’AREA COSTIERA DI STERPAIA
A livello di pianificazione di area vasta l’area in oggetto risulta inserita nell’ambito dei nuovi
strumenti di PTC della Provincia di Livorno e di pianificazione paesaggistica del PIT (Ambito
di paesaggio Val di Cornia).
Nell’ambito del primo strumento l’area risulta prevalentemente inserita nell’Unità 18 e 20 nel
Sistema 3 relativo al Paesaggio della pianura del Cornia e delle Colline Metallifere, ove tra gli
obiettivi strategici individua la Tutela del valore naturalistico al fine di favorire e potenziare
la presenza di avifauna e la connessione tra gli ecosistemi della costa e dell’entroterra.
Valorizzazione del sistema di relazioni fra aree in grado, per caratterizzazione ecosistemica,
di costituire un corridoio di valore ecologico utile a favorire la connessione tra sistemi di
aree protette anche a scala interprovinciale (Rimigliano, Sterpaia, Tombolo di Follonica).
Figura 2 Progetto di reti ecologiche e connessione da tutelare (PTC Provincia di
Livorno).
Il territorio costiero tra Piombino e Follonica risulta interno all’ANPIL AREA NATURALE
PROTETTA DI INTERESSE LOCALE “STERPAIA”, istituita dal Comune di Piombino,
ai sensi della L.R. 49/95, con Del.C.C. n.33 del 2 aprile 1998 su una superficie di 249 ha (di
cui 180 conformi alla L. 394/91 e succ. modif.).
Il Comune di Piombino ha quindi successivamente approvato un regolamento di gestione
dell’area protetta, valido anche per la vicina ANPIL Baratti-Populonia, demandando la
gestione dell’ANPIL alla Parchi Val di Cornia s.p.a.
37
Pianificazione territoriale ed utilizzo antropico dell’area costiera di Sterpaia
Per il territorio in oggetto la circolazione dei mezzi motorizzati è consentita solo per l’accesso
alle aree a parcheggio (art.3 comma 2). L’accesso degli animali d’affezione è consentito al
guinzaglio, …, mentre il transito a cavallo è consentito qualora vi siano percorsi previsti e
appositamente segnalati ad eccezione degli arenili (art. 3 comma 3). … Nella stagione
balneare l’accesso dei cani negli arenili e nei luoghi adibiti alla pubblica balneazione
inserite all’interno delle aree protette, è consentito secondo le modalità che annualmente
verranno indicate con l’ordinanza balneare emanata dal Comune di concerto tra l’autorità
marittima competente ed il soggetto gestore dell’area (art. 3 comma 4).
Relativamente al rapporto tra fruitori e tutela del sistema dunale il regolamento prevede il
rispetto da parte dei visitatori dei camminamenti predisposti all’interno dell’area protetta
evitando altresì di danneggiare la vegetazione; in particolare nell’area protetta del parco
della Sterpaia è vietato l’attraversamento pedonale generalizzato (art. 5 Norme di
comportamento comma 1).
La tutela degli elementi di interesse naturalistico degli ambienti dunali costieri è perseguita
attraverso l’art.5, comma 2 ove è vietato il danneggiamento, l’estirpazione, la raccolta e la
detenzione ingiustificata della flora spontanea dell’arenile e della prima duna. È vietato
raccogliere fiori appartenenti a specie tutelate dalla normativa vigente e manomettere od
asportare il patrimonio naturalistico e forestale, fatte salve le ipotesi di cui al secondo
comma del presente articolo (art. 6 comma 3), inoltre … è vietata la cattura, l’abbattimento,
la detenzione di animali vertebrati e invertebrati appartenenti alla fauna selvatica; è vietato
alimentare la fauna selvatica ed esercitare ogni tipo di attività venatoria (art. 8 comma 1).
Il PIANO PARTICOLAREGGIATO COSTA ORIENTALE DELLA STERPAIA è stato
redatto dal Comune di Piombino ed approvato con Del.C.C. n. 138 del 8.11.1999, quale parte
integrante del sistema dei parchi previsto dagli strumenti coordinati di pianificazione generale
dei Comuni della Val di Cornia. L’attuazione delle previsioni del piano è stata affidata, come
tutti gli altri parchi comunali, alla Soc. Parchi Val di Cornia costituita dagli stessi comuni ai
sensi dell’art. 22 della L. 142/90.
Con Del.C.C. n.121 del 6.11.2007 è stata quindi approvata la variante al Piano
Particolareggiato, con contestuale variante al PRG.
Nell’ambito dell’art.9 delle NTA (Sistema dunale mobile e fiso ed arenili), la variante
fornisce indicazioni relative agli interventi ammissibili:
“Gli interventi ammessi nell’unità fisiografica sono finalizzati al ripristino ed alla
conservazione del sistema dunale, anche attraverso la regolamentazione della pressione
antropica indotta dagli usi balneari.
A tal fine sull’ambiente naturale sono ammessi i seguenti interventi :
- ripascimento artificiale degli arenili;
38
Pianificazione territoriale ed utilizzo antropico dell’area costiera di Sterpaia
-
-
-
-
-
-
-
-
realizzazione di barriere soffolte funzionali alla riduzione dei fenomeni erosivi degli
arenili;
eliminazione dei manufatti realizzati sugli arenili per usi balneari e loro
riorganizzazione negli ambiti di servizio previsti dal p.p.e.;
ricostruzione morfologica della duna attraverso interventi di ingegneria naturalistica
consistenti in palificate e barriere frangivento realizzate secondo le modalità
costruttive indicate nell'elaborato grafico B/7;
eliminazione del sistema di gabbionate realizzate a protezione della duna tra il fosso
Corniaccia e Carbonifera in quanto causa di accentuazione del fenomeno erosivo;
ripristino degli assetti vegetazionali con messa a dimora di specie psammofite tra
quelle ndicate nelle carte della vegetazione reale A/7.1 e A/7.2 e, lungo la fascia della
duna fissa, di trapianti di specie legnose quali il ginepro coccolone, lentisco, fillirea,
ecc.;
interdizione delle aree dunali interessate da interventi di ripristino vegetazionale e
morfologico.”
Al fine di regolamentare e organizzare la pressione antropica connessa agli usi
balneari del litorale, nell’unità fisiografica sono consentiti:
la libera fruizione degli arenili secondo gli indirizzi espressi dalla D.C.R.T. n. 47/90
tesi ad evitare fenomeni di congestionamento tali da ridurre la percezione degli
ambienti naturali;
la posa in opera di cestini portarifiuti lungo tutto il litorale;
la posa in opera di postazioni per la sicurezza e la sorveglianza dei bagnanti della
superficie massima di 9 mq., pari a 25 mc., nel numero massimo di una postazione per
modulo di spiaggia attrezzata, nelle localizzazioni da concordare con gli uffici
comunali preposti,
da realizzare secondo le indicazioni tipologiche dell’elaborato B/7 (tipologia D) e da
tinteggiare con uniformità cromatica in colore bianco-sabbia o legno naturale; le
strutture eventualmente già installate dovranno essere adeguate alle presenti
disposizioni in sede di rilascio del permesso a costruire entro un anno dall’entrata in
vigore delle presenti norme;
la creazione di spiagge attrezzate per la balneazione con ombrelloni e sdraie,
noleggio di imbarcazioni e servizi di spiaggia, esclusivamente nei tratti individuati
nella tavola B/2;
la sistemazione dei percorsi pedonali sulla base dei tracciati individuati nella tavola
B/2;
la realizzazione di accessi al mare con i criteri progettuali indicati nella tavola B/7 in
modo tale da limitare la penetrazione dei venti marini;
la realizzazione di chioschi per ristoro, rimessaggi, servizi igienici e per la
balneazione, nei siti indicati nella tavola B/2 (che hanno carattere indicativo per
39
Pianificazione territoriale ed utilizzo antropico dell’area costiera di Sterpaia
-
quanto riguarda l’ubicazione) e con le caratteristiche tipologiche definite nella tavola
B/7, dove presenti. Per tali attrezzature è ammessa una volumetria massima
complessiva pari a mc. 2.155, da computare al netto dello spazio sottostante il piano
di calpestio degli edifici se realizzati su palafitta, fermo restando il rispetto della
volumetria massima per ciascuna tipologia di chiosco indicata nella Tabella 1 delle
presenti norme;
la realizzazione di aree attrezzate per la sosta e per il picnic nei siti individuati nella
tavola B/2.
