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Numero 6
Questo bollettino non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07.03.2001
Un Natale di
valore
- Lucia Abbinante È difficile oggi educare… senza radici.
Questo il tema che la comunità religiosa ci ha
proposto quest’anno in occasione della festa
del Santo Patrono, l’Arcangelo Michele. Mi
sono spesso chiesta se educazione non fosse
altro che un derivato di passione. La passione
che è l’ispirazione ed al tempo stesso il
risultato della dedizione. Vivendo la nostra
comunità, in questi mesi, ho avuto modo di
dare molteplici risposte alla mia domanda:
cos’è la passione?
La passione di una brava mamma nel
seguire i propri figli, la passione di un
maestro nell’istruire i suoi discenti… ma più
in generale la passione di quanti ogni giorno
operano a servizio della società. Ora, se
penso al nostro territorio, ho toccato inoltre
passione anche in quanti spendono, dedicano
le loro competenze e la loro volontà nonché
il loro tempo per intrattenere una relazione.
Una relazione che mi piace immaginare e
definire come sentimentale, quale è la loro
con Carbonara. Una relazione che li ha portati
a scrutarla, a studiarla e omaggiarla. Proprio
come succede nei più sentiti atti d’amore.
La passione di quanti, giovani e adulti, si
sono dedicati a impreziosire Carbonara,
regalandole la storia del suo passato.
Il nostro è un presente profondamente
impregnato di passato. Quante storie, quante
persone hanno segnato il nostro territorio,
contribuendo a ri-definirne l’identità! Le
tradizioni sopravvissute alla proprietà
corrosiva del tempo, cosa sono se non
passato? L’architettura del nostro paese, cos’è
se non passato? I resti dei nostri antenati, gli
ipogei, le ricette culinarie…
Sentiamo però spesso dire, o noi stessi
diciamo “E cosa è rimasto? Non è rimasto
niente…”
Siamo rimasti innanzitutto noi, i presenti!
Non è grazie alla volontà dei presenti che
ogni anno ripetiamo la commemorazione del
Santo Patrono? È grazie al nostra volontà che
si realizzano opere nel nostro paese! È grazie
a noi che il passato acquisisce un valore
quando lo adottiamo come la nostra storia!
È grazie al nostro presente che si definisce un
probabile futuro!
Quanto potere nelle mani dell’individuo!
Dalle piccole cose di ogni giorno come
sporcare o proteggere l’ambiente, portare
avanti o distruggere un’idea, tutelare o
compromettere la propria salute, spendere
i propri soldi o risparmiarli, andare a votare
o chiudersi nell’indifferenza, dare fiducia
ai presidi scolastici del proprio territorio
o snobbarli, imitare i pregi del passato o
correggerne i difetti. Siamo il baricentro del
nostro paese. Il nostro paese è lo specchio
Continua a pagina 2
Alcuni carbonaresi da ricordare Rifiuti, eterno
- Lucia Abbinante autoregalo
avuto la dedicazione di una strada. Altri,
come p. Benedetto D’Amore, filosofo di fama
internazionale, ancora no.
Questo il titolo dell’incontro tenuto il
22 ottobre scorso durante la Settimana
Micaelica. L’incontro, organizzato da Progetto
Carbonara, è stato condotto da Antonio
Ciaula e Domenico Bellomo che, definendo
“un piccolo ‘assaggio’”, quanto si è potuto
illustrare solo su alcuni dei personaggi
carbonaresi da ricordare, hanno suscitato
interesse e curiosità nell’approfondire la
conoscenza di quanti meritano attenzione e
gratitudine. Nella
scia dell’iniziativa
proponiamo
alcune brevi fotonotizie di personaggi carbonaresi.
Alcuni di essi,
tra cui il prof.
Pellegrini, venerato
carbonarese
di
adozione, hanno
Della serata vogliamo ricordare anche
l’ing. Francesco De Angelis (1852-1930) del
quale è stata mostrato il frontespizio del
manoscritto di oltre 500 pagine di una storia
di Carbonara (oltre quella del De Marinis) di
cui auguriamo la prossima pubblicazione.
- Gemma Giovannini Avete mai notato che passeggiare per le
strade del nostro paese è come dover superare
un percorso ad ostacoli?
Bene! Oltre questo però, avrete purtroppo
notato che gli ostacoli non sono birilli ma
sacchetti di immondizia!
Quanto ci costa buttare i sacchetti negli
appositi contenitori? Nulla! Soltanto fare
qualche passo in più che fa molto meglio alla
salute e all’ambiente piuttosto che lasciare
i rifiuti per strada. In molte strade accade
questo. Esempio sporchissimo è via Principessa
Iolanda, una traversa di via Vittorio Veneto.
Ogni giorno e ad ogni ora ci sono sempre
rifiuti accatastati in quell’inconsapevole
angolino adibito a discarica. E tendono ad
aumentare, fino a costringere qualcuno che
rispetta l’ambiente “nonchè gli stessi abitanti
dei dintorni a rimuoverli”, trasportandoli a
soli 150 metri più in là dove... indovinate cosa
c’è? Ci sono tutti i contenitori dei rifiuti! Vi ho
portato questo esempio così come potrei stare
qui a raccontarvene molti altri. Ma credo che
tanti di noi siano già consapevoli di queste
disavventure quotidiane. A tal proposito, c’è
una nuova ordinanza del Comune di Bari che
prevede nuovi orari e modalità di conferimento
rifiuti nei cassonetti. Gli orari prestabiliti,
per gettare la spazzatura sono dalle ore
12,30 alle ore 22,30 per un periodo valido
dal 01/11/10 al 31/03/11 dalle ore 18,30
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Carbonara in vista - numero 6
Carbonara in-diretta
Bianco Natale alla IV Circoscrizione
Il mercato sbarrato
- Antonella Ardito - Lucia Abbinante -
- Antonella Ardito -
Consiglieri Circoscrizionali e soppressione
dei gettoni di presenza, un provvedimento
della Manovra Economica di luglio 2010
che agita i Consigli Circoscrizionali d’Italia
e rallenta il loro operato. Nello specifico,
la legge 122 interviene sulle realtà locali
e introduce un ridimensionamento dei
costi della politica che tocca i Comuni e
le Province ed elimina i compensi per i
Consiglieri Circoscrizionali che non operano
in città metropolitane. Il Comune di Bari,
con le sue nove circoscrizioni, è in una
situazione ambigua. Vi è il progetto di
“città metropolitana” ma ciò che manca è
il decreto attuativo. Per questo motivo, i
Consiglieri Circoscrizionali - il cui ruolo è di
mediare tra le esigenze della cittadinanza
che rappresentano e la pubblica
amministrazione nonché deliberare su
alcune questioni attinenti lavori pubblici,
gestire attività culturali, assistenziali,
sportive, ricreative - dovranno continuare
a svolgere questo impegno in maniera non
retribuita. L’idea di lavorare come volontari
del proprio Comune, ha scatenato una
serie di proteste tra le quali l’astensione dai
Consigli e dalle Commissioni. Com’è noto,
nelle contese battaglie come questa tra
Ministero dell’Economia e potere locale, il
costo più elevato, quello della conseguenza,
è a carico del bene comune. L’astensionismo
dei Consiglieri è sinonimo di impossibilità di
deliberare che a sua volta significa non poter
percepire, difendere ed agire sugli interessi
di un quartiere.
“Riunirsi è diventato difficile, a volte
penso che tutto si faccia per un motivo”. E’
amareggiato Michele De Giulio, presidente
della IV Circoscrizione: il consiglio della IV
Circoscrizione Carbonara-Ceglie-Loseto si è
riunito più di un mese fa, alle commissioni
sono presenti sempre solo pochi consiglieri,
che da giugno non ricevono più il gettone
di presenza. “Per poco, durante l’ultimo
consiglio, abbiamo mantenuto il numero
legale, c’erano solo due consiglieri del
centrosinistra e dovevamo dare un parere
importante per l’internalizzazione dei servizi
sulla Tarsu, chiesta dall’assessore al bilancio
della giunta Emiliano, Gianni Giannini”. Di chi
è la colpa di tutto questo? Possibile che serva il
gettone di presenza per spingere i consiglieri
circoscrizionali a lavorare? “Il problema – spiega
De Giulio – e me la prendo con il governo
che è del mio stesso colore politico, è l’aver
voluto fare questi tagli a legislatura in corso.
Il taglio ai gettoni di presenza dei consiglieri
circoscrizionali incide per lo 0,2%, un’inezia.
Più giusto sarebbe stato che il provvedimento
partisse dalla prossima consigliatura, così chi
si candidava già sapeva che il suo impegno
non sarebbe stato retribuito. Poi anche
la norma sulle città metropolitane è stata
poco chiara: a Roma dovevano scrivere
che anche le città metropolitane in via di
istituzione, come si spera sia Bari, hanno
diritto al ripristino del gettone di presenza
per i consiglieri circoscrizionali. Troppi vuoti
di interpretazione legislativa hanno prodotto
questa confusione”.
Spazio ai consiglieri
tra impegno politico e “volontariato”
Il Consiglio in questo anno e mezzo ha
concentrato i suoi sforzi sulle problematiche
della fogna bianca e viabilità, ha individuato
nuove aree da destinare alla pubblica
utilità, monitorando i cantieri e le opere
incompiute. Ha attirato le attenzioni generali
sui centri storici e sugli edifici abbandonati,
partecipando e contribuendo a diverse
manifestazioni sportive e culturali. Ha
affiancato la cittadinanza nell’affrontare
grandi tematiche di interesse collettivo (tra
tutte il blocco di via Donadonisi e l’ex ONPI),
senza tralasciare il supporto ai singoli nel
rapporto quotidiano con le istituzioni. Per
il futuro, il Consiglio si batterà con tutte
le sue forze per la realizzazione della rete
fognaria, per vedere completati i lavori
presso il cimitero di Ceglie e per ottenere
nuovi spazi pubblici. Con il supporto di
Comune e Regione gli obiettivi potrebbero
essere centrati. In ogni caso la Circoscrizione
manterrà la funzione di stimolo e pressione
sull’amministrazione centrale, perseverando
nel perorare le cause “giuste”, con l’intento di
dimostrare, con i fatti, che la buona politica si
può fare anche da volontari.