Nelle spiagge attrezzate è fatto obbligo ai titolari delle concessioni di allestire
percorsi agevolati per l’accesso ai portatori di handicap rispondenti ai requisiti
prestazionali fissati dalla legislazione in materia.
Lo svolgimento delle funzioni e dei compiti amministrativi in ordine all’ utilizzo del
DEMANIO MARITTIMO e di zone del mare territoriale situati sul territorio comunale di
Piombino è disciplinato dal Regolamento per la gestione del demanio marittimo, approvato
con Del.C.C. n.38 del 26 aprile 2004, e succ. modif. con Del.C.C. n.54 del 21 aprile 2005.
Nell’ambito dell’articolato il regolamento fornisce indicazioni comportamentali per le aree
demaniali marittime del comune ove è vietato:
(…)
(g) Condurre o far permanere in acqua e sugli arenili ed assimilabili, qualsiasi animale
anche se munito di regolare museruola e/o guinzaglio, al di fuori delle zone opportunamente
individuate nell’ annuale ordinanza sindacale di balneazione.
(…)
m) Gettare in mare o lasciare nelle cabine o sugli arenili rifiuti di qualsiasi genere;
(…)
q) Il danneggiamento, l’estirpazione, la raccolta e la detenzione ingiustificata delle
associazioni vegetazionali dunali e retrodunali.
r) Il calpestio delle aree dunali e retrodunali laddove esistano opportuni corridoi di
attraversamento
(art.27 Regolamento comunale).
Nell’ambito della gestione sostenibile degli ambienti costieri risultano disponibili anche le
utili “LINEE GUIDA PER LA GESTIONE INTEGRATA DELLA POSIDONIA”,
approvate dalla Giunta della Provincia di Livorno con decisione n.16 del 22 febbraio 2005
(Unità di Servizio “Pianificazione, Difesa del Suolo e delle Coste” del Dipartimento
dell’Ambiente e del Territorio della Provincia).
40
Pianificazione territoriale ed utilizzo antropico dell’area costiera di Sterpaia
Nell’ambito delle linee guida la gestione della posidonia spiaggiata viene affrontata con
modalità diverse a seconda delle condizioni stazionali e di fruizione turistica, ma con
l’obiettivo principale di gestire il materiale a livello di ambiti costieri ristretti, evitando il più
possibile il trasferimento in discarica. Di seguito vengono schematizzate le possibili
destinazioni del materiale spiaggiato:
Nel caso di spostamento in loco del materiale spiaggiato le linee guida forniscono le seguenti
indicazioni: La movimentazione all’interno della spiaggia deve far riferimento alla
morfologia della duna retrostante la spiaggia. Il punto migliore dove spostare la biomassa è
rappresentato dal “punto di massima espansione dell’onda” che rappresenta il limite a terra
per la diffusione delle biomasse vegetali. La movimentazione su tale limite ha il vantaggio di
favorire la stabilizzazione dell’anteduna che opera un’azione di protezione, accrescimento e
di stabilizzazione del retrostante cordone dunale. In caso di mare calmo, infatti, la presenza
della posidonia favorirà la costituzione del cordone dunale e la ricolonizzazione del limite a
mare da parte delle piante pioniere, mentre in caso di forti mareggiate le onde non si
infrangeranno direttamente sulla duna ma sulle foglie accumulate favorendone di nuovo il
trasporto a mare.
41
Pianificazione territoriale ed utilizzo antropico dell’area costiera di Sterpaia
Le biomasse vegetali non devono essere spostate direttamente nella zona mobile o fissa della
duna perché provocherebbero il soffocamento delle specie erbacee psammofile antidunali e le
specie arbustive ed arboree delle dune fisse.
42
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
5. INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE
DUNALI E STIMA DEI COSTI
DEGLI
AMBIENTI
Nella tabella seguente si riporta l’elenco completo degli interventi previsti suddivisi per
tipologie realitive e funzionali. Per ogni intervento viene fornita una breve descrizione
realizzativa, la quantità prevista e il costo preliminare dell’opera ricavato dai più recenti
prezzari disponibili per opere compiute o per singole voci di capitolato. Vengono inoltre
forniti modelli grafici e schemi di riferimento.
43
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
A1
Voce
Capitolato
Accesso
attrezzare
di
Descrizione intervento
da
Sistemazione della via di accesso pedonale all’arenile
mediante la realizzazione e posa in opera di 3
frangivento, ciscuna di 3 metri di lunghezza e 1.8 metri
di altezza fuori terra, due delle quali disposte ai lati
dell’imbocco del sentiero in senso parallelo alla linea di
costa e la terza disposta centralmente a chiudere
l’imbocco a 1.5 metri di distanza così da permettere il
passaggio dei pedoni. Ogni fascinata è realizzata con 3
sostegni di castagno (diametro di 10 cm) distanziati 1,5
metro e da 6 pali di castagno (diametro di 8 cm)
ciascuno di lugnhezza di 3 metri posizionati a coppia
con viti autofilettanti in file orizzontali a creare un
armatura adatta racchiudere fasci intrecciati di erica del
diametro di 25-50 mm e lunghezze a correre non
inferiori a 1.5 m, tenuti assieme con filo di ferro zincato
e legate all’armatura.
L’accesso è dotato di camminamento attrezzato
costituito da una pedana/passerella in legno appoggiata
al suolo (largh. media utile 1,20 m) di lunghezza in
media di circa 30 metri disposto secondo l’andamento
morfologico del tracciato esistente che in prossimità
dell’imbocco all’arenile si adatta al profilo naturale della
duna anche mediante la realizzazione di brevi percorsi
sopraelevati e/o dotati di scalini. Tale camminamento è
costituito da listoni piallati e smussati in legno lamellare
di larice o pino nordico pretrattati in autoclave (tavole
spessore 4.5 cm; larghezza 14.5 cm; lunghezza in opera
125 cm e lunghezza di produzione 500 cm.) fissate
traversalmente con viti autofilettanti sopra listoni di pari
misura posti in opera interrati di taglio. I bordi della
pedana sono rifiniti con mezzi pali di stesso legname,
diametro 10 cm posti longitudinalmente e fissati con viti
autofilettanti
sopra
il
piano
di
caplestio.
L’assemblamento e la posa in opera come da disegni
esecutivi. La posa al suolo da eseguire previo
livellamento del terreno naturale in sito e successiva
compattazione con miniescavatore dotato di pala
apripista frontale.
All’inizio di ogni accesso/sentiero attrezzato è prevista
la localizzazione di un piccolo cartello informativo in
legno (20x40 cm), con il numero di riferimento e la
localizzazione nell’ambito della Costa di Sterpaia
Unità
misura
N.
di
Quantità
53
Prezzo unitario
fornitura
€ 4.240,00
Importo
fornitura
€ 224.720,00
Annotazioni
44
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
Voce
Capitolato
di
A2
Accesso
chiudere
da
Descrizione intervento
rispetto ai parcheggi ed agli altri accessi attrezzati.