Antonio Ciaula
Dal 1999, eletto consigliere, ad oggi, sono
stato portavoce di molte istanze pervenutemi
dai cittadini e ho promosso varie iniziative:
la riqualificazione della casa di riposo
ex ONPI, la realizzazione del parcheggio
interrato a piazza Umberto di Carbonara, la
riqualificazione dei centri storici di Carbonara,
Ceglie e Loseto, un O.d.G. a favore della
sicurezza e l’ordine pubblico sul territorio,
un corso di formazione di guide turistiche
territoriali, una proposta di dedicare strade
della circoscrizione a menti illustri del
territorio assieme alla battaglia sostenuta per
rientrare nelle aree bersaglio usufruendo così
dei fondi Europei POR 2000/06 e realizzando
una serie di opere pubbliche. Il Consiglio
Circoscrizionale ha solo poteri propositivi e
non esecutivi, non è facile concretizzare le
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nostre proposte che spesso vengono ignorate
dall’amministrazione centrale, nonostante
noi consiglieri continuiamo a sostenerle
con impegno ed avanzarle all’attenzione
del Sindaco. Nella IV Circoscrizione, formata
da tre ex comuni e una zona di grande
importanza come Santa Rita non è facile
svolgere il ruolo di consigliere. Nonostante le
molteplici difficoltà e la decisione assunta dal
Governo di privare i consiglieri circoscrizionali
dell’unica indennità riconosciutagli, quella
del gettone di presenza, la mia passione
e il mio impegno politico non è cambiato;
continuo a spostarmi per uffici e assessorati
a mie spese e ascoltare i cittadini.
Francesco Magrone
da pagina 1 Un Natale di valore
di quanti lo abitano. Non c’è nessuno da
aspettare! Non c’è nessuno preposto a
ripulire il nostro giardino! Siamo noi che non
lo dobbiamo sporcare! Non c’è nessuno che
vuol distruggerci un progetto, siamo noi
che dobbiamo farlo valere. Non vogliamo
risultare moralistici , ma davvero, prima di
guardare il giardino del vicino e stupirci della
sua beltà, abbiamo mai provato a metterci
passione nel curare il nostro? Ci sono dei
piccolissimi doveri
collegati
al
Si ringrazia
vivere
collettivo
e tutti partono
d a l l ’i n d i v i d u o.
Dalla
sua
educazione che fa
rima con dedizione
che fa rima con
passione.
Buon
Natale Carbonara!
Che sia un Natale
profumato di una
essenza autentica.
Senza prezzo ma
di valore.
Aprirà i battenti a gennaio 2011 il mercato
scoperto di via Vaccarella, la grande area
ormai completata da due mesi ma ancora
accerchiata dalle recinzioni del cantiere e con
le erbacce già alte nelle aiuole. Dell’apertura
del mercato è sicuro Marco Lacarra,
assessore comunale ai lavori pubblici. Un
po’ meno convinto il suo collega delegato
al Commercio, Franco Albore: “Non c’è stata
ancora la consegna al settore patrimonio e
quindi al settore attività produttive – spiega
Arbore – se questo non
accade non possiamo
andare a fare i rilievi e
le simulazioni con i 147
operatori del mercato
del
martedì
per
l’assegnazione delle
aree. Ad ognuno sarà
destinato uno spazio
tra i 30 e i 40 metri
quadri”. I lavori per il
mercato settimanale
iniziarono nel marzo
2008, dovevano durare 250 giorni, ce ne sono
voluti il doppio. Il progetto iniziale prevedeva
154 stalli, ciascuno delle dimensioni di 8 metri
per 4, identificati da apposta segnaletica
orizzontale e disposti secondo una maglia
regolare intervallata da percorsi pedonali.
Oggi c’è solo una grande distesa di asfalto,
che potrebbe però tornare utile come area da
adibire a concerti, eventi, ritrovo, magari in
una logica di nuova centralità che tutta l’area
mercatale può dare alla IV Circoscrizione,
visto che la nuova area è collegata al ponte
di santa Rita. Un milione 600 mila euro dei
vecchi fondi Por 2000/2006, misura 5.1
sono stati investiti nell’opera, compresa la
vasca di decantazione per le acque reflue.
La zona destinata a parcheggio svilupperà
211 posti auto e 30 posti moto. E proprio sul
parcheggio si gioca una sfida importante
per il vicino Ospedale Di Venere: l’idea, mai
messa su carta, è che si arrivi ad un accordo
tra il Comune di Bari e l’Azienda sanitaria
locale per l’utilizzo di una parte del mercato
come parcheggio per
i parenti delle persone
ricoverate. I parcheggi
del Di Venere sono
una bolgia, di contro
la zona del mercato
sembra un’isola deserta
e silenziosa: sarà perché
il mercato giornaliero
con i 56 box costruiti
sempre grazie ai fondi
Por 2000/2006 con 4.5
milioni di euro ne ha
attivi solo la metà. Piange il cuore vedere il
mercato mezzo vuoto, ma pare che i bandi
comunali per riempirlo non servano a nulla:
“In dieci anni la Bari commerciale è cambiata
– spiega Franco Albore – da assessore al
commercio devo rivedere tutto il sistema
dei mercati su aree pubbliche. In tanti hanno
mollato l’attività perché la concorrenza è
ormai alle stelle. Anche gli spazi dei mercati
andrebbero rimodulati e destinati magari ad
altri usi”. E voi Carbonaresi nei box chiusi del
mercato cosa ci mettereste?
Adolescenti e alcool. La burla e la beffa
- Lucia Abbinante Adolescenti e alcol. Una pericolosa
relazione sempre più frequente. È questo
che è emerso nell’ambito del progetto “La
burla di Bacco” partito nell’autunno 2009,
finanziato dall’Assessorato al Diritto allo
Studio della Regione Puglia, nelle scuole De
Marinis e XIV° Circolo Didattico Bari-Ceglie.
Due i momenti costitutivi
del percorso: la produzione
di un libro-fumetto “La burla
di Bacco” a cura delle ultime
classi elementari e uno studio
sulla relazione alcol-società
divulgato nel volume “Bacco:
una notte da sballo” a cura dei
ragazzi delle scuole medie.
Entrambe le produzioni sono
state presentate lo scorso 15
dicembre presso l’auditorium
della SMS De Marinis. Secondo
gli studi, il primo incontro con l’alcol avviene
in un’età tra gli 11 e i 15 anni, molto spesso
in famiglia. Sono gli adulti infatti i primi
responsabili di questo fenomeno: famiglie
che forniscono modelli di comportamento
deviati, genitori poco attenti alle esigenze
dei propri figli, esercenti che vendono alcolici
ai minori. Senza tralasciare l’influenza dei
modelli veicolati dai mass media e quella
dei coetanei. “E’ difficile contrastare questo
fenomeno. Servono azioni sinergiche da
parte della scuola, delle famiglie, delle
forze dell’ordine, del mondo della cultura”,
ha riferito Doda Renzetti collaboratrice del
progetto. “L’adolescenza è il
periodo di maggiore fragilità”
ha aggiunto Luciana Cazzolla,
Dirigente del Circolo d’infanzia,
“i ragazzi si allontanano dalla
famiglia per rielaborare la loro
identità ma hanno bisogno di
punti di riferimento”. Si beve
per tanti motivi, si comincia per
gioco o per noia e si costruisce
una dipendenza distruttiva
per sé e per gli altri. Il progetto
ha voluto formare ragazzi
consapevoli, “leader di comportamenti
sani” che possano essere d’aiuto per coloro
le cui vite finiscono come rami spezzati.
Il ramo spezzato, come ha riferito Marica
Mastrorocco preside della De Marinis,
“simbolo delle vite spezzate quando non si
trovano le ragioni per vivere”.
per aver sostenuto l’associazione Progetto Carbonara:
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Carbonara in-diretta
Fiducia alle scuole: l’appello delle presidi
Stesse domande, problemi simili nelle scuole
di Carbonara: abbiamo messo a confronto
il punto di vista di Marica Mastrorocco,
dirigente della scuola media De Marinis e di
Giovanna Piacente, preside dell’unica scuola
superiore dell’intera circoscrizione, l’ITC
Calamandrei.
Qual è il compito di un preside?
Marica Mastrorocco - Oggi un preside è
un Dirigente Scolastico pertanto, il nome
stesso lo dice, ha il compito di dirigere tutta
l’azione amministrativa e didattica di una
scuola che, da poco più di dieci anni, gode
di una certa autonomia ma di sicuro questo
non può essere a scapito della funzione del
vecchio preside che conosceva gli alunni
uno per uno, entrava nelle classi a far lezione
e s’intratteneva a parlare con i docenti, con i
ragazzi e con i genitori. Credo che si intuisca
che è quest’ultima la vera missione di un
preside ma si comprenderà bene che nella
duplice funzione resti poco tempo per tirare
il fiato.
Giovanna Piacente - Il preside peggiore è colui
o colei che, di fronte a un’ iniziativa o progetto,
si chiede: avrò fastidi? Cosa me ne viene?
Il preside migliore è colui o colei che, di
fronte a un’iniziativa o progetto, si chiede:
sarà utile ai miei alunni? Li interesserà? Il
preside peggiore è colui o colei che, di fronte
a un caso di mancato rispetto delle regole o,
addirittura, di bullismo, esclama: Ragazzate!
Lasciamo perdere, altrimenti può derivarne
una cattiva pubblicità per la scuola. Il preside
migliore è colui o colei che, in questi casi,
convoca alunni e genitori, dialoga con loro,
cerca di far comprendere l’utilità del rispetto
degli altri e delle regole, e poi, con il Consiglio
di classe, decide, in modo severo ma non
punitivo, le sanzioni da comminare, per
evitare che si ripetano le stesse violazioni.