Chiusura delle interruzioni del profilo longitudinale
della duna (causate dal calpestio ed ampliate
dall’erosione eolica), tale da impedire l’accesso ai
sentieri oggetto di dismissione, mediante la posa in
opera di 3-4 viminate sovrapposte e collocate in senso
parallelo alla linea di costa e distanziate tra loro in
misura crescente con l’aumentare della distanza dal
mare. Ogni viminata è composta da verghe di erica del
diametro di 40-50 mm, lunghezze a correre non inferiori
a 1.5 m, intrecciate su picchetti di sostegno, per
un’altezza di 30-40 cm fuori terra e fissate con filo di
ferro non zincato. I picchetti dovranno essere costituiti
da pali scortecciati di legno durevole, diametro 8 cm,
lunghezza di 1.1 m con una estremità sagomata a punta,
non pretrattati e collocati nel terreno per infissione.
In aggiunta o parziale alternativa al suddetto modello
realizzativo possono essere utilizzati anche tronchi e
materiale vegetale legnoso di varia pezzatura, purché
opportunatamente sagomato a misura, recuperato
direttamente in loco.
Unità
misura
N.
di
Quantità
Prezzo unitario
fornitura
Importo
fornitura
136
€ 240,00
€ 32.640
Annotazioni
2
1
0
45
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
Voce
Capitolato
B1
B2
di
Descrizione intervento
Unità
misura
Creazione
frangivento
su
sommità dunale
Realizzazione di barriera frangivento a fascinata sulla
sommità della scarpata dunale di 1.8 metri di altezza
fuori terra. Ogni fascinata è realizzata con montanti di
legno durevole (diametro di 10 cm), distanziati tra loro
di 2 metri, e con 3 file di pali di castagno (diametro di 8
cm) ciascuno di lunghezza di 4 metri posizionati a
coppia con viti autofilettanti in file orizzontali a creare
un armatura adatta racchiudere fasci intrecciati di erica
del diametro di 25-50 mm e lunghezze a correre non
inferiori a 1.5 m, tenuti assieme con filo di ferro zincato
e legate all’armatura.
Realizzazione
sand fencing (1
fila)
Realizzazione barriera tipo viminata, disposta su una fila
parallela alla linea di costa, a distanza variabile dal piede
della scarpata dunale secondo le indicazioni riportate
sulla planimetria di progetto.
La tipologia di viminata presenta due diversi modelli
realizzativi a seconda della distanza dal piede dunale:
viminata verticale nei casi in cui l’opera si situi entro un
metro dal piede dunale; viminata inclinata di 60° nei
di
Quantità
Prezzo unitario
fornitura
Importo
fornitura
ml
1.500
€ 60,00
€ 90.000,00
ml
1.400
€ 30,00
€ 42.000,00
Annotazioni
46
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
Voce
Capitolato
di
Descrizione intervento
Unità
misura
di
Quantità
Prezzo unitario
fornitura
Importo
fornitura
Annotazioni
casi in cui l’opera si situi a distanza superiore.
Ogni viminata è composta da verghe di erica del
diametro di 30-50 mm, lunghezze a correre non inferiori
a 1.5 m, intrecciate su montanti di sostegno distanziati
50 cm fra loro e fissate con filo di ferro zincato. Nel
caso di opera verticale, l’altezza fuori terra dei montanti
deve essere di 80 cm; nel caso di opera inclinata la
lunghezza dei montanti sarà di 90 cm, con
controventatura come da sezione allegata. In entrambi i
casi i picchetti dovranno essere costituiti da pali
scortecciati e non pretrattati di legno durevole, diametro
8-10 cm, lunghezza totale di 1.6-1.8 m con una estremità
sagomata a punta. Per la parte soggetta ad interramento
(più 15 cm fuori terra) i montanti saranno trattati con
protezione anti-marcescenza quali bitume liquido
(catramina) o equivalente. I montanti sono infissi al
suolo per una profondità di almeno 70 cm mediante
semplice battitura o trivellazione.
In corrispondenza dei punti di accesso attrezzatato al
litorale (attività A1) è necessario che l’opera, sempre
con le stesse modalità realizzative, si raccordi all’innesto
mediante la realizzazione di un invito atto a separare
l’area calpestabile dalla duna protetta.
47
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
Voce
Capitolato
di
B3
Realizzazione
sand fencing (2
file)
Descrizione intervento
Unità
misura
Realizzazione barriera tipo viminata, disposta su due fila
parallele alla linea di costa, a distanza variabile dal piede
della scarpata dunale secondo le indicazioni riportate
sulla cartografia di progetto.
La tipologia di viminata presenta due diversi modelli
realizzativi per la prima e la seconda fila che si
differenziano per dimensione e inclinazione: viminata
verticale per la fila posta ad un metro dal piede dunale;
viminata inclinata di 60° per quella posta più distante.
Per la descrizione dei due modelli realizzativi si veda
l’azione B3
ml
di
Quantità
Prezzo unitario
fornitura
Importo
fornitura
3.800
€ 30,00
€ 114.000,00
Annotazioni
In corrispondenza dei punti di accesso attrezzatato al
litorale (attività A1) è necessario che l’opera, sempre
con le stesse modalità realizzative, si raccordi all’innesto
mediante la realizzazione di un invito atto a separare
l’area calpestabile dalla duna protetta.
48
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
B4
Voce
Capitolato
Eliminazione
gabbionata
di
Descrizione intervento
B5
Difese esistenti
da mantenere e
riqualificare
Intervento di recupero funzionale ed estetico di opere di
difesa costiera pre-esistenti attualmente in pessime
condizioni, mediante la rimozione manuale della rete
metallica, il risanamento/sostituzione dei montanti non
più efficienti, la messa in opera di viminate composte da
verghe di erica intrecciate del diametro di 30-50 mm e
lunghezze a correre non inferiori a 1.5 m.
B6
Recupero sabbia
deposta
per
ripristino duna
Movimentazione sabbia per chiusura o deviazione di
accessi dei sentieri, da realizzarsi attraverso la
movimentazione della sabbia in loco, anche mediante
recupero del materiale sabbioso deposto dalle
mareggiate nel retroduna e la formazione di piccoli
rilevati, arginature o simili, con miniescavatori cingolati
di peso operativo massimo non superiore a 2.500 kg e
con cingoli gommati di lunghezza al suolo non superiore
a 1,5 m. Sono comprese anche le opere di finitura e
complementari a mano. La localizzazione esatta è su
indicazione della D.L. in corso d’opera, anche
congiuntamente con la realizzazione delle barriere di cui
Asportazione dalla sommità dunale della vecchia opera
di difesa costiera consistente in una gabbionata
contenente ciottoli di dimensione attorno ai 10 cm di
diamtero.
Tale intervento dovrà essere fatto mediante lo scavo e lo
sbancamento del cordone con escavatore dotato di
benna.
Il
materiale asportato dovrà
essere
immediatamente trasportato fuori dall’ambiente dunale.
Unità
misura
mc
di
Quantità
70
Prezzo unitario
fornitura
€ 10,00
Importo
fornitura
€ 700,00
ml
180
€ 20,00
€ 3.600,00
mc.
600
€ 3,50
€ 2.100,00
Annotazioni
49
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
Voce
Capitolato
di
B7
Bonifica
con
riutilizzo
del
materiale
asportato
e
creazione
frangivento
su
sommità dunale
B8
Realizzazione
sand fencing a
cella quadrata
Descrizione intervento
ai vari punti B e C.
Intervento che prevede il recupero della sabbia secondo
le modalità espresse per l’attività B6, ed il contestuale
recupero del materiale legnoso, con il ripristino del
profilo dunale e la creazione di fascinata frangivento
sulla sommità secondo le modalità espresse per l’attività
B1.
Intervento atto a ricreare piccole aree dunali a
morfologia naturale mediante la realizzazione di
viminate a cannicciato distribuite a scacchiera capaci di
intercettare e depositare la sabbia trasportata dal vento.