Il preside peggiore è colui o colei che, di fronte
a un docente assenteista o poco attento ai
suoi doveri professionali, soprattutto nei
confronti dei suoi allievi, ‘lascia correre’ per
vari motivi. Il preside migliore è colui o colei
che, in tali occasioni, convoca il docente,
cerca di richiamarlo ai suoi compiti, di
trasmettergli, non dico la passione (perché
questa o c’è o non puoi imporla), ma almeno
la necessità della corretta espletazione del
ruolo, e che, nel caso in cui non ottenga nulla,
avvia la dovuta procedura.
Si potrebbe continuare, con riferimenti all’area
didattica, amministrativa, organizzativa etc,
ma penso di aver dato l’idea dei compiti
primari del Dirigente scolastico.
Che idea del territorio si è fatta?
Marica Mastrorocco - Carbonara è ormai
un quartiere di Bari ma non so se questo le
sia stato di giovamento. La complessità e la
problematicità del territorio probabilmente
derivano da una situazione a mezzo tra la
storia, le tradizioni, la cultura del suo passato
e la proiezione verso la città di Bari del suo
oggi. Credo che Carbonara debba elaborare
la sintesi di una nuova fisionomia identitaria
ed è compito dei suoi cittadini valorizzare
quanto a loro appartiene e nello stesso
tempo aprirsi al nuovo.
Giovanna Piacente - Questo territorio è,
come spesso avviene, il microcosmo che
riflette la situazione italiana attuale, con
i problemi aggravati da una condizione
economico-sociale già deprivata (prima
della crisi generalizzata), dai rischi derivanti
dall’illegalità, e, purtroppo, da un senso
di emarginazione, tipica delle periferie
metropolitane, subìta, ma anche corroborata
ora da tendenze separatiste a cui si unisce un
associazionismo anch’esso ‘individualista’, ora
da una sorta di complesso di inferiorità.
Qual è il rapporto con le istituzioni?
Marica Mastrorocco - La scuola secondaria
di I grado ha come riferimento il Comune di
Bari, proprietario dell’immobile. E posso dire
che la collaborazione è abbastanza positiva
se si tiene conto di quanto sia di solito
burocraticamente difficile la relazione con le
istituzioni. Più faticoso invece il raccordo con
la Circoscrizione che sarebbe il riferimento
territoriale più vicino, questo forse perché
dovrebbero essere più chiari le specifiche
funzioni e i rispettivi ambiti di azione. Certo
l’attenzione degli Enti Locali nei confronti
della scuola potrebbe tener conto del ritorno
in termini di formazione di “ragazzi in gamba”,
preziosa risorsa di un territorio.
Giovanna Piacente - ‘Croce e delizia’.
Se dico “scuola”?
Marica Mastrorocco - La scuola è una delle
strutture portanti di un paese civile che
sia attento a costruire il suo presente e a
progettare il suo futuro se è vero che la
cultura è memoria e prospettiva. Se abbiamo
a cuore il destino del nostro paese dobbiamo
avere a cuore la nostra scuola.
Giovanna Piacente - Penso ai giovani, che
sempre evocano tenera simpatia, penso alla
formazione complessiva, penso a un clima
sereno in cui dialogare, lavorare seriamente,
ma sempre con la leggerezza del sorriso
benevolo e allegro, penso a una comunità in
cui si respira ‘cultura’ nel suo significato più
ampio.
Se dico “serie A-serie B”?
Marica Mastrorocco - Non so bene a cosa voglia
riferirsi ma nella scuola di certo non ci possono
essere classifiche, la scuola dell’obbligo è per
tutti e a tutti offre le medesime opportunità.
L’inclusione è l’obiettivo primario, nessuno
deve rimanere indietro.
Giovanna Piacente - Penso al campionato
calcistico. Mi irritano certi traslati, metafore,
il cui utilizzo giornalistico diventa luogo
comune abusato. D’altra parte non ci sono
scuole o alunni o persone di serie A o serie B.
Se dico “dispersione”?
Marica Mastrorocco - Il tasso di dispersione
scolastica non può che interrogare la scuola e
richiamarla alle su responsabilità. Il lavoro non
è facile e si devono fare i conti con il tessuto
sociale e familiare in cui i ragazzi vivono,
tuttavia l’impegno, proprio nelle situazioni
più problematiche, è di spendere tutte le
energie per dare ai ragazzi più deprivati forse
l’ultima opportunità.
Giovanna Piacente - Penso a un fallimento
dell’istituzione scolastica e delle altre
istituzioni, della famiglia e della società,
che non riescono a sottrarre i giovani più
sfortunati dai richiami del facile guadagno,
dell’incultura e dei disvalori.
Se dico “cultura”?
Marica Mastrorocco - La cultura, come
ho già detto, è civiltà e libertà. E’ l’unico
strumento che i giovani possono avere
per opporsi all’omologazione della società
contemporanea che toglie loro i desideri e la
fantasia rendendoli tutti uguali e tutti schiavi.