Ogni cella quadrata dovrà avere una dimensione non
superiore ai 2 metri di lato, con un altezza fuori terra
della viminata di circa 50 cm e un diametro dei picchetti
in palo di castagno di 6-8 cm.
Laddove specificato in planimetria di progetto tale
intervento dovrà essere preceduto dalla rimozione e
smaltimento di materiale fatiscente depositato
sull’arenile (tavoli pic-nic e altro materiale di piccole
dimensioni).
Unità
misura
di
Quantità
A corpo
Modulo di 4
mq
3.500
Prezzo unitario
fornitura
Importo
fornitura
€ 18.000,00
€ 18.000,00
€ 80,00
€ 70.000,00
Annotazioni
50
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
Voce
Capitolato
di
Descrizione intervento
Unità
misura
di
Quantità
Prezzo unitario
fornitura
Importo
fornitura
Annotazioni
51
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
C1
Voce
di
Capitolato
Area di impianto
specie arbustive
C2
Piante da tagliare
C3
Taglio pini e
piantumazione
ginepri
Impianto
pini
marittimi
C4
Descrizione intervento
Impianti di specie arbustive autoctone (Juniperus
turbinata, Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa,
Pistacia lentiscus) nei settori di sommità dunale e
retroduna là dove sono evidenti fenomeni di degrado
quali-quantitativo della copertura vegetale e/o processi
di dispersione sedimentaria verso l’entroterra.
Messa a dimora di specie arbustive autoctone allevate in
contenitore (vaso o fitocelle; altezza 15 cm), con
dichiarazione di origine del seme o materiale da
propagazione, entro uno schermo di riparo
costituito da un modulo di scacchiera (intervento B8) in
ragione di 28 piantine per ogni modulo di 4 mq, aventi
età di uno e/o due anni, previa formazione di buca,
esclusivamente con mezzi manuali, di dimensioni
doppie rispetto all’apparato radicale delle piantine e una
bagnatura con circa 60 litri di acqua al mq.
Le piante all’interno dello schermo di protezione
saranno disposte come illustrato in figura: a) Juniperus
turbinata, b) Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa, c)
Pistacia lentiscus.
Abbattimento di pianta di pino d’Aleppo, tramite
recisione a livello del suolo e caduta guidata, compresi
la sramatura, la depezzatura, l'allestimento sul letto di
caduta, l'allontanamento e lo smaltimento del materiale,
esclusa la rimozione dell'apparato radicale.
Durante la fase di smaltimento del materiale sarà
necessiario attenersi alla D.L che laddove opportuno
potrà indicare siti adatti a un riutilizzo in loco (si veda
intervento A2).
Unità
di
misura
Modulo di 4
mq
N.
Intervento di taglio e piantumazione costituito per la cui
descrizione rimandiamo alle attività C1 e C2.
A corpo
Impianti di specie arborea autoctone (Pinus pinaster) nei
settori di sommità dunale e retroduna là dove sono
evidenti fenomeni di degrado quali-quantitativo della
copertura vegetale in aree destinate alla fruizione.
mq
Quantità
6.500
Prezzo unitario
fornitura
€ 75,00
Importo
fornitura
€ 243.750,00
40
€ 80,00
€ 3.200,00
€ 30.800,00
€ 30.800,00
€ 20,00
€ 600,00
30
Annotazioni
52
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
Voce
Capitolato
di
D1
Eradicazione di
Carpobrotus sp.
D2
Eradicazione di
altre specie aliene
Descrizione intervento
Messa a dimora di piante allevate in contenitore e
altezza 1,5 m, con dichiarazione di origine del seme o
materiale da propagazione, previa formazione di buca di
almeno 40x40 cm con sesto di impianto irregolare con
densità di piante di circa 10 in 250 mq. E’ prevista una
bagnatura con circa 30 litri di acqua a pianta.
L’intervento proposto è volto al contenimento della
diffusione delle specie aliena (Carpobrotus spp.), e
all’eliminazione diretta mediante eradicazione, al fine di
favorire la ripresa della vegetazione autoctona
spontanea.
L’eradicazione della specie invasiva è da eseguirsi
direttamente a mano o con attrezzi manuali idonei, nei
settori puntiformi (ogni sito ha un’ampiezza che va da
pochi mq a qualche centinaia di mq) segnalati nella
planimetria di progetto. E’ compreso l'allontanamento
delle parti vegetali.
L’intervento proposto è volto al contenimento della
diffusione delle specie aliene meno diffuse rispetto a
Carpobrotus spp., presenti nell’area: Agave sp.pl.,
Opuntia sp.pl., Pittosporum tobira, Yucca gloriosa, ecc.
L’eradicazione della specie invasiva è da eseguirsi
direttamente a mano o con attrezzi manuali idonei, nei
settori puntiformi (segnalati nella planimetria di
progetto). E’ compreso l'allontanamento delle parti
vegetali.
Unità
misura
di
Quantità
Prezzo unitario
fornitura
Importo
fornitura
mq
3.700
€ 15,00
€ 55.500,00
Nucleo di 20
mq
22
€ 100,00
€ 2.200,00
Annotazioni
53
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
Voce
Capitolato
D3
E1
di
Descrizione intervento
Unità
misura
Eradicazione
specie aliene nel
sottobosco della
pineta di Sterpaia
L’intervento consiste nell’eradicazione di varie specie
aliene indicate dalla D.L. (in massima parte
Carpobrotus spp., ma anche Yucca gloriosa, Opuntia
sp.pl., ecc.) diffuse all’interno della pineta litoranea di
Sterpaia in cui sono ampiamente diffuse. La modalità è
la quella già indicata per le attività D1 e D2 in relazione
alle diverse specie aliene presenti.
A corpo
Realizzazione
staccionata
Realizzazione di staccionate in paleria di legno trattata,
con funzione di barriera per impedire l’accesso fuori dai
sentieri fruibili ed a sbarramento di taluni imbocchi di
sentieri oggetto di dismissione; di altezza utile fuori
terra 1,05-1,10 m. La staccionata sarà costituita da
montanti di diametro 10-12 cm posti ad interasse di 1,60
m (max. 1,70 m), traverse di diametro 6-8 cm
posizionate a croce tra un montante e l’altro, e
corrimano di diametro 8-10 cm posto alla sommità dei
m
di
Quantità
170
Prezzo unitario
fornitura
Importo
fornitura
€ 50.000,00
€ 50.000,00
€ 50,00
€ 8.500,00
Annotazioni
54
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
Voce
Capitolato
di
Descrizione intervento
Unità
misura
di
Quantità
Prezzo unitario
fornitura
Importo
fornitura
Annotazioni
montanti; il tutto in paleria di legno di castagno o larice
o pino nordico, scortecciato, rifilato e trattato con
impregnante protettivo da esterno, tossico,
di colore neutro, possibilmente del tipo all’acqua. Per la
parte soggetta ad interramento più 15 cm. fuori terra i
montanti saranno trattati con protezione antimarcescenza quali bitume liquido (catramina) o
equivalente; i montanti sono infissi al suolo per una
profondità di almeno 40 cm, mediante semplice battitura
o trivellazione, Traverse e corrimano saranno incastrati
sui montanti mediante apposite sagomature delle
estremità (da realizzarsi anche il loco) e fissati con viti
mordenti in acciaio brunito o zincato (diam. indicato 6-8
mm); per il fissaggio del corrimano potrà essere
utilizzata anche staffa in acciaio zincato adeguatamente
curvata e fissata con viti mordenti sul palo montante. La
localizzazione delle staccionate sono riportante nella
planimetria di porgetto ma l’esatta collocazione è da
definire secondo le indicazioni della D.L.
55
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
Voce
Capitolato
E2
Collocazione
pannello
didattico
F1
Piattaforma
cemento
di
in
da
Descrizione intervento
Unità
misura
Realizzazione di 2 tipi di pannelli didattici (70x100 cm):
uno descrittivo degli ambienti di duna e retroduna, degli
habitat e delle specie di flora e di fauna, delle emergenze
e degli elementi di criticità;
l’altro contestualizzato a specifici interventi di
riqualificazione
realizzati
nell’area.
Entrambi
conterranno una parte relativa alla illustrazione delle
cause di minaccia degli ambienti dunali e delle norme
comportamentali da osservare.
In totale sono previsti 70 pannelli, 35 per entrambe le
due tipologie tematiche.
Il costo è comprensivo anche della progettazione dei
testi e disegni e della stampa.
N.
Rimozione mediante di una piattaforma di circa 8 mq di
cemento localizzata sull’arenile mediante l’utilizzo di un
A corpo
di
Quantità
Prezzo unitario
fornitura
Importo
fornitura
20
€ 700,00
€ 14.000,00
€ 300,00
€ 300,00
Annotazioni
56
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
N.
Attività
F2
Voce
Capitolato
eliminare
di
Area attrezzata
da eliminare
Descrizione intervento
Unità
misura
di
Quantità
Prezzo unitario
fornitura
Importo
fornitura
€ 300,00
€ 300,00
Annotazioni
martello pneumatico e smaltimento del materiale.
Rimozione di materiale utilizzato per la fruizione
turistica ma ora in pessimo stato (tavoli pic-nic,
panchine, ecc.) localizzato in area a forte erosione in
prossimità del fronte dunale. L’intervento prevede la
anche il rimodellamento morfologico localizzato
dell’area in erosione e lo smaltimento del materiale di
risulta.
A corpo
57
Interventi di riqualificazione degli ambienti dunali e stima dei costi
Di seguito si riporta il quadro economico complessivo degli interventi previsti
Importo fornitura
€ 224.720
Num
Tipo di Intervento
A1
Accesso da attrezzare
A2
Accesso da chiudere
B1
Creazione frangivento su sommità dunale
B2
Realizzazione sand fencing (1 fila)
€ 42.000,00
B3
Realizzazione sand fencing (2 file)
€ 114.000,00
B4
Eliminazione gabbionata
B5
Difese esistenti da mantenere e riqualificare
€ 3.600,00
B6
€ 2.100,00
€ 18.000,00
B7
Recupero sabbia deposta per ripristino duna
Bonifica con riutilizzo del materiale asportato e creazione frangivento su
sommità dunale
B8
Realizzazione sand fencing a cella quadrata
€ 70.000,00
C1
Area di impianto specie arbustive
C2
Piante da tagliare
€ 32.640
€ 90.000,00
€ 700,00
€ 243.750,00
€ 3.200,00
€ 30.800,00
C3
Taglio pini e piantumazione ginepri
C4
Area di impianto pini marittimi
D1
Eradicazione del Carpobrotus sp.
€ 55.500,00
D2
Eradicazione di altre specie aliene
€ 2.200,00
D3
Eradicazione specie aliene nel sottobosco della pineta di Sterpaia
E1
Realizzazione di staccionata con pannellistica
E2
Collocazione pannello didattico
F1
Piattaforma in cemento da eliminare
€ 300,00
F2
Area attrezzata da eliminare
€ 300,00
Totale
€ 600,00
€ 50.000,00
€ 8.500,00
€ 14.000,00
€ 1.006.910,00
58
Proposta di regolamentazione delle attivita’ di uso della fascia costiera
6. PROPOSTA DI REGOLAMENTAZIONE DELLE ATTIVITA’ DI
USO DELLA FASCIA COSTIERA
6.1
INTRODUZIONE
In considerazione delle problematiche di conservazione degli ambienti dunali e retrodunali di
Sterpaia risulta indispensabile associare alla realizzazione degli interventi di riqualificazione
(chiusura aperture nel sistema dunale, realizzazione di fascinate e di strutture frangivento,
realizzazione accessi attrezzati alla spiaggia, eliminazione specie esotiche su dune, ecc.)
anche buone pratiche e norme comportamentali, indirizzate ai gestori degli stabilimenti
balneari, ai fruitori dell’area ed agli Enti competenti alle operazioni di pulizia della spiaggia.
Si tratta di due azioni complementari ed in grado di migliorare l’efficacia complessiva delle
azioni di riqualificazione e difesa del sistema costiero di Sterpaia.
Dopo una prima analisi dei principali strumenti e norme vigenti nell’area, relativamente al
sistema dunale costiero, vengono elencate alcune proposte di buone pratiche in grado di
migliorare i livelli di sostenibilità ambientale delle attività presenti.
Il processo di redazione della progettazione preliminare degli interventi in oggetto, soprattutto
relativamente alla buone pratiche, prevede di valorizzare la fase di consultazione al fine di
produrre contenuti condivisi degli Enti, Associazioni e portatori di interessi locali.
6.2 PROPOSTA DI BUONE PRATICHE PER UNA FRUIZIONE TURISTICA
SOSTENIBILE DELL’AREA DI STERPAIA
Il presente progetto si pone l’obiettivo di riqualificare il sistema dunale di Sterpaia, con la sua
caratteristica sequenza di habitat di anteduna, duna e retroduna e di ostacolare, con interventi
a terra, i processi di erosione di tali habitat.
L’analisi dello stato di conservazione degli ambienti dunali di Sterpaia e delle pressioni
antropiche presenti ha evidenziato come la tutela di questi delicati habitat sia perseguibile solo
associando agli interventi di riqualificazione degli habitat (in gran parte costituiti dalla
applicazione delle tecniche dell’ingegneria naturalistica) anche azioni di razionalizzazione e
di mitigazione degli impatti legati alla fruizione turistica estiva e alla gestione degli
stabilimenti balneari e della spiaggia.
Per il loro carattere relittuale e per la loro non eccessiva ampiezza gli habitat dunali di
Sterpaia sono attualmente fortemente condizionati dalla presenza di un elevato carico turistico
59
Proposta di regolamentazione delle attivita’ di uso della fascia costiera
estivo. Tale pressione si traduce soprattutto in fenomeni di calpestio e alterazione degli habitat
dunali, ma soprattutto di sentieramento diffuso. Dalle aree di parcheggio retrodunali i fruitori
raggiungono la spiaggia direttamente attraverso gli accessi agli stabilimenti balneari o si
distribuiscono lungo le spiagge utilizzando alcuni sentieri interni alle pinete dunali paralleli
alla linea di costa. Da tali sentieri vengono quindi attraversati gli habitat dunali utilizzando le
decine di sentieramenti presenti. Tra la centrale di Torre del Sale e la loc. Carbonifera il
presente progetto ha censito circa 300 sentieramenti di accesso alla spiaggia.
Il sentieramento diffuso non solo è in grado di alterare direttamente preziosi habitat dunali, ed
in particolare le formazioni ad Ammophila arenaria ed Agropyron junceum, ma attraverso la
realizzazione di aperture nel fronte dunale per l’accesso alla spiaggia (blow-out) è in grado di
innescare negativi processi di erosione eolica o delle mareggiate.
La realizzazione di accessi attrezzati alla spiaggia, la chiusura di un quota parte dei
sentieramenti e delle aperture del fronte dunale e le seguenti norme di comportamento
costituiscono una risposta complessiva per la tutela del sistema dunale.
La realizzazione di attività di pulizia della spiaggia possono costituire potenziali elementi di
criticità per gli ecosistemi costieri, così come l’utilizzo di arredi verdi negli stabilimenti non
compatibili con la vegetazione e la flora locale. Le norme di seguito esposte intendono
favorire attività di pulizia della spiaggia ed una gestione degli stabilimenti balneari più
sostenibili.