Giovanna Piacente - Penso ai valori etici
più alti, penso al fascino di una poesia che
sa dire ciò che ognuno pensa o sente e
non sa dire, penso alla bellezza, penso alla
consapevolezza critica, penso alla scuola che
vorrei.
Cosa si è fatto e cosa c’è da fare nella sua
scuola?
Marica Mastrorocco - La scuola secondaria
di I grado De Marinis si è impegnata
ad essere un risorsa significativa per il
territorio di Carbonara, una scuola sicura in
cui l’osservanza delle regole fondanti del
vivere civile, l’azione formativa e la didattica
innovativa creino le condizioni migliori per
l’apprendimento. Cosa si è fatto?, mi chiede, ci
si è data la chiarezza degli obiettivi, così come
sono declinati nelle linee d’indirizzo del POF
(piano dell’offerta formativa): formazione,
inclusione, integrazione, motivazione ad
apprendere, livelli di competenze secondo gli
standard nazionali ed europei.
Cosa c’è da fare? Tanto, se si considera che per
gli obiettivi suddetti non c’è fine.
Che cosa speriamo? (ci chiediamo noi) Che
i genitori di Carbonara ci diano fiducia e
iscrivano i loro figli nella scuola che loro
appartiene.
Giovanna Piacente - Potrei riportare i dati
del nostro Piano Integrato, precisamente i
punti di forza (l’attenzione alle metodologie
didattiche, ai problemi del singolo alunno, i
laboratori e la struttura) e i punti di debolezza
(il rapporto con il mondo del lavoro
soprattutto del territorio). Al di là di questo,
il mio lavoro si è orientato da un lato verso i
rapporti con le energie più vitali del territorio,
dall’altro verso attività di sostegno allo studio,
organizzate in modo sistematico.
Cosa fare? Demolire i pregiudizi! Molti ragazzi
delle medie non conoscono nemmeno
l’interno dell’Istituto con le sue strutture, né
l’atmosfera che vi si respira, né le iniziative
che vengono attuate. Sanno solo che è la
scuola ‘di Carbonara’, frequentata da ragazzi
di Carbonara, come fossero un ghetto.
Eppure, sono essi stessi di Carbonara e Ceglie.
Ma demolire i pregiudizi è molto più difficile
che costruire una scuola.
Scuole di quartiere: parola all’Assessore
Uno strano e perpetuo pregiudizio
attanaglia le scuole carbonaresi. Ogni anno
perdono studenti a favore degli istituti
dei quartieri vicini. Questo fenomeno lo
conosce bene Fabio Losito, assessore alle
Politiche educative del Comune di Bari,
che ha ridisegnato la rete delle scuole
cittadine per il prossimo anno scolastico.
“Anche a Carbonara, come in tutta la città,
si avverte una grande differenza tra i Circoli
Didattici (infanzia+elementari) e le scuole
secondarie di primo grado (scuole medie),
con la conseguenza che è proprio in
coincidenza con il passaggio dalle primarie
alle secondarie che possiamo riscontrare
un picco della migrazione degli studenti
verso le scuole degli altri quartieri. L’origine
di questa sofferenza delle scuole medie, è
riconducibile alle mancate scelte operate in
passato nel definire la rete scolastica. Mentre
tutta l’Italia ha scelto la direzione degli istituti
comprensivi, togliendo le scuole medie
dall’affanno di inseguire gli utenti, a Bari si
è proceduto con gli accorpamenti per vie
orizzontali, lasciando le scuole medie isolate
e obbligandole a mettere in campo tutte le
strategie possibili per competere tra loro.
Questo ha determinato la chiusura di molti
presidi scolastici ed una grande differenza
tra alcune scuole particolarmente ambite
ed altre che fanno fatica ad intercettare la
fiducia anche delle famiglie residenti nei
territori di riferimento.
La De Marinis è a pieno titolo tra queste e
si tratta sicuramente di una realtà che merita
di essere rilanciata. Ho evitato di procedere
con la creazione di un istituto comprensivo
quest’anno, ma ho in animo di procedere
l’anno prossimo in questa direzione e
sarebbe utile che il quartiere cominciasse
a parlarne. Questo aiuterebbe entrambe
ad ottenere maggiori risorse umane e
finanziarie, in quanto gli istituti di prima
fascia, ovvero quelli che possono contare su
un numero di studenti adeguato, hanno la
possibilità di attingere a risorse inaccessibili
per Istituti Scolastici più piccoli, come quelli
di Carbonara. Questo non basterà, ma sarà
necessario consolidare e sviluppare quei
percorsi che consentono alla scuola di
diventare comunità, grazie al coinvolgimento
ed alla partecipazione di tutte le componenti
coinvolte, in primo luogo le famiglie.Cosa
possiamo dire alle famiglie?
Che se tengono al futuro dei loro bimbi
devono tenere anche al futuro del quartiere e
quindi delle sue scuole. Non sono i Dirigenti a
fare la scuola, ma gli insegnanti, gli assistenti,
gli ausiliari ed i genitori stessi con la loro
capacità propositiva e di controllo.
Il Comune guarda con particolare
attenzione a queste realtà e da parte nostra il
fenomeno della migrazione non si spiega se
non con un immaginario collettivo distorto,
che vede nelle scuole blasonate un approdo
ambìto a prescindere dalla effettiva qualità
dell’offerta formativa. Spero che queste
riflessioni sparse possano essere sufficienti
ad avviare un discorso e conto di avere
l’opportunità di svilupparlo insieme a voi.
Fraterni Saluti
Fabio Losito
Si ringrazia per aver sostenuto l’associazione Progetto Carbonara:
www.elettrotecnicaiurino.com
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Carbonara in vista - numero 6
Carbonara in fermento
Carbonaresi nel tempo
- Lucia Abbinante Antonio Quaranta (8 settembre 1860 - 2 febbraio
1928)
Esponente della borghesia delle professioni. Fu
un farmacista e cultore di arte e musica. A lui si
devono i primi vent’anni di attività e di successi del
Teatro Petruzzelli di Bari per il quale lavorò come
impresario e direttore. Sostenne l’istituzione di un
liceo musicale a Bari. A lui, dal 1958, è intitolata la strada che da Piazza Umberto porta verso
Triggiano.
Nicola Bellomo (6 dicembre 1898 - 10 settembre 1971)
Carbonarese
poliedrico.
Partecipò
alla
prima guerra mondiale dopo il diploma di
odontotecnico ed aver riscosso la stima dei
meno abbienti ai quali dedicava le sue cure.
Fu richiamato alle armi nel 1939 e mandato in
Albania; per la sua opera presso l’Ospedale Militare e in quello Civile di Durazzo al ritorno
fu nominato “Cavaliere ufficiale dell’Ordine di Skanderbeg”. Fondamentale il suo impegno
politico come Delegato Sindaco nelle frazioni di Ceglie e Carbonara durante il difficile
periodo dell’occupazione alleata, del dopoguerra e con l’avvento della Repubblica Italiana.
Il monumento dei Caduti di Piazza Umberto I deve la sua esistenza proprio a quest’uomo
che riuscì a recuperare i resti in una fonderia di Trani e a ricostruirlo con l’appoggio dei
compiaciuti concittadini. A lui è intitolata una strada a Loseto senza specificare di dove fu
Delegato Sindaco.
Paolo Pellegrini (11 giugno 1921 – 16
maggio 1994)
Napoletano di nascita, si laureò in
Medicina e Chirurgia presso l’Università
degli Studi di Bari. Nel 1957, divenne
primario del reparto di Chirurgia
dell’Ospedale di Venere, data che
segna la sua adozione da parte del popolo carbonarese che lo ricorda per i suoi 34 anni di
missione. Dedicò infatti tutta la sua vita agli ammalati, dei quali instancabilmente e ad ogni
ora se ne preoccupò. La sua professionalità lo portò a divenire un punto di riferimento per
tutti i colleghi e la sua dedizione ad essere nominato nel 1991 Primario Ospedaliero Emerito.
La significativa foto pubblicata mostra il giovane primario prof. Pellegrini (a destra) in una
delle prime stanze di degenza di chirurgia. Con lui sono il suo aiuto dott. Giuseppe Damiani e
l’infermiere capo Ciccio Partipilo.
Padre Benedetto D’Amore, domenicano (29 novembre
1909 - 29 maggio 1995)
Dalla campagna alla filosofia. Lorenzo (questo il suo nome
di battesimo) nacque a Carbonara in una famiglia contadina
e si avviò ai lavori nei campi per poi entrare nell’ordine di
San Domenico ove compì gli studi in filosofia e teologia. Fu
ordinato sacerdote nel 1932. Fondamentale il suo apporto
alla Filosofia Teoretica che lo portò nel 1956 a fondare
il Centro di studi filosofici, scientifici e teologici e a girare il mondo intero. Fu docente alla
Pontificia Università di San Tommmaso d’Aquino “Angelicum” a Roma dove conobbe il giovane
studente Karol Woijtila al quale fu legato anche da amicizia e dall’impegno scientifico. Fu
segretario del Primo Congresso Internazionale San Tommaso d’Aquino (aprile 1974). Membro
fondatore della Società Internazionale Tommaso d’Aquino (SITA), organismo in cui il card.
Woijtila fu suo amico e collaboratore.
da pagina 1 Rifiuti, eterno autoregalo
alle ore 22,30 dal 01/04/11 al 31/10/11.
Questa ordinanza vieta la rimozione dei
contenitori per la raccolta dei rifiuti dalle
zone loro assegnate, il conferimento nei
contenitori dell’indifferenziato di rifiuti liquidi
o semiliquidi, materiali ingombranti, residui
di giardinaggio o quantità di rifiuto oggetto
di raccolta differenziata (vetro, carta, plastica)
E’ vietato soprattutto lasciare oggetti tipo
cassette o pezzi di legno per tenere aperti i
cassonetti e la chiusura dei sacchetti prima del
deposito. Per chi non rispetta questa ordinanza
sono previste sanzioni amministrative che
vanno da 50 a 500 euro. Immaginate ora
quanto può costarvi mettere i vostri rifiuti in
“vetrina” per le strade piuttosto che conferirli
nei cassonetti? Poi, se volete regalare i vostri
soldi alla comunità...come dire?