La presente proposta di buone pratiche viene inoltre confrontata con le normative attualmente
già vigenti nell’area, al fine di valorizzare norme già esistenti o di individuare la necessità di
loro implementazioni. Nella descrizione delle buone pratiche viene di seguito fatto
riferimento alle seguenti zone:
•
•
•
Zona afitoica. Zona priva di vegetazione, ad ampiezza variabile, posta tra la linea
media del mare (o di battigia) ed il piede della duna. Nella sua parte più interna la
presenza di materiali spiaggiati e l'eventuale nuovo apporto di sabbia costituiscono gli
elementi alla base per la ricostituzione di nuove aree dunali.
Zona dunale. Zone successive a quella afitoica, compresa tra il piede della duna ed il
suo limite interno (usualmente indicato dalla presenza di aree agricole o aree umide).
Nelle condizioni ecologiche migliore dalla vegetazione pioniera si passa a quella di
consolidamento e, infine, a quella delle dune consolidate (sequenza di anteduna, duna
e retroduna).
Spiagge ed habitat dunali di valore naturalistico. In queste aree gli elementi
naturali vengono conservati e gli habitat lasciati alla loro evoluzione naturale. La
fruizione non deve compromettere direttamente o indirettamente la vitalità delle specie
e degli habitat naturali. In tali aree sono da valorizzare gli interventi di riqualificazione
e ampliamento degli habitat dunali e retrodunali.
60
Proposta di regolamentazione delle attivita’ di uso della fascia costiera
• Zona con strutture temporanee o stabili per la balneazione.
6.2.1 Attraversamento degli ambienti dunali
Descrizione buona pratica/norma comportamentale:
Con la realizzazione del progetto l’attraversamento degli ambienti dunali potrà avvenire solo
attraverso i camminamenti attrezzati con passerelle in legno (si prevede la realizzazione di
passerelle in legno adagiate sulla morfologia dunale, con o senza staccionata, e passerelle
localmente sopraelevate). Non sarà consentito il calpestio degli ambienti dunali aperti e l’uso
dei sentieramenti non attrezzati. Tale divieto di attraversamento è valido anche per gli accessi
dalla spiaggia verso il retroduna e si estende agli animali da affezione e ai cavalli. Gli accessi
attrezzati, numerati ed indicati in appositi cartelli, consentiranno di accedere agli stabilimenti,
ai servizi igienici, bar e punti ristoro, alle aree attrezzate e ai parcheggi.
Alcune aree dunali classificate come “habitat dunali di valore naturalistico” saranno
delimitate da staccionate al fine di una loro integrale tutela. Il divieto si estende anche alle
aree dunali interessate da interventi di riqualificazione, chiusura delle aperture dunali,
eliminazione dei specie esotiche e ripiantumazione specie dunali.
Descrizione riferimento normativo:
Il Regolamento di gestione dell’ANPIL Sterpaia
prevede il rispetto da parte dei visitatori dei
“camminamenti predisposti all’interno dell’area
protetta evitando altresì di danneggiare la
vegetazione; in particolare nell’area protetta del
parco della Sterpaia è vietato l’attraversamento
pedonale generalizzato” (art. 5 Norme di
comportamento comma 1).
Il Regolamento del Comune di Piombino per la
gestione del demanio marittimo vieta “Il calpestio
delle aree dunali e retrodunali laddove esistano
opportuni corridoi di attraversamento” (art.27, punto
r).
La
normativa
della
variante
al
Piano
particolareggiato Costa orientale della Sterpaia Foto 2 Esempio di passerelle in legno
prevede, all’articolo 9 l’”interdizione delle aree realizzate nel sistema dunale di Marina
dunali interessate da interventi di ripristino di Vecchiano (PI).
vegetazionale e morfologico.”
61
Proposta di regolamentazione delle attivita’ di uso della fascia costiera
6.2.2 Accesso animali d’affezione sulla spiaggia
Descrizione buona pratica/norma comportamentale:
In molte aree costiere la presenza di animali d’affezione costituisce un forte elemento di
criticità per la tutela della fauna nidificante. Si tratta di un’azione di disturbo soprattutto in
primavera ed a carico dell’avifauna nidificante negli ambienti di spiaggia/duna (ad es. fratino,
corriere piccolo, ecc.) o nelle aree umide retrodunali. In considerazione delle caratteristiche
dell’area e dei valori naturalistici presenti si ritiene ammissibile la presenza di animali
d’affezione al guinzaglio.
Descrizione riferimento normativo:
Secondo il Regolamento di gestione dell’ANPIL Sterpaia l’accesso degli animali d’affezione
è consentito “al guinzaglio, …, mentre il transito a cavallo è consentito qualora vi siano
percorsi previsti e appositamente segnalati ad eccezione degli arenili (art. 3 comma 3). …
Nella stagione balneare l’accesso dei cani negli arenili e nei luoghi adibiti alla pubblica
balneazione inserite all’interno delle aree protette, è consentito secondo le modalità che
annualmente verranno indicate con l’ordinanza balneare emanata dal Comune di concerto
tra l’autorità marittima competente ed il soggetto gestore dell’area” (art. 3, comma 4).
Il Regolamento del Comune di Piombino per la gestione del demanio marittimo vieta di
“Condurre o far permanere in acqua e sugli arenili ed assimilabili, qualsiasi animale anche
se munito di regolare museruola e/o guinzaglio, al di fuori delle zone opportunamente
individuate nell’ annuale ordinanza sindacale di balneazione (art.27, punto g).
6.2.3 Pulizia della spiaggia e raccolta dei rifiuti
Descrizione buona pratica/norma comportamentale:
In molte aree costiere la realizzazione delle periodiche attività di “pulizia” delle spiagge
costituisce un potenziale elemento di criticità per la tutela degli ambienti dunali (in particolare
di anteduna) e della fauna e flora legate alla presenza di materiale organico spiaggiato. Di
seguito vengono fornite linee guida e buone pratiche da seguire nelle diverse tipologie
territoriali della costa di Sterpaia (zone con strutture per la balneazione, zone di elevato
interesse naturalistico, altre aree).
Per queste aree vengono fornite anche indicazioni sulla collocazione di cestini portarifiuti o
punti di raccolta dei rifiuti stessi. Come regola generale si prevede di delocalizzare gli attuali
cestini o punti di raccolta situati sul sistema dunale o ai suoi margini, localizzando detti
servizi in aree già trasformate, strutture balneari attrezzate, nei punti di collegamento tra i
sentieri attrezzati e i parcheggi.
62
Proposta di regolamentazione delle attivita’ di uso della fascia costiera
Zone con strutture fisse o temporanee per la balneazione
La pulizia ordinaria dell'area connessa alle attività, anche quotidiana durante la stagione
balneare, deve essere manuale, con la raccolta di rifiuti e altro materiale spiaggiato al suolo, o
meccanica mediante piccoli mezzi vagliatori, gommati o cingolati, in grado di non asportare
la sabbia dalla spiaggia. Solo per manutenzione straordinaria, a fine inverno, possono essere
effettuate operazioni di pulizia con mezzi meccanici di limitato ingombro (interasse massimo
2 metri, senza escavatori, ne mezzi cingolati) ed a carico sia dei rifiuti (plastica, vetro, ecc.)
che del materiale spiaggiato naturale (materiale organico, legno, ecc.). Quest’ultima pulizia
potrà avvenire dandone comunicazione alla Parchi val di Cornia è dovrà essere realizzata solo
nella zona afitoica e senza interessare direttamente il piede delle dune.
Il materiale organico derivante dalla pulizie delle aree in concessione dovrà essere collocato al
piede delle dune, nelle zone di interruzione del sistema dunale o in aree indicate nelle
cartografie di progetto. L’eventuale materiale ghiaioso dovrà essere stoccato
temporaneamente nelle aree indicate nelle cartografie di progetto e ricollocato a fine stagione
lungo la linea di battigia.
Il materiale organico raccolto nelle operazioni di pulizia straordinaria (legname, posidonia,
ecc.) dovrà essere collocato nelle aree di stoccaggio appositamente individuate dal progetto di
riqualificazione (aree di anteduna, zone di interruzione del sistema dunale, fascia antistante la
fascinate frangivento in corrispondenza degli stabilimenti). Altre aree potranno essere
individuate dalla Parchi Val di Cornia, anche su indicazione dei gestori degli stabilimenti, per
affrontare eventuali nuovi problemi di erosione o di alterazione del sistema dunale.
Non è comunque consentito lo scarico del materiale organico direttamente sugli habitat dunali
e retrodunali.
Spiagge ed habitat dunali di valore naturalistico
La pulizia deve avvenire esclusivamente con mezzi manuali ed a carico dei soli rifiuti non
organici (plastica, vetro, ecc.). Essa non comprende quindi il materiale spiaggiato organico e
deve realizzarsi solo nella zona afitoica dandone comunicazione alla Parchi Val di Cornia.
Solo per manutenzione straordinaria, alla fine dell’inverno, ed a carico del materiale
spiaggiato di maggiori dimensioni (grandi tronchi spiaggiati) possono essere effettuate
operazioni di pulizia meccanica. Il materiale organico derivante dalla manutenzione
straordinaria dovrà essere accumulato alla base dell’ante duna o in aree caratterizzate dalla
presenza di aperture nel sistema dunale, costituendo materiale utile a funzioni di sand fencing.
Le eventuali operazioni di pulizia straordinaria non dovrà comunque avvenire a carico degli
eventuali accumuli di posidonia.
I rifiuti dei singoli visitatori non devono essere abbandonati ma asportati da chi li produce in
sacchetti di plastica chiusi. E' altresì vietata l'installazione di raccoglitori per rifiuti sulla
spiaggia, sul sistema dunale o al suo piede.
Altri tratti di costa
63
Proposta di regolamentazione delle attivita’ di uso della fascia costiera
Valgono le indicazioni di cui alla categoria precedente con la possibilità aggiuntiva di
realizzare pulizie straordinarie meccaniche, alla fine dell’inverno, ed a carico del materiale
spiaggiato e non solo su quello di maggiori dimensioni (grandi tronchi spiaggiati). Il materiale
organico derivante dalla manutenzione straordinaria dovrà comunque essere accumulato alla
base dell’ante duna o in aree caratterizzate dalla presenza di aperture nel sistema dunale,
costituendo materiale utile a funzioni di sand fencing.
Le eventuali operazioni di pulizia straordinaria non dovrà avvenire a carico degli eventuali
accumuli di posidonia.
I rifiuti dei singoli visitatori non devono essere abbandonati ma asportati da chi li produce in
sacchetti di plastica chiusi. E' altresì vietata l'installazione di raccoglitori per rifiuti sulla
spiaggia, sul sistema dunale o al suo piede.
Descrizione riferimento normativo:
La pulizia delle spiagge avviene ad opera della ASIU spa, azienda pluriservizio di igiene
ambientale di proprietà dei Comuni di Piombino, Campiglia M.ma e Suvereto, sotto il
controllo, nell’ambito di Sterpaia, della Parchi Val di Cornia.
Il Regolamento di gestione dell’ANPIL Sterpaia non affronta il tema della pulizia delle
spiagge.
Il Regolamento del Comune di Piombino per la gestione del demanio marittimo vieta di
“Gettare in mare o lasciare nelle cabine o sugli arenili rifiuti di qualsiasi genere”(art.27).
La normativa della variante al Piano particolareggiato Costa orientale della Sterpaia consente,
all’articolo 9, “la posa in opera di cestini portarifiuti lungo tutto il litorale”.
Le Linee guida per la gestione integrata della posidonia, approvate dalla Provincia di Livorno,
affrontano la questione dell’accumulo della posidonia sulle coste con modalità diverse a
seconda delle condizioni stazionali e di fruizione turistica, ma con l’obiettivo principale di
gestire il materiale a livello di ambiti costieri ristretti, evitando il più possibile il trasferimento
in discarica. Nel caso di spostamento in loco del materiale spiaggiato le linee guida forniscono
le seguenti indicazioni: La movimentazione all’interno della spiaggia deve far riferimento
alla morfologia della duna retrostante la spiaggia. Il punto migliore dove spostare la
biomassa è rappresentato dal “punto di massima espansione dell’onda” che rappresenta il
limite a terra per la diffusione delle biomasse vegetali. La movimentazione su tale limite ha il
vantaggio di favorire la stabilizzazione dell’anteduna che opera un’azione di protezione,
accrescimento e di stabilizzazione del retrostante cordone dunale. In caso di mare calmo,
infatti, la presenza della posidonia favorirà la costituzione del cordone dunale e la
ricolonizzazione del limite a mare da parte delle piante pioniere, mentre in caso di forti
mareggiate le onde non si infrangeranno direttamente sulla duna ma sulle foglie accumulate
favorendone di nuovo il trasporto a mare.
Le biomasse vegetali non devono essere spostate direttamente nella zona mobile o fissa della
duna perché provocherebbero il soffocamento delle specie erbacee psammofile antidunali e le
specie arbustive ed arboree delle dune fisse.
64
Proposta di regolamentazione delle attivita’ di uso della fascia costiera
L’indicazione di localizzare i cestini portarifiuti solo in alcuni settori costieri è in contrasto
con le NTA della variante al Piano particolareggiato Costa orientale della Sterpaia prevedono
la possibilità di effettuare “la posa in opera di cestini partarifiuti lungo tutto il litorale”
(art.9).
6.2.4 Danneggiamento flora e fauna
Descrizione buona pratica/norma comportamentale:
Nell’ambito del territorio costiero di Sterpaia sono presenti formazioni vegetali e specie di
flora e fauna di interesse conservazionistico (specie di interesse regionale di cui alla LR
56/2000 e/o comunitario di cui alle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE) o comunque
funzionali alla protezione del sistema dunale. Sono quindi vietate attività che comportano il
danneggiamento diretto di habitat o specie ad eccezione degli interventi di riqualificazione
ambientale e di controllo delle specie esotiche, autorizzati dall’Ente gestore dell’ANPIL.
Descrizione riferimento normativo:
Secondo il Regolamento di gestione dell’ANPIL Sterpaia è vietato il danneggiamento,
l’estirpazione, la raccolta e la detenzione ingiustificata della flora spontanea dell’arenile e
della prima duna. È vietato raccogliere fiori appartenenti a specie tutelate dalla normativa
vigente e manomettere od asportare il patrimonio naturalistico e forestale, fatte salve le
ipotesi di cui al secondo comma del presente articolo (art. 6 comma 3), inoltre … è vietata la
cattura, l’abbattimento, la detenzione di animali vertebrati e invertebrati appartenenti alla
fauna selvatica; è vietato alimentare la fauna selvatica ed esercitare ogni tipo di attività
venatoria (art. 8 comma 1).
Il Regolamento del Comune di Piombino per la gestione del demanio marittimo vieta “Il
danneggiamento, l’estirpazione, la raccolta e la detenzione ingiustificata delle associazioni
vegetazionali dunali e retrodunali” (art.27).
La LR 56/2000 e succ. modif. istituisce un regime di tutela indiretta delle specie e degli
habitat di cui all’allegato A e di tutela diretta (specie protette) per quelle di cui agli allegati B
e C. Numerosi habitat e specie tutelate dalla LR 56/2000 sono presenti nell’area costiera di
Sterpaia (ad esempio tra le specie di flora giglio di mare Pancratium maritimum, eringio
marittimo Eryngium maritimum, Crucianella di mare Crucianella maritima, ginepro
coccolone Juniperus macrocarpa, ecc.).
65
Proposta di regolamentazione delle attivita’ di uso della fascia costiera
6.2.5 Accesso mezzi meccanici
Descrizione buona pratica/norma comportamentale:
Ad eccezione dei mezzi di soccorso e dei mezzi utili alle attività di pulizia delle spiagge, per
quest’ultime nelle modalità prima definite, è vietato l’accesso e la circolazione di mezzi
meccanici sulla battigia, nella spiaggia e sul sistema dunale.