A Natale puoi! Soprattutto regalare un
sorriso all’ambiente!
Calcio a Carbonara,
il sogno è popolare
- Giuseppe Magrone Prati verdi, ambiente ovattato, calciatori,
allenatori e manager super pagati. E’ il
meraviglioso mondo del calcio, quello delle
tv in pay per view e stadi gremiti. Distante
dalla nostra vita quotidiana fatta di lavoro e
sudore, In quel mondo dove una risonanza
magnetica si fa in pochi minuti e senza
lista d’attesa, Quel mondo di nababbi è per
noi come una bella stella, irraggiungibile,
fuori della portata di chi quotidianamente
deve fare i conti con la sveglia, l’ affitto o il
mutuo da pagare. Per i comuni mortali, che
desiderano vivere il calcio dal campo e non
da una comoda poltrona, c’è a disposizione
un football diverso, fatto di campi polverosi,
divise lavate nelle proprie lavatrici, e tanto,
ma tanto volontariato. E’ il calcio dilettante,
che appassiona quasi quanto il fratello più
ricco. Il calcio che puoi realizzare nel tuo
quartiere, e che ti può far sentire il senso
dell’appartenenza ad una terra che ami,
anche se questa da troppo tempo non è più
sulla cartina geografica! Dal 1984 il nostro
quartiere non ha nessuna squadra che lo
rappresenti, fatta eccezione per il settore
giovanile. “Mancano i soldi, gli sponsor, gli
imprenditori disposti ad investire piccole
somme nel calcio” questo il pensiero
ricorrente dei molti.
Fuori dal coro invece, alcuni uomini di
buona volontà che si sono riuniti con la
convinzione che a portare il calcio a Carbonara sarà la partecipazione della cittadinanza,
con l’azionariato popolare. Quote minime,
per partecipare a tutti gli effetti alla vita
della costituenda associazione sportiva
dilettantistica. Due le certezze: i colori sociali,
il rosso e nero come da tradizione e Carbonara
nel nome della squadra. Oltre e sopra questo,
la fondamentale consapevolezza che senza
l’aiuto di tutti non si va da nessuna parte!
Con l’azionariato popolare, chi versa
piccole quote annuali, è parte attiva di una
squadra di calcio e ha facoltà di esprimere il
proprio pensiero, il proprio parete tecnico e
soprattutto il proprio voto. Per farla breve,
chi versa la quota “popolare” dell’azionariato
diventa dirigente a tutti gli effetti. Vogliamo
costituire una squadra che, a differenza
delle altre, abbia come arma vincente
partecipazione e democrazia.
Una squadra che non abbia un capo eletto
dal suo portafogli, ma un presidente votato
da una moltitudine di soci. Se vuoi metterti
in gioco, se vuoi entrare a pieno titolo della
squadra di calcio del tuo quartiere, questo
progetto fa al caso tuo! Non restare in
poltrona. Informati.
Di corsa contro il dolore
- Antonella Ardito Ti dona forza vedere la piazza, anche in
una fredda domenica mattina di dicembre,
piena di persone pronte a correre per
ricordare due persone speciali che oggi non
ci sono più. Erano più di cinquecento i podisti
che domenica 5 dicembre hanno partecipato
al primo Memorial
Falco-Paccione. La corsa
di 11 chilometri tra la
piazza di Carbonara e il
centro storico di Loseto
è stata organizzata dalla
san Nicola Runners per
ricordare Sabino Falco
e Antonio Paccione,
i due corridori baresi
travolti e uccisi dall’Alfa
147 il 23 settembre
2009 su via Fanelli. L’auto era guidata da
Nicola Dentamaro, diciannovenne originario
di Valenzano . Per Bino e Antonio non c’è
stata giustizia: è stata accolta dal Tribunale
di Bari la richiesta di patteggiamento, che
tradotta in italiano significa che chi ha ucciso
i due podisti non farà neppure un giorno di
carcere. Queste sono cose che fanno male,
tanto male, ma i famigliari e gli amici di
Sabino e Antonio non mollano, portano in
alto attraverso un gesto
semplice e salutare
come la corsa, la voglia
di vivere di questi due
uomini dal grande cuore
e sorriso. Al memorial ci
sono stati 454 iscritti
provenienti da Bari e da
tutta la Puglia, segno del
grande affetto che lega
il mondo dei runners
ai due atleti, scomparsi
mentre si allenavano con un gruppo di
amici. Anche questo gesto è un segno della
lotta che tutti dovremmo fare contro le morti
assurde e inutili della strada.
“Carbonara in Vista” (r)accoglie il tuo contributo! Se vuoi
metterti in contatto con noi non esitare a scriverci il tuo punto
di vista o la tua esperienza o a partecipare ai live di Progetto
Carbonara.
[email protected]
Si ringrazia per aver sostenuto l’associazione Progetto Carbonara:
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