Le vie di accesso dei mezzi meccanici sono definite nelle cartografie del presente progetto
preliminare. Lo spostamento lungo la costa dovrà avvenire lungo la battigia evitando le aree
adiacenti al piede dunale.
Descrizione riferimento normativo:
Secondo il Regolamento di gestione dell’ANPIL Sterpaia la circolazione dei mezzi
motorizzati è consentita “solo per l’accesso alle aree a parcheggio” (art.3 comma 2).
La normativa della variante al Piano particolareggiato Costa orientale della Sterpaia prevede
la libera fruizione degli arenili secondo gli indirizzi espressi dalla D.C.R.T. n. 47/90 tesi ad
evitare fenomeni di congestionamento tali da ridurre la percezione degli ambienti naturali
(art.9).
6.2.6 Illuminazione delle strutture balenari e servizi
Descrizione buona pratica/norma comportamentale:
In ambito di ecosistemi costieri l’illuminazione notturna può costituire un forte elemento di
criticità per rare specie di invertebrati della zona di battigia-spiaggia (tra cui rari coleotteri
endemici) e, soprattutto se indirizzata verso il mare, per importanti specie di uccelli marini.
Nell’ambito degli stabilimenti balneari e delle strutture di servizio, l’illuminazione dovrà
caratterizzarsi da adeguate scelte tecniche finalizzate a raggiungere maggiori livelli di
sostenibilità, sia in termini di inquinamento luminoso, di consumi energetici che di disturbo
alla fauna locale. Gli impianti di illuminazione dovranno risultare coerenti con la normativa
regionale di settore e le relative linee guida regionali. Tra le principali indicazioni:
• illuminazione solo verso il basso e schermatura verso il mare,
• scelta adeguata dei punti luce e limitazione dell’intensità luminosa,
• utilizzazione di lampade ai vapori di sodio a bassa pressione.
L’illuminazione è consentita solo in adiacenza delle strutture fisse mentre non è consentita
l’illuminazione notturna delle spiagge.
Descrizione riferimento normativo:
LR 21 marzo 2000, n.37 Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso. La presente
legge “… prescrive misure per la prevenzione dell’inquinamento luminoso sul territorio
66
Proposta di regolamentazione delle attivita’ di uso della fascia costiera
regionale, al fine di tutelare e migliorare l’ambiente, di conservare gli equilibri ecologici
nelle aree naturali protette, ai sensi della LR 49/95… “
Il riferimento tecnico sono le Linee Guida per la progettazione, l’esecuzione e l’adeguamento
degli impianti di illuminazione esterna (Regione Toscana – Giunta Regionale) Attuazione
D.G.R.T. n.815 del 27/08/2004 “Delibera Consiglio Regionale n.29/04–Scheda n.17Programma per il finanziamento progetti in tema di ecoefficienza energetica”.
6.2.7 Verde di arredo delle strutture balneari e servizi
Descrizione buona pratica/norma comportamentale:
La presenza di specie esotiche di flora costituisce una delle principali minacce alla
biodiversità negli ambienti costieri mediterranei. Alcune specie in particolare, quali il genere
Carpobrotus, costituiscono formazioni dense in grado di sostituirsi agli habitat e alle specie
tipiche delle dune. Negli arredi verdi degli stabilimenti balneari è molto diffuso l’utilizzo di
tali specie, costituendo nuclei di diffusione sugli ambienti dunali. Alle azioni di eliminazione
di tali formazioni a Carpobrotus si deve unire il divieto di utilizzo di specie esotiche negli
arredi degli stabilimenti ed attrezzature.
Descrizione riferimento normativo:
Il divieto di diffusione di specie esotiche di flora trova importanti riferimenti normativi con
particolare riferimento alla legge regionale toscana sulla biodiversità, L.R. 6 aprile 2000, n.56
e succ. modif.,. L’art.6 (commi 4 e 5) della legge regionale individua i seguenti divieti:
• E’ vietata l’utilizzazione, ai fini della realizzazione di opere di riforestazione,
rinverdimento e consolidamento, delle seguenti specie: Ailanto (Ailanthus altissima),
Fico degli Ottentotti (Carpobrotus sp.pl.), Fico d’india (Opuntia ficus-indica), Amorfa
(Amorpha fruticosa).
• Negli interventi di ingegneria naturalistica, in quelli di rinverdimento e di
consolidamento, nonché, in generale, negli interventi di recupero ambientale di siti
degradati, sono utilizzati prioritariamente ecotipi locali.
6.2.8 Localizzazione strutture balneari, servizi, ecc.
Descrizione buona pratica/norma comportamentale:
67
Proposta di regolamentazione delle attivita’ di uso della fascia costiera
La localizzazione delle spiagge attrezzate, delle postazioni per la sicurezza e la sorveglianza,
chioschi per ristoro, rimessaggi dei servizi, ecc. non deve avvenire a discapito di habitat
dunali e di anteduna. Gli interventi di riattivazione di tali attività non deve compromettere
quindi ulteriori porzioni di ambienti dunali o di margini di essi, sia direttamente sia attraverso
le operazione di pulizia della spiaggia.
In considerazione della qualità e vulnerabilità degli habitat dunali si ritiene non realizzabile
una eventuale previsione di ulteriore sviluppo di nuove strutture/concessioni per l’utilizzo
delle spiagge di Sterpaia.
Nell’ambito degli stabilimenti balneari i gestori dovranno occuparsi della manutenzione delle
strutture frangivento prevedendo, come elemento in grado di migliorarne l’effetto protettivo,
la realizzazione di una difesa bassa antistante il frangivento e localizzata ad una distanza di
0.5 – 1 m.
Descrizione riferimento normativo:
Norme nazionali e Regolamento del Comune di Piombino per la gestione del demanio
marittimo.
6.2.9 Acquisizione
certificato
di
“Bagnino sostenibile”
Seguendo l’esperienza della Provincia di
Rimini, AGENDA 21 per il Piano
Spiaggia del Comune di Riccione e ARPA
Rimini, a Sterpaia è auspicabile la
riproposizione di un progetto di turismo
costiero sostenibile.
La sperimentazione iniziata con il Bagno
85 di Riccione nel 2003 ha dato ottimi
risultati ed ha avuto grande rilievo sui Foto 3 Strutture frangivento con difesa al piede
media; la Provincia di Rimini, ha deciso di dunale nelle aree destinate a stabilimento
finanziare le strutture balneari aderenti al balneare in loc. Carlappiano. Rispetto ad altri
stabilimenti la difesa al piede ha ridotto l’effetto
progetto “Bagnino Sostenibile”
Questo Progetto (per il quale sono stati di scalzamento al piede della duna e delle difesa
previsti contributi regionali) si pone come frangivento tutelando maggiormente le aree
retrostanti con minore danneggiamento delle
finalità:
pinete).
- Il risparmio idrico;
- Il risparmio energetico;
- La diminuzione dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata;
- L’informazione ambientale ai turisti e ai cittadini;
68
Proposta di regolamentazione delle attivita’ di uso della fascia costiera
Il fine è stato quello di elaborare un progetto sperimentale in uno stabilimento balneare gestito
secondo i principi dello sviluppo sostenibile e di valutarne anche la convenienza economica
per tutti gli operatori facilitando, di conseguenza, la sua diffusione sul territorio.
Nato su base volontaria coinvolgendo 20 gestori di stabilimenti balneari, dopo una fase
iniziale legata essenzialmente all'adozione di buone pratiche di gestione e informazione
ambientale ai clienti, è giunto all'obiettivo fin dall'inizio sperato, la certificazione della
struttura secondo la norma internazionale ISO 14001.
